Artemis DV Pro - Trans Audio Video

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Artemis DV Pro
In occasione dell’edizione 2005 dell’IBC di Amsterdam, Sachtler ha ampliato la gamma dei suoi
sistemi di stabilizzazione per telecamere e macchine da presa con l’introduzione della Artemis DV
Pro. Interponendosi tra la splendida serie delle Artemis Cine HD e la versatile Artemis DV, la DV
Pro ha come obiettivo la stabilizzazione di apparati di ripresa con massa compresa tra i 2 e gli 8 Kg.
Il sistema DV Pro era allo studio da oltre tre anni, ma il suo esordio è
stato deciso soltanto quando si è osservato un assestamento della linea
evolutiva delle camere leggere, oggi sempre più instradate verso lo scenario
dell’Alta Definizione (sia nel formato HDV 1080i , sia in HD 720i). In
queste ipotesi, l’equazione da risolvere non era di semplice soluzione: da
un lato occorreva offrire un sistema di stabilizzazione realmente
professionale, non penalizzato cioè da compromessi nelle opzioni e nella
qualità di costruzione, dall’altra la pressione dettata dai costi ridotti delle
stesse telecamere imponeva un limite superiore al costo del sistema.
Sachtler, con il progetto DV Pro, è oggi l’unico costruttore ad aver
ottenuto un risultato che riesce a tradurre in realtà l’idea di un sistema di
stabilizzazione realmente professionale con costi adeguati al settore del
Professionale e del Broadcast leggero. In questa chiave di lettura, la DV
Pro è stato progettata per offrire all’operatore le stesse caratteristiche ed i
medesimi gradi di libertà dei sistemi di taglia maggiore. In più, sulla DV
Pro sono notevoli le possibilità di personalizzazione della configurazione.
In effetti, sebbene l’apparenza possa suggerire il contrario, il problema della stabilizzazione di
telecamere o di macchine da presa di massa ridotta non è di semplice approccio. Dallo studio della
Dinamica è noto che alla base del principio di stabilizzazione vi è l’inerzia, cioè la proprietà che
caratterizza l’energia immagazzinata in una massa in moto uniforme o accelerato. L’effetto più
evidente dell’inerzia può essere espresso affermando che una data massa in movimento rettilineo o
curvo si oppone sempre al cambiamento del proprio stato di moto. E tale resistenza è direttamente
proporzionale alla grandezza della massa: se ne deduce che è più facile cambiare stato di moto ad
una massa piccola rispetto ad un sistema caratterizzato da massa maggiore. Quanto appena descritto
contiene la principale difficoltà del progetto di una Steady Cam per camere leggere. La ridotta
inerzia delle masse coinvolte, soprattutto in relazione al fatto che il corpo dell’operatore non subisce
evidentemente un’analoga riduzione, comporta che gli scuotimenti, le vibrazioni, l’effetto del braccio
dell’operatore, ma anche gli attriti delle parti del sistema, si evidenzino in misura ben più
importante che nei sistemi di stabilizzazione per camere più pesanti. In fase di progettazione occorre
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dunque tenere conto, da un lato, degli attriti, (e questo impone l’adozione di cuscinetti a bassissimo
attrito nelle parti rotanti), dall’altro, il problema della realizzazione di un braccio a molle (springarm) estremamente fluido le cui sezioni non flettano assumendo le posizioni più critiche (sezioni
che formano un angolo di 90°). In questo senso, Curt Schaller, il geniale progettista dell’intera linea
Artemis, nonché uno dei migliori operatori Steady Cam europei, ha elaborato molteplici concetti
innovativi per la DV Pro. Secondo lo stesso Schaller: “Lo studio della DV Pro è stato effettivamente
complicato dall’estrema leggerezza delle telecamere oggi disponibili. Tutti gli spring arm commerciali analizzati
nei nostri laboratori hanno infatti mostrato dei problemi legati proprio al dimensionamento delle parti. Le
sezioni sono tipicamente troppo sottili e inevitabilmente ci sono posizioni assunte dallo spring arm in cui la
flessione causata dal carico sulle molle provoca il blocco momentaneo dei cuscinetti. Quando ciò accade
l’isolamento del sistema è definitivamente perso e l’immagine ripresa non è più fluida. Nel caso della DV Pro,
siamo partiti da un concetto opposto: pur considerando un range di carichi netti variabile tra i 2 e gli 8 Kg., lo
spring arm deve essere innanzitutto adeguato al corpo di chi lo indossa piuttosto che alla telecamera. Per il post,
invece, abbiamo dovuto aggiungere massa supplementare nel side-to-side, proprio per garantire un livello minimo
al momento di inerzia della macchina. La DV Pro, per quanto possa sembrare paradossale, contiene molta più
ricerca tecnologica delle Artemis Cine HD!”. Il post della Artemis DV Pro impiega, così, il concetto di
“ottimizzazione delle masse”, ampiamente utilizzato,
ad esempio, sulle vetture di Formula 1, dove una
zavorra supplementare è posizionata nel sotto scocca
per migliorarne il comportamento dinamico. Nel
caso della DV Pro, essa è costituita da un’opportuna
piastra metallica introdotta nel modulo side to side:
la sua presenza serve a compensare la congenita
leggerezza delle telecamere DV e HVD, fissando un
limite inferiore per il momento di inerzia del
sistema. Tenendo conto che i cardini di un sistema
di stabilizzazione sono riassunti nei concetti di
“Simmetria”, “Centro di Gravità”, “Bilanciamento
Perfetto”e “Isolamento”, si deduce che un sistema già pre-ottimizzato per il budget delle masse
consente di arrivare in tempi rapidissimi al miglior bilanciamento e, data la maggiore inerzia, ad un
migliore isolamento. Per ottenere il bilanciamento statico sulla Artemis DV Pro, sono presenti le
regolazioni del “lefl-right” e del “fore-after” poste sul modulo side-to-side e realizzate con lo stesso
meccanismo a continuità micrometrica della serie Sachtler Cine HD. Essendo inoltre dotate di un
meccanismo di auto-bloccaggio, non è necessario allentare alcun fermo meccanico per eseguire le
tarature (così come invece avviene su quasi tutti i sistemi concorrenti!). Un’altra eredità dalla Artemis
Cine HD è costituita dalla “master bubble” retro illuminata posta sul side-to-side necessaria per il
controllo del bilanciamento. Il modulo superiore ospita anche la piastra camera, derivata dalla testa
fluida Sachtler DV1, che ha un meccanismo di aggancio di sicurezza e una notevole escursione per il
corretto posizionamento della telecamera. Dal punto di vista dei collegamenti, i due moduli
terminali sono dotati di connettori professionali standard: per l’alimentazione della camera e di un
eventuale modulo radio fuoco (nel caso di una camera con ottica prime o zoom possono essere
utilizzati ad esempio i sistemi C-Motion, Fox, Aladin) sono presenti connettori Lemo, mentre i
connettori Video In e Video Out sono di tipo BNC. Sul lower-sled sono inoltre presente un tasto di
accensione del sistema e il connettore Lemo, che reca l’alimentazione 12V al monitor. Entrambi i
moduli possono essere inoltre disconnessi dal post per mezzo di una raffinato aggancio a vite
incorporato nei docking ring superiore e inferiore (quest’ultimo necessario quando si lavora in lowmode). Ciò permette di raggiungere un triplice scopo:
1. la modularità del sistema permette di sostituire i soli moduli terminali nel caso che in futuro
i modelli di telecamera disponibili si rivelassero sostanzialmente diversi dagli attuali (in
termini di segnali e connettività);
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2. la possibilità di sganciare i moduli terminali consente di invertire il senso di inserimento del
gimbal sul post, necessario alla realizzazione della configurazione low-mode (tale possibilità è
una prerogativa della DV Pro rispetto alle concorrenti);
3. sostituire il post telescopico (che offre oltre 16 cm di escursione) con un super-post per
impieghi speciali (ultra low mode o impiego in condizioni ambientali difficili).
Il post stesso è realizzato in lega d’alluminio F-48 in due sezioni telescopiche. Al suo interno, come
nella serie Artemis Cine HD, scorre il cavo di connessione principale per il trasporto dei segnali
video e delle alimentazioni ausiliarie. La sua connessione con i moduli terminali è effettuata
attraverso connettori Lemo a sei pin, due dei quali sono lasciati inutilizzati per eventuali funzioni
custom eventualmente richieste in seguito. Il lower-sled dispone inoltre del supporto per la batteria
di alimentazione della DV Pro (opzionalmente è possibile installare un secondo socket sull’altro lato
del supporto, per ottenere i 24V necessari all’alimentazione delle macchine da presa
cinematografiche, oppure per raddoppiare l’autonomia operativa nella modalità 12V). Come nella
serie Artemis di fascia superiore, esso è posto su una slitta ad
estensione regolabile con un meccanismo micrometrico auto
bloccante. La sua funzione principale è quella di permettere un
accurato bilanciamento dinamico (come è noto dalla teoria del
“balancing in a box”, la posizione delle batterie compensa la
massa e l’estensione del gruppo ottico della telecamera.
Ovviamente, in caso di impiego di sistemi di radio fuoco, anche
esso dovrà essere compensato). Il supporto è equipaggiato con
un socket di alloggiamento per la batteria a scelta tra gli
standard IDX (V-Mount), PAG e Anton Bauer. Sul post è
collocato il gimbal (cioè il giunto cardanico di rotazione dei tre
assi di stabilizzazione connesso tramite l’“arm-post” allo springarm), sicuramente uno dei capolavori della Artemis DV Pro.
Avente diametro esterno di 45mm, è stato studiato per offrire la
massima ergonomia operativa (uno dei punti critici di altri
sistemi è l’impugnatura troppo sottile per le mani
dell’operatore: ancora una volta il fatto che la camera sia piccola
non implica che lo diventi anche l’operatore!). Dispone sia di un dispositivo di bloccaggio senza
tool integrato nell’impugnatura, sia del “delrin”, cioè di un dispositivo di autocentraggio e
regolazione della frizione di scorrimento dello stesso sul post. Il gimbal è realizzato con un’identica
accuratezza di quello della Artemis Cine HD: cuscinetti a sfera metrici a bassissimo attrito e solo
0.04 mm di tolleranza nel punto ideale di incontro dei tre assi di rotazione. Un’ultima nota che
testimonia la notevole cura per i dettagli: l’arm-post di connessione con lo spring arm può essere
sostituito con altri arm-post di diametri compatibili sia con il braccio Artemis Cine HD, sia con
altri fuori standard (come quelli della serie “Master” della Cinema Products). Per quanto riguarda il
monitor di controllo, il sistema Artemis DV Pro è fornito completo di monitor LCD TFT ad alta
luminosità commutabile in 16:9 – 4:3 (cropped). E’ inoltre multi-standard, compatibile cioè con gli
standard PAL – NTSC (3.58 MHz, 4.43 MHz) – SECAM e commuta automaticamente a seconda del
tipo di segnale video presente in ingresso; dispone infine di un avviso su schermo per l’esaurimento
delle batterie di sistema. Il monitor è connesso meccanicamente al post per mezzo di una staffa
disegnata considerando che i monitor TFT si oscurano se osservati da angoli molto acuti (tale
limitazione vale soprattutto nel senso verticale). Sulla Artemis DV Pro la staffa di aggancio è
realizzata quindi in modo che sia molto semplice orientare verticalmente il monitor, senza però
variarne la posizione del centro di gravità: il suo riposizionamento avviene, così, preservando il
bilanciamento statico del post. Per quanto riguarda l’isolamento meccanico del sistema, come già
accennato, occorre tener presente del nuovo rapporto di masse tra il corpo dell’operatore e la massa
della telecamera da stabilizzare. Per questo è stato totalmente ripensato il concetto di spring arm. Per
la DV Pro, Curt Schaller ha infatti rielaborato (brevettandone il risultato) il sistema dei due
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parallelogrammi, ispirandosi ancora una volta alle vetture di Formula 1 e alle più recenti geometrie
delle loro sospensioni posteriori. In queste ultime è spesso presente un'unica molla a compressione
azionata da due puntoni di reazione chiamati “push-rod”. Nella DV Pro, uno dei lati lunghi di
ciascuna sezione dello spring arm è connesso all’altro attraverso un push-rod legato ad un’estremità
di una molla a compressione. Secondo questo originale schema ognuna delle due sezioni del braccio
contiene una sola molla invece delle canoniche tre ad estensione. L’innovativa soluzione ha
permesso di ottenere un braccio estremamente fluido e graduale specialmente per i carichi ridotti
costituiti dalle recenti telecamere di tipo DV e HDV. Secondo lo stesso Schaller, nel prossimo futuro
è presumibile che un simile concetto di braccio a molle sia poi esteso anche ai sistemi Sachtler di
fascia superiore. La regolazione della tensione dell’unica molla a compressione avviene quindi con
una vite Allen da 4 mm per ognuno dei due segmenti. Lo spring arm è equipaggiabile con due set
diversi di molle per carichi complessivi (post + camera e accessori) da 5 a 7 Kg e per carichi 7 a 11
Kg. L’esoscheletro del braccio è lavorato dal pieno a partire da blocchi di lega d’alluminio F-48 e ha
l’identica ed esclusiva finitura nera della Artemis Cine HD (ottenuta per diffusione del pigmento nei
piani cristallini delle superfici esterne). Le forme e dimensioni delle sezioni sono calcolate in modo
che non possano flettersi nelle posizioni più critiche; la meccanica interna contiene cuscinetti
metrici a bassissimo attrito ed è infine completato dal mating block bracket realizzato in titanio
secondo le dimensioni standard dei sistemi di classe III A. Le regolazioni di quest’ultimo
componente (inclinazione dei due assi di orientazione del braccio rispetto al corpo dell’operatore)
sono effettuabili a mano senza l’ausilio di alcuno strumento. La compatibilità del mating block
bracket con i sistemi di classe III-A permette di poter utilizzare qualsiasi corpetto professionale
anche su questo modello, così come avviene per i sistemi Artemis Cine HD. Per i possessori dei
modelli di fascia superiore, in ultima analisi, ciò è un vantaggio, dato che pensando all’acquisto del
rig DV Pro possono evitare di acquistarne il corpetto. Alternativamente, essendo la questione
fortemente dipendente dalle preferenze individuali, è possibile immaginare di impiegare
immediatamente corpetti prodotti da terzi (come quello Sachtler Artemis Cine HD, il GPI, Cinema
Products, Walter Kassen, etc.) invece di quello, peraltro ottimo, offerto in dotazione. Il corpetto
Artemis DV Pro, riprende le linee guida del progetto dell’analogo componente del sistema di fascia
superiore: leggerezza, ergonomia, completa personalizzazione, materiali di elevatissima qualità. La
differenza sostanziale rispetto ad un corpetto standard risiede nel punto di aggancio del braccio che
si trova spostato di 90°, cioè sul fianco dell’operatore (analogo concetto del modello Walter Kassen).
La ragione di questa scelta è principalmente nel fatto che molti degli utilizzatori potenziali della
macchina potrebbero essere operatori non dedicati (e allenati) all’uso di supporti di stabilizzazione.
In questo senso, il punto di aggancio del braccio a molle sul fianco consente alla maggior parte del
peso del sistema di scaricarsi sui fianchi e sulle anche dell’operatore, senza così gravare sulle spalle e
sulla spina dorsale. Ovviamente il corpetto prevede l’inversione della staffa di aggancio allo spring
arm per i mancini, ma anche l’estensione della sua lunghezza e la possibilità di posizionare tutte le
fasce di aggancio (il velcro utilizzato ha una resistenza alla trazione di oltre 1000 Kg!). Analogamente
a quanto accade per il sistema Sachtler di fascia superiore, presso la Trans Audio Video sono poi
disponibili numerosi accessori di personalizzazione, incluse le soft cases e le flight cases di trasporto,
i cavi di alimentazione per tutti i modelli di telecamera e macchina da presa compatibili, i sistemi di
alimentazione della IDX e l’innovativo sistema di radio camera IDX Cam-Wave, i comandi Bebob,
gli splendidi radio fuochi della C-Motion, i radiomicrofoni Micron e la consueta accessoristica per
telecamere ottica e di supporto di classe HDV.
Come ultima considerazione bisogna sottolineare che, essendo la Artemis DV Pro rivolta
essenzialmente alle telecamere di classe DV e HDV, era essenziale che il suo sviluppo tecnico e
l’ottimizzazione dei costi di produzione permettesse di contenerne il prezzo di mercato. Tale
risultato è stato raggiunto in modo esemplare, al punto che è sorprendente constatare che una
macchina di tale pregio abbia in realtà un costo davvero competitivo. La novità più importante è
proprio questa: pur non rinunciando alle tipiche caratteristiche qualitative e di affidabilità dei
prodotti Sachtler, che ne denotano un ambito operativo di tipo altamente professionale, il sistema si
rivela competitivo in modo assoluto anche se paragonato ai costi delle ultime camere introdotte.
4
Corpetto
Spring Arm
Supporto batterie
Staffa Monitor
Gimbal
Low mode
5
Lower sled
Mating block bracket
6