Benvenuti al centro, action sit-com in onda dall`8/4

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Benvenuti al centro, action sit-com in onda dall`8/4
Benvenuti al centro, action sit-com in onda dall'8/4
Scritto da La Redazione
Venerdì 05 Aprile 2013 09:05
Benvenuti al Centro, la nuova action sit-com girata in Puglia, regia di Domenico Costanzo andrà
in onda dall’8 aprile su Canale Italia 83 del Digitale Terrestre dal Lunedì al Venerdì alle ore
20:00 e in replica alle ore 23:00.
1 trailer - http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded& ;v=5Xt_N7ryLuQ
2 trailer - http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded& ;v=yYv7Jh34VZM
PRESENTAZIONE DELLA ACTION SIT COM: BENVENUTI AL CENTRO
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Benvenuti al centro, action sit-com in onda dall'8/4
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Regia di Domenico Costanzo con Emanuele De Nicolò in arte Manuel
BARI - Dopo Benvenuti al Nord, Benvenuti al Sud, Benvenuti al Tavola arriva sui teleschermi
della TV Nazionale (dall’8 aprile su Canale Italia 83 del digitale terrestre) Benvenuti al Centro,
una action sit – com prodotta in Puglia dalla Production Diamond Star di Elisabetta De Venere.
Dove per Centro, lo diciamo subito, vuol dire Centro Commerciale. Il regno del consumo per
eccellenza, infatti, diventa il cuore di una situation comedy tutta da ridere, grazie al
protagonista, il comico barese Emanuele De Nicolò, in arte Manuel, ma anche molto d’azione.
Venti puntate da venti minuti che tra gag ed equivoci terranno lo spettatore con il fiato sospeso.
In ogni puntata c’è un messaggio di fondo, un filo conduttore che si sviluppa nel corso della
serie e che conduce ad una riflessione di carattere sociale, voluta e cercata da Domenico
Costanzo il regista della sit-com, coautore della sceneggiatura insieme a Manuel.
DOMENICO COSTANZO, regista - “Per me non è esattamente una sit-com bensì una fiction
anzi una frit-com perché c’è un po’ di tutto – ha spiegato il regista Domenico Costanzo –
mediando tra cinema e fiction abbiamo utilizzato un diverso tipo di linguaggio e scrittura che ci
hanno permesso di andare oltre la sit-com. Per quanto riguarda il linguaggio: dettagli, primi
piani, movimenti della macchina da presa, fotografia, sono elementi che contraddistinguono
Benvenuti al Centro e la discostano dalla sit-com pura e semplice; questo emerge anche dal
tipo di scrittura utilizzato, ogni episodio non ha una fine, c’è una storia che bisogna seguire. La
stessa descrizione dei personaggi si muove in questo senso. Gli attori si approcciano alla
propria parte in modo naturale, ho utilizzato una tecnica di regia che ha permesso loro di tirar
fuori la propria drammaticità, le proprie emozioni. Ci si accorgerà, infatti, che non fanno finta di
recitare ma recitano davvero. In questo modo abbiamo affrontato tematiche delicate come la
questione della bulimia e della sessualità. Per esempio Annabella Talento, interpreta Elena
(figlia), alla sua prima esperienza recitativa, è riuscita a trovare dentro di sé quel sentimento,
quella esperienza emozionale che le ha permesso di interpretare il ruolo di ragazza con
problematiche alimentari alla ricerca di una sua identità sessuale. Così prima di arrivare al
centro commerciale (che subentra solo alla decima puntata e non a caso al centro delle 20
puntate della fiction) nella scrittura, che ho condiviso con Manuel, ho puntato sulla centralità de
personaggi, ognuno di loro, se lo andiamo a guardare con la lente di ingrandimento, esprime un
sentimento mai banale. Mi sono affidato realismo magico, nella narrativa un esempio è
Massimo Bontempelli, dove i personaggi principali sono attraversati da un meccanismo di
magia che nasce dall’inconscio che è prettamente infantile o problematico. Per esempio il
personaggio interpretato da Sabino Bartoli, Don Nicola (il boss), è cattivissimo ma c’è un
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passaggio in cui la sua interpretazione diventa struggente perché tira fuori tutte le sue fragilità
quando sta per perdere sua sorella. Anche il personaggio di Manuel mi è piace tanto, mi ricorda
Macario per quella sua faccia espressiva, nella frit-com è un personaggio confuso, infantile che
ha problemi con la famiglia, si parta da un rapporto conflittuale con la moglie, Teresa,
interpretata da Carmen De Venere bravissima in questo ruolo. Con il figlio, Lino, interpretato da
Gianrico Mancini, che ha una dipendenza dal gioco, la figlia assillata dai problemi della dieta
che trova rifugio in un rapporto sentimentale con la dietologa; senza dimenticare la fidanzata del
figlio Jessica, interpretata da Luana Montone, che rappresenta la figura la una parassita che
vive in casa dei suoceri. Come confuso è il cugino di Manuel, interpretato da Alessandro Paci, è
il classico furfantello furbetto, poi c’è Alfredo Navarra un altro personaggio confuso, nella fiction
è l’amico di Manuel. Lavora in un cimitero e anche lui ha un rapporto conflittuale con la moglie
che però lo picchia; Manuel ha anche una madre, interpretata da Maria Marta Pellicani che non
fa altro che cantare canzoni nei momenti meno opportuni. Senza dimenticare Gerardo Placido,
un senza tetto, una figura importante perché a livello narrativo ha un suo significato. Sembra un
lord che dorme su un cartone perché mantiene una sua dignità. Manuel lo incontra dopo essere
andato via di casa, aiutando questo “barbone”, aiuta un po’ se stesso perché riesce a
conquistare l’attenzione di Rosa (amante di Manuel), interpretata da un’attrice sorda Giovanna
Di Bari, anche lei alla prima esperienza, è stata in grado di immedesimarsi nel ruolo con
naturalezza. Una versa scoperta.
In questa costellazione di personaggi Manuel si confonde così tanto che arriva ad avere delle
proiezioni del suo inconscio nello specchio, rappresentato da due figure Ceryef e Annie
Williams, due gemelline che parlano in modo simultaneo, due figure tipiche del cinema horror
degli anni 70. Nella fiction rappresentano la linea di demarcazione tra la realtà e la irrealtà, tanto
è vero che il finale della fiction è aperto, fino alla fine non sappiamo se siamo catapultati dentro
l’inconscio di Manuel o nella realtà. La chiusura naturalmente è comica”.
MANUEL - “Con Benvenuti al Centro ho iniziato un nuovo percorso che si distacca dai lavori
che ho fatto in precedenza, – ha spiegato Manuel – è un film d’azione ma è anche una
commedia, bella e coinvolgente, che fa sorridere e riflettere allo stesso tempo. Non aggiungo
altro, dovete vederlo. Vi posso solo dire che abbiamo una grande squadra, nel cast ci sono
attori pugliesi come Sabino Bartoli e Alfredo Navarra; artisti del calibro di Gerardo Placido,
Alessandro Paci, Carmen De Venere. Una novità è senz'altro la partecipazione di attori sordi,
Giovanna di Bari è una di questi. Mi sono avvicinato a questa realtà perché i genitori della mia
compagna, Elisabetta De Venere, sono sordi, nel corso di quindici anni di vita insieme ho
compreso le loro difficoltà, il loro isolamento mediatico. Soprattutto mi sono reso conto del fatto
che la TV, e non solo, offre pochi spazi di espressione, soprattutto artistica, a chi è audioleso”.
La mimica facciale, la gestualità che Manuel utilizza nelle sue performance rendono semplice
l’abbattimento delle barriere linguistiche, come alcuni suoi ammiratori hanno potuto confermare,
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ma ciò non basta. Il linguaggio non verbale, quello fatto di segni deve entrare in TV non solo
durante il telegiornale.
Così è cominciata la sfida della Production Diamond Star di Elisabetta De Venere, compagna di
Manuel nonché produttrice di apparizioni televisive, con la indispensabile collaborazione della
Redland ed. Mus. di Matteo Tateo & Lelio D'Aprile, coordinatori di produzione musicale e
management artistico. Così è nata l’idea di Benvenuti al Centro per la cui realizzazione
fondamentale è stato anche l’apporto di Mario Maellaro (Regista Mediaset) supervisore alla
regia. Segretaria di edizione Barbara Kornfeld. Direttori della fotografia Vito Cea e Francesco
Giase; Emanuele Braia, Eustachio Pisciotta fonici, Marco Moretti operatore. Trucco e
acconciature, allieve dell’Istituto Pascal di Putignano (Bari).
La fiction e tutta la produzione di Benvenuti al Centro lancia un appello importante: diamo la
possibilità anche ai sordi di seguire quello che viene trasmesso in TV, sono poche le emittenti
che utilizzano i sottotitoli. In Italia ci sono oltre 50mila persone sorde, anche loro hanno bisogno
di cultura, hanno bisogno di sentirsi parte integrante di un mondo che non è solo quello dei
telegiornali.
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