MORANDINI in pillole
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MORANDINI in pillole
pensieri e parole Quello che gli altri non dicono: riflessioni a posteriori di un critico DOC MORANDINI in pillole di Morando Morandini Nell’Italia del Duemila la critica è diventata la ruota di scorta dei quotidiani Vincere Dalla telefonata di un amico che segue il festival di Cannes ho appreso che, su ordini superiori ricevuti dai rispettivi giornali, alcuni critici italiani hanno dovuto anticipare di un giorno l’invio delle loro corrispondenze su Vincere di Bellocchio. Per farlo hanno abbandonato la proiezione mezz’ora circa prima della fine. Il fatto non mi stupisce perché conferma le opinioni che ho da molto tempo sullo stato delle cose culturali nell’Italia del Duemila: la critica è diventata la ruota di scorta dei quotidiani. E con la recessione che nella carta stampata è già in corso e si farà ancora più sentire nel secondo semestre del 2009, mantenere la schiena diritta diventa sempre più arduo. Mi auguro che un giorno (lontano) si arrivi a un processo di Norimberga della pubblicità Detesto La pubblicità in generale per il suo strapotere invasivo che mi (ci) perseguita dappertutto. Detesto certa pubblicità, quella con responsabilità che non si fermano ai crimini contro la lingua italiana, alla crudeltà mentale, alla persuasione occulta. La considero una parte importante della patologia sociale e mi auguro, come sosteneva Oliviero Toscani, che si arrivi un giorno (lontano) a un processo di Norimberga della pubblicità e delle sue agenzie il cui fatturato può arrivare all’890% per produrre informazioni o suggestioni false. Disprezzo la pubblicità indiretta o obliqua, praticata da molti giornalisti e critici talvolta corrotti e volontariamente asserviti, spontanei collaborazionisti di un sistema. Per scoprire i miei gusti, faccio un esempio di pubblicità intelligente. E’ un paginone dell’Apulia Film Commission con poche parole: La Puglia è tutta da girare. Conciso e con un doppio senso apprezzabile. Vetusto È un aggettivo che sta per “molto antico” e che, nel linguaggio orale, ha una sfumatura lievemente spregiativa. Sul “Sole 24 Ore” del 19 aprile, per i 20 anni dalla morte di Sergio Leone, Giuliano Zincone pubblica un peana in suo onore in cui scrive: “Scene snobbate dagli amanti dei silenzi enigmatici di Bergman/Antonioni e del ventusto Ejzenštejn, prima che Fantozzi affondasse la corazza Potemkin”. M’incuriosisce quel “vetusto”, affibbiato a un regista morto nel 1948 a 50 anni. Si sarebbe mai azzardato a chiamare “vetusti” scrittori come Verga o Tozzi? Zincone appartiene a quella categoria di intellettuali tuttologi, dotati di incommensurabile autostima, che collaborano sui giornali, ignorando la distinzione tra scrittore e scrivente, in francese “écrivain” e “écrivant”. Ovviamente si mette tra i primi. Perciò non capisce come si possano “amare” nello stesso tempo Bergman, Antonioni e Ejzenštejn. E la conosce la forte diversità tra i primi due? 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo giugno 2009 FINE PEN(N)A MAI VISIONI FORZATE E INDULTI CRITICI Palma d’Oro a Michael Haneke: La pianista se la canta e se la suona. #### Vincere a mani vuote: consolazione, Marco Bellocchio si conferma antifascista. #### 4 film per 3 premi (il principale a Dogtooth...), di cui uno inventato: presidente di giuria di Un Certain Regard, Sorrentino ribadisce di essere nato per fare il regista… #### Austria? Felix anche per l’Italia. L’unico brandello tricolore premiato sulla Croisette è della pivellina Tizza Covi, cresciuta nella patria di Haneke. #### Nanni Moretti sarà lo psichiatra del Pontefice: dopo la papa-mobile, il papa-lettino. Sogni d’oro… #### “Che cosa sarebbero i miei film senza gli attori?”, si chiese Almodovar. “Che cos’è un film senza un regista”, risponde chi ha visto i suoi Abbracci spezzati. ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE STALLE ALLE STARLETTE “Lavoro per me, non faccio film per voi”: disse Lars “sono il miglior regista al mondo” von Trier. Evidentemente Cannes è il salotto di casa sua. STOP “Dopo 6 tragedie in 13 anni, mi sono rilassato”: Ang Lee si improvvisa critico per Taking Woodstock. STOP Ne te retourne pas: oltre che alle spalle, Monica Bellucci e Sophie Marceau non devono essersi guardate nemmeno allo specchio. STOP Baci e schiaffi tra Martina Stella e Gabriele Muccino: “il fine giustifica i mezzi” è espressione ormai datata. STOP Clint Eastwood o Terrence Malick per aprire la 66esima Mostra del Cinema di Venezia: ancora in forse Orson Welles e Federico Pontiggia Stanley Kubrick.