Il bambino reale di Malá Strana

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Il bambino reale di Malá Strana
economicrevue
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cultura kultura
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Il bambino reale
di Malá Strana
Miracoli e ringraziamenti
Renáta Holčáková
È forse ormai per la
centesima volta che
Jana oltrepassa la soglia
della chiesa della Vergine
Maria della Vittoria per far
conoscere all'ennesima comitiva di turisti la storia della
chiesa ma anche del solo
Bambino di Praga e della
sua leggenda. Ha appena
finito di esporre il suo racconto e, mentre i suoi pupilli
fanno un giro per visitare la
chiesa, lei può riposare.
Prende in mano la versione
ceca di una preghiera che
sta sul passamano della ringhiera davanti alla statua
del piccolo Gesù e lentamente inizia a leggerla. Prima
non ha mai fatto nulla del
genere, la fede le è estranea
così come quanto è alla fede
collegato. La legge tutta una
volta, poi due e alla fine
rimane a lungo a guardare
la statua. “Tu saresti in
grado di aiutarmi!?”,
domanda e al tempo stesso
si convince: “Vorremmo un
bambino, ci proviamo già da
vari anni ma inutilmente. Ti
prego, aiutami”.
La breve conversazione fra
la guida e Gesù Bambino
culminata con la preghiera
diventa da quel giorno una
regola ferrea durante ogni
sua visita alla chiesa.
E davvero Jana due anni
dopo rimane incinta. Alla
fine al Bambin Gesù viene
anche battezzata, così come
più tardi i suoi figli.
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“Giungono qui persone da tutto il
mondo”, comincia a raccontare suor
Doubravka. “E la maggior parte di
loro viene a Praga unicamente per il
Bambinello”. Vengono qui per vederlo, pregarlo ma, molto spesso,
anche per ringraziarlo dell'aiuto. A
questo proposito suor Doubravka si
ricorda di storie diverse.
Parla della guarigione di una donna
indiana che da giovane era rimasta
paralizzata e per lungo tempo era
stata costretta in un letto. Una volta
in sogno le era apparso Gesù
Bambino e lei, intuitivamente, aveva
capito che poteva guarire. Si era
fatta arrivare da qualche parte una
novena e l'aveva recitata al
Bambinello. Durante la preghiera
aveva cominciato lentamente a sentire come alla gamba e in tutto il
corpo le tornasse gradualmente la
capacità di sentire. In poche settimane era guarita. Intorno al 1994 è
quindi giunta con suo marito e suo
nipote (era ormai una nonna settantenne) a Praga. Tutta la vita aveva
risparmiato i soldi per questo pellegrinaggio di ringraziamento al
Bambinello di Praga.
“Da padre Vojtěch ho persino sentito
dire che si è avuta una guarigione
proprio qui, davanti alla statua”,
ricorda la suora. “Un bambino ha
lasciato qui l'apparecchio che gli
permetteva di camminare. Adesso è
conservato in sacrestia".
La suora ricorda ancora una messicana venuta a ringraziare per la
nascita del figlio col figlio in braccio. Oppure di una donna delle
Filippine che, per cambiare, come
manifestazione di fede aveva cucito
al Bambinello una camicina... naturalmente piccolissima dal momento
che non sapeva quanto fosse in
realtà grande la statua. La conosceva solo dai racconti e dalle figure.
A proposito di vestiti e di vestire
Gesù Bambino.
Il guardaroba del bambinello conta
oggi oltre cento pezzi e ne arrivano
continuamente di nuovi, dalle più
diverse parti del mondo.
Naturalmente il tempo in cui le vergini inglesi cambiavano d'abito la statua ogni giorno, con i bambini che,
di ritorno dalla scuola, facevano
ogni volta un salto in chiesa per
guardare "che vestitino avesse oggi
Gesù" è ormai passato per sempre.
La frequente manipolazione della
cera (di cui il Bambinello è fatto) non
sarebbe certo opportuna. È per questo che oggi il vestito viene cambiato solo per importanti feste religiose
e viene scelto in base ai colori liturgici.
Il “misterioso” cambio d’abito
Nella chiesa della vergine Maria
della Vittoria la funzione religiosa è
giunta al termine. Quando la chiesa
resta completamente vuota e viene
chiusa a chiave due suore carmelitane si recano a cambiare l'abito a
Gesù. “Le suore hanno portato con
sé degli alti gradini di legno”,
descrive la situazione lo storico
Jaroslav Someš, a cui è stato permesso di assistere a tutta la "procedura"
che si svolge solo qualche volta
all'anno. "Suor Doubravka è salita
sui gradini e ha aperto il tabernacolo, un armadietto di argento dorato
chiuso a vetri e decorato con pietre
preziose. Suor Sara, nel frattempo,
dal guardaroba di Gesù ha portato
un vestito viola, ricamato in oro col
motivo di una dracena, con cui la
statua resterà vestita per tutto il periodo d'avvento e fino a Natale. Lassù
in alto si è intanto passati a togliere
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Com'è cominciato il tutto?
Nel 1556 la nobile giovane dama madrilena Maria Maxmiliana Manrique de Lara si mise in viaggio per la lontana Boemia
in veste di promessa sposa. Il suo futuro consorte era Vratislav di Pernštejn, un diplomatico al servizio del re di Boemia e dell'imperatore tedesco Massimiliano II.
Dalla sua famiglia la promessa sposa portò con sé, oltre a una ricchissima dote, anche un prezioso regalo: un piccolo Gesù
Bambino di legno rivestito di cera. La statuetta aveva un volto grazioso e, in base al costume spagnolo, era vestito con abiti
veri. Dopo l'arrivo dei novelli sposi a Praga, il bambinello venne conservato e onorato nel palazzo Pernštejn a Hradčany,
che, per merito di donna Maria, divenne una sorte di enclave spagnola nel cuore d'Europa.
Alla morte di donna Maria la cura del Gesù Bambino passò nelle mani di sua figlia Polixena. Dalla madre Polixena aveva
ereditato la bellezza e la devozione, dal padre la capcità di orientarsi nelle questioni politiche. Quando, nel 1628, rimase
vedova per la seconda volta (il primo marito fu Vilém di Rožmberk, il secondo fu Zdeněk Vojtěch Popel di Lobkovice), regalò
la sacra statuetta, alla quale erano già stati attribuiti alcuni miracoli, al monastero dei carmelitani scalzi di Praga, di Malá
Strana. Questi ultimi collocarono il Bambinello nella chiesa della Vergine Maria della Vittoria quando ancora erano in corso
i lavori di decorazione e i rifacimenti interni.
Inizialmente il Bambin Gesù venne esposto nella cappella Talmber, subito alla sinistra della chiesa e, come raccontano le
leggende barocche, i padri carmelitani iniziarono a prendersene cura con commovente tenerezza tutta maschile. La devozione nei confronti della statuetta presto si diffuse in tutto il Regno (fra i devoti c'era anche lo stesso imperatore Ferdinando
III) e le nobili dame iniziarono a regalare al Bambinello gioielli e nuovi vestitini ricamati. Era una manifestazione d'amore e,
al tempo stesso, un gesto di gratitudine per le grazie che erano state loro concesse tramite le miracolosa statuetta. Ad esempio nel 1639 la principessa Alžběta Kolowrat dedicò al Bambinello una corona d'oro per la sua improvvisa guarigione.
Dalla città di Praga nel 1744 ricevette invece un baldacchino per l'altare di velluto ricamato in oro per aver protetto gli abitanti al tempo delle invasioni prussiane in Boemia.
Anche al tempo di Maria Teresa il Bambino Gesù riscosse grandi manifestazioni di devozione: nel 1776 venne costruito per
lui, nella parete destra della chiesa, un nuovo altare in stile rococò viennese. Poi seguì un triste capitolo della storia. Giuseppe
II chiuse il monastero e i carmelitani furono costretti a lasciare Praga. La gestione della chiesa passò ai Cavalieri di Malta
ma questi dovevano lottare con la mancanza di mezzi finanziari e così, nel corso dell'Ottocento, l'intero edificio andò alquanto in rovina. Proprio in quel periodo, però, la gloria del Bambino di Praga si diffuse all'estero, soprattutto nei Paesi di lingua
spagnola e portoghese d'Europa e dell'America del sud. E così oggi possiamo trovare la sua copia in molte chiese di tutti i
continenti.
Da noi ciò rinnovò una nuova ondata di fervente devozione culminante nelle celebrazioni del 1928 in occasione del trecentesimo anniversario della donazione della statuetta ai carmelitani, il cui ordine, è tornato a Praga soltanto dopo la rivoluzione di novembre, prendendo nuovamente possesso del monastero e della chiesa. La cura del Bambino è oggi affidata
alle suore della congregazione delle carmelitane del Bambin Gesù di Zbraslav.
dal capo la corona d'oro, che ha
ormai due secoli, e suor Doubravka
è quindi scesa giù con il Bambinello,
facendo una grande attenzione. Il
cambio d'abito avviene sulla mensa
dell'altare di marmo. Prima di tutto
bisogna togliere dalla mano sinistra
il globo, ovvero il pomo imperiale,
quindi si passa al merletto attorno al
piccolo collo e alle manine e, dopo,
si slacciano il nastrino, la mantellina
e il paramento. La statua è sull'altare
senza decori, solo nella camicina
bianca, e in quel momento è assai
simile a tutti i Gesù Bambini dei presepi. Dà la sensazione di essere
completamente indifeso", afferma lo
storico. Ma indossando i paramenti
viola comincia di nuovo a trasformarsi in un Bambino reale. Seguono
ancora la mantellina, i merletti e il
pomo. E suor Doubravka riporta
Gesù nel tabernacolo, attorniato da
statue di angeli che lo illuminano.
"Mi interesserebbe sapere cosa provano le suore quando hanno questo
contatto diretto col Bambino",
aggiunge J. Someš. "Gliel'ho chiesto
e mi hanno risposto che, oltre al
rispetto, ogni volta percepiscono la
straordinarietà del momento. Spesso
inoltre vanno da loro delle persone
che hanno dei problemi e gli chiedono il favore di pregare per loro
davanti al Bambin Gesù. E proprio il
momento in cui lo cambiano è quello in cui possono meglio pregare.
Divengono le intermediarie fra Lui e
chi ha bisogno. Questa è la loro
missione".
Il periodo pre-natalizio e natalizio è
esattamente il periodo in cui i passi
del genere umano conducono più
spesso al bambinello. Non di rado
arrivano anche quelli che affermano
di non credere in Dio. Perché? Per
tradizione o forse invece per essere
sicuri? E se invece Dio esistesse davvero? In un caso o nell'altro non se
ne vanno via delusi. "Io non sono un
credente, o almeno non lo sono nel
senso classico della parola. E sinceramente non sono capace di descrivere cosa ho sentito davanti a Gesù
Bambino ma sapevo che era lì
anche per me", dice uno dei visitatori stringendo in mano una figurina di
Gesu con una breve preghiera:
… O Gesù, a Te mi rimetto,…aiutami nel bisogno e concediti a me,…
Bambinello mio, vienimi in aiuto,
dammi tanta forza e fammi perseverare….
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