tutorial 4 - Dipartimento di Matematica
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4. La teoria degli insiemi (intuitiva). La semantica vista nel secondo capitolo non va oltre l’idea di verità come caratterizzazione della idea di proposizione logica. Per andare oltre occorre riprendere quella idea di ‘semantica estensionale’ introdotta all’inizio, nella quale il significato di un concetto è dato dalla totalità delle sue ‘istanze’, cioè degli individui cui si può attribuire tale concetto: il significato del concetto ‘animale’ è dato dalla totalità degli animali, o, come diremo nel seguito, dall’insieme degli animali. L’insieme è inizialmente l’idea di una molteplicità di cose o ‘elencate’ ({Michele, Francesco, Anna}) o caratterizzate da una proprietà {i numeri pari}. E’ ovvio che questa seconda caratterizzazione si connette immediatamente alla logica, come rapporto tra intensione ed estensione. La proprietà (intensionale) dell’”essere umano” corrisponde all’insieme (estensione) degli “umani”. E l’estensione di un concetto è oggi accettata come sua semantica: il significato (o meglio il riferimento)dell’“essere umano” è proprio l’insieme degli umani. La connessione è molto più profonda di quanto potrebbe sembrare a prima vista, perché si estende a connettivi e operazioni/relazioni insiemistiche. E’ quello che in algebra si dice un isomorfismo tra la teoria logica proposizionale e la teoria degli insiemi. Le operazioni insiemistiche saranno caratterizzanti dei reticoli di Boole (o algebre di Boole) che studierete in algebra. Incidentalmente sottolineiamo l’importanza in matematica del concetto di ‘isomorfismo’, che caratterizza l’uguaglianza formale tra due strutture matematiche: i numeri arabi e quelli romani appaiono differenti, ma, da un punto di vista formale, sono la stessa struttura. Queste sono le basi della cosiddetta ‘teoria ingenua degli insiemi’, ingenua perché esposta a paradossi, sostituita da una ’teoria assiomatica degli insiemi’ più rigorosa nella matematica moderna, ma sufficiente per il nostro uso. In essa un insieme è caratterizzato in primo luogo estensionalmente dai suoi elementi, cioè se due insiemi hanno gli stessi elementi allora coincidono. In questo capitolo diamo una prima introduzione molto intuitiva che svilupperemo nei capitoli 6 e 7, e che verrà resa più rigorosa in algebra. Faremo ‘dimostrazioni’ sugli insiemi di natura costruttiva e basate sulla evidenza visuale. Dimostrazioni più rigorose le vedremo nei capitoli successivi. La connessione tra logica e teoria degli insiemi è complessa, e diventerà più precisa nel la logica dei predicati. Per ora, per definire precisamente l’isomorfismo tra linguaggio proposizionale e insiemistico, dovremo tradurre ogni proposizione del tipo { è p} con la proprietà di ‘essere p’ e con l’insieme degli elementi per cui vale p (estensione di p) . Ed è una confusione utile perché ci introduce al problema del trattamento degli individui e dei predicati nelle proposizioni. Quindi l’insieme dei pugliesi sarà il riferimento della proprietà di essere pugliese che ‘confonderemo’ con la proposizione {…. è pugliese}. Per rendere più chiara questa corrispondenza indicheremo con A l’insieme corrispondente alla proposizione A, e se un individuo a appartiene all’insieme A, scriveremo a A. Il calcolo logico coi connettivi si rivelerà quindi sostanzialmente una immagine fedele rispetto al calcolo insiemistico. Si possono quindi analizzare in parallelo le proprietà dei due calcoli, usando una rappresentazione ‘a palle’ degli insiemi intesi come estensioni dei corrispondenti predicati: sono i cosiddetti diagrammi di Venn. Su di essi possiamo fare dimostrazioni intuitive, basate sul disegno stesso, che ci permettono anche di comprendere meglio il senso delle nostre definizioni e dimostrazioni nel calcolo delle proposizioni. Anche più spesso faremo uso di una rappresentazione che prende la retta come ‘universo del discorso’ e considera gli insiemi come intervalli su di essa, caratterizzate logicamente come disuguaglianze x<a, x>b, a<x<b, etc. Se considero la proprietà di essere umani, in termini di proposizioni posso considerare la proposizione A che dice :{Giovanni è un essere umano}, indico con A l’insieme degli umani (cui appartiene Giovanni) , allora A è la proprietà di ‘non essere umano’ e Ā l’insieme dei non umani. Se P è la proprietà di essere umani e Q la proprietà di essere sapienti, allora P Q è la proprietà di essere umani e sapienti e PQ è l’intersezione dei due insiemi, cioè l’insieme degli umani sapienti, P P PQ Q PQ Q se P Q è la proprietà di essere umani o sapienti, PQ è l’insieme unione degli umani e dei sapienti. PQ P PQ P Q Q Se tutti gli elementi di un insieme P sono contenuti in un altro insieme Q , si dice che P è un ‘sottoinsieme’ di Q , e si scrive PQ (la sbarretta sotto la ci ricorda che P potrebbe anche coincidere con Q). Se tale eventualità fosse esclusa scriveremmo PQ P Q PQ P Q In particolare Ø è l’”insieme vuoto”, cioè l’insieme privo di elementi, e per ogni Q si ha che Ø Q Ad esempio in entrambe le teorie le operazioni/connettivi sono associative e commutative: ad esempio la congiunzione P Q è equivalente alla congiunzione Q P e la disgiunzione P Q coincide con la disgiunzione Q P (derivano dalle caratteristiche di simmetria nelle loro tavole di verità). Ma anche l’intersezione degli insiemi PQ coincide con la intersezione QP. E analogamente PQ coincide con QP. Vale cioè la proprietà commutativa sui connettivi proposizionali e sulle operazioni insiemistiche (verifica sulle tavole di verità che la proprietà però non vale per il connettivo : P Q non è equivalente a Q P). Su congiunzione e disgiunzione, come su unione e intersezione vale anche la proprietà associativa: se abbiamo una sequenza di operazioni uguali l’ordine con cui le eseguiamo non muta il risultato finale. Ad esempio: (P Q) R = P (Q R) e quindi possiamo scriverlo = P Q R. E analoghe per , , . Ricorda che devono però essere connettivi o operazioni uguali! Se sono diverse vale invece la proprietà distributiva: P (Q R) = (P Q) (P R) e P (Q R) = (P Q) (P R) (verifica con le tavole di verità) Esercizi: 1. Dimostra le proprietà distributive per e . 2. Dimostra che PQ PQ P e viceversa PQ P PQ E che PQ se e solo se PQ = P Queste sono operazioni cui siamo abituati già nella aritmetica elementare, ma si possono anche dimostrare proprietà non tradizionali, come ad esempio la legge di de Morgan. In logica essa ci dice che (A E) equivale a A E. Nel calcolo delle proposizioni lo possiamo verificare con le tavole di verità (analogamente (A E) equivale a A E ( verifica!)): (AE) A E 0 1 1 1 0 1 1 0 1 1 1 0 0 1 1 0 1 1 0 0 0 A E AE A 0 0 0 1 0 0 1 0 1 1 0 0 1 1 1 E A E Insiemisticamente AE corrisponde all’insieme (A E),il cui complemento è (A E) (A E) (A E) A (A E) (A E), E D’altra parte A e E corrispondono agli insiemi A E Ā Ē la cui unione ci dà lo stesso risultato: Ā A Ā ĀĒ Ē ĀĒ ĀĒ E Ē Sappiamo che P Q è equivalente a P Q, e quindi insiemisticamente corrisponde all’insieme in figura. Sono cioè esclusi gli elementi di P che non appartengono a Q. E quindi PQ . Ma noi daremo piuttosto dell’ una interpretazione insiemistica in termini di proprietà, come ‘inclusione’ tra insiemi. Ad esempio {… è brindisino} {…. è pugliese} P Q equivale a {i brindisini} {i pugliesi}: questa credo sia la migliore via per comprendere la tavola di verità dell’ . Infatti, perchè sia vera P Q l’insieme P deve essere contenuto nell’insieme Q. Sono quindi possibili elementi appartenenti sia a P che a Q, appartenenti a Q ma non a P, o non appartenenti né a P nè a Q, il che corrisponde alle interpretazioni che rendevano vera P Q. E’ facile osservare che sia il connettivo logico che l’inclusione insiemistica , godono della proprietà transitiva: cioè se P Q e Q R, allora P R; e se PQ e QR, allora PR (verifica) Altra equivalenza facile da verificare è quella tra P Q e Q P (conversione). Ad esempio {se un numero è multiplo di 4 allora è pari} equivale a {se un numero non è pari allora non è multiplo di 4}. In termini insiemistici: A E equivale a Ē Ā , e cioè dire che l’insieme dei multipli di 4 è un sottoinsieme dell’insieme dei numeri pari, ({0, 4, 8, 12,…} {0, 2, 4, 6, 8, 10, 12, ….}) equivale a dire che l’insieme dei numeri dispari è un sottoinsieme dei numeri che non sono multipli di 4 ({1, 3, 5, 7, 9, ….} {1, 2, 3, 5, 6, 7, 9, 10, …..}). Se P è la proprietà “essere maggiore di 2 e minore di 10” e Q la proprietà di “essere dispari minore di 16”, allora l’insieme degli interi corrispondente a PQ è {3, 5, 7, 9}, quello corrispondente a PQ è {1, 11, 13, 15} (a che cosa è uguale l’unione di questi due insiemi?), quello corrispondente a P Q è {4, 6, 8}. Il prodotto cartesiano PQ di due insiemi P e Q è l’insieme delle coppie ordinate formate da un elemento di P ed un elemento di Q. Se P = Q, indicheremo il prodotto cartesiano con P2. Più in generale: Dati gli insiemi M1, M2, …, Mn, si dice prodotto cartesiano M1 M2 …Mn, l’insieme delle n-uple, (a1, a2,…. an), in cui a1 M1, a2 M2 ….., an Mn, Gli Mi possono essere tutti uguali ad M, ed in tal caso il prodotto cartesiano viene indicato con Mn Con queste regole di corrispondenza tra linguaggio proposizionale e linguaggio insiemistico ogni equivalenza proposizionale si traduce in una uguaglianza tra insiemi e viceversa. Questa corrispondenza è particolarmente importante in matematica in quanto alle proprietà matematiche corrispondono gli enti matematici: alla proprietà di ‘essere un numero intero’ corrisponde l’insieme di tutti i numeri interi, e analogamente per l’insieme dei numeri relativi ,dei razionali , dei reali ,dei complessi . E le proprietà numeriche per cui ogni intero è un numero relativo, ogni relativo è un razionale, ogni razionale è un reale, ed ogni reale è un numero complesso, diventano proprietà di inclusione insiemistica. PARTIZIONI E TASSONOMIE Dato un insieme S una sua partizione è una famiglia di insiemi M1 , M2 ,…. , Mn , tali che due qualsiasi di tali insiemi sono disgiunti (sono ‘esclusivi’, hanno cioè intersezione vuota: se i ≠j allora Mi Mj = Ø ), e tali che la loro unione è uguale e tutto S (sono ‘esaustivi’). A loro volta questi sottoinsiemi si possono partizionare (la partizione si ‘raffina’): il sottoinsieme Mi si partiziona nella famiglia Mi1 , Mi2 ,…. , Min, e così via. E’ un concetto molto utile in matematica, ma anche nelle altre scienze. Un esempio sono le cosiddette ‘tassonomie’ nelle scienze naturali. Ad esempio in zoologia l’insieme degli animali si partiziona in {invertebrati, vertebrati}, a loro volta ad esempio i vertebrati si partizionano in mammiferi, uccelli, pesci, etc. E’ una sorta di albero (albero di Porfirio) che si può immaginare arrivare alla sua base ai singoli individui. Felini Cani Pesci uccelli Tigri Bulldog tonni giaguari Bassotti Orate Gatti lupi alici passeri aquile corvi Dato un simile albero tassonomico, lo si può leggere in termini di ‘caratteri’ (intensionale) invece che di ‘insiemi’ (estensionale): gli animali sono “organismi pluricellulari che ricavano energia ingerendo cibo, si muovono e si riproducono”. I cani abbaiano. I Bulldogs abbaiano e hanno le gambe storte, i Bassotti abbaiano e sono bassi. Una partizione si ‘raffina’ quindi aggiungendo qualche altro carattere (una differenza specifica). Ad esempio i vertebrati sono “organismi pluricellulari che ricavano energia ingerendo cibo, si muovono e si riproducono, e sono dotati di una struttura allungata di sostegno”, i mammiferi a loro volta sono “organismi pluricellulari che ricavano energia ingerendo cibo, si muovono e si riproducono, e sono dotati di una struttura allungata di sostegno, a sangue caldo, provvisti di pelo e che allattano la prole”, etc. Ovviamente allora questa caratterizzazione intensionale di un sottoinsieme implica quella dell’insieme di cui è il sottoinsieme: cioè “essere un organismo pluricellulare che ricava energia ingerendo cibo, si muove e si riproduce, ed è dotato di una struttura allungata di sostegno, a sangue caldo, provvisto di pelo e che allatta la prole” “essere un organismo pluricellulare che ricava energia ingerendo cibo, si muove e si riproduce, ed è dotato di una struttura allungata di sostegno”, in quanto P Q P è una tautologia (verifica!) Possiamo ora comprendere la ragione della tavola di verità del “se…. allora…” alle origini della logica: nella Grecia antica la logica si sviluppò in gran parte per la costruzione delle scienze naturali, spesso proprio sulle tassonomie di generi e specie (non apparvero mai gli esempi ‘strani’ da noi usati con la luna di formaggio mischiata ai numeri pari), così che fu quasi ovvio dargli la struttura corrispondente alla inclusione insiemistica. Come avevamo già visto, alla relazione di inclusione insiemistica corrisponde quindi la relazione di implicazione logica e viceversa, nel senso che aggiungendo caratteri la definizione si allunga, ne aumentano i dettagli, e quindi l’estensione si riduce, in quanto i maggiori dettagli sono maggiori informazioni e quindi maggiori vincoli perché un individuo appartenga al sottoinsieme. Estensione ed intensione di comportano in maniera opposta: quando aumenta l’una diminuisce l’altra e viceversa. E’ questo uno dei caratteri essenziali del rapporto tra sintassi e semantica: aggiungere assiomi o proprietà logiche nel nostro universo del discorso lo specializza e quindi lo riduce, in altri termini aumentando gli assiomi diminuiscono i modelli e viceversa per specializzare i modelli occorre aggiungere assiomi. Se riusciamo a trovare un sistema di assiomi con un solo modello, chiamiamo il nostro sistema di assiomi categorico, e possiamo dire che con essi abbiamo ‘catturato la semantica’ e descritto in modo completamente sintattico il ‘modello’ che avevamo in mente. Tornando agli insiemi numerici, possiamo dare una rappresentazione grafica tanto della relazione di inclusione insiemistica che di implicazione logica , rappresentandole come archi + dal basso verso l’alto. Introducendo anche i razionali + positivi + e i reali positivi + abbiamo il diagramma: (non abbiamo disegnato gli archi di transitività, ad esempio da a e ) . In questo grafo degli insiemi numerici l’arco rappresenta l’inclusione e va dal basso in alto. INSIEMI E LORO CARDINALITA’: LA COMBINATORIA Il numero di elementi di un insieme M si chiama la sua cardinalità e si indica con |M|. E molti problemi pratici di probabilità si fondano sul calcolo delle cardinalità degli insiemi, una disciplina nota come combinatoria. C’ è una relazione immediata tra la teoria degli insiemi e la aritmetica delle loro cardinalità, data da due principi: i) Principio additivo. Se abbiamo due insiemi P e Q disgiunti (cioè tali che PQ = Ø) allora |PQ| =| P|+ |Q| E più in generale |PQ| =| P|+ |Q|- |PQ| Basta considerare un elemento generico nei diversi ‘pezzi’ della figura e contare quante volte esso appare nella formula: un elemento non appartenente a nessuno dei due insiemi non appartiene all’unione e neanche appare contato nella formula, un elemento che appartiene a entrambi gli insiemi appare una volta nella unione, e poi due volte negli insiemi, e quindi una volta di troppo ma viene sottratto una volta nella intersezione, ed infine un elemento che appartiene ad uno solo degli insiemi appare nella unione e in uno dei due insiemi, ma non nell’altro e neanche nella intersezione. Il risultato si può generalizzare: |PQR| =| P|+ |Q|+ |R| ‐|PQ|‐ |PR|‐ |RQ|+|PQR| (verifica. Riesci a scrivere la relazione per 4 lettere proposizionali?). ii) Principio moltiplicativo. Dato il prodotto cartesiano PQ di due insiemi P e Q, la sua cardinalità vale |PQ| = |P| |Q| Lo stesso termine ‘prodotto cartesiano’ si comprende quando si nota la relazione che ci dà la sua cardinalità: |M1 M2 …Mn| = |M1||M2| …|Mn| ESERCIZI 1. Gli studenti maschi ma non alti sono uguali a i) gli studenti maschi meno quelli sia maschi che alti ii) gli studenti maschi o alti meno quelli alti iii) gli studenti maschi o alti meno quelli sia maschi che alti 2. a) La suddivisione dell’insieme delle proposizioni con n lettere proposizionali in base alla loro equivalenza (uguaglianza delle tavole di verità) vista nel secondo capitolo è una partizione? b) Dai altri esempi di partizioni, tanto su insiemi di enti matematici che su insiemi di altro tipo. c) Sia P: x>2 e Q: x<3. Disegna gli intervalli corrispondenti a P Q, P Q, P Q, P Q, e quelli corrispondenti a P Q, P Q, P Q, P Q. E prova a negarli e verifica le leggi di de Morgan. Tuttavia il linguaggio delle proposizioni e degli insiemi è un linguaggio non sufficientemente espressivo per la matematica: un enunciato del tipo {esiste un numero u che moltiplicato per ogni altro numero a dà come risultato lo stesso numero a} nella logica proposizionale è una singola proposizione inanalizzabile, e non è possibile da {6 è un numero pari} e {i numeri pari sono divisibili per 2} dedurre che {6 è divisibile per 2}. La matematica invece richiede la possibilità di analizzare la struttura interna delle proposizioni, distinguendo in esse tra gli individui coinvolti e le relazioni o funzioni tra essi, e potendo ‘quantificare’, usare cioè costrutti del tipo ‘per ogni’ o ‘esiste un’. A questo fine la logica delle proposizioni deve essere ‘arricchita’ e diventare una logica dei predicati, nella quale la logica delle proposizioni sarà completamente inclusa . ESERCIZI SVOLTI. 1. Siano dati gli insiemi A={rosso, verde}, B={2,3,5}, C={5,7}. i) Quali sono gli insiemi AB, AC, BC ? ii) Verifica che A( BC) = (AB)(AC) iii) Dimostralo per A, B, C qualsiasi.[suggerimento: quand’è che due insiemi sono uguali?] i) AB = {(rosso,2), (rosso,3), (rosso,5), (verde,2), (verde,3), (verde,5)} AC = {(rosso,5), (rosso,7), (verde,5), (verde,7)} BC = {5} ii) A( BC) = { (rosso,5), (verde,5)} = (AB)(AC) iii) Due insiemi sono uguali se hanno gli stessi elementi. Essendo prodotti cartesiani di due insiemi gli elementi sono coppie (x,y). (x,y) A( BC) sse xA y( BC) sse xA y B y C (x,y) (AB)(AC) sse (x,y) (AB) (x,y) (AC) (yC) sse xA y B y C. sse (xA) (yB) (xA) 2. Con la teoria degli insiemi verifica se: {[(x<2) (x>-1)] [(x>0) (x<3)]} [(x<5) (x>3)] Tradotto in teoria degli insiemi, diventa: {[(x<2) ∩ (x>-1)] [(x>0) ∩ (x<3)]} [(x<5) ∩ (x>3)] [(-1<x<2) (0<x<3)] (x ≤3) 3. Dei 200 studenti e studentesse di informatica (divisi tra baresi, pugliesi ma non baresi e non pugliesi), gli studenti in totale sono 130, le studentesse non baresi sono 40, e i baresi totali (studenti e studentesse) sono 70. Quanti sono gli studenti baresi? Basta considerare la partizione: Baresi Pugliesi non baresi Non Pugliesi Studenti A B C Studentesse D E F Dai dati: A+B+C+D+E+F = 200 A+B+C= 130 E+F = 40 A+D = 70 Vogliamo calcolare A. E’ un semplice sistema, il modo più semplice di risolverlo si realizza sommando le ultime tre equazioni: 2A+B+C+E+F+D = 240, e sottraendo la prima equazione otteniamo A = 40. 4. Risultati di un sondaggio sui gusti musicali. Sono stati interrogati 100 giovani sul loro gradimento della musica jazz, rock e classica (potendo scegliere una, nessuna o più categorie) , e risulta che: - 34 amano la musica classica - 17 le amano tutte e tre - 15 amano solo il rock - 36 amano il jazz - 10 amano jazz e classica ma non il rock. Quanti non amano nessuno di questi tipi di musica? (può essere utile usare i diagrammi di Venn). Classica A Jazz B C A+B+D+E = 34 D = 17 D G = 15 E F C+ B + D+ F = 36 G Rock B = 10 Quelli che non amano nessun tipo di musica sono 100 – (A+B+C+D+E+F+G) . Ma B+D = 27, e quindi A + E = 7 e C + F = 9. Di qui (A+B+ D+E)+ (C+F)+G = 34 + 9 +15 = 58, e quindi quelli che non amano alcun tipo di musica sono 42.