Progetto pedagogico 2014-15 2015-16 e 2016-17
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Progetto pedagogico 2014-15 2015-16 e 2016-17
CITTA’ DI GRANAROLO DELL’EMILIA Provincia di Bologna PROGETTO PEDAGOGICO Nido d’Infanzia Comunale “Il Bruco” aa.ee. 2014/2015- 2015/2016-2016/2017 1 1 PREMESSA Il nido d’infanzia “IL BRUCO” è situato nella frazione di Quarto Inferiore nel comune di Granarolo dell’Emilia. Il territorio del comune si estende immediatamente a nord del Comune di Bologna, ha una estensione territoriale pianeggiante di Kmq. 34,41. E’ formato da cinque frazioni: Granarolo dell’Emilia (capoluogo), Quarto Inferiore, Cadriano, Viadagola e Lovoleto. “Il Bruco” è un servizio educativo pubblico che accoglie i bambini e le bambine di età compresa tra i 9 e i 36 mesi residenti nel territorio del comune di Granarolo dell’Emilia. Il servizio è nato nel 1973, subito dopo l’emanazione della legge 1044 del 6 dicembre del 1971 caldeggiata, promossa e sostenuta dalle associazioni delle donne del territorio nazionale. Nasce per rispondere alle esigenze di cura e assistenza ai bambini delle donne inserite negli ambienti di lavoro. Infatti la ditta “Biemme”, costruttrice di prodotti della prima infanzia e con sede operativa a Quarto Inferiore sovvenziona la costruzione dell’edificio per permettere al proprio personale femminile costituente la maggior parte di esso di usufruire del servizio rientrando presto a lavoro. Il comune di Granarolo dell’Emilia forma adeguatamente il proprio personale in possesso dei titoli richiesti dalla normativa stessa, attraverso corsi organizzati dalla provincia. L’ingresso dei bambini al servizio era preceduto da un colloquio che le educatrici facevano a casa del bambino stesso insieme all’assistente sanitaria. L’apertura del servizio avviene l’1 settembre del 1973 con 3 sezioni a tempo pieno. Ancora oggi il nido d’infanzia ha mantenuto le stesse caratteristiche di ubicazione ma sono state apportate modifiche strutturali di ampliamento; infatti il plesso scolastico è diventato uno spazio polivalente condiviso con la scuola dell’infanzia comunale “ La Farfalla” e la scuola dell’Infanzia statale “La Mela”, circondato da un grande parco alberato ed organizzato con giochi strutturati. Il nido è a gestione comunale sin dal 1973. Dal 28 agosto 2006 è stata avviata la collaborazione con la Coop. Ida Poli tramite appalto pubblico a cui a seconda delle esigenze dell’amministrazione gli vengono affidate sezioni di nido e sezione di scuola d’infanzia. Il Nido d’infanzia IL BRUCO accoglie 73 bambini suddivisi in 4 gruppi sezione. Tre sezione storiche e una sezione primavera che accoglie bambini di età compresa tra i 24 e i 36 mesi, inaugurata il 22 ottobre 2007, nella frazione di Cadriano e trasferita nel 2012 presso il plesso della scuola dell’Infanzia La Farfalla. 1. FINALITA’ DEL SERVIZIO Il nido si propone come servizio educativo e sociale di interesse pubblico che concorre assieme alle famiglie, alla crescita e alla formazione integrale della personalità infantile. È un ambiente di accoglienza e cura che promuove tutti gli ambiti di sviluppo del bambino: intellettivo, relazionale, affettivo, sociale. Attraverso la relazione con gli altri e in autonomia il bambino può sentirsi ascoltato, essere nella mente e nello sguardo dell’educatore. È un ambiente che partecipa alla costruzione dell’identità personale e sociale dei bambini, promuove l’uguaglianza, un’uguaglianza che si fonda sulla diversità; essere diversi è una ricchezza per tutti e quindi è nella diversità che ai bambini si garantiscono gli stessi diritti. Quindi tutti i soggetti, compresi gli educatori, i collaboratori, i genitori, sono partecipi alla costruzione di un progetto educativo basato sul rispetto dei diritti fondamentali naturali dell’infanzia, dove qualsiasi apprendimento passa attraverso esperienze di gioco, uno strumento ideale per costruire, esplorare, condividere, usare le mani, camminare, crescere. È proprio per questi principi fondamentali di crescita dei bambini, che il gruppo educativo si è soffermato a riflettere sul senso del tempo educativo e sulle necessità di strategie di esperienze di “ rallentamento ”. Il gruppo educativo ha condiviso e fatto proprio il manifesto scritto da Gianfranco Zavallone sui diritti naturali dei bambini, che orienta e propone le azioni quotidiane della giornata al nido. 2 2 I DIRITTI NATURALI DEI BAMBINI e DELLE BAMBINE 1 IL DIRITTO ALL'OZIO a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti 2 IL DIRITTO A SPORCARSI a giocare con la sabbia, la terra, l'erba, le foglie, l'acqua, i sassi, i rametti 3 IL DIRITTO AGLI ODORI a percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura IL DIRITTO AL DIALOGO ad ascoltatore e poter prendere la parola, interloquire e dialogare 5 IL DIRITTO ALL'USO DELLE MANI a piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde,accendere un fuoco 6 IL DIRITTO AD UN BUON INIZIO a mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura 7 IL DIRITTO ALLA STRADA a giocare in piazza liberamente, a camminare per le strade 8 IL DIRITTO AL SELVAGGIO a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi 9 IL DIRITTO AL SILENZIO ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell'acqua 10 IL DIRITTO ALLE SFUMATURE a vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle 3 3 2. ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO e del PERSONALE Il nido accoglie quattro sezioni: orsi, pesci , pagliacci e girasoli. L’organizzazione delle sezioni avviene dopo aver preso in esame la graduatoria delle iscrizioni. Le sezioni sono create nel rispetto del regolamento comunale di accesso al servizio. Sezione Girasoli (all’interno del plesso scuole dell’infanzia Farfalla) Sezione Orsi Le sezioni Sezione Pesci Sezione Pagliacci Educatrice: l’educatrice del nido è una figura professionale alla quale è richiesto un ruolo complesso e articolato, per questo dispone di un orario frontale dedicato alla cura, all’educazione dei bambini e alla relazione con le famiglie, un monte ore suddiviso per l’organizzazione e il buon funzionamento del servizio. Inoltre a seconda della necessità del servizio o della presenza di bambini certificati al personale effettivo viene integrato con educatori part-time o di supporto per l’integrazione. Collaboratrice: la collaboratrice è considerata parte integrante del gruppo educativo; per tanto è chiamata a condividere con le educatrici le scelte pedagogiche e metodologiche in sede di confronto. Il monte ore previsto da dedicare a questi momenti è di circa 60 ore. La collaboratrice rappresenta un punto di riferimento per educatori e bambini, collaborano nei momenti di cura e durante le esperienze di gioco. Riordinano la predisposizione degli spazi occupandosi dell’igiene degli ambienti. In questo modo si favorisce il riordino dei pensieri di adulti e bambini rispettando anche gli spazi. Porzionatrice: E’ una figura prevista nel contratto con la ditta vincitrice dell’appalto del servizio mensa. Essa assume molta importanza nella nostra organizzazione, in quanto controlla e predispone il carello delle pietanze del pasto. Collabora con adulti e bambini in questa delicata routine. Coordinatrice pedagogica: sostiene e indirizza il lavoro degli educatori promuovendo e valutando la qualità del servizio; provvede alla documentazione e alla realizzazione del progetto formativo degli educatori; condivide e supervisiona la progettazione. Promuove interventi al sostegno della genitorialità ed è una figura di raccordo tra le varie istituzioni: nido , asl, comune, istituto comprensivo e istituzione educative-culturali e territoriali. 4 4 La coordinatrice pedagogica e il gruppo educativo concordano ogni anno l’organizzazione e i turni del personale. Il rapporto numerico adulti/bambini è stabilito dalla Legge Regionale comma 1 del 2000 e successive modifiche. L’organizzazione del servizio prevede che la gestione sia in carico sia al personale comunale e sia al personale di cooperativa con orari a tempo pieno, alternandosi su 2/3 turni. Sono previste durante l’anno educativo educatrici part-time che si occuperanno di supportare le sezioni e la cura del ricongiungimento e/o della accoglienza. Il lavoro è supervisionato dalla coordinatrice pedagogica del Comune di Granarolo dell’Emilia che si confronta con noi sulla programmazione, partecipa alla vita delle sezioni come osservatrice delle dinamiche fra bambini e adulti e si rende disponibile a supportare le famiglie. In alcuni periodi dell’anno saranno presenti tirocinanti univerisitarie o borse studio . Sono previsti incontri periodici di progettazione, formazione e di raccordo di tutto il personale educativo e collaborativo. 5 5 3. PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA DEL SERVIZIO: FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA Le linee guida della Regione Emilia Romagna specificano che la progettazione e l’organizzazione di un servizio per la prima infanzia si fondano sull’attività collegiale del gruppo di lavoro e dei coordinatori pedagogici. 3.1 Criteri e modalità di organizzazione del contesto educativo La Regione Emilia Romagna identifica la cura e l'educazione come dimensioni strettamente connesse tra loro la cui qualità è legata all’attenzione progettuale del gruppo di lavoro. La progettazione cura l’intreccio tra elementi di natura organizzativa e relazionale e connota il contesto come luogo di relazioni significative, di apprendimenti, di scambi sociali, prendendo in considerazione i nessi esistenti tra i seguenti aspetti: - spazi e materiali - tempi - relazioni - proposte educative In questi anni tutto il personale attraverso la condivisione dell’aggiornamento, ha snodato i vari aspetti citati ma ha anche approfondito con una una formazione specifica provinciale contenuti e strumenti per “Valutare la qualità del contesto educativo nei servizi per l’infanzia”. L’invito a fare entrare in connessione i diversi aspetti progettuali si pone nell’ottica della complessità e della corresponsabilità. L’organizzazione deve quindi tenere conto di svariati aspetti: istituzionale, prassico, relazionale, educativo, didattico, ecc., ma altresì è importante la professionalità responsabile del personale che si esplicita in pensieri, parole e buone prassi. La collegialità viene identificata come scelta metodologica e di qualità. Progettare significa fare delle scelte concettuali, teoriche, di procedimento che saranno declinate collegialmente sul piano esecutivo nell’operatività della dimensione quotidiana. L’interazione viene considerata fondamento del lavoro di gruppo per gli educatori ed in tale prospettiva si sta passando dall’educatrice come figura di riferimento, al nido d’infanzia inteso come sistema di riferimento. Gradualmente le educatrici si pongono come ponte fra la famiglia e l’ambiente sociale condiviso in una costruzione di relazioni partecipate e non esclusive. L’ introduzione di fasce diversificate di ingresso e uscita dell’utenza ha richiesto al personale di rimodulare in modo flessibile i propri orari di servizio (blocchi orari); ciò ha permesso di mantenere un’ adeguata compresenza e di gestire alcuni momenti della giornata in modo collegiale . Lo strumento dell’“auto-sostituzione” delle colleghe assenti il primo giorno, richiede responsabilità, collaborazione e flessibilità da parte di tutto il team educativo . Il rapporto numerico adultobambino si attiene a quanto stabilito dalla legge regionale. Il nido di infanzia, per come noi l’intendiamo, è luogo di incontro dove i bambini, le bambine e le loro famiglie si sentono accolti nell’intento di una comunità educativa con le educatrici, la pedagogista ed il personale collaborativo; tutto il personale è coinvolto nella costruzione e cura del contesto educativo. L’organizzazione dei gruppi/sezioni avviene dopo avere preso in esame la graduatoria. Negli ultimi anni anche a seguito della costituzione della sez. primavera “i Girasoli” organizzata in modo omogeneo, la composizione delle sezioni Pagliacci, Pesci, Orsi, si sta orientando verso gruppi di età mista. La scelta di creare gruppi di età mista deriva dalla formulazione delle graduatorie che consente di fare entrare nel servizio bambini/e prima del compimento dell’anno di età, dando la possibilità di inserire bambini nel caso di posti che diventino vacanti durante l'anno educativo; questo evidente aspetto organizzativo ha portato il gruppo di lavoro a ripensare in modo sperimentale alle progettazioni pedagogiche. Siamo convinti che la differenza di età possa costituire una risorsa : per i piccoli il compagno più grande può essere stimolo per l’acquisizione di nuovi apprendimenti ed autonomie, per i grandi si possono instaurare relazioni di aiuto e collaborazione nei confronti dei compagni più piccoli migliorando la propria autostima e stemperando le 6 6 caratteristiche dell’egocentrismo tipiche dell’età; le osservazioni fin qui condotte ci portano a constatare un clima relazionale più sereno nelle sezioni miste. Le educatrici favoriscono la costruzione di relazioni significative che stimolino la crescita personale di ogni bambino nell’ottica della collaborazione e della condivisione delle esperienze educative; la suddivisione dei bambini in piccoli gruppi in alcuni momenti consente di offrire esperienze mirate ed individualizzate; a seconda della programmazione di sezione c’è la possibilità di creare postazioni di gioco singolo (es.: setting sensoriali). Gli strumenti della pratica educativa individuati sono: L’ osservazione è lo strumento che il gruppo educativo si dà, declinandolo in vari modi e fini, per prendere in considerazione l’andamento della programmazione, delle sezioni e del singolo bambino/a. La progettazione: ogni anno dopo l’analisi della situazione di partenza il team educativo elabora proposte metodologiche, criteri e strumenti coerenti col progetto pedagogico. Le scelte organizzative, educative e didattiche riguardano il servizio nel suo insieme e le singole sezioni per essere aderenti alle esperienze che i bambini compiranno in base alle proprie competenze. La progettazione viene considerata uno strumento flessibile e potrà essere variata in corso d’anno verificate condizioni diverse del contesto. La verifica permette nel lavoro collegiale di mettere a fuoco i progetti effettuati e di valutarne gli esiti. Consente la maturazione della professionalità degli operatori attraverso il pensiero riflessivo. La documentazione costituisce la memoria dei percorsi educativi attuati. Può essere intesa relativamente al singolo bambino con la realizzazione del “quadernone” o del servizio con l’archiviazione dei documenti, dei progetti e delle esperienze educative e didattiche. 3.2 Abitare lo SPAZIO e pensare ai MATERIALI <<L’organizzazione dello spazio educativo è legata alla necessità di coniugare il bisogno di intimità/sicurezza emotiva del bambino con l’esigenza di esplorazione/scoperta. In questo senso lo spazio si qualifica come luogo intenzionalmente connotato, accogliente, accessibile, leggibile e differenziato funzionalmente. L’organizzazione dello spazio deve favorire e sostenere la molteplicità e la qualità delle relazioni, valorizzare la dimensione del piccolo gruppo e attribuire un’attenzione particolare alla possibilità che il bambino possa ricostruirvi una sua sfera privata e personale>>. Avere cura del contesto educativo è obiettivo primario dell’ideazione, organizzazione, realizzazione degli spazi e dei materiali . Il pensiero è centrato su come favorire lo “stare bene” tutti assieme, bambini ed adulti, all’interno del servizio. Lo spazio comunica pensieri di accoglienza, esplorazione, movimento, riposo, rassicurazione, riconoscimento. Gli ambienti di vita nel nido di infanzia sono luoghi di relazione all’interno dei quali i bambini si possono orientare e muovere in un contesto di socializzazione in una età in cui le esperienze rivestono un ruolo centrale nel processo di crescita e maturazione delle competenze. Lo spazio è pensato in funzione di ciò che si fa ed in tal modo si struttura anche in modo flessibile per assecondare le esigenze dei bambini ed allo stesso modo i materiali ed i giocattoli sono proposti e vengono adeguati dal gruppo educativo in base al mutare delle esigenze in modo intenzionale. Ugualmente il bambino deve riuscire a riconoscere segnali che gli permettano di identificare la valenza degli spazi in generale ed in chiave personalizzata (es. uso del contrassegno per armadietto e lettino). Negli ultimi anni a seguito dell’aggiornamento e della riflessione sulle tematiche del gioco infantile è iniziata una fase sperimentale che propone l’introduzione di un maggior numero di esperienze incentrate sull’utilizzo di materiali naturali e di recupero. Questo processo in divenire sta cambiando la disposizione degli arredi, tendenzialmente di legno e le proposte di gioco in tutte le sezioni, organizzate in angoli, anche con materiali di recupero o naturali a disposizione dei bambini. 7 7 La ricerca estetica tende alla riduzione dei colori primari in favore di colori tenui (pavimenti, pareti, decori). Viene riconosciuta ai bambini la necessità di trovare una dimensione personale all’interno della collettività e per questo si vogliono creare angoli raccolti che consentano una situazione di intimità e postazioni di gioco in piccolo gruppo e singole per dar modo a ciascuno di vivere in serenità le proprie esperienze. La scelta dei materiali, i loro raggruppamenti, la predisposizione, il controllo dello stato d’uso e la tenuta in ordine richiedono scelte e modalità condivise da parte del personale. In linea con il comune di Granarolo dell’Emilia che attua la raccolta differenziata; ogni sezione organizza al proprio interno la raccolta dei rifiuti cercando di trasmettere ai bambini e alle bambine sotto forma di gioco le procedure per collocare i materiali nel contenitore giusto. Le collaboratrici scolastiche gestiscono la raccolta del servizio. Su sollecitazione dell’amministrazione comunale tutto il personale è coinvolto nel risparmio energetico di luce ed acqua. I criteri evidenziati per la dimensione “spazi e materiali” tengono conto delle caratteristiche che il team educativo individua come importanti nell’impostare la progettazione. Le educatrici organizzano e modulano l’allestimento degli spazi in relazione ai livelli di competenza dei bambini ed agli obiettivi della progettazione educativa, tenendo conto: Accessibilità in senso strutturale e funzionale Lo spazio sia esterno che interno è pensato per essere fruibile, senza barriere architettoniche dove i bambini possano organizzare le proprie esperienze con autonomia. A tal fine anche giocattoli e materiali sono generalmente posti in modo accessibile in contenitori aperti. Leggibilità e riconoscibilità I bambini e le famiglie entrando al nido e possono riconosce in modo chiaro la destinazione prevalente dei vari spazi; le sezioni sono connotate dal logo che le caratterizza. Il bambino necessita di stimoli, ma anche di stabilità e prevedibilità; all’interno delle sezioni lo spazio è suddiviso in angoli con i materiali da gioco disposti in modo ordinato e raggruppato secondo criteri. Si cerca di curare la estetica degli spazi e dei materiali; giocattoli e materiali vengono offerti in modo non confusivo. Differenziazione funzionale Il nido propone nel suo insieme stimoli e possibilità di esperienze diversificate. All’interno delle sezioni sono presenti vari angoli. Il gruppo educativo ha condiviso l’importanza di allestire in ogni sezione un angolo morbido raccolto e/ o a valenza di gioco simbolico , un angolo di costruzione e/o rappresentazione, un angolo con materiale naturale e/o di recupero. Sono presenti due atelier: l’”Aula magica” dedicata alla motricità e la “casina” dedicata al gioco simbolico. Personalizzazione In questa fascia di età i bambini necessitano di cure e vanno sostenuti nell’acquisizione di autonomie personali. L’organizzazione dello spazio prevede sia la possibilità di avere spazi raccolti e contenuti sia l’opportunità di fare esperienze di crescita personale all’interno del gruppo. L’uso del contrassegno, ad esempio, restituisce al bambino la dimensione personale nella dimensione collettiva. La struttura, in muratura tradizionale, è priva di barriere architettoniche, ad un unico piano, facilmente accessibile. Nello stesso polo scolastico è collocata la scuola d‘infanzia statale “la mela” e nello stesso edificio una sezione di scuola d’infanzia comunale “la Farfalla”. I corridoi non sono solo spazi di transito, ma un luogo ponte fra famiglia e nido ; oltre gli armadietti personali dei bambini con i contrassegni, vi sono bacheche per le comunicazioni alle famiglie e tabelloni con tasche per la posta interna. 8 8 Le sezioni e le camere hanno soffitti alti, sono ben areate e illuminate, con finestre e vasistas e danno accesso al giardino o spazi cortilivi tramite porte-finestra a vetro. All’interno delle sezioni sono collocate le stanze da bagno con i servizi igienici e arredate con fasciatoio e scaffalature . Le sez. Pesci, Orsi, Girasoli pranzano in aula, in uno spazio predisposto con tavoli e sedie, la sez .Pagliacci in una aula Polifunzionale. Il pranzo viene preparato nella cucina centralizzata che ha sede a Granarolo dell'Emilia centro, viene porzionato in un idoneo locale e distribuito nelle sezioni dal personale della ditta esterna. La sez. Pagliacci ha la camera da letto comunicante, le sez. Orsi e Pesci condividono una grande stanza e la sez. Girasoli condivide la stanza da letto con la sez.Farfalla della scuola d’infanzia. Per quanto possibile i lettini sono di legno e la biancheria è del nido; si chiede ai genitori la collaborazione per il lavaggio. Il salone ha un uso polifunzionale. Di solito viene usato in modo comunitario nelle fasce di entrata ed uscita e durante la mattinata per proposte di gioco libero o esperienze organizzate dalle educatrici. Viene usato dagli adulti per occasioni assembleari, riunioni del personale, intercollettivi, aggiornamenti e riunioni con i genitori. L’ “aula magica” è una stanza allestita ed attrezzata con strutture morbide dove i bambini periodicamente fanno giochi motori. Inoltre accoglie una grande “tana” luogo intimo e raccolto a valenza affettiva e simbolica. Quest’ambiente è condiviso dalla scuola d’infanzia “La farfalla”. La “casina” è una stanza attrezzata come una piccola casa con oggetti e suppellettili anche di vita reale (pentole, mestoli, etc...), dove i bambini possono interagire a piccoli gruppi simulando la vita domestica. In questo spazio è presente anche un angolo per i travestimenti. A seconda della possibilità la scuola dell’infanzia “La farfalla” condivide un piccolo spazio finestrato dove viene allestito il laboratorio della SABBIA. Gli spazi degli adulti sono: lavanderia, servizi igienici e spogliatoio, piccolo ufficio/archivio e grande ufficio laboratorio /ripostiglio. Negli ultimi tempi si sta delineando la tendenza a collocare i giocattoli ed i materiali in modo ordinato , secondo criteri ed in modo visibile (contenitori trasparenti). Il giardino gira tutto intorno alla struttura ed offre ai bambini la possibilità di esplorare e fare esperienze. Alcune staccionate lo delimitano in varie zone adiacenti alle sezioni. Vi sono alcuni alberi ben sviluppati che ombreggiano il prato, zone pavimentate in cemento ed in materiale antitrauma, strutture di legno : casette, scivolo, tavoli e panche. L’intenzione è quella di cercare di vivere maggiormente all’aperto in tutte le stagioni dell’anno. La riflessione del gruppo di lavoro si è centrata sulla ricerca di materiali della natura e di recupero per offrire stimoli cognitivi, sensoriali e percettivi più naturali ed ecologici. Questa scelta è stata approfondita con i comitato di gestione e condivisa coi genitori in sede di presentazione della programmazione educativa.Il gruppo educativo attraverso l’aggiornamento e momenti di riflessione ha concordato con volontari e associazioni (Gli amici della terra) un percorso di riqualificazione del giardino attraverso l’uso di materiali naturali e di recupero. Dalla primavera del 2014 è stato montato un grande pannello sonoro realizzato con materiale riciclato, è stata creata una tenda indiana vegetale utilizzando canne di bambù su cui si arrampicano tralci di vite americana, si sta allestendo una pista per le macchinine usando vecchi blocchi di cemento e tubi di pvc. Sono presenti travi in legno e tronchi d’albero. 9 9 3.3 A proposito di TEMPO Il tempo al nido è molto importante, perchè dà scansione ai vari momenti della giornata e il susseguirsi di questi momenti sono indispensabili al bambino per capire il ripetersi di varie azioni quotidiane. Quando avrà interiorizzato queste azioni, il bambino sarà in grado di anticiparle. I momenti che scandiscono i tempi all'interno del nido sono i momenti di cura, momenti che ogni giorno le educatrici ripetono e sono di primaria importanza, perchè favoriscono le relazioni tra bambino/ adulto e bambino/bambino, sviluppano la comunicazione, la sicurezza verso di sé, affinchè il bambino abbia un'immagine positiva di se stesso. I momenti di cura sono: • accoglienza e ricongiungimento • cambio • pasto • sonno 3.3.1 Il tempo dell'accoglienza e del ricongiungimento L'accoglienza è un momento delicato, perchè per un bambino, il distacco dal genitore, è sempre un momento difficile, non è facile affidarsi all'educatrice. Ma non solo il bambino ne soffre, dobbiamo considerare che è un momento delicato anche per il genitore stesso, che deve affidare il proprio figlio a figure esterne all'ambito familiare. Noi educatrici, prendendo consapevolezza di questo, dovremo trovare le strategie adeguate per ogni bambino, cercando di rispettare i suoi rituali (es. fare un saluto dalla finestra). Verso il genitore possiamo rassicurarlo dicendo che può telefonare per sentire come sta il suo bambino e comunque siamo a disposizione per confrontarci se ci sono particolari difficoltà. Anche il ricongiungimento è un momento fondamentale, ogni bambino può avere una propria modalità per riunirsi al genitore (corrergli incontro, fuggire via, fare finta di non vederlo, etc...) e sta nell'educatrice rassicurare il genitore. Nel ricongiungimento sono importanti anche le informazioni che si danno alla famiglia, riguardanti la giornata trascorsa al nido del proprio bambino. 3.3.2 Il tempo del cambio La cura del corpo permette di concedersi reciprocamente tra educatrice e bambino tanta tenerezza, e sperimentare piccole autonomie, di apprendimenti ma anche di regole da conoscere e consolidare. L'insieme dei gesti che avvengono durante il cambio sono un insieme di messaggi verbali e non (gesti, sguardi), che creano un legame tra adulto e bambino e favoriscono la consapevolezza del bambino riguardo il proprio corpo e la propria identità, trasmettono informazioni e creano apprendimenti. Per i bambini piccoli quindi il momento del cambio diventa un momento intimo, di coccole, di dolcezza, poi pian piano si cerca di portare i bambini verso l'autonomia, con i bambini grandi si dice di provare a fare da soli, come svestirsi, levarsi le scarpe, sedersi sul vasino ma continuando a dargli attenzione. 3.3.3 Il tempo del pranzo Attraverso il momento del pasto passano molti messaggi, il gioco delle regole, si sta tutti seduti a tavola, la capacità di attesa, il turno nell'essere serviti, l'emulazione dell'altro, la scoperta dei sapori, dei profumi e dei colori e, soprattutto, la convivialità. La tavola è un luogo di incontro sociale e anche questo va insegnato ai bambini. Subito prima del pasto, i bambini vanno in bagno a lavarsi le manine, a piccoli gruppi, poi si siedono a tavola. Nella sezione dei piccoli, ogni bambino ha il suo tavolo di riferimento, in cui vi è sempre la stessa educatrice, nella sezione grandi, invece, i bambini possono scegliere dove sedersi, ma come riferimento rimane sempre la stessa educatrice per ogni tavolo. 10 10 Durante il momento del pranzo è presente una sporzionatrice per i pasti, incaricata dalla Ditta di ristorazione collettiva, pur essendo una collega esterna al nostro organico è integrata nel nostro team, infatti oltre a preparare i piatti e portarli a tavola, si relaziona con noi e con i bambini, che la cercano, l'attendono e la salutano con entusiasmo. Avere questa figura in più, per noi è molto importante perchè permette all'educatrice, che mangia insieme ai bambini, di non alzarsi e di rimanere a tavola, quindi è una base sicura, che da stabilità e mantiene gli equilibri. Anche la collaboratrice di sezione è molto importante, perchè supporta la porzionatrice ma assume anche una funzione educativa aiutando i bambini durante il pranzo. Le educatrici cercano di favorire la conversazione, per arricchire le relazioni tra bambini e cercando di coinvolgerli, es: chiedendo cosa fanno, se gli piace il cibo, imparando alcune regole ...come dire “buon appetito!”. Così facendo si cerca di dare anche un riconoscimento individuale per ciascun bambino, che deve essere ascoltato e riconosciuto nel suo essere. Si dà la possibilità a ciascun bambino di poter utilizzare le mani, portandoli verso l'autonomia di utilizzare le posate. Per noi è importante il valore alla disponibilità ad aiutare i bambini anche se sanno già fare qualcosa (es: un bambino che sa mangiare con le posate, ma può esserci il periodo o la giornata in cui richiede più attenzioni e vuole essere imboccato), riconoscendo le sue necessità del momento. 3.3.4 Il tempo del sonno E' un momento delicato, molte volte il bambino ha paura di abbandonarsi al sonno, è spesso un momento che ricorda la mamma o il papà. Per questo si cerca di rispettare il rituale di ciascun bambino (es.:un pupazzo, l'essere cullato, una ninna nanna), ci sono bambini che, quando entrano al nido, sono abituati a dormire in braccio o sul passeggino e le educatrici rispettano sempre questi momenti, inizialmente, cercando di passare gradualmente al lettino. Le camerette sono dotate di lettini bassi, ci sono luci soffuse che creano la penombra, ci sono pupazzi a disposizione dei bambini. I bambini vengono messi a letto verso le 13 e dormono fin verso le 15.30, per poi alzarsi e prepararsi per la merenda. La scelta del nido servizio è di fare indossare i pigiami, sia per una questione igienica, ma anche per dare l'idea al bambino, con questo rito che ci stiamo preparando per la “nanna”. 11 11 3.4 Calendario e orario di funzionamento Il nido funziona dal primo lunedì di settembre di ogni anno all’ultimo giorno lavorativo di giugno dell’anno successivo. I genitori che ne fanno richiesta possono usufruire del servizio anche nelle prime 4 settimane del mese di luglio ( denominato servizio estivo). Le fasce orarie sono scelte dalle famiglie al momento dell’iscrizione. Il servizio è aperto dal lunedì al venerdì secondo i seguenti orari di ingresso e uscita: fasce orarie in ingresso 7.30 – 8.00 8.00 – 8.30 8.30 – 9.00 Fasce orarie in uscita 12.30 – 13.00 16.00 – 16.30 16.30 – 17.00 17.00 – 17.30 17.30 – 18.00 3.4.1 Organizzazione dell'accesso Orientativamente tra il mese di Aprile e il mese di Maggio l’Ufficio scuola raccoglie le domande di iscrizione ai nidi del territorio comunale previa comunicazione di apertura del bando alle famiglie dei potenziali utenti inviata per posta e pubblicata all’Albo Pretorio. La graduatoria viene stilata dall’ufficio scuola facendo riferimento ai criteri riportati nella Deliberazione del Consiglio Comunale n. 22 del 26 marzo 2015 in cui vengono esplicitati l’offerta dei servizi e le modalità di accesso e utilizzo della graduatoria. 3.5 La mensa La gestione della cucina è affidata tramite gara di appalto ad una ditta esterna, nello specifico è la Ditta CAMST. I pasti sono preparati nella cucina centrale posta nel capoluogo e arrivano al nido attraverso il trasporto organizzato dalla ditta stessa. Il comune si riserva di controllare il corretto funzionamento dell’intero servizio attraverso l’utilizzo di una figura tecnico-professionale preposta. Ogni utente viene dotato di una carta elettronica pre-pagata, che serve per la prenotazione e per l’addebito a scalare del pasto. I genitori devono avvicinare la carta ad un rilevatore di prossimità, posizionato all’interno del plesso scolastico, che automaticamente rileva i dati dell’utente e oltre a prenotare il pasto gli scala il relativo costo, tenendo conto delle eventuali agevolazioni e delle diete personalizzate di ognuno. La macchina legge la prenotazione una volta sola, quindi se l’utente avvicina più volte la tessera davanti al rilevatore, non verranno effettuate più prenotazioni nello stesso giorno. La carta può essere ricaricata con la periodicità e con gli importi ritenuti più opportuni; l’eventuale credito alla fine dell’anno può essere rimborsato o utilizzato per l’anno successivo e anche nel caso di credito esaurito il pasto viene comunque prenotato, segnalandolo all’atto della prenotazione mentre il debito accumulato verrà scalato alla ricarica successiva. 12 12 3.6 Il nido...luogo dove si scopre il piacere dell'INCONTRO e delle RELAZIONI L’obiettivo primario del nostro gruppo di lavoro è quello di creare un contesto educativo che si propone come luogo di relazioni significative in un ambiente sicuro, accogliente e curato. L’importanza della qualità delle relazioni adulto bambino è trasversale a tutte le esperienze che egli vive al nido .E’ indispensabile che ci sia tra gli adulti una comunanza di intenti : metter al centro il benessere e le possibilità di sviluppo dei bambini, aver presente il proprio ruolo essere disponibili al dialogo e aperti a rapporti di fiducia reciproca, mantenere un atteggiamento di ascolto e flessibilità nell’accoglienza delle caratteristiche e dei bisogni individuali. 3.6.1 Star bene insieme Costruire relazioni significa “dedicare tempo, dilatare il tempo, perdere tempo”, per non produrre niente ma stare insieme e conoscersi e rispettare i tempi dell’altro per entrare in interazione e costruire un bagaglio comune di momenti di cure, parole condivisioni e riti. Il bambino che entra al nido affronta l’esperienza del vivere insieme ai coetanei e adulti che non conosce. Sperimenterà i suoi primi conflitti poiché incontrare l'altro, è una esperienza particolarmente ricca e complessa non certo semplice ma sono parte integrante della quotidianità, sono da considerarsi occasioni per i bambini per conoscersi, attraverso il confronto e lo scontro. Quindi hanno una forte valenza educativa nella costruzione della identità e della socialità. Inoltre nei primi tempi della vita del bambino, il conflitto tra i pari rappresenta il momento in cui il bambino riconosce nella presenza del coetaneo il limite al proprio mondo egocentrico. Il compito dell’adulto è quello di sostenere il bambino in questa sperimentazione ponendosi come osservatore imparziale dei comportamenti manifestati e interprete di significati. Essi devono essere letti e analizzati in un ottica contestuale cercando di capire all’interno delle singole situazioni il significato non superficiale , per permettere al bambino di imparare a negoziare con l’altro, di provare, sbagliare e diventare autonomo nelle relazioni. L’adulto dovrà permettere l’evoluzione del conflitto attraverso la verbalizzazione della situazione che lo ha provocato usando toni di voce calmi e pacati cercando cosi di allentare la tensione. 3.6.2 Personalizzazione La relazione adulto-bambino è come la relazione bambino-bambino una risorsa per differenti acquisizioni sociali, cognitive e permette lo sviluppo della personalità. L’adulto deve essere in grado di offrire al bambino una relazione educativa che rispetti non solo la sua singolarità ma che promuova la sua autonomia. L’educatore deve far percepire la sua presenza costante e rassicurante anche “a distanza”, attraverso sguardi e sorrisi che gli comunichino sicurezza, sostegno e approvazione. L’educatore oltre a rispettare i tempi del bambino, accoglie i suoi momenti di difficoltà affiancandolo ma non sostituendosi a lui. Il nostro ruolo passa dalla organizzazione della quotidianità che garantisce al bambino la possibilità di svolgere esperienze significative per il suo sviluppo in ogni momento della giornata, al porsi come punto di riferimento stabile nel tempo, mentre il bambino esplora, sperimenta e conosce. Per fare ciò l’educatrice deve mettere in atto strategie capace di cogliere il suo interesse e di coinvolgerlo rispettando l’individuale interesse e piacere a fare un esperienza rispetto ad un'altra. Il nostro servizio risponde hai bisogni di cura e intimità del bambino riconoscendogli la sua individualità e assicurandogli rassicurazione e contenimento emotivo. La personalizzazione e l’intimità dello spazio sono garantite curando la presenza di tracce individuali e segni di riconoscimento personali quali contrassegno nell’armadietto , cassettine porta indumenti, lettini e pigiamini. Per noi c'è empatia se si inizia a comprendere cosa prova l’altro nelle più svariate circostanze e si costruirà la fiducia. Dobbiamo dare tempo al bambino , darci tempo col bambino , dare tempo a noi stessi per costruire un rapporto quotidiano . 13 13 3.7 Le proposte educative tra confini e libertà...tra organizzazione e scoperta Le proposte educative non sono l’espressione di intenzionalità individuali o di una gestione improvvisata, ma la definizione di progetti in cui si esplicitano e condividono le finalità i contenuti per trasformare le esperienze proposte in “esperienze significative e formative”. In questo senso tutte le esperienze proposte sono oggetto di una progettazione che prevede momenti di riflessione e confronto in gruppo sulle scelte operate o da operare. La qualità delle proposte educative è legata all’offerta di situazioni non banali e standardizzate, all’organizzazione dell’ambiente, ai tempi in cui si succedono, ai modi in cui vengono proposte e gestite dall’adulto, capaci di sollecitare la curiosità e il coinvolgimento dei bambini/e, esperienze che vengono proposte in modo continuo e regolare (che non vuol essere una ripetizione meccanica di azioni ma una pianificazione-organizzazione a monte dell’esperienza prima dell’inizio di una situazione di gioco), per permettere al bambino/a di acquisirne padronanza ed offrire all’adulto motivo di osservazione e di cogliere e valorizzare gli elementi che emergono nell’evolversi delle situazioni. Il gioco è per i bambini/e una delle modalità principali per esprimersi, conoscersi e modificare la realtà; il gioco inteso come elemento portante dell’esperienza educativa, il gioco capace di contenere le emozioni, ma anche di comunicare ai bambini/e curiosità, capacità di attesa e fiducia nelle loro potenzialità. Si è soliti distinguere tra esperienze strutturate (preparate e guidate dall’adulto per il raggiungimento di un obiettivo) e il gioco libero….che i bambini /e mettono in atto autonomamente negli angoli sezioni o in ampi spazi( salone e giardino). Si tratta sempre di esperienze ludiche sostenute da un clima gioioso, giocoso, ricco di affettività, in grado di appagare i bambini nella sua curiosità, nel piacere di fare ed esplorare insieme agli altri. Le esperienze educative sono proposte attraverso il gioco… • in piccolo gruppo un contesto privilegiato di relazioni, per i bambini il piccolo gruppo è un serbatoio di opportunità, che richiede loro impegno, energie emotive e fisiche. • In intersezione che diventa una occasione di crescita non solo sociale ed affettiva, ma anche cognitiva ; i legami affettivi fra bambini e con l’adulto rafforzano il riconoscimento e la valorizzazione di ciascuno, nella sua capacità di autostima, come motore di crescita. • nel grande gruppo i bambini guardano con interesse ciò che il compagno fa, lo imita riprende le sue scoperte le rielabora con un proprio stile personale, il gruppo è il luogo dove i bambini cooperano, condividono momenti di conoscenza arricchiscono il proprio sapere, i linguaggi si moltiplicano e si contaminano . Il nido d’infanzia si impegna ad offrire a ciascun bambino durante l’anno esperienze diversificate per favorire il suo percorso di crescita in ogni area di sviluppo, valorizzando le differenze individuali e le competenze nel gruppo dei pari, in spazi ed ambienti appositamente progettati ed allestiti. 3.7.1 L'esperienze di gioco Gioco di scoperta: “ riuscire a scoprire” Il gioco di scoperta è un opportunità offerta per conoscere le proprietà degli oggetti ed apprendere attraverso gli stimoli sensoriali e percettivi. I bambini/e vengono lasciati liberi di esplorare e scoprire da soli il modo in cui gli oggetti e i materiali si comportano nello spazio a seconda di come vengono maneggiati. Questa esperienza favorisce l’apprendimento attraverso l’esplorazione. I bambini sperimentano l’uso degli oggetti in completa libertà poiché in questo gioco non c’è un modo giusto o sbagliato di utilizzare gli oggetti. Per il gioco di scoperta sono necessari oggetti prevalentemente naturali e/o reciclati, diversi per peso, consistenza, forma, colore, possibilità sonore. Riciclo e… In questi ultimi anni il team educativo sta affrontando un percorso che lo vede protagonista di scelte metodologiche e progettuali orientate ad offrire ai bambini /e un modo di giocare più ecocompatibile. La finalità di questo percorso è sostituire gradualmente alcuni oggetti /giocattoli di plastica per integrare la dotazione con altri oggetti, giocattoli più ecologici-naturali, reciclati, creati dalle educatrici e soprattutto offrire opportunità di gioco non stereotipato ma di favorire l’uso dei 14 14 sensi la creatività ,la fantasia. Da sempre nel nido d’infanzia IL BRUCO sono stati proposti ai bambini/e materiali di gioco naturali e di recupero con finalità euristiche. Nelle sezioni sono iniziate sperimentazioni di angoli allestiti con materiali naturali e di recupero sempre a disposizione dei bambini per il gioco spontaneo. Il progetto viene realizzato seguendo due filoni di sperimentazione: il primo prevede la costruzione di giocattoli (es.: barattoli, coperchi bottigliette sensoriali…) ed il secondo l’utilizzo di “box a tema”...( es.:ambientazione natalizia, animali, carta…) la scelta è dare a ciascun bambino in modo individualizzato la possibilità di giocare e sperimentare. Esperienze di manipolazione e pedipolazione Attraverso l’esperienza di manipolazione, intendiamo dare ai bambini la possibilità di compiere un percorso di esplorazione globale, che li porti a conoscere gradualmente i materiali e gli strumenti proposti, a scoprire ciò che li rende diversi gli uni dagli altri e a sperimentare possibilità di nuove esperienze sensoriali. Le educatrici accompagnano i bambini nel loro percorso di esplorazione, di scoperta e di potenziamento delle abilità manuali nei momenti di gioco predisponendo esperienze di grande manipolazione (es.:vengono riempite due contenitori contenenti grandi quantità di materiale grossolano, come la pasta cruda o la farina gialla) i bambini possono così travasare..far cadere…assaggiare…mordicchiare, scoprono il mondo attraverso il gioco della manipolazione degli oggetti, sperimentano per prove ed errori, acquisiscono nozioni, sviluppano la propria intelligenza, conquistano fiducia nelle proprie capacità. Esperienze di piccola manipolazione: vengono offerte in sezione, sui tavoli, piccole quantità di materiale (es.: impasto di acqua e farina, con aggiunta di colori alimentari, sale grosso, etc…) l’obiettivo di questa esperienza è favorire il movimento delle dita, un maggior controllo della mano e l’autonomia nel creare, inoltre lo scomporre e poter ricomporre l’impasto aiuta a scaricare aggressività..tensioni..e ricostruire la propria interiorità in modo positivo. La pedipolazione: questa esperienza viene offerta a piedi nudi, per aiutare i bambini/e a sentire una parte del corpo…i piedi, che spesso viene tenuta coperta. Viene proposta su un telo di colore blu dove vi è distesa una grande quantità di farina gialla, tegamini, imbuti,cucchiai.. Eperienze motorie: “con il corpo comunico, conosco e mi relaziono” Attraverso questa esperienza il bambino è coinvolto in tutta la sua interezza ”corpo e mente”, può mettere in gioco tutte le sue energie e può scoprire le potenzialità del suo corpo. E’ un gioco liberatorio oltre che creativo, dove è permesso fare ciò che non è permesso fare in altri spazi come.: arrampicarsi, rotolarsi, correre, saltare, urlare.. nel rispetto di sé stesso e degli altri. Nel corso dell’anno i materiali morbidi presenti all’interno dell’aula motoria verranno predisposti in maniera diversa per creare nuove situazioni di gioco e per dare la possibilità ai bambini di sperimentare nuovi movimenti. Esperienze espressive: “ con le mani con la fantasia” Quando il bambino si esprime attraverso il disegno, la pittura, il collage, la forma della sua espressione è sempre proporzionata al suo contenuto emotivo. Sta a noi educatori far vivere ai bambini /e un’esperienza che spazia tra varie offerte di materiali dove è possibile provare il piacere motorio oltre alla scoperta di lasciare le tracce nel farlo ed iniziare a narrare con un linguaggio sempre più in evoluzione ciò che sta realizzando. Esperienze comunicative: “ sentire….dire…cantare” I libri, le favole e le narrazioni permettono elaborazioni fantastiche uniche e irripetibili a ciascun bambino. I personaggi delle storie sono spesso vissute come reali e il contenuto dei racconti consente ai bambini di identificarsi con essi sperimentando delle emozioni a cui si può attribuire un nome (es.: paura, tristezza, affetto, felicità…). ATHELIER della CASA:” faccio finta di…” E’ uno spazio affettivamente significativo che da ai bambini/e la possibilità di riconoscersi all’interno di una relazione stabile e rassicurante in cui le educatrici hanno un ruolo di mediazione e di supporto. I bambini/e giocando danno spazio all’immaginazione, rappresentando e verbalizzando il proprio vissuto. I bambini/e costruiscono le relazioni e sperimentano la collaborazione nel rispetto dell’altro sotto la regia delle educatrici. 15 15 Esperienze in giardino: “ alla scoperta di spazi aperti” Il giardino del nido merita di essere esplorato, è un area pensata strutturata ed utilizzata in tutti i mesi dell’anno , ogni qualvolta il tempo lo permette. I bambini/e desiderano uscire all’aria aperta, correre, toccare tutto ciò che vedono… noi educatrici partendo dal presupposto che i bambini trascorrono molto tempo in spazi chiusi, riteniamo importante soddisfare queste loro esigenze, aumentando i tempi e le esperienze negli spazi esterni. Dal 2014 le educatrici e le collaboratrici si sono impegnate in sinergia con l’associazione Amici della Terra a realizzare nuove piste di gioco. Nel giardino posteriore è stata realizzata una pista per le macchinine…un pannello sonoro; nella zona filtro è stata realizzata una capanna utilizzando piante di vite americana, l'idea del gruppo di lavoro è di valorizzare diversi angoli del giardino, ri-progettandoli e qualificandoli per creare interesse, curiosità e divertimento nei bambini/e in modo da poterlo vivere sempre di più durante tutto l'arco dell'anno educativo. LABORATORIO della SABBIA: “ il gesto dei bambini di riempire continuamente , è un atto di generosità” UTE STRUB Il laboratorio della sabbia è ispirato allo” STRANDGUT” Ute Strub, un nuovo spazio gioco, creato nella zona filtro della scuola dell’infanzia la Farfalla, uno spazio al di fuori della quotidianità della vita di sezione. Si è scelto di allestire lo spazio in modo neutro, per favorire lo sviluppo della fantasia dei bambini e delle bambine, nell’utilizzare materiale povero e neutri nel colore. Il laboratorio della sabbia è fruito da un massimo di 10 bambini grandi di età compresa tra i 24/36 mesi accompagnati dall’educatrice, che ha la funzione di osservatrice, non è un conduttore, ma è un servitore, è al servizio del bambino ed interviene solo se serve per mediare; per tutto il tempo osserva il bambino che si cimenta con la sabbia e giocattoli, oggetti innovativi per un nido perché utensili della cultura passata o di uso comune in cucina, oggetti che il bambino/a spesso non conosce o non può utilizzare. Questo laboratorio propone …”semplicemente il gioco della cucina.” Ma la semplicità permette alla creatività dei bambini di trasformare materiali “poveri”, o semplici o naturali in giochi ricchi. Nel laboratorio della sabbia c’è una sola regola: non si tira la sabbia verso gli altri. Ai bambini che hanno il desiderio di lanciare viene dato un pon pon di lana e quell’oggetto può essere lanciato. PROGETTO CONTINUITA’: “ costruiamo un ponte tra nido e scuola dell’infanzia” Il passaggio dal nido d’infanzia alla scuola dell’infanzia, costruisce, per il bambino e la sua famiglia una esperienza particolare a causa delle incertezze legate al cambiamento del contesto educativo e delle figure di riferimento. Per agevolare il passaggio viene costituita una sottocommissione Continuità Nido/ materna a cui partecipano le educatrici referenti dei nidi d’infanzia ( comunali e convenzionati), scuole d’infanzia (comunali e statali) al fine di elaborare un progetto ponte per facilitare la comunicazione tra educatrici ed insegnanti e favorire un graduale e sereno passaggio dal nido alla scuola dell’infanzia. Il progetto si suddivide: Ideazione di uno sfondo narrativo che stimoli e favorisca le interazioni tra le varie istituzioni educative; Visita da parte dei bambini/e dei nidi alle scuole dell’infanzia; Scambi di comunicazione tra educatrici e insegnanti per valorizzare le esperienze vissute al nido. Obiettivi: - Agevolare il passaggio dei bambini/e da un ordine di scuola all’altro; - Aiutare le famiglie a vivere serenamente il passaggio dei loro figli dal nido alla scuola dell’infanzia; - Far scoprire ai bambini/e il valore della collaborazione e della partecipazione all’attività; - Promuovere e rafforzare l’autonomia dei bambini/e. 16 16 4. SERVIZIO, FAMIGLIE E TERRITORIO, il piacere nell'incontro con i bambini e le bambine e gli adulti Il servizio educativo concorre con le famiglie all’educazione dei bambini in una dimensione di comunità educante. La partecipazione e la condivisione della gestione sociale e culturale sono condizione indispensabile per trovare l’equilibrio tra le regole sociali di convivenza e un approccio personalizzato verso i bisogni dei singoli. “La professionalità delle educatrici, nelle relazioni con le famiglie, necessita in alcune circostanze, di indossare” il grembiule istituzionale” poiché l’ ambiente sociale in continuo mutamento non delinea con chiarezza il confine tra le necessità individuali e i bisogni collegiali .” 1 Le azioni che il nostro Servizio Scuola compie annualmente verso le famiglie del territorio, possibili utenti, sono le seguenti:- la divulgazione tramite l’Ufficio Scuola, del bando con le informazioni riguardanti le regole d’iscrizione- l’invio di lettere informative a ogni famiglial’affissione di manifesti - la pubblicazione di un comunicato sul sito dell’Ente, all’interno del quale sono indicate le date dove è possibile visitare i vari Servizi 0-3 presenti nel Territorio. Un’incontro a scopo chiarificatore è condotto dall’Assessore alle Politiche per l’istruzione e i servizi educativi, la responsabile del servizio scuola e la Coordinatrice Pedagogica, prima della chiusura del bando. La prima occasione d’incontro del servizio con le famiglie avviene durante “Il nido in visita”; le educatrici allestiscono con cura gli spazi interni ed esterni; i genitori hanno la possibilità di consultare parte della documentazione, vedere attraverso uno schermo TV momenti di routine e di gioco dei bambini e vengono accompagnati a piccoli gruppi, nei vari ambienti dove l’educatrice racconta la vita al “nido”, le scelte degli allestimenti e dei materiali usati, presenta alcuni ”set di esperienza” allestiti all’interno delle sezioni, oltre a soddisfare le prime curiosità dei genitori. Una volta stilata la graduatoria degli ammessi e assegnati i posti nei vari servizi, le educatrici formulano l’ordine degli inserimenti a piccoli gruppi in base all’età, un modulo personalizzato è inviato dall’ufficio scuola, tramite e-mali, a ogni famiglia contenente le date del colloquio, della merenda gioco, dell’inserimento dettagliato in tutte le parti. Il primo incontro con le nuove famiglie e il team educativo è programmato per “ LA MERENDA GIOCO “ nella prima settimana di settembre,in un clima informale preferibilmente in giardino in uno spazio predisposto in base ai bisogni dei bambini, offrendo una merenda, le famiglie hanno l’opportunità di conoscersi, ed iniziare a relazionarsi con il personale e poter gettare le basi caratterizzate da un buon rapporto di fiducia reciproco. In quest’occasione le famiglie che non erano presenti al ” nido in visita” hanno l’opportunità di visitare gli spazi del servizio. I colloqui individuali sono organizzati di norma una settimana prima dell’inserimento ed è condotto da due educatrici di sezione; è un momento molto importante, in uno scambio d’informazioni reciproche per una buona riuscita del percorso educativo. La famiglia riceve nella prima parte, una serie di stampati da compilare quali: - il modulo per le deleghe al ritiro - l’autorizzazione a riprenderlo con gli audiovisivi - la scheda dove inserire i numeri telefonici della famiglia - la scheda anamnestica. Per una buona conoscenza e una trasparenza comunicativa viene consegnato e condiviso il documento sulle ”regole” per il buon funzionamento del servizio e un pieghevole con le nozioni sanitarie. Nella seconda parte del colloquio i genitori hanno l’opportunità di raccontare la storia, le esigenze, le abitudini, lo stile di vita del proprio bambino\a. Le educatrici si rendono disponibili a rispondere a tutte le domande dei genitori per chiarire dubbi e iniziare la costruzione di un percorso condiviso che prevederà un’alleanza educativa. Il tempo che dedichiamo a questo momento è di 45 m. circa e una delle educatrici annota tutto quello che riguarda il bambino in una scheda individuale per avere una traccia importante sul vissuto del bambino e della famiglia. 1 Cit. G. Nicolodi 17 Seguono momenti d’incontro diversi, dove chiediamo di trovarci tra adulti, quali: L’assemblea generale: nel mese di ottobre tutte le famiglie sono convocate a un incontro con l’assessore alle Politiche per l’istruzione e i servizi educativi, la pedagogista, le educatrici,le collaboratrici, il medico scolastico, il responsabile della mensa , la dietista, dove ognuno approfondirà i propri ambiti con nozioni di carattere generale che riguardano il funzionamento del nido, per acquisire maggior conoscenze. In quest’assemblea sono eletti i genitori rappresentanti del Comitato di Gestione. Il Comitato di Gestione: è un organismo formato da due genitori e una educatrice per sezione, una collaboratrice, l’assessore alle Politiche per l’istruzione e i servizi educativi. Al primo incontro è eletto il presidente, il segretario e il cassiere, incarico ricoperto dai genitori, il verbale stilato dal segretario e firmato dal presidente è inviato a tutte le famiglie che danno la disponibilità a riceverlo tramite e-mail, da quando si utilizza questo tipo di comunicazione l’informazione tra le famiglie ed il servizio è risultata molto più fluida e circolare, il cartaceo viene affisso nella bacheca del comitato perché tutti possano prenderne visione o averne una copia. Di norma s’incontra due o tre volte l’anno per condividere la programmazione educativa e affrontare assieme questioni organizzative. Incontro per la verifica degli inseirmenti: è un incontro dedicato ai primi gruppi dei genitori delle nuove sezioni. Dopo circa quattro settimane dall’inizio della frequenza, in un clima di confronto, le educatrici raccontano l’andamento del percorso d’ambientamento e i genitori attraverso ”piccole strategie e giochi comunicativi” sono invitati a raccontare l’esperienza che stanno vivendo per poter sentirsi coinvolti e partecipi. Condividere con gli altri le stesse problematiche o, i vissuti trovando rassicurazioni o strategie per superarle, contribuiscono maggiormente a quel clima di fiducia e appartenenza indispensabile per raggiungere un buon grado di sicurezza perché i genitori e il bambino si sentano in un sistema educativo integrato. E’ l’occasione per vedere insieme le prime foto dei bambini al nido o la visione di un filmato . Incontro di programmazione di sezione: è l’occasione per conoscere la programmazione educativa sia di sezione sia generale. Le educatrici, presente anche la collaboratrice, entrano nello specifico raccontando le scelte degli spazi, dei materiali, dei momenti di cura, delle esperienze di gioco che vogliono far vivere a quel gruppo di bambini. Sono messe a conoscenza di tutti i momenti d’incontro …feste…laboratori…. teatro… e del piccolo contributo da sostenere per l’anno in corso. E’ distribuito un pieghevole con le informazioni principali e tutta la programmazione è inviata tramite e-mail dai rappresentanti del comitato alle famiglie che ne fanno richiesta, è anche disponibile in formato cartaceo presso gli spazi adibiti alla consultazione . La partecipazione delle famiglie agli incontri laboratoriali hanno una valenza multipla; permette di vivere in un clima di compartecipazione, di condivisione, di scambi relazionali, attraverso il piacere del fare, di contribuire alla realizzazione di materiale finalizzato ad un obiettivo specifico; Primo percorso laboratoriale - è ormai consuetudine incontrarsi il 2 dicembre per riflettere sull’importanza della legge 1044 per l’apertura dei nidi e festeggiarne il compleanno con un laboratorio natalizio. I genitori sono invitati a confezionare un manufatto che Babbo Natale il giorno della festa consegnerà al proprio bambino. Secondo percorso laboratoriale - il coloriamo è un laboratorio dedicato alla colorazione dei disegni presenti nelle pagine del “quadernone dei ricordi” in cui il genitore può collaborare personalizzando l’album che ogni anno noi realizziamo con le parole e le immagini fotografiche dei momenti più importanti dell’esperienza al nido, viene dato durante il colloquio individuale di fine anno educativo per valorizzarne il contenuto e ri-vivere insieme un anno di vita del loro bambino o la loro bambina con noi nel nido che li ha accolti per un anno. 18 La partecipazione agli eventi sono principalmente due: - la festa di natale: “La casetta di Babbo Natale” viene allestita in giardino è il luogo dove in un momento intimo e individuale le famiglie possono passare a salutare Babbo Natale e il bambino può ricevere il regalo realizzato dai genitori, oltre ad una piccola merenda. - la festa di fine anno: in giardino mangiando la pizza tutti insieme le famiglie possono consolidare le nuove relazioni conversando in un ambiente sicuro a misura di bambino. Il servizio mette a disposizione momenti di partecipazione individuali per un ascolto, un dialogo e un supporto alla genitorialità oltre che al sostegno reciproco attraverso i colloqui individuali con le educatrici e/o la pedagogista. La trasparenza comunicativa avviene attraverso degli strumenti di comunicazioni quali: -bacheche generali-di sezione -diario giornaliero- tasche per la posta. Il gruppo di lavoro ha scelto di far partecipare i genitori ad alcuni momenti della giornata attraverso la visione di immagini fotografiche visionabili nello schermo tv posto nello spazio accettazione. Vogliamo condividere l’emozione di vedere alcune esperienze che i bambini vivono al nido in alcuni momenti, rafforzando il racconto della restituzione che avviene a fine di giornata da parte degli educatori e dando la possibilità ai genitori di visualizzare un’immagine quando pensa al proprio bambino all’interno di un gruppo dei bambini. Alcune pareti dei corridoi sono state destinate ai “corridoi didattici “dove le famiglie e i bambini in uno scambio emozionale di relazioni significative possono visionare insieme gli elaborati prodotti. 4.1 il percorso di ambientamento dei bambini e delle bambine L’inserimento al nido è un momento molto delicato e carico di forte valenze emotive per tutti quelli che sono coinvolti, ossia il bambino, la famiglia e gli educatori. Questo momento necessita pertanto di una particolare cura, attenzione ed una attenta mediazione da parte degli adulti presenti (educatori/ familiari) . Perché il bambino possa “STARE BENE” in questa nuova realtà è importante che si instauri un rapporto di fiducia con le educatrici, e tra e le educatrici e la famiglia. L’ambientamento viene quindi studiato, organizzato e pianificato: per il bambino: • favorire la conoscenza del nuovo ambiente attraverso la presenza della figura familiare; • favorire l’esplorazione degli spazi dei materiali di gioco e dei tempi delle routine; • maturare la capacità di separarsi dalla madre e dalle figure familiari; • Maturare sentimenti di fiducia e di attaccamento verso i coetanei e gli educatori. per i genitori: • Favorire il distacco graduale dal proprio bambino/a; • rendere la famiglia partecipante attiva alla vita del nido; • instaura un legame di fiducia con il personale; per gli educatori: - favorire la conoscenza attraverso “L’OSSERVAZIONE DEI SINGOLI BAMBINI” (soprattutto nei primi giorni); - creare un legame di fiducia con le famiglie. I PRIMI PASSI….VERSO L’AMBIENTAMENTO! Ancor prima di accogliere i bambini all’interno del nido, il primo passo che tutto il personale educativo compie è quello di accogliere e ascoltare tutti i dubbi delle famiglie, soprattutto quelle che, si approcciano per la prima volta a questo servizio. MODALITA’ DI INSERIMENTO: Come gruppo educativo abbiamo fatto la scelta di adottare la modalità della educatrice di accompagnamento per il periodo iniziale di inserimento. Questa educatrice, preferibilmente, conduce il colloquio con i genitori prima dell’inserimento del bambino e durante l’inserimento si relaziona con un piccolo gruppo di bambini per facilitare la creazione 19 dell’attaccamento e del rapporto di fiducia. L’educatrice accoglie i bisogni, le emozioni e i sentimenti a volte contrastanti di bambini/e e genitori in questo momento delicato. A inserimento ultimato l’educatrice continua ad avere una relazione significativa, ma non esclusiva con i bambini del suo gruppo soprattutto nei momenti delle routine (pasto, cambio, sonno) e si pone come mediatrice con le altre figure, educatrici e collaboratrici, del servizio. L’obiettivo per i bambini è raggiungere la serenità, l’autonomia nella permanenza nel servizio educativo, l’apertura a relazioni significative con adulti e i compagni. L’inserimento avviene in modo graduale per permettere al bambino di consolidare le relazioni con gli adulti. Il periodo di inserimento è indicativamente di tre settimane (i tempi possono variare in base alle singole necessità): • rima settimana: il bambino permane al nido per un tempo breve con la presenza di una figura di familiare, dal giovedì si effettua un piccolo distacco (genitore/figura familiare) • econda settimana: i tempi di permanenza del bambino aumentano e sono previsti dei tempi di distacco/allontanamento più lunghi. In questa settimana è introdotto il pasto con la presenza del genitore; • erza settimana: per metà settimana i bambini frequentano già l’intera mattinata senza la presenza del genitore, dal giovedì è introdotto l’addormentamento; • alla quarta settimana i bambini frequentano il nido secondo gli orari scelti dalle famiglie. 4.2 la CONTINUITA’nido-infanizia Il team educativo cura con particolare attenzione il momento del passaggio dal Nido d’Infanzia alla Scuola dell’Infanzia attuando una serie di iniziative, in cui sono coinvolti sia i bambini che le famiglie, per facilitare il cambiamento del contesto educativo. Per rendere omogenea l’offerta formativa sul territorio, è stato ideato un “progetto ponte” che vede coinvolti i Servizi comunali – statali e privati convenzionati coinvolgendo 5 comuni limitrofi. Il Progetto Continuità prevede: • la Commissione 0-6 costituita dai coordinatori pedagogici dei territori e le rappresentanti delle educatrici e delle insegnanti, si incontra ad inizio per la condivisione della suddivisione delle risorse economiche e fine anno educativo per verificare i progetti svolti e confrontarsi sui punti di forza e di debolezza. • la Sottocommissione nido-infaniza, formata dalla coordinatrice Pedagogica e le educatrici e le insegnanti dei vari servizi, si incontra due volte durante all’anno. Nel primo incontro per ideare un progetto di scambi e di esperienze scegliendo uno sfondo narrativo che stimoli i bambini e ne favorisca le interazioni verso nuove situazioni. Nel restante incontro di confronto e verifica. • durante l’anno ogni educatrice svolgerà con i bambini della propria sezione le esperienze condivise e decise in sottocommissione, leggerà la storia scelta e realizzerà assieme ad ogni bambino un piccolo oggetto, che sarà poi usato il giorno della visita della scuola dell’infanzia come “ oggetto ponte “ (es: piccole sagome con i personaggi della storia da attaccare su un cartellone fatto a sua volta dai bambini della scuola dell’infanzia ). • i bambini che frequentano l’ultimo anno di nido, verso il mese di aprile/maggio, vengono accompagnati dai genitori presso una scuola dell’infanzia del territorio. Qui trascorrono una intera mattina, visitano gli spazi, sperimentano nuovi giochi e nuovi materiali, interagiscono con gli insegnanti e con i bambini più grandi e pranzano insieme a loro. • passaggio d’informazioni: a fine anno le educatrici coinvolte si incontrano con le insegnanti della scuola dell’infanzia per dei colloqui individuali su ogni bambino, attraverso l’utilizzo 20 di una “ scheda osservativa “ dove sono riportate le caratteristiche del bambino e il suo percorso di crescita. 4.3 I principi che vengono garantiti In linea con tutto il quadro legislativo nazionale attualmente in vigore e le Convenzioni Internazionali sui Diritti dell’Infanzia, il gruppo di lavoro del nido comunale “il Bruco” il linea con l'orientamento del Comune di Granarolo dell'Emilia sostiene la piena valorizzazione dei diritti fondamentali dei bambini e delle bambine in particolare: il diritto all’accoglienza, il diritto alla cura, il diritto al sostegno nella costruzione della dimensione sociale e cognitiva, il diritto a un’integrazione rispettosa delle differenze. Integrazione: Il Comune di Granarolo dell'Emilia garantisce l'applicazione della legge n. 104, del 5 Febbraio 1992, nell' art.12 asserisce che ogni bambino/a nella fascia 0-3 abbia diritto di essere inserito al nido. Il servizio accoglie tutti i bambini con “Bisogni educativi speciali”. In base alle indicazioni della neuropsichiatria, la bambino/a certificato/a, o quelli che sono in fase di certificazione, viene prevista una figura educativa aggiuntiva che segua il Piano Educativo Individualizzato; questo supporto viene inteso come una risorsa dell’intera sezione, per poter garantire una migliore inclusione ed integrazione. Eguaglianza e Imparzialità: Il Comune di Granarolo dell'Emilia promuove l’educazione orientata al rispetto dei valori di solidarietà, tolleranza, accoglienza e integrazione multiculturale, per la libertà e la valorizzazione di una cultura di pace contro ogni forma di discriminazione. A tutti i cittadini è assicurato un comportamento obiettivo, equo e rispettoso. A tal fine vengono preventivamente individuati e resi noti i criteri e le modalità di accesso ai servizi. Uguaglianza e pari opportunità per i bambini e le bambine con particolari situazioni di disagio personale, familiare o sociale è garantito attraverso criteri di precedenza nell’accesso ai servizi e con l’attivazione di Progetti Educativi Individualizzati. Partecipazione: il Comune di Granarolo dell'Emilia promuove e favorisce la partecipazione attiva delle famiglie, oltre che del personale operante nei servizi. Le Assemblee, di plesso e di sezione, ed il Comitato di gestione, ciascuno per le proprie funzioni, garantiscono opportunità di espressione e confronto per tutte le “voci” presenti all’interno del plesso. Viene inoltre accolto anche ogni contributo individuale espresso attraverso suggerimenti ed osservazioni. Periodicamente vengono organizzati nei plessi momenti di incontro collettivo, anche con l’apporto delle famiglie. Riservatezza: tutto il personale impronta la propria attività nel rispetto dei bambini e delle bambine, in particolare tutelando la riservatezza delle informazioni riguardanti l’utenza. Il trattamento dei dati personali avviene nel rispetto della Legge sulla Privacy (D.Lgs. 196/2003 s.m.i.) con particolare attenzione a tutti gli aspetti di documentazione, inclusi i Progetti Educativi. 4.4 Rapporti con il territorio Il territorio come tale deve essere inteso come “comunità educante”; infatti il nido d’infanzia “Il Bruco” ha anche come obiettivo quello di ricercare e perseguire un’interazione con gli enti locali, servizi socio-sanitari e con gli altri servizi scolastici presenti sul territorio. Con la neuropsichiatria - in caso di bambini diversamente abili da inserire o gia’ inseriti al nido, vengono predisposti incontri tra educatrici e personale competente dell’asl (fisioterapista logopedista, neuropsichiatra) e comunale (assistente sociale, pedagogista, capo-servizio dell’ufficio scuola) per confrontarsi sul percorso educativo individualizzato. Con i servizi Sociali del comune e dell’asl - ci supportano in caso di bambini che presentano delle complessità sociali e/o familiari. Con la Pediatria di Comunità - interagiamo prevalentemente per la definizione dei Protocolli farmaci: La Regione Emilia Romagna ha recentemente emanato, con Delibera di Giunta Regionale n.166/2012, le Linee di Indirizzo per la definizione di intese provinciali inerenti la somministrazione di farmaci in contesti extra-familiari, educativi o scolastici in Emilia-Romagna. Tali indirizzi, ripropongono la necessità di diffondere e consolidare la condivisione istituzionale 21 delle politiche sanitarie e scolastiche su temi che riguardano la garanzia della frequenza educativa, scolastica e formativa per quei bambini e ragazzi che si trovano in situazione di malattia o, comunque, in condizioni psicofisiche che richiedano una terapia farmacologica. Oggetto del presente Protocollo è la somministrazione di farmaci e di specifiche attività a supporto di alcune funzioni vitali a bambini e ragazzi che, affetti da patologie, abbiano tali necessità in orario e ambito educativo, scolastico e formativo. Con il terzo settore – Centri sociali, Associazioni, etc...il loro contributo è inteso a realizzare “angoli di gioco” per il giardino della scuola, con l’utilizzo di materiali di recupero. 5. IL GRUPPO DI LAVORO Il pensiero collegiale Il lavoro di gruppo è una scelta metodologica e di qualità per la gestione del servizio; nello scambio, nell’ascolto è possibile raggiungere gli obiettivi che il team si prefigge attingendo dalle risorse individuali. La necessità di confrontarsi insieme garantisce una riflessione sulle scelte, sugli stili e le pratiche educative e sull’elaborazione di un progetto comune; per far ciò è indispensabile la costruzione di un “pensiero condiviso” che si crea attraverso la “fatica” del confronto su ciò che si fa 2 L’ impronta educativa alla quotidianità si ottiene programmando e realizzando azioni organizzative attraverso i piani di lavoro in cui ognuno contribuisce, avendo ben chiara la propria funzione e i confini che separano l’una dall’altra. L’equipe con la disponibilità di mettersi in discussione può rinnovare le proprie conoscenze in un clima costruttivo e in continuo divenire, attraverso le azioni del singolo e del gruppo, riflettendo sulle esperienze vissute nel servizio in una crescita personale e professionale del team. La funzionalità reciproca permette di assegnare all’ interno del gruppo incarichi e compiti istituzionali attraverso l’assunzione di responsabilità personali, ma anche di assecondare gli stili individuali per tenere vivo quel fermento indispensabile a mantenere la giusta vitalità del gruppo in un equilibrio di azioni condivise perché “spesso si contrabbanda lo stile educativo per fare ciò che si vuole”3 . Gli incontri calendarizzati e strutturati all’ inizio dell’ anno facilitano l’organizzazione del team dando linearità ai contenuti da trattare. Le riunioni sono formate da tutte le educatrici e una rappresentante delle collaboratrici, le quali si riuniscono una volta al mese. Gli strumenti di lavoro concordati sono: • l’ordine del giorno stilato dai membri in base alle necessità; • la conduttrice dell’incontro che decide l’ordine della discussione e invita tutte le partecipanti ad esprimere il proprio pensiero, per poi trarre la linea da seguire; • la stesura del resoconto è inviato alla coordinatrice pedagogica ed alla responsabile del servizio scuola; • il resoconto è affisso e firmato da tutto il personale per presa visione ed eventuali rettifiche. Questo permette di mantenere una traccia e una memoria del lavoro di confronto. Altro strumento di confronto sono i focus che la coordinatrice pedagogica fissa con un numero ristretto di educatrici e/o collaboratrici. Nei focus sono condivise notizie utili ad entrambe i nidi, come: o calendarizzazione degli impegni dell’anno, o contatti con esperti esterni sul progetto da seguire, o condivisione di una prima bozza degli inserimenti dell’anno successivo, ecc. Le educatrici hanno poi il compito di chiarire alle colleghe le decisioni prese motivandole, prendendosi la responsabilità delle informazioni date. 2 3 Cit. Nice Terzi formazione 2013/2014 Cit. Nice Terzi formazione 2012/2013 22 Mettere a confronto e uniformare il più possibile un gruppo di lavoro, sempre rispettando le idee e le caratteristiche del servizio, non è sempre facile ed è qui che entra in gioco la collaborazione e la mediazione del coordinatore pedagogico. 5.1 Il coordinatore pedagogico Il coordinatore pedagogico è un mediatore fra: • il comune ed i servizi, • i servizi e il territorio, • i servizi educativi e l’utenza, rappresentata dai cittadini, i bambini e le bambine, la comunità e le famiglie. Per espletare queste funzioni di mediazione, il coordinatore è in continuo contatto all’interno dei servizi e mensilmente convoca il gruppo di lavoro in orari serali per discutere delle tematiche emerse dalle sue osservazioni. Questi incontri sono programmati a inizio anno e prevedono un ordine del giorno, la discussione dei punti citati e la stesura di un verbale. Nel loro insieme, tutte le funzioni del coordinamento pedagogico contribuiscono a: • gestire l’organizzazione interna del nido; • organizzare la formazione degli operatori; • definire e monitorare il progetto educativo; • rendere le risposte dei servizi educativi sempre più efficaci e rispondenti alle nuove esigenze delle famiglie; • supervisionare l'azione educativa, l'aggiornamento del personale, la sperimentazione didattica, la ricerca, la relazione con le famiglie e con il territorio; • gestire la relazione con le famiglie, nelle situazioni che necessitano di un intervento esterno al gruppo del nido o di una mediazione pedagogica; • supportare il gruppo di lavoro in caso di inserimento di bambini diversamenteabili; • essere presente nei servizi per momenti di osservazione; • gestire lo scambio di documentazione e informazioni nei progetti di continuità; • partecipare agli incontri del Coordinamento pedagogico Distrettuale e Metropolitano; • fornire indicazioni, procedimenti e documentazione; • supervisione della qualità del progetto pedagogico. 5.3 La formazione Il personale educativo e collaborativo partecipa durante l’anno ad incontri di formazione che permettono un continuo aggiornamento e crescita professionale. Le tematiche vengono individuate dal coordinatore pedagogico, tenendo conto dei bisogni e interessi del gruppo educativo. Le proposte educative sono organizzate in collaborazione con gli altri nidi del territorio “Terre di Pianura “ che impegnano il personale per circa 20 ore di formazione . Inoltre ogni anno le educatrici partecipano alla settimana di auto-aggiornamento su tematiche di studio e di discussione su argomenti di carattere pedagogico ed educativo. Da anni facciamo la scelta di rendere la formazione uno strumento di riflessione; diventando così un percorso continuo di “ ricerca-azione “ , è per noi una possibilità per andare a “ caccia di nuove pratiche educative ”. Certe che con questa metodologia : PIANIFICARE-AGIRE-OSSERVARE per poi RIPIANIFICARE-AGIRE-OSSERVARE e quindi riflettere di nuovo abbia poi una ricaduta sul nostro fare quotidiano. Per non lasciare che una formazione sia solo da archiviare, ma che arricchisca i nostri pensieri per dare valore al nostro agire. 23 5.4 La progettazione Progettare significa avere “un piano d’azione che richiede, da chi la predispone, una capacità di valutare il futuro anche in base ad una valutazione del passato e del presente, e una conseguente capacità metodologica volta alla scelta e alla predisposizione dei mezzi necessari per la concreta realizzazione del piano stesso.”4 Alcune parole che sono scaturite da una riflessione del gruppo sulla parola ”progetto” sono state: conoscere, saper ascoltare, fare, pensare, attivare risorse, organizzare, osservare, complessità, decentrarsi, verificare…..fatica…Ogni progetto richiede una sosta per riflettere e capire la propria identità attuale, facendo i conti con la propria storia passata e futura, i propri vincoli, le proprie risorse, le relazioni nelle quali vive. , Individuare cosa fare assumendosi la responsabilità della propria esperienza, avere la consapevolezza delle proprie scelte ed avere presente “il SENSO” del proprio esistere nell’attuale società . La complessità e la realizzazione di un progetto si attuano tracciando linee discusse, condivise e seguite dal gruppo di lavoro che si possono ritrovare all’interno del progetto pedagogico, del progetto educativo e delle programmazioni di sezione. Il gruppo di lavoro si avvale di una forte sinergia fra tutti i membri; una rilevanza indispensabile è il contributo delle collaboratrici nella realizzazione della complessa attuazione dei progetti in campo. In base ai bisogni emergenti della realtà educativa i contenuti del progetto possono mutare per ricercare un “nuovo equilibrio” tra le finalità del servizio e le nuove necessità attivando metodologie di ricerca che si trasformeranno in azioni. Il team educativo ha utilizzato lo strumento dell’osservazione per avere un atteggiamento più critico e sensibile del semplice guardare, per capire di più, per monitorare, correggere e verificare la coerenza tra intenzioni e azioni. I tipi di osservazione che abbiamo messo in campo sono: carta e matita e l’utilizzo di strumenti audiovisivi. 5.6 La documentazione Il gruppo di lavoro negli anni si è confrontato sul senso e sul modo di documentare al nido. Per il nostro servizio educativo documentare significa rendere visibili e leggibili i percorsi e le esperienze di adulti e bambini ed anche il modello pedagogico condiviso . La documentazione attuata in modo sistematico consente di creare la memoria del servizio, dei percorsi educativi, della vita dei bambini al nido. Il linguaggio utilizzato per documentare viene studiato e realizzato tenendo conto dei destinatari ( foto, cartelloni, cd, ecc. ). La documentazione può essere indirizzata verso l’esterno o all’interno del servizio. Documentazione verso l’esterno: • modulistica per inserimento; • diario giornaliero: vengono annotate notizie sull’andamento della giornata dei bambini; • monitor tv: alcune esperienze vengono fotografate e messe in visione nelle fasce di entrata e uscita; • brochure della programmazione; • elaborati dei bambini – realizzazione della galleria didattica nel corridoio sez. Orsi e Pesci; • “Librone dei ricordi” consegnato alle famiglie a fine anno scolastico assieme agli elaborati; • documentazione del progetto continuità 0/6: annualmente viene inviato al centro di documentazione pedagogico dai coordinatori Documentazione interna Il materiale viene archiviato nel pc, suddiviso in cartelle e sottocartelle Inserimento 4 P. Bertolini, “Dizionario di pedagogia” 24 Progettazione Documentazione formazione distrettuale e interna Norme e regole Verbali Tirocini Richieste materiali Protocollo farmaci Comunicazioni Modulistica Vuota Il materiale ad uso interno, per quanto possibile, viene conservato anche in forma cartacea. 5.7 La valutazione Il processo di valutazione all’interno del nostro servizio educativo aderisce alle linee guida sperimentali dettate dalla Regione Emilia Romagna . La valutazione è per tutto il personale, educativo e collaborativo, un’ occasione di crescita professionale che permette di migliorare la qualità del servizio. Perché consente di ripensare tutti i giorni il lavoro di cura educativa e di attivare periodiche azioni di miglioramento nell’ottica di una qualità permanente. La formazione dell’anno scolastico 2012/2013 ha visto il personale coinvolto nella presa visione, lo studio e la compilazione dello “Strumento di valutazione della realizzazione del progetto pedagogico nei servizi educativi della prima infanzia”, questa importante ed impegnativa formazione ha portato ad una profonda riflessione e rimodulazione del progetto pedagogico. La fase successiva è di ripetere periodicamente (ogni 3/4 anni) l’auto-valutazione ma con il valore aggiunto di un eterovalutatore che permetta di avere un ulteriore punto di vista per la qualificazione del servizio.. Un ulteriore riscontro lo possiamo trovare, da una valutazione percepita, si comprende dalla efficacia dei dispositivi di partecipazione che si rilevano nella presenza ed attenzione delle famiglie alle riunioni di sezione, ai laboratori, alle feste; inoltre anche il “Comitato di gestione” risulta più coinvolto e propositivo. 25 Il nostro Progetto Pedagogico, non è solo un documento, è per noi una finestra simbolica che permetta a chi lo legge di “affacciarsi” e condividere (partecipare insieme) il nostro modo di crescere con le generazioni, senza essere semplicemente la descrizione di una fotografia statica, ma bensì la descrizione della costante volontà di tenere al centro i bambini, le bambine e le loro famiglie attraverso il vivace lavoro di confronto; basato sia sulle teorie di riferimento pedagogiche sia sull’esperienza quotidiana della collettività locale. 26