Vi immaginate Alessandro Manzoni Che gioca a

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Vi immaginate Alessandro Manzoni Che gioca a
Vi immaginate Alessandro Manzoni
Che gioca a calcio e si strappa i calzoni?
Od il famoso poeta Leopardi
Che dietro ai gatti tira petardi?
Ed il neoclassico Foscolo Ugo
Con bocca e naso sporchi di sugo?
Tutti occupati a imitare i latini
Certo non sono mai stati bambini.
Eppure, forse, anche loro han giocato
E, pur di vincere, hanno anche barato.
In una pausa dal greco antico,
Forse su un’alta pianta di fico
S’arrampicavano, mettendocela tutta
Per riuscire a rubare la frutta,
E con la bocca impiastricciata
Si facevano una bella risata.
Pensateci bene, o spettatori,
Tutti quei celebri grandi scrittori
Che oggi a scuola ci tirano pazzi
Son stati un giorno pur loro ragazzi.
A volte tristi, spesso contenti,
Per mamma e papà dei delinquenti!
“Sapete come andrete a finire!”
Dicevan “Dritti in galera a marcire!”
Poi son cresciuti, hanno studiato.
D’esser stati bambini se lo sono scordato.
Ed è per questo che i loro scritti
Sono impettiti e rigidi e dritti.
Però qualcuno ricorda ancora
Com’era bella la vita di allora.
Però qualcuno nel fondo del cuore
Sa come un bambino diventa scrittore.
(Entrano in silenzio MARK TWAIN, LOUISA MAY ALCOTT,
HARPER LEE, STEPHEN KING e si dispongono ai lati del palco.
Mentre entrano una voce del coro dice i loro nomi e i titoli delle
loro opere: LE AVVENTURE DI TOM SAWYER, PICCOLE
DONNE, IL BUIO OLTRE LA SIEPE, il racconto IL CADAVERE
dalla raccolta ”Stagioni diverse”. Dietro a loro correndo entrano
i loro personaggi bambini: TOM SAWYER, JO, SCOUT,
GORDIE.)
Tom Sawyer
ZIA POLLY
Tom!
(Silenzio.)
Tom!
(Nuovo silenzio. Tom è nascosto nell’armadio, ma il
pubblico può vederlo.)
TOM
(Al pubblico)
Vedete? Mia zia Polly non guarda mai attraverso le lenti per
cercare una cosa insignificante come me. Quelli sono i suoi
occhiali delle grandi occasioni. Li porta soltanto perchè danno...
“tono”, non perché le servano a qualcosa.
ZIA POLLY
Tom, se mi capiti sotto le mani ti...
(Tom cerca di scivolare fuori dall' armadio ma la zia lo afferra
per la camicia.)
Avrei dovuto pensarci a quell’armadio. Cosa facevi là dentro?
TOM
Niente!
ZIA POLLY
Già, niente! Guardati le mani, la bocca... cos’è quella striscia?
TOM
Non so , zia!
ZIA POLLY
Ma lo so io! Marmellata è, ecco cos’è! Te l’avrò detto mille volte
che, se non smetti di rubarmi la marmellata ti pelo vivo. Dammi
la verga.
TOM
Attenta, guarda là, zia!
(La zia si volta e Tom riesce a scappare.)
ZIA POLLY
Che farabutto! Ma non imparo mai niente! Con tutti i tiri che mi
ha giocato dovrei saperlo ormai che devo stare sempre in
guardia. Ma i minchioni vecchi sono incurabili... È inutile che tu
scappi, Tom. Sai che oggi devi imbiancare la palizzata.
TOM
Devo imbiancare la palizzata!
CORO
Deve imbiancare la palizzata!
La grande impresa è cominciata.
Deve imbiancare la palizzata.
Musa dell’epica sciogli il tuo canto,
Divino Apollo usa il tuo incanto
Per raccontare
Senza sbagliare
L’arduo cimento che deve affrontare
Il nostro eroe, per imbiancare
La palizzata
Che in mattinata
Dovrà pur essere tutta imbiancata.
.
(Entra Tom con un secchio di calce e un pennello dal lungo
manico. Fischietta e comincia a imbiancare.)
(Entra Ben Rogers fischiando come un battello a vapore del
Mississipi - o almeno come un treno. A mano a mano che si
avvicina rallenta la velocità, piega a tribordo e accosta
lentamente.)
BEN
Fermate le macchine. Tling tling tling. Ciù ciù ciù. Macchine
indietro. Ciù ciù ciù. Fermate a babordo. Buttate la gomena.
Sveglia! Buttate la cima. Presto un giro attorno a quell’albero.
Pronti tutti. Tling tling tling.
Ehi, siamo in secca, eh?
(Tom continua a imbiancare.)
BEN
Ehi vecchio, un po’ di lavori forzati, vero?
TOM
Oh, sei tu, Ben? Non mi ero neppure accorto che c’eri...
BEN
Senti, io vado a nuotare al fiume, adesso. Non ti piacerebbe
venirci anche tu? Ma forse tu preferisci lavorare, vero? Ma sicuro
che lo preferisci...
TOM
Cos’è che chiami lavorare?
BEN
Beh, quello che stai facendo adesso, non è lavoro?
TOM
Mmmm... in un certo senso lo è, in un certo senso non lo è.
Quello che so di sicuro è che a Tom Sawyer gli piace.
BEN
Cosa vuoi farmi credere? Ti diverti a fare l’imbianchino?
TOM
Se mi diverto? Credi che una palizzata così la trovino tutti ogni
giorno?
CORO
La palizzata che va imbiancata
Impresa difficile e delicata.
(Tom ritocca con cura la vernice poi fa un passo indietro per
controllare l’effetto. Dà un colpetto qua e uno là.)
BEN
Senti, Tom, lasciami imbiancare un po’ anche a me.
TOM
No, No. Credo proprio che non posso, Ben. Vedi, zia Polly ci tiene
moltissimo a questa palizzata, che dà proprio sulla strada, mi
capisci. Se era quella sul di dietro magari ti lasciavo, e forse
anche lei non direbbe nulla. Sì, ci tiene moltissimo e devo star
bene attento a come la vernicio. Credo che non c’è un altro
ragazzo su mille, magari su duemila, che sa verniciarla come si
deve.
BEN
Ma va’ un po’. Faccio attenzione come fai tu. Lasciami provare
solo un momento. Io per me ti lascerei provare se fossi al posto
tuo, Tom.
TOM
Ben, vorrei proprio, sul serio che vorrei. Ma zia Polly...
BEN
Ma piantala! Sto attento. Senti, se mi lasci ti do un pezzo di mela.
TOM
Ben non posso proprio. Ho troppo paura. Se l’opera non è
perfetta zia Polly mi cava la pelle. È una roba di grande
responsabilità!
BEN
Ti do tutta la mela.
(Tom consegna il pennello.)
(Il coro esplode con il Messia di Haendel.)
CORO
Alleluiah, alleluiah alleluiah. Allelu-i-ah.
Alleluiah lui ha vinto, l’ha convinto.
E l’amico c’è cascato
Al suo posto ha lavorato
E una mela anche gli ha dato
Per dipingere ha pagato.
TOM
Abbassate quelle urla. Sono il genio della burla!
Quante palle so inventare per non far quel che ho da fare.
Prima di sera la palizzata
Fu tutta quanta ben verniciata.
Tutti venivano a prendermi in giro
Ma tutti caddero nel mio raggiro
E si fermarono ad imbiancare.
CORO
E ti dovettero anche pagare.
TOM
Billy Fischer un aquilone (ed in discreta condizione).
Johnny Miller, cervello corto, mi ha dato il suo bel topo morto
Legato a un lungo pezzo di spago per farlo girare con grande
svago.
CORO
Alla fin del giornata grande preda è accumulata
Dodici biglie ed un fischietto,
Un soldato di stagno quasi perfetto,
Il tappo di vetro di una caraffa,
Un cane di pezza ed una giraffa,
Un collare da cane, ma senza cane,
Quattro banane,
E molto prezioso e molto bello
(Pur senza lama) un manico di coltello.
TOM
È stata quella volta che ho capito ...
Che alla gente piace essere imbrogliata!
Uno ascolta una storia, ed è stupito;
Che importa se sia vera od inventata!
Basta che chi la racconta un po’ ci creda
Alle palle che inventa, e che le veda
Davanti a sé come una cosa vera
Ora la vedi, eppur prima non c’era:
Quel giorno, se eravate qui anche voi
Vi sareste sentiti degli eroi
Nell’imbiancar la famosa palizzata
Che dalle mie parole era sgorgata.
CORO
Il filosofo Gorgia, che era greco,
Disse un giorno: “Ascolta, o uomo cieco:
L’arte è quella menzogna singolare
In cui è più saggio chi si fa imbrogliare”.
TOM
Ci pensate, ragazzi? Che paura!
Mi ero messo a far letteratura!
Piccole donne
JO
Natale non è Natale senza regali!
MEG
È orribile essere poveri.
AMY
Non è giusto che ci siano certe ragazze che abbiano un mucchio
di bei vestiti e belle cose e altre non abbiano niente del tutto.
BETH
Ma noi abbiamo papà e mamma e tutte noi.
JO
È vero, Beth. Ma papà è in guerra e non lo avremo con noi per
molto tempo ancora. Cristoforo Colombo!!!
MEG
Jo! Ormai sei abbastanza grande per smetterla di comportarti
come un maschiaccio! Pazienza quand’eri bambina, ma ora sei
grande, ti sei raccolta i capelli e dovresti ricordarti che sei una
signora, o quasi, almeno.
JO
Non lo so-no! E se avere i capelli raccolti mi fa diventare una
signora porterò le trecce fino a che ho vent’anni! Odio pensare
che devo crescere. Fare la ragazza quando invece mi piacciono i
giochi da maschi. Oh vorrei essere un maschio! Muoio dalla
voglia di andare a combattere insieme a papà e invece mi tocca
stare a casa a lavorare a maglia come una vecchietta!
BETH
Povera Jo. Accontentati di accorciare il tuo nome come se fosse
quello di un ragazzo e di farci da fratello. E poi non credo dei
ragazzi si divertirebbero come noi a recitare le tue tragedie, Jo.
JO
Hai ragione, Beth! Cristoforo Colombo! La tragedia! Le prove! Le
prove! Dobbiamo provare lo spettacolo per domani sera!
MEG
Credo che questa sarà l’ultima volta che reciterò. Sto diventando
troppo vecchia per queste cose.
JO
Non dire sciocchezze! Piace anche a te andare avanti e indietro
con lo strascico e una corona d’oro in testa. Sei la nostra attrice
migliore, Meg e se ti tiri indietro sarà la fine di tutto. Andiamo,
Amy, devi provare la scena dello svenimento: sei dura come una
bacchetta quando svieni.
MEG
Non essere troppo dura con lei. Deve imparare. È ancora piccola.
JO
Un’attrice è un’attrice! E non deve aver paura di svenire!
AMY
E che ci posso fare? Non ho mai visto svenire nessuno e non ho
intenzione di riempirmi di lividi neri e blu buttandomi per terra
come fai tu... Magari potrei abbandonarmi graziosamente, con
finezza con estrema eleganza su una poltrona... così!
(Lo fa.)
JO
(Inorridita.)
No No! Hugo il crudele è entrato nella tua stanza per rapirti!
È un uomo orribile! Ha dei baffi spaventosi! Tu non hai tempo
per essere elegante e graziosa. Guardami! Io sono Hugo il
crudele! Aàh! Aàh!
(Jo deve arricciarsi i baffi minacciosamente.)
BETH
Come sei brava, Jo! Sembri proprio un uomo! Fai spavento!
JO
E tu, la bellissima principessa Zara...
(Jo si toglie i baffi finti e assume un atteggiamento disperato.)
... congiungi le mani in gesto di preghiera, così. E grida come una
pazza: “Salvami, Roderigo, salvami!” . Poi, una mano alla fronte e
l’altra sul cuore e giù! BUM!
(Jo crolla a terra senza paura di farsi male.)
BETH
Oddio! Jo, ti romperai la testa!
MEG
Forse potremo metter dei cuscini a terra così Amy non si farà
male.
AMY
(A Amy importa solo di non gualcirsi il vestito e non ha nessuna
intenzione di prendersi una botta, le sue grida di orrore sono
dei ridicoli pigolii.)
Oh oh. Roderigo salvami.
(Amy si guarda intorno per essere sicura di dove si trova la
sedia, sbagliando il tempo vi si avvicina e vi si siede in tutta
tranquillità, fingendo poi di svenire.)
JO
Sei un caso disperato. Sei la rovina del teatro. Sei un disastro. Tu
non hai paura del crudele Hugo! Non ti importa se ti rapisce! Se
non vedrai mai più il tuo amato Roderigo! Temimi, Zara!
Odiami! Aborrimi!
AMY
Ma, Jo, tu sei mia sorella! Come faccio ad avere paura di te?
MEG
Questo è teatro, cara. Devi dimenticare chi siamo e pensare ai
personaggi che interpretiamo. Hugo è il tiranno crudele che ti sta
per rapire.
JO
Sì! Io sono un mostro! E adesso guarda come muore un mostro
crudele.
Ecco la coppa che la strega Hagar ha maledetto col suo veleno di
rospi e vipere...
BETH
Bollite bollite nel brodo infernale! Ah ah!
AMY
Ma Jo, quella è la scodella con cui fai colazione tutte le mattine!
E quanto a te Beth nessuna crederà mai che tu sia una strega.
JO
No! È il calderone malefico in cui hanno bollito tutti i veleni
dell’inferno! Ed ecco il crudele Hugo che crede di brindare alla
conquista della sua bellissima vittima!
(Jo tracanna il veleno.)
BETH
(Terrorizzata, ha scordato che è tutta una finzione.)
Jo, Jo! Non bere!
JO
(Urlo orrendo.)
Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhh!
Dolore orrendo
Brucior tremendo
Nelle budella
Nelle cervella
Che mi travolge
Che mi sconvolge
Che mi trafigge
Che mi sconfigge.
Muoio dannato
Son morto, ohibò.
(Jo stramazza a terra scalciando finché rimane immobile.)
MEG
(Applaudendo.)
BRAVA!
AMY
A me sembra una pazza.
BETH
Adesso basta, Jo. Alzati.
(Jo rimane immobile.)
Su alzati, piantala, Jo.
(La scuote.)
Oddio è morta davvero.
(Jo si alza lentamente e abbraccia la sorella.)
JO
No, non sono morta. Ma per un poco ho proprio creduto di sì.
Dio come sono brava!
(Jo e le sorelle sognano.)
Le storie che racconto, le favole che invento
Son forti come un vento che mi trascina via.
TUTTE
Che ci trascina via.
JO
Tutti quei luoghi io vedo, a quelle storie io credo.
Son morta o innamorata, son uomo, donna o fata,
Posso essere Romeo, posso essere Giulietta
Qualsiasi cosa io sono, è una gioia perfetta.
TUTTE
Una gioia perfetta.
JO
Cento storie, mille storie Mi si agitano in testa,
Di vampiri, di fantasmi, di guerrier, la lancia in resta.
Tutte quelle audaci imprese son proibite a una ragazza
Ma mi turbinano in testa e mi rendono un po’ pazza.
TUTTE
Raccontaci le storie e prendici per mano
Trascinaci lontano nei mondi che tu sai.
A bocca aperta ti seguiremo
Quel che tu vuoi diventeremo
Mostri od eroi con te saremo.
JO
Oh! come odio portar le gonne
Siamo soltanto piccole donne.
TUTTE
Piccole donne! Piccole donne!
Piccole donne, vive da cento e cinquant’anni
Con la nostra allegria, coi nostri affanni.
Liete di raccontare, a chiunque ci comandi,
La fatica e la gioia di diventare grandi.
JO
(Ritornando alla realtà.)
Con “La figlia del duca” pagai il conto del macellaio. Con “La
mano del fantasma” ho rifatto tutte le tende di casa e con “La
maledizione dei Coventry” ho comprato un cappotto nuovo per
mia sorella... ma forse un giorno scriverò un vero libro.
Il buio oltre la siepe
SCOUT
Bah! Libri! chi ha tempo per i libri! Io so appena leggere... e qui
nel paese succedono troppe cose per stare a casa a leggere.
Quello è mio fratello Jem. Ha quasi tredici anni. E quel piccolino
lì, più piccolo di me, anche se dice di averne sette di anni, si
chiama Charles Baker Harris. Il nome è più lungo di lui. Per
questo lo chiamiamo Dill. Sapete, lui non è qui del paese. È qui a
passare l’estate con sua zia. Non sa niente di questi posti. E
dobbiamo spiegargli tutto.
JEM
Quella è la casa dei Radley. La famiglia più infelice a cui Dio
abbia mai concesso di vivere.
SCOUT
È lì che vive Boo. Boo Radley. Lo tengono chiuso in cantina, e
mai nesuno lo ha visto in faccia perchè non ha mai messo la testa
fuori di casa.
JEM
Ma sì che esce, quando è buio pesto. La signorina Crawford ha
detto di essersi svegliata nel cuore della notte, una volta, e di
averlo visto che la guardava fisso dalla finestra... la sua testa
pareva un teschio. Non lo hai sentito mai, quando ti svegli la
notte, Dill? Cammina così....
(Jemm striscia i piedi per terra.)
DILL
E a che cosa assomiglia?
JEM
Dalle tracce che lascia deve essere alto un metro e
novantacinque... mangia scoiattoli crudi e tutti i gatti che riesce
ad acchiappare... per questo ha le mani tutte sporche di sangue.
E ha una cicatrice lunga e irregolare che gli traversa tutta la
faccia... i denti che gli rimangono sono gialli e rotti, gli occhi gli
cascano fuori dalla testa e sbava continuamente.
DILL
Cerchiamo di farlo uscire dalla casa. Mi piacerebbe vedere com’è!
SCOUT
(Al pubblico.)
Vi pare che in momenti come questi a uno gli venga voglia di
starsene chiuso in casa a leggere un libro?
DILL
Scommetto il “fantasma grigio“ contro due “Tom Swift” che non
hai il coraggio di andare oltre il cancello di quella casa.
SCOUT
Atticus ti ucciderà se fai una cosa del genere...
(Al pubblico.)
Io e Jem chiamiamo così nostro padre, Atticus, non papà.
DILL
Allora, hai paura, eh?
JEM
Non è paura, è solo rispetto.
(Pausa in cui Jemm osserva la casa.)
Spero che ti sia entrato in testa che ci ucciderà tutti, uno per uno,
Dill Harris. Quando ti farà schizzare gli occhi dalla testa, non te
la prendere con me: sei stato tu a cominciare, ricordatelo... devo
solo trovare un modo di farlo venire fuori senza che ci prenda. Io
ho anche una sorella a cui pensare!
SCOUT
Ah! Come quando sei saltato dal tetto di casa, e mi dicevi “ se mi
ammazzo che ne sarà di te?”, e sei saltato e di me non ti
importava proprio niente!
DILL
Allora, accetti la sfida?
JEM
A queste cose bisogna pensarci bene. Sarebbe come voler far
uscire una tartaruga dal suo guscio.
DILL
E come si fa?
JEM
Le si accende un fiammifero sotto.
SCOUT
Jem, sei dai fuoco alla casa dei Ridely corro subito a dirlo ad
Atticus.
DILL
È una crudeltà accendere un fiammifero sotto una tartaruga.
JEM
Ma no, serve soltanto a farla uscir fuori, mica prende fuoco come
il legno.
DILL
Come lo sai che il fiammifero acceso non gli fa male alla
tartaruga?
JEM
Le tartarughe non sentono niente, stupido.
DILL
Perchè, sei mai stato una tartaruga?
JEM
Santo cielo, Dill, piantala...
DILL
Senti, basta che tu riesca a toccare la casa, e ti darò il “fantasma
grigio”.
JEM
Se tocco la casa e basta?
(Jem osserva la casa pensoso.)
SCOUT
Non hai il coraggio! Non hai il coraggio!
(Jem parte di scatto. Corre alla porta e ci batte la mano contro.
Poi, urlando di paura, corre indietro, superando gli altri due
che si mettono a corrergli dietro. Uscendo di scena. Dopo un
attimo si vedono le tre teste che spiano la casa.)
SCOUT
La vecchia casa era sempre la stessa, cadente e tetra. Ma mentre
guardavamo, ci parve di vedere una persiana che si muoveva.
Flic. Un movimento piccolissimo, quasi invisibile, e la casa tornò
immobile.
(Al pubblico.)
Vi pare che con avventure come questa mi venisse in mente di
leggere libri?
Che noia! E che gioia tutta un’estate da passare con mio fratello...
non è vero che non gli importava niente di me. Mio fratello è un
eroe e mi vuole anche bene. E anche Dill, anche se a sette anni è
più piccolo di me, non è male... per giocarci un’estate assieme,
finché torna a casa sua. Sono così lunghe le estati, qui. Tante le
cose da fare con Jem e Dill. Chi ha voglia di leggere libri?
JEM
E invece, un giorno (ancora non lo sai),
Sorellina, quel libro scriverai.
Tutte le storie della nostra estate,
Dei tuoi sei anni, della nostra gente,
Le immagini che nel cuore ora hai stampate
Ritorneranno un giorno alla tua mente.
Il bambino più corto del suo nome...
Il mostro che era invece buono come
Un uccellino che ti becca un mano,
Che ti vuol bene anche se è un po’ strano.
La cattiveria di tanti. Le parole
Di nostro padre. Una notte di paura.
Il mio braccio spezzato. E tutto il sole
Nell’estate della nostra avventura.
Il cadavere
CHRIS
Dai raccontaci una storia.
GORDIE
Che storia?
VERN
Non di paura, eh! non ho voglia di sentire storie di paura stasera.
CHRIS
Fifone!
GORDIE
No, non è di paura. Fa da ridere. Magari è un po’ sporca...
CHRIS
Ah me la ricordo... È quella della gara di torte...
GORDIE
Non l’ho mica scritta, ancora.
CHRIS
Va’ avanti, racconta.
GORDIE
Ok. È su una città che ho inventato io. Gretna, nel Maine.
VERN
GRETNA ??? Che nome del cavolo. Non ci sono città di nome
Gretna nel Maine!
CHRIS
Piantala, scemo! ti ha appena detto che l’ha inventata lui.
VERN
Ma... Gretna! È un nome stupido.
GORDIE
Un mucchio di città vere hanno nomi stupidi. Nel Maine c’è una
città che si chiama Alfredo, ti immagini? e un’altra Saco. E Castle
Rock. A Castle Rock non ci sono né castelli né rocce. La maggior
parte delle città hanno nomi stupidi ma la gente non se ne
accorge perchè sono abituati... Insomma a Gretna c’è la festa del
paese...
VERN
... Ah sì! La festa del paese! L’anno scorso alla festa del paese ho
speso un mese di risparmi sugli autoscontri. Quando mio padre
lo ha saputo per poco non mi ammazzava di botte...
CHRIS
Vuoi chiudere quella fogna e lasciarlo continuare?
VERN
Sì, certo, ok, sicuro, va bene avanti.
GORDIE
Alla festa di Gretna ci sono delle gare... la corsa dei sacchi per i
bambini più piccoli. E per i grandi c’è la gara di torte...
VERN
Una gara a chi fa le torte? Ma è solo per ragazze!!!!
GORDIE
È una gara a chi mangia le torte. Vince chi mangia più torte nel
tempo stabilito.
VERN
Grande!
GORDIE
E il protagonista della storia è un ragazzo che non piaceva a
nessuno. David Hogan. David ha quindici anni. Ma è grasso. È
ciccione...
VERN
(Si mette a ridere.)
Una balena, come...
(Chris gli tappa la bocca con la mano.)
CHRIS
Se interrompi ancora ti soffoco!
GORDIE
Nessuno lo chamava col suo nome. Tutti li chiamavano
CULODILARDO, ma proprio tutti. Non solo i ragazzi di scuola.
Tutta la gente del paese. Un giorno sentì anche i suoi prof, che
parlavano tra di loro e che lo chiamavano così.
VERN
Che carogne! Anche a me c’è stato un periodo che mi chamavano
lombrico. Non ho mai capito neanche perché...
CHRIS
Adesso ti infilo un amo da pesca in gola così lo capisci. Va’ avanti
Gordie.
GORDIE
... Ma Culodilardo giurò di vendicarsi. E lo avrebbe fatto proprio
alla festa del paese, davanti a professsori e sindaco e prete, e a
tutti i ragazzi e a tutta la gente che lo aveva sempre preso in giro.
VERN
Sììììììì! Gliela farà vedere lui! Culodilardo è capace di mangiare
più di tutti loro messi assieme... con la pancia che ha!
CHRIS
Non capisci niente, Vern! e tu sei una carogna come tutti quanti
loro non te ne accorgi?
GORDIE
David sa che il premio di cinque dollari non vale la pena. Sa che
se vince in quel modo tutti continueranno a prenderlo in giro, e
ancora di più. Tutti si aspettano che lui mangi come un porco.
Anche i suoi genitori. Loro addirittura ci contano su quei cinque
dollari come se li avesse già vinti.
CHRIS
Sì.
GORDIE
E più ci pensa più gli fa schifo tutta la faccenda, le torte la festa la
gente. Non è colpa sua se è così grasso... vedete, ha un problema
di ghiandole e...
VERN
Un mio cugino è così. Pesa più di cento chili e non ha ancora
sedici anni. Mia mamma dice che è malato, ma a me sembra
sempre un tacchino pronto per essere spennato e messo in forno.
CHRIS
Questa è l’ultima volta che ti dico di tacere, Vern. La prossima ti
ci ficco io nel forno.
VERN
Scusa scusa, hai ragione. Vai avanti Gordie, è una storia
magnifica.
GORDIE
Non mi importa mica se mi interrompi. Le interruzioni fanno
bene, ti fanno capire se la gente sta capendo quello che racconti.
Comunque David Culodilardo si stava rodendo il fegato perché
ogni giorno a scuola gli dicevano: “Quante torte mangerai alla
festa? Duecentocinquanta?”.
VERN
Mio cugino mi diceva una volta che c’era un uomo che mangiava
mille volte più di lui eppure non ingrassava. E lui lo odiava per
questo...
CHRIS
Adesso ti uccido.
GORDIE
No, lascialo dire. Mi ha fatto venire una grande idea. Il campione
della gara di torte è un ragazzo bellissimo, uno col fisico da
nuotatore e tutte le ragazze gli corrono dietro. L’anno prima ha
divorato dodici torte, e poi non ha messo su neanche un chilo. Ed
è proprio lui quello che prende in giro il povero Culodilardo più
di tutti.
VERN
Che schifo!
GORDIE
E sapete che anche si era iscritto alla gara?
VERN E
CHRIS
Chi??????????????
GORDIE
Il preside della scuola!
VERN
Non avrà il coraggio di sfidare il preside?
CHRIS
Bravo Gordie.
GORDIE
E finalmente gli venne l’idea della vendetta. Il gran giorno era
arrivato. In piazza era stata costruita una pedana con una grande
tavola. Tutte le torte erano disposte su una tavola. I concorrenti
avrebbero dovuto mangiare le torte con le mani legate dietro alla
schiena, come animali, Era venuto anche un fotografo dal
giornale per fare le foto al vincitore con la faccia tutta sporca di
marmellata. E David, pochi minuti prima di salire a prendere il
suo posto...
(Le luci hanno cominciato a calare e si fa buio, si sente solo il
borbottio di Gordie che racconta, e delle esclamazioni da parte
degli altri ragazzi. Poi Gordie si avvicina al boccascena e parla
al pubblico.)
GORDIE
Cosa succede? Come va avanti?
Volete saperlo tutti quanti?
Com’è che la storia andrà a finire?
Ed io non ve lo voglio proprio dire.
Io lo ho capito in quelle sere
Cosa ci dava tanto piacere!
Era la storia che piano cresceva
E qualche cosa ciascuno aggiungeva.
CHRIS
Non è importante come finisce
Ma come uno la costruisce.
Un passo all volta, senza gran fretta
Ed ecco la storia è là, perfetta.
Mettendoci dentro un poco di noi
Soltanto un poco, non siamo eroi.
Siamo ragazzi con mille domani
Ma adesso cosa abbiam tra le mani?
CORO
Come le storie che tu ci racconti
E ad ascoltarle siam sempre pronti
E ti diciamo, fermati un poco
Che duri a lungo questo bel gioco
Per noi ragazzi così è la vita
È bello viverla, non quando è finita!
(Gli scrittori vanno incontro ai loro ragazzi e li prendono per
mano.)
SIPARIO