ESP_08

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ESP_08
Il Maestro e Margherito
Il Maestro chiuse il libro che stava leggendo e cominciò a disporre i pezzi sulla scacchiera: - E così, hai deciso
cosa vuoi fare da grande con il bianco ?
Margherito ripose il fascicolo sul tavolo e si sedette.
- Sì. Ho deciso di giocare il gambetto di Re.
Il Maestro sorrise. – Il gambetto di Re ? ma oggi non lo gioca quasi più nessuno, ormai.
Margherito iniziò ad aprire il fascicolo sul tavolo, poi si fermò. – Ma lei dice che ai miei livelli è giocabile,
anzi…
- Anzi cosa ?
Margherito esitò prima di parlare. – Che il gioco di gambetto per un principiante è consigliabile, per la tattica e
tutte quelle cose lì…
Il Maestro non seppe nascondere una smorfia bonaria. – Vorrei che fossi più chiaro.
Margherito attese qualche secondo, raccogliendo le idee. – Allora, come lei dice, giocando il gambetto di Re si
impara a sviluppare velocemente, a comprendere il concetto di centro di Pedoni, a gestire l’iniziativa e l’attività
dei pezzi… e a trovarsi spesso in situazioni tattiche.
Il Maestro ruotò la scacchiera ponendo i bianchi di fronte al ragazzo. – E’ più o meno quello che ti ho detto. Ti
sei preparato ?
Margherito aprì la cartella, estraendo varie fotocopie dell’enciclopedia: - Ecco, ho studiato tutte le varianti
principali, poi…
Il Maestro lo fermò con un gesto della mano: – Ci credo. Vediamo un po’ cosa hai imparato. - E fece un cenno
ai pezzi.
Margherito mosse il pedone “e” in e4, il Maestro rispose e5, ma dopo la mossa del
ragazzo 2.f4 il nero ribatté con 2…Ac5. Margherito non seppe trattenere una
smorfia di delusione.
- Non penserai che il nero mangi sempre tutto quello che gli offri in pasto ?
Il ragazzo spostò il suo Cavallo in f3, sospirando: - no, ma…
Il Maestro si accese la lunga pipa di caolino: -…Ma troverai quelli che accettano e
che non accettano. Questa è una prima grande suddivisione del gambetto di Re.
Banale a prima vista, tuttavia importante per lo studio – quindi spinse il pedone in
d6.
Margherito sapeva cosa doveva fare, e non attese: a sua volta spinse il pedone in c3. Con la sua aria flemmatica
e senza dar l’impressione che stesse pensando, il Maestro sviluppò il Cavallo in f6, chiedendo: - cosa sto
facendo?
Margherito richiamò alla mente la filastrocca memorizzata: - in c6 f3 mira d4 e5, in f6 c3 mira e4 d5…
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- e le inchiodature ?
- Alfiere in b4 inchioda c3, g4 f3… con b4 minaccia e4, con g4 minaccia d4.
- E le spinte dei pedoni “a” o “h”? Margherito ribattè pronto: - la spinta acca tre non è mai un granchè… fino
che lo sviluppo non è completo, per lo meno.
Il Maestro sorrise. – Si… sembra che le filastrocche non siano molto adattabili al gioco degli scacchi.
Comunque proseguiamo. Quindi minaccio e4. Cosa fai ?
Margherito non si fece trovare impreparato, e spinse deciso il suo pedone centrale in d4. Seguì exd4,cxd4 e
quindi il nero arretrò il suo Alfiere nella casa b6. Il Maestro arroccò, quindi chiese: cosa mi puoi dire finora?
Il ragazzo si concentrò sulla scacchiera, poi sollevò gli occhi. – ho due pezzi sviluppati, e un buon centro di
pedoni. La presenza del mio pedone in f4 mi sembra fastidiosa, e mi impedisce un poco l’Alfiere di donna.
Devo inoltre sviluppare l’Alfiere di Re e arroccare.
- Quindi hai un buon centro. Bene. A questo punto cosa ti proponi di fare ?
Margherito non aveva bisogno di aspettare, perché aveva già deciso: - in questo momento mi sembra prioritario
completare lo sviluppo, e ho pensato questa mossa – spostò l’Alfiere in d3. - Sviluppo, il Re è libero di
arroccare, e difendo e4 in previsione della mossa Torre in e8 del nero. Come previsto, il Maestro piazzò la torre
in e8. Quindi Margherito arroccò, il nero sviluppò il Cavallo in c6 e il bianco ribattè con Alfiere in e3.
- Sembra che tu abbia raggiunto lo sviluppo ideale – disse il Maestro: - I Cavalli nelle loro case, gli alfieri che
proteggono i pedoni centrali… sembra una posizione inattaccabile.
Margherito ebbe un infausto presentimento. Quando il Maestro faceva qualche commento sull’inattaccabilità
della sua posizione, era proprio il momento che cominciava a smantellare la costruzione che aveva
pazientemente costruito. In poche mosse, e non erano nemmeno mosse complicate!, il suo anziano avversario
gli dimostrava come in realtà il suo fosse un fragile castello di carte.
Il Maestro piazzò il Cavallo in g4. Solo dopo un momento il ragazzo capì che le mire del nero non andavano al
suo “forte” centro di pedoni, ma ai suoi difensori ! Con riluttanza spostò la Donna in d2. Il Maestro catturò
l’Alfiere in e3, l’allievo riprese di Donna. Quindi con flemmatica lentezza l’Alfiere del nero venne a trovarsi in
g4. Il ragazzo cominciò ad intuire che al suo avversario non importava affatto del suo indistruttibile centro. Una
certa apprensione lo stava invadendo: la posizione dell’Alfiere in b6, che puntava diritto al suo Re con la Donna
in mezzo, non gli piaceva affatto.
Si concentrò al massimo, valutò varianti e controvarianti. Alla fine spostò il suo Re in h1. Doveva
assolutamente toglierlo dalla linea di inchiodatura. Non aveva idea che mossa avrebbe eseguito il nero ma il
Maestro immediatamente catturò il cavallo in f3 con l’Alfiere. Solo dopo la mossa dell’avversario Margherito
capì che il suo pedone d4 era perduto. Non solo: sia che avesse ripreso di Torre o di Donna, la sua Donna
sarebbe rimasta sotto il tiro dell’Alfiere o del Cavallo. Soprattutto capì che sarebbe stato inutile continuare: con
amabile esizialità il Maestro avrebbe continuato a devastargli il centro di pedoni non più difendibile, e quindi si
sarebbe dedicato al resto. Il ragazzo capovolse il suo Re.
Mentre risistemava i suoi pezzi il Maestro chiese: - ti sei accorto dove hai sbagliato ?
Margherito rivide le mosse nel suo blocco di appunti, le rigiocò sulla scacchiera e disse: - Forse non dovevo
lasciare quel mio pedone in f4… se il nero non lo cattura mi sento sempre a disagio. Forse ritardare l’arrocco,
smistare il Cavallo in b5, o altrove… ma non saprei quando avrei potuto farlo. In fondo con Cavallo in b5 avrei
mosso un pezzo due volte a sviluppo incompleto.
- E in genere è sbagliato – ribattè il Maestro. In genere, ma non sempre. Negli scacchi, come nella vita, non
esistono dogmi incrollabili.
L’anziano si caricò di nuovo la pipa. - Lo sviluppo è un dogma, è vero. In un gambetto di Re uno sviluppo
veloce è essenziale ai fini del trattamento dell’apertura, che è quello di conseguire l’iniziativa, cioè una
maggiore attività dei pezzi a scapito di uno sviluppo arretrato del nero. Tuttavia a volte bisogna deviare anche
dai dogmi. Bada, deviare, non violare. Deviare in questo caso voleva dire ritardare l’arrocco e pensare al centro,
quel tuo centro che a conti fatti non si è rivelato poi così indistruttibile. – Il Maestro depose la pipa fumante. Spesso nel gambetto di Re non si arrocca affatto, ma questo non vuol dire violare il dogma dell’arrocco:
significa che il mancato arrocco del bianco contiene una contropartita, un elemento sfruttabile. Nella variante
Cunningham ad esempio, se il nero dà scacco in h4 con l’alfiere, il bianco spostando il Re spesso sta benissimo.
Vedremo anche questo.
Il Maestro dispose i pezzi sulle case di partenza e rigiocò lentamente le mosse. - Ora veniamo alla nostra
partita. Il tuo errore è stato quello di aver tenuto troppo tempo il tuo centro di pedoni. Non risolvendo la
questione, non hai potuto difenderlo a lungo. I pezzi che dovevano condurre la tua iniziativa sono stati costretti
a difendere il centro di Pedoni, che in questo caso è risultato un impedimento. La risposta è: dovevi liquidare.
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Dopo il mio arrocco la mossa giusta era la spinta in e5. Quindi 5.e5 dxe5 9.fxe5 Cd5 10.Ag5 Cxc3 11.bxc3, e si
gioca, con buone possibilità tattiche per entrambi. A volte una liquidazione apparentemente prematura risolve i
tuoi problemi. Studiati le varianti che scaturiscono dalla posizione dopo 11.bxc3… tu sai come.
Margherito annuì. – devo cercare delle partite con questa posizione, e commentarle.
Il Maestro prese le fotocopie dell’enciclopedia e le ripose in un cassetto. – Esatto. Poi ne discutiamo insieme. In
quanto a queste fotocopie, per ora non ne hai bisogno.
Bianco: Margherito Nero: il Maestro
1.e4 e5 2.f4 Ac5 3.Cf3 d6 4.c3 Cf6 5.d4 exd4 6.cxd4 Ab6 7.Cc3 0-0 8.Ad3 Te8 9.0-0 Cc6 10.Ae3 Cg4 11.Dd2
Cxe3 12.Dxe3 Ag4 13.Rh1 Axf3 0-1
Qualche parola sul Gambetto di Re
I seguenti due testi (autore: Franco Pezzi) sono tratti dal file liberamente scaricabile “Falkbeer Countergambit”
al sito http://www.gambitchess.com/gambitingly/demo/ - file demo (tratto dal CD "The Complete Knigt'
s
Gambit" scritto in tre lingue) entro il quale solo alcune chiavi sono attive.
il Gambetto
(Franco Pezzi)
Impostare una partita con minacce e contro-minacce,
sacrifici e contro-sacrifici, tensioni e contro-tensioni;
è così che i veri giocatori di gambetti, antichi e
moderni, dovrebbero giocare!
Andiamo ad assistere ad una festa per gli occhi e per
la mente!
Savieli Grigorievic Tartakover
Non tutti hanno il tempo o la voglia oppure ritengono utile ricercare la genesi della denominazione "Gambetto"
riferito al gioco degli scacchi; tutti sanno però che così vengono chiamate quelle varianti di aperture
contraddistinte da un sacrificio di materiale, normalmente un pedone, al fine di conquistare al più presto una
minacciosa iniziativa derivante da un veloce sviluppo dei pezzi.
Il Ponziani ci spiega il significato esatto della parola:" Gambetto: dall'
inciampo che porge per far cadere il
nemico." Nell'
ambito del gioco fu il Ruy Lopez ad usare questa parola per la prima volta e ne testimoniò
l'
origine italiana:" ... este vocablo deciende propriamente de la lingua Italiana: porquè a cerca delos Italianos
gamba, quiere dezir pierma en Espagnol, y gambitare quiere dezir en Castellano armar cancadilla, y de aqui
juego del gambito quiere dezir juego de lazos y cancadillas...".
La parola, nelle sue varie declinazioni linguistiche, è dunque divenuta internazionale. Se vogliamo considerare
il gioco degli scacchi come un'
arte allora, come molti altri tipi d'
arte, anch'
esso ha avuto il suo periodo
romantico. Nel secolo scorso, e sino all'
inizio del nostro, la maggioranza dei giocatori concepiva la partita di
scacchi come fonte ideale per attacchi violenti e brillanti, come campo particolare ove, privi o quasi di basi
teoriche valide, essi potevano sbizzarrire la propria fantasia e dare spazio ai propri lampi di genio.
Oggigiorno le cose sono cambiate. La teoria ha fatto passi da gigante e, a livello professionistico, l'
approccio
alla partita viene eseguito quasi in maniera scientifica. Nei Tornei riservati ai grandi maestri e nei vari match di
selezione per il titolo di Campione del mondo v'
è poco spazio per chi non è preparato teoricamente. Eppure i
"romantici" ( più prosaicamente oggi vengono definiti "gambettari") non sono morti.
Riferendosi al Gambetto di Re (ma a mio parere questo giudizio vale anche per gli altri gambetti) ne rende
testimonianza Bent Larsen, grande maestro danese che negli anni 50'
-70'occupò uno dei primi posti nella scala
dei valori mondiali:" Il Gambetto di Re è violento come un uragano; nessuno può domarlo. Nulla dimostra la
3
mediocrità dei professionisti dei nostri giorni più chiaramente del fatto che nessuno di loro ha il coraggio di
giocare il Gambetto di Re...". Naturalmente questo categorica affermazione è discutibile.
A livello professionistico le parole come "romanticismo" e altre similari, non hanno senso. I professionisti
conoscono benissimo tutti i possibili gambetti e, come ho già detto, grazie all'
enorme sviluppo che ha avuto la
teoria negli ultimi sessant'
anni, ne conoscono perfettamente le debolezze e sanno come castigare l'
incauto che
osa proporli. In quanto professionisti che traggono la loro "pagnotta" (e a livello di "top ten" si tratta di
"pagnotta d'
oro") dal loro modo di giocare non possono permettersi, sulla scacchiera, "divagazioni romantiche."
Questo ragionamento, invece, non vale per chi grande maestro o maestro internazionale non è. Per i giocatori
non professionisti, per coloro che vedono nel gioco degli scacchi solo il proprio primario passatempo, anche a
livello agonistico nazionale, la conoscenza della teoria è, per forza maggiore, alquanto lacunosa. Quasi sempre
la maggioranza assoluta degli scacchisti non ha il tempo (prima devono pensare alla famiglia, al lavoro, allo
studio) di approfondire la conoscenza di tutte le varianti che possono scaturire dalla loro apertura preferita.
Fanno parte di questa maggioranza anche coloro che, oltre alla mancanza di tempo, devono fare i conti con una
certa mancanza di "volontà di studiare" questa benedetta teoria (perchè si arriva a casa dal lavoro stanchi e
stressati e si desidera occupare parte del proprio tempo libero solo "giocando" o, al limite, seguendo su un testo
una partita interessante giocata da altri).
Questa raccolta di partite non è, quindi, dedicata ai professionisti ma a tutti coloro cha fanno parte della
maggioranza degli scacchisti, di coloro, cioè, che con gli scacchi intendono divertirsi. Essa è dedicata a coloro
che preferiscono "apprendere" come impostare una partita di gambetto divertendosi a seguire gli esempi
riportati e magari, da essi, inventare qualcosa di nuovo (la mente ed il gioco degli scacchi non hanno confini); è
dedicata anche a coloro che non amano il gioco derivante da una qualsiasi forma di gambetto: nei Circoli o
anche nei Tornei nazionali può capitare di incontrare "una mina vagante" che è bene saper tenere sotto
controllo. Come verrà ripetuto più avanti giocare qualsiasi tipo di Gambetto nella partita di scacchi è sempre
divertente e, a livello amatoriale, poichè l'
avversario che ci siede di fronte difficilmente possiede una specifica
conoscenza del gambetto che abbiamo proposto, spesso è anche produttivo.
Per concludere: chi vuol migliorare il proprio livello di gioco deve studiare la teoria, ma se ci si trova nelle
condizioni sopra accennate di tempo e voglia, allora non è peccato "sgambettare sulla scacchiera" perchè, dopo
qualche mossa, la teoria cessa di parlare per lasciare spazio alla nostra individuale fantasia.
il Gambetto di Re
(Franco Pezzi)
Il Gambetto di Re: un gambetto immortale. Così lo definisce M.Yudovic. Porreca, invece, è più pratico:" Il
gambetto di Re svolge l'
idea di aprire subito e con violenza la colonna "f", in modo da convergere con un
rapido attacco verticale sul punto f7, che sappiamo essere il punto più debole della posizione nera in quanto
difeso dal solo Re."
E il Miliani continua:" Ne segue un gioco assai complicato e ricco di combinazioni, in cui le possibilità di
attacco del Bianco compensano in certo qual modo il pedone in meno." Conclude il Salvioli:" Teoricamente,
sembra in realtà che ogni attacco trovi la sua sufficiente difesa e che anzi, per lo più, la conservazione del
pedone guadagnato produca un vantaggio reale pel difendente; ma se noi guardiamo ai risultati pratici dei
migliori maestri dello scacchiere, non possiamo disconoscere che le risorse dell'
attacco....sono così varie e tante
che la difesa riesce difficile e pericolosa, che un così largo campo di combinazioni resta ancora inesplorato
tanto da permettere a un giocatore di genio, non solo l'
esperimento pratico di questa apertura, ma ancora la
maggiore probabilità di vittoria contro coloro cui fossero poco familiari gli studi recenti sopra di essa."
E'nel trattato "Libro de la invencion liberal y arte del juego del Axedrez muy util y provenchosa" ,scritto dal
prete spagnolo Lopez Ruy de Segura, famoso giocatore di scacchi del XVI secolo, che il Gambetto di Re viene
considerato per la prima volta.
Edito nel 1561, in Alcala, fu tradotto in italiano nel 1584. Questo libro mostra che, già allora, tale Gambetto era
molto popolare. Forse perché, così avventuroso, ardito e violento, si adattava perfettamente allo spirito di
4
quell'
epoca. Un secolo fa lo storico scacchistico russo Gonaiev dichiarò, a giusto titolo, che "Ruy Lopez deve
essere considerato come l'
autore della teoria sul Gambetto di Re."
Fu l'
italiano Polerio Giulio Cesare che, con i suoi manoscritti, apparsi alla fine del XVI secolo, contribuendo
notevolmente allo sviluppo della Teoria delle Aperture, prese in esame numerose varianti su questo Gambetto;
si spiega in tal modo come, per molti secoli, tale tipo di approccio alla partita occupò un posto così rilevante
nella teoria e nella pratica del gioco.
Furono poi i migliori giocatori del XIX e XX secolo che gli dedicarono la maggior attenzione creando, come si
può vedere nella tabella sotto riportata, una vera selva di sotto gambetti e di varianti, tutte molto belle e
meritevoli di interesse.
Scrisse Chigorin: "Nella partita di scacchi sono i vari gambetti che conducono agli attacchi più belli e il
Gambetto di Re, uno dei più appassionanti contemplati dalla teoria, è il principale rappresentante di questa
categoria."
”Parrebbe ridicolo qualificare il "Gambetto di Re" come il "Re dei Gambetti". Quasi una battuta inventata da un
pubblicitario di scarsa fantasia, eppure....è talmente famoso, talmente è stato studiato ed analizzato, che il titolo
"Gambetto Reale" pare gli calzi a pennello.”
I giocatori Classici di gambetto: Morphy, Adolf Anderssen Breslavia 1818-1879, giocatore con la pratica
maggiore nel Gambetto Re; Wilhelm Steinitz Praga 1836 - New York 1900, Primo Campione Mondiale,
analizzava il Gambetto Muzio "wild" e giocava il Gambetto Steinitz; Mikhail Ivanovic Chigorin, St.Petersburg
1850-1908, Vincitore del Torneo tematico sul Gambetto di Re accettato che si tenne a Vienna nel 1903; Carl
Schlechter Vienna 1874 - Budapest 1918, Vincitore del Torneo tematico sul Gambetto di Re Declinato che si
tenne a Vienna nel 1904; Rudolf Spielmann, Vienna 1883 - Stoccolma 1942, vincitore del Torneo tematico sul
Gambetto di Re accettato che si tenne ad Abbazia (oggi Opatjia) nel 1912, J. Blackburne.
Alcuni forti giocatori moderni che, con il Bianco, hanno o avevano il Gambetto di Re nel loro repertorio:
B.Spassky, A. Fedorov, A. Bangiev, H.
il Gambetto di Re in IHS
seguono alcuni messaggi inviati a it.hobby.scacchi relativi al gambetto di re.
I nomi dei mittenti sono inseriti all’inzio di ogni messaggio, sopra l’oggetto. Per non incorrere in continue
ripetizioni dei messaggi quotati nelle risposte ho inserito le parentesi (…) o lasciato la segnalazione <CUT>.
(Roberto Montaruli)
Oggetto:Re: gambetto di re
(in risposta ad un messaggio di chiro^ che chiedeva lumi su una variante del gambetto di re)
Sbagli dal principio.
Perché vuoi giocare il gambetto di re? Per vincere in 10 mosse? Ecco il tuo errore. Sbagli nel pensare a questo.
Il gambetto di re serve al bianco per ottenere in cambio del pedone f un forte centro di pedoni (il bianco può in
seguito spingere in d4 senza problemi), un buon sviluppo di pezzi che gli consente di ottenere una buona
iniziativa. Ci sono varianti in cui il bianco deve giocare Rf1, però sono quelle varianti in cui il nero perde altri
tempi importanti movendo più volte lo stesso pezzo, o uscendo prematuramente di donna. Perde tempi lui, e ne
fa perdere a te. Non e'grave. L'
importante e'che tu tenga ben presente quello che il gambetto di re offre al
bianco: possesso del centro e vantaggio di sviluppo. Da nessuna parte c'
e'scritto che il bianco col gambetto di
re vince in 10 mosse.
Ci sono varianti violente, certo, ma solo se il nero intende entrarci. Se il nero si limita a conservare il suo
pedone senza pretendere di più o se intende restituirlo al momento opportuno, la partita potrebbe anche
diventare molto posizionale, lenta e manovrata.
(vale_it)
5
Oggetto: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande + considerazioni
Una volta ero per lo studio mnemonico delle aperture... ora ho capito che è del tutto inutile, per due motivi:
1) in ogni caso PRIMA i principi che regolano le diverse aperture, cosa bisogna e cosa non bisogna fare.
Studiando le diverse varianti si capisce come risolvere i vari problemi (…)
(sbarra)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande + considerazioni
Bravo, è l'
approccio corretto.
Comunque io nella risposta iniziale volevo semplicemente sottolineare che in termini PRATICI il gambetto di
Re è più difficile da giocare per il Bianco, perché le difese a disposizione del Nero sono tantissime e quasi tutte
buone e alcune di queste costringono il primo giocatore ad un gioco estremamente preciso per mantenere
l'
equilibrio. Questo perché, ripeto, il Nero può anche non giocare la mossa migliore, le sue seconde o terze
scelte sono quasi sempre giocabilissime, mentre il Bianco deve trovare un seguito che sovente è unico.
Riguardo alla tua domanda filosofica più generale su questa apertura, non è così facile rispondere. Ci provo
dicendo che probabilmente il Gambetto di Re è inferiore ad altre aperture di gioco aperto perché non pone
sufficienti problemi posizionali al Nero, essendosi rivelata la spinta alla 2° mossa in f4 inadatta a contrastare
quella che è la reazione classica e universale del Nero nei giochi aperti ( d5!).
(Roberto)
Oggetto:sul Gambetto di Re: un'
esclusiva
ciao al NG,
domenica sono stato a vedere un torneo. Alla fine di un turno ho beccato due che si parlavano, uno, sulla
quarantina, doveva essere uno forte perché la gente lo chiamava Maestro. L'
altro era un ragazzo che gli aveva
chiesto qualcosa. I due erano seduti a poca distanza da me. Mi sembrava che parlassero di qualcosa di
interessante e, lo so che non si dovrebbe fare, ho acceso di nascosto il registratore che avevo nel marsupio e mi
sono avvicinato. il ragazzo aveva una copia dell'
Enciclopedia delle aperture e altri libri che doveva aver appena
comprato in una bancarella che c'
era li'vicino. Il discorso doveva essere iniziato da poco. I due, presi dalla loro
discussione, non si sono accorti di nulla. Ho distinto il discorso del Maestro con "M" e quelle del ragazzo con
"R", e ho ripulito il discorso di qualche espressione dialettale, ho censurato le parolacce. Le parti del discorso
che non sono riuscito a tirare giù o che non ho capito sono inserite con puntini tra parentesi (...). Mi e'sembrato
un discorso molto interessante, dato che sto studiando il Gambetto di Re, e che potrebbe essere utile a qualcun
altro. Mi e'piaciuto soprattutto il paragone con la motosega. Non credo inoltre di aver violato la privacy di
nessuno. Il nastro l'
ho cancellato.
(...)
M: - Vuoi imparare a giocare ? lascia perdere tutte quelle c*** e gioca a scacchi. Mentre giochi però fai tattica.
Esercizi. Posizioni, tipo quelli "il bianco muove e vince". Li trovi dappertutto, nelle riviste, ci sono libri interi di
quella roba.
R: - (...) la imparo ? se uno mi fa una variante strana come faccio a sapere la continuazione giusta ? M: - Lo
vuoi un altro consiglio ? Lascia perdere la Spagnola. Per adesso lasciala perdere. Con il bianco gioca i gambetti.
Gioca il Gambetto di Re. Gioca i Gambetti e studia la tattica. Vedrai che in un anno avrai imparato molto di più
che se avessi studiato in trenta libri sulla Spagnola. E poi ti diverti.
R: - (...) quello (...) devo farlo ?
M.- Adesso gioca semplice. Poi, quando ne capirai di più di tattica, comincerai a giocare la Spagnola. Quando
avrai capito i principi strategici generali potrai giocare quello che ti pare: Spagnola, Est Indiana (...) quello che
ti pare. A quel punto sarai vicino al livello magistrale. Li'ti potranno servire gli informatori (...)
R: - Ma il Gambetto di Re si gioca ? dicono che non (...), ho letto da qualche parte che oggi non si usa quasi
più.
M: - Allora, devi capire una roba. Una cosa e'il gioco a livello Magistrale, lascia perdere i GM, un'
altra e'il
livello di gioco di quelli come te. Per lo meno fino a Candidato Maestro. Anzi no, fino a Maestro. Tu adesso
non giochi come un Maestro, non ragioni come un Maestro. Non ne hai la visione strategica. Quindi devi
giocare un'
apertura adatta al tuo livello. E'inutile che apri di donna o con l'
Indiana in contromossa se non hai
un'
idea (...) ti serve ? Adesso studia la tattica, la strategia arriverà (...) devi giocare un'
apertura che abbia degli
obiettivi strategici semplici, diretti. Il Gambetto di Re e'va benissimo. Guarda, i Gambetti sono ideali per la
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tattica. E non ti credere che a livello strategico siano inferiori. Ci sono un sacco di GM che li giocano. E se li
giocano vuol dire che conviene giocarlo. Poi se proprio vuoi giocare anche la Spagnola giocala.
R: - Mi può consigliare qualche libro ?
M: - Vuoi sapere una bella cosa ? Lascia perdere i libri ! Ma vuoi per forza spendere i soldi ? Gioca, gioca e
studia quando perdi. Studia le partite. Se proprio vuoi buttare dei soldi comprati qualche libro di partite
commentate. Vanno bene tutti, però ti consiglio i libri dei giocatori del passato.
R: - Perché ?
M: - Perché i piani di gioco sono più chiari. Spesso le disparità sono talmente grandi tra un giocatore e l'
altro
che riesci a seguire le idee in maniera più chiara (...)
R:- Si'(...)
M: - Allora trovati da qualche parte delle partite sul Gambetto di Re e tira giù quelle di Morphy, Blackburne,
(...) [credo abbia detto "Marshall" ma non sono sicuro], Steinitz che giocavano nelle simultanee, quello contro
dilettanti. Li'riesci a vedere bene come si sviluppa il discorso sul Gambetto di Re.
R: - Come ?
M: - Guarda che le lezioni le faccio pagare... scherzo ! [a questo punto i due si sono avvicinati ad una
scacchiera e non sono riuscito a vedere le mosse, perché se mi avvicinavo di più avevo paura che si vedesse il
registratore] dopo questa (...) e questa (varie mosse veloci) cosa e'successo ? Guarda bene. Il bianco ha (...)
questa aperta, l'
arrocco e quant'
altro. (...) i pezzi che sono fuori (...) [qui c'
era un gruppo di persone che mi
parlavano vicino, il discorso e'durato qualche minuto, con domande e risposte e varie mosse del Maestro, ma
non si distingue quasi nulla].
R:- (...) M:- (...) puntano l'
Alfiere e la Torre (...) gli altri pezzi per attaccare. E c*** bastoni su f7, mentre il nero
quanti pezzi ha? uno e mezzo. E non ha arroccato. Capisci che per un pedone hai un sacco di vantaggi? Guarda
per esempio questa (varie mosse) vedi? Il nero e'gia'nei guai. E ti voglio vedere a trovare sulla scacchiera la
difesa giusta.
R: - Una volta uno mi ha fatto questa (varie mosse) (...)
M: - Guarda, immagina di avere una motosega. Tu hai di fronte uno, quello che ha i neri. Accendi la motosega
e la lanci in aria. E dici all'
altro di prenderla al volo. Magari ci riesce, ma nella maggior parte di casi no, la
prende male. E allora sono dolori (...) il Gambetto di Re e'uguale. E'come una motosega. Se conosci un
minimo di teoria, se hai un'
idea di quello che devi fare per il nero sono c*** amari.
R:- Ma se trovo uno che lo conosce ?
M: - Meglio ! Lo giochi, così vi divertite tutti e due. Non ti preoccupare, al tuo livello sono tutti come te. Potrai
incontrare magari quello che si e'imbottito di s*** dell'
Informatore, e lo bastoni di più. Devi ragionare (...)
sviluppi presto e poi giochi. Con la tua testa. Ma non pensare di vincere in dieci mosse. Se il nero non te lo
permette, devi essere capace di arrivare al finale. Anche con un pedone in meno. E te li devi studiare, i finali. e'
li'che magari il Gambetto diventa meno divertente. Ma si gioca. Non pensare dare il matto in dieci mosse
perché giochi il Gambetto di Re. Guardati le partite di (...) [una cosa che suona come "Caller" (è Gallagher ndr),
ma non ho trovato nessun giocatore con questo nome]. Anche se non ci capisci niente. Vedi che loro non
cercano di mattare il nero in dieci o quindici.
R: - (...)
M:- Gioca il Gambetto, mi ringrazierai. E poi ti diverti. E ricordati di studiare le posizioni tipiche, la tattica.
Falla ogni giorno e tra due anni ti ritrovo nel magistrale.
A questo punto il Maestro si e'alzato. Volevo chiedere al ragazzo chi era, ma avevo paura che si vedesse il
registratore, così me ne sono andato.
(Roberto)
Oggetto:sul Gambetto di Re: cose strane e meravigliose
ciao al NG,
vi continuo a disturbare con il Gambetto di Re.
Premetto che non girero'più per tornei col registratore acceso nel marsupio (il registratore era rimasto li'per
una lezione a cui avevo partecipato i giorni scorsi) e che non era mia intenzione di violare la privacy di
qualcuno ne'danneggiare chicchessia. D'
altra parte non mi sembra di aver oltraggiato od offeso nessuno. Se mi
fossi accorto che i due parlavano di vicende personali avrei subito spento il registratore.
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Comunque le vicende che sono avvenute dopo il mio post del 28.5 sul GdR "sul Gambetto di Re: un'
esclusiva"
sono così strane e meravigliose che voglio raccontarvele. Questa volta sono pienamente autorizzato dai
protagonisti.
Seby ha scritto, in risposta al mio messaggio del 25: "Non mi sembra giusto quello che hai fatto: e'una palese
violazione della privacy! Se proprio ti interessava la discussione in questione avresti potuto chiedere ai due di
poter registrare quanto dicevano per un uso personale e/o pubblico. Magari sarebbero stati d'
accordo e ci avresti
capito di più...pensa se qualcuno dei due leggesse questo ng che figura ci faresti?"
Allora, ieri, dopo aver letto questo messaggio di Seby, apro la posta e vedo che c'
e'un messaggio con oggetto il
mio post sul GdR. Penso che sia qualcun altro che mi vuol criticare, e invece il messaggio era proprio suo: si,
avete capito, del Maestro ! Non era una bufala perché nel messaggio c'
erano inseriti dei riferimenti che
tornavano. Ora il Maestro ha più o meno scritto le parole di Seby, cioè che se la discussione mi interessava
avrei potuto anche chiedere, non ci sarebbero stati problemi. Allora mi affretto a rispondere e a chiedere se col
mio comportamento avevo violato la privacy di qualcuno. Poco dopo mi ritorna un messaggio per dirmi che, a
parer suo, non avevo violato la privacy di nessuno, non gli importava nulla di aver riferito i suoi consigli, anzi,
potevano essere utili ad altri e, parole sue: "perché ai tornei non giochi a scacchi, invece di registrarli ?". Presa
la palla al balzo, ne approfitto e gli invio un altro messaggio chiedendogli lumi che possano diradare un poco la
mia abissale ignoranza sul GdR e sugli scacchi. Riempio il post di domande, al più, penso, non mi rispondera'
.
Dovevo aver beccato un momento giusto perché la risposta mi arriva dopo poco meno di un'
ora.
_Con il permesso del Maestro_ (una persona, devo dire, molto gentile e disponibile), riporto alcuni pezzi del
messaggio (ho inserito GdR invece di ripetere sempre Gambetto di Re).
"ti ringrazio per avermi ringiovanito di una decina d'
anni (...)
nel mio primo torneo non giocai il Gambetto di Re (...) Non mi
ricordo più che aperture giocai, ero poco più di un bambino.
Ricordo solo che nella prima partita contro uno che poteva
essere mio nonno feci ballare il mio Re per tutta la scacchiera e
poi senza accorgermene mi ritrovai in stallo. Quella fu la mia
prima esperienza (...) iniziai a giocare seriamente a scacchi e a
provare il GdR qualche anno più tardi, dopo un viaggio in
Russia (allora non si chiamava così) (...) la'c'
era gente di ogni
eta'che giocava dappertutto, per strada, sulle panchine, dove
capitava. Addirittura vidi due che durante una fila davanti ad un
negozio giocavano su una scacchiera portatile.(...)
un
pomeriggio vedemmo in un parco due tizi che giocavano con
intorno degli spettatori. Capimmo che erano due giocatori
famosi. Li'vidi giocare il GdR e da allora divenne la mia
apertura preferita (...) giocandolo mi divertii molto (...) poi,
dopo le prime categorie, iniziai a giocare di donna (...) ma se sei
inclassificato gioca pure il GdR, gioca quello che vuoi perché
al tuo livello contano molto più le conoscenze di base delle
aperture: sviluppo,
centro, attivita'dei pezzi (...) il GdR e'la migliore apertura per
imparare a sviluppare bene. E ricordati di studiare la tattica (...)
Riguardo alla "registrazione segreta", ho avuto la conferma che il giocatore poco chiaro era Marshall, c'
era di
mezzo anche Cigorin e poi "un po'tutti giocavano il Gambetto di Re in quell'
epoca, ma questi sono i più
importanti" e quel GM di oggi e'Gallagher, da aggiungerci anche Spasski e Bronstein.
Non e'fantastico quello che e'successo ?
Voglio aggiungere qualcosa d'
altro sul GdR. Ho rovistato in biblioteche varie e ho trovato queste citazioni, che
non sono mie ma di qualcuno che di scacchi ne sa un pochino di più:
8
Reti, '
I Maestri della scacchiera'
, pag.11: "...evitate (si riferisce ai giocatori principianti) di cominciare una
partita aprendo col pedone di donna o difendendovi con una Francese: preferite invece partite di gioco aperto o
di gambetto. Non vi e'dubbio che giocando partite chiuse il principiante perdera'meno, però, in cambio,
giocando partite aperte, imparera'a giocare a scacchi".
Kallai, 'Enciclopedia essenziale delle aperture'
, pag.93: "Il Gambetto di Re (...) ogni scacchista dovrebbe
comunque sperimentarlo almeno una volta nella vita, perché in nessun'
altra apertura i tatticismi sono in
funzione di obiettivi strategici insoliti come quelli del Gambetto di Re".
Yudovich, ne '
Il Gambetto'
, cita Cigorin :" I gambetti ben condotti portano ad attacchi sottili. Il Gambetto di Re,
uno dei capitoli più sorprendenti della teoria delle aperture, e'il massimo rappresentante di questa famiglia
(p.10); Janisch parla del Gambetto di Re come "un'
imperitura testimonianza della sapienza umana" (p.11);
Lasker: "le idee di gambetto sono preziose per svelare nuove possibilita'precedentemente nascoste. Ed il
gambetto e'uno strumento tanto più efficace quanto più gli avversari contro i quali viene usato sono imbottiti di
conoscenze imparate a pappagallo sui libri" (p.11)
Yudovuch stesso: "Si'
, (...) il gambetto e'un'
arma antica ma sempre terribile, e tutti dovrebbero includerlo nel
proprio arsenale!" (p.11) e sul GdR :"questo gioiello della teoria delle aperture dovrebbe far parte, almeno per
qualche tempo, del repertorio di ogni scacchista" (p.16).
Alcune citazioni prese a caso da rec.chess.analisys:
"...so play the King'
s Gambit and you will improve and learn a lot about chess";
"there are many internationally titled players who play the gambit regularly. And it still makes regular
appearances in games between players with national titles";
"the first thing what new players should do, is to play openings which lead to much tactics. The king'
s gambit is
an excellent choice for that (...) I saw a lot of players improving much faster by using the KG the any other
sound opening. 99,99% of the games are decided on that level (si parla di principianti al di sotto dei 1800) by
tactics and the KG gives excellent chances to launch a very rapid attack with the white pieces"
(Roberto Montaruli)
Oggetto:Re: sul Gambetto di Re: cose strane e meravigliose
Roberto ha scritto:
> ciao al NG, vi continuo a disturbare con il Gambetto di Re.
[CUT]
Hai conosciuto un maestro, che giocando abitualmente partite di gambetto, lo consiglia a chi vuole migliorare e
crescere.
Probabilmente per lui e'stato così: gli piacciono i gambetti, li hai giocati, ha ottenuto buoni risultati, continua a
giocarli oggi che e'maestro, continua ad ottenere buoni risultati.
Effettivamente anche per un giocatore di categoria magistrale, trovarsi di fronte un gambetto di re in torneo, c'
e'
sempre una componente emozionale che non e'così elevata come per altre aperture... Tuttavia non e'corretto
fare del gambetto di re la propria ragione di vita.
Apri di re. Alcuni ti risponderanno con 1...e5 Altri giocheranno francesi, siciliane, caro-kann, alekine, pirc, e
altre cose... Non puoi avere un gambetto per ogni difesa... Qualche volta dovrai rassegnarti a giocare ad armi
pari. Poi almeno meta'delle volte avrai il nero, e con il nero c'
e'poco da gambettare.
Quindi, da una parte va bene sperimentare varianti di gambetto: se ti piacciono non c'
e'ragione per non
giocarle. Dall'
altra parte considera che gli scacchi non sono solo attacco alla baionetta, ma anche manovre lente
ed elaborate, e soprattutto finali.
9
Finali di torri, finali di pedoni, la cui conoscenza spesso vale mezzo punto, più raramente il punto intero.
Non limitare i tuoi orizzonti, altrimenti giocherai una bella partita di attacco con sacrifici fuochi e fiamme ogni
tot partite brutte, malgiocate e buttate al vento. E non e'questa la strada per crescere.
(Roberto)
Oggetto:risposta a R.Montaruli sul Gambetto di Re
ciao al NG, ciao Roberto, eccomi ancora qui con il Gambetto di Re. Vorrei rispondere a Roberto Montaruli al
suo messaggio 29 maggio scorso, che a sua volta era una risposta al mio messaggio sempre del 29 maggio con
oggetto "sul Gambetto di Re: cose strane e meravigliose". Scusate il ritardo.
(…)
Ora riporto il messaggio di Roberto Montaruli (M), con le mie risposte (R):
M): Hai conosciuto un maestro, che giocando abitualmente partite di gambetto,lo consiglia a chi vuole
migliorare e crescere. Probabilmente per lui e'stato così: gli piacciono i gambetti, li hai giocati, ha ottenuto
buoni risultati, continua a giocarli oggi che e'
maestro, continua ad ottenere buoni risultati.Effettivamente anche
per un giocatore di categoria magistrale, trovarsi di fronte un gambetto di re in torneo, c'
e'sempre una
componente emozionale che non e'così elevata come per altre aperture... Tuttavia non e'corretto fare del
gambetto di re la propria ragione di vita.
R) Quello che tu dici e'vero. Gioco a scacchi da qualche anno, e finora aprendo di Re su 1...e5 ho continuato
con un impianto più posizionale. Tuttavia ho sentito il bisogno di aggiungere al mio repertorio un'
apertura più
tattica, e ho scelto il GdR. Considero il GdR una buona apertura "di allenamento", ma se dovessi partecipare ad
un torneo serio utilizzerei la mia prima scelta, che non ho abbandonato. D'
altra parte anche il Maestro mi ha
detto che dopo le prime categorie ha iniziato a giocare di Donna. Il GdR ha quindi affiancato ma non sostituito
la mia prima apertura.
M) Apri di re. Alcuni ti risponderanno con 1...e5 Altri giocheranno francesi, siciliane, caro-kann, alekine, pirc,
e altre cose...Non puoi avere un gambetto per ogni difesa... Qualche volta dovrai rassegnarti a giocare ad armi
pari. Poi almeno meta'delle volte avrai il nero, e con il nero c'
e'poco da gambettare.
R) Posso dire che, al mio livello (sono NC) , la maggioranza degli avversari a 1.e4 risponde 1...e5. Quando mi
giocano la Siciliana adotto il gambetto Morra. Con la Caro Kann sto sperimentando da poco il gambetto Milner
Barry (credo si scrivi così). Con le altre aperture non gambetto. Con i neri la maggioranza mi gioca 1.e4.
Rispondo da sempre con la CK, da cui sto imparando molto del gioco posizionale (ultimamente, ma questo gia'
lo sai) sto provando anche la variante gxf6). Quando mi giocano 1.d4 adotto un impianto tipo Slava, e non
gambetto.Sto insomma giocando impianti di Gambetto e non. So che, se avanzo di livello, e'difficile che
trovero'avversari che a 1.e4 mi rispondono 1...e5 e che di nero mi trovero'sempre di più a giocare partite di
Donna. Nel mio repertorio cerco, per quanto e'possibile, di conciliare gioco di gambetto, a mio parere assai
propedeutico da punto di vista tattico, con impianti posizionali dai quali apprendo la strategia. La mia non e'
una scelta esclusiva. Cerco di far convivere GdR con CK, di affiancare senza escludere i due tipi di gioco.
M)Quindi, da una parte va bene sperimentare varianti di gambetto: se ti piacciono non c'
e'ragione per non
giocarle. Dall'
altra parte considera che gli scacchi non sono solo attacco alla baionetta, ma anche manovre lente
ed elaborate, e soprattutto finali. Finali di torri, finali di pedoni, la cui conoscenza spesso vale mezzo punto, più
raramente il punto intero.
R) Si'
, sto sempre di più apprezzando i finali. Piu'vado avanti e più mi rendo conto che il 90% delle partite si
vincono nel finale. Anche giocando il GdR non pretendo di dare matto in 15 mosse; uno degli ultimi GdR che
ho giocato e'andato avanti per 62 mosse, ad esempio. E la differenza in quella partita, che ho vinto, l'
ha fatta
alla fine una leggera superiorita'nello sviluppo. Sono un fedele CaroKannista e (credo, almeno) so cosa vuol
10
dire arrivare ad un finale di Re e pedoni con un solo pedone di vantaggio, e a volte nemmeno quello... con la
CK si impara a stringere i denti, ed e'difficile vincere in 15 o 20 mosse !
M)Non limitare i tuoi orizzonti, altrimenti giocherai una bella partita di attacco con sacrifici fuochi e fiamme
ogni tot partite brutte, malgiocate e buttate al vento. E non e'questa la strada per crescere.
R)Cerco di non farlo. Studiando le partite di Morphy, ad esempio, mi sono reso conto che i suoi
(apparentemente) mirabolanti sacrifici non erano altro che il frutto di un gioco superiore dal punto di vista
posizionale. Nei GdR che gioco quasi mai sparo un sacrificio; la mia limitata capacita'di analisi non sarebbe in
grado di reggerne le conseguenze. Giocando il GdR cerco di apprendere meglio il significato di un buon
sviluppo, l'
attivita'dei pezzi, l'
iniziativa e il tempo contro il materiale rappresentato da un pedone. Mi rendo
conto, ad esempio, che ancora non capisco bene cosa sia l'
iniziativa: questa essenza impalpabile che... boh ?
noi principianti capiamo bene solo che si può toccare, come il vantaggio di un pezzo, di un pedone, qualcosa di
materiale. Credo che il GdR da questo punto di vista sia un buon "laboratorio".
Ho riletto ancora il tuo messaggio e alla fine credo che le mie idee siano vicine al tuo pensiero più di quanto
non pensassi. E di questo sono contento.
(Roberto)
Oggetto:Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
ciao al NG,
devo ringraziare Ivo e coloro che mi hanno risposto privatamente (gioeli) sul Gambetto di Re.
avrei anche tre cose da chiedere, sempre intorno al GdR:
1) ho problemi ad accedere al sito www.thomasstock.com. Digitando l'
indirizzo entro si'nel sito di thomas, ma
in una pagina di ricerca da cui non mi posso muovere. Qualcun altro ha il mio stesso problema ?
2) vorrei chiedere se c'
e'qualche scacchista titolato (da 3N in su), che ha utilizzato il Gambetto di Re come
apertura nei suoi primi tornei, e magari nel torneo di promozione. (non chiedo di avere tali partite, ma se ci
fosse qualcuno di buona volonta'gliene sarei molto grato).
3) sapete se c'
e'qualche sito di gioco via email, tipo Gameknot, che organizza tornei tematici con il Gambetto
di Re ?
grazie ciao Roberto
P.S. il Gambetto di Re non e'un'
apertura. E'una fede.
(Roberto Montaruli)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
Roberto ha scritto:
> 3) sapete se c'
e'qualche sito di gioco via email, tipo Gameknot, che organizza tornei tematici con il Gambetto
di Re ?
Se invece di un torneo tematico vuoi solo giocare qualche partita, su Gameknot puoi specificarlo quando
proponi una partita. Scrivi che intendi giocare un gambetto di re. Se uno e'd’accordo si siede e gioca, se non e'
d’accordo non si siede. Se si siede e non lo gioca puoi sempre interrompere la partita (entro le prime 3 mosse
non incorri in penalita'di rating).
Io ho giocato in questo modo numerose spagnole con a6 di nero su Gameknot, altrimenti non risponderei mai
con e5 all'
apertura di re.
11
> P.S. il Gambetto di Re non e'un'
apertura. E'una fede.
Si vede che sei giovane :-)
(sbarra)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
Roberto ha scritto:
> 2) vorrei chiedere se c'
e'qualche scacchista titolato (da 3N in su), che ha utilizzato il Gambetto di Re come
apertura nei suoi primi tornei, e magari nel torneo di promozione.
Io l'
ho utilizzato in via sperimentale un paio di volte l'
anno scorso. Ero da poco passato a giocare e4 (dopo una
vita di d4) e l'
ho testato come altre aperture per decidere cosa giocare contro e5 (a proposito, non è vero che è
poco giocata, è la seconda più giocata dopo la siciliana).
Se posso darti un consiglio, fatti pure un pò di esperienza, ma poi abbandonala. E'molto più faticoso giocarla di
Bianco che non di Nero. Può essere divertente finchè bazzichi nei tornei nazionali, ma nella categoria
magistrale è difficile che incontri gente poco preparata ad affrontarlo ed il problema è che il Bianco deve
conoscere un casino di teoria e giocare sempre le mosse migliori per stare a galla, mentre il Nero se la cava
benissimo con le seconde scelte.
Ciao Marco
(vale_it)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
"sbarra" wrote in message
> Se posso darti un consiglio, fatti pure un pò di esperienza, ma poi abbandonala.
[CUT]
Posso intervenire con qualche richiesta di chiarimenti? Dal post sembra di capire che al bianco non convenga
più (in linea teorica, a parte le conoscenze specifiche dell'
avversario) praticare questa apertura perché il nero
riesce sempre a gioco ponderato a resistere.
> il problema è che il Bianco deve conoscere un casino di teoria e giocare sempre le mosse migliori per stare a
galla, mentre il Nero se la cava benissimo con le seconde scelte.
Questo perché il bianco provvede troppo spensieratamente ad indebolire il suo (eventuale) arrocco corto
esponendosi a forte contrattacco del nero? O ci sono altre motivazioni più serie? Scusa se la domanda può
risultare stupida, ma considera che ho ancora poca esperienza dei temi strategici delle varie apertura ed una
conoscenza direi nulla del gambetto di re.
(Roberto Montaruli)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
vale_it ha scritto:
> "sbarra" <[email protected]> wrote in message:> Se posso darti un consiglio, fatti pure un pò di
esperienza, ma poi abbandonala.
[CUT]
12
Il punto e'che il bianco si priva di un pedone, cercando di ottenere in cambio centro, sviluppo e iniziativa. Se
non si sanno usare centro, sviluppo e iniziativa (e qui mi riferisco ai giocatori più deboli) o se si sanno usare ma
anche l'
avversario sa come difendersi, il pedone alla fine e'sempre un pedone.
> > il problema è che il Bianco deve conoscere un casino di teoria (…)
> O ci sono altre motivazioni più serie?
> Scusa se la domanda può risultare stupida, (…)
La domanda non e'stupida, però una risposta adeguata sarebbe troppo complessa e necessiterebbe di molti
presupposti che probabilmente non possiedi.
Il gambetto di re (tutti i gambetti comunque) sono aperture difficili. Il punto e'che spesso creano vantaggi
illusori, spesso tra i giocatori principianti che giocano contro altri giocatori principianti, perché le prime mosse
dopo il gambetto (l'
urto iniziale) richiedono una difesa molto precisa, che spesso negli avversari dilettanti e'
carente. Inoltre tutte le pubblicazioni sulle aperture (pubblicate per essere vendute) amplificano questa falsa
illusione del gambetto che con poca preparazione consente di sconfiggere chiunque in poche mosse.
Il gambetto e'una apertura giocabile, preferibilmente in modo sporadico e non sistematico in quanto poi si
viene a sapere che cosa uno gioca; e'giocabile con la consapevolezza che si cede un pedone e che quindi
occorre giocare in modo preciso per ricavare beneficio.
(Igor)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
> Mai creduto ai libri della serie "come vincere in poche e semplici mosse" ;) E'ovvio che al limite funziona
con i principianti... quelli veri. Quello che si può fare, io credo, è cercare di spiazzare l'
avversario giocando
linee di gioco poco teorizzate... ed entrare nel terreno dell'
incognito.
A me sembra che si dia in generale un po'troppa importanza a questo aspetto.... neanche a me piace giocare le
varianti più teorizzate, ma più che altro per una questione di noia. Molta gente si prefigge di uscire al più presto
dalla teoria, e quando a farlo sono Maestri che non vogliono che il proprio opponente faccia affidamento sulla
memoria può anche andar bene, mi vengono dei dubbi invece se e'la parte debole a voler scegliere questo
comportamento! Infatti, sarebbe bene ricordarlo, la teoria delle aperture e'nata, sostanzialmente per consentire
anche ai giocatori più deboli di non soccombere gia'in apertura! Se si entra nel terreno dell'
incognito (e se si
comincia a ragionare ognuno con la propria testa), e'ben più facile che sia l'
avversario più forte a prevalere...
(Edoardo Vancini)
Oggetto:Re: Gambetto di Re: ringraziamenti e tre domande
Roberto wrote in message
2) vorrei chiedere se c'
e'qualche scacchista titolato (da 3N in su), che ha utilizzato il Gambetto di Re come
apertura nei suoi primi tornei, e magari nel torneo di promozione.
Io lo utilizzavo sistematicamente nei miei primi tornei, ma sono passati più di vent'
anni. A livello magistrale
l'
avro'utilizzato si'e no tre-quattro volte in vent'
anni. Vedi il post di Sbarra per i motivi.
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3. considerazioni sul gambetto di Re
sono un NC con qualche anno di esperienza. Dopo un iniziale periodo orientativo ho cominciato a giocare con
il bianco il gambetto di Re. Vorrei dire la mia su quest’apertura, in parte riprendendo e ampliando concetti già
espressi anche da giocatori più esperti.
Ho saputo che alcuni miei “colleghi” principianti hanno scelto il gdr perché sperano che il loro avversario cada
in uno dei numerosi trabocchetti e la partita termini entro le prime venti mosse. Devo dire la verità, le prime
volte che giocavo il gdr nelle lampo, lo pensavo anch’io. Sebbene questo possa accadere, specialmente in una
partita di pochi minuti, non è detto che accada in una partita a tempo normale. Dobbiamo pensare che il nostro
avversario (ma questo accade a prescindere dall’apertura che adottiamo) faccia sempre la mossa migliore, e
sparare l’Alfiere in f7 sperando che il nero lo catturi cadendo così nel classico tatticismo Axf7 Rxf7 Cg5+ etc.
non è giocare a scacchi seriamente. Spesso il nostro avversario ha a disposizione mosse intermedie che buttano
all’aria la nostra “combinazione”; un tatticismo per essere tale deve essere calcolato anche nelle sue varianti,
altrimenti è solo un affidarsi al caso nella speranza che il nero sbagli. E nel gdr questo è tanto più vero quanto
spesso ci si ritrova in posizioni così complicate che anche la minima alterazione può sfociare in situazioni
impreviste.
Offrire un gambetto vuol dire dare un pedone in cambio di un rapido sviluppo e di una maggiore attività dei
pezzi, oltre ad un forte centro di Pedoni. Questo è quanto recita ogni manuale. Tuttavia penso che giocare un
gambetto sia più difficile che giocare un'
altra apertura, perché dobbiamo tenere sempre presente che abbiamo
dato del materiale in cambio di qualcosa. E questo “qualcosa” è meno tangibile di un pezzo che si può vedere o
toccare. Meno tangibile, non meno efficace ai fini del gioco. Ho veduto dei giocatori di gambetto che dopo aver
dato il pedone, presi dal panico nel mediogioco, si affannano a cercare di recuperarlo. Altri che giocando il
gambetto di Re effettuano la spinta in d4 prima che il nero abbia mangiato il pedone di gambetto f4,
autoescludendosi la possibilità di costruirsi un centro pedonale. Altri ancora che offrendo il pedone f4 vanno in
crisi vedendo che il nero non solo non cattura il pedone, ma addirittura ne offre uno o due a sua volta ! Questi
atteggiamenti sono sbagliati. Se offriamo un pedone in cambio di sviluppo e iniziativa, dobbiamo essere
costanti nel perseguire tale obbiettivo (Montaruli: il gdr (…) e' giocabile con la consapevolezza che si cede un
pedone e che quindi occorre giocare in modo preciso per ricavare beneficio). L’iniziativa è qualcosa di
impalpabile che spesso svanisce in una manciata di mosse. E allora ci ritroviamo a condurre un finale con un
pedone in meno.
E'chiaro che se il nostro avversario ci permette di riprendere il pedone (spesso è il pedone f4) e magari di
guadagnarne altri, ben venga: avremo sviluppo, iniziativa e materiale in più. Ma se dopo aver ceduto il Pedone,
il nostro avversario ce ne fa catturare altri due dobbiamo iniziare a sospettare due cose: o non sa giocare, oppure
sta guadagnandoci qualcosa… e dobbiamo sospettarlo prima che ci ritroviamo ad un passo dal matto. Giocando
il gdr dobbiamo continuamente chiederci: quanti pezzi ho sviluppato ? quanti il mio avversario ? Questa mossa
che sto per fare mi fa guadagnare tempi ? Sto aumentando l’attività dei miei pezzi ?
Il beneficio dell’iniziativa deve essere sempre tenuto ben presente. A tale scopo ritengo utile lo studio delle
partite di gambetto in cui viene giocata la variante Muzio, dove il rapporto materiale/iniziativa viene esasperato.
Mi sono permesso, a titolo esemplificativo, di prendere una partita tratta dal volume “Catastrofi in apertura” di
Nejdstat: La Smirnov – Tichonov giocata in Unione Sovietica nel 1954 (Più oltre viene riportata la notazione).
1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Cf3 g5 4.Ac4 g4 5.0-0 gxf3 6.Dxf3 Df6 7.e5 Dxe5 8.Axf7+ Rxf7 9.d4 Dxd4+
Dopo la nona mossa il bianco ha due pezzi e un pedone in meno. Se il signor Smirnov ha dato via tutto questo
materiale, avrà avuto certo le sue buone ragioni.
10.Ae3 Df6 11.Axf4 Ag7
E alla decima mossa ci rendiamo conto che il Bianco (contiamo i tempi) ha arroccato (uno), sviluppato Donna
(due) e Alfiere (tre), mentre il nero ha fuori un solo pedone non centrale (che possiamo chiamarlo già fuori
scacchiera), e la Donna (uno). Tre tempi contro uno. In più il nero ha il Re molto esposto e la Donna attaccata, e
questo basterebbe a togliergli un tempo.
12.Cc3 Ce7
14
Alla dodicesima mossa il bianco ha quattro pezzi che lavorano, cioè attivi, mentre il nero può contare solo sulla
Donna e l’Alfiere in g7. Siamo quattro a due.
13.Cd5
Dopo la dodicesima mossa del nero giunge per il primo giocatore la fatidica domanda: ed ora ? Ora, come nella
maggior parte dei gambetti, i pezzi già attivi, a scapito dell’inattività di quelli del nero, devono accrescere la
loro azione, la loro mobilità. Per la Donna in genere questo si traduce nella conquista di diagonali libere. In
questo caso le due case che “chiamano” la Donna bianca sono due: la d5 e la h5. Fra l’altro lo spostamento
della Donna bianca innesca il pericoloso tatticismo di un eventuale scacco di scoperta sulla colonna “f”. La casa
h5 non è direttamente accessibile al bianco; fra l’altro il nero parerebbe di Donna togliendola dalla colonna “f”.
Invece la casa d5 è accessibile, potendola il bianco occupare con guadagno di tempo con il Cavallo.
Cxd5 14.Dxd5+ De6 15.Ad2+ 15...Rg8
Dopo il cambio dei Cavalli il proseguo della partita appare più o meno forzato. Devo dire la verità, dopo la
quattordicesima mossa del nero (anche questa forzata: provate un po’ a vedere cosa succederebbe se il nero
spostasse il Re, con l’Alfiere mobile e la Torre di Donna che non aspetta altro…) non avrei eseguito la mossa
del testo, cioè 15.Ad2+; magari 15.Ah6 (che in ogni caso porta ad una variante vantaggiosa per il bianco, vedi
variante).
16.Tae1 Dxd5 17.Te8+ Af8 18.Ah6 1-0
Dopo la sedicesima mossa del nero nell’aria c’è solo il matto.
E’ chiaro che un NC come me non avrebbe eseguito nemmeno un decimo delle mosse di Smirnov, ma avete
anche voi sentito qual fluido che attraversava la scacchiera dopo la decima mossa del bianco ?
Smirnov,V - Tichonov,J USSR, 1954
1.e4 e5 2.f4 exf4 3.Cf3 g5 4.Ac4 g4 5.0-0 gxf3 6.Dxf3 Df6 7.e5 Dxe5 8.Axf7+ Rxf7 9.d4 Dxd4+ 10.Ae3 Df6
11.Axf4 Ag7 12.Cc3 Ce7 13.Cd5 Cxd5 14.Dxd5+ De6 (14...Rf8 15.Ag5; 4...Re8 15.Tae1+; 14...Re7
15.Tae1+; 14...Rg6 15.Dd3+) 15.Ad2+ (15.Ah6+ Re7 16.Dc5+ d6 17.Dxc7+ Cd7 18.Ag5+) 15...Rg8 16.Tae1
Dxd5 (16...Cc6 17.Txe6 dxe6 18.Dh5 h6 19.Df7+ Rh7 20.Tf6; 16...h6 17.Txe6 dxe6 18.Dd8+ Rh7 19.Dd3+
Rg8 20.Dg6 Cd7 21.Dxe6+ Rh7 22.Tf7) 17.Te8+ Af8 18.Ah6 1-0
Questo naturalmente non vuol dire che se giochiamo il gdr dobbiamo forzatamente terminare la partita con un
tatticismo alla Morphy. Personalmente (e per fortuna, visto la fine che ha fatto) non mi ritengo un Morphy, e
credo che gli scacchi, nei quali i gambetti sono inclusi, siano per la maggior parte “lavoro” di routine, dove
arrivare ad un finale di Re (magari con il Re un po’ più centralizzato) e pari numero di Pedoni alle volte è
auspicabile. Uno degli errori nei quali cadono i principianti gambettari è pensare: “cavolo, sto giocando un
gambetto, devo trovare una combinazione”. Perché ? se arriviamo al mediogioco con pari pezzi, magari avendo
recuperato il pedone, l’apertura ha fatto il suo dovere. L’iniziativa l’abbiamo perduta, però il materiale ora è
pari e la bilancia si è ristabilizzata. Ora ci attende il mediogioco e il finale. Dove in ogni caso dobbiamo tenere
conto della struttura pedonale lasciataci “in eredità” dalla variante adottata.
Giocare il gdr è difficile. Una volta un esperto giocatore del gdr mi ha detto: "quando giochi il gdr sei sul filo
del rasoio. Basta una mossa sbagliata e sei già sotto". Posso affermare, sapendo di dire una banalità, che negli
scacchi gli errori si pagano. Tuttavia se facciamo un errore in una Caro Kann chiusa è probabile che riusciamo a
recuperare la situazione. Nel gdr purtroppo accade il contrario. Giocando il gdr è molto facile che un errore sia
l'
ultimo. Quindi il gioco del gdr implica una triplice attenzione:
1) le situazioni sono più tattiche, è quindi necessaria una maggiore concentrazione nel calcolare le varianti;
2) siamo sotto di un pedone, e non possiamo quindi permetterci di giocare con generosità (e meno che non ci
sia un compenso);
3) Il Re spesso è scoperto e questo necessita di maggiore attenzione (scacchi doppi etc.).
Per quello che riguarda la teoria, il gdr non è certo l’apertura novità dell’anno. Il giocatore di gdr deve
necessariamente conoscere le linee che gioca, per le considerazioni sopra esposte. Thomas Johansson ha detto:
“(…) you really must know your stuff or you may end up on the wrong side of a miniature”. Nel gdr è più vero
che per altre aperture. Come è vero che spesso il nero ha disposizione un’unica mossa per sopravvivere, è
altrettanto vero che spesso il secondo giocatore ha più risposte, tutte più o meno valide. Confutarle allora è
compito del primo giocatore. Spesso il bianco non può arroccare, e deve essere pronto a giocare con il Re al
centro, magari difeso da un grumo di Pedoni che può piombare da un momento all’altro sotto la mira dei pezzi
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dell’avversario… il gdr comporta una tensione continua, e non è certo consigliato per animi pavidi. In questi
casi la parola d’ordine del gambettaro è: autocontrollo. Siamo uomini o budini ?
C’è da considerare il fatto che oggi i GM non giocano più il gdr come nel secolo scorso, e la conduzione
dell’iniziativa si diluisce in un mediogioco che il più delle volte conduce ad un finale giocabile per entrambi i
colori. Per contro, posso affermare che spesso, ai bassi livelli, il gdr viene ancora giocato con la tecnica
“romantica”. Questo accade perché un NC difficilmente conosce la giusta tecnica difensiva. E’ interessante
vedere inoltre come il nero, se non consce un minimo di teoria dell’apertura, tende a cadere nelle stesse
varianti perdenti di centinaia di anni fa. A volte il gdr proposto agli alti livelli diventa più un’arma psicologica,
dato che un GM non si permetterebbe mai di ignorare un’apertura che forse è stata più teorizzata di tutte le
altre. Per un principiante non è così. E’ noto che a livello di NC dopo la terza – quarta mossa si è già fuori di
ogni linea conosciuta. E’ lì che diventa preziosa allora la conoscenza delle nostre varianti di gambetto, e quando
non fosse possibile, alle linee – guida dell’apertura.
Beh, se qualcuno aveva intenzione di iniziare a giocare il gdr, non l’ho certo incoraggiato ! Dato che lo gioco,
cercherò di trovare qualche nota positiva. Il gdr è divertente ed eccitante, facile da imparare perché le diverse
linee hanno una spiccata personalità propria, educativo dal punto di vista della tattica – bellissima la citazione
di Lasker: "le idee di gambetto sono preziose per svelare nuove possibilita'precedentemente nascoste. Ed il
gambetto e'uno strumento tanto più efficace quanto più gli avversari contro i quali viene usato sono imbottiti di
conoscenze imparate a pappagallo sui libri" . Blackburne ha detto: “quando un giocatore capisce cosa vuol dire
spingere il pedone di Re alla seconda mossa, significa che comincia a capire gli scacchi”.
Giocando il gdr bisogna conoscere solo una risposta a 1…e5. Questo non vuol dire naturalmente che bisogna
studiare poco. A titolo esemplificativo ho inserito alla fine le varianti che scaturiscono da 1.e4 e5 2.f4. (questo
sara’ presente nella stesura finale). Al mio livello è giocabilissimo, e questo è uno dei motivi per cui lo gioco.
Riporto F. Pezzi: “Come verrà ripetuto più avanti giocare qualsiasi tipo di Gambetto nella partita di scacchi è
sempre divertente e, a livello amatoriale, poichè l'avversario che ci siede di fronte difficilmente possiede una
specifica conoscenza del gambetto che abbiamo proposto, spesso è anche produttivo”.
Gambetto di Re accettato: 1.e4 e5 2.f4 exf4
G.dell’Alfiere di Re
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 f5
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 g5
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 d5
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 b5
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 Cc6
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 d6
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 Cf6
3.Ac4 Dh4+ 4.Rf1 Ac5
3.Ac4 Cf6
3.Ac4 f5
3.Ac4 d5
3.Ac4 Ce7
3.Ac4 Cc6
3.Ac4 g5
3.Ac4 c6
Nordico
Variante Lopez (1561)
Semimoderna
Controgambetto Bryan
Variante Boden
Variante Cozio
Variante Jaenisch
Variante Greco
Moderna o Prussiana (alias Cozio Defence)
Gianuzio (alias Shumov Gambit)
Bledow
Cavallo di Re
Maurian Defence
Semi-Classical Defence
Lopez Defence
G. del Cavallo di Re 3.Cf3
3.Cf3 Ce7
3.Cf3 d5
Bonch Osmolovsky
Moderna (Scandinava - Abbazia)
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3.Cf3 d6
3.Cf3 Ae7
3.Cf3 h6
3.Cf3 Cf6
3.Cf3 f5
3.Cf3 h5
Difesa Fischer
Cunningham
Becker
Schallopp
Vienna (alias Gianutio Countergambit)
Wagenbach
3.Cf3 g5
Classica
4.Ac4 g4 5.Cc3
4.Ac4 g4 5.00
4.Ac4 g4 5.00 gxf3 6.Axf7+
4.Ac4 g4 5.A:f7+
4.Ac4 g4 5.Ce5
4.Ac4 g4 5.d4
4.Ac4 Ag7 5.h4
4.Ac4 Ag7 5.00
4.h4 g4
5.Cg5
4.h4 g4
5.Ce5
4.Cc3 g4 5.Ce5
4.Cc3 g4 5.d4
4.d4 g4 5.Axf4
5.Cg5 Cf6
MacDonnell
Muzio-Polerio
Doppio Muzio ("Wild")
Lolli (1763)
Salvio
Ghulam-Khassim
Greco-Philidor
Hanstein
Allgaier
5.Ce5 h5
5.Ce5 d6
5.Ce5 Cf6
5.Ce5 Ag7
5.Ce5 d5
5.Ce5 De7
Variante Schlechter
Kieseritzky
Long Whip
Green Variation (alias Kolisch Defense)
Difesa Berlinese
Variante Paulsen
Variante Brentano
Variante Rosenthal
Quaade (1882)
Sorensen
Rosentreter
Gambetto Breyer
Gambetto Keres
Gambetto Tartakower
Gambetto Basman
Gambetto Polerio
: 3.Df3
: 3.Cc3
: 3.Ae2
: 3.De2
: 3.d4
Gambetto di Re rifiutato 1.e4 e5 2.f4 2…non exf4
2...Ac5 3.Cf3
Classical Variation
2...Cf6
Petrov'
s Defence
2...Dh4+
Difesa Keene
2...Cc6 3.Cf3 f5
Variante Wahls
2...Df6
Variante Nordwalde
2...d5
2...d5 3.Cf3
Falkbeer'
s Countergambit
Rifiuto - Blackburne Attack
2...d5 3.ed c6
2...d5 3.ed e4 4.Ab5+
2...d5 3.ed e4 4.Cc3
2...d5 3.ed e4 4.d3
Accettazione - Variante Nimzowitsch
Anderssen Attack
Uscita del Cavallo di Donna
Charousek
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2...f5
2...c5
Controgambetto Isterico (Gianutio)
Mafia Defence
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