Epidemiologia e varianti cliniche
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Epidemiologia e varianti cliniche
Clinica e stadiazione del Melanoma Cutaneo Prof. E. Colombo Dott.ssa B. Miglino Dott.ssa L. Gironi SCDU - Clinica Dermatologica dell’Università del Piemonte Orientale – Novara. Melanoma Cutaneo: definizione e istotipi. Il melanoma é la neoplasia maligna derivante dalla trasformazione dei melanociti, cellule che sintetizzano i melanosomi, organuli citoplasmatici di melanina. Tale neoplasia può presentarsi in 4 diverse forme primitive e come melanoma su nevo Acrolentigginoso Lentigo maligna M. Nodulare Superficial Spreading Prevalenza • Il melanoma cutaneo rappresenta oggi il 5% di tutte le nuove diagnosi di neoplasia nell’uomo e il 4% nella donna. • Nella popolazione non indigena dell’Australia, dove si registra la più alta incidenza mondiale, occorrono oggi una media di quasi 40 nuovi casi ogni 100.000 abitanti all’anno. • In Piemonte il tasso di incidenza nel triennio 2004-2006 era negli uomini di circa il 26/100.000 abitanti e del 20,7/100.000 abitanti per anno nelle donne. Mortalità • Il tasso di mortalità, osservato tra il 2004-2006 nella nostra Regione, si aggira sui 2,3 casi per anno su 100.000 abitanti per le donne e sui 3,1 per gli uomini. • Il dato Nazionale è in accordo con il dato regionale piemontese, che vede un aumento globale dell’incidenza di melanoma in entrambi i sessi, ma con prevalenza, specie delle diagnosi precoci, nel sesso femminile. Tale fenomeno è dovuto ad una maggiore sensibilizzazione alle campagne preventive nelle donne. I tre tumori cutanei più frequenti Carcinoma Spinocellulare Carcinoma Basocellulare Melanoma a diffusione superficiale I cinque tumori più frequenti Tab. AIRTUM, incidenza 20032003-2005. Percentuale rispetto ai tumori diagnosticati. AIRTUM incidenza. incidenza. Percentuale rispetto al totale dei tumori diagnosticati nel periodo 1993/1995 e 2003/2005,per sesso. Distribuzione per sesso e totale di numero di diagnosi di melanoma cutaneo primitivo suddivisa per anni: dal 1 gennaio 1983 al 30 giugno 2009 80 70 60 N Casi 50 40 30 20 10 0 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 30giu09 Anni Uomini Donne Totale DATI STATISTICI ATTIVITA’ CHIRURGICA ONCOLOGICA CLINICA DERMATOLOGICA DI NOVARA 2012 – 2013 - 2014 2012 2013 2014 Melanoma 133 141 159 Linfonodo sentinella 41 45 50 Carcinomi squamosi 112 122 130 Carcinomi basocellulari 550 602 654 Distribuzione della nostra casistica per sesso (19832009) Distribuzione della nostra casistica per età Sesso ed età • Recenti studi hanno riportato come negli ultimi anni ci sia un incremento delle diagnosi di melanoma nel sesso femminile, in tutti i paesi europei, in contrasto con i dati australiani e nord-americani, nei quali si riscontra un tasso di incidenza più elevato negli uomini. Sede • In Italia il 61,5% degli uomini e nel 25,3% delle donne, la neoplasia insorge al tronco, mentre agli arti inferiori si presenta nel 14,2% negli uomini e nel 47,8% nel sesso femminile • Uno studio israeliano ha correlato il valore dello spessore e la sede del melanoma, dimostrando che le sedi non visibili al paziente (dorso e pianta dei piedi) sono associate ad uno spessore > 2,50 mm. * * Hemo Y. , Gutman M. , Klausner JM. Anatomic site of primary melanoma is associated with depth invasion. Arch Surg 1999 Feb; 134(2): 148-150. Distribuzione della nostra casistica per sede (1983-2009) La Clinica FORME CLINICHE Melanoma SU LENTIGO MALIGNA lesione maculosa di forma irregolare, con tenedenza all’espansione a pigmentazione disomogenea. Melanoma A DIFFUSIONE SUPERFICIALE 70% di tutti i melanomi. Lesione maculosa o maculosa palpabile, di forma irregolare, dimensioni > 6mmm, colore bruno nerastro e pigmentazione disomogenea. Se diagnosticato precocemente prognosi buona. Melanoma ACRALE-LENTIGGINOSO lesione piana o a pigmentazione disomogenea e irregolare di colorito nero-bluastro , su cui possono isorgere papule o noduli. Insorge generalmente in sede ungueale, palmare o plantare. Forma clinica aggressiva. Melanoma NODULARE 25 al 30% di tutti i melanomi. Formazione nodulare a base sessile, conformazione regolare, superficie convessa, a limiti netti. Può ulcerarsi in superficie e ricoprirsi di squamo-croste emorragiche. Melanoma tipo Lentigo Maligna Melanoma a diffusione superficiale al tronco Melanoma acrale Melanoma nodulare Melanoma nodulare Melanoma nodulare amelanotico Storia naturale del melanoma e delle sue differenti forme anatomo-cliniche FATTORI DI RISCHIO -Anamnesi familiare e personale di melanoma -Fotoesposizione intensa intermittente con scottature, specie se in età infantile - Fototipo cutaneo di tipo 1 o 2 e in particolare soggetti con anamnesi di intensa e prolungata esposizione solare in gioventù - Nevo melanocitico congenito - Nevo melanocitico di recente comparsa in età adulta - Numerosità dei nevi - Fumo FAMILIARITA’ • I pazienti con melanoma familiare rappresentano circa il 8-13%di tutti i pazienti con melanoma. • I soggetti con parenti di primo e secondo grado affetti da melanoma costituiscono una categoria ad alto rischio, questi pazienti hanno di solito hanno un’insorgenza in giovane età della neoplasia e hanno un maggior rischio di sviluppare multipli melanomi primari e nevi displastici in confronto a soggetti senza storia familiare. • Studi genetici hanno identificato un gene responsabile della familiarità per il melanoma cutaneo sul cromosoma 9p21, il gene in questione è CDKN2A e la proteina di riferimento è p16ink4a inibitore di una chinasi ciclicadipendente, questo é stato implicato come gene oncosoppressore ed è stata riscontrata la sua mutazione in circa il 40% dei pazienti con melanoma familiare. LE BASI GENETICHE DEL MELANOMA IL MELANOMA FAMILIARE 8-13% DEI PAZIENTI AFFETTI DA MC PRESENTANO FAMILIARITÀ PER QUESTO TUMORE LA FAMILIARITÀ PER MC È CONSIDERATA ATTUALMENTE IL PRINCIPALE FATTORE DI RISCHIO IL RISCHIO AUMENTA IN MODO DIRETTAMENTE PROPORZIONALE AL NUMERO DI MEMBRI DELLA FAMIGLIA AFFETTI DIVERSI GENI COINVOLTI (ONCOSOPPRESSORI, ONCOGENI , GENI IMPLICATI NELLA RIPARAZIONE DEI DANNI A CARICO DEL DNA) I PRINCIPALI SONO … GENI AD ALTA SUSCETTIBILITÀ CDKN2A, CDK4, POT1 GENI A MEDIA SUSCETTIBILITÀ MITF GENI A BASSA SUSCETTIBILITÀ MC1R, promotore del gene TERT FOTOTIPI NEVOMATOSI MULTIPLE Solo circa il 20 % dei melanomi prende origine da un nevo preesistente di tipo congenito o acquisito. NEVI MELANOCITARI CONGENITI La Dermoscopia e l’ Istologia Dermatoscopia Manuale Monoculare, ingrandimento fisso 10X, che permette un esame rapido con una buona qualità dell’immagine. Melanoma a diffusione Superficiale. A B C D D) Immagine microscopica confocale di derma che mette in luce nidi cerebriformi (frecce) associati ad allargamento dei diametri dei vasi (asterischi). A) Dermoscopia di un’area nodulare mostra vasi atipici (frecce). B) Immagine microscopica confocale dell’epidermide che evidenzia un pattern disordinato e molte grandi cellule dendritiche atipiche.(Vivascope 1000, 475 x 350 µm field of view; Lucid Inc, Rochester, New York) C) sezione istologica del derma che dimostra una densa e profonda proliferazione di cellule epitelioidi atipiche, con presenza di vasi dilatati (frecce) (ematossilinaeosina, x100). Melanoma nodulare A C B D D) Immagine microscopica confocale del derma in cui si evidenziano spazi scuri con piccole cellule all’interno (asterisco) che corrispondono alla circolazione sanguigna nei vasi dermici. A) esame clinico e dermoscopico dimostrano un pattern globulare, con mancanza di aree strutturate, punti irregolari e la presenza di un velo bianco-blu. B) Reflectance-mode confocal microscopic image dell’epidermide (Vivascope 1000, 475 x 350 µm field of view; Lucid Inc, Rochester, New York) mostra un pattern a nido d’ape a maglie allargate con cellule poligonali con nuclei iperpigmentati e un margine. C) Area di ipercheratosi senza crescita pagetoide. (ematossilinaeosina , x200). In dettaglio, aggregate dermici di melanociti atipici con vasi dilatati (x200). GLI STRUMENTI Videomicroscopio Sistema ottico costituito da una microvideocamera montata su un manipolo flessibile dotato di varie lenti d’ingrandimento (da 10X a 500X) che appoggiato sulla cute trasmette l’immagine della lesione pigmentata su un monitor a colori. Tecnologia digitale applicata all’epiluminescenza L’applicazione della tecnologia digitale ai diversi strumenti per epiluminescenza ha reso possibile lo sviluppo di importanti applicazioni Sia per l’uso clinico che per l’uso di algoritmi specifici di supporto alla Valutazione delle lesioni. L’impiego di tali applicazioni soprattutto per la diagnosi ed il monitoraggio (mappatura) delle lesioni pigmentate richiede tuttavia un approccio prudente; per tale motivo si suggerisce l’invio dei pazienti in centri esperti. Strutture Epimicroscopiche SEGNI PRINCIPALI: -Reticolo pigmentario -Digitazioni radiali e pseudopodi -Globuli pigmentati SEGNI SECONDARI -Punti pigmentati -Velo bianco -Aree grigio bluastre -Aree blu acciaio -Depigmentazione SEGNI NON SPECIFICI -Pseudocisti cornee -Ostii follicolari pseudocomedonici -Lacune nere a riflessi rossi La Diagnosi La diagnosi è fondata sui seguenti cardini: • Esame clinico “ABCDE”(esperienza dell’operatore) • Esame dermatoscopico • Esame Istologico I Fattori Prognostici Spessore di Breslow e livello di Clark Più di 50 studi hanno condotto all’identificazione di parametri clinici e istologici specificatamente prognostici per il melanoma. I fattori prognostici generalmente inclusi sono: età sesso sito di localizzazione del tumore spessore della lesione in mm (Breslow) ulcerazione regressione - risposta del paziente satellitosi microscopica invasione vascolare indice mitotico Quasi tutti gli studi hanno confermato come sia di fondamentale importanza suddividere i pazienti affetti da melanoma nei diversi Stadi SLNB = sentinel lymph node biopsy. biopsy Ovvero l’asportazione del primo (o anche più di uno) linfonodo della regione interessante la neoplasia, cioè il primo che drena la linfa di quella zona anatomica e quindi anche le eventuali cellule metastatiche. La frequenza della presenza di metastasi linfonodali (positività del linfonodo sentinella) è strettamente correlata con lo spessore del melanoma primitivo. In uno studio italiano eseguito nel 2000 vengono riportate le percentuali di positività della biopsia del linfonodo sentinella rapportate allo spessore della lesione, su un totale di 450 pazienti sottoposti a tale intervento: Spessore sec. Breslow Num. Pazienti con SLNB + Totale Pazienti 0.76-1.99 18 (9.2%) 195 2.00-2.99 19 (25.3%) 75 3.00-3.99 9 (25.7%) 35 ≥ 4.00 29 (38.7%) 75 Stadiazione AJCC 2009 Final Version of 2009 AJCC Melanoma Staging and Classification Charles M. Balch, Jeffrey E. Gershenwald, Seng-jaw Soong, John F. Thompson, Michael B. Atkins, David R. Byrd, Antonio C. Buzaid, Alistair J. Cochran, Daniel G. Coit, Shouluan Ding, Alexander M. Eggermont, Keith T. Flaherty, Phyllis A. Gimotty, John M. Kirkwood, Kelly M. McMasters, Martin C. Mihm, Jr, Donald L. Morton, Merrick I. Ross, Arthur J. Sober, and Vernon K. Sondak J Clin Oncol. 2009 December 20; 27(36): 6199–6206. Published online 2009 November 16. doi: 10.1200/JCO.2009.23.4799 PMCID: PMC2793035 *Clinical staging Include il “microstaging” del melanoma primario e la valutazione clinico/radiologica per la ricerca di metastasi. Per convenzione, dovrebbe essere usata dopo l’escissione completa del melanoma primario con valutazione clinica delle metastasi regionali e a distanza. †Pathologic staging Include il “microstaging” del melanoma primario e le informazioni patologiche circa lo stato linfonodale dopo parziale( es:biopsia linf sentinella) o completa linfoadenectomia. Lo stadio patologico 0 e IA sono eccezioni; tali pazienti non richiedono la valutazione linfonodale. Categorie TNM Staging per il Melanoma Cutaneo Classificazione Spessore (mm) Ulcerazione/Mitosi T Tis NA NA T1 ≤ 1.00 a: Without ulceration and mitosis < 1/mm2 b: With ulceration or mitoses ≥ 1/mm2 T2 1.01-2.00 a: Without ulceration b: With ulceration T3 2.01-4.00 a: Without ulceration b: With ulceration T4 > 4.00 a: Without ulceration b: With ulceration No. of Metastatic Nodes Nodal Metastatic Burden N0 0 NA N1 1 a: Micrometastasis* N b: Macrometastasis† N2 2-3 a: Micrometastasis* b: Macrometastasis† c: In transit metastases/satellites without metastatic nodes N3 *Micrometastases 4+ metastatic nodes, or matted nodes, or in transit metastases/satellites with metastatic nodes are diagnosed after sentinel lymph node biopsy. are defined as clinically detectable nodal metastases confirmed pathologically. †Macrometastases M Site Serum LDH M0 No distant metastases NA M1a Distant skin, subcutaneous, or nodal metastases Normal M1b Lung metastases Normal M1c All other visceral metastases Normal Any distant metastasis Elevated Abbreviations: NA, not applicable; LDH, lactate dehydrogenase. STADIO I e II Stadi che raggruppano pazienti con melanomi da“sottili”a “molto spessi” e con una sopravvivenza a 5 anni che oscilla dal 93% (stadio IA) al 39% (stadio IIC). STADIO III Stadio rappresentato dalla maggior parte dei pazienti con micrometastasi identificate dopo biopsia del linfonodo sentinella e linfoadenectomia completa. Il numero di linfonodi positivi è il più importante fattore prognostico per questi pazienti. La loro sopravvivenza decresce con l’infiltrazione linfonodale (N2c) e a 10 anni si assesta circa al 52%. STADIO IV Stadio che rappresenta i pazienti con metastasi a distanza; i siti di metastasi e i livelli di LDH suddividono lo stadio M1 in 3 sottocategorie: M1a, M1b, M1c. Allo sviluppo di una metastasi a distanza, la sopravvivenza media è di 6 mesi circa. Il solo fattore che modifica la prognosi è il numero di metastasi e la loro localizzazione. La sopravvivenza sarà più lunga in chi ha solo una metastasi piuttosto che due o più, la localizzazione singola di metastasi polmonare, intestinale o cerebrale è a prognosi migliore rispetto ad altri organi. La sopravvivenza a un anno comunque è abbastanza bassa e si avvicina al 33% per stadi M1c. PROGNOSI Metastasi • Metastasi satellite e in-transit: sono considerate entrambe metastasi locoregionali che interessano la zona di cute intorno al sito del melanoma primario o tra il melanoma primario e la prima stazione linfonodale • Metastasi Nodali: sono definite come metastasi nei primi linfonodi regionali che drenano la linfa vicino alla neoplasia. Il rischio di avere questo tipo di metastasi è correlato allo spessore del melanoma cutaneo primitivo METASTASI CUTANEE DA MELANOMA METASTASI LINFONODALE DA MELANOMA • Metastasi a Distanza: questa altra tipologia di metastasi è anche chiamata “viscerale” e colpisce cute, linfonodi e/o organi “distanti” dalla sede del melanoma primario. • La neoplasia diffonde nel 42-57% dei casi in zone “non viscerali”: cute, tessuto sottocutaneo, linfonodi a distanza. • Le metastasi più frequenti agli organi viscerali colpiscono il polmone (18-36%), il fegato (1420%), l’encefalo (12-20%), il tessuto scheletrico (11-17%), e l’intestino tenue (1-7%). La TERAPIA EXERESI CHIRURGICA con margini di escissione corrrelati allo spessore secondo Breslow: a 0,5-1 cm se melanoma in situ, a 1 cm se spessore < 2 mm e 2-3 cm. se spessore > 2 mm. Biopsia del linfonodo sentinella se spessore sec. Breslow >0,75, se presente ulcerazione e se IV e V livello di Clark o se è presente ulcerazione o elevato indice mitotico, seguita da eventuale svuotamento linfonodale in caso di metastasi linfonodale. • In caso di metastasi cutanee e d’organo è congliata l’asportazione delle medesime. • Eventuale chemioterapia o immunochemioterapia quando il paziente presenta metastasi d’organo diffuse. • E’ oggi discusso l’utilizzo di IFN-alfa ed IL 2 in caso di melanomi ad elevato spessore. TERAPIA MEDICA STORICA: Chemioterpia e Immunomodulanti • E’ una terapia adiuvante, che viene usata in caso di secondarismi, soprattutto ad organi viscerali (isolati o multipli) vengono usate terapie con immunomodulanti (IFNa) o cicli di chemioterapia. • La chemioterapia è in particolar modo usata negli stadi IV e in metastasi singole non resecabili. I chemioterapici più usati sono la dacarbazina, le nitrosouree (lamustina) e gli alcaloidi della vinca (cisplatino e carboplatino). Alcuni studi hanno dimostrato come ci sia una risposta clinica alla chemioterapia in pazienti con malattia avanzata, benché non ci sia un aumento della sopravvivenza globale. • Un’altra tecnica è rappresentata dall’elettrochemioterapia; essa é applicabile talvolta nelle forme agli arti con recidiva locale e/o satellitosi e nelle metastasi in transit e/o regionali. Si tratta comunque di un trattamento palliativo perché cura localmente e in modo poco invasivo le metastasi altrimenti non più trattabili, migliorando in modo significativo la qualità della vita dei pazienti. • In alcuni pazienti al trattamento chemioterapico è stato aggiunto l’IFN a, esso ha un’azione antiproliferativa, con una responsività del 10/20% e di circa 6 mesi. LE BASI GENETICHE DEL MELANOMA IL MELANOMA CUTANEO, COME TUTTE LE NEOPLASIE MALIGNE, POSSIEDE PECULIARITÀ FENOTIPICHE (ECCESSIVA CRESCITA, INVASIVITÀ LOCALE, CAPACITÀ DI METASTATIZZARE) ACQUISITE IN MODO GRADUALE ATTRAVERSO UN PROCESSO DI TUMOROGENESI MULTISTEP (PROGRESSIONE TUMORALE) ACCUMULO DI MUTAZIONI «ATTIVANTI» A CARICO DI GENI ONCOGENI (che promuovono la crescita autonoma della cellula tumorale) e DI MUTAZIONI «DISATTIVANTI» A CARICO DEI GENI ONCOSOPPRESSORI (che frenano la proliferazione della cellula) e DEI GENI IMPLICATI NELLA RIPARAZIONE DEL DNA Questi eventi genetici possono avvenire: a LIVELLO SOMATICO (più frequentemente) a LIVELLO GERMINALE (meno frequentemente) TUMORE SPORADICO TUMORE EREDITARIO (SINDROMI ONCOLOGICHE FAMILIARI) Biologia Molecolare -Nuove Prospettive Prospettive-Ricerca nelle metastasi di melanoma di: • C-KIT, correato al melanoma insorto in sedi non fotoesposte(melanomi acrali e mucosi) • B-RAF ( melanomi insorgenti in sedi fotoesposte) • N-RAS Questi ultimi correlati a melanoma insorto in sedi fotoesposte Target Therapy - Alcuni Farmaci • Vemuranefib : agisce su Braf (mutazione di V600e), viene somministrato per os 2vv/die (Effetti collaterali maggiori: fotosensibilità, insorgenza di NMSC e resistenza al farmaco) • Dabrafenib: simile al precedente, ma ancora in studio di fase 3 • Imatinib: ancora in studio di fase 2. Ottimi risultati nel 23 % dei pazienti. • Trametinib: inibitore Mek(via Ras e Braf). Ha elevata attività e prolunga la sopravvivenza. • Altri farmaci in fase di studio. TARGET TERAPY • Si usa nel melanoma in stadio 4 in alcuni centri di riferimento. Purtroppo però sono state riscontrate numerose resistenze ai farmaci utilizzati, per cui gli studi di ricerca di altri farmaci prosegue. LE BASI GENETICHE DEL MELANOMA: NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI • La recente caratterizzazione delle alterazioni molecolari implicate nella tumorogenesi del melanoma hanno portato a sviluppare nuovi approcci terapeutici, le Terapie Target disegnate e progettate sulla base dell’eterogeneità molecolare del melanoma. INIBITORI DI BRAF la mutazione attivante a carico dell’oncogene BRAF nel 70-80% dei melanomi cutanei. La mutazione più frequente di BRAF (in > dell’80% dei casi) è la V600E. SORAFENIB aspecifico, inibitore multichinasico di BRAF (wild type o V600E), ma anche di VEGFR, PDGFR, Ckit e FLT3. Ha mostrato in realtà scarsa efficacia nel melanoma metastatico e inoperabile. VEMURAFENIB (ZELBORAF), il primo inibitore selettivo per BRAFV600E privo o quasi totalmente privo di effetti sulla forma BRAF wild type, che ha ottenuto l’approvazione dell’FDA nel 2011. È un inibitore orale, che il paziente può assumere al domicilio, fino a progressione di malattia o allo sviluppa di un livello inaccettabile di tossicità. Buona risposta. Effetti collaterali: spinaliomi, reazioni oftalmologiche (uveiti, iriti..), prolungamento del QT, carcinoma squamocellulare non cutaneo (viscerale), nuovi melanomi cutanei, epatotossicità, fotosensibilità. LE BASI GENETICHE DEL MELANOMA: NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI INIBITORI DI BRAF DABRAFENIB (TAFINLAR) ha ricevuto l’approvazione dalla FDA nel 2013. Commercializzato anche in Europa. È anch’esso un inibitore selettivo di BRAFV600E e agisce come Vemurafenib, ma sembra, rispetto a questo, più efficace nelle metastasi cerebrali. Presenta un profilo di effetti collaterali sovrapponibile al Vemurafenib. INIBITORI DI MEK Potenti inibitori specifici di MEK1/2 che hanno mostrato un’efficacia nel 20% dei melanomi mutati in BRAF. TRAMETINIB (MEKINIST) è un inibitore di MEK approvato dalla FAD per il melanoma inoperabile o metastatico positivo a mutazione BRAFV600E (o V600K). Inibitore orale, viene assunto al domicilio, fino a progressione di malattia o allo sviluppa di un livello inaccettabile di tossicità. Effetti colllaterali: disfunzione ventricolare, ipertensione arteriosa, malattia interstiziale polmonare, eventi emorragici, rabdomiolisi, rash cutanei, complicanze oftalmologiche, epatotossicità. BINIMETINIB (non ancora approvato) ha dimostrato attività promettente negli studi di fase 2 e 3 TERAPIE COMBINATE INIBITORI DI BRAFBRAF-MEK LE BASI GENETICHE DEL MELANOMA: NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI INIBITORI DI cc-KIT Mutazioni attivanti KIT nel 36% dei melanomi acrali, nel 39% dei mucosi, nel 28% dei melanomi lentigginosi/associati a cute con danni attinici cronici e solo nel 2-6% dei restanti melanomi cutanei IMATINIB e NILOTINIB, non ancora approvati. INIBITORI DI CDK4 Mutazioni diasattivanti CDKN4 nel 90% dei melanomi cutanei PALBOCICLIB (PD0332991) rappresenta l’inibitore selettivo di CDK4 più studiato. È in grado di inibire e ridurre la fosforilazione di RB, determinando l’inibizione della proliferazione cellulare. Presenta come tossicità dose-limitante la mielodepressione. Altri inibitori CDK4/CDK6 in studio sono LEE011, LY2835219 e P276-00: hanno tutti mostrato negli studi preclinici buona selettività per CDK4. LE BASI MOLECOLARI DEL MELANOMA: NUOVI APPROCCI TERAPEUTICI IMMUNOTERAPIA INTERLEUCHINA 2 Approvata nel 1998 dalla FDA, non approvata in Europa. Molti effetti collaterali. Scarsa efficacia. IPILIMUMAB Anticorpo monoclonale diretto verso CTLA4 (somministrato ev), un recettore presente sui linfociti T attivati e che regola normalmente la risposta immunitaria. Il legame del CTLA4 con il suo ligando B7 avvia un segnale di anergia nei linfociti e disattiva l’attivazione immunitaria. Il legame dell’Ab anti-CTLA4 alla molecola impedisce l’innesco del segnale che si traduce in un potenziamento delle difese immunitarie.Effetto collaterale più frequente: diarrea. LAMBROLIZUMAB e NIVOLUMAB Anticorpi monoclonali inibitori di PD-1, un recettore inibitorio espresso dai linfociti T attivati. Quando PD-1 lega PDL.1, espressa dalle cellule tumorali, l’attivita anti-tumorale dei linfociti T viene inibita. Recentemente queste molecole hanno mostrato risultati incoraggianti nel 38% dei pazienti affetti da melanoma metastatico e non operabile. Nivolumab è stato somministrato anche in combinazione con Ipilimubab, con efficacia nel 53% dei casi. SCREENING E PREVENZIONE PRIMARIA (1) • Non esistono evidenze scientifiche certe e non sono stati condotti sufficienti studi sulla popolazione che dimostrino l’efficacia dello screening nella prevenzione e limitazione dei tumori cutanei. • Altri sostengono che promuovere l’auto-esame mensile della propria cute e la visita annuale dermatologica , come metodologia abituale di screening così come avviene per altre patologie tumorali (vd mammografia, pap test, psa, etc), aumentando la prevenzione, ridurrebbero il tasso di mortalità per melanoma fino al 63%. * e aumenterebbero le diagnosi di tumori cutanei agli stadi iniziali, a cui farebbero seguito interventi chirurgici meno invasivi. * Tolpinrud WL, Viola KV et al. Nondermatologists’ use of predictive terms for a potentially malignant lesion. South Med J.2011;104:477-81. SCREENING E PREVENZIONE PRIMARIA (2) • • • • • Sensibilizzazione al problema Invito all’auto-esame Controllo annuale specialistico Limitazione della fotoesposizione Individuazione dei soggetti a rischio (portatori di nevi displasici, fototipi II e III, famigliarità per melanoma, numerosità dei nevi) • Campagne formative per MMG • Perdita media di anni di vita: - melanoma: 15 anni - non melanoma skin cancer: 10 anni Guy GP, Ekwueme DU. Years of potential life lost and indirect costs of melanoma and non-melanoma skin cancer: a systematic review of the literature. Pharmacoeconomics. 2011;29(10):863-74. GRAZIE PER L’ATTENZIONE !