Sulla tecnologia MiniDV

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Sulla tecnologia MiniDV
Sulla tecnologia MiniDV
I tipi di telecamera DV
Dal 1996 ad oggi, l’evoluzione delle videocamere MiniDV è stata costante: la tendenza alla
miniaturizzazione ha portato a modelli sempre più piccoli, leggeri e compatti, nei quali l’unico
vincolo è diventata la dimensione della cassetta.
A prescindere dalle dimensioni, le videocamere DV si possono suddividere in due grandi
famiglie: quelle a
sviluppo verticale, ad
oggi piuttosto rare, e quelle “orizzontali”, che rappresentano la stragrande maggioranza del
mercato. Il primo è il più compatto, è a sviluppo verticale e permette alla telecamera di essere
poco più grande di un pacchetto di sigarette; il secondo, a sviluppo orizzontale e impugnatura
tradizionale, è un po’ più ingombrante ma permette l’utilizzo di
schermi a cristalli liquidi
più grandi. Fino a qualche anno fa, la differenza tra i due
tipi di layout
era notevole: quelle a sviluppo verticale stavano tranquillamente in qualsiasi borsetta o nella
tasca di un giaccone, mentre quelle a standard orizzontale richiedevano, per un trasporto privo
di rischi, quanto meno una custodia dedicata.
Con lo sviluppo tecnologico, però, le differenze tra le due versioni si sono assottigliate
moltissimo: oggi le videocamere a sviluppo orizzontale, superiori in numero, stanno
comodamente nel palmo di una mano e sporgono solo di qualche centimetro (al punto che
parlare di videocamere “orizzontali” in alcuni casi è improprio), risultando una scelta azzeccata
per la stragrande maggioranza degli utilizzi. Inoltre, bisogna tenere conto che in fase di
registrazione, proprio per la diversa posizione del polso, le telecamere a sviluppo verticale
portano a riprese meno stabili e precise di quanto non accada con quelle a sviluppo
tradizionale.
DV-In e DV-Out
La presa IEEE1394 è presente su ogni apparecchio DV ed è abilitata solo in uscita oppure in
entrambe le direzioni. Questo vuol dire che se una telecamera è solo “
DV out
” il segnale digitale è disponibile solo in uscita e l’apparecchio può essere usato solo come
sorgente; se la telecamera è dotata di presa
DV In/Out
allora è possibile usarla anche come videoregistratore, per memorizzare materiale video
proveniente da altre sorgenti DV o per fare copie nel dominio digitale.
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Agli albori della tecnologia solo i modelli hi-end disponevano di porta DV abilitata in entrambe
le direzioni, ma nel corso del tempo l’abilitazione “completa”, in e out, è diventata comune
anche in macchine di fascia media. Ma ancora oggi, all’alba del 2007, non tutti i modelli
dispongono di DV in/out, per cui si consiglia una rapida lettura alle caratteristiche della
macchina prima dell’acquisto. Una videocamera con
ingresso DV
offre infatti discreti vantaggi rispetto a un modello dotato della sola uscita: uno dei plus maggiori
dello
standard DV
è infatti la possibilità di trasferire i video su un
personal computer
per montarli. Utilizzando l’ingresso DV è possibile riportare il filmato montato su nastro, senza
lasciarlo confinato sull’hard disk del PC o doverlo scaricare su un
VHS
, le cui prestazioni sono decisamente peggiori.
Comunque al giorno d’oggi riversare i filmati su DV è piuttosto raro, soprattutto a causa del
costo irrisorio dei
masterizzatori DVD e
relativi supporti: sono più comodi, facili da trasportare, costano poco e si vedono bene, motivi
più che solidi per evitare l’utilizzo del
DV-in
. Ma anche il
DVD
ha qualche difetto, primo fra tutti il fatto di non poter garantire la medesima qualità del filmato
sorgente. Qualora si desideri mantenere la qualità originale, oppure in tutti i casi in cui non si ha
un DVD Player, la presa Firewire abilitata anche in ingresso (DV in) è una soluzione a portata di
mano.
La compressione dei dati nel DV
Anche se stiamo parlando di digitale, il video ripreso subisce un necessario processo di
compressione dei dati che riduce lo spazio occupato di circa 5 volte: il risultato rimane
comunque ottimo. Se vogliamo fare un paragone possiamo prendere come termine di confronto
il DVD, noto a tutti per la sua qualità video: la quantità di dati utilizzati per una registrazione DV
è circa quattro volte superiore al video dei migliori DVD in commercio. Infatti, il flusso dati del
DV
è di
25 Megabit per secondo
(cioè 25 milioni di bit al secondo), mentre quello dei migliori DVD non supera i
7 Mbit
al secondo). Questi dati possono anche essere estratti dalla telecamera direttamente in digitale,
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per esempio per effettuare operazioni di montaggio su personal computer, utilizzando l’uscita
digitale
DV out
, presente su tutte le telecamere DV.
Le due modalità audio
Per quanto riguarda le tracce audio, sono possibili due modalità di ripresa, entrambe digitali:
quella a
16 bit, di qualità superiore (come i CD), e quella
a
12 bit, di
qualità leggermente inferiore. Nel formato a 16 bit si hanno a disposizione solo due canali, che
vengono registrati in fase di ripresa delle immagini; in questa modalità quindi, non vi è la
possibilità di aggiungere in un secondo tempo del sonoro senza cancellare quello originale,
come per esempio narrazioni e colonne sonore. Ciò è possibile invece nel modo a 12 bit: in
questo formato la frequenza di campionamento è fissata a
32 KHz
con registrazione stereo su quattro canali. In fase di ripresa vengono incise solo 2 tracce,
permettendo così di aggiungere altre due tracce audio (come per esempio un commento
sonoro) in fasi successive.
Le cassette MiniDV
Il formato DV prevede l’utilizzo di due tipi di videocassette, chiamate MiniDV e DV. Ma tutte
le telecamere amatoriali utilizzano il formato MiniDV, per ovvi motivi di contenimento dello
spazio. Le cassette MiniDV vennero inizialmente concepite nei tagli di
30 e 60 minuti
, ma recentemente
Sony
ha elevato il limite portandolo a 80 minuti (per le DV “standard” la durata di registrazione è fino
a 4 ore e mezza). Esistono anche tipi di cassetta
MiniDV
dotati di un piccolo chip sul quale vengono registrati i dati relativi allo spazio libero, alle modalità
di ripresa e tutte le indicazioni utili per il montaggio.
DV e l'editing digitale
Possedere una videocamera DV non significa solo acquisire immagini e suono ad alta qualità,
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ma anche poter effettuare operazioni di
montaggio senza
perdita
di qualità.
Sono infatti presenti sul mercato un gran numero di schede per
personal computer
, anche dai costi contenuti, che permettono di acquisire il filmato sul disco fisso del proprio
computer per applicare tendine, effetti e titoli. Anzi, al giorno d’oggi non è neppure necessario
possedere una
scheda di acquisizione dedicata
, basta la presenza di una presa
Firewire
nel
PC
e il gioco è fatto. La potenza delle macchine delle ultime generazioni fa sì che il trasferimento
del filmato dalla videocamera al PC non richieda alcun intervento di accelerazione esterna,
come invece era richiesto tempo addietro.
In questo modo si riprende il filmato, lo si porta su PC, lo si taglia e lo si monta a dovere e lo si
riporta su nastro, tutto in digitale, a patto ovviamente di disporre di una telecamera con
funzionalità DV-in per fare l’ultimo riversamento da PC a nastro digitale. Altra possibilità, oggi
a dire il vero molto più comune, è la realizzazione, ad editing concluso, di un
DVD
: costa molto poco, i
masterizzatori
sono abbordabili, assicura durata nel tempo e buona qualità d’immagine.
Un altro dei vantaggi della connessione IEEE1394 è che su di essa passano sia i dati
audio-video che i segnali di controllo della telecamera: attraverso la sola
connessione DV
è quindi possibile controllare la videocamera dal computer, senza dover agire sui tasti
riproduzione (play, stop, avanti e indietro).
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