1907 - JU JITSU A BORDO DELLA “VESUVIO”

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1907 - JU JITSU A BORDO DELLA “VESUVIO”
In caso di mancato recapito restituire a: FIJLKAM Via dei Sandolini, 79 - 00122 Ostia Lido RM
1907 - JU JITSU A BORDO
DELLA “VESUVIO”
Tariffa Roc: Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - ROMA
PERIODICO MENSILE DELLA FIJLKAM • ANNO 25°
8- 9•2006
LOTTA: VALENTINA MINGUZZI BRONZO EUROPEO
KARATE: CAMPIONATI ITALIANI UNIVERSITARI
JUDO: TROFEO “ATHLON”
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Periodico della FIJLKAM • n. 8/9 Agosto/Settembre 2006
Foto in copertina: Valentina Minguzzi
Direttore
Matteo Pellicone
Direttore responsabile
Giorgio Sozzi
Comitato di Redazione
Aldo Albanese, Franco Capelletti, Domenico Falcone,
Vanni Lòriga, Giuseppe Pellicone e Giancarlo Bagnulo
Progetto e impaginazione
Sergio Fuselli
Hanno collaborato
Claudio Culasso, Annalisa Debiasi, Enzo De Denaro,
Giovanna Grasso,Vanni Lòriga, Fabio Pelusi, Giorgio
Sozzi, Livio Toschi
Servizi fotografici
Archivio Fijlkam, Archivio Toschi, Claudio Culasso,
Annalisa Debiasi, Enzo De Denaro, Vanda Biffani,
Giorgio Sozzi, Rita Zampieri
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SOMMARIO
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Periodica Italiana
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LOTTA
Europei Juniores GR e SL
di Giovanna Grasso e Annalisa
Debiasi
Europei Cadetti
di Giovanna Grasso
JUDO
Trofeo Athlon
di Enzo De Denaro
Seminario Giudici di Kata
di Giorgio Sozzi
I SERVIZI
24
Lotta Senegalese e Olimpica
di Fabio Pelusi
28
Karate: 5° Eurocamp
di Claudio Culasso
31
Il Museo più bello del mondo
di Vanni Lòriga
34
Benvenuti a Pechino
di Vanni Lòriga
LE RUBRICHE
36
STORIA
Un secolo di “Lotta giapponese”
in Italia
di Livio Toschi
40
Cronache Regionali
50
Notiziario Federale
ATTIVITÀ NAZIONALE
18
22
KARATE
Università e sport
di Claudio Culasso
JUDO
Italiani Juniores
di Enzo De Denaro
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
1
L O T T A
EUROPEI JUNIORES G.R. e S.L.
Molto da lavorare
di Giovanna Grasso
A
Szombathely, in Ungheria
si sono disputati dal 5 al 9
luglio scorsi i Campionati
Europei Juniores delle tre specialità
di Lotta.
Prove interessanti quelle delle
ragazze che, oltre alla meritata
medaglia di bronzo conquistata da
una determinata Valentina Minguzzi
(vedi articolo di Annalisa Debiasi),
si sono piazzate in ottava posizione
nella classifica generale.
Ad assistere alle prove di Greco
Romane e Stile Libero il Consigliere
federale Lucio Caneva, in qualità di
capo delegazione, che commenta per
noi le prestazioni dei giovani azzurri: “Nella competizione stile libero
la prestazione migliore è stata senza
dubbio quella di Raimondo Campagna nei 60 chilogrammi. Ha vinto un
primo incontro molto tirato contro il
lituano Uldis Silins per poi affrontare l’atleta romeno George Bucur
che, purtroppo, si è mostrato nettamente superiore. Abbiamo sperato
in un ripescaggio che però non c’è
stato; sono convinto che Campagna
possa esprimere molto più di quanto
non sia riuscito a fare in questa
occasione, mi auguro ai prossimi
Mondiali juniores.
Paolo Lumia, nei 74 chilogrammi,
non era al massimo della forma ed
infatti è uscito al primo incontro
affrontando il turco Ayhan Sucu.
Stessa sorte toccata, peraltro, ad
Andrea Sorbello che ha, comunque,
combattuto un incontro grintoso; di
questo atleta bisogna considerare
che è al primo anno juniores e, di
2
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conseguenza, alla sua prima competizione internazionale di alto livello:
sono sicuro che ha molta strada da
fare e che ha buone speranze di
affermazione in futuro.
Ho trovato un po’ deludente, invece,
la gara di Patria nei 55 chilogrammi; ha affrontato il suo avversario
non riuscendo ad esprimere le sue
capacità nonostante potesse, secondo me, tranquillamente dominare
l’incontro. Probabilmente l’emozione della gara ha avuto più peso del
dovuto, peccato.
Nella Greco Romana le cose sono
andate decisamente meglio con il
soddisfacente quinto piazzamento di
Federico Manea nei 50 chilogrammi. Sebbene abbia sfiorato la medaglia vincendo la prima ripresa contro il bulgaro Palazov, che lo ha poi
battuto nella finale per il bronzo, ha
dato buona prova di sé e delle sue
potenzialità future.
Nei 66 e negli 84 chilogrammi Corriga e Scibilia non sono riusciti a
superare il primo incontro. Tiziano
Corriga, è stato battuto dal russo
Chekhirkin che ha vinto poi l’argento; è stato ripescato ed ha affrontato
il georgiano Gulbtashvili. In un bell’incontro è riuscito ad affermarsi
nella prima ripresa e, pur uscendo
sconfitto, ha mostrato una crescita
costante che fa ben pensare per il
futuro.
In conclusione il mio parere è che
c’è molto su cui lavorare perché
sono tutti atleti giovani ed in crescita e con la giusta applicazione possono esprimere molto.”
Raimondo Campagna
Federico Manea
L O T T A
CAMPIONATI EUROPEI JUNIOR LOTTA FEMMINILE
Minguzzi bronzo europeo
testo e foto di Annalisa Debiasi
Q
uest’edizione del Campionato
Europeo Juniores di Lotta
Femminile ha riconfermato il
predominio dell’Europa dell’Est con
Bielorussia in testa (2 ori, 2 argenti, 2
bronzi), seguita da Russia e Ucraina.
Un centinaio le lottatrici presenti
distribuite nelle otto categorie. La
classe più numerosa quella centrale
dei kg.55 (20 partecipanti), nella
quale la nostra Valentina Minguzzi,
appartenente da dicembre al Gruppo
Fiamme Azzurre, ha preso una medaglia di bronzo che davvero le spettava da tempo.
Il suo debutto internazionale risale al
2003, quando nei Mondiali Juniores di
Istanbul finisce quarta assoluta; l’anno
successivo agli Europei di Sofia è
quinta, e stesso piazzamento anche nel
2005 a Wroclaw.
A questa competizione Valentina arri-
Gli juniores
azzurri con i
tecnici Giuseppe
Giunta e Annalisa
Debiasi
Valentina Minguzzi
sul podio
va più determinata e concentrata che
mai; nonostante un problema alla
schiena che le ha impedito continuità
nella preparazione, ha partecipato a
tutti i ritiri della nazionale femminile
sia al Centro Federale di Ostia che
all’estero (Cina, Ucraina, Bieolorussia, Austria) i quali indubbiamente
hanno arricchito il suo bagaglio tecnico-tattico e contribuito alla sua maturazione di atleta.
E’ un bronzo di valore perché negli
incontri di qualificazione si è imposta
nettamente e con sicurezza sia sulla
bulgara Dimitrova che sulla slovena
Ciric. Nell’incontro di semifinale
viene sconfitta dalla bielorussa
Bokhan, ma in finale contro la turca
Metin ritrova tutta la sua grinta aggiudicandosi agevolmente entrambi i
periodi.
Sale sul podio dietro a Russia e Bielorussia , a fianco della Germania, e questa medaglia
mette in luce l’eccellenza di
questa atleta e dimostra
quanto siano ben riposte le
aspettative dello staff tecnico federale su di lei!
Un’altra lottatrice italiana
che si è messa in evidenza
in quest’Europeo è Simona
Corbani , kg.63, al suo
debutto in un Campionato
Continentale.
Ha saputo combattere,
agguerrita come sempre,
alla pari con atlete più
esperte di lei. Sconfitta dalla
lettone, poi argento, nei
ripescaggi riesce a superare
il turno per accedere all’incontro di finale per il bronzo dove viene superata di un
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soffio e, con un po’ di sfortuna, dalla
turca. Si classifica quindi quinta.
Penalizzate da un sorteggio poco
generoso le più giovani della comitiva, che peraltro durante la stagione
agonistica di quest’anno hanno offerto
prestazioni notevoli nei vari Tornei.
(Sia Silvia Felice che Giada Guglielmino sono giunte terze al Ladies Open
di Austria, dove hanno sconfitto atlete
senior di lunga storia !)
Felice nei kg.48, in giornata no, perde
di misura al primo turno dalla rumena
Radoi, avversaria scomoda ma alla
sua portata, mentre Guglielmino
kg.59 nulla può contro la forte tedesca
Ballas.
Nei kg. 51 Francesca Mori incappa
subito nell’ucraina Kohut, poi vincitrice e parer mio tra le migliori della
gara, da cui viene sconfitta. Ai ripescaggi sorprende conducendo un
avvincente incontro, in cui mostra Valentina versione
tutto il suo carattere, contro l’atleta
tricolore
rumena, ma alla fine viene battuta ai
punti.
Per loro ci saranno certamente nuove
occasioni in cui poter esprimere il loro
valore.
In conclusione un bilancio positivo
ancora una volta per la lotta femminile italiana, che anno dopo anno sta
gradualmente trasformandosi da pic
colo gruppo di ottime individualità a
Valentina con
squadra.
Annalisa Debiasi
Valentina Minguzzi
sorridente sul podio
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J U D O
TROFEO ATHLON
Trionfo azzurro
testo e foto di Enzo de Denaro
L’
Italia judoistica ha voluto celebrare il quarto di secolo di vita
della sua rivista federale con
un’efficace azione di marketing e, per
due giorni (17 e 18 giugno), ha ceduto
il nome della testata al torneo internazionale juniores che si è svolto a
Lignano Sabbiadoro. Dal canto suo, il
1° Trofeo Athlon ha dato il massimo
per adempiere l’incarico con efficacia,
dedicando all’importante compleanno
della testata federale un’azione promozionale capillare ed efficace. Minore
corrispondenza si è avuta sul piano
numerico della partecipazione, ma la
manifestazione ha offerto ugualmente
dei contenuti tecnici significativi,
offrendo – in definitiva – un momento
di confronto molto utile agli azzurri,
cui si aggiunge un’interessante prospettiva di crescita qualora si ritenesse
opportuno proseguire con questo tipo
di iniziativa. Alle normali difficoltà
che si incontrano nelle prime edizioni,
si è certamente sommata la componente negativa di collocazione nel calendario dell’Unione Europea, che ha
inserito il Trofeo Athlon in un momento indubbiamente “compresso”. Sono
stati ottantasette gli atleti che hanno
dato vita alla prima edizione del Trofeo Athlon, non un gran numero, inutile nasconderselo, ma nemmeno un
numero da nascondere, perché le energie e le risorse che sono state impegnate per la realizzazione di questo «esordio italiano» nel ranking europeo
juniores, hanno posto le basi per un
investimento importante e necessario.
Offrire alla classe juniores un contesto
più ampio rispetto lo schema “italianieuropei-mondiali” è certamente cosa
opportuna e condivisibile, allargarlo
partendo dal Trofeo Athlon è stata certamente una mossa consona alle contingenze, ma che ha tutti i presupposti
per maturare sotto ogni profilo. Analizziamo le cifre. Atleti, dicevamo, un
totale di 87 per la somma di 33 femmine e 54 maschi. Di questi 87, gli italiani sono stati 50, per 26 femmine e 24
maschi e da qua emerge un riscontro di
rilievo. Tutti i medagliati dei campionati junior di Catania hanno avuto la
convocazione per Lignano e, esclusi
quelli che hanno avuto problemi fisici,
scolastici o tecnici (come Pablo Toma-
setti, rimasto a riposo per non distogliere attenzione dall’Europeo di
Misckolc), tutti hanno registrato la
presenza ufficiale in maglia azzurra e
hanno gareggiato. In sette categorie (5
femminili e 2 maschili) si è combattuto il girone all’italiana, e quindi sono
davvero pochi gli atleti che hanno
limitato l’esperienza ad un solo combattimento. Già non è poco, ma è dall’esito della gara che si è ottenuto un
feedback stimolante: in molte categorie infatti, si sono ribaltate le gerarchie
stabilite dai campionati tricolori, specchio di una situazione in evoluzione
che a Lignano ha potuto esprimersi ed
infondere fiducia. Naturalmente l’Ita-
Lorenzo Romano (bianco) nell'incontro vinto con il rumeno Stanciu
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J U D O
lia l’ha fatta da padrona, capitalizzando il predominio numerico, ma mettendo a frutto anche l’aspetto motivazionale, certamente superiore rispetto
le altre squadre. Prima giornata: tre
medaglie d’oro nelle categorie femminili, più una maschile, hanno subito
lanciato l’Italia in cima al medagliere
del 1° Trofeo Athlon. Ampiamente
positivo il commento di Felice Mariani, tecnico della nazionale che, assieme a Marino Beccacece, Luigi Guido e
Dario Romano, ha seguito molto da
vicino gli under 20 azzurri: “Mi sono
piaciuti Guido Carnebianca, Valentina
Moscatt ed Elena Moretti, che hanno
espresso un buon livello tecnico, ma
ho visto anche altri elementi dotati di
un potenziale significativo per il futuro. Per il resto, vediamo domani
(domenica, ndr) che scenderanno sul
tatami le categorie più pesanti.” E la
seconda giornata non ha tradito le attese, aggiungendo una cinquina di medaglie d’oro ad un medagliere azzurro
che ha registrato uno score finale di 9
ori, 10 argento e 12 bronzo. Trentuno
medaglie,
un
risultato brillante
che posto l’Italia
al primo posto
davanti all’ottima
Repubblica Ceca,
seconda con tre
medaglie d’oro
ed alla Romania, terza con due affermazioni. La Russia, che alla vigilia era
candidata quale maggiore antagonista
dell’Italia, ha chiuso soltanto al quarto
posto. «È stato un ottimo torneo –ha
detto Franco Cappelletti, vicepresidente federale e Direttore Tecnico UEJche ha registrato un livello tecnico
importante, nonostante la partecipazione non abbia espresso grandi numeri.
Insomma, è prevalsa la qualità sulla
quantità, ma il primo passo è stato
fatto nella direzione giusta –conclude
Cappelletti– e siamo certamente soddisfatti anche dell’aspetto organizzativo
curato dalla federazione locale». Intenso e costruttivo anche il clima che ha
accompagnato il centinaio di atleti che
hanno dato vita allo stage che è seguito alla gara e si è protratto sino al mercoledì.
Fasi conclusive della finale
100 kg fra Otis Mallia
(bianco) e Alessio Mascetti
Due giovani atlete in una bella immagine
Tutti i medagliati azzurri della seconda
giornata con lo staff tecnico (da sinistra
in piedi: Dario Romano, Jennifer
Pitzanti, Luigi Guido, Elena Moretti,
Felice Mariani, Marino Beccacece;
accosciati: Sharon Dinasta, Lucia
Tangorre, Otis Mallia, Lorenzo Romano)
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J U D O
LE CLASSIFICHE
FEMMINILE
78 kg:
73 kg:
1) Denisa Cristina Morar (ROM);
1) Guido Carnebianca (ITA);
2) Mikhail Machin (RUS);
3) Giovanni Carollo (ITA) e Gesualdo Scollo (ITA)
48 kg:
2) Luana Ricci (ITA);
1) Valentina Moscatt (ITA);
2) Tiziana Salvatore (ITA);
3) Ilaria Ugon (ITA);
4) Nicoletta Vinci (ITA)
3) Denise Zaccaria (ITA) e Raluca Mihu (ROM);
5) Zeljka Maranic (CRO) e Silvia Perissinotto (ITA)
81 kg:
+78 kg:
52 kg:
1) Elena Moretti (ITA);
2) Anja Pecnac (SLO);
3) Alexandra Demian (ROM) e Annalisa Mora (ITA);
7) Nicole Pouch (ITA)
1) Lucia Tangorre (ITA);
2) Daiana Argelli (ITA);
3) Antonela Miskovic (CRO);
4) Antonella Torchia (ITA)
63 kg:
1) Sharon Dinasta (ITA);
2) Francesca Cherici (ITA);
3) Simona Ascione (ITA);
4) Monica Iacorossi (ITA)
70 kg:
1) Jennifer Pitzanti (ITA);
2) Marisa Celletti (ITA);
3) Agata Di Bella (ITA);
4) Greta Pavese (ITA)
90 kg:
MASCHILE
1) Dominik Pavlu (CZE);
2) Antonio Pica (ITA);
3) Michal Krapalek (CZE);
4) Mario Brzica (CRO)
60 kg:
100 kg:
57 kg:
1) Marta Pinotti (ITA);
2) Alessia Regis (ITA);
3) Angela Biancucci (ITA)
1) Adrian Checiu (ROM);
2) Alexey Nefedov (RUS);
3) Walter Facente (ITA) e Daniel Fiala (CZE)
1) Tomas Funfalek (CZE);
2) Giuseppe Guida (ITA);
3) Cristian Rupa (ROM) e Fabio Andreoli (ITA)
1) Otis Mallia (ITA);
2) Alessio Mascetti (ITA);
3) Tomislav Dzeko (CRO) e Alex Taglianetti (ITA)
5) Vittorio Albanese (ITA) e Gianluigi Rota (ITA)
66 kg:
+100 kg:
1) Jaroslav Stalmacher (CZE);
1) Lorenzo Romano (ITA);
2) Jaksa Pavkovic (CRO);
3) Cristian Stanciu (ROM);
4) Luigi Mancinelli (ITA)
2) Fabio Majnero (ITA);
3) Adrian Mora (ROM) e Enrico Grigoletto (ITA);
5) Michele Agostini (ITA)
Podio 100 kg, da sinistra: Berardino De Carlo (pres. CR Veneto), Alessio Mascetti,
Otis Mallia, Alex Taglianetti, Tomislav Dzenko
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MALTA – 2/8 LUGLIO 2006
SEMINARIO PER GIUDICI INTERNAZIONALI DI KATA:
Il cerchio si stringe…
testo e foto di Giorgio Sozzi
S
i sta avvicinando il secondo
Campionato d’Europa di Kata
dopo quello, in verità sperimentale dello scorso anno a Londra.
Intendiamoci, gara perfetta e risultati ineccepibili, quella inglese, ma il
problema “ arbitri” era impellente e
l ‘Unione Europea Judo ha fatto un
ulteriore sforzo nella direzione della
formazione dei giudici in vista
anche, in un futuro ormai prossimo
– una volta risolte le beghe politiche
con il Giappone – del Campionato
del Mondo di Kata.
L’EJU ha fatto dunque le cose in
grande convocando a Malta una
serie di arbitri nazionali – trentacinque per l’esattezza così da curarne
la formazione e l’eventuale qualifica ufficiale in vista del secondo
Campionato d’Europa in programma a Torino il prossimo mese di
ottobre.
Gli arbitri inviati a Qawra, invitante
insenatura turistica a nord dell’
isola, rappresentavano le Federazioni di Francia, Spagna, Portogallo,
Olanda, Belgio, Gran Bretagna,
Russia, Grecia, Italia, Finlandia,
Svezia, Norvegia, Austria, Germania e Malta.
La Commissione, composta dallo
svedese Peter Martin e dall’inglese
Mike Leigh, con la supervisione del
responsabile europeo
Franco
Capelletti e la consulenza del m°
Sugiyama Shoji ha programmato un
intenso lavoro dove i candidati alla
qualifica di “giudice europeo” di
uno o più kata, a propria scelta,
dovevano dapprima misurarsi in una
valutazione di tutti i Kata del programma di gara – un kata “campio-
10
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
ne” - presi dal campionato europeo
di Londra, compilando gli appositi
verbali di gara e segnando gli eventuali errori (piccoli, medi, grandi)
degli esecutori.
Valutazioni che poi sarebbero state
esaminate dalla Commissione.
Indi, due giorni di pratica sul tatami
diretta dal maestro Sugiyama, in
stato di grazia per simpatia e precisione tecnica, dove si sono analizzati tutti gli elementi – cerimoniale,
distanze, spostamenti, squilibri,
attacchi , risposte, ecc - così da
individuare le possibilità di errore e
familiarizzarsi con le penalità e il
margine di tolleranza fra una esecuzione esatta, o imperfetta, o peggio
ancora, sbagliata.
E, a seguire, alla luce di quanto studiato sul tatami, i candidati sono
Visione dei filmati di Londra
Gli italiani al lavoro
tornati davanti al maxi schermo per
rivedere altri filmati “campione” di
ciascun Kata eseguito a Londra,
visionarli tecnica per tecnica e,
quando occorreva, più e più replay
J U D O
Envic Galea apre i
lavori
Il m° Sugiyama
al lavoro
Aspiranti
giudici
impegnati sul
tatami
Esami: Ju-no–kata
di Cristina Vetturini
Capelletti,
l’efficiente
Luisa e Galea
durante il
sospirato
coffee-break
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
11
J U D O
della stessa azione, così da raccogliere l’uniformità dei giudizi.
Il clima sereno e di fattiva collaborazione fra judoisti di differente età ed
estrazione tecnica e la Commissione
ha consentito un lavoro impegnativo
ma non stressante, supportato efficacemente da Envic Galea e dal suo
staff, tutti solerti e puntuali nel risolvere ogni problema di qualsivoglia
importanza, con fantasia mediterranea e meticolosità britannica.
Un lavoro intenso, come dicevo che,
a dire il vero, tutti i candidati hanno
preso assolutamente sul serio. Qualcuno fin troppo! Infatti durante uno
studio su “Nukigake” del Kime-nokata un bestione (nel senso di “grossa bestia”!) di olandese che, tra l’altro, fin dal primo giorno non aveva
perso occasione per mettersi in
mostra, applicava un Kata-ha-jime
con tale tanto inutile quanto idiota,
violenza da far quasi perdere i sensi
al proprio compagno il quale, dopo
qualche secondo, nel riprendere la
posizione per Kiri-oroshi, non ancora rimessosi, cadeva all’indietro
sbattendo violentemente la testa
contro il bordo metallico di una
sedia e poi sul pavimento perdendo
conoscenza: un quarto d’ora di
strizza - per fortuna c’era un medico
- e poi ambulanza e via per accertamenti all’ospedale più vicino. L’indomani tutto a posto, ma che paura
e che… “rimba” di un’olandese!
Una mattina di relax con breve visita turistica a Malta e poi, nel pomeriggio, ancora video proiezioni per
ricontrollare i giudizi espressi sui
filmati precedentemente valutati
alla luce delle puntualizzazioni
emerse dalla teoria e dalla pratica
sul tatami. Infine, a conclusione del
seminario, gli esami, dove i candidati dovevano esibirsi in momenti
dei Kata prescelti – sia come Torì
che Ukè - per ottenere la qualifica di
“giudice europeo”.
Esami che gli italiani presenti –
Giosué Erissini, Antonio Ferrante,
Gianpiero Gobbi, Giovanni Strazze12
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
ri e Cristina Vetturini – hanno superato a pieni voti, con i complimenti
della Commissione e ottenendo così
la qualifica per tutti e cinque i Kata
del programma di gara.
Un altro successo, questo Seminario,
targato Franco Capelletti/Envic
Galea, che ha fatto compiere al Kata
sportivo un passo in avanti nella
lunga marcia che, partita dal judo
europeo, arriverà prima o poi – con
o senza Giappone – alla meta di
dare dignità sportiva ufficiale e
internazionale ai “Kata”, con campionati nazionali, continentali e
mondiali, maschili e femminili, così
come avviene per lo “shiai”.
Una lunga marcia che ha visto - la
storia si ripete - ancora una volta
l’Italia in prima linea grazie al
nostro “Cardinale Mazzarino”,
capace come pochi di tessere tele,
mediare e riannodare strappi.
In contemporanea al Seminario per i
giudici di Kata è stato avviato un
corso sperimentale di “Judo Vacanze” con bambini e giovani che hanno
avuto la possibilità di lavorare con
docenti di varie nazionalità – spagnoli, francesi, inglesi – inoltre, ai
giovani agonisti è stata offerta l’opportunità di momenti di alta specializzazione grazie anche all’intervento
di
Daniel Lascau,
già campione del
mondo a Barcellona 1991 e oggi
Direttore Sportivo dell’Unione
Europea e Direttore
Tecnico
della Svezia.
Un contributo,
quello di Daniel
Lascau, di grande
spessore tecnico
condito da gentilezza dei modi e
rara razionalità e
chiarezza espositiva.
Esami: Giosué
Erissini e Giovanni
Strazzeri
Esami: dalla Russia,
Roman Dmitriev
J U D O
Esami; dalla
Francia,
Michele
Lionnet
Esami: Gianpiero Gobbi e
Antonio Ferrante
Il m° Sugiyama
“blocca” Envic Galea…
“En plein” dei
candidati italiani
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
13
J U D O
C
i siamo. Il secondo campionato europeo di Kata è alle porte,
e proprio in Italia. Dopo lo
sfracello fatto dagli italiani a Londra
lo scorso anno che nei cinque Kata del
programma di gara hanno conquistato
tre ori nel Nage-no-kata ( Grandi
/Grandi) nel Ju-no-kata (Volpi/Calderini) e nel Kodokan-goshin-jitsu (Mainenti/Faccioli); un argento nel Kimeno-kata (De Berardinis/Paniccià); e un
bronzo nel Katame-no-kata (Calderini/Ripandelli), è logico aspettarsi
ancora una grande prestazione anche
se la prudenza non è mai troppa. Infatti molti paesi, come la Russia ad
esempio, hanno mostrato di voler
investire nel settore Kata, mandando
propri judoka a studiare addirittura in
Giappone.
Naturalmente, ma giova ripeterlo, i
Kata non sono stati pensati né creati
per la gara. I Kata fanno parte integrante del “Metodo Judo”; ne sono la
grammatica ma, il sopravvento prepotente del judo agonistico, li ha relegati in un angolo ad un ruolo assolutamente marginale. Lo si deve ai programmi d’esame federali per passaggio di “dan” o di “qualifica” se moltissimi judoisti italiani – ob torto collo –
hanno dovuto studiare, sia pur il minimo indispensabile, l’argomento
“Kata” ed oggi ne conservano almeno
una conoscenza di base.
Ma lo sbocco sportivo, ne sono convinto, attirerà molti praticanti, giovani
e meno giovani, attorno ai Kata e, se
da cosa nasce cosa, diversi fra loro
sicuramente non si fermeranno
all’esecuzione - quella standardizzata
- per vincere una gara ma vorranno
approfondirne i significati, ricercarne
le origini, studiarne le evoluzioni, ecc.
Un “pianeta” quello dei Kata, affascinante; momento di congiunzione fra
Jujitsu e Judo che solo un uomo di alto
profilo culturale come Jigoro Kano
poteva sintetizzare e proporre alle
generazioni a venire.
G.S.
16
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
Torino ci
aspetta!!!
CAMPIONATI EUROPEI DI KATA
Torino 2006
Organizzazione – Comitato Regionale Piemonte
Sede - Pala Ruffini Torino • 21/22 ottobre
Programma
Sabato - Nage, Ju, Katame - inizio ore 10,00 finali ore 16,00
Domenica - Kodokan goshin jitsu, Kime – medesimi orari
ATLETI CONVOCATI
Nage-no kata
Alberto Grandi – Nicola Grandi - (Heiwa Udine)
Alessandro Furchì – Michele Battorti – ( J.C.Ronchi dei Legionari
Gorizia)
Katame-no-kata
Elio Paparello (J.C. Fondi Latina) – Nicola Ripandelli (Judo Preneste Roma)
Proietti Stefano – Di Lello Stefano (Dojo Ushijima S. Fortunato
Perugia)
Kodokan-goshin-jitsu
Daniele Mainenti – Andrea Faccioli (Cus Venezia)
Antonio Tintori - Adriano Maiolino (Preneste Castello Roma)
Kime-no-kata
Giuseppe de Berardinis – Roberto Paniccià (Judo Cento Torri Ascoli Piceno)
Giacomo De Cerce – Pierluca Padovan (Takano Dojo Milano)
Ju-no-kata
Ubaldo Volpi - Maurizio Calderini (Kodokan Anzio)
Ilaria Sozzi – Frittoli Marta (Kodokan Cremona)
ARBITRI CONVOCATI
Erissini Giosuè
Ferrante Antonio
Gobbi Gianpiero
Strazzeri Giovanni
K A R AT E
Alfredo Tocco, il
migliore nei kata
Valeria Bottaro in ushiro yoko kekomi
L
’impegno universitario e
quello di alto livello sportivoagonistico ci fanno venire in
mente due grandi Atleti del passato:
l’ingegnere statunitense Edwin
Moses e il nostro avvocato di Barletta Pietro Mennea, due personaggi
che,nell’Atletica, hanno fatto parlare
di sé per oltre un decennio, per essere stati primatisti mondiali rispettivamente nei 400 metri ad ostacoli e
nello sprint dei 200 metri piani. Tanti
altri Atleti nel tempo li hanno emulati, riuscendo a conciliare l’attività
sportiva con quella universitaria,
impegno che sicuramente si è rivelato importante nella loro formazione,
agonistica prima e professionale poi!
Oggi è sempre più frequente assistere all’impegno di Atleti che seguono
gli studi universitari, pur riuscendo a
praticare sport, anche ad alto livello!
Questa realtà è quasi una regola
soprattutto negli sport cosiddetti
“minori” o, meglio, “dilettantistici
puri” nei quali l’Atleta sa perfettamente che dovrà affrontare il proprio
futuro lavorativo indipendentemente
dallo sport e che a tal fine una laurea
potrebbe aprirgli reali opportunità.
18
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
Nel karate si è avuto conferma di interesse e partecipazione in occasione
della 19^ edizione del Campionato
Nazionale Universitario, che si è svolto a Desenzano del Garda (Bs) dal 27
al 28 maggio 2006, ed al quale hanno
partecipato ben 226 Atleti provenienti
da 35 Atenei di tutto il territorio nazionale, per contendersi il titolo di Campione Nazionale Universitario 2006.
La gara è stata organizzata dal Centro
Universitario
Sportivo
Italiano
(CUSI), con la collaborazione della
Federazione Italiana Judo Lotta Karate e Arti Marziali (FIJLKAM), che
nell’occasione è stata rappresentata
dal Consigliere Federale Maestro Salvatore Nastro, già medaglia d’argento
ai Campionati Mondiali, dal Maestro
Lino La Cassia (Responsabile dell’Organizzazione), dal Maestro Franco
Genocchio (Tecnico Federale e Osservatore Atleti di Alto Profilo) e dai
seguenti Ufficiali di Gara: Signora
Silvana Vigato (Coordinatore Presidenti di Giuria), Maestro Maurizio
Gai (Ispettore Ufficiali di Gara) e
Maestro Nando Olivelli (Coordinatore
Ufficiali di Gara).
Nella gara maschile, che ha avuto il
via Sabato 27, il protagonista assoluto nei kata, è stato Alfredo Tocco
(Cus Caserta), il neocampione
Europeo Juniores di Podgorica (Serbia-Montenegro), che sull’onda
emotiva di una stagione molto positiva per lui, è riuscito ad essere il
migliore in una poule dove sono
stati presenti Atleti del calibro dei
siciliani Giacomo Pardo, Salvatore
Buscema (Cus Catania) e del romagnolo Stefano Sorbino (Cus Urbino). Proprio la vittoria su quest’ultimo per Tocco ha segnato la svolta
decisiva per il successo finale, in
quanto Sorbino, avendo battuto
Atleti del calibro di Alessio Miano
(Cus Milano) e Manuel Aidala (Cus
Catania), ha dimostrato di essere tra
i favoriti al successo finale! Il confronto tra il Gankaku di Tocco e il
Gojushi ho-sho di Sorbino, ha visto
il primo prevalere con un successo
netto di 5 a 0. La finale tra Tocco e
Luca Pati (Cus Milano), ha visto il
campano imporsi con superiorità
tecnica, vincendo la gara con Empi
e il kata di libera composizione
K A R AT E
KARATE
Università e sport:
armonia perfetta
Si è svolto a Desenzano del Garda (BS) il 19° Campionato Nazionale Universitario di Kumite
e Kata caratterizzato dalla presenza di 226 Atleti, maschi e femmine, in rappresentanza di 35
Atenei. Il CUS Roma si è aggiudicato la speciale classifica assoluta
testo di Claudio Culasso - foto di Claudio Albertini
“Lualto” per 5-0 e 4-1. Al termine
Alfredo Tocco visibilmente emozionato, affiancato dal padre Giuseppe,
suo primo sostenitore in tutte le
gare, ci ha dichiarato: “E’ stata una
gara molto impegnativa, perché
c’erano nella mia poule Atleti già
affermati come il siciliano Giacomo
Pardo, con il quale ci siamo confrontati sullo stesso kata Unsu.
Nella seconda prova altrettanto
impegnativa è stata la sfida contro
un altro fuoriclasse Stefano Sorbino, incontro che ho vissuto come si
trattasse di una finale. Ho vinto con
Gankaku per 5 a 0. In finale di
poule con un altro forte Atleta il
siciliano Buscema, sono riuscito ad
impormi con il kata di stile Kankusho e il previsto kata di libera composizione “Lualto” (acronimo che
deriva da Lucio e Alfredo Tocco, in
omaggio al grande Atleta Lucio
Maurino, che mi ha aiutato a comporre questo kata, dandomi utili
suggerimenti tecnici). Questa ennesima vittoria contro Buscema, mi
ha aperto la strada per il successo
finale contro Luca Pati, con il quale
sono andato a vincere con sicurezza
con un buon Enpi e Lualto.”
Domanda: “Aspettative dopo questo
ennesimo successo, che ti vede tra
gli emergenti della forte Scuola Italiana?”.
“Mi sono iscritto ad Economia
Aziendale all’Università di Caserta
e sono al primo anno. Ambisco ad
essere convocato per prendere parte
al Campionato del Mondo Universitario, dove so che parteciperanno
tanti Paesi compreso il Giappone,
che sarà sicuramente ben rappresentato e contro il quale mi piacerebbe confrontarmi per crescere
tecnicamente e fare esperienza a
fianco di grandi Campioni come i
nostri Figuccio, Maurino e Valdesi!…”
Finito il kata è stata la volta del
kumite, dove, nonostante il particolare momento della stagione agonistica federale, abbiamo assistito ad
una gara di buon contenuto tecnico!
Tra i migliori incontri, citiamo il
confronto tra gli isolani Andrea
Quattrocchi (Cus Catania) e Mauri-
zio Mura (Cus Cagliari), nella categoria dei 60 chilogrammi), incontro
che si è risolto in favore del siciliano che successivamente in finale ha
vinto il titolo superando l’altro
bravo Atleta Dino Piana (Cus Sassari).
Buona anche la gara di Marco Carloni (Cus Urbino), apparso sicuramente il migliore della categoria dei 65
chilogrammi. In finale ha confermato la sua buona prestazione battendo
il bravo Giovanni Paolo Caruso (Cus
Roma). Nei 70 chilogrammi i siciliani Nello Maestri (Cus Palermo) e
Salvatore Liotta (Cus Catania), sicuramente i migliori della categoria,
hanno dato vita ad una finale di alto
contenuto tecnico! L’incontro si è
risolto a favore del catanese Liotta
per 1 a 0, anche se è doveroso segnalare che una tecnica di calcio al viso
effettuata dal palermitano Maestri e
considerata con scarso controllo
dagli Ufficiali di Gara, se riconosciuta valida, poteva cambiare l’esito
finale a favore di quest’ultimo!
Nella categoria 75 chilogrammi,
buona la prestazione dell’Atleta
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
19
K A R AT E
Valeria
Bottaro con
il Maestro
Claudio
Albertini
Alcuni componenti
del CUS Roma,
primo classificato
Luigi Scognamiglio (Cus Napoli) che
ha vinto il titolo universitario battendo in finale il forte Salvatore Currò
(Cus Messina), emulato da un altro
Atleta campano Vincenzo Iarnone
(Cus Napoli) nella categoria degli 80
chilogrammi. Iarnone (gemello dell’altro Azzurro Aniello), prima di
aggiudicarsi l’incontro di finale contro Edoardo Marmorado (Cus Roma),
ha avuto il merito di battere il favorito della categoria Gianni Guglielmo
(Cus Ferrara) Campione Assoluto
2006, sorprendendolo con una bella
tecnica di calcio jodan nel momento
decisivo del combattimento!
Nella categoria dei più pesanti, fino
ad 85 chilogrammi ed oltre, il successo è andato ad un altro Atleta
della scuola siciliana Corrado Zuppardo (Cus Catania) e al lombardo
Fabio Piccinelli (Cus Brescia). I due
in finale si sono imposti rispettivamente sul Campione Universitario
uscente Valerio Rebichini (Cus Aquila) e su Antonio Piccirillo (Cus
Napoli). C’è da sottolineare che Piccinelli ha rispettato i pronostici della
vigilia, che lo davano come il favorito, se non altro per i suoi trascorsi di
20
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
Atleta di vertice - l’Atleta lombardo
ex Atleta del C.S.Carabinieri e pluricampione d’Italia, ha lasciato l’Arma
per intensificare gli studi di laurea in
ingegneria elettronica ed approfittiamo dell’occasione per inviargli un
bel “in bocca al lupo!” affinché questo suo desiderio si realizzi al più
presto!
Il giorno successivo (Domenica 28
Maggio) è stata la volta della gara
femminile. Le ragazze, nonostante
l’intensa attività agonistica e l’incalzante impegno universitario, in questa gara hanno rispettato a pieno le
attese della vigilia, in termini di partecipazione e di bravura tecnica, qualità che, recentemente, sono state
anche evidenziate dal nostro Presidente Federale Dott. Matteo Pellicone in occasione dei Campionati Italiani Assoluti di Torino, il quale si è
espresso in maniera positiva riferendosi all’eleganza ed alla grinta sportiva dimostrata dal karate agonistico
femminile!
Nel kata ottima prestazione di Valeria
Bottaro (Cus Ligure) che con le sue
prove di alto contenuto tecnico ha
superato avversarie di spessore, come
Irene Papa (Cus Roma) con Bassai
dello Shito-ryu contro Nipaipo della
romana e Valeria Ciarcelluti (Cus
Chieti), dove la sfida si è avuta sullo
stesso Unshu. L’incontro decisivo,
che è valso una finale, è stato quello
contro Anna Maria Zaccaro (Cus
Napoli). Il confronto tra queste due
Campionesse ha visto prevalere
l’Atleta ligure con Matsumura Bassai
e il kata di libera composizione ViVa
(che richiama il nome dell’altra affermata campionessa la sorella Viviana,
con la quale Valeria ha composto il
kata) sull’Annan della Zaccaro. L’incontro si è concluso con il punteggio
di 3 a 2 in ambedue le prove. Nell’incontro di finale la Bottaro si confronta con un’altra brava Atleta, Laila
Ermano (Cus Chieti), nella stessa
prova di kata Chatan Yara Kushanku
e kata di libera composizione. La
ligure vinceva con superiorità tecnica: 9 a 1 (5-0 e 4-1).
Soddisfatto il Maestro Claudio Alberini, Tecnico della Società Sportiva
Colle degli Ometti di Genova, dove
K A R AT E
Francesca
Acquaviva
Lorena Busà
Laura Pasqua
sono iscritte Valeria e Viviana, che ci
ha detto: “Sulla scia della sorella
Viviana, Valeria continua a migliorarsi. Nel 2006 questo successo si
aggiunge al 5° posto ai Campionati
Assoluti di Ostia, risultato poi riconfermato agli Open d’Italia, ad al
secondo titolo italiano consecutivo
agli Assoluti a Squadre. Il livello
delle rivali era elevato! Aver superato avversarie come Anna Maria Zaccaro e Laila Ermano, entrambe del
giro azzurro, dà prestigio ulteriore a
questo risultato e ci fa bene sperare
per il futuro!”
E’ stata poi la volta del kumite, dove
tra le migliori sottolineiamo la prova
dell’aretina Chiara Ronchetti (Cus
Siena), vincitrice di stretta misura
sulla fortissima Alessandra Benedetto (CUS Messina) e della siciliana,
trasferita a nord per motivi di studio,
Lorena Busà (Cus Padova) che, nelle
rispettive categorie dei 60 e 65 chilogrammi, hanno dimostrato tutto i
loro valore imponendosi in una gara
dove erano schierate in campo Atlete
di valore come Laura Pasqua (Cus
Padova) - anche lei siciliana “trapiantata” a Padova per motivi di studio: l’Azzurra, dopo il serio incidente che le è occorso agli Open di Francia di inizio anno, è apparsa in netta
ripresa, anche se ancora in non perfette condizioni fisiche - e Giulia
Venturini (Cus Milano). Ronchetti e
Busà in finale hanno avuto la meglio
rispettivamente sulle agguerrite
Laura Di Mattia (Cus Bologna) e
Viviana Giannotti (Cus Roma). Nota
di merito anche per la sarda Martina
Pisano (Cus Cagliari) e Raffaella
Baderna le quali nelle opposte categorie rispettivamente dei 50 e oltre
65 chilogrammi, si sono aggiudicate
il titolo vincendo in finale su Federica Triboli (Cus Messina) e Camilla
Persi (Cus Genova). Tra le Atlete più
attese segnaliamo la presenza della
Campionessa Italiana Assoluta 2005
Francesca Acquaviva (Cus Roma)
che, per un infortunio alla caviglia,
non ha potuto disputare la finale
lasciando il titolo all’altra romana
Silvia Papa (Cus Roma).
Al termine della gara, in base alla
somma dei punteggi conseguiti dai
vari Cus nelle quattro classifiche
separate, è stata stilata una graduatoria assoluta che ha visto prevalere su
tutti il Cus Roma, in virtù dei suoi 11
Atleti partecipanti.
Il Maestro Franco Genocchio, nel
suo ruolo di Allenatore della Squadra
Nazionale Universitaria di kumite e
incaricato dalla Federazione come
“osservatore tecnico”, ci ha rilasciato la seguente intervista: “E’ stata
sicuramente una gara ben organizzata e buono è anche stato il livello
tecnico complessivo espresso dagli
Atleti, nonostante la forzata assenza
di validi competitori Azzurri che in
questo particolare periodo della stagione sono impegnati a livello internazionale. I più meritevoli della
gara avranno l’opportunità di essere
convocati al Centro Olimpico del
Lido di Ostia/RM per prendere parte
ad un Raduno Collegiale, dove verranno selezionati coloro che formeranno la Rappresentativa Nazionale
ai prossimi Campionati Mondiali
Universitari previsti dal 3 al 6 Agosto a Nassau County, New York.”
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
21
K A R AT E
Il piu giovane degli atleti
partecipanti (6 anni)
Eurocamp 2006
Aschieri coltiva il suo vivaio di
futuri campioni
Lo staff di eurocamp
2006 : (in piedi)
Carlini, Aristidi, prof.
G. Pellicone, Aschieri,
Morsiani, (in prima
fila) Nava, Cividini,
Maneo, Moretto,
Rainoldi
Carlo Maurizi con
Donatella Maneo ta dotato e completo a livello agonistico, capace di poter esprimere al
meglio il “Modello di Prestazione”
che caratterizza la nostra disciplina.
Giova sottolineare che alcuni dei
ragazzi della prima edizione dell’Eurocamp (2002) oggi sono validi Atleti che si sono espressi in varie competizioni giovanili a livello nazionale
ed internazionale, ottenendo ottimi
risultati!
L’ingegner Paolo Moretto si esprime
più sui contenuti tecnici e organizzativi: “Negli allenamenti i ragazzi
sono stati divisi in tre gruppi omogenei per età e numero di partecipanti, utilizzando un’ area disponibile corredata di un tappeto di 300
mq e sfruttando al massimo le caratteristiche dei vari gruppi. All’interno degli stessi gruppi omogenei per
età, sono stati individuati dei sottogruppi omogenei per capacità, utilizzando altri Istruttori idonei per
quella particolare fascia di Atleti
che da più anni partecipano al
Camp e, quindi, dotati di maggiori
capacità motorie. Hanno tutti svolto
due allenamenti al giorno - 1 ora la
mattina, dove venivano allenate
capacità motorie a carattere generale, ed 1 ora il pomeriggio più sulle
abilità tecniche-. Al termine della
settimana sono stati fatti dei test
dove sono state valutate sia le abilità motorie che quelle tecniche, tutti
dati rigorosamente registrati sul PC,
per essere analizzati e studiati
anche per un eventuale raffronto
nell’anno successivo.
Ovviamente, trovandoci sulla Riviera
Adriatica e considerati i previsti e
necessari momenti di recupero per la
Cristian Gruner, osservatore della
Federazione tedesca, con Giorgio
Rainoldi
particolare età dei praticanti, non
abbiamo voluto far perdere agli Atleti l’opportunità di fare delle escursioni a Mirabilandia di Ravenna e ad
Acquapark di Cesenatico.
Terminato il saluto della prima mattinata di allenamento, che noi della
Commissione siamo stati invitati a
fare, assieme a tutto lo Staff Tecnico
e Dirigenziale, tra cui c’era, quale
ospite d’onore il Vicepresidente
Federale Prof. Giuseppe Pellicone,
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
29
K A R AT E
prima di completare con lui l’intervista, abbiamo dato la parola al prof.
Pierluigi Aschieri, quale protagonista di questo progetto formativo: “Il
progetto Eurocamp nasce con
l’obiettivo di creare delle situazioni
dove questi ragazzi vengono stimolati con due sedute di allenamento al
giorno, con dei programmi di sviluppo della motricità di base e di tutta
una serie di abilità che poi possono
esercitare dei trasfert positivi sulla
tecnica. L’aspetto condizionale
viene curato in termini di “Forza
Rapida”. Quello coordinativo
seguendo varie stazioni, seguendo
movimenti del corpo nello spazio,
utilizzando in particolare gli arti
inferiori. Dovendo poi sviluppare
sul piano tecnico tutta una serie di
abilità, noi dobbiamo sensibilizzare
al massimo questa area del corpo,
dare una capacità di equilibrio
estremamente evoluta e, conseguentemente, una volta sviluppata la
mobilità articolare, ci sono tutti i
presupposti per l’acquisizione della
tecnica. Qui all’Eurocamp attraverso uno stimolo prevalentemente a
carattere ludico si sviluppano qualità essenziali come la rapidità e la
precisione e ampia escursione del
movimento. Alla fine si fanno dei
test di verifica delle abilità varie e
in particolare degli arti inferiori. I
ragazzi vengono divisi per fasce di
età e, quindi, si rispettano le fasi
sensibili dell’età evolutiva.
Il Prof. Giuseppe Pellicone, che in
Romagna è di casa, avendo sposato
una riminese, completa l’intervista
dicendoci: “ Trascorrere una giornata all’insegna dello sport assieme
a tanti giovani Atleti, per me che
non sono più un ragazzo, è motivo di
estremo piacere e mi dà la gioia di
sentirmi giovane tra i giovani! Sin
dall’inizio la Federazione ha avvertito l’esigenza di organizzare attività particolari e mirate per la fascia
giovanile, che, come prevedevamo, è
sempre più cresciuta nel tempo,
diventando con l’altissimo numero
di tesserati una realtà significativa.
Ciò si è potuto realizzare per il cer30
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
tosino lavoro di “informazione e
formazione” che da decenni la
nostra Federazione, in perfetta sintonìa con il C.O.N.I., ha svolto e
svolge nei confronti degl’Insegnanti
Tecnici, che hanno successivamente
avuto il giusto approccio didattico
verso il Karate, realizzando l’
ingresso a pieno titolo del nostro
Sport nel mondo della Scuola, che
ha tolto, così, definitivamente la
nostra disciplina dal ghetto del passato! Questa è la nuova realtà con la
quale tutti noi, Federazione, Società
Sportive, Dirigenti Sociali e Federali, Insegnanti Tecnici, Ufficiali di
Gara, Atleti e, soprattutto, Genitori,
dobbiamo confrontarci per mantenere la credibilità del lavoro che
abbiamo svolto sino ad oggi e che,
giustamente, ci sta dando buoni e
copiosi frutti.
Pertanto, esprimo a nome della
Federazione, del suo Presidente,
dott. Matteo Pellicone, e mio personale la gratitudine ed il ringraziamento ufficiale al Presidente del
Comitato Regionale FIJLKAM Emilia-Romagna, Gianni Morsiani, al
Vicepresidente del Settore Karate,
Avv.Carlo Tombolini, oggi fuori sede
per conto dello Stato ed ottimamente
rappresentato dal Dirigente Federale
M° Ivano Aristidi, al Direttore Tecnico Nazionale, Prof. Pierluigi Aschieri, cui si devono le più significative
innovazioni tecniche e metodologiche che il mondo ci invidia, a tutto lo
Staff Tecnico costituito dai Maestri
Marco Cividini, Donatella Maneo,
Carlo Maurizi, Paolo Moretto,
Michelangelo Nava, Giorgio Rainoldi, ed a quanti altri - con in testa il
Sig,Luca Noferini, titolare dell’Eurocamp di Cesenatico, la meravigliosa
struttura che ospita l’evento - si sono
adoperati dando il meglio di se stessi
per far sì che l’Eurocamp potesse
affermarsi in maniera tanto eclatante
da diventare un appuntamento basilare nel panorama del Karate nazionale.
Anzi, dirò di più: data la mia posizione di Vicepresidente dell’European
Karate Federation e della World
Karate Federation e di Presidente
della Mediterranean Karate Federations Union, a partire dal 2007 l’Eurocamp avrà la valenza internazionale a tutti gli effetti ed anche il patrocinio di quest’ultima Organizzazione.”
ATTIVITA’ GIOVANILE
La Commissione Attività Giovanile ha il compito di sviluppare appositi programmi tecnici
per gli Atleti delle fasce d’età dai 5 ai 16 anni.
PREAGONISTI – (“PA”)
Bambini
dal 5° all’8° anno
nati negli anni dal 2001 al 1998
Ragazzi
dal 9° al 10° anno
nati negli anni 1997 e 1996
Esordienti A
dal 11° al 12° anno
nati negli anni 1995 e 1994
AGONISTI – (“AG”)
Esordienti “B”
dal 13° al 14° anno
nati negli anni 1993 e 1992
Cadetti
dal 15° al 17° anno
nati negli anni 1991 e 1989
Il Museo più bello
del Mondo
La FIJLKAM si è classificata al primo posto, fra 139 concorrenti,
nel Concorso bandito dal Ministero per i Beni e le Attività culturali
di Vanni Lòriga - foto di Vanda Biffani
L
a Gazzetta Ufficiale n 107 del
10 maggio 2006 ha pubblicato
il comunicato dell’avvenuta
approvazione della graduatoria (predisposta dalla apposita Commissione
nominata dal Capo Dipartimento per
lo Spettacolo e lo Sport del Ministero
per i Beni e le Attività Culturali con
decreto del 15 settembre 2005) al fine
di esaminare le domande presentate
per ottenere il finanziamento di
Impianti Sportivi con annessi Musei
dello Sport.
A questo vero e proprio Concorso
hanno partecipato 139 fra Regioni,
Province, Comuni, Federazioni Sportive Nazionali, Fondazioni, Società
Sportive, Enti vari e sono state finanziate soltanto 14 richieste. I criteri di
valutazione sono stati molto selettivi
ed i lavori della Commissione hanno
portato ad una rigida graduatoria.
Al primo posto in classifica figura la
nostra Federazione che intende
ampliare il Centro Olimpico al Lido di
Ostia, iniziando i lavori proprio dalla
realizzazione del Museo dedicato alla
storia dei nostri sport.
E’ gratificante sottolineare, in via preliminare, che il progetto
della
FIJLKAM abbia riportato un punteggio altissimo in quanto possiede tutti i
requisiti postulati dal bando di concorso: parere positivo del CONI; elevata visibilità del Centro Olimpico
Federale e sua rilevanza internazionale; localizzazione in un bacino di
utenza ad elevatissima domanda e con
rapidi collegamenti con la Città di
Roma e con l’Aeroporto Internazionale di Fiumicino; caratteristiche di
polifunzionalità; accorgimenti per
Mario Pescante, che realizza una antica aspirazione del mondo dello Sport.
Che, sempre nell’ultima legislatura,
ha potuto fruire sia della revisione del
Decreto 242/99 (Riordino del Comitato Olimpico) che degli stanziamenti in sede di Legge Finanziaria a favore del CONI e conseguentemente delle
Federazioni Nazionali.
Riconoscimenti “trasversali”, come si
usa dire, e che testimoniano la stima e
la considerazione riscossi ad ogni
livello ed in qualsiasi direzione, dagli
appartenenti alla grande famiglia della
FIJLKAM: Società, tecnici, atleti,
dirigenti sul Territorio ed a livello centrale.
Giovanni Raicevich riprodotto in un
bronzo che ricorda l’Ercole Farnese
Il “Sardus Pater”, capo guerriero
della Civiltà nuragica
risparmi energetici, per la sicurezza e
per l’abbattimento delle barriere
architettoniche.
Così come non si può non evidenziare
che il Centro di Preparazione Olimpico ha riscosso riconoscimenti assai
concreti da tutte le Amministrazioni
di vario livello e di qualsiasi orientamento politico. Il Comune di Roma, in
testa il Sindaco Walter Veltroni, ha
concesso alla Federazione un’altra
superficie su cui realizzare il definitivo “terzo lotto” ed ha ridefinito in
maniera più equa i canoni; le autorità
di Governo, da parte loro, hanno concluso il loro ciclo quinquennale con
un provvedimento, proposto e sostenuto dal Sottosegretario ai Beni Culturali con delega allo Sport onorevole
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
31
“E per questi provvedimenti a favore
dello Sport in generale e della nostra
Federazione in particolare - dichiara
il Presidente della FIJLKAM dottor
Matteo Pellicone – debbo esprimere il
doveroso ringraziamento di tutti noi,
gratificati anche dalla simpatia che
ha sempre accompagnato il nostro
lavoro ed il nostro impegno”.
* * *
La realizzazione di un Museo
Fijlkam rappresenta un ulteriore
passo avanti nel processo di qualificazione culturale dei nostri Sport. E’
vero che lo sport, di per se stesso, è
Cultura: come ebbe modo di definirlo nella sua magistrale opera Homo
ludens il filosofo-storico olandese
Johan Huizinga, si tratta di “uno dei
più fondamentali elementi spirituali
della vita”.
Ma nulla esiste se non viene tramandato dalla parola e testimoniato dalla
scrittura; non si fa storia dello sport
come cultura se non si pensa “in termini di multimedialità, associando ai
documenti scritti le arti figurative e
plastiche, gli attrezzi sportivi e le
testimonianze materiali; ma soprattutto si devono considerare la testimonianze letterarie ed artistiche non
intenzionalmente sportive” (Mario
Alighiero Manacorda, Università la
Sapienza in “Sport e cultura sono
inseparabili”).
In queste pagine riproduciamo alcune
testimonianze che arricchiranno il
futuro MUSEOFIJLKAM.
Cronologicamente si parte dal Sardus
Pater, un bronzetto nuragico che ci
conduce alle radici della storia sarda,
ai tempi in cui si praticava s’istrumpa, una lotta che esiste in forma simile, se non identica, anche nei Paesi
Baschi e sulla montagne del Caucaso:
al proposito diventa interessante fare
riferimento agli studi di Luigi Luca
Cavalli Sforza (Storia d’Europa- Biologia e genetica – Edizione Einaudi)
che sottolinea l’affinità fra Baschi,
Caucasici e Sardi, i cui primi insediamenti umani erano preneolitici e datati al 9120 anni avanti Cristo. C’è da
scavare ancora nella nostra Storia
32
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
attraverso lo sport per giungere quasi
alle sorgenti dell’Umanità e della pratica agonistica.
Al proposito è doveroso ricordare
quanto Milan Ercegan, Presidente
Onorario della FILA dopo esserne
stato per oltre mezzo secolo responsabile ai massimi livelli, ebbe a dire nel
suo fondamentale scritto “Lutte-Racines”: “Ogni sport nasce dalla sua
base naturale e riflette una sua cultura. Questo vale anche per la Lotta, le
cui effettive radici vanno ricercate
nelle sue forme tradizionali”.
* * *
Passando dalla preistoria allo sport
delle nostre epoche, ecco uno degli
elementi più interessanti del nostro
futuro museo: si tratta del bronzo che
rappresenta il più famoso lottatore
moderno, Giovanni Raicevich.
E una statua, che proviene dal patrimonio personale della Famiglia Raicevich e che da questa è stata affidata,
insieme alla “Corona d’Oro” posta in
Palio dalla Gazzetta dello Sport, alla
nostra Federazione. Il bronzo riproduce Raicevich nello stesso atteggiamento dell’Ercole Farnese, la statua
attribuita a Lisippo e la cui copia è
conservata a Napoli.
Giovanni Raicevich fu definito il “re
della forza”: dominò in campo mondiale dal 1900 (primo combattimento
ad Amburgo) sino al 1930, quando ha
già 49 anni. Fu volontario in Guerra,
decorato, attore, acrobata, produttore
cinematografico, commissario Tecnico della Nazionale di lotta dal 1932 al
1943. La “Corona d’Oro” della Gazzetta ricorda la conquista del titolo
mondiale di lotta nel 1909 a Milano,
quando superò dopo 47 minuti di
combattimento il francese Paul Pons
(e la “Rosea” per la prima volta superò le 100.000 copie di tiratura).
All’ingresso del Museo della Fijlkam
saranno collocati i Mosaici della
Scuola di Spilimbergo: riproducono il
lottatore, il pesista, il judoka, il karateka. La Scuola Mosaicisti è presente fra
l’altro, con opere di Rino Pastorutti, in
Arabia Saudita (Ministero delle Tele-
comunicazioni), in Canada, ad Atene,
nel Santo Sepolcro a Gerusalemme e
nella Cappella privata del Pontefice in
Vaticano.
I simboli dei nostri Sport sono anche
evidenziati dalla riproduzione in bronzo argentato dei modelli dai quali
sono stati ricavati i conii per l’esecuzione di alcune importanti medaglie
realizzate negli ultimi anni. Fra esse
figurano quella realizzata in occasione
del Novantesimo Anniversario di fondazione della Federazione (Silvia Girlanda; Bertoni Milano); l’altra del
Centenario (Silvia Girlanda; Stabilimenti Artistici Fiorentini); quella
commemorativa dei Giochi Olimpici
di Atene 2004 (Paolo Bosio; Stabilimenti Artistici Fiorentini) ed infine
quella che ricorda la 101^ edizione dei
Campionati Italiani di Greco-Romana
disputati a Faenza nel 2004 (Paolo
Bosio; Stabilimenti Artistici Fiorentini).
Concludiamo, ma ovviamente l’elencazione potrebbe essere interminabile,
con la riproduzione di un manoscritto
firmato Gabriele D’Annunzio.
Si tratta di 4 Motti scritti nel 1923 e
dedicati alla FAI, Federazione Atletica
Italiana (come allora si chiamava la
nostra organizzazione). Usando
l’acrostico della FAI, D’Annunzio
dette origine alle ormai famose frasi:
Fortitudo
Fortitudo
Fortitudo
Fortitudo
acuitur
arcum
animos
adolet
ingenio.
intendit.
iungit.
indefessa.
che tradotti in italiano dallo stesso
Poeta significano
Aguzzato è dall’ingegno il vigore.
Il vigore tende l’arco.
Unisce gli animi il vigore.
Indefesso il vigore s’accresce.
Il futuro Museo ospiterà anche documenti, pubblicazioni e volumi storiciscientifici, archivi elettronici, filmati,
fotografie e sarà a disposizione di studiosi, di ricercatori e di studenti per
ogni loro esigenza. Una operazione
culturale della quale la FIJLKAM è
fiera.
Gabriele D’Annunzio sintetizzò poeticamente le virtù dei
nostri sport
La corona d’oro attribuita dalla Gazzetta dello Sport a
Giovanni Raicevich in occasione di una sua vittoria
mondiale
Il conio originale di 4 medaglie storiche della Fijlkam : da sx : il centenario; il 90° anniversario con la nascita del Centro
Olimpico; il 101° Campionato Italiano di Greco Romana a Faenza 2001; i Giochi Olimpici di Atene 2004
I mosaici della Scuola di Spilimbergo che raffigurano gli sport ospitati nel Centro Olimpico di Ostia
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
33
8.8.8.8.8.
Benvenuti a Pechino!
di Vanni Lòriga
R
oma, 8 agosto 2006 – Questo
articolo viene scritto quando
mancano due anni esatti
all’apertura dei Giochi della XXIX
Olimpiade moderna, in programma a
Pechino dall’8 al 24 agosto 2008.
Siamo ormai a metà strada fra Atene e
Pechino e la Cina, giorno dopo giorno,
diventa quindi sempre più vicina. Non
è difficile ricordare la data di inaugurazione di questa futura edizione dei
Giochi: basterà rammentare la sigla
numerica scritta in testa a tutto:
8.8.8.8.8, che simboleggia le ore 8 e
minuti 8 dell’8 agosto 2008.
Effettuato il giro di boa fra le due edizioni dei Giochi Olimpici, innanzitutto pubblichiamo il “logo” delle Olimpiadi cinesi: l’ideogramma rappresenta la parola Jing, che significa
capitale e simboleggia un atleta con
le braccia aperte, invitante il mondo a
condividere la cultura della Cina.
Presentiamo anche la “mascotte”:
che non è una sola. Sono addirittura
cinque, come i cerchi ed i colori
olimpici. Rappresentano il pesce,
Beibei; il panda, Jingjing; il fuoco,
Huanhuan, a ricordare la fiamma
olimpica; l’antilope tibetana, Yingying e la rondine, Nini.
Scrivendo di seguito le sillabi iniziali delle cinque parole si ottiene l’augurio Bei Jing Huan Ying Ni, che
significa “Benvenuti a Pechino!”
Ma come si arriva così lontano?
Come tutti sanno, il numero dei partecipanti ai Giochi è rigidamente
limitato e pertanto sono necessarie le
prove di qualificazione olimpica.
Nella Lotta saranno presenti complessivamente 344 atleti: 266 uomini,
64 donne a cui si dovranno aggiunge-
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AGOSTO/SETTEMBRE 2006
maggio 2008 qualificati i primi 4 di
ogni categoria
- stile libero a Martigny il 19-20 aprile 2008 qualificati i primi 4 di ogni
categoria
- lotta femminile ad Edmonton
(CAN) il 17-18 maggio 2008 qualificate le prime 2 di ogni categoria
re 7 posti a disposizione della Federazione Internazionale (FILA) ed
altri 7 destinati alle Nazioni dell’Oceania.
Le medaglie d’oro in palio per lotta
sono 7 nella greco romana, 7 nello
stile libero, 4 nella femminile.
Le qualificazioni per i Giochi si sviluppano attraverso 4 fasi.
Prima fase Campionati Mondiali a
Baku dal 17 al 23 settembre 2007: i
primi otto di ogni categoria;
Seconda fase Campionati Europei a
Tampere dall’1 al 6 aprile 2008: il
vincitore di ogni categoria (o il
secondo, se il Campione europeo
fosse già qualificato);
Terza fase I Torneo di Qualificazione:
- greco-romana al Cairo il 10-11
Quarta fase II Torneo di Qualificazione:
- greco-romana a Novi Sad il 24-25
maggio 2008 qualificati i primi 3 di
ogni categoria
- stile libero a Varsavia il 3-4 maggio
2008 qualificati i primi 3 di ogni
categoria
- lotta femminile ad Aparaida (SWE)
il 31/5-1/6 2008 qualificate le prime
2 di ogni categoria.
Ai Tornei di qualificazione non
potranno partecipare gli atleti già
qualificati con i piazzamenti conseguiti ai Mondiali ed ai Campionati
Continentali.
La Cina, paese organizzatore dei
Giochi, prenderà parte a tutte le fasi
di qualificazione e godrà di preferenza nell’assegnazione dei 7 posti a
disposizione della FILA per coprire
le categorie in cui non dovesse risultare qualificata. Ricordiamo che ai
Giochi di Atene 2004 la Repubblica
Popolare di Cina era rappresentata
nella Lotta solo da 9 atleti.
Il torneo di Lotta si disputerà nel
Ginnasio dell’Università di Agricoltura (superficie di 23.960 metri quadrati; 4068 posti fissi e 3956 aggiuntivi) nei giorni 9-10-11 agosto per la
greco-romana;
il 13 e 14 agosto per la femminile ed
il 16-17-18 per lo stile libero.
Futuristici gli
impianti di gara di
Pechino 2008
Per il Judo il meccanismo di qualificazione adotta altri criteri. I qualificati di diritto si avranno soltanto
in occasione dei
Campionati
Mondiali in calendario a Rio de
Janeiro dal 6 al 9 settembre 2007:
promossi direttamente ai Giochi i
primi sei classificati di ognuna
delle 14 categorie, fra maschili e
femminili.
Inoltre dovranno essere assegnati, fra
i judoka europei, altri nove posti per
ogni categoria maschile ed altri cinque per le femminili. Per farlo, si
terrà conto del ranking europeo a cui
concorrono i punteggi conseguiti nei
Campionati Europei 2007 e 2008;
nei 4 “Tornei Super A” e nei 7 “Tornei A”.
Nei Campionati Europei (nel 2007 a
Belgrado dal 6 all’8 aprile e nel
2008 a Lisbona dal 5 al 7 aprile)
nessun qualificato automaticamente
(nel 2004 il vincitore lo era) e punteggi adeguati: 100 punti al primo;
60 al secondo; 40 ai terzi; 20 ai
quinti, etc.
Nei “Tornei Super A” (Mosca 5-6
maggio 2007; Olanda 29-30 settembre 2007; Parigi 9-10 febbraio 2008 e
Amburgo 23-24 febbraio 2008) vengono assegnati 90 punti al primo; 50
al secondo; 30 ai terzi; 16 ai quinti; 8
ai settimi e poi 6; 4 e 2.
Nei “Tornei A” (si parte per gli uomini con il Lido di Roma e con le donne
da Copenaghen il 28-29 aprile 2007
e si conclude il 1-2 marzo 2008 con
Praga maschile e Varsavia femminile) sono in palio 60 punti al primo; 34
al secondo; 20 ai terzi; 10 ai quinti; 6
ai settimi e poi 4; 2 ed 1.
Fanno ranking i migliori quattro punteggi.
Il torneo di judo si svolgerà nel Ginnasio dell’Università di Agricoltura
(23.950 mq; 6000 posti fissi e 2000
aggiuntivi) dal 9 al 15 agosto.
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
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NEL 1906 ALCUNI MARINAI ITALIANI FURONO ESAMINATI AL KODOKAN
Risale a 100 anni fa il nostro
primo contatto
con la “lotta giapponese”
di Livio Toschi
L
e relazioni ufficiali tra il
nostro paese e il Giappone (il
misterioso Cipangu di Marco
Polo) ebbero inizio con il trattato di
commercio sottoscritto il 25 agosto
1866 dal capitano di fregata Vittorio
Arminjon: fu l’epidemia che aveva
colpito i bachi da seta a spingerci
verso il florido mercato del Sol
Levante. Conclusa questa fase di
natura esclusivamente economica,
dal 1873 i rapporti si fecero più stretti e cordiali grazie all’abilità dei
diplomatici italiani in Estremo Oriente, alla simpatia suscitata dal principe
Tommaso di Savoia durante le sue
visite, ma soprattutto ai favorevoli
giudizi espressi sull’Italia da Tomomi
Iwakura al ritorno dalla sua lunga
missione esplorativa in America e in
Europa (23 dicembre 1871 - 13 settembre 1873).
Proveniente da Stoccolma, la missione giunse a Roma l’11 maggio 1873,
prendendo alloggio all’albergo
Costanzi. Due giorni dopo fu ricevuta al Quirinale dal re e dal principe
Umberto, che diedero un pranzo di
gala in suo onore. Nel novembre
seguente venne quindi a Roma il
primo ambasciatore del Giappone,
Sano Tsuname. Narrano le cronache
dell’epoca che l’ambasciatore e il suo
seguito dimostrarono «grande conoscenza dell’antica storia di Roma».
Infatti, commentò Il popolo romano
del 19 novembre, «una guida assai
esperta li conduceva e mostrava loro
le cose più degne di considerazione,
36
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
ma quelli facevano chiari segni di
esserne già informati».
Nonostante l’ostinato disinteresse del
governo italiano, per oltre un ventennio le relazioni furono ottime, come
dimostrano le tante visite d’illustri
personaggi del Sol Levante, tra i
quali ricordo il principe Higashi
Fushimi (fratello adottivo dell’imperatore), venuto a Roma nell’aprile
1886, e il principe Komatsu, che nel
maggio 1902 consegnò a Vittorio
Emanuele III le insegne dell’Ordine
del Crisantemo. Cominciarono ad
affievolirsi con la vittoria nipponica
sulla Cina in Corea (1894-95) e la
nostra disfatta in Africa (1896), avvenimenti che segnarono un’inversione
nel rapporto di potenza tra i due Stati.
Lo scacco diplomatico inflittoci dalla
Cina nella vicenda di San-mun
(1899) evidenziò il declino del prestigio militare italiano, testimoniando
tuttavia il nuovo atteggiamento del
governo, finalmente deciso a estendere la nostra influenza in Estremo
Oriente alla ricerca di nuovi mercati.
I numerosi contatti stabiliti tra i marinai italiani e quelli nipponici, consolidati al tempo della rivolta dei Boxer
in Cina (1900), favorirono la diffusione delle tecniche di jujitsu anche
tra i nostri soldati, incuriositi e affascinati dal modo particolare di combattere all’arma bianca o a mani
nude: i guerrieri del Mikado, presi
singolarmente, erano senza dubbio i
migliori mai visti. L’esaltante vittoria
giapponese sulla Russia (1904-05)
accrebbe l’ammirazione per quel
popolo: uscito da un interminabile
medioevo feudale solo nella seconda
metà dell’Ottocento, in pochi lustri
aveva saputo conquistarsi un posto di
primo piano tra le grandi potenze.
Allenamenti di lotta
giapponese a bordo
dell'incrociatore Vesuvio
(1907)
Marinai italiani a Tientsin si
esercitano nel tiro alla fune
(1900)
AGOSTO/SETTEMBRE 2006
37
Nel mondo si cominciò a parlare
degli invincibili samurai e del loro
codice d’onore, che Inazo Nitobe
descrisse con efficacia in Bushido.
The Soul of Japan (del 1899), un
libro divenuto ben presto famoso.
Domata la rivolta dei Boxer, l’Italia
ottenne una concessione a Tientsin
(nel golfo di Bo Hai, a sud-est di
Pechino), allargando così i propri
interessi in Estremo Oriente. Gli
entusiastici commenti di civili e militari sulle virtù della lotta giapponese,
soprattutto in vista di un suo impiego
bellico, convinsero il ministro della
Marina Carlo Mirabello a organizzarne un corso sperimentale sull’incrociatore corazzato Marco Polo. L’iniziativa intendeva anche promuovere
l’immagine della Marina mentre l’apposita commissione parlamentare
stava completando la relazione sull’inchiesta voluta dall’on. Franchetti.
Assegnato al capitano di vascello
Carlo Novellis il comando della
nave, che stazionava nelle acque
della Cina, lo incaricò quindi di assumere a bordo un istruttore di jujitsu,
firmando così l’atto di nascita della
lotta giapponese in Italia. Seguiamo
la missione di Novellis attraverso i
documenti conservati all’Ufficio Storico della Marina Militare.
***
Carlo Maria Celestino Novellis nacque ad Alessandria nel 1855. Entrato
in Marina nel 1870, venne promosso
capitano di vascello nel 1903 e contrammiraglio nella Riserva navale nel
1911. Nel 1909 ricevette le insegne di
Commendatore dell’Ordine della
Corona d’Italia e dell’Ordine dei SS.
Maurizio e Lazzaro. Morì a Roma nel
1916.
Assunse il comando del Marco Polo
il 5 febbraio 1906 e in luglio scrisse
al ministro per riferirgli di aver trovato a Shanghai, dopo molte ricerche,
«un ottimo maestro» che godeva
della piena fiducia del console giapponese. Il 24 luglio venne dunque stipulato un contratto di quattro mesi,
tempo che l’insegnante giudicava
«necessario e sufficiente per portare
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AGOSTO/SETTEMBRE 2006
gli allievi ad un grado di capacità tale
da renderli abili ad insegnare alla
loro volta». Il corso si sarebbe svolto
a bordo e inizialmente vennero selezionati quattro marinai, con l’intesa
che i due più abili sarebbero divenuti
istruttori.
Un mese dopo Novellis fece sapere a
Mirabello che aveva ordinato al
medico di bordo «di seguire lo sviluppo fisico degli allievi con le misurazioni che la scienza suggeriva» per
conoscere «quali requisiti fossero di
principale importanza per conseguire
un notevole grado di perfezionamento in quella ginnastica». Tutto sembrava procedere bene e Novellis,
soddisfatto dei risultati raggiunti a
metà del corso, dispose che i marinai, «sotto la guida del maestro,
impartissero a loro volta lezioni ad
altri membri dell’equipaggio». E
chiese (inutilmente) a Mirabello di
«dare senz’altro assicurazioni precise sulla loro posizione avvenire,
avuto riguardo sia alla carriera che
quegli istruttori avrebbero potuto
fare, sia ai vantaggi finanziari necessari per evitare che andassero disperse le spese che allora si incontravano
per istruirli».
Alla fine di settembre il Marco Polo
giunse nel porto di Yokohama e qualche giorno dopo, accompagnati dal
comandante e da numerosi ufficiali, i
nostri baldi marinai varcarono la
soglia del Kodokan per sostenere gli
esami, sul cui esito leggiamo la sconfortata relazione di Novellis al Ministero.
«Pur avendo raggiunto, relativamente al breve periodo di istruzione, un
notevole grado di abilità, gli allievi
del Marco Polo hanno ancora molto
da apprendere. Ciò appare cosa
naturalissima, se si tiene conto dell’unanime opinione del presidente e
di tutti gli insegnanti del Kodokan, i
quali ritengono essere necessario un
periodo di lezioni non inferiore ai tre
anni per formare un buon insegnante
di jujitsu. Ritengono gli stessi professori che l’istruttore attualmente
arruolato sul Marco Polo, che ho
fatto sottoporre ad esame, pur essen-
do abbastanza abile, non può insegnare ai suoi allievi più di quanto
egli sa: essendo personalmente
all’altezza di un allievo della classe
media, aveva perfettamente ragione
nell’asserire che in quattro mesi
avrebbe portato gli allievi alla sua
altezza, la quale però è ben lungi da
quella di un buon insegnante di jujitsu».
Complimenti al console nipponico a
Shanghai, che ce lo aveva presentato
e “garantito”... Si risolse dunque con
una clamorosa beffa il nostro primo
contatto con la “lotta giapponese”.
Per evitare altre spiacevoli sorprese,
il povero Novellis pensò allora di
rivolgersi proprio al Kodokan. Il
Maestro Kano, «reputato la personalità più competente nell’arte del jujitsu», consigliò di assumere a bordo
due insegnanti, con contratto biennale e facoltà di rinnovo, a L. 1.600
mensili oltre alle spese «per dotarsi
di vestiario occidentale». L’ingaggio
di un solo insegnante avrebbe comportato uno stipendio di L. 900 mensili. Per fare un confronto segnaliamo
che Novellis quale capitano di
vascello percepiva L. 7.000 annue e,
in precedenza, quale capitano di fregata ne percepiva solo 5.200.
Nonostante le insistenze di Novellis,
che chiedeva il consenso per assumere dei “veri” maestri e voleva sapere
se il corso sarebbe proseguito in
Estremo Oriente o sul Marco Polo, in
procinto di rientrare in patria, il ministro non diede alcuna risposta, probabilmente seccato del precedente
“contrattempo” e timoroso di gettare
al vento una non lieve somma. Il 31
dicembre 1906 Novellis cedette il
comando delle operazioni in Estremo
Oriente al capitano di vascello barone Eugenio Bollati di Saint Pierre,
appena giunto sull’incrociatore Vesuvio, e pochi giorni dopo salpò verso
l’Italia.
In seguito non si parlò più della proposta di Jigoro Kano circa l’assunzione di istruttori del Kodokan.
Quale occasione perduta per il nostro
judo!