Artemis DV Pro - Trans Audio Video
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Trans Audio Video s.r.l. Viale A..Lincoln,34 81100 Caserta Italy Tel: +39-0823-329970 (PBX) Fax: +39-0823-327491 www.transaudiovideo.com E-Mail: [email protected] Artemis DV Pro In occasione dell’edizione 2005 dell’IBC di Amsterdam, Sachtler ha ampliato la gamma dei suoi sistemi di stabilizzazione per telecamere e macchine da presa con l’introduzione della Artemis DV Pro. Interponendosi tra la splendida serie delle Artemis Cine HD e la versatile Artemis DV, la DV Pro ha come obiettivo la stabilizzazione di apparati di ripresa con massa compresa tra i 2 e gli 8 Kg. Il sistema DV Pro era allo studio da oltre tre anni, ma il suo esordio è stato deciso soltanto quando si è osservato un assestamento della linea evolutiva delle camere leggere, oggi sempre più instradate verso lo scenario dell’Alta Definizione (sia nel formato HDV 1080i , sia in HD 720i). In queste ipotesi, l’equazione da risolvere non era di semplice soluzione: da un lato occorreva offrire un sistema di stabilizzazione realmente professionale, non penalizzato cioè da compromessi nelle opzioni e nella qualità di costruzione, dall’altra la pressione dettata dai costi ridotti delle stesse telecamere imponeva un limite superiore al costo del sistema. Sachtler, con il progetto DV Pro, è oggi l’unico costruttore ad aver ottenuto un risultato che riesce a tradurre in realtà l’idea di un sistema di stabilizzazione realmente professionale con costi adeguati al settore del Professionale e del Broadcast leggero. In questa chiave di lettura, la DV Pro è stato progettata per offrire all’operatore le stesse caratteristiche ed i medesimi gradi di libertà dei sistemi di taglia maggiore. In più, sulla DV Pro sono notevoli le possibilità di personalizzazione della configurazione. In effetti, sebbene l’apparenza possa suggerire il contrario, il problema della stabilizzazione di telecamere o di macchine da presa di massa ridotta non è di semplice approccio. Dallo studio della Dinamica è noto che alla base del principio di stabilizzazione vi è l’inerzia, cioè la proprietà che caratterizza l’energia immagazzinata in una massa in moto uniforme o accelerato. L’effetto più evidente dell’inerzia può essere espresso affermando che una data massa in movimento rettilineo o curvo si oppone sempre al cambiamento del proprio stato di moto. E tale resistenza è direttamente proporzionale alla grandezza della massa: se ne deduce che è più facile cambiare stato di moto ad una massa piccola rispetto ad un sistema caratterizzato da massa maggiore. Quanto appena descritto contiene la principale difficoltà del progetto di una Steady Cam per camere leggere. La ridotta inerzia delle masse coinvolte, soprattutto in relazione al fatto che il corpo dell’operatore non subisce evidentemente un’analoga riduzione, comporta che gli scuotimenti, le vibrazioni, l’effetto del braccio dell’operatore, ma anche gli attriti delle parti del sistema, si evidenzino in misura ben più importante che nei sistemi di stabilizzazione per camere più pesanti. In fase di progettazione occorre 1 dunque tenere conto, da un lato, degli attriti, (e questo impone l’adozione di cuscinetti a bassissimo attrito nelle parti rotanti), dall’altro, il problema della realizzazione di un braccio a molle (springarm) estremamente fluido le cui sezioni non flettano assumendo le posizioni più critiche (sezioni che formano un angolo di 90°). In questo senso, Curt Schaller, il geniale progettista dell’intera linea Artemis, nonché uno dei migliori operatori Steady Cam europei, ha elaborato molteplici concetti innovativi per la DV Pro. Secondo lo stesso Schaller: “Lo studio della DV Pro è stato effettivamente complicato dall’estrema leggerezza delle telecamere oggi disponibili. Tutti gli spring arm commerciali analizzati nei nostri laboratori hanno infatti mostrato dei problemi legati proprio al dimensionamento delle parti. Le sezioni sono tipicamente troppo sottili e inevitabilmente ci sono posizioni assunte dallo spring arm in cui la flessione causata dal carico sulle molle provoca il blocco momentaneo dei cuscinetti. Quando ciò accade l’isolamento del sistema è definitivamente perso e l’immagine ripresa non è più fluida. Nel caso della DV Pro, siamo partiti da un concetto opposto: pur considerando un range di carichi netti variabile tra i 2 e gli 8 Kg., lo spring arm deve essere innanzitutto adeguato al corpo di chi lo indossa piuttosto che alla telecamera. Per il post, invece, abbiamo dovuto aggiungere massa supplementare nel side-to-side, proprio per garantire un livello minimo al momento di inerzia della macchina. La DV Pro, per quanto possa sembrare paradossale, contiene molta più ricerca tecnologica delle Artemis Cine HD!”. Il post della Artemis DV Pro impiega, così, il concetto di “ottimizzazione delle masse”, ampiamente utilizzato, ad esempio, sulle vetture di Formula 1, dove una zavorra supplementare è posizionata nel sotto scocca per migliorarne il comportamento dinamico. Nel caso della DV Pro, essa è costituita da un’opportuna piastra metallica introdotta nel modulo side to side: la sua presenza serve a compensare la congenita leggerezza delle telecamere DV e HVD, fissando un limite inferiore per il momento di inerzia del sistema. Tenendo conto che i cardini di un sistema di stabilizzazione sono riassunti nei concetti di “Simmetria”, “Centro di Gravità”, “Bilanciamento Perfetto”e “Isolamento”, si deduce che un sistema già pre-ottimizzato per il budget delle masse consente di arrivare in tempi rapidissimi al miglior bilanciamento e, data la maggiore inerzia, ad un migliore isolamento. Per ottenere il bilanciamento statico sulla Artemis DV Pro, sono presenti le regolazioni del “lefl-right” e del “fore-after” poste sul modulo side-to-side e realizzate con lo stesso meccanismo a continuità micrometrica della serie Sachtler Cine HD. Essendo inoltre dotate di un meccanismo di auto-bloccaggio, non è necessario allentare alcun fermo meccanico per eseguire le tarature (così come invece avviene su quasi tutti i sistemi concorrenti!). Un’altra eredità dalla Artemis Cine HD è costituita dalla “master bubble” retro illuminata posta sul side-to-side necessaria per il controllo del bilanciamento. Il modulo superiore ospita anche la piastra camera, derivata dalla testa fluida Sachtler DV1, che ha un meccanismo di aggancio di sicurezza e una notevole escursione per il corretto posizionamento della telecamera. Dal punto di vista dei collegamenti, i due moduli terminali sono dotati di connettori professionali standard: per l’alimentazione della camera e di un eventuale modulo radio fuoco (nel caso di una camera con ottica prime o zoom possono essere utilizzati ad esempio i sistemi C-Motion, Fox, Aladin) sono presenti connettori Lemo, mentre i connettori Video In e Video Out sono di tipo BNC. Sul lower-sled sono inoltre presente un tasto di accensione del sistema e il connettore Lemo, che reca l’alimentazione 12V al monitor. Entrambi i moduli possono essere inoltre disconnessi dal post per mezzo di una raffinato aggancio a vite incorporato nei docking ring superiore e inferiore (quest’ultimo necessario quando si lavora in lowmode). Ciò permette di raggiungere un triplice scopo: 1. la modularità del sistema permette di sostituire i soli moduli terminali nel caso che in futuro i modelli di telecamera disponibili si rivelassero sostanzialmente diversi dagli attuali (in termini di segnali e connettività); 2 2. la possibilità di sganciare i moduli terminali consente di invertire il senso di inserimento del gimbal sul post, necessario alla realizzazione della configurazione low-mode (tale possibilità è una prerogativa della DV Pro rispetto alle concorrenti); 3. sostituire il post telescopico (che offre oltre 16 cm di escursione) con un super-post per impieghi speciali (ultra low mode o impiego in condizioni ambientali difficili). Il post stesso è realizzato in lega d’alluminio F-48 in due sezioni telescopiche. Al suo interno, come nella serie Artemis Cine HD, scorre il cavo di connessione principale per il trasporto dei segnali video e delle alimentazioni ausiliarie. La sua connessione con i moduli terminali è effettuata attraverso connettori Lemo a sei pin, due dei quali sono lasciati inutilizzati per eventuali funzioni custom eventualmente richieste in seguito. Il lower-sled dispone inoltre del supporto per la batteria di alimentazione della DV Pro (opzionalmente è possibile installare un secondo socket sull’altro lato del supporto, per ottenere i 24V necessari all’alimentazione delle macchine da presa cinematografiche, oppure per raddoppiare l’autonomia operativa nella modalità 12V). Come nella serie Artemis di fascia superiore, esso è posto su una slitta ad estensione regolabile con un meccanismo micrometrico auto bloccante. La sua funzione principale è quella di permettere un accurato bilanciamento dinamico (come è noto dalla teoria del “balancing in a box”, la posizione delle batterie compensa la massa e l’estensione del gruppo ottico della telecamera. Ovviamente, in caso di impiego di sistemi di radio fuoco, anche esso dovrà essere compensato). Il supporto è equipaggiato con un socket di alloggiamento per la batteria a scelta tra gli standard IDX (V-Mount), PAG e Anton Bauer. Sul post è collocato il gimbal (cioè il giunto cardanico di rotazione dei tre assi di stabilizzazione connesso tramite l’“arm-post” allo springarm), sicuramente uno dei capolavori della Artemis DV Pro. Avente diametro esterno di 45mm, è stato studiato per offrire la massima ergonomia operativa (uno dei punti critici di altri sistemi è l’impugnatura troppo sottile per le mani dell’operatore: ancora una volta il fatto che la camera sia piccola non implica che lo diventi anche l’operatore!). Dispone sia di un dispositivo di bloccaggio senza tool integrato nell’impugnatura, sia del “delrin”, cioè di un dispositivo di autocentraggio e regolazione della frizione di scorrimento dello stesso sul post. Il gimbal è realizzato con un’identica accuratezza di quello della Artemis Cine HD: cuscinetti a sfera metrici a bassissimo attrito e solo 0.04 mm di tolleranza nel punto ideale di incontro dei tre assi di rotazione. Un’ultima nota che testimonia la notevole cura per i dettagli: l’arm-post di connessione con lo spring arm può essere sostituito con altri arm-post di diametri compatibili sia con il braccio Artemis Cine HD, sia con altri fuori standard (come quelli della serie “Master” della Cinema Products). Per quanto riguarda il monitor di controllo, il sistema Artemis DV Pro è fornito completo di monitor LCD TFT ad alta luminosità commutabile in 16:9 – 4:3 (cropped). E’ inoltre multi-standard, compatibile cioè con gli standard PAL – NTSC (3.58 MHz, 4.43 MHz) – SECAM e commuta automaticamente a seconda del tipo di segnale video presente in ingresso; dispone infine di un avviso su schermo per l’esaurimento delle batterie di sistema. Il monitor è connesso meccanicamente al post per mezzo di una staffa disegnata considerando che i monitor TFT si oscurano se osservati da angoli molto acuti (tale limitazione vale soprattutto nel senso verticale). Sulla Artemis DV Pro la staffa di aggancio è realizzata quindi in modo che sia molto semplice orientare verticalmente il monitor, senza però variarne la posizione del centro di gravità: il suo riposizionamento avviene, così, preservando il bilanciamento statico del post. Per quanto riguarda l’isolamento meccanico del sistema, come già accennato, occorre tener presente del nuovo rapporto di masse tra il corpo dell’operatore e la massa della telecamera da stabilizzare. Per questo è stato totalmente ripensato il concetto di spring arm. Per la DV Pro, Curt Schaller ha infatti rielaborato (brevettandone il risultato) il sistema dei due 3 parallelogrammi, ispirandosi ancora una volta alle vetture di Formula 1 e alle più recenti geometrie delle loro sospensioni posteriori. In queste ultime è spesso presente un'unica molla a compressione azionata da due puntoni di reazione chiamati “push-rod”. Nella DV Pro, uno dei lati lunghi di ciascuna sezione dello spring arm è connesso all’altro attraverso un push-rod legato ad un’estremità di una molla a compressione. Secondo questo originale schema ognuna delle due sezioni del braccio contiene una sola molla invece delle canoniche tre ad estensione. L’innovativa soluzione ha permesso di ottenere un braccio estremamente fluido e graduale specialmente per i carichi ridotti costituiti dalle recenti telecamere di tipo DV e HDV. Secondo lo stesso Schaller, nel prossimo futuro è presumibile che un simile concetto di braccio a molle sia poi esteso anche ai sistemi Sachtler di fascia superiore. La regolazione della tensione dell’unica molla a compressione avviene quindi con una vite Allen da 4 mm per ognuno dei due segmenti. Lo spring arm è equipaggiabile con due set diversi di molle per carichi complessivi (post + camera e accessori) da 5 a 7 Kg e per carichi 7 a 11 Kg. L’esoscheletro del braccio è lavorato dal pieno a partire da blocchi di lega d’alluminio F-48 e ha l’identica ed esclusiva finitura nera della Artemis Cine HD (ottenuta per diffusione del pigmento nei piani cristallini delle superfici esterne). Le forme e dimensioni delle sezioni sono calcolate in modo che non possano flettersi nelle posizioni più critiche; la meccanica interna contiene cuscinetti metrici a bassissimo attrito ed è infine completato dal mating block bracket realizzato in titanio secondo le dimensioni standard dei sistemi di classe III A. Le regolazioni di quest’ultimo componente (inclinazione dei due assi di orientazione del braccio rispetto al corpo dell’operatore) sono effettuabili a mano senza l’ausilio di alcuno strumento. La compatibilità del mating block bracket con i sistemi di classe III-A permette di poter utilizzare qualsiasi corpetto professionale anche su questo modello, così come avviene per i sistemi Artemis Cine HD. Per i possessori dei modelli di fascia superiore, in ultima analisi, ciò è un vantaggio, dato che pensando all’acquisto del rig DV Pro possono evitare di acquistarne il corpetto. Alternativamente, essendo la questione fortemente dipendente dalle preferenze individuali, è possibile immaginare di impiegare immediatamente corpetti prodotti da terzi (come quello Sachtler Artemis Cine HD, il GPI, Cinema Products, Walter Kassen, etc.) invece di quello, peraltro ottimo, offerto in dotazione. Il corpetto Artemis DV Pro, riprende le linee guida del progetto dell’analogo componente del sistema di fascia superiore: leggerezza, ergonomia, completa personalizzazione, materiali di elevatissima qualità. La differenza sostanziale rispetto ad un corpetto standard risiede nel punto di aggancio del braccio che si trova spostato di 90°, cioè sul fianco dell’operatore (analogo concetto del modello Walter Kassen). La ragione di questa scelta è principalmente nel fatto che molti degli utilizzatori potenziali della macchina potrebbero essere operatori non dedicati (e allenati) all’uso di supporti di stabilizzazione. In questo senso, il punto di aggancio del braccio a molle sul fianco consente alla maggior parte del peso del sistema di scaricarsi sui fianchi e sulle anche dell’operatore, senza così gravare sulle spalle e sulla spina dorsale. Ovviamente il corpetto prevede l’inversione della staffa di aggancio allo spring arm per i mancini, ma anche l’estensione della sua lunghezza e la possibilità di posizionare tutte le fasce di aggancio (il velcro utilizzato ha una resistenza alla trazione di oltre 1000 Kg!). Analogamente a quanto accade per il sistema Sachtler di fascia superiore, presso la Trans Audio Video sono poi disponibili numerosi accessori di personalizzazione, incluse le soft cases e le flight cases di trasporto, i cavi di alimentazione per tutti i modelli di telecamera e macchina da presa compatibili, i sistemi di alimentazione della IDX e l’innovativo sistema di radio camera IDX Cam-Wave, i comandi Bebob, gli splendidi radio fuochi della C-Motion, i radiomicrofoni Micron e la consueta accessoristica per telecamere ottica e di supporto di classe HDV. Come ultima considerazione bisogna sottolineare che, essendo la Artemis DV Pro rivolta essenzialmente alle telecamere di classe DV e HDV, era essenziale che il suo sviluppo tecnico e l’ottimizzazione dei costi di produzione permettesse di contenerne il prezzo di mercato. Tale risultato è stato raggiunto in modo esemplare, al punto che è sorprendente constatare che una macchina di tale pregio abbia in realtà un costo davvero competitivo. La novità più importante è proprio questa: pur non rinunciando alle tipiche caratteristiche qualitative e di affidabilità dei prodotti Sachtler, che ne denotano un ambito operativo di tipo altamente professionale, il sistema si rivela competitivo in modo assoluto anche se paragonato ai costi delle ultime camere introdotte. 4 Corpetto Spring Arm Supporto batterie Staffa Monitor Gimbal Low mode 5 Lower sled Mating block bracket 6
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