Il Boxer cane da lavoro

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Il Boxer cane da lavoro
Il Boxer cane da lavoro
"Il Boxer cane da lavoro", tratto dalla terza edizione del libro "Il Boxer" del Dott. Roberto de
Sanctis.
"- E' fonte di grande soddisfazione per me annotare in ogni nuova edizione di questo libro la
costante progressiva affermazione del boxer come cane da difesa e utilità, non solo, ma anche
come cane da gara. Nella prima edizione volli intitolare il capitolo:
« L'avvenire del boxer » per meglio sottolineare la sostanziale importanza e la priorità della
funzione nella diffusione, nella valorizzazione e, non a caso, nella salvezza della razza. Nella
seconda edizione segnalai che l'ingranaggio si era messo in moto e che si stava assistendo
(anni 1971-72) al piccolo boom dei boxer al lavoro. Ora ci troviamo davanti al grande boom. E'
fatta. I boxer calcano i campi di gara con disinvoltura e non più come rara avis ma in gruppi
rappresentativi. Basti rammentare l'imponente partecipazione al tradizionale Gran Premio
d'Autunno 1975: uno squadrone di ben tredici boxer e tutti concorrenti nelle varie classi. La
vittoria in classe C civili è arrisa addirittura a un boxer, alla valorosa femmina Titanus
Constellation.
Ripercorriamo le tappe dei boxer da lavoro in Italia. Nei precedenti lustri non c'è storia. Ve
stata in passato qualche partecipazione a gare, ma come episodi isolati e intervallati da anni
l'uno dall'altro. Ricordo una femmina, oltre vent'anni fa, del Maggiore Generale di P.S. Ugo
Amodio, un maschio della signora Thea Favara; poi ancora un maschio del Prof. Piero Giani; i
soggetti del dott. Franco Bonetti e successivamente dell'Ing. Alfonso Verdino e Antonio Barberi.
Tali soggetti ottennero anche validi successi, ma senza che al loro sforzo si unisse un'azione
corale.
All'inizio degli anni '70 su iniziative singole di privati che, scoperto l'esaltante mondo delle gare
da difesa, decisero di realizzare le loro aspirazioni dando vita a qualcosa di organico e
continuativo comincia l'escalation. Nacque così, sotto l'egida dell'allevamento Titanus, il
Titanus Team, la prima compagine a carattere di squadra apparsa nel boxerismo italiano, e che
tanti allori ha acquisito. Anche il prof. Salleo e il
dr. Danilo Giorgio ottennero affermazioni di rilievo con i loro boxer conducendoli
personalmente; affermazioni che continuano ad avere. E così altri amatori nelle varie regioni
d'Italia si dedicarono alla causa del boxer da lavoro. Doveroso è rivolgere un vivo plauso agli
addestratori professionisti che più hanno preso a cuore l'istruzione e la preparazione dei boxer
alle gare: Sebastiano Arcifa, Marcelle e Paolo Montanucci, Salvatore Orecchia. Oggi, da una
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fase basata sull'intraprendenza personale si è passati ad una organizzazione settoriale che
pare debba dare i suoi frutti. Il Titanus Team si è inserito nel Circolo Sportivo del Boxer,
organismo creato a Roma per gli amatori del boxer da lavoro, e primo club del genere
costituitesi in Italia. Alcuni boxer di questo Circolo formarono la prima squadra azzurra che si
recò, in rappresentanza del Boxer Club d'Italia, alla competizione internazionale ATIBOX di
Ginevra nel 1973. Formavano questa compagine la femmina Titanus Constellation che
concorse in classe C internazionale, Titanus Don Felipe, Unik Marel e Greta (ora campionessa
di bellezza) per l'esibizione a squadre. Ora il Circolo Sportivo si è trasformato in Gruppo Laziale
del Boxer Club d'Italia e continua a perseguire i suoi programmi addestrativi. Così pure quasi
tutti i Gruppi periferici del Boxer Club si sono indirizzati, tramite.! loro Centri d'addestramento,
alla preparazione dei boxer e dei loro conduttori proprietari per le gare di lavoro.
Quando si parla di gare di lavoro si vuole intendere quelle competizioni che sono chiamate
ufficialmente « Prove di difesa e di pista per cani delle razze d'utilità » e che sono articolate in
quattro classi: Avviamento, A, B, C. Ed è a queste gare che gli amatori del boxer devono
rivolgere le loro attenzioni e la loro competitività. Si comincia con la classe Avviamento, ora
riservata solo ai conduttori dilettanti, per passare alla classe A e così via. Per ogni classe la
gamma degli esercizi è adeguata e completa e l'agonismo altissimo, per la presenza sempre
più numerosa non solo di pastori tedeschi, ma anche di altre razze quali i pastori belgi, i
dobermann, i riesenschnauzer. Queste gare rappresentano perciò un terreno molto valido di
confronto e di preparazione a cimenti più impegnativi.
Solo attraverso le varie classi si giunge alle perfezione dell'addestramento. Oggi i boxer
possono anche prepararsi per il conseguimento del « Brevetto del Boxer », una prova speciale
istituita dal Boxer Club d'Italia, utilissima, ma che deve essere sempre considerata come un
punto di partenza, mai un traguardo definitivo.
I boxeristi italiani non dovrebbero lasciarsi sfuggire questo momento favorevole in cui anche gli
addestratori più capaci appaiono sensibilizzati al boxer. L'addestramento è un impegno con la
razza e va rispettato non solo per i benefici e le soddisfazioni che ampiamente elargisce, ma
anche per sanzionare quotidianamente gli sforzi compiuti nel passato, in tutto il mondo, per
l'affermazione del boxer come cane di utilità.
Penso non sia inutile ricordare che già nei primi venticinque anni di questo secolo, si assistette
a una lotta accanita tra i sostenitori del boxer, che si battevano per ottenere il riconoscimento
ufficiale di cane da lavoro, e un gruppo di oppositori che ostacolando il riconoscimento
cercavano d'impedire l'ascesa della giovane razza. La valorizzazione delle doti utilitaristiche
per il lancio e la diffusione della razza era già una necessità assoluta.
Ci volle la prima guerra mondiale nel corso della quale il boxer mise in evidenza le sue
splendide qualità psico-funzionali e altri dieci anni di continue dimostrazioni addestrative per far
entrare, in pompa magna, il boxer tra i cani poliziotti. Era il trionfo. D'allora il boxer, in tutti i
Paesi d'Europa e negli Stati Uniti, fu impiegato in ogni specializzazione: dal soccorso in acqua
alla difesa personale, dalla guida per ciechi al soccorso nelle valanghe, dal servizio di polizia
all-'anti-bracconaggio. Dal '39 al '45 oltre tremila boxer furono usati dalle autorità militari
tedesche come cani da guerra. Anche il cinema è rimasto affascinato dalle doti del boxer e
abbiamo avuto boxer attori.
Negli Stati Uniti il boxer è tra le razze preferite per la guida dei ciechi, sia per le qualità
attitudinali a questo nobile compito sia per le dimensioni contenute delle femmine (per questo
lavoro si usano solo femmine) che si adattano ai mezzi pubblici affollati e ad abitazioni piccole
molto meglio di razze più voluminose e pesanti.
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Due coniugi israeliti, i dottori Menzel, selezionando scientificamente le qualità psichiche
crearono una stirpe di boxer da lavoro, i « ben Satan », le cui imprese rimangono leggendarie
nella storia del cane di utilità.
L'autrice tedesca Gerda M. Umlauff spesso si compiace di raccontarle e noi qui vorremmo
condensarne alcune.
Angus ben Satan detto Bangus era un boxer maschio molto apprezzato negli ambienti della
polizia viennese. Durante un servizio di pattuglia sulla sponda del Danubio I il suo conduttore,
l'ispettore Pleyner, si accorse cjie in una villa isolata stava accadendo qualcosa. Fece scalare a
Bangus la staccionata, alta oltre due metri e con filo spinato, che circondava la villa, la superò
egli stesso e s'incontrò con due ladri i quali, già" terrorizzati dal boxer, si lasciarono disarmare.
Il problema era poi di scortare i due per vari Km. fino al commissariato, ma soprattutto di far
loro superare la staccionata.
L'ispettore Pleyner intimò ai delinquenti che in caso di fuga avrebbe ordinato a Bangus di
attaccare. Per primo scavalcò il recinto, lasciando il boxer a sorvegliare i due prigionieri, poi
ordinò loro di seguirlo. Per ultimo venne Bangus che con il suo self-control e decisione aveva
permesso una cattura così difficile.
Un'altra boxer, Thersites ben Satan, fu la protagonista di un'azione poliziesca famosa. Ecco il
rapporto ufficiale: « Nella notte dall'I 1 al 12 Novembre il contadino St. era stato ucciso da un
colpo di fucile alla testa. Secondo tracce visibili l'assassino aveva trascinato il morto nel folto
della foresta. Accanto al cadavere fu trovata una bicicletta che non gli apparteneva. La boxer fu
messa sulla pista il 12 Novembre alle ore 12,30 con tempo nebbioso e senza vento. Prese
bene la traccia, la seguì fino alla casa dell'assassinato, la finestra della sua camera da letto e la
porta dell'abitazione. Dopo zelante ricerca infine riprese la traccia e la seguì attraverso
Baumgarting, passando per sei villaggi, fino al paese di Gallpach, dove le peste
apparentemente finivano. In seguito a ciò fu arrestato M., cognato del morto. La bicicletta
risultò sua. M. confessò il delitto, disse d'aver percorso esattamente la strada percorsa dalla
boxer, per una lunghezza di 12 Km. e ben dieci ore dopo il crimine ».
Sono famose le prestazioni dei boxer nei concorsi nazionali per cani da lavoro che si tenevano
in Germania prima del '40 e tanto più significative se si pensa che il regolamento richiedeva ai
concorrenti una corsa controllata di 30 Km. con sosta di mezz'ora a metà strada e salto di un
ostacolo di 1 metro, d'una palizzata di m. 1,70 e di un fosso largo m. 4. Ebbene, Pitt von der
Wurm, un ottimo stallone boxer, superò la prova senza errori in 98' e 5".
Vorrei sfatare anche la favola della carenza di fiuto, a giustificazione della quale si è soliti
avanzare la scusa della brevità della canna nasale. A prescindere dagli esempi luminosi sopra
menzionati, a prescindere ancora dal fatto che in Svizzera i boxer sono stati usati, con
successo, come cani da valanga, impiego essenzialmente da fiuto, posso testimoniare e con
me ogni addestratore in buona fede che i boxer riescono perfettamente in pista come ogni
altra razza e come ogni altra razza hanno individui che scarseggiano e individui che eccellono.
Ne ho esempi quotidiani indipendentemente dalla brevità o meno della canna nasale. Per
quanto riguarda poi le difficoltà negli esercizi di sottomissione, possono esistere, ma non sono
superiori a quelli che si incontrano nell'addestramento di qualsiasi altro cane.
E' doveroso aggiungere che i boxer, una volta imparato un esercizio, non lo dimenticano più.
Il profilo caratteriale del boxer si regge sull'eccezionale equilibrio del suo sistema nervoso
costituzionalmente immune da sindromi nevrotico-simili che albergano, legate alla costellazione
ormonica, in numerose razze d'utilità. Sindromi che generano eccessi di mordacità in età
giovanili e che sono tenute in gran conto dai superficiali. E qui vale la pena di fare il punto s,u
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due aspetti della psiche canina d'importanza determinante: la mordacità e il coraggio.
La mordacità è la reazione del cane a sollecitazioni estranee sgradevoli e non bisogna
confonderla con il coraggio.
La mordacità nasce dall'impulso dell'autoconservazione, impulso che spesso spinge il cane a
fuggire anziché a mordere rappresentando, in quel momento, la fuga la soluzione migliore per
autoconservarsi. Il coraggio, invece, è quella qualità che fa dimenticare al cane l'interesse per
sé stesso e lo spinge ad affrontare coscienziosamente e di propria iniziativa un pericolo. Il
cane mordace morde per salvare la propria integrità, il cane coraggioso morde per difendere
coloro che ama. I boxer nella quasi totalità sono coraggiosi.
Possiamo condensare in tre punti le qualità del boxer come cane da lavoro:
1) l'aggressività cosciente e non nervosa, qualità grazie alla quale si può considerare la più
fidata e sicura guardia personale;
2) l'equilibrio, dote rara in un cane combattivo, che gli permette di controllare i suoi impulsi e la
sua leggendaria irruenza. Niente di più necessario infatti per un cane destinato al difficile lavoro
di polizia è il poterlo « tenere in mano »;
3) la forte struttura atletica e la presa formidabile che fecero scrivere al Barbieri « razza a testa
brachicefala e tronco mesomorfo, particolare struttura selezionata di proposito e che qualifica il
boxer tra i migliori cani da difesa."
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