Lista Abstract dei Comunicatori

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Lista Abstract dei Comunicatori
ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
Algunos presupuestos antropológicos y teológicos para la unión con
Cristo en los sacramentos en Tomás de Aquino
03/03/2015
15:00
A206
Cognome, Nome
Acedo Moreno, Luz
Imelda
La presente comunicación pretende ofrecer una respuesta a la siguiente pregunta: ¿cómo es posible que el
hombre, que además se reconoce pecador, se una personalmente a Cristo y su misterio en el mysterion de la
liturgia? El estudio se fundamenta en la perspectiva particular que presenta Santo Tomás de Aquino en la
Summa Contra Gentiles al abordar la unión con Cristo en los sacramentos, donde se detiene a explicar la
conveniencia de la Encarnación y de los sacramentos profundizando de modo especial en las razones
antropológicas: si bien la comunión del hombre con Dios trasciende el cuerpo (vida de la gracia), no hay
relación humana sin el cuerpo. En esta obra, los sacramentos aparecen como el espacio y el tiempo creado
por Dios para su encuentro personal con el hombre. Nos serviremos también de los textos del Aquinate
comentando la Metafísica –y otras obras aristotélicas–, donde expone los grados de perfección en el ser según
la inmanencia del acto. En estas obras, sosteniendo que la vida plena del hombre consiste en conocer y amar
a Dios, muestra la armonía entre esta actividad que trasciende el cuerpo y el concurso necesario del cuerpo
para acceder a Dios. Además, la respuesta a la pregunta de cómo mueve el alma a la materia, da luces para
entender cómo puede la Divinidad ‘tocar’ a lo material, moverlo sin violentar lo propio de su naturaleza. De este
modo, el estudio muestra la respuesta tomasiana para hacer manifiesta la armonía y belleza del modo elegido
por Dios para unirse a nosotros y aplicarnos sus méritos infinitos.
De Salis Amaral,
Miguel
Il fondamento liturgico sacramentale dell'essere cristiano: elementi
per una rislessione
03/03/2015
15:20
A206
Nelle circostanze odierne, occorre avviare una sintesi che raccolga la riflessione teologica sulla celebrazione
liturgico-sacramentale del passato e quella che si è realizzata durante il secolo XX, tenendo anche conto del
modo di pensare e agire contemporaneo. Soltanto così potremo dare soluzione ad alcuni problemi che
vengono percepiti nella vita attuale della Chiesa. Il nostro contributo cerca di offrire un aiuto in questo senso,
approfondendo la riflessione sul significato del momento liturgico-sacramentale sulla celebrazione del mistero
cristiano, alla luce del loro rapporto con l'"essere cristiano". Da qui emergono alcuni elementi che vengono
presentati nel testo della comunicazione, che si conclude con due proposte.
Rego, Juan
Sacrosanctum Concilium, n. 10: storia, contenuto, riflessioni
03/03/2015
15:40
A206
L'affermazione di Sacrosanctum Concilium n.10 secondo la quale la Liturgia “est culmen ad quod actio
Ecclesiae tendit et simul fons unde omnis eius virtus emanat” sollevò sia nella fase preparatoria che nell'aula
conciliare un interessante dibattito sul ruolo della liturgia nell'identità cristiana. Rivisitare la genesi di
quest'asserzione così come la sua ricezione ecclesiale posteriore, nonché sviluppare alcune conseguenze di
questa “provocazione” sono gli obiettivi di questa comunicazione.
Zaccaria, Giovanni
Il sacerdozio comune dei fedeli nella preghiera di consacrazione del
crisma
03/03/2015
16:00
A206
Il Mistero di Cristo si rende presente nella sua Chiesa in quanto Corpo di Cristo animato dallo Spirito Santo. È
in forza dello Spirito che al Corpo mistico di Cristo vengono aggiunti sempre nuovi membri per mezzo dei
sacramenti dell’iniziazione cristiana. In questo senso un ruolo chiave è giocato dagli elementi dell’acqua e
dell’olio: essi mostrano sensibilmente quel che avviene in modo invisibile nell’anima del neofita. Per questa
ragione ci è sembrato interessante studiare l’elemento “crisma”: riteniamo che esso sia teologicamente
rilevante per una più profonda comprensione del sacerdozio comune dei fedeli. In particolare il presente
contributo si prefigge di studiare la preghiera di consacrazione del crisma con lo scopo di individuarvi spunti utili
ad una teologia del sacerdozio comune. Tale orazione, studiata nella sua completezza, può aiutare a segnalare
alcune linee di sviluppo in vista di uno studio più ampio, che possa contribuire a gettare qualche luce sul
sacerdozio comune dei fedeli e aiutare ad una maggiore comprensione della figura del popolo cristiano quale
«stirpe eletta, sacerdozio regale, nazione santa, popolo che Dio si è acquistato perché proclami le opere
ammirevoli di lui, che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa» (1Pt 2,9).
Arocena, Félix María
"Ite missa est" - Algunas notas en torno al "más allá" de la
celebración
03/03/2015
15:00
A207
La continuidad liturgia-vida es una de las cuestiones más serias que un cristiano adulto se debe plantear. En
esta línea, la comunicación procura subrayar el equilibrio entre el momento ritual y el momento existencial de
la vida en Cristo y en el Espíritu. Se aborda la proyección de la liturgia sobre la vida, el binomio "convocaciónmisión", y se concluye con alguna propuesta en torno a los ritos conclusivos de la celebración eucarístrica del
Rito Romano.
Río, M. del Pilar
L'Anno liturgico, mistero di Cristo e della Chiesa secondo Odo Casel
Stampato il: 02 marzo 2015
Pagina 1 di 6
03/03/2015
15:20
A207
ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Cognome, Nome
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
Probabilmente nessuno come Odo Casel abbia tanto e così profondamente contribuito a riscoprire e a
recuperare per la teologia e la vita della Chiesa la convinzione sulla stupefacente realtà a cui rimanda il titolo di
questo convegno: “Il Mistero di Cristo reso presente nella Liturgia”. Perciò sembra più che giusto tornare in
questa sede sul pensiero del monaco, liturgo e mistagogo tedesco col tentativo di rileggere le sue intuizioni e di
valutare se ancora abbiano qualcosa da dire alla riflessione teologica odierna. Vorremmo perciò ripassare un
argomento che attraversa come un filo rosso la sua intera opera e nel quale non solo appaiono ben delineate le
sue geniali intuizioni, ma sembra anche essere per la teologia liturgica una miniera dalla quale ancora poter
ricavare qualche ispirazione: l’Anno liturgico. La concezione caseliana sul tema è stata riconosciuta e integrata
nei suoi aspetti centrali sia dalla teologia che dal Magistero. Il capitolo V della costituzione Sacrosanctum
Concilium, in particolare il numero 102, ne è una chiara prova. Al contempo, il riferimento al fatto che “la santa
madre Chiesa considera un suo dovere celebrare con sacra memoria, in determinati giorni nel corso dell’anno,
l’opera salvifica del suo sposo divino”, ben potrebbe trovare validi elementi di approfondimento nella teologia di
Casel. Nei suoi scritti, infatti, il riferimento alla Chiesa Sposa è essenziale. E ciò implica, tra altre cose, che la
Sposa appare non solo quale protagonista e destinataria dell’Anno liturgico ma anche come elemento
costitutivo del suo contenuto, cioè del mistero celebrato. L’Anno liturgico è perciò il mistero di Cristo e della
Chiesa. Con questa “sfumatura” di non poco conto, Casel ricorda alla teologia liturgica che le sue intuizioni non
sono del tutto esaurite e hanno ancora qualcosa da dire soprattutto sulla dimensione ecclesiale dell’Anno
liturgico. Non stupisce perciò che Casel lo chiami “Anno ecclesiale”.
Zetea, Simona
Stefana
Riscoprire il mistero di Cristo al di là di ogni misteriosità alla luce
del Vaticano II (Breve riflessione sull’applicabilità di q...
03/03/2015
15:40
A207
Il mistero di Cristo, eccelsamente espresso tramite parole e gesti nella liturgia del Crisostomo, rischia ad essere
oscurato da un linguaggio arcaico, molteplici ripetizioni, simboli attinenti ad altri tempi, l’assenza di qualsiasi
momento meditativo. Credo che la SC possa offrire alle Chiese greco-cattoliche qualche principio per un
necessario aggiornamento di questa loro liturgia: 1. L’adattamento del linguaggio alle condizioni odierne: la
dimensione poetica non può prevalere sulla comprensibilità dei testi; 2. L’aggiunta di brevi didascalie nel rito:
certe spiegazioni inserite nella liturgia stessa potrebbero fare più accessibile il mistero celebratosi; 3. La
semplificazione dei riti: benché le ripetizioni e certe formule/gesti non più idonei possono essere giustificati
teologicamente o storicamente, sarebbe opportuno rinunciare agli elementi inutili per non perdere la sostanza;
4. Il riordinamento dei testi e riti: una supposta fedeltà alla tradizione (o piuttosto al “così si è sempre fatto”) non
può avere precedenza sul loro senso o sull’essenza della fede stessa; 5. Il creare spazio per un silenzio sacro:
benché considerato non specifico agli orientali, esso è, specialmente nella nostra rumorosa epoca, una
necessità per la penetrazione del/nel mistero. L’applicazione di simili principi favorirebbe una partecipazione più
cosciente dei fedeli alla liturgia, ma potrebbe avere un influsso positivo pure nella sfera dell’evangelizzazione e
del dialogo ecumenico.
De Virgilio, Giuseppe
Aspetti biblico-teologici della Cena del Signore a Corinto (1Cor
11,17-34)
03/03/2015
15:00
A209
Nell’ambito delle problematiche affrontate dall’Apostolo nella comunità di Corinto spicca il severo intervento
riguardante la conduzione della «cena del Signore» (1Cor 11,17.34). Richiamando l’importanza cristologica ed
ecclesiologica della Cena eucaristica, Paolo consegna una delle testimonianze più antiche e preziose della
«presenza» di Cristo nell’Eucaristia e del suo riconoscimento liturgico-comunitario. Dopo aver presentato il
contesto vitale della «Cena del Signore» con le sue problematiche, la comunicazione affronterà l’analisi della
pericope di 1Cor 11,17-34 sul piano letterario e teologico. Si tratta di un testo «esemplare» in tutto l’epistolario
paolino, in cui s’integra la dimensione liturgico-sacramentale con quella ecclesiale e sociale.
García Ureña,
Lourdes
La celebración litúrgica in actu: los coros del Apocalipsis
03/03/2015
15:20
A209
Una de las características del Apocalipsis es que se trata de un texto litúrgico. La liturgia no solo configura la
estructura de la obra (dos diálogos litúrgicos abren y cierran la obra), sino también se celebra dentro del relato.
Esto es posible gracias a los coros (Ap 4,8.11; 5,9-10.12-14; 7,10-12; 11,15.17-18; 14,3-4; 15,3-4; 19,1-8). Su
presencia no es algo marginal en el relato, pues aparecen en unos lugares estratégicos del texto donde el hilo
narrativo se detiene para dar paso al momento litúrgico. El autor del Apocalipsis no repara en detalles para
asegurar que el oyente/lector no solo escuche una serie de alabanzas, sino que participe de algún modo de la
liturgia. De ahí, el uso del estilo directo, la alternancia de voces, la música y los gestos, además del contenido
de los cantos.
Tábet, Michelangelo
L'offerta evocata dal Sal 39 (40),7-9 come prefigurazione profetica
del sacrificio di Sé compiuto da Cristo (Eb 10,1-10)
03/03/2015
15:40
A209
Dio gradisce, non animale e cose che vengono offerte, ma la piena adesione, libera e totale, alla sua volontà.
Stampato il: 02 marzo 2015
Pagina 2 di 6
ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Cognome, Nome
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
Questa è l’essenza del sacrificio della Nuova Legge, quello di Cristo sulla Croce, che si rinnnova sull’altare
nella liturgia eucaristica; sacrificio che abolisce i precedenti e che ci rende santi. Nella celebrazione eucaristica
possiamo perciò vedere il centro del culto cristiano: essa ci attrae dentro l’amore di Cristo, così che tutto
divenga con Cristo «un offerta gradita a Dio, santificata dallo Spirito Santo» (Rm 15,16).
Ayxelà Frigola,
Carlos
Et nos ibi eramus - Et nos ibi oramus: L'orazione liturgica come
dimora nella Croce
03/03/2015
15:00
A210
L'edizione maurina delle Enarrationes in Psalmos di Sant'Agostino indica, per un brano del commento al salmo
34 (35), l'oscillazione tra due varianti testuali, come indicata nel titolo. Anche se molto probabilmente il testo
originale corrisponderebbe alla prima versione, l'oscillazione stessa fa luce sull'intelligenza agostiniana del
rapporto con Cristo che avviene nella liturgia. La decisione con cui Agostino porta avanti la lettura cristologica
dei salmi gli porta a percepire la Croce come il punto di partenza e di arrivo, e quindi in fin dei conti di dimora,
dell'orazione liturgica, che appare così, più profondamente che come una ripresentazione, come un sereno
inserirsi nell'orazione e l'ad-orazione di Cristo al Padre.
Berlanga, Alfonso
La sensibilidad litúrgica: una relectura de "Liturgia y personalidad"
de D. von Hildebrand
03/03/2015
15:20
A210
El interés por la formación de la personalidad es tema habitual en muchos autores de la Fenomenología. La
capacidad del hombre para apreciar lo valioso le sitúa en el universo moral. Una relectura de la obra de
Dietrich von Hildebrand (Liturgia y personalidad, Salzburgo 1933) permite ahondar en algunos temas propios
de la Liturgia fundamental: el ars celebrandi, la formación, la participación... En una sociedad donde se ha
olvidado el lenguaje sobre Dios necesitamos retomar categorías que hagan relevante el discurso litúrgico en
una sociedad postmoderna.
Maspero, Giulio
L'Umanità di Cristo e l'apofatismo liturgico nel "In Canticum di
Gregorio di Nissa"
03/03/2015
15:40
A210
Il commento al Cantico dei Cantici di Gregorio di Nissa è una delle sue ultime opere; in un certo senso, tale
circostanza la rende anche uno dei testi di sintesi di tutto il suo pensiero. Si tratta di una presentazione della
dinamica spirituale dell'uomo nella sua unione con il Dio uno e trino, basata sull'elemento ontologico
fondamentale dell'epektasis, cioè della crescita continua dell'unione tra il Creatore e la creatura, e sul suo
corrispettivo gnoseologico che è l'apofatismo. Tali elementi caratteristici hanno una profonda dimensione
liturgico-sacramentale per la quale la mutua immanenza tra l'uomo e Dio è fondata nell'Umanità del Cristo, cioè
in quel Mistero, cui ogni cristiano può essere unito attraverso i misteri sacramentali.
Boesner Osb, Robert
Kirchengeschichtliches Rätselraten oder heilsgeschichtliche
Glaubensüberzeugung?
04/03/2015
15:00
A206
L’autore offre uno studio biblico-storico circa l’impossibilità per le donne nella Chiesa Cattolica di ricevere
l’ordinazione episcopale, presbiterale o diaconale. Questa impossibilità, per l’autore, non denota però una
posizione antifemminile nella Chiesa, come in genere si presume. Infatti, questa impossibilità non è un arbitrio
umano ma una volontà irrevocabile di Gesù Cristo, Dio fatto uomo, che realizza la grande promessa
messianica fatta ad Abramo e consegnata in eredità al popolo di Israele per il bene di tutta l’umanità. La
determinazione storica degli usi, dei costumi e delle celebrazioni, prima cioè che diventassero dottrina, avviene
nel periodo antecedente a quello in cui la predicazione degli Apostoli diviene “Libro biblico”. Questo periodo si
chiama “tradizione orale” o “tempo della rivelazione non scritta” e termina con la morte dell’ultimo Apostolo. Da
questo periodo derivano tutte le norme dottrinali della fede e della rivelazione e non abbiamo nessuna
indicazione del fatto che le donne furono ammesse nel novero degli Apostoli. Nulla che indichi che le donne
abbiamo acquisito ruoli destinati agli uomini Importanti sono, da questo punto di vista, le ricerche del noto
storico tedesco di area protestante Adolf Harnack che individua un cosiddetto “cattolicesimo primitivo” intorno
all’anno 100, caratterizzato da un mono-episcopato con un unico gruppo di presbiteri e di diaconi riuniti attorno
al medesimo vescovo. Altrettanto indicativo è il fatto che in altri periodi della storia della Chiesa ci si è
interrogati se il tempo presente fosse uguale a quello degli inizi. Così, Sant’Ippolito nella sua Traditio apostolica
del 175 e nel 400 quando furono catalogati i vecchi “ordines” delle varie chiese locali e alcuni pseudografi.
Erano proprio questi ultimi a dare spunto alla ricerca. Il 400 è il periodo in cui la Chiesa è finalmente libera dalle
persecuzioni e si guardava con nostalgia a una Chiesa povera e virtuosa in un mondo segnato da benessere e
agiatezza senza l’austerità rigida del passato. Proprio il nascente monachesimo mostrava la dignità della prisca
virtus che non era più una necessità ma qualcosa di volontario (come sant’Antonio e i Padri del deserto. Una
delle più grandi sorprese nel novero delle indagini storiche su questo tema è rappresentata dalla ricerca dello
storico anglicano John Henry Newman (1801-1890) su quale fosse la “vera” Chiesa dai tempi della fondazione
fino al XIX secolo. Egli voleva dimostrare che la chiesa anglicana rappresentasse il giusto mezzo tra la
razionalità del protestantesimo e il barocco del cattolicesimo. Newman fu sufficientemente umile per accettare il
Stampato il: 02 marzo 2015
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ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Cognome, Nome
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
04/03/2015
15:20
A206
risultato delle sue indagini e nel 1845 divenne cattolico.
Pioppi, Carlo
La percezione del mistero di Cristo nella legislazione sul culto e sui
sacramenti dei concili provinciali tra '800 e '900
L'obbiettivo dello studio è di mostrare il grado di percezione e di presenza dell'idea di liturgia come mistero di
Cristo nei concili provinciali del periodo compreso tra 1860 e 1930. A tale scopo si procederà ad analizzare i
testi di un campione di tali riunioni tra il 1865 e il 1925 (tre concili italiani, tre spagnoli, due latinoamericani, uno
cinese). Ci si soffermerà sui decreti delle parti De cultu divino e De sacramentis.
Villafiorita, Andrea
Celebrare i misteri di Cristo: alcune intuizioni del beato Columba
Marmion
04/03/2015
15:40
A206
Con spirito pienamente benedettino, il Beato Columba Marmion (1858-1923) ha proposto nelle sue opere una
riflessione teologica saldamente ancorata alle fonti liturgiche. Trattando della vita di Grazia e del suo legame
con l’azione salvifica di Cristo, Marmion presenta con grande ariosità le tradizionali categorie scolastiche ma
aggiunge qualche intuizione originale. È l’unione con Cristo – egli afferma fondandosi sulla dottrina di San
Paolo – che fonda l’efficacia, soprattutto liturgica, dei misteri salvifici, poiché è in virtù di tale unione che quei
misteri sono “nostri”, anzi, sono “più nostri che suoi”. Nelle singole celebrazioni dell’anno liturgico siamo resi
partecipi delle grazie associate ai diversi misteri della vita del Redentore ed è proprio a partire da questa
considerazione che Marmion costruisce un interessante commento alle principali festività liturgiche, illustrando
sotto quale aspetto si renda presente in esse la Grazia dei misteri salvifici. In questo modo, nell'opera di
Marmion l’iniziale intuizione di sapore paolino si declina in un solido impianto teologico, che rende ragione della
centralità salvifica dell’azione liturgica e permette di assaporare con rinnovata e più profonda comprensione il
tesoro del mistero celebrato.
Donelson, Jennifer
The Sound of Mystêrion: What Olivier Messiaen Can Teach Us about
the Metaphysical Limits of Music and its Ability to Convey Divine...
04/03/2015
15:00
A207
In the controversy surrounding the premiere of Vingt Regards sur l’Enfant-Jésus in 1945, the Parisian musical
audience together with Messiaen grappled with the limits of music’s ability to convey divine mysteries. A devout
Catholic, Messiaen attempts a sort of musical theology, and his response to the controversy and subsequent
writings about the metaphysical nature of music formulated new answers to questions about the ability of music
to bear meaning, the nature and modes of musical symbolism, and the artistic embodiment of the Word made
flesh in the Incarnation of Christ. While many of Messiaen’s compositions belong most properly in the concert
hall rather than the liturgy, we can see in Messiaen’s work the seeds of a profound understanding of the ability
of music to function as a sacramental, and can develop an understanding which offers insights into the nature
of liturgical music as integral to the sacred liturgy.
Monari, Giorgio
La tradizione musicale liturgica: processi di estetizzazione nella
cultura contemporanea
04/03/2015
15:15
A207
Negli ultimi due secoli, tradizioni liturgico-musicali secolari o anche recenti sono divenute e divengono oggetto –
quasi inesorabilmente – di processi di estetizzazione e spettacolarizzazione soprattutto in contesti non
ecclesiastici di una certa rilevanza nella cultura contemporanea. Con ciò le stesse tradizioni si sono caricate e
si caricano di valenze e connotazioni ‘improprie’ o perlomeno non sempre pertinenti rispetto allo spirito liturgico
da cui traggono origine. Una consapevolezza della dimensione specifica di tale processo di trasformazione
dell’oggetto estetico è auspicabile se ci si vuole interrogare sulle componenti ‘sonore’, ‘visuali’ e ‘relazionali’
nell’integrità dell’azione celebrativa oggi e sul loro rapporto con la tradizione storica di fronte allo spirito della
liturgia.
Prassl, Franz Karl
Some christologial aspects in different gregorian chants of the
Triduum Sacrum
04/03/2015
15:30
A207
According to the doctrine of the fourfold sense of the Holy Scripture in the writings of the early church fathers
one must take into account, that the texts of the propers of the mass (in a main part written out and redacted
before 752) need to be interpreted either in an allegoric or in the literal sense. The allegoric exegesis of the
bible is the basis of the selection of biblical texts for the most parts of propers in the Temporale, especially
during the Triduum sacrum. The Gregorian chant, in a scholarly terminology: the frankish-roman chant, is the
rhetoric-musical expression of these text. The music itself is part of a contemporary exegesis. Chants of the
Triduum doesn’t show voices of individual prayers, but the voice of the Father and the voice of Christ. The voice
of the church is the confession of the Mysterium salutis, still effective nowadays, an “aggiornamento” of the
experience of generations of believers. The liturgical position of a chant is another reference for the correct
“reading” of it. The special christological aspect and their rhetoric-musical realization will be discussed with
Stampato il: 02 marzo 2015
Pagina 4 di 6
ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Cognome, Nome
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
some chants of the Maundy Thursday, Good Friday, the Easter vigils and the introit of Easter Sunday.
Saiz Pardo Hurtado,
Ramón
Teologia liturgico-musicale. Proposta per una nuova prospettiva
nello studio della musica liturgica
04/03/2015
15:45
A207
L'innegabile ricchezza e varietà della musica liturgica nella storia della Chiesa si trova oggi in un momento di
sconcerto, anche esso innegabile. Durante quasi tutto il primo millennio della Chiesa, la musica liturgica sa
della propria fine. Perciò, dopo alcuni secoli di realizzazioni, il risultato si è materializzato nel canto gregoriano,
riconosciuto e tuttora ribadito come vera musica liturgica. Sicuramente, quel sapere era una coscienza
inconsapevole; e tuttavia sufficiente per aver guidato un processo di purificazione della musica per secoli fino a
raggiungere un prodotto indiscutibile. I secoli successivi sembrano richiamare dalla musica il gusto dei suoni e
altre qualità, più che le essenze della liturgia e della sua musica. Perciò, i paradigmi hanno aperto un abisso
rispetto a ciò che si aspettava della musica liturgica. L'estremo allontanamento se ne potrebbe individuare
nell'Ars nova francese del XIV secolo. Ma la stessa stravaganza di quella musica alimentò la voglia del rientro
alla qualità liturgica. Tuttavia, malgrado si cercasse la strada in modi molto diversi, le tracce si erano perse.
Indubbiamente, molti momenti hanno sentito le musiche di compositori che l'hanno trovata. Ma la linea
predominante della storia non ha voluto inseguirle. La teologia attuale ha individuato la conformità al Logos
quale criterio per una adeguata musica liturgica (Joseph Ratzinger). Una tale musica segue la stessa dinamica
dell'incarnazione e della morte e risurrezione di Cristo; inoltre, aiuta l'uomo a inserirsi nella stessa dinamica. Si
deve parlare allora di una conformità al Logos liturgico. L'approfondimento di questa conformità al Logos
liturgico esige una prospettiva teologica che va oltre l'ambito della musicologia liturgica. Anzi, prendendo
questa come aiuto, e da un punto di vista analogo a quello della teologia liturgica, ciò che se ne propone è la
necessità di una teologia liturgico-musicale. Questa comporta lo studio teologico della musica liturgica nella
cerimonia in corso, da un ricco ventaglio di prospettive.
Wadsworth, Andrew
Liturgical Chant as a unitive element of the celebration of the
Eucharistic Mystery
04/03/2015
16:00
A207
The third edition of the editio typica of the Missale Romanum contains more liturgical chant than any previous
edtion of the missal. Chants are not only given for the prefaces but also for those elements of the Order of
Mass which of their nature should be sung, at least in more solemn liturgical celebrations. There are
additionally a number of occasional chants given for particular liturgical celebrations, notably during Holy Week
and the Sacred Triduum. The English translation of the missal which was implemented from Advent 2011
onwards contains English adaptations of the Latin chants and potentially gives those who celebrate the liturgy
in English a common repertoire of liturgical chants which could form the basis (for the first time) of a common
musical repertoire among those who celebrate the Mass in English. Four years after the implementation of the
English translation of the missal, I wish to make some observations about the experience of the use of these
chants across a wide range of territories and in a variety of pastoral situations, with a view to considering
whether such experience endorses or challenges the view that a common chant repertoire in both Latin and
vernacular languages is an expression of the unity of the Roman Rite in the celebration of the Eucharistic
Mystery.
Folgado, Jesus
El templo cristiano, lugar teológico para el encuentro con el Dios
04/03/2015
15:00
A209
El templo cristiano es el lugar donde son actualizados ordinariamente los misterios cristianos celebrados en la
liturgia de la Iglesia lo que le convierte en un auténtico locus theologicus. La comunicación propuesta tiene por
finalidad mostrar los diversos aspectos que hacen que el espacio se convierta en sagrado. La iglesia, imagen
del cuerpo del Cristo, ya que en ella se reúne la Iglesia celebrante para alimentarse del Cuerpo del Señor
muerto y resucitado, debe ser estudiada pues es vehículo para que el fiel pueda entrar en comunión con Dios.
A nuestro entender, en el contexto teológico y antropológico actual la omisión de un estudio litúrgico específico
del edificio sagrado produce que la construcción o adaptación de las iglesias cristianas en occidente haya
ayudado a la secularización tanto externa como interna en la vida de la Iglesia y del mundo. Por ello
pretendemos abordar algunas claves que ayuden a la reflexión sobre el estado presente y propuestas para
entender la interrelación entre la arquitectura y el resto de artes y la liturgia católica.
Gavrilovic, Andjela
The Representation of Christ as Great High Priest in the Altar of the
Church of the Virgin im Modrište (1360-1380) and Its Meaning
04/03/2015
15:20
A209
The paper deals with an unusual and, as it seems, iconographically unique fresco of Christ depicted as a great
High Priest in the central part of the apse of the Church of the Virgin in Modrište (1360-1380, today Macedonia)
in the second register of the wall painting. His iconography is minutely analyzed in paper. In the context of the
unusual and representative iconographic solution of Christ as great High Priest, the meaning of the preserved
part of the fresco programme in the altar is examined as a unity. The short survey of the different ways of
Stampato il: 02 marzo 2015
Pagina 5 di 6
ELENCO ABSTRACT DEI COMUNICATORI al
XVI Convegno della Facoltà di Teologia
Cognome, Nome
Titolo comunicazione
Giorno e
ora
Aula
Christ’s representations as a Priest in Serbian and Byzantine medieval art in different compositions with
liturgical meaning (Heavenly Liturgy, Communion of Apostles, The Road to Emmaus, Supper in Emmaus) in
different areas of the church is also given in the paper. This is done to compare our example with others. It is
concluded that the representation of Christ in Modrište points out to Him as both King and great High Priest,
especially emphasizing His sacrifice and His role in the economy of salvation of men. Apart from expressing the
unity between heavenly and earthly liturgy, the figure of Christ from this church could as well indicate the
teaching role and the transmitting of teaching and priestly ministry to earthly priests.
López Arias,
Fernando
Lo spazio liturgico come luogo di attualizzazione del mistero di
Cristo
04/03/2015
15:40
A209
Lo scopo della comunicazione è cercare di rispondere alla domanda sul dove avviene la attualizazzione del
Mistero di Dio. Come mai tutto un insieme di atti di Salvezza, realizzati da Dio e dal suo Verbo incarnato in una
geografia precisa, possono essere resi presenti in un luogo fisico del nostro mondo? Dove celebra la Chiesa il
Mistero della sua Redenzione? Il mistero di Cristo è attualizzato nello spazio e nel tempo degli uomini
attraverso la liturgia. Questa, come culto della Chiesa, si formalizza per mezzo del rito che coinvolge, nel suo
sviluppo, uno spazio “vivo” definito da persone ed elementi fisici.
Stampato il: 02 marzo 2015
Pagina 6 di 6