il problema degli “scappati”

Transcript

il problema degli “scappati”
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
IL PROBLEMA DEGLI “SCAPPATI” DELLA
SECONDA GUERRA DI MAFIA: IL RITORNO
DEGLI INZERILLO
Il 29.12.2004, presso lo scalo aereo di Fiumicino, faceva rientro in
Italia dagli Stati Uniti d’America INZERILLO Rosario, inteso “Sarino”,
di Giuseppe e di DI MAGGIO Giuseppa, nato a Palermo il 14.10.1951,
esponente storico della famiglia mafiosa degli INZERILLO, facente parte
del gruppo dei c.d. “scappati” a seguito dei fatti di sangue accaduti in
Palermo agli inizi degli anni ottanta.
Al momento dello sbarco, all’INZERILLO veniva notificato il
Decreto n.65/03 emesso dal Tribunale di Palermo, in forza del quale
veniva sottoposto all’obbligo di soggiorno nel territorio del Comune di
Palermo con la prescrizione di non allontanarsi dalla sua dimora dalle ore
20.00 alle ore 07.00 .
Tale circostanza, apparentemente priva di rilievo, sarebbe stata
destinata a creare enorme fibrillazione in seno all’organizzazione criminale
“Cosa Nostra” siciliana, rischiando di divenire il “casus belli” di una
nuova guerra di mafia.
INZERILLO Rosario è infatti fratello del più noto Salvatore, inteso
“Totuccio”, nato a Palermo il 20.08.1944, “Capomandamento” del
mandamento mafioso di Passo di Rigano – Boccadifalco, ucciso a Palermo
in data 10.05.1981. L’omicidio, che seguiva di poco l’eliminazione di
Stefano BONTADE, avvenuta il 23.04.1981, fu l’ atto secondo della
guerra di mafia che condusse all’ascesa definitiva dei “Corleonesi”
capeggiati da RIINA Salvatore.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
75
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La medesima sorte di “Totuccio INZERILLO” sarebbe poi toccata
ad altri due fratelli di “Sarino” INZERILLO: Santo, nato a Palermo il
13.04.1946, soppresso con il metodo della c.d. “lupara bianca” il 26
maggio del 1981, e Pietro, nato a Palermo il 07.12.1949, rinvenuto
cadavere all’interno del vano portabagagli di un’auto a
Philadelphia
(U.S.A.) il 15.01.1982.
Altro fratello sfuggito alla rappresaglia corleonese è INZERILLO
Francesco, inteso “Franco ù truttaturi”, nato a Palermo il 10.01.1956,
rifugiatosi negli U.S.A. e rimasto a vivere sul territorio statunitense.
In data 30.10.1997, l’INZERILLO Francesco veniva espulso dagli
Stati Uniti e rimpatriato in Italia, ove veniva tratto in arresto in esecuzione
del “mandato di cattura” n.373/88 emesso dal Tribunale di Palermo per il
reato di Associazione per delinquere di stampo mafioso e traffico di
sostanze stupefacenti.
Scarcerato, in data 04/04/1998 veniva sottoposto alla misura di
prevenzione della Sorveglianza Speciale in forza al decreto 352/83 del
12/01/1984, emesso dal Tribunale di Palermo, per la durata di anni 3 .
Le attività di indagine svolte da quest’ufficio a carico degli
esponenti di vertice di “Cosa Nostra” palermitana ed in particolare quelle
svolte sui reggenti dei mandamenti mafiosi di “Passo di Rigano –
Boccadifalco” , “Pagliarelli” e “San Lorenzo”, hanno consentito di
documentare come sui fratelli INZERILLO “scappati” pendesse il divieto
assoluto di permanenza sul territorio italiano, divieto sancito nel corso di
una riunione della “Commissione” di “Cosa Nostra”, intercorsa alla fine
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
76
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
della seconda guerra di mafia, dopo che erano stati modificati gli assetti
dell’organismo collegiale.
Per una più chiara disamina della vicenda che verrà di seguito
esposta, si riportano due tabelle nelle quali sono indicati gli assetti della
“Commissione” di “Cosa Nostra”.
La prima tabella, tratta dalla sentenza di primo grado del c.d.
“Maxi processo”, riporta la composizione precedente alla seconda “guerra
di mafia”, tenuto presente però che nel 1978, BADALAMENTI Gaetano,
capo della "Commissione Provinciale", veniva espulso da "Cosa Nostra" ed
al suo posto veniva nominato GRECO Michele:
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Carica
Commissione
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Cognome
GRECO
GRECO
BRUSCA
BONTATE
INZERILLO
SCAGLIONE
CALO’
RICCOBONO
MADONIA
GERACI
PIZZUTO
RIINA
MOTISI
SCADUTO
(*)
Nome
Michele
Giuseppe
Bernardo
Stefano
Salvatore
Salvatore
Giuseppe
Rosario
Francesco
Antonino
Calogero
Salvatore
Ignazio
Giovanni
Famiglia mafiosa
Ciaculli
Ciaculli
San Giuseppe Jato
S. Maria di Gesù
Passo di Rigano
Noce
Porta Nuova
Partanna – Mondello
Resuttana
Partitico
Castronovo di Sicilia
Corleone
Pagliarelli
Bagheria
Giova evidenziare che MOTISI Ignazio, Capo Mandamento di
Pagliarelli, occupava il posto che sarebbe spettato a ROTOLO Antonino, il
quale aveva sostituito come “rappresentante” il defunto MOTISI Lorenzo.
A tale nomina, tuttavia, si era opposto Stefano BONTADE, adducendo che
il ROTOLO era troppo giovane e troppo vicino a Pippo CALO’.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
77
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Scorrendo le pagine della sentenza di appello del processo
“Borsellino ter”, si evince che nel 1982, dopo la “guerra di mafia” la
"Commissione Provinciale" assumeva la seguente composizione:
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Carica
Commissione
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Capo
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Mandamento
Cognome
GRECO
GRECO
RIINA
BRUSCA
CALO’
MADONIA
GANCI
PULLARA’
LO IACONO
MOTISI
GAMBINO
MONTALTO
GERACI
BUSCEMI
INTILE
FARINELLA
CAMMARATA
Nome
Michele
Giuseppe
Salvatore
Bernardo
Giuseppe
Francesco
Raffaele
Ignazio
Pietro
Matteo
Giacomo G.ppe
Salvatore
Antonino
Salvatore
Francesco
Giuseppe
Gabriele
Famiglia mafiosa
Ciaculli
Ciaculli
Corleone
San Giuseppe Jato
Porta Nuova
Resuttana
Noce
Santa Maria di Gesù
Pagliarelli
San Lorenzo
Villabate
Partinico
Passo di rigano
Caccamo
S. Mauro Castelverde
Misilmeri
Le attività di indagine condotte da quest’Ufficio, composte per
la maggior parte di intercettazioni di conversazioni tra presenti, riprese
video, servizi di osservazione sul territorio, “fotografavano” il diverso
atteggiamento assunto dagli esponenti di vertice di “Cosa Nostra” sul
rientro degli INZERILLO sul territorio italiano, atteggiamento che,
come si avrà modo di vedere, variava in relazione alla diversa posizione
di INZERILLO Francesco, “Franco ù truttaturi”, e quella di
INZERILLO Rosario, “Sarino”.
Per quanto attiene alla posizione di “Franco ù truttaturi”,
l’analisi delle intercettazioni rivela che la sua presenza veniva tollerata
in quanto imposta dapprima da un provvedimento coattivo di espulsione
dal suolo americano, al quale era seguita la misura di prevenzione della
Sorveglianza Speciale in forza al decreto 352/83 del 12/01/1984,
emesso dal Tribunale di Palermo, per la durata di anni tre.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
78
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
I vertici di cosa nostra avevano concesso all’INZERILLO , in
deroga alla decisione della Commissione, un tempo di permanenza sul
territorio italiano pari a quello necessario per l’espiazione della misura
di prevenzione della Sorveglianza Speciale. La sua presenza in realtà è
stata poi tollerata anche in epoca successiva all’espiazione della misura.
Più complessa, invero, è la posizione di “Sarino” INZERILLO,
il cui rientro in Italia era stato preceduto da una intensa fase di trattative
aventi come protagonisti, tra gli altri, i latitanti PROVENZANO
Bernardo e LO PICCOLO Salvatore e il “Capomandamento” di “Passo
di Rigano – Boccadifalco”, MARCIANO’ Vincenzo, “competente per
territorio”
ad
esprimere
un
parere
sul
possibile
rientro
dell’INZERILLO.
Sul possibile rientro del “Sarino”, tuttavia, si registravano
tre distinti atteggiamenti tra gli esponenti di “Cosa Nostra”, i quali
hanno dato vita a schieramenti trasversali alle famiglie ed agli stessi
mandamenti mafiosi, che possono essere riassunti come segue:
Fautori del rientro in Italia:
MANNINO Alessandro, “uomo d’onore” della famiglia di
Boccadifalco; PASTOIA Francesco, “Capomandamento di Misilmeri –
Belmonte Mezzagno”, MANDALA’ Nicola, “capofamiglia” di
Villabate; BRUSCA Vincenzo, capofamiglia di Torretta; DI MAGGIO
Lorenzo, “Lorenzino”, uomo d’onore della famiglia di Torretta;
CARUSO Calogero, “ ‘U MERENDINO “, reggente della famiglia
mafiosa di Torretta nei periodi di assenza del BRUSCA; LO PICCOLO
Salvatore, “capofamiglia” di Tommaso Natale, già reggente del
mandamento di San Lorenzo fino alla scarcerazione di CINA’
Antonino.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
79
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Possibilisti sul rientro in Italia:
PROVENZANO Bernardo, “Capo” di “Cosa Nostra” siciliana;
MARCIANO’ Vincenzo, “Capomandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco”; BRUSCA Giuseppe, “Pinuzzu”, “consigliere” della
famiglia di Boccadifalco; SANSONE Gaetano, “capofamiglia” di Uditore;
BONURA Francesco, “sottocapo” della famiglia di Uditore, questi ultimi
due divenuti poi contrari;
Contrari al rientro in Italia:
ROTOLO Antonino, “Capomandamento” di Pagliarelli; CINA’
Antonino, “Capomandamento” di San Lorenzo; SANSONE Giuseppe,
“Pinuzzu ù Gettone”, “uomo d’onore” della famiglia di Uditore;
MANNINO Calogero, “uomo d’onore” della famiglia di “Uditore”.
Completata tale breve introduzione, si procederà all’esposizione
delle risultanze investigative emerse sulla vicenda, avendo cura di
procedere seguendo un ordine cronologico che consenta di coglierne le
evoluzioni.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
80
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Alle ore 09.43 del 11.01.2005, e pertanto a meno di due settimane
dal rientro in Italia di “Sarino” INZERILLO, all’interno di una stanza
adiacente all’ufficio della “Immobiliare Raffaello”, ditta di pertinenza di
BONURA Francesco, sottoposta a sorveglianza elettronica, veniva
intercettata la prima importante conversazione sulla vicenda.
BONURA Francesco, inteso “Franco”, di Vincenzo e di
TORRETTA Giuseppa, nato a Palermo il 27.03.1942, “sottocapo” della
famiglia mafiosa di Uditore, è esponente che gode di grande prestigio in
seno all’organizzazione criminale “Cosa Nostra”, sia in virtù della grande
capacità di infiltrazione nel settore degli appalti che di una genealogia
mafiosa di tutto rispetto, sia ascritta che acquisita1.
Il sistema di riprese video installato nei pressi della ditta del
BONURA documentava l’ingresso e l’uscita in momenti diversi ma
assolutamente prossimi all’inizio ed alla fine dell’intercettazione, di
MANNINO Calogero, di Rosario e di GAMBINO Vincenza, nato a
Palermo il 18.04.1940, “uomo d’onore” della famiglia di Uditore, immune
da pregiudizi penali, e di MARCIANO’ Vincenzo, di Gabriele e di
PELLERITO Giovanna, nato a Palermo il 02.01.1945, fratello del più noto
MARCIANO’ Giovanni (cfr. all.to ZERO).
1
Figlio di BONURA Vincenzo, inteso “ù cianeddu”, “uomo d’onore” della famiglia di
Uditore, nipote per parte materna dello storico “Capofamiglia” di Uditore TORRETTA Pietro, “ù zù
Pitrinu”, nato a Palermo il 14.11.1912, Francesco BONURA è altresì cognato di BUSCEMI Salvatore,
“Totuccio”, nato a Palermo il 28.05.1938, “Capomandamento” di “Passo di Rigano Boccadifalco” e
componente della “Commissione Provinciale” di “Cosa Nostra” dal 1982 fino alla data del suo arresto.
A riferire in merito all’appartenenza a “Cosa Nostra” di BONURA Francesco sono i
collaboratori di giustizia ANZELMO Francesco Paolo, BRUSCA Giovanni, BUSCETTA Tommaso,
CALDERONE Antonino, CANCEMI Salvatore, CONTORNO Salvatore, CUCUZZA Salvatore, DAVI’
Francesco, DRAGO Giovanni, GUGLIELMINI Giuseppe, MARCHESE Giuseppe, MARINO
MANNOIA Francesco, MUTOLO Gaspare, ONORATO Francesco, SCRIMA Francesco e SIINO
Angelo, c.d. “ministro dei lavori pubblici” di “Cosa Nostra”, quest’ultimo definito dal BONURA
“Angelo SUINO” nel corso delle intercettazioni ambientali effettuate da questo ufficio.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
81
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Le attività di indagine hanno consentito di documentare
incontrovertibilmente che MARCIANO’ Vincenzo, durante tutto l’arco di
durata delle intercettazioni presso l’appartamento di Via Catania e fino al
mese di settembre del 2005 rivestiva la carica di “Capomandamento” del
mandamento mafioso di “Passo di Rigano – Boccadifalco”.
Relativamente alle intercettazioni effettuate nei locali nella
disponibilità del BONURA, va innanzitutto riferito che questi, per
incontrare i suoi consociati mafiosi, adottava le seguenti precauzioni:
nessun contatto telefonico preliminare;
filtro rigidissimo dei soggetti da incontrare;
appuntamenti concordati nel corso degli incontri precedenti;
utilizzo di un idoneo locale adiacente ma separato dalla sede degli
uffici dell’immobiliare “Raffaello”;
divieto assoluto di condurre apparecchi telefonici cellulari all’interno
del predetto locale;
ingresso e uscita separata e distanziata da un intervallo di dieci,
quindici minuti dei soggetti incontrati;
La comparazione delle immagini registrate dal sistema di video
riprese con
gli elementi contenuti nella conversazione intercettata,
permetteva di individuare senza dubbio alcuno gli interlocutori in
BONURA Francesco, MARCIANO’ Vincenzo e MANNINO Calogero:
Si riportano di seguito i passi della trascrizione dell’intercettazione
ritenuti maggiormente significativi (cfr. all.to 1):
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
82
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 11.01.2005 ore 09.43
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO’:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
(…) Per quanto riguarda questo discorso … per quanto
riguarda questo…
E’ venuto l’americano!
Ci stavamo arrivando …
L’americano sarebbe…
Sarino
Sarino
… “tutto a posto?”
(incomprensibile) di fermare qua …
Tutto a posto… ufficiosamente, ma ufficialmente no !!
Perché che novità ci sono in questo …?
Novità che c’è un poco dico per dire di confusione !! Ma
confusione perché, perché giustamente non c’è una velocità
… perché le poste italiane camminano in ritardo… Nicola…
(tossisce) ultimamente quando noi ci siamo visti con Nicola
Villabate ? Mi dai un po’ d’acqua?
“Veda che… Enzo, dice, mi hanno detto…”
… di avere pazienza !! Non c’è stata … e com’è che questo è
venuto ?
Quella fredda?
No !
Ci fu il precedente della discussione non è che non ci fu!! Il
precedente della discussione ci fu se ti ricordi…
Andiamo avanti, vediamo se… impegniamoci in una
maniera!!
Il discorso parte per interessamento di quello …
E quello gli ha detto “va bene!” …
E quello si è messo in contatto con … con “BINU” !!
Se non parte col primo, parte con il secondo !
Con “BINU” !!? Allora la sai la discussione!
Certo che lo so, io ti ho detto: riepiloghiamo un poco …
Certo !!
Ma come la sai ? Ne abbiamo parlato tutti e due, con chi ne
ho parlato io ?!
Dico ! Quello gli dice a Nicola, parla con quello e vedi che
… com’è la discussione!! E ci sono questi contrasti che noi
sappiamo, no questi, ci sono stati gli altri !! Le barzellette, il
romanzo a puntate, io lo chiamo il romanzo a puntate, poi ci
fu la perquisizione, non si ci è potuti andare…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
83
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(incomprensibile)… in questa fase mi fa, dice: “mi ha detto
che…” che forse gliel’ha detto lui, forse gliel ’ha detto
forse… ù minzagnotu, Ciccio
Il parente tuo diciamo …
Il parente del parente … nel frattempo i contatti con quello
(incomprensibile) … ce li ha tenuti il COSIMO !
Il VERNENGO
Nel frattempo il VERNENGO … e quello è rimasto… in
ritardo...
Non lo so !
Questa è tutta una supposizione che faccio io !!
Ma io so che quello ha mandato a dire “va bene!” Ha
mandato il biglietto …
Il biglietto lo ha mandato quello ?
E chi ?
Per qua ! Che poi avrebbe dovuto mandare il biglietto, lui
per quello!! E a me la notizia mi dovrebbe arrivare da
quello! Da quello a me non mi è arrivata …
Dice che c’era “u pizzinu” ?? Mandato da LO PICCOLO …
… “u pizzinu” per quello !!
Per il LO PICCOLO !
No per me ! Di Binnu…
Nino ci manda il biglietto … Nino l’ha ricevuto questo
biglietto … perchè dice “questo non lo sapevo!” …
Quando lui ha ricevuto questo pezzo di carta questo ci fa a
Sandrino… “tutto okay” …
Chi glielo fa ? Nicola !
Nicola !? E gli dice di avvisare a me … ma io ufficialmente
non ho niente …
Ma a te c’è chi ti ha avvisato, Sandrino?! È giusto ?!
Si, d’accordo !
Allora, vallo a prendere per ora, vai a vedere …
Fin dalle prime battute appariva evidente che “l’americano”,
“Sarino”, cui si faceva riferimento nella conversazione era l’INZERILLO
Rosario rientrato in Italia il 29 dicembre 2004.
Il rientro dell’INZERILLO era quindi stato preceduto da una
intensa fase di trattative preliminari che aveva interessato i massimi vertici
di “Cosa Nostra”, chiamati a decidere se “autorizzare” il ritorno di
INZERILLO Rosario.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
84
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Non avendo avuto comunicazione dell’avvenuta autorizzazione
attraverso le vie “ufficiali”, MARCIANO’ e BONURA ricostruivano
quanto potesse essere accaduto, indicando in una perquisizione la possibile
causa del ritardo nell’arrivo della corrispondenza con PROVENZANO
Bernardo, “Bino”, dal quale sarebbe dovuta giungere la comunicazione
“ufficiale” al MARCIANO’, nella sua veste di “Capomandamento” di
“Passo di Rigano- Boccadifalco”, del quale INZERILLO Rosario faceva
parte prima della sua fuga negli U.S.A.
MARCIANO’ raccontava al BONURA che nel corso dell’ultimo
incontro avuto con “Nicola”, al cui nome veniva associata l’indicazione
“Villabate”, questi gli aveva riferito che, in merito alla vicenda, gli era
stato detto di “avere pazienza”.
Egli ipotizzava che la persona che aveva detto questo al “Nicola”
potesse essere “Ciccio ù minzagnotu”, e pertanto un soggetto di nome
Francesco a cui veniva associato il paese di Belmonte Mezzagno, il quale
aveva un legame di parentela indiretto con il MARCIANO’ : “il parente
del parente”..
Tali indicazioni consentivano di identificare il “Nicola” di
“Villabate” per MANDALA’ Nicola, di Antonino, nato a Bologna il
08.03.1968, promotore ed organizzatore di tutte le illecite attività facenti
capo alla famiglia mafiosa di Villabate, e “Ciccio ù Minzagnotu” per
PASTOIA Francesco, nato a Belmonte Mezzagno (PA) il 28 luglio 1943,
entrambi sottoposti a fermo del P.M. il successivo 25 gennaio 2005, oltre
che per il concorso nell’omicidio di GERACI Salvatore , anche per il reato
di cui all’art. 416 bis, comma secondo, c.p., avendo assunto un ruolo
direttivo ed avendo esercitato le corrispondenti funzioni in seno
all’associazione mafiosa “Cosa Nostra”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
85
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Scorrendo le motivazioni del provvedimento, si rileva che
“PASTOIA Francesco si è evidenziato non soltanto come soggetto che da
sempre esercita una grande influenza mafiosa sulle vicende interne al
mandamento di Misilmeri e sulla zona di Belmonte Mezzagno in
particolare, ma si è soprattutto rivelato come un importantissimo punto di
riferimento mafioso, addirittura sovraordinato rispetto alle famiglie (ed ai
rispettivi capi) operanti in una vasta area territoriale, da Belmonte
Mezzagno fino a Bagheria, da Villabate
e Misilmeri fino a parti
significative della stessa città di Palermo, in grado, per un verso, di
dirimere questioni, impartire disposizioni ed imporre decisioni, per altro
verso,
di
interloquire
direttamente
e
personalmente
con
il
PROVENZANO, per conto del quale - da sempre – si è assunto il delicato
e vitale compito di presiedere alla gestione del complesso sistema di
“comunicazioni riservate” attraverso il quale il capomafia latitante ha
continuato a dirigere nel tempo l’organizzazione Cosa Nostra”.
Alla luce di tali indicazioni, appariva evidente che il MANDALA’
costituiva per il Capomandamento di Boccadifalco un anello della catena
di comunicazioni riservate del PROVENZANO, e che in tale veste aveva
svolto un ruolo centrale nella vicenda.
Era stato lui, infatti, a comunicare che era
“tutto ok” a tale
“Sandrino”, il quale aveva informato in via “ufficiosa” il MARCIANO’.
Il “Sandrino” cui si faceva riferimento nella conversazione si
identifica per MANNINO Alessandro, inteso “Sandrino”, nato a Palermo il
27.11.1960, “uomo d’onore” della famiglia di “Passo di Rigano”, soggetto
che, come si avrà modo di vedere, era legato da un solido rapporto di
amicizia con il MANDALA’.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
86
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Va a tal punto riferito che già in data 25.11.2003 (cfr. all.to n. 16),
nel corso delle attività investigative svolte da personale di quest’Ufficio sul
MANDALA’, era stato documentato un incontro tra MARCIANO’
Vincenzo, MANNINO Alessandro e MANDALA’ Nicola, le cui modalità
avevano ingenerato non pochi sospetti negli operatori.
Continuando nell’analisi della ricostruzione dei passaggi indicati
dal MARCIANO’, egli indicava in VERNENGO Cosimo la persona che
aveva tenuto i contatti con “quello”, nella fase successiva alla
perquisizione.
Dalle parole del MARCIANO’ si evinceva che al VERNENGO
fosse poi accaduto qualcosa che aveva lasciato “quello” in ritardo rispetto
alle comunicazioni, circostanza che consentiva di identificare il “Cosimo”
per COSIMO Vernengo,
nato ad AVOLA (SR) il 12.12.1966,
“Capofamiglia” della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesù, tratto in
arresto in data 02.12.2004 a seguito di emissione di O.C.C.C. N.3287/03
R.G.N.R. D.D.A. e N. 11696/03 R.G.G.I.P.
Sebbene il linguaggio criptico utilizzato dal MARCIANO’ non
consentisse nell’immediato l’identificazione certa del “quello”, atteso che
in poche frasi egli ripeteva l’aggettivo cinque volte, si ritiene che egli
intendesse riferirsi al latitante LO PICCOLO Salvatore il quale, come si
avrà modo di vedere, era uno dei più pressanti fautori del rientro degli
INZERILLO in Italia.
Ad avvalorare detta tesi era quanto poi diceva il MARCIANO’ a
proposito del fatto che “quello” era stato poi avvisato delle novità da
“Lorenzino”, il quale si identifica per DI MAGGIO Lorenzo,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
inteso
87
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
“Lorenzino”, nato a Torretta il 23.06.1951, “uomo d’onore” della famiglia
di Torretta, nipote dello storico mafioso DI MAGGIO Rosario, la cui
madre è cugina del latitante LO PICCOLO Salvatore.
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
MANNINO
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO’:
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
D’accordo ! Difatti io a quello di la l’ha avvisato il
Lorenzino ! Che non doveva farlo… se prima non lo ha
avvisato… ma siccome cervello non ne hanno…
Se ne sbattono la minchia … no …
No, non hanno cervello !
a Lorenzino chi gliel’ha detto, Sandrino?
Certo!
… scusate ma …
E allora perché mi sono annacato a quello, perché gli ho
detto “tu non mi hai mandato dire niente a me!” Però in
via ufficiosa mi è arrivato a me, è venuto qua … e so
che tu lo sai perché te lo ha dato … Lorè, ecco perché
ho ritardato a dirtelo!” …
E ti ha risposto o no ?
No, questo lo devo fare o oggi o domani questo lavoro !
Mi è scivolato dalle mani …
Quaranta miliardi… (fonetico)
… ma questo non se ne tiene conto che …
No, noi stiamo tenendo conto noi per la forma !
Se ne tiene conto che questo è arrivato in Italia con il
foglio di via … con il foglio di via …
Va be, ma questo è relativo per noi perché dico per dire
c’è una tavola apparecchiata diciamo, una trattativa, un
discorso …
Allora fu … non fu che aspettò… è dovuto essere di
premura questo fatto !!
Tutte e due le cose assieme !!
Ed ancora, in un successivo passo:
MARCIANO':
MANNINO:
Loro li, tutti stravaganti, (incomprensibile) viene a dire
“guarda” … indirettamente mi ha fatto un favore però se
io … se dico per dire io non mi vado ad informare e non
li vado a cercare, io posso spingere o posso dire pure una
fesseria e faccio qualche brutta figura …
… il foglio di via però me l’ha accettato …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
88
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO':
MANNINO:
BONURA:
Si Calò, ma il senso … del discorso del foglio di via dico
per dire è nato … è nato quando ci fu il discorso che
questo ha cercato per andarsene … per questo ne ha da
fare … ne tessera, ne passaporto… non aveva niente !! E
allora quando si presenta la, foglio di via … ma già
quando lui è andato a presentarsi la, già perché gli si
era dato lo “sta bene”… questa è la verità, perché la
verità è così!! Ci fu il discorso a dire “guarda, mi deve
arrivare il pizzinu … il tempo che arriva il pizzinu…è
vero che ci sono le feste…” …
Tanto è vero che appena è arrivato qua …
Si!! Ci hanno messo di fronte al fatto compiuto!!
D’altronde perchè fu architettato … architettato … (…)
MARCIANO’ e BONURA, pur tenendo conto delle circostanze
che avevano rallentato le comunicazioni con il LO PICCOLO e con il
PROVENZANO, dovute ad una perquisizione ed all’arresto del
VERNENGO Cosimo, ravvisavano tuttavia un preciso disegno strategico
dietro
la
questione
del
ritardo
nella
comunicazione
“ufficiale”
dell’autorizzazione al rientro dell’INZERILLO in Italia, lamentando di
essere stati messi “di fronte al fatto compiuto”.
La necessità di adottare tale strategia era dettata dalla presenza dei
contrasti sorti in seno a “Cosa Nostra” sul rientro degli INZERILLO che,
come si avrà modo di vedere, avrebbe avuto come principale oppositore
ROTOLO Antonino, nato a Palermo il 03.04.1946.
Nello stralcio sopra riportato, invero, BONURA faceva riferimento
ad tale “Nino” che lo aveva informato di avere ricevuto un “biglietto” e
che si era lamentato di non essere a conoscenza di qualcosa:
BONURA:
Nino ci manda il biglietto … Nino l’ha ricevuto questo
biglietto … perchè dice “questo non lo sapevo!” …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
89
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Sulla scorta di quanto si sarebbe in seguito appreso dalle
intercettazioni a carico di ROTOLO Antonino, può affermarsi che
l’informazione mancante era proprio lo
“sta bene” al rientro
dell’INZERILLO.
ROTOLO Antonino era stato arrestato in data 02.12.2004 con la
medesima O.C.C.C. del VERNENGO e posto agli arresti domiciliari il
successivo 16.12.2004 per motivi di salute.
Durante la sua assenza, a dispetto dei problemi causati dalla
famigerata perquisizione e dall’arresto del VERNENGO e del ROTOLO, il
fronte dei favorevoli al rientro, con la complicità di Nicola MANDALA’,
aveva
divulgato,
attraverso
le
vie
“non
ufficiali”
la
notizia
dell’autorizzazione al rientro di “Sarino” INZERILLO, in modo da
accelerarne il ritorno per le festività natalizie.
Le successive risultanze emerse dalle fonte di captazione
avrebbero dimostrato che i festeggiamenti del “fronte dei favorevoli”
erano destinati solo al primo atto della scena, dalla quale sarebbero
scomparsi a breve sia il MANDALA’ che il PASTOIA, lasciando uno
spazio di manovra ancora maggiore al ROTOLO.
Che la posizione di “Nino” ROTOLO fosse considerata di gran
peso si evinceva già dalla conversazione in esame, quando gli interlocutori
affrontavano un altro aspetto della vicenda INZERILLO, e cioè la possibile
imminente scarcerazione di “Masino”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
90
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MANNINO:
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO':
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO':
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
(…) Comunque però … se questo (incomprensibile) c’è
un'altra cosa ora, forse sta uscendo Masino …
Masino ora me lo metto a fianco, attenzione, te lo dico io il
perché, l’abbiamo garantito, ci siamo stati vicini, se lui … se
io me lo metto accanto… ma accanto in che senso, gli
leviamo un po’ di spazio … perché questo è servito per una
causa giusta …
Va bé d’accordo, dico per dire che c’è uno messo a fianco,
dico per dire che lui ha coperta … non è che deve andare a
dire messa…
Ci uniamo io, tu e lui etc. etc. … se c’è Tanino lo faccio
presenziare pure perché gli farà piacere (incomprensibile)
(incomprensibile)
Si parla che c’è un negozio li a passo di rigano e stanno
cercando di fargliela mettere in culo a Sandrino, altro che
farlo uscire …
E questa è una, l’altra cosa, noi abbiamo sbrigato che
(incomprensibile) i parenti … comunque se tu gli vuoi dare
una mano gliela dai
Ma lui non è che ti pare che … che ha fatto le corse per
questo … capisci che ti voglio dire ?! (incomprensibile)
Dico … lui sta parlando (incomprensibile)
No, Nino per lui non può dire no, come nessuno …
Dici tu … lo dici tu !!
Il discorso resta in famiglia!
Però …
… questo sta a significare …
Non gli sta bene il discorso a lui !
E tu che ne sai, scusa, fammi capire…
Il fatto che quando fu allora l’ho inco… ci sono andato, tre
mesi fa quattro mesi fa, e noi abbiamo parlato di questo
discorso di… che se ne doveva andare !! (incomprensibile)
deve andare, acconto, dove se ne deve andare, fare e dire
(incomprensibile) incomprensibile) si deve prendere le prime
parole … e mi dice: “ma tu lo sai che il signor Masino dice
(incomprensibile) che mi doveva fottere a me quando uscivo
da casa”? Allora sopra questa parola …
E parlava di chi?
Questo, di Masino … (incomprensibile)
Io questo non…
… si andava informando… delle mie abitudini …
Io questo non lo so, comunque vedete che questo, e
sappiamo tutti … anche se non lo (incomprensibile), io non lo
so perché… nessuno me l’ha mai comunicato a me…ha fatto
un azione che solo lui l’ha potuta fare però ha … per
agevolare la situazione…
(incomprensibile) per agevolare pure lui …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
91
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
Boh … non te lo voglio io … però …
L’ha fatto !
… e tu ogni mese gli hai mandato i cinquecento euro !!
Giusto ?! Neanche con ritardo … se c’è qualche … “corto e
malu paratu”, gliene mandi due !!
(incomprensibile) quanto stimo la salute !
E c’è quando gli abbiamo pagato qualche altra cosa, se non
mi ricordo male negli anni io … (…)
Il “Masino” cui si fa riferimento nella conversazione, anche sulla
base delle successive acquisizioni, si identifica per INZERILLO
Tommaso, di Pietro, nato a Palermo il 26.08.1949, “sottocapo” della
famiglia mafiosa di Uditore, come si evince, tra l’altro, dalle dichiarazioni
di DAVI’ Francesco, DI CARLO Francesco e MUTOLO Gaspare.
Questi è cugino di primo grado di “Totuccio” INZERILLO, e
pertanto
di “Sarino” e di “Franco ù truttaturi”, nonché fratello di
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12.02.1955, inteso “Franco ù
nivuru”, ed effettivamente sarebbe stato scarcerato dalla casa circondariale
di Pagliarelli ed ammesso al regime di semilibertà in data 05/10/2005.
Come si evince dal tratto di trascrizione sopra riportato, il
BONURA nutriva delle forti aspettative sul “Masino” INZERILLO,
intendendo metterlo al suo fianco al momento della sua scarcerazione.
La ragione di tale decisione era ben spiegata dal MARCIANO’,
che precisava che ciò sarebbe servito a dargli “una coperta”, considerato
che il “Masino” non poteva certamente “andare a dire messa”.
L’assunzione della carica avrebbe quindi posto l’INZERILLO al riparo da
eventuali possibili rappresaglie nei suoi confronti.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
92
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MANNINO faceva osservare al BONURA che a ciò si sarebbe
opposto “Nino” e BONURA replicava, a sua volta,
che “Nino” non
avrebbe “potuto” dire di no, in quanto questo era un affare che sarebbe
rimasto “interno” alla “famiglia”.
Tale
indicazione,
oltre
a
confermare
l’appartenenza
dell’INZERILLO alla “famiglia” mafiosa di Uditore, che durante la
detenzione gli ha continuato a versare regolarmente la cd. “mesata” ,
testimoniava la “competenza” del “Nino” all’esterno dei confini del
“mandamento” di Boccadifalco.
La ragione per la quale l’INZERILLO non aveva subito le sorti dei
cugini veniva indicata
dal BONURA in una non meglio precisata
“azione” , della quale neppure il BONURA era stato messo a conoscenza,
che aveva “agevolato la situazione”, favorendo l’organizzazione mafiosa
in una “causa giusta”. Come sarà chiarito in seguito, alcuni esponenti
della famiglia INZERILLO nel corso della cd. Guerra di Mafia, dopo
l’uccisione di Salvatore INZERILLO, sono stati risparmiati dai
“Corleonesi” ed utilizzati per portare a termine azioni delittuose in danno
di altri esponenti dello schieramento perdente, spesso rintracciati o
raggiunti, solo grazie alla complicità di soggetti a loro vicini che in tal
modo hanno avuta salva la vita.
BONURA:
MANNINO:
………ha fatto un azione che solo lui l’ha potuta fare però
ha … per agevolare la situazione…
(incomprensibile) per agevolare pure lui …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
93
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il BONURA chiedeva poi al MANNINO contezza sulle ragioni
delle sue perplessità, e questi gli raccontava di essere andato a trovare il
“Nino” tre o quattro mesi prima per parlare della vicenda del rientro degli
INZERILLO. In quell’occasione il “Nino” gli aveva rivelato di avere
appreso che il “Masino” INZERILLO aveva assunto informazioni sui suoi
spostamenti al fine di tendergli un agguato.
BONURA replicava di non essere a conoscenza della vicenda, e
lasciava intendere al MARCIANO’ ed al MANNINO che il ruolo svolto
dall’INZERILLO in favore dell’organizzazione gli aveva garantito una
sorta di “salvacondotto”.
Le successive conversazioni intercettate all’interno di un box sito
nei pressi dell’abitazione del ROTOLO avrebbero consentito di
documentare un incontro tra il ROTOLO ed il MANNINO e di acclarare
come, attraverso il MANNINO , ROTOLO acquisisse informazioni sulla
famiglia dell’Uditore , in particolare con riferimento
alla vicenda
INZERILLO.
Altra importante conversazione avente gli stessi protagonisti veniva
intercettata alle ore 09.45 del 07.02.2005 (cfr. all.to n. 2), e quindi a breve
distanza dall’arresto di MANDALA’ Nicola e PASTOIA Francesco,
avvenuti il 25 gennaio 2005, ed il successivo suicidio di quest’ultimo,
avvenuto il 27.01.2005.
La conversazione forniva la prova delle relazioni avvenute tra il
“Capomandamento” di Boccadifalco ed il MANDALA’ Nicola, relazioni
che non avevano come oggetto soltanto il rientro degli INZERILLO, ma
altresì le modalità di comunicazione tra i due “mandamenti” e anche
vicende di tipo estorsivo.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
94
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 07.02.2005 ore 09,45
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Un’altra cosa ti volevo dire, per questi discorsi puoi avere
problemi, cose?
Io sospetto se ci sono state discussioni…per il discorso di…
dell’americano, per i discorsi dell’americano. (…)
Dopo aver commentato quanto in quei giorni riportato dai
principali organi di stampa in relazione agli eventi seguiti all’operazione di
polizia
denominata
“Grande
Mandamento”,
particolarmente
la
collaborazione di CUSIMANO Mario ed il suicidio di PASTOIA
Francesco, ed alla divulgazione del contenuto di talune intercettazioni
ambientali, BONURA chiedeva al MARCIANO’ se egli potesse in qualche
misura essere rimasto coinvolto nelle indagini.
La
replica
del
MARCIANO’
forniva
la
conferma
dell’identificazione del “Nicola di Villabate” e di “Ciccio ù Minzagnotu”
per i succitati MANDALA’ Nicola e PASTOIA Francesco, e rivelava
altresì che gli stessi si erano occupati della vicenda “INZERILLO”.
I timori del BONURA erano certamente legati alla possibilità che
il MARCIANO’, facendo parte della ristrettissima schiera di persone con
le quali egli si incontrava, avrebbe potuto condurre a lui gli investigatori, e
ciò anche in considerazione del fatto che il nome del MARCIANO’ era già
emerso nel corso delle intercettazioni ambientali effettuate a carico di
VERNENGO Cosimo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
95
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Proseguendo nell’analisi della conversazione del 07 febbraio, il cui
contenuto è legato in gran parte al rapporto conflittuale tra Francesco
PASTOIA
e
Benedetto
SPERA,
si
rinvenivano
indicazioni
che
consentivano di ricostruire il legame di parentela tra il MARCIANO’ ed il
PASTOIA, indicato nella precendente conversazione come “parente di un
mio parente” dal “Capomandamento” di Boccadifalco:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Un giorno, un giorno… quando è rientrato quello, il
Ciccio, avevo il contatto… con lo zio di Ciccio, che sarebbe zio
di mio genero e avevamo il contatto tramite il discorso quando
fu allora della (incomprensibile) . Poi è rientrato Ciccio…
(incomprensibile)
E’ venuto da me il parente, e siccome sono due mandamenti,
disse: “tramite voialtri, i discorsi, dice, devono passare… dal
MEZZAGNO”! Questo, io gli ho detto: “per me, gli ho detto, è
lo stesso, anzi è meglio, meno rogne”! Difatti questo arrivò a
portarsi (incomprensibile) “a picciuni” , poi è ritornato il
Ciccio e ci fu questa discussione. Che poi questo discorso l’ho
avuto con Nino, gli ho detto: “vedi che… così così”! (…)
Sempre dalla medesima conversazione si rilevavano tracce del
rapporto tra “Sandrino” MANNINO e MANDALA’ Nicola, i quali erano
stati messi in contatto proprio dal MARCIANO’ per “il discorso
dell’America”:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Perché lì i contatti li avevano
Eh, e tutti gli impicci e i contatti li hanno definiti tutti cose
(incomprensibile), perché se no la cosa durava… io mi auguro
che non c’è nessuno… oltre questo… mi sembra
Ce ne sono quattro perché allora ci fu il discorso di farlo
mettere in contatto, se tu ti ricordi, con Sandrino col
MANDALA’, il discorso dell’america, ti ricordi questo…
Si, si, no, no, dice che sono amici di famiglia loro
Si sono messi…
Cioè praticamente…
Si sono messi…
No, sono amici di famiglia
Si
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
96
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
Vabbè, famiglia, chiamiamola famiglia (con tono di disprezzo,
n.d.t.)
Vabbè, ma comunque, diciamo noialtri, si creò…
Ma no, loro già li avevano
No!
E allora chi gliel’ha fatto fare?
Dopo è nato
MANDALA’ con Sandrino non erano amici? (sottovoce)
No!!
Chi glieli ha fatti fare amici, Nino?
Io gliel’ho fatto fare il contatto. Li ho presentati io. Noi ne
avevamo parlato già prima
Si (…)
Ancora, nell’ottica della ricerca di possibili punti di contatto che
avrebbero potuto condurre le attenzioni degli investigatori su altri esponenti
di “Cosa Nostra”, BONURA indicava in “Nino”, con tutta evidenza
ROTOLO Antonino, ed in Vincenzo MARCIANO’, le persone esposte al
rischio di eventuali indagini, circostanza questa che confermava come
anche ROTOLO ed il MANDALA’ avessero avuto contatti per la vicenda
“INZERILLO” :
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Vabbè, ma io secondo me lì deve stare più attento, a mio
avviso, Nino e tu
Lo so
Perché… quello che gli imponeva, diciamo… (sussurra
qualcosa di incomprensibile)
Questo di qua
No di dire… no, è finito il mondo, (incomprensibile)
Perché poi quello, il cassiere, ho letto che c’era una chiamata
(incomprensibile) “Lavori Sant’Isidoro”2. Che lui aveva
raccomandato una ditta che faceva i lavori lì a Sant’Isidoro
Il MANDALA’
2
Per quanto attiene alla “chiamata” fatta dal “Cassiere” relativa ai “Lavori Sant’Isidoro”,
l’indicazione si riferisce alle annotazioni sul c.d. “libro mastro” rinvenuto e sequestrato nel corso di una
perquisizione effettuata presso l’abitazione di DI FIORE Giuseppe, nato a Bagheria il 25.06.1949, nel
corso della quale, va rammentato, oltre al manoscritto con l’indicazione degli stipendi degli associati e
delle imprese estorte, fu rivenuta la ragguardevole somma di circa un milione di euro.
Il MARCIANO’ lamentava quindi che il MANDALA’, dopo avere “raccomandato” una ditta
che operava dei lavori in località “Sant’Isidoro”, non avesse mai corriposto al mandamento somme di
denaro, e ciò a dispetto del fatto che l’indicazione per detti lavori fosse già annotata sul “libro mastro”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
97
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
Però non ne ha portati mai! Però lui l’aveva scritto!! (…)
Le investigazioni successive davano modo di rilevare che,
riorganizzati i propri canali di comunicazione, il capo di “Cosa Nostra”
inviava una missiva al “Capomandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco” in merito alla situazione degli INZERILLO, attraverso il
consueto metodo dei c.d. “pizzini”.
Parte della missiva veniva letta a voce alta dal MARCIANO’ nel
corso dell’incontro avvenuto presso gli uffici della “IMMOBILIARE
RAFFAELLO” alle ore 10.03 del 31.03.2005, alla presenza di
“Franco”BONURA e “Caluzzu” MANNINO (cfr. all.to n. 17):
Giova
peraltro
evidenziare
che
da
ulteriori
successive
conversazioni intercettate tra ROTOLO Antonino e Francesco BONURA si
apprendeva che Bernardo PROVENZANO a quell’epoca, non conosceva
l’identità del “Capomandamento” di “Passo di Rigano Boccadifalco”, la cui
nomina era stata formalizzata da ROTOLO Antonino alla presenza di
SANSONE Gaetano, BONURA Francesco su proposta di SANSONE
Giuseppe, “ù gettone”, e che pertanto la comunicazione al MARCIANO’
aveva natura prettamente “istituzionale” e non personale.
Conversazione del 31.03.2005 ore 10.03
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
(…) Io poi ho avuto io un pizzino… dal “Binnu”
Ah, l’hai avuto il pizzino?
Che diceva tutto…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
98
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
… e non diceva niente
Ambiguo…
Cioè?
Niente: “se mi puoi perdonare, siamo… però se ci sono
impegni, si devono rispettare! Fa un giro di… io non sono
niente…”. Io gli ho risposto… per come lui mi ha scritto,
vago, vago lui e vago io. “In riferimento che tu mi dici… che
vossia mi dice… gli impegni precedenti, se è possibile farmi
sapere quali sono questi impegni perché io non li so”. Perché
poi effettivamente io non li so!! Questo dimostra che questo è
il periodo più brutto… di “Cosa Nostra” , il più brutto,
perché non ci… non ci fidiamo più uno dell’altro, perché…
ogni… ogni “arricugghiuta” (retata, n.d.t.) c’è… un
“operaio” (pentito, n.d.t.) nuovo, ogni “arricugghiuta” si… e
(incomprensibile). Che gli dovevo rispondere? “Se le viene
facile mi manda… chiarire qualche cosa”
(incomprensibile)…
Perché lì … lì c’era un discorso sempre pure ambiguo,
secondo me, perché …
Con ROTOLO
O Nicola MANDALA’, perché quello parlava con Sandrino
e si faceva vedere… raccontava le cose in un modo
U Binu
Non c’ho fiducia, perciò io gli rispondo pure vago, perché io
non lo so le discussioni che ha fatto quello con ROTOLO,
mi segui?
Vabbè, tu gli hai mandato a dire: “se ci sono impegni me lo
faccia sapere, siamo a disposizione”, è giusto?
E siccome il periodo è brutto, cerchiamo di… di
accomunarci “Poi sono a… a disposizione. Se le viene
facile e non le porta troppo disturbo, me lo vuole…col
tempo” . (…)
PROVENZANO, attraverso un messaggio di poche righe dal
contenuto criptico, aveva quindi richiamato il “Capomandamento” di
“Passo di Rigano – Boccadifalco” al rispetto di “impegni precedenti”,
puntualizzando di non avere potere decisionale in merito alla vicenda
(sic.)“io non sono niente”.
Tale affermazione, apparentemente sbalorditiva se si considera il
ruolo rivestito dal PROVENZANO in seno a “Cosa Nostra”, avrebbe
invece trovato piena conferma nel corso delle intercettazioni effettuate a
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
99
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
carico del ROTOLO, il quale, in merito alla decisione emanata dalla
“Commissione” di “Cosa Nostra” di non fare rientrare i c.d. “scappati”,
pena la morte, rivendicava la supremazia della forza collegiale della
“Commissione” rispetto a quella del suo attuale capo, PROVENZANO
Bernardo,
affermando
che
soltanto
un
nuovo
pronunciamento
dell’organismo avrebbe potuto modificare una decisione precedentemente
assunta dalla stessa.
MARCIANO’ accoglieva il richiamo del “Binnu” con stupore
misto a diffidenza, inviando a sua volta una missiva dai medesimi toni nella
quale chiedeva a quali “impegni” egli facesse riferimento, affermando di
non esserne a conoscenza.
Il successivo sfogo del MARCIANO’, oltre a testimoniare lo stato
di difficoltà in cui versava l’organizzazione criminale “Cosa Nostra” in
quel periodo, colpita duramente da tre operazioni che avevano riguardato
nell’ordine i mandamenti di “Santa Maria di Gesù”, “Bagheria e Misilmeri”
e “San Lorenzo”, minacciata costantemente dalla “piaga” dei collaboratori
di giustizia, forniva delle preziose indicazioni rispetto al ruolo svolto dal
PROVENZANO attraverso il MANDALA’ ed il MANNINO nel rientro di
“Sarino” INZERILLO, ruolo ritenuto ambiguo dal MARCIANO’.
L’accostamento delle difficoltà attraversate dalla “Cosa Nostra”
alla mancanza di reciproca fiducia, inoltre, testimoniava l’appartenenza dei
presenti al suddetto sodalizio criminale: “Questo dimostra che questo è il
periodo più brutto… di Cosa Nostra, il più brutto, perché non ci… non ci
fidiamo più uno dell’altro”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
100
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Dopo aver ascoltato quanto riferito dal MARCIANO’, Francesco
BONURA chiedeva se egli avesse comunque fornito al PROVENZANO la
propria disponibilità nell’onorare gli eventuali “impegni”, ricevendo da
questi risposta affermativa.
La risposta del PROVENZANO, invero, non si sarebbe fatta
attendere a lungo.
Alle ore 10.19 del 26 maggio 2005 (cfr. all.to n. 18), all’interno
dell’ appartamento di via Catania, veniva registrato altro incontro tra i
consueti interlocutori nel corso del quale la tematica degli “scappati”
veniva affrontata in maniera più ampia, consentendo di conoscere aspetti
della vicenda fino a quel momento rimasti inediti.
Trascrizione del 26.05.2005 ore 10.19
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Mi stavi dicendo un’altra cosa?
C’è ancora il discorso aperto… il discorso degli
INZERILLO…
E di nuovo si…
Perché mi scrive il PROVENZANO… (sussurrato n.d.t.) ed
è la seconda volta che scrive ed ha sempre un modo di fare
che, per conto mio, è ambiguo, mi dice e non mi dice…
Ma chi ti scrive il LO PICCOLO?
Il LO PICCOLO e il Bernardo, separatamente, però lo
manda sempre…
Tramite lui, eh!
Perciò qualche giorno ci dovremmo sedere insieme con loro
per questi due messaggi…
(incomprensibile)
…per valutare…
E quello cosa manda a dire il… il LO PICCOLO?
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
101
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MANNINO:
Dice: “ti sta scrivendo, vedi se sei soddisfatto di quello che ti
dice e casomai…”
Se prendono questo discorso è buono che se ne va…
Vero… vero è che non c’è più nessuno, però ci fu un
impegno, perché questi furono smantellati quando fu…
Io non me lo ricordo…
…e dovevano dipendere… (…)
Squilla il telefono, Franco BONURA si alza e va a rispondere.
MARCIANO’ aveva quindi ricevuto, attraverso il medesimo
canale, due missive provenenti una dal PROVENZANO e una dal LO
PICCOLO, aventi entrambi come oggetto “Il discorso degli INZERILLO”.
Ancora una volta, MARCIANO’ lamentava al BONURA
l’ambiguità del contenuto delle lettere del capo di “Cosa Nostra”,
chiedendo di poterle leggerle assieme per valutarne il contenuto.
Ritorna Franco BONURA
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MANNINO:
MARCIANÒ:
(…) Ultimamente io questo discorso, quando ci siamo visti
qualche mese fa con Tanino…
(incomprensibile)
…ma vedi che allora questo discorso…
Ma questa è novità di ora?
Certo, l’altro ieri mi è arrivato questo pizzino,
precedentemente lui mi ha scritto… già te lo avevo
accennato che era ambiguo! Per come lui mi ha scritto io
gli ho risposto, addolcendo la cosa, di dire, tipo: “c’è un
equilibrio e non lo vorrei spezzare, c’è un… abbiamo
problemi pesanti che non vorrei complicare!”
E tu hai risposto?
Io l’ho mandato a dire a quello che ha scritto lui!
E quindi aspetti ancora o già…
Ora, l’altro ieri me n’è arrivato un altro…
Eh, e che è categorica?
Non è categorica, questa è la non chiarezza!
E cioè, che capisci tu?
C’è qualcuno che mette legna nel fuoco!
Lui mi dice: “si, hai questa responsabilità, capisco che…
però non ti scordare che c’è un impegno, vero è che non c’è
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
102
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
più nessuno, però questo impegno c’è stato e questo
impegno è stato preso che dovevano stare…”
Erano dall’altra parte! (…)
Lo stralcio sopra riportato evidenziava le “responsabilità” che
derivavano al MARCIANO’ dalla sua veste di “Capomandamento” di
“Passo di Rigano - Boccadifalco”, “competente” sugli scappati che erano
organici a tale mandamento mafioso prima della seconda guerra di mafia,
schierati però“dall’altra parte”, la parte perdente, come precisato dal
BONURA.
MARCIANO’ raccontava al BONURA di avere scritto al
PROVENZANO di non volere spezzare gli equilibri in quel momento di
particolare difficoltà, cercando sostanzialmente di guadagnare tempo per
potere valutare il contenuto delle missive insieme a lui ed al SANSONE
Gaetano, atteso che egli riteneva che il PROVENZANO non avesse assunto
una posizione categorica.
Proseguendo nell’analisi della conversazione, si apprendeva che il
problema della permanenza sul territorio degli “scappati” non riguardava
soltanto gli INZERILLO, bensì tutta una serie di soggetti che si trovavano
nella medesima condizione, alcuni dei quali venivano elencati dal
MARCIANO’, che chiedeva al BONURA ed al MANNINO se ne
rammentavano altri:
MARCIANÒ:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
(…) Ma qua il discorso è che non è che ci sono solo questi
qua! A poco a poco, io non lo so, ma qualche riferimento…
non lo so, perché il BOSCO è qua, “sicarrieddu”ed è qua,
poi chi c’è, ce ne sono altri? Io non lo so, voi siete più
vecchi!
C’è Franco…
Chi è Franco?
“u truttaturi”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
103
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
MARCIANÒ:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
“u truttaturi” e Sarino…
Sarino…
…e un BOSCO, un BOSCO era da voi
Era da noi… alla Noce c’è…
“sicarrieddu”
Totuccio “u sicarrieddu”, DI MAIO… Totuccio DI MAIO!
Va bene, a quello non ci pensa nessuno! Avantieri mi ha
incontrato, ha parlato con me…
C’è qualcuno che mette legna al fuoco però!
Si, ma al di là di questo, la dottrina nostra quella è! (…)
L’elenco comprendeva quindi, oltre ai fratelli INZERILLO,
“Franco ù truttaturi” e “Sarino”, altresì tale “BOSCO” e “Totuccio DI
MAIO, ù sicarreddu”, della “Noce”.
Quest’ultimo si identifica per DI MAIO Salvatore, “curuzzu”, nato
a Palermo il 19.11.1932, indicato da numerosi collaboratori di giustizia
quale “sottocapo” della famiglia mafiosa della Noce, “scappato”, la cui
presenza, benché saltuaria, era stata effettivamente riscontrata a Palermo
nel 2005 da quest’Ufficio.
A dispetto di quanto affermato dal BONURA, le attività di
indagine hanno permesso di apprendere che ROTOLO Antonino aveva
dato l’autorizzazione all’omicidio del DI MAIO Salvatore, le cui fasi
preparatorie, come si avrà modo di vedere, erano già in fase avanzata
nell’estate del 2005.
Di grande rilievo era poi la risposta fornita dal BONURA al
MANNINO quando questi faceva presente che c’era qualcuno che, in
merito alla vicenda INZERILLO, metteva “legna al fuoco”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
104
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA precisava che quella era “la dottrina” da loro scelta,
intendendo con tutta probabilità riferirsi allo schieramento “vincente” dei
c.d. “Corleonesi”.
Va infatti rammentato che questi è cognato di BUSCEMI
Salvatore,
divenuto
“Capomandamento”
e
componente
della
“Commissione Provinciale” di “Cosa Nostra” a seguito della morte di
INZERILLO Salvatore, per il cui omicidio, unitamente, tra gli altri, a
ROTOLO Antonino, è stato condannato alla pena dell’ergastolo.
Come già aveva fatto in passato, MANNINO Calogero faceva
presente che la scarcerazione di INZERILLO Tommaso avrebbe
complicato ulteriormente la situazione, considerata l’avversione che
“Nino” ROTOLO aveva nei suoi confronti dopo aver appreso dell’esistenza
di un progetto per la sua eliminazione, e ciò a dispetto del fatto che egli
fosse considerato “a posto” nei confronti dell’organizzazione:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
(…) Ora… ora se è vero, si aspetta che dovrebbe uscire
Masino e la cosa comincia a diventare complicata per tutti!
Anche perché Masino è a posto!
A posto con noi, ma no con loro, perché quello ce l’ha, il
Nino ce l’ha…
Ah?
Nino ce l’ha con Masino! (…)
MARCIANO’ rinnovava quindi al BONURA la sua richiesta di
rileggere con attenzione le missive, porgendogli i saluti del latitante LO
PICCOLO Salvatore, il quale lo aveva indicato nel pizzino come “mio
fratello Franco B.”.
MARCIANÒ:
BONURA:
MANNINO:
(…) Ci sediamo e ce li leggiamo questi pizzini per valutare?
Altrimenti io scherzo ancora, o cercate di dargli spiegazioni
o vedere di mediare, che dici?
Certo, che ti devo dire? Vediamoli, li facciamo vedere pure
ad altri!
Comunque, se la cosa si discute…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
105
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
Quello ha mandato (incomprensibile) e mi dice sempre:
“saluti…” perché Franco B, Franco B solo tu puoi essere!
Certo!
“saluti per mio fratello Franco B, salutamelo eee!”
Aspetta un minuto, non è che si allontanava assai la
buonanima di tuo padre! Questa fratellanza? (ironicamente
n.d.t.)
(incomprensibile), certe volte pure per Tanino manda i
saluti!
Eh, ma quello Tanino si chiama!
Il fratello tu sei!
Quando mi arrivava qualche pizzino…
Ma Franco B tu sei, io non posso decifrare in altri!
Si, si, si! (…)
Mafioso di consumata esperienza, il BONURA metteva in guardia
il MARCIANO’ sui rischi che la sua scelta attendista comportava,
facendogli presente che, nel caso in cui fosse accaduto qualcosa, la
responsabilità sarebbe ricaduta su di loro in quanto esponenti di vertice del
mandamento e la vicenda andava chiusa il prima possibile:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Comunque io penso che se qualcuno (incomprensibile),
perché io… come li guardo io gli INZERILLO che io ci sto
vicino, a fianco, perché abitiamo a duecento metri, non si
sono messi in mezzo ai piedi completamente! Se vedono che
lui non si sente…
Ascoltami un minuto, tu hai ragione fratello mio, però
queste cose valgono e non valgono, non siamo noi che
dobbiamo decidere e se ci dobbiamo mettere mano e meglio
che ci mettiamo mano e ce ne usciamo, nel senso che…
perché questa non finirà mai questa storia!
Possiamo perdere tempo…
Ma non finisce, finisce male! E sempre (incomprensibile) e
se Dio ce ne scansi succede qualche cosa i responsabili
siamo noi perché ci siamo disinteressati. Picciotti io sono
stanco, se i discorsi sono questi non è che…
Perché c’è quello che è accanito, ROTOLO, perché lì
(incomprensibile) io pensavo che era solo Tanino che lo
poteva…
C’è una cosa…
Però ultimamente Tanino mi ha detto: “va bene…” a
tipo…(…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
106
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO’ indicava pertanto in ROTOLO Antonino il più
“accanito” oppositore alla permanenza degli “scappati” sul suolo
palermitano, lasciando intendere di aver sperato invano che l’intervento di
“Tanino” nella vicenda avrebbe potuto mitigarne la posizione.
Il “Tanino”, anche sulla base di quanto sarebbe in seguito accaduto,
si identifica in SANSONE Gaetano, nato a Palermo il 23.03.1941,
“Capofamiglia” di Uditore, già condannato per il favoreggiamento di
RIINA Salvatore, cugino di ROTOLO Antonino.
BONURA suggeriva infine al MARCIANO’ di contattare il “Vicè
BRUSCA”, il quale, a suo dire, tramite LO PICCOLO Salvatore, aveva
ricevuto un messaggio del PROVENZANO che lo autorizzava ad “andare
avanti”.
MARCIANO’ replicava che le cose stavano in modo diverso, e
che era stato il BRUSCA a prendere l’iniziativa di scrivere al
PROVENZANO per informarlo che, in merito alla vicenda, esisteva un
precedente accordo con “Angelo”.
BONURA:
MANNINO:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…)C’è una cosa però… stavo dicendo una sciocchezza
(tossisce)
Prenditi un poco d’acqua, bevitela!
Vicè… aveva pure un messaggio diciamo, vedendo quello
che stiamo…
Aveva un messaggio? (Incomprensibile)
Io…
Non mi risulta questa discussione!
Vicè BRUSCA aveva un messaggio, di potere andare avanti,
tramite il LO PICCOLO. Ti puoi fare ricostruire questa
versione?
Lui ha preso il contatto, spiegandogli la discussione che
c’era già un discorso iniziato da Angelo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
107
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
E poi lui ha avuto la risposta
Quello di (incomprensibile)
E non ci penso (incomprensibile), io mi ricordo…
Vabbè, Vicè qua è…
…qualche cosa di questo genere, ti ricordi tu o non ti ricordi?
Addirittura la risposta mi pare che sia venuta dal vecchio…
Ma perché a lui chi gli scrive, non gli scrive il vecchio a
lui!? È così o non è cosi?
Si
A lui gli scrivono tutti e due
Sempre quello è che scrive diciamo
Il torto ce l’ha quello, però, quello u Binu aveva come
tramite il Nicola e il Ciccio…
PASTOIA. Si, però a Vicè qualcuno di… lui gli ha scritto!
E gli ha scritto…
Eh! E quello se l’è letta la storia! E questo, eventualmente,
lo puoi mandare a dire, gli dici: “c’è stato così, così, così,
così, così, gli dici, non so, io sono a disposizione!” Punto e
basta! Però rinfreschiamoci le idee! (…)
Il “Vicè BRUSCA” cui si faceva riferimento nella conversazione si
identifica in BRUSCA Vincenzo, nato a Torretta il 01.01.1944,
“Capofamiglia” di Torretta, personaggio vicinissimo sia al LO PICCOLO
che al BONURA, in favore del quale, già nel 1983, rendeva una falsa
dichiarazione alla polizia giudiziaria al fine di depistare le indagini in corso
per un duplice omicidio avvenuto all’interno di una autofficina in Via E. Di
Blasi, per il quale era stato tratto in arresto il BONURA.
Per quanto invece riguarda l’identificazione di “Angelo” che, in
merito alla vicenda, aveva “iniziato un discorso”, le intercettazioni a carico
di ROTOLO Antonino hanno consentito di identificarlo per LA
BARBERA Michelangelo, inteso Angelo, nato a Palermo il 10.09.1943,
successore di BUSCEMI Salvatore alla guida del mandamento di “Passo di
Rigano – Boccadifalco” e componente della “Commissione Provinciale” di
Cosa Nostra dopo il 1992.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
108
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA suggeriva quindi al MARCIANO’ di mettere a
conoscenza il PROVENZANO anche del ruolo svolto dal BRUSCA e dal
LA BARBERA, rinnovando ulteriormente la propria disponibilità ad
ottemperare a quanto venisse poi stabilito.
L’esame delle ultime due conversazioni forniva un dato
estremamente utile per comprendere gli assetti attuali dell’organizzazione
criminale, e cioè la vicinanza tra il latitante LO PICCOLO Salvatore ed il
capo di “Cosa Nostra” PROVENZANO Bernardo, il quale aveva inviato le
missive per il “Capomandamento di Boccadifalco” e quelle per il
“Capofamiglia” di Torretta proprio attraverso il LO PICCOLO Salvatore.
Se dalla conversazione sopra riportata emergeva il ruolo di
ROTOLO Antonino, quale “accanito” sostenitore dell’allontanamento
degli “scappati” presenti a Palermo, l’incontro intercettato alle ore 09.53
del 23.06.2005 (cfr. all.to n. 19), cristallizzava il ruolo attivo svolto dal
latitante LO PICCOLO Salvatore sul fronte opposto.
MARCIANO’ raccontava infatti al BONURA di aver incontrato il
LO PICCOLO, il quale lo aveva pregato di insistere sia con il BONURA
che con il PROVENZANO affinché perorassero la causa degli
INZERILLO “scappati”, anche in ragione del fatto che esponenti di rilievo
della famiglia mafiosa di Torretta erano disposti ad assumersi la
responsabilità in prima persona, offrendo a garanzia la propria vita .
Il BONURA tuttavia, che nel frattempo aveva letto le missive
indirizzate al MARCIANO’, non aveva alcuna intenzione di avallare la tesi
della presunta ambiguità della lettera del PROVENZANO, anche perché la
riteneva “più chiara della luce”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
109
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Trascrizione del 23.06.2005 ore 09,53
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(…) Dunque andiamo alle cose nostre! Perché giustamente
questo mi viene a dire: “vedi che Franco è rimasto
contrariato!” “Franco è rimasto contrariato… io giustamente
non è che …”
No, Franco non è affatto contrariato …
Franco non è d’accordo!
… è contrariato!”
Perché ti debbo dire contrariato …
… ma alle volte come si presentano i discorsi, uno alle volte…
Si, d’accordo, ma noi … siccome tu hai avuto una lettera…
Si!
…e la lettera per me era più… più chiara della luce!
D’accordo!
E allora quella chiarezza, se un altro si vuole immischiare,
dice: io debbo fare così, se poi mi arriva un'altra cosa…
però a questo punto io non mi posso muovere da questo!!
D’accordo!
Quindi per il bene nostro e di tutti, noi questo dobbiamo …
(…)
In assenza di altra ulteriore indicazione il BONURA, “per il bene
nostro e di tutti”, avrebbe fatto rispettare la decisione comunicata dal
PROVENZANO.
La conversazione dava altresì prova che l’influenza del BONURA
era di portata ben più ampia rispetto alla carica di “sottocapo” da egli
rivestita in seno alla famiglia mafiosa di Uditore, circostanza che avrebbe
trovato una plausibile spiegazione nel corso di successive conversazioni
intercettate nei pressi dell’abitazione del ROTOLO, dalle quali si
apprendeva che egli aveva scelto di mantenere un profilo basso, che gli
desse minore visibilità, e peraltro minori rischi, rifiutando di assumere la
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
110
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
carica di “Capomandamento”, in quanto sentiva il dovere di occuparsi degli
interessi e della famiglia del di lui cognato “Totuccio” BUSCEMI,
condannato alla pena dell’ergastolo, tra l’altro, proprio per l’omicidio di
“Totuccio” INZERILLO.
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
(…) Però il discorso che ho avuto io con quello, l’ho avuto
io con… ed è stato categorico, pressante, e… e… si sentiva
di perdere la faccia, minchia siamo stati due ore!!
Vi siete visti??
Minchia, mi sono venuti a prendere, ho passato le peripezie,
un macello… minchia io … io… poi giustamente dico, si, va
bene, Franco non è d’accordo però io ho passato, dico per
dire, qualche giorno un pochettino scombussolato!! Perché
giustamente non è che mi piace a me, contrastarmi con…
con quello!!
No, no…
… perché si era messo a disposizione…
Ma non pensare che io ci sto…
… ma tu… ma tu non pensare…
… no, no, di fronte a una situazione che… si siamo
pienamente d’accordo, qua è chiaro il discorso!!
D’accordo! E con lui questo discorso ho avuto!!
Chiunque, qualunque sia la situazione, se arriva un altra
lettera da lui…
Il discorso è chiuso completamente! Ma io già… io già
gliene ho fatto atto io a lui, dice: “ma noi dobbiamo provare
perché, dice, tu gli mandi la lettera, dice, io gliene mando
un'altra mia, dice, pure a lato, dice…” e ma Franco vedi
che si è messo in una maniera che proprio... mi ha
disarmato!!!
Io mi debbo attenere a questo, poi se ricevo altre istruzioni
sono altre cose, ma io non mi posso…
Però io avantieri che cos’è che gli ho mandato a dire a lui al
vecchio? Gli ho mandato a dire: “vediamo se la possiamo
pilotare, se c’è una via d’uscita, vediamo se… ma insomma
cerco di … di… poi alla fin fine, alla fin fine quando vossia,
dico per dire, mi… mi stabilisce un discorso, discussione
non ne facciamo più! Per me già è esecutivo, perché già i
picciotti sono pure stati avvisati!!”
E basta!
Franco, se tu eri là con me, tu…
Niente, se ero con te, dicevo la stessa cosa! No, scusami che
ti dico, non è che…
“ma tu scrivigli in questa maniera…”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
111
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
“No, no, scrivici tu, io non ho a chi scrivere!”
Queste sono state le mie parole, gli ho detto: “vedi che… ma
se già era partito per quello…
Ascoltami un minuto…
… già è partito! Gli dici: “ ma deve passare da me!”
…si chiama a questi poveri sfortunati, per dare una via di
uscita, se hanno fatto in questa maniera, perché non c’era…
C’è un passaggio che lui mi dice: “eh… qualsiasi decisione
è difficile da prendere…” e io mi vado ad appoggiare là! A
dire: vediamo se troviamo una soluzione!
No, no, no, no, no… che c’entra…(…)
Su pressione del LO PICCOLO, che avrebbe inviato a sua volta
una missiva di accompagnamento, il MARCIANO’ aveva quindi scritto
nuovamente al PROVENZANO, chiedendo di potere trovare una via
d’uscita, poggiando su una frase contenuta nella lettera del Capo di Cosa
Nostra, nella parte in cui diceva “… qualsiasi decisione è difficile da
prendere”, contando sul fatto che ciò avrebbe potuto costargli al massimo
un rimprovero.
MARCIANO':
BONURA:
MANNINO:
(…) Va bè, è solo una cosa, dico per dire, che mi può dare
un altro rimprovero! A dire: “ma sei cretino?!”
No, io ho paura… se ti da il rimprovero perché ti vuole bene,
se non ti dice niente è quello che mi da fastidio!
Eh! (…)
I timori del BONURA, che dimostrava di non essere d’accordo
all’iniziativa bilaterale LO PICCOLO - MARCIANO’,
si sarebbero
dimostrati più che fondati atteso che, come si avrà modo di vedere, la
posizione assunta dal MARCIANO’ in merito alla vicenda INZERILLO gli
sarebbe costata la destituzione dalla carica di “Capomandamento” di
“Passo di Rigano – Boccadifalco”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
112
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO’ raccontava altresì che il LO PICCOLO non voleva
“perdere la faccia”con dei soggetti che volevano avere “corrispondenza”
“là in America”, ai quali, con tutta probabilità, era già stato lasciato
intendere che era stato raggiunto un accordo per la permanenza degli
INZERILLO nel capoluogo siciliano.
MARCIANO':
(…) Perché lui fa dice: “io non ne sapevo niente di questo
discorso! Me l’hanno detto!” … nella lettera… io gli ho
detto: “però c’è un impegno fatto così, così, così!!” Però
questo di andare… che volevano avere corrispondenza là in
America, chi era? Perché io non lo ricordo! Minchia, mi ha
mandato a prendere, minchia (incomprensibile) “perdiamo
la faccia lì…” “si, gli ho detto, ma il discorso è chiaro, non è
che … è questo!” (…)
Ma il dato che, alla luce di quanto sarebbe poi accaduto, si ritiene
di dovere maggiormente porre in rilievo in questa sede, è quanto riferito dal
MARCIANO’
al
LO
PICCOLO
in
merito
alla
posizione
del
“Mandamento” sulla permanenza degli INZERILLO, e cioè che esisteva
l’accordo di tutti, circostanza che non rispecchiava la realtà delle cose:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(…) Gli ho detto “noi ne abbiamo parlato…”, dice “ma
Franco?” “Franco è d’accordo se non ci sono problemi, se
non ci sono problemi il discorso è di quello… di…”
No, no, io…
Scusami, va bè! Lui si è visto con il MERENDINO… ecco
dove fu che lui ha scatenato il discorso dell’urgenza di
vederci! Perché loro si sono visti, si sono parlati o si sono
scritti, ma c’è stato un contatto! Dicendogli quello,
dicendogli: “io sono responsabile, io ci metto la mia testa!”
Allora quello fa, dice: “ma una volta che quello si mette
responsabile, quello si mette responsabile, dice, perché non
farglielo sapere a lui che ci sono queste persone che si…”
Ci stiamo andando ad impelagare in una situazione che è
molto più grossa di noi!
Si, Franco…
Forse ci vogliono fare entrare in questo binario e non ci
hanno fatto entrare e io francamente…
Non ho capito? Non ho capito!?
No, no, non sono…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
113
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO':
BONURA:
Sei contrariato! Io pure contrariato l’ho fatto il discorso non
è che l’ho fatto io di… di… di… si è messo in una maniera
che…
Ma ognuno deve rispondere di se stesso! (…)
BONURA temeva quindi che le parole del MARCIANO’ potessero
essere utilizzate strumentalmente dai sostenitori della causa degli
INZERILLO, i quali avrebbero potuto comunicare al PROVENZANO
l’esistenza di un consenso generale, senza un distinguo sulle posizioni
assunte.
Tale
concetto emergeva ancor più chiaramente nel successivo
passo della conversazione, che viene di seguito riportato:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
MANNINO:
MARCIANO':
MANNINO:
(…) E lui si è sentito… lui si è sentito, dico per dire,
coinvolgere diciamo… ecco il discorso suo di… perché nel
frattempo c’è che lui si è visto, o si è visto o si è sentito con il
MERENDINO! Dice: “ma io ci metto la testa, io sono… mi
metto responsabile, io…” lo stesso discorso che mi ha fatto a
me…
Il dottore?
Il Vicè! Enzo BRUSCA pure questo discorso mi fa!
Per carità, ma perché dipende da te o da me!? Ma insomma,
signori miei, vedete che…
“E allora ti ripeto che ci sono persone che ritengono, si
ritengono responsabili e se c’è una via di uscita… se c’è una
speranza, dico, fammi… me la faccia sapere, dico per dire,
per… di quello che ora lei mi risponde non ci saranno più
discorsi da fare!”
Io voglio saperlo perché nella vita non si può sapere mai, gli
hai detto che siamo tutti d’accordo di nuovo?
No! Gli ho detto io: “ci sono delle persone responsa… che si
sono responsabilizzate!!”
Gli dovevi fare i (incomprensibile)
Se vuole sapere nome e cognome, poi glieli facciamo sapere
magari con un altro biglietto! Perché uno quando scrive il
biglietto deve pensare pure che il biglietto può cadere nelle
mani…
Lui pensa che sono dentro la “famiglia” le persone che si
prendono la responsabilità!
Ah?
Loro pensano che questa responsabilità viene sempre da
dentro la “famiglia”! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
114
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO’ si trovava pertanto nella scomoda posizione di dover
rappresentare, nella sua qualità di “Capomandamento” di “Passo di Rigano
– Boccadifalco”, la differente posizione di alcune delle “famiglie” mafiose
componenti il “mandamento”, e cioè quella di Torretta, in seno alla quale
BRUSCA Vincenzo e CARUSO Calogero “ ‘u merendino “, si offrivano
di fare da garanti per gli INZERILLO, e quella di “Uditore”, che voleva
ottemperare senza ulteriori indugi a quanto disposto dal PROVENZANO.
In merito all’incontro avuto con il LO PICCOLO, MARCIANO’
raccontava al BONURA che questo si era svolto alla presenza del figlio,
verosimilmente il latitante “Sandro”, e di
personaggi appartenenti al
“Mandamento” di “Brancaccio”, uno dei quali, ADAMO Andrea, era stato
indicato dal LO PICCOLO quale canale privilegiato per le comunicazioni.
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
(…) E allora in questa discussione di lì, mi fa dice: “caso
mai…dice…” e mi ha presentato a quello, ad Andrea
ADAMO! “Caso mai, dice, hai di bisogno… caso mai…”
perché c’erano discorsi, magari, iniziati da altri e… corso
dei Mille, Roccella… Ciaculli…
E’ sempre il Totuccio?
…corso dei Mille… Brancaccio… qua c’erano questi
picciotti, qua c’era un altro picciotto e c’era questo Andrea
ADAMO… “poi dall’altra parte tu caso mai sei a casa
tua…”
Dall’altra parte dove?
Da lui!
E lui dove?
Dove? Lui da quella parte non è impelagato da tutte le
parti!?
Col “dottore” com’è?
Non gli ho chiesto io, non gli ho detto niente! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
115
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Andrea ADAMO si identifica per l’omonimo di Gaspare e di
BONURA Benedetta, nato a Palermo il 25.12.1962, genero del più noto
SAVOCA Giuseppe, “Pino”, di Gaetano e di CALDARA Francesca, nato a
Lampedusa il 10.09.1934, “Capomandamento” di “Brancaccio”.
Tale ultima indicazione, ove necessario, testimoniava ancora una
volta la grande influenza esercitata dal latitante LO PICCOLO Salvatore
nel territorio palermitano.
Interessante, in tal senso, la richiesta sulla natura dei rapporti con il
“dottore”, CINA’ Antonino, nato a Palermo il 28.04.1945, il quale, all’atto
della sua scarcerazione, come documentato dalle intercettazioni, aveva
assunto la carica di “Capomandamento” di San Lorenzo, territorio sul quale
fino a quel momento si era esteso il controllo del LO PICCOLO.
BONURA, MANNINO e MARCIANO’ parlavano poi dell’ostilità
che il “Mandamento” di Porta Nuova, ed in particolare la Famiglia di
“Palermo Centro”, dimostravano nei loro confronti da un po’ di tempo a
quella parte, ostilità che si era palesata in particolar modo nelle
intimidazioni che erano state fatte all’impresa edile di SBEGLIA Francesco
Paolo, e ciò a dispetto della “messa a posto” che era stata gestita dal
“Capomandamento” di Boccadifalco per conto del BONURA, il quale
aveva versato la somma di cinquemila euro alla “competente” famiglia di
“Palermo Centro”.
Comprendendo che tali atti ostili potessero avere quale regista
occulto ROTOLO Antonino, che certamente non aveva visto di buon
occhio la posizione assunta dal “Capomandamento” di Boccadifalco,
BONURA invitava il MARCIANO’ a chiedere un incontro con il boss di
Pagliarelli per un chiarimento sulla vicenda degli INZERILLO:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
116
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(…) Però… te lo voglio dire qua, come se parlassi con me
stesso questa volta, e tu mi devi ascoltare! Tu devi chiedere
un appuntamento con Nino!
Vediamo che risposta arriva di là!
Tu devi chiedere …
… io non ce l’ho questo (incomprensibile)
E tu ti devi fare fare l’ultima angheria da me! Sennò noi
non concludiamo mai niente!
Aspettiamo un altro poco!
Ti prego…
Aspettiamo un altro poco!
Quando c’è questa possibilità, vi dovete unire tutti e due!
Sennò leviamo mano e ce ne andiamo a casa tutti perché
non…
U gettone non si è fatto vedere perché?
Aveva un appuntamento con te e non si è fatto vedere?
No!
Ma neanche da me! Io l’ho visto una volta… una volta,
due volte l’ho visto, ma sporadicamente! (…)
Ed ancora:
MANNINO:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(…) Si, ma io, da quando ha che… per come mi hai detto
tu io gli ho detto: “vedi che in questa cosa Franco non è
d’accordo!”
Eh, ma io controvoglia l’ho fatto questo discorso! Perché
già è un discorso che era partito! Un discorso che già era
partito! Già avevo avvisato e i picciotti già sono avvisati,
difatti io quando avevo l’appuntamento io con il
MERENDINO che sei venuto pure tu, c’era questo
discorso che gli si doveva dire e invece … io mi ero visto,
io, la mattina, che poi abbiamo parlato più di due ore, che
abbiamo avuto un discorso abbastanza ampio! C’era lui,
c’era suo figlio pure!
Io quello che ti ho detto lo penso e sono…
Eh, eh, ti sto dicendo che il mio stato d’animo è contrariato,
non è…
E non ha importanza! Meglio fare una brutta figura tra di
noi, ammesso che la dobbiamo fare, che andare avanti in
questa maniera! Perché fra di noi non c’è niente, diciamo,
perché poi in fondo poi non credo che ci sia cattiveria di…
Ma alla fin fine io cattiveria non ne ho completamente
niente, c’è semplicemente, dico per dire, che…
Ascoltami un minuto! Io… io ti farei le radiografie dentro
e fuori, io mi sento così presuntuoso, che non lo sono
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
117
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
presuntuoso, nei tuoi riguardi che io… lo stesso consiglio
glielo darei a mio padre e a mio figlio! Eh… che vuoi che
ti dica? Mi devo sbattere la testa al muro per farti… a mio
padre e a mio figlio direi la stessa cosa, come con te, come
con lui, come… come con le persone care, ah!
(incomprensibile) questo piacere, io ha un anno che ho
questa gran camurria di sopra…
Tu, tutte queste cose te le devi chiari… te le devi chiarire
con lui!!
Ci fu l’intromissione allora di quello, il MANDALA’, il…
il Ciccio PASTOIA che andava…
E basta!
Minchia le budella ce l’ho a matapollo! Va bè, questa è
l’ultima fase perché non…
Io ti ho mandato a dire con lui…
…non ne voglio completamente, se è è, se non è, non è! Se
ne devono andare, se ne vanno, prima uno e poi un altro,
perché uno ha la sorveglianza…
Ma tu questo devi insistere! Punto e basta! Perché se ero
io, dico per dire, ma io non è che sono più scaltro di te o
perché ora quello non c’è, io ti … se era per me se ne
vanno, poi se nel frattempo tu o un altro si può interessare
di qualche cosa… per me è questo il discorso!
Difatti, allora, così era partito il pizzino! Così era partito!
Non mi piace che gli hai fatto un altro pizzino, ma poi
stesso … ci dovevamo vedere, ci potevamo vedere prima,
fare e dire…
Ma come ci vedevamo che ci fu questa cosa di… di…
tutt’assieme di (incomprensibile) di… di…
Comunque, ora dobbiamo… dobbiamo cambiare un poco il
discorso, perché…
Ora dobbiamo cambiare discorso, dobbiamo cambiare…
perché anche io cambierò un poco sistema!
Però tu…
Sono troppo…
…tu ti devi incontrare con NINO! E basta!
Io voglio dire…
Che poi da noialtri ci…
… ultimamente quando io mi… mi sono incontrato con
Tanino…
Lascialo andare a Tanino, quello ha la possibilità di vedere
a Pinuzzu, fare e dire, (incomprensibile)
… ti stavo dicendo, quando io mi sono incontrato con
Tanino, gli ho accennato questo discorso, gli ho detto:
“Tanino, c’è quella discussione così…” lui prende e mi:
“va bè lascialo andare a Nino!”
Scordati pure questo!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
118
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO':
No, dimentico io… ti sto dicendo io che ora abbiamo una
situazione che noialtri ci dobbiamo andare diversamente!
Scordati pure questo!
Tutte queste invasioni di campo, che loro vanno ovunque,
e ci sono gli altri che gli danno pure coccio, perché c’è una
cosa all’interno nostro che non funziona… c’è una cosa
all’interno nostro che non funziona!(…)
BONURA:
MARCIANO':
Se da un lato il MARCIANO’ aveva avuto aperte le porte da un
alleato come il LO PICCOLO, dall’altro doveva fare i conti con un nemico
altrettanto potente quale ROTOLO Antonino, il quale aveva vissuto come
un tradimento la diversa posizione assunta da questi in merito a due
“scappati” di rango, “Franco ù truttaturi” e “Sarino” INZERILLO, e non
esitava ad esercitare la propria influenza per rendergli la vita difficile.
Alle ore 11.43 del 24.06.2005 (cfr. all.to nr.20), e pertanto il
giorno successivo all’incontro con il MARCIANO’, Franco BONURA
incontrava SANSONE Gaetano e gli rappresentava l’esigenza di
organizzare un incontro con ROTOLO Antonino:
Conversazione del 24.06.2005ore 11,43
INTERLOCUTORI:
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
Francesco BONURA, “Franco”;
BONURA:
(…) Andiamo ad altro! Secondo te siamo combinati bene
noi, di come siamo combinati? Non … non vedo… non
vedo bene Tanino! (…)
Pausa caffè
BONURA:
SANSONE:
(…) Perciò è venuto ieri Enzo, e mi ha raccontato tutta la
peripezia di… di… questo fatto dei come si chiama, che se
ne devono andare, fare e dire, etc. etc., ora a quanto pare u
turrittisi (quello di Torretta n.d.t.), non mi ricordo come si
chiama, che questo è un “amico nostro” se ne è andato a
trovare al … al LO PICCOLO!
Può essere che è quello…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
119
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
… ora non mi… questo è…
… tra parenti di loro?
Ma tra di loro non sono tutti parenti, quindi… comunque
lui si è incontrato con il LO PICCOLO, dice “no, dice, noi
stiamo fermi ormai …” – “no, dice, tu devi scrivere
così…”, gli ho detto “io mi dissocio da questo!”, gli dico a
Enzo, per me loro se ne devono andare! Dice: “e così sarà!
Però lui mi ha detto di fargli fare un tentativo!” - “Quello
che vuole fare fa, ma per noi questi se ne devono andare!”
Ora io vedo questi discorsi, lui ha avuto maltrattamenti lì a
“Palermo”, che ha sistemato alcune cose, quello si gira
come un cane, avantieri Pinuzzu parlava di sicarieddi di
lui, ora io vorrei che tu ti incontrassi con lui, con … con
Enzo, e dobbiamo sistemare questa cosa con don
Antonino!! Perché questa è barca che non spunta da
nessuna parte!
Si, ma noi che dobbiamo… che dobbiamo fare?
Tanino tu… siccome io sono convinto che di Enzo ne puoi
fare quello che ne vuoi…
Si, ma dico, secondo te Nino che cosa può fare se c’è
questa volontà che se ne devono andare…
Questi se ne devono andare! Voglio che tra di loro devono
andare d’accordo!! Fra Nino ed Enzo e tutti noi, perché
sennò non si regge questa cosa, Tanino!! Questi non ci
sono discorsi, non voglio sapere niente, se ne devono
andare, me ne sto fottendo!! E’ un discorso diverso questo
di qua!
Cioè tu dici, non c’è socialità…
BONURA rappresentava al SANSONE quanto aveva appreso dal
MARCIANO’ circa il ruolo svolto dal LO PICCOLO in favore degli
“scappati”, puntualizzando di avere assunto una posizione di netto rifiuto
alla loro permanenza e chiedendogli di adoperarsi per un chiarimento con
“Don
Antonino”,
che
egli
individuava
quale
responsabile
dei
“maltrattamenti” subiti dal MARCIANO’ .
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
(…) … questa situazione non può andare!!
Ascolta me…
E io, io l’ho chiesto un appuntamento con don Antonino,
gli ho detto “quando don Antonino ha…”, per me perché
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
120
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
io voglio vedere diciamo… però se c’è un po’ di armonia
fra di noi…
Dunque, l’ultima volta che noi ci siamo visti, lui mi ha
detto…
… e tu mi hai detto che ci dovevamo vedere, fare e dire…
… dice appena …
Ora io voglio (incomprensibile) queste cose…
… dice, dice “vediamo se ci vediamo, io, tu, Franco e mio
cognato Pinuzzu, vediamo di…”, ecco… ma siccome era
un minuto caldo, perché aspettavano che lui da un giorno
all’altro, tipo quando gli dovevano fare il processo… ora
possiamo fare che gli mando a dire, gli dico “vedi che io
ora ancora aspetto quell’appuntamento, quella … quella
situazione”
Tu pensi che noi abbiamo lì sopra uno meglio di Enzo?
Và, onestamente, non è che per dire…
Ma c’è qualche cosa che non funziona con Enzo?
Sicuramente! Però noi siamo nelle condizioni di potere…
basta che c’è un pochettino di rispetto, non abbiamo
nessun problema!! No, Tanino, stiamo parlando io e tu!!
Si, si, l’ho capito!!
Se invece lì tu pensi che noi abbiamo una persona migliore
di lui, o una persona diversa che potrebbe darci …
Perché poi quando fu di questo non …
E non sono stati loro, che sono stato io!!?
E questo ti sto dicendo, era Pinuzzu che l’ha voluto non è
che dice, è stata arbitraria, oppure si è messo … Franco, io
questo posso fare!!
Tu devi fare di tutto che devi … anche se non ci sono io,
un armonia la devi creare… li fai incontrare, li fai litigare,
li fai fare, insomma… anche se non ci sono io nel senso
che se poi c’è bisogno che ci devo essere… il mio desiderio
è questo!!
Vediamo… vediamo che cosa… è necessario, vedi se … (…)
“Don Antonino” ROTOLO aveva quindi già richiesto al
SANSONE Gaetano un incontro, al quale avrebbero dovuto partecipare
anche Francesco BONURA e SANSONE Giuseppe, “mio cognato
Pinuzzu”, che era poi slittato perché il ROTOLO aspettava da un giorno
all’altro l’arrivo della polizia giudiziaria per un processo.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
121
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Sulla base di tale precedente richiesta, il SANSONE intendeva
rinnovargli la disponibilità ad effettuare l’incontro.
I due parlavano poi della scelta di “Enzo” MARCIANO’ quale
“Capomandamento”, che era stata quindi adottata su proposta del cognato
del ROTOLO, “Pinuzzu ù Gettone”, concordando sulla necessità di
comporre i dissidi che si erano venuti a creare con “Don Antonino”,
considerato anche che sulla piazza non ritenevano vi fosse un elemento
migliore per sostituirlo.
BONURA, profetico, prevedeva che l’incontro tra il LO
PICCOLO ed il MARCIANO’ avrebbe mandato su tutte le furie ROTOLO.
Va peraltro evidenziato il fatto che il MARCIANO’ abbia chiesto al
BONURA chiarimenti e consiglio circa la posizione da assumere con il LO
PICCOLO. Questi, come meglio si vedrà in seguito è personaggio
storicamente vicino a “Saro” RICCOBONO, e pertanto considerato dagli
interlocutori esponente dei c.d. “perdenti” e non riscuoteva affatto come
testualmente affermato dal BONURA, la sua fiducia.
BONURA:
(…) Perché ora secondo me … minchia, “arraggerà” che
Enzo si incontra con quello… inc….… mi sono spiegato?
“Poi lì come minchia siamo combinati, si deve trattare,
non si deve trattare?” Gli ho detto “senti, io a questo
fiducia non ne ho!!”, gliel’ho detto a Enzo io!! Gli ho
detto “io al signor LO PICCOLO fiducia non ne ho…”,
perché lui prima ci ha messo in croce che voleva fatto
quello che ha voluto fatto e l’ha voluto fatto e poi mi ha
mandato a chiamare che per rispetto
prende e
(incomprensibile), non so se mi spiego? Però dobbiamo
stare con le spalle tranquille, se poi debbono venire pure
da … sennò Tanino, io non ce la faccio, và, è inutile che
… (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
122
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Le successive acquisizioni investigative avrebbero consentito di
meglio delineare la natura della richiesta del LO PICCOLO al
“Mandamento” di “Passo di Rigano – Boccadilfalco”, accertando che il
latitante aveva richiesto ed ottenuto dopo una lunga insistenza la formale
“combinazione” come “uomo d’onore” di SIRCHIA Giovanni, nato a
Palermo il 09.03.1973, persona la cui vicinanza al LO PICCOLO era già
stata documentata da quest’Ufficio nell’ambito del procedimento penale
13100/00, salvo poi comunicare al suddetto mandamento, “per rispetto”, la
volontà di eliminarlo.
Su tale aspetto della vicenda, tuttavia, si avrà modo di tornare in
seguito.
Ciò che in questa sede preme sottolineare è che il BONURA era
divenuto guardingo sia rispetto alle intenzioni del LO PICCOLO, che
aveva esercitato forti pressioni sul MARCIANO’ in merito alla vicenda
INZERILLO, ma anche rispetto alla posizione di MANNINO Calogero,
sulla cui lealtà nutriva forti sospetti:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
(…) Ora vediamo Franco! Vediamo … ma e … Enzo non
c’è andato più da Nino magari per vedere…
Come ci va?! Che fa, prende e ci va!?? Ma io gli ho detto
che cerca di magari rintracciare a Pinuzzu vede se … però
Tanino queste cose dette da quello, dette da quello, ma
incontriamoci e ci… ci… diamo un verso a questo … a
questa situazione!! Ieri, per esempio, mi sono venuti a
trovare, che io ora ti passo la palla, quello mi è venuto a
trovare, quello … dello scavo diciamo!
Si!
E io gli ho detto “prende e se lo fanno insieme!”
Tu avevi parlato con Calogero? No…
No, a Calogero l’ho fatto trovare pure là presente,
all’appuntamento l’ho fatto trovare perché io non ne
voglio… l’ha sentito lui e quello mi aveva domandato a me
per pulire, fare e dire…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
123
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
Così (incomprensibile)
Perché io di Calogero, parlando con te, mi comincio…
perché lo faccio stare ma non…
A qua… a quartiare (diffidare n.d.t.), no anche le cose …
le cose…
Tanì, io non ne ho altri, io solo con te parlo chiaro e
basta! Poi non mi fare dire perché se parlo con un
altro, fare… che come stiamo parlando tutti e due, non
parlo neanche con Dio, Ah! (…)
In data 03 agosto 2005 BONURA Francesco, attraverso il consueto
sistema finalizzato all’elusione di possibili telecamere, veniva condotto dal
PARISI all’interno del residence di Via Bernini per incontrare “Don
Antonino” ROTOLO (cfr. all.to n 4).
Sulla eccezionale importanza delle intercettazioni effettuate a
mezzo delle fonti di captazione installate nel box adiacente la villa del
ROTOLO e sulla natura delle precauzioni da questi adottate per garantire la
sicurezza di ogni incontro si è in via generale riferito nel primo capitolo
della presente informativa.
In occasione di questo primo incontro registrato tra i due
maggiorenti di Cosa Nostra la conversazione viene avviata commentando
l’utilità dello strumento tecnico artigianale, in possesso di ROTOLO, da
questi ritenuto capace di impedire ogni sorta di intercettazione nel raggio di
diversi metri. Lo strumento, la cui costruzione ROTOLO aveva
commissionato ad un tecnico di fiducia, veniva richiesto anche dal
BONURA evidentemente per installarlo nel luogo ove questi svolgeva i
propri incontri riservati.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
124
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 03 agosto 2005 ore 10,34
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
BONURA Francesco, “Franco”;
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Un grillo sei, “Don Antonino”. Devi scendere cose?
Si, tieni…
Se hai altre cose nelle mani dammele
No, un pezzo di cacio
e vai
Ci sono muratori Uno po’ di sporcizia c’è…
Fottitene… è meglio che stare da altre parti, è vero, Nino…
Eh…
Ma cos’è? Caso mai suonano?…
No, questo è per registrare quello che dici…
Vero, che cos’è… che ti chiamano e tu… (incomprensibile) sei
pronto…
Ora te lo dico…(…) Questo… praticamente… qua dentro… né
entra né esce, con questo…
Ma che mi dici?…
Eh… si, si… (incomprensibile)…
E per avere uno strumento di questo che devo fare?…
Eh… lo hanno fatto apposta… c’è… glielo dovrei dire…
Se è possibile…
È costruito… infatti ma io…
Di più che se lo mette in una stanza e se deve dire qualche cosa…
Però poi… l’ambiente deve essere piccolo…
In un camerino (Ride)…
Si, si, l’ambiente piccolo…(…)
Dopo tali fasi introduttive, i due iniziavano a conversare spiegando
le ragioni che non avevano loro consentito di incontrarsi fino ad allora:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Possiamo parlare di tutto poi, una volta che finiamo
questo, sono a tua completa… mi dispiace che non ci siamo
potuti vedere prima
No, noi… io ho bisogno… per parlare di una cosa… seria e
importante, di vedere te, Tanino, tuo compare…
Mio compare dov’è?
… e mio cognato Pino
“Gianni” non…
E tuo compare non…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
125
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Non esce completamente, non può uscire, fare e dire, perché
ancora è agli arresti domiciliari
Ancora agli arresti domiciliari è?
E com’è? Ma ha anni… (…)
ROTOLO chiedeva un incontro con esponenti di primissimo piano
della “famiglia” mafiosa di Uditore, BONURA Francesco, SANSONE
Gaetano, SANSONE Giuseppe, ed il “compare” di BONURA, “Gianni”,
per parlare di una cosa “seria ed importante”.
Il “Gianni” indicato dal ROTOLO quale “compare” di BONURA
si identifica, come meglio si vedrà nel capitolo dedicato al mandamento di
Boccadifalco, nel noto mafioso CHIOVARO Aurelio Giovanni, inteso
Gianni, nato a Palermo il 18.09.1927, indicato dai collaboratori di giustizia
ANZELMO, CANCEMI, DAVI’, DI CARLO, GANCI, GUGLIELMINI e
SCRIMA, come “consigliere” o “rappresentante” della famiglia mafiosa di
Uditore, effettivamente ristretto agli arresti domiciliari.
BONURA faceva presente l’impossibilità del CHIOVARO a
presenziare all’incontro, e chiedeva al ROTOLO la ragione che lo aveva
spinto a una riunione di tale livello:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) E allora… quindi Gianni non può venire… vabbè,
allora… tu, diciamo…
Che hai, Nino, tu la devi finire…
Tu dici che non è…
Io da qua me ne vado, ogni volta, e me ne vado come se
parlassi con mio fratello, e parlo con mio fratello. Poi sento
dire: “è incazzato, è qua, è la…”
No, ma noi…
Ma che cazzo hai?
Noi non ne possiamo parlare di questa cosa tutti e due soli
Ma perché, anche se ne parliamo che succede?
Noo…
No, no, dico, ma che succede? Perché…
Non ne possiamo parlare tutti e due
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
126
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Per che cosa?
Perché non ne possiamo parlare
Ma tu stai parlando…
… poi te lo spiego (…)
Intuito che la cosa “seria ed importante” della quale il ROTOLO
non voleva parlare riguardasse il ritorno degli INZERILLO, BONURA
cercava di rassicurarlo rispetto alla posizione assunta in merito alla
vicenda:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) No, sicuramente tu stai parlando di quel fatto degli
INZERILLO e compagnia, più di questo non… e lì è il
discorso, quindi non… e questi se ne devono andare, punto e
basta
Ma dobbiamo parlare
E non che… e ne abbiamo parlato con Tanino, ne abbiamo
parlato con…
Franco, dobbiamo parlare
Dico… però io voglio sapere una cosa e non te la voglio
chiedere più… quando tu… lascia perdere questo discorso,
quando tu… dubbi non ne… mi mandi a chiamare e io ti
rispondo, punto e basta! Non mi devi fare sentire che una
volta mi sento parente e una volta mi sento estraneo
No…
Mi sono spiegato?
No no no…Franco, tu ti devi sentire sempre in un modo
E io mi sento sempre in un modo. Ora… allora… ma io
questo discorso… e te lo anticipo…
No, e lì dobbiamo arrivare
…né ero presente, né ne so parlare… ne so parlare nel
senso per sentito, si
Io perché ti dico… dobbiamo parlare assieme
Vabbè, lascialo stare…
Ne dobbiamo parlare tutti assieme perché…
Va bene
… la cosa è molto delicata
Ma anche se è delicata al massimo, tra di noi la sistemiamo
sempre
No tra di noi, io penso…
Ma anche con altri, la sistemiamo, stabiliamo quello… qual
è il percorso e si fa
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
127
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Io penso che… proprio tra di noi, che… ci mancherebbe,
diciamo… siamo nati nella stessa cordata, abbiamo gli stessi
interessi e… effettivamente…
Nino, non ce ne sono problemi, né… né…
Dico, effettivamente… ma qua il discorso è un altro caro
mio, se c’è gente che…
Ma basta che a me… io ti voglio dire… anticipare una cosa,
non mi vieni a dire “io ero presente, io ho preso
l’impegno…” non è vero, io so i discorsi perché li so, ma io
né ero presente e manco ero… questo che sia chiaro
Franco, tu quando verrai… perché parleremo di questo e
parleremo di altro
Chiudilo il discorso, poi se ne parla (…)
Il passaggio sopra riportato rivestiva straordinario interesse atteso
che i due “senatori” di “Cosa Nostra”, al di là della comune appartenenza
all’organizzazione criminale, condividevano l’adesione allo schieramento
“Corleonese”, ragione che li avrebbe spinti a chiarire le spaccature interne
al presentarsi di una possibile minaccia esterna, come quella rappresentata
dal rientro dei componenti “scappati” di una delle famiglie da loro più
duramente colpite, quella degli INZERILLO .
Laddove la loro storia criminale non fosse, di per sé sufficiente a
testimoniare l’appartenenza dei due allo schieramento “ vincente “, va
incidentalmente segnalato che sia quella in esame come anche molte
successive conversazioni intercettate, contengono frequenti riferimenti a
RIINA Salvatore, “Totò ù curtu”, a BAGARELLA Leoluca, “Luchino” ed
a PROVENZANO Bernardo, “Binnu”, esponenti di massimo rango dello
schieramento “Corleonese”.
Continuando nell’analisi della conversazione, si confermavano
profetiche le previsioni del BONURA rispetto al fatto che il ROTOLO non
avrebbe preso bene la posizione assunta dal MARCIANO’ rispetto al LO
PICCOLO ed alle sue iniziative riguardo la vicenda INZERILLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
128
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Prendendo spunto da una richiesta rivoltagli, circa chi fosse il
nuovo reggente della famiglia mafiosa di “Palermo Centro” dopo la morte
di
Agostino
BADALAMENTI,
il
ROTOLO
inveiva
infatti
sul
MARCIANO’ Vincenzo, lasciando intendere al BONURA che questi
sarebbe stato destituito dalla carica di “Capomandamento” che allo stato
rivestiva come chiaramente si ricava dalla lettura della conversazione:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Ora non ne voglio parlare anche perché ci sono, ti
ripeto, altre cose che dobbiamo… fare, che ne… che
dobbiamo parlare. Eh… tu sai che… abbiamo dato una
sistemata, diciamo, a tante cose
Dimmi una cosa, se io ho bisogno lì in “Centro”, che avevo
alcune cose si… sistemate con la buonanima…
Rivolgiti… rivolgiti al tuo capo-mandamento, che lui subito
lo…
Questa non è una bella risposta
Perché? Rivolgiti a lui, lui subito… ti risolve subito il
problema
Perché mi rispondi così? Siccome è morto quello, Agostino,
che onestamente mi trattava non bene, benissimo
Franco, parliamone la settimana entrante. Eh…
Anche se tu mi dici: “il mio capo- mandamento”, ma il mio
capo- mandamento, come lo chiami tu, se lui stesse mezz’ora
con te, un’ora con te…
Ma lui con me non ha più cosa starci
E perché?
Perché non ha cosa starci
Ma perché, Nino dagliela una… una possibilità
Tu, tu… so che quando… perché io, debbo dire la verità…
questo nome l’ho fatto io per primo
Ma che mi dici… ma non è che abbiamo altre cose
Perché io ho pensato lì… i MARCIANO’ rappresentano una
garanzia per noi
E c’è sempre, diciamo, Giovanni, diciamo, perché…
Giovanni manda sempre…
Ma io ho conosciuto la buonanima dello “Zù Gabriele”, a
Franco e a Giovanni e debbo dire… questo, essendo fratello,
io pensavo, io, nella mia testa, sempre un fratello è. Ma
questo è un’altra cosa però, questo è proprio… un’altra
cosa, questo è completamente un’altra cosa, ma… poi ne
parleremo assieme perché io ho…
Tu… io non lo so se ci sono cose così gravi, ma io vorrei
fatta, se possibile, se è possibile… (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
129
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il tentativo del BONURA di difendere il MARCIANO’ veniva
immediatamente gelato dal ROTOLO, il quale faceva presente di aver
parlato della questione anche “fuori”, e rappresentava che sul punto
esisteva “un accordo generale” all’interno dell’organizzazione:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Franco, vedi che io ne ho parlato anche fuori, c’è…
No, io vorrei…
… c’è un accordo generale, capisci? (…)
“Don Antonino” ROTOLO, che faceva presente al BONURA di
avere ripetutamente incontrato il MARCIANO’, attribuiva a quest’ultimo
“mancanze gravi” compiute nell’esercizio delle sue “funzioni” di
“Capomandamento”, per non aver tenuto conto delle indicazioni fornitegli
sul comportamento da adottare in merito alle “cose antiche”, sulla cui
gestione, peraltro, egli aveva chiesto una guida proprio al ROTOLO.
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Franco… tu pensa che io per arrivare a questo… non ci
sono arrivato subito – fruscio – io… tu dici: “veditici”, io mi
ci sono visto, mi ci sono controvisto, lui dice sempre: “io…
cose antiche non ne so, io cose antiche non ne so, mi dovete
dare una guida”
E sempre così è
Eh, ma lui questa guida non la vuole però… lui questa guida
non la vuole
Invece la vuole e la vuole proprio da te
Noo, non la vuole lui
Da quello che so io
Questa guida non la vuole lui
Da quello che so io, e siccome, parlando con te, da quello che
vedo io, per lì…
Franco, te la posso dire una cosa… come hai detto poco fa tu:
“io quando me ne vado penso che me ne vado da mio
fratello”
No, e me ne devo andare così, perché se no mi faccio i cazzi
miei completamente
Allora, ascoltami – fruscio – per forma mentis è truffaldino, e
per fatti, diciamo, per i fatti che sappiamo, passati, ha fatto
cose, diciamo, di truffe
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
130
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Cose di IVA, cose…
E lui qua pensa che è la stessa cosa, lui qua pensa che gli
serve solo forse per… per guadagnare soldi, per… per fare
soldi, e il comportamento che ha è questo. Solo che qua,
avendo questo comportamento, fa delle mancanze gravi
E diamogli una possibilità
E ne ha fatte… non ce n’è più possibilità
E diamogliela, io te lo chiedo, diciamo…
Franco, tu stesso, la settimana prossima, tu, io sono certo
che tu, quando io ti metterò a conoscenza di tutto, sarai tu
stesso a dire come… che cosa si deve fare
Nino… io ti dico una cosa, che le famiglie che ci rispettiamo
siamo poche – fruscio – e se possiamo – fruscio Non lo possiamo raddrizzare, a lui non lo possiamo
raddrizzare, lui non lo possiamo raddrizzare – fruscio Cambiamo discorso (…)
Due degli argomenti che sarebbero stati trattati nella riunione
indetta dal ROTOLO per la settimana successiva, erano quindi la vicenda
del rientro degli INZERILLO e il cambio al vertice del “mandamento” di
“Passo di Rigano – Boccadifalco”, per la cui guida ROTOLO aveva
pensato proprio al BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Ma ti dico una cosa, che siamo orientati su di te
No, non… niente Nino, non…
Io te lo sto avvisando
E io non posso accettare
Siamo orientati su di te
E io non posso accettare, non lo sai perché non lo posso
accettare? Perché io sono l’unico a reggere tutte le mie
situazioni e non lo posso fare. Faglielo fare a “Pinuzzu”
Noo…
E ma perché no? Io non lo posso fare
Pinuzzu non lo può fare
E neanche io
Ma questo non lo può fare più!!
Io non lo farò, che sia chiaro, ma non perché… perché io
sono stato qua, e voi mi avete… me ne dovete dare atto
E io per questo volevo pure a Gianni
Non mi sono mai… ascoltami, non mi sono mai
allontanato, solo come un cane, fare e dire, ho cercato di
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
131
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
portare sempre… per quel poco che so fare l’ho portato,
altri impegni non ne posso prendere (…)
Ancora una volta ROTOLO faceva riferimento alla figura del
CHIOVARO, “Gianni”, circostanza che induceva a ritenere che questi,
sebbene ristretto agli arresti domiciliari, rivestisse un ruolo di primissimo
piano.
All’insistenza del BONURA, che chiedeva la concessione di un
periodo di “messa alla prova” per il MARCIANO’, ROTOLO replicava
che questi aveva dato dimostrazione di non essere all’altezza delle
responsabilità che la sua carica comportava, rischiando di causare danni
“irreversibili”, e lasciava intendere al BONURA che il MARCIANO’
aveva coinvolto, con il suo comportamento,
anche le persone che
avrebbero preso parte alla riunione indetta per la settimana seguente:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Anche se…una persona…
… si tratta… di un personaggio
Un personaggio… ci mettiamo per un mese, due mesi…
Ascolta…
Se sbaglia poi si…
Qua si tratta di un personaggio che, secondo me, o è
irresponsabile di quello che fa, diciamo… e lo fa in buona
fede, però nel frattempo lui fa una cosa in buona fede che
può arrecare un danno anche…
Ad altri
… anche irreversibili, perché non voglio pensare altre cose.
Poi siccome ti dico… non con la bocca, te lo dimostro, che è
truffaldino, ha fatto il truffaldino, l’ha fatto pure con me…
e non può stare lì e non può avere certe responsabilità, e non
si può comportare in questo modo. E per quanto riguarda
determinate responsabilità gravi, che si è, diciamo, cercato,
ci ha coinvolto, perché… tu dici… io… io vi voglio a tutti
presenti, perché può essere che questo nella sua…
incoscienza, come debbo dire, nella sua inesperienza, nella
sua stupidità, perché… forse se lo offendo gli voglio bene
E tu gli devi volere bene
Dico, se lo offendo gli voglio bene
Comunque Nino…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
132
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Può essere pure che ha coinvolto anche tutti voi, e voi
magari non lo sapete, in determinate situazioni che non vi ci
porta nessuno. Però io vi dico ora siamo arrivati e più avanti
non ci possiamo andare più!! Vedi che… la gente non sono
tutti più contenti di riceverlo, sempre per comportamenti,
ripeto, che non sono consoni alla sua…
Figura…
… figura
… di responsabile. (…)
Alla luce di quanto si era appreso dalle conversazioni intercettate
tra il MARCIANO’, il BONURA ed il MANNINO Calogero, appariva di
tutta evidenza che i comportamenti di cui parlava il ROTOLO fossero da
individuarsi nell’appoggio fornito al LO PICCOLO dal MARCIANO’ per
il tentativo di far permanere a Palermo gli INZERILLO “scappati”.
I due parlavano poi in generale dell’andamento dell’organizzazione
criminale e BONURA “faceva presente” al ROTOLO di avere “posato” un
esponente della sua “famiglia” mafiosa, dopo avere appreso che questi
aveva esultato per la cattura di MONTALTO Salvatore. Faceva altresì
riferimento ad un brindisi che sarebbe stato fatto in occasione della cattura
di Michelangelo LA BARBERA, alla presenza di “Piddu i Raffaele”, che
aveva subito la stessa sorte.
Tali soggetti venivano indicati come vicini al defunto “Totuccio”
INZERILLO, grazie al quale sarebbero stati a suo tempo inseriti
nell’organizzazione criminale, circostanza che spiegherebbe il perché della
loro esultanza alla cattura di coloro che, unitamente al cognato del
BONURA, sono considerati i principali traditori dell’INZERILLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Lo vedi sentire parlare di questo cornuto di Alfonso
Chi?
Alfonso… il nostro, diciamo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
133
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Ah!
Che non è più nostro
Ah, l’hai lasciato?
Ma io… quando siamo qua… a me lo dicono, ma è morto
quando… hanno arrestato una volta al MONTALTO, dice:
“a tutti là li voglio vedere”! Perciò, io mi devo tenere un
cornuto di questi? E non è che lo dice… lo dice il suo
consuocero, stiamo attenti
Certo
Quindi è… ma no che io gli mando a dire “non sei più
niente”! Per me non è più niente, in ogni caso, io lo faccio
presente questo discorso e…
Certo
E qualcun altro dice che hanno brindato quando hanno
arrestato ad Angelo, qualche altro cornuto! Mi sono
spiegato? Tu forse qualche cosa di questa la sai, che forse
c’era… “Piddu i Raffaele” in questa situazione, eccetera,
quindi… dico… io non le… non gli vado a dire: “tu non sei
più niente”, ma appena qualcuno dovesse venire a dire…
“digli che si faccia i fatti suoi”, tanto gliel’ha detto mille
volte al suo consuocero, a dire: “io non cerco a nessuno, fare
e dire” – “E non cercare a nessuno perché nessuno ti…”
E a chi deve cercare?
Ma quando si arriva a questo… ma potrebbe essere
BUSCETTA, scusami se ti dico questo, l’arrestano, noi che
abbiamo vissuto questo, abbiamo figli, abbiamo… cornuto e
sbirro, infame, indegno di tutte le tue razze e cornuto che
sei!!!
Chi ti può dare torto
Dico, perché ti dicevo… perché sono andato a finire lì (a
parlare di questo, n.d.t.), la convenienza, se non era per
INZERILLO tutto questo fango non l’avremmo avuto
Certo
Perché gli conveniva mettersi queste persone accanto, mi
sono spiegato? (…)
Il soggetto indicato come “Alfonso” si identifica per GAMBINO
Alfonso, di Salvatore e di CAROLLO Maria, nato a Palermo il 21 giugno
1941, indicato da numerosi collaboratori di giustizia come “uomo d’onore”
della famiglia di “Uditore”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
134
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
“Piddu i Raffaele” si identifica in DI MAGGIO Giuseppe, di
Raffaele, nato a Palermo l’11 maggio 1933, indicato da numerosi
collaboratori di giustizia come esponente di spicco della famiglia mafiosa
di Torretta, della quale è stato per un periodo il “rappresentante”.
Per quanto invece attiene a colui che aveva fornito al BONURA la
preziosa informazione, indicato come il consuocero del GAMBINO, questi
altri non era che il noto MANNINO Calogero, uno dei pochissimi eletti
ammessi alla “corte” del sottocapo di Uditore.
In effetti, nel corso della registrazione effettuata il 13.07.2005 (cfr.
all.to n. 21), MANNINO Calogero aveva già raccontato al BONURA
l’episodio riguardante il proprio consuocero, GAMBINO Alfonso,
aggiungendo che questi nutriva forte risentimento per i MONTALTO.
Conversazione del 13.07.2005 ore 10.05
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
Lì, il suo pane era che si univa con quell’altro
ubriacone di Piddu, sparlavano tutto il mondo, so
che quando hanno arrestato ad Angelo, se non mi
hanno detto minchiate, ha brindato, non te lo so dire
… non ero presente quindi però questo…
E questi discorsi a me … te lo ha detto Battista, il
fratello di Angelo, e io gli ho detto “ma che vai
credendo!”, “che vado credendo? Dice, ora ti faccio
parlare con uno che ha brindato pure che era
presente!”, “no, Battista …”
(incomprensibile) queste cose (incomprensibile) e basta!
Perché mi pare una cosa …
Vedi che… ma che gli deve fare il più tinto carabiniere
del mondo, di fronte a…
Lui mi ha detto a me, ora Alfonso che lo ha detto a
me, quando hanno arrestato al MONTALTO, si
parlava “compare, gli ho detto, minchia, lo hanno
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
135
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
consumato a questo!”, “compà, tutti là li voglio
vedere!! Tutti…”
Ma che mi dici?
Parola d’onore Franco! “Tutti là li voglio vedere!” ,
comunque la prima volta, la seconda volta, lui ce l’ha
a morte con i MONTALTO! Insomma una volta gli
ho detto “ma me lo vuoi spiegare perché ce l’hai con
loro? Perché? Che ti hanno fatto?”, “compà, quando
mi sono fatto la casa, loro avevano il vivaio là,
Totuccio aveva il vivaio, dov’è morto suo figlio, dice,
sono andato a prendere quattro piante e dopo otto
giorni, dice, è venuto e mi ha portato il conto!”,
perché il picciottello ha parlato con suo fratello
Pippo e quello gli ha detto “mandagli il conto!”, è un
lavoro, “compare ma quello non vende le piante?
Scusa se ognuno di noi si va a prendere quattro
piante quello che ci sta a fare al vivaio!?”, a morte!!
Questi sono discorsi di carabiniere!
A morte!
E te lo ha detto a te?
Si!
Se io capita che mi può capitare…
Si, a me lo ha detto!
… gli dico “tu sei un carabiniere!”
Si! “a tutti là li voglio vedere!”.
Cornuto!!
Il giorno che mi arrestano lui è felice!!
Minchia, peccato che non si è potuto prendere questo
capriccio ancora!
Se Dio ne liberi, ci succede qualche cosa a qualcuno di
noi, Franco…
Lui si ubriaca!!
Tornando alla conversazione del 03 agosto 2005 ore 10,34 tra
ROTOLO e BINURA: (cfr.all.to n. 4)
L’informazione data dal BONURA sul conto del GAMBINO
spingeva il ROTOLO ad aprirsi e ad anticipargli alcuni dei temi che
avrebbe trattato nel corso della riunione:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
136
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Certo. Questa, diciamo… te l’anticipo perché non… è un
capitolo a se e lo volevo…
Nino, non avere problemi, ti prego
No, no, no, questa…
Tu mi devi dire a me… perché, sai, il tempo è galant’uomo,
quando tu mi dici a me: “Frà…”
Questa te l’anticipo perché mi… me lo sono ricordato per il
discorso di questo che mi hai detto adesso, anche se io era
una cosa che dovevo dirti, ma non ci pensavo… fino a ora
non ci avevo pensato, perché non ha niente a che dividere
con i discorsi che dobbiamo fare, cioè nel senso… ha
un’attinenza, ma… è una cosa a se! … Io … so … per certo,
non so se esiste registrazione, se esiste qualche cosa
scritta… dici tu: “ma come?” Eh ma come perché… non so
se c’era pure qualche “cosa”, se ce n’era uno di questi…
eh… però di quello che ti dico c’è la certezza. E c’è una data
pure precisa che ho, so il mese, ma la data precisa proprio
precisa la posso sapere, pure l’orario, so data, anno e orario.
Sono tutti… parenti (sottovoce), gli INZERILLO, e tra i
quali credo che ci sia pure un torrettese in mezzo, sono tre!
Questi tre si danno appuntamento all’aeroporto, parlano
tutti e tre, parlano… e parlano dell’argomento di “ù
truttaturi”, perché ancora l’altro fratello non era venuto, e
dicono pure, tra tutto quello che dicono “ma poi sono
quattro gatti… sono quattro gatti”! Siccome uno di questi è
stato pure individuato, mi sono spiegato, uno di questi è
stato pure individuato (…)
Dal tratto di conversazione si comprende che ROTOLO avrebbe
contezza dell’esistenza di una intercettazione tra tre soggetti appartenenti
“all’area” INZERILLO, uno dei quali torrettese, che conversando in merito
al rientro di INZERILLO Francesco, “ù truttaturi”, avrebbero definito
“quattro gatti” la schiera dei residui loro oppositori.
Le parole ed i toni del ROTOLO lasciavano trasparire chiaramente
uno stato di tensione, così come la circostanza che egli si fosse adoperato
per individuare i protagonisti del colloquio.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
137
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Ancora più grave era la seconda confidenza che ROTOLO faceva
al BONURA sul conto degli INZERILLO, relativa a quello che non si
esclude potesse essere un progetto di eliminazione di “Totuccio”
MONTALTO, cui avrebbe dovuto prendere parte “Sandrino” MANNINO,
nipote di Totuccio INZERILLO:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Poi so un’altra cosa, pure… che sarebbe successa, qua!
Questo mentre io l’ho saputa, ho chiamato la persona che
ho capito che poteva venire da lui questa cosa, me l’ha
ammesso, e uno di quelli che doveva collaborare a questa
cosa era Sandrino (sottovoce)
Scusami, ma… dico, non andare oltre, io non lo so, poi ci fu
un periodo che mi diceva che andava e veniva da te questo
Si è messo in movimento… (sottovoce) Franco… tu niente
mi hai insegnato a me?
No, noo… ma perché, chi ti ha detto cose, stiamo attenti
Niente mi hai insegnato tu?
Io… io ti dico una cosa, ma non… no, non è che c’è bisogno
di insegnare niente, ma tu ti ricordi quando c’era il signor
VITALE…
Eh, ma aspetta un minuto, questo…
… quando lui gli diceva a Giovanni: “a me mi hanno messo
qua”
Mi senti a me? Ti ricordi quando ci fu il discorso di Totuccio
MONTALTO stava… “sta uscendo, sta venendo”, l’hai
sentito questo discorso?
No, non me lo ricordo effettivamente, perché poi non…
Ma ora, ora, recente, (incomprensibile)
Ah!
L’ho saputo io
Che Totuccio MONTALTO sta uscendo non l’ho saputo
Si, stava uscendo, può essere pure che ci riesce, doveva venire
a casa… il signor Sandrino doveva collaborare … la lettera,
so altre cosette pure, mi sono spiegato? Quindi… qua…(…)
Appresa l’esistenza del progetto, dimostrando di seguire con
particolare attenzione quanto accadeva intorno agli esponenti c.d.
“perdenti” di “Cosa Nostra”, i quali dimostravano una rinnovata “vitalità”,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
138
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
il ROTOLO si era attivato ed aveva “convocato” la persona che egli
riteneva potesse esserne l’ideatore, ricevendo da questi piena ammissione,
nonché l’indicazione che “Sandrino” MANNINO sarebbe stato coinvolto
nella vicenda.
Il BONURA, che evidentemente non era a conoscenza di quanto
rivelatogli dal ROTOLO, si premurava di precisare che il MANNINO era
stato già avvertito che i suoi parenti “scappati” avrebbero dovuto andare
via da Palermo, lasciando intendere al ROTOLO che questi aveva cercato
di adoperarsi in loro favore anche attraverso l’amicizia del MANDALA’:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Da qua Sandrino l’ha avuto detto di brutto che se ne
devono andare ah, non è che…
Ma quando?
Siccome si sta facendo per ora la come si chiama, però se ne
devono andare
Ma quando?
Lui va cercando… perché era amico del MANDALA’, fare e
dire, eccetera eccetera
E’ che lo so
Lo sa che se ne devono andare ah, cioè che non c’è rimedio
Ma quando gliel’ha detto?
Ma credo che gliel’abbia detto… tre mesi addietro, due mesi
addietro
Ma io so invece che… lo… chiamiamolo scemo, avanti, per
non dire… diciamo scemo, che lo scemo…
Quello
… ha scritto, ha ricevuto…
Ora ti levo tutti i pensieri io, si vero è…
Noo…
… io… ho ricevuto questa lettera
Questa l’ultima
Ho visto questa lettera
Questa l’ultima
Aspetta un minuto
Tu parli dell’ultima?
Quella che ho letto io! Perché io che… vuoi che parlo?
Ce n’è pure precedenti
Vuoi che parlo?
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
139
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
No, no, ma io ti volevo…
Perché io di questo ne ho parlato con Tanino e gli ho detto
qual’era la mia risposta, punto e basta!
Ma lui… so che si è rivolto…
Vero è, non lui, con i torrettesi lì, fare e dire, eccetera…
No, lui, sempre lui
Ah, vabbè, si, purtroppo è così, Nino. Quando io ho letto la
lettera, l’ho letta e gli ho detto: “vedi che io l’italiano non lo
capisco come tanti altri ma lo capisco, qua non c’è niente da
fare, perché quello manda a dire…” nella lettera che gli ha
scritto, dice: “questi poveri sfortunati, se allora si è deciso
questo…” - ”Ora chi è nelle condizioni di… di dire questa
cosa? Dovremmo… si dovrebbero riunire tutti quelli che
mancano, cosa che è impossibile fare”
Appunto
“Nessuno può prendere impegni, che minchia vuoi, gli ho
detto, ancora ne vuoi sapere?” Ho chiamato a Tanino e gli
ho detto: “vedi che io (incomprensibile), questi se ne devono
andare”! Gli ho detto a lui: “diglielo che se ne devono
andare, non c’è niente da fare, avrai tu (incomprensibile) ma
per noialtri chi ti chiama chiama se ne debbono andare,
punto e basta”! Ho chiuso! Vuoi sapere altro? Perciò ti dico
se me ne parli te ne pago (…)
ROTOLO
era
quindi
a
conoscenza
del
contenuto
della
corrispondenza tra il “Capomandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco”, definito “lo scemo”, ed il Capo di “Cosa Nostra”,
PROVENZANO Bernardo al quale, come si è visto in precedenza, il
MARCIANO’ si era rivolto per chiedergli di trovare una via d’uscita per
gli INZERILLO.
Si rammenta che la risposta del PROVENZANO ribadiva la
necessita di fare osservare quanto stabilito al tempo in cui gli INZERILLO
furono condannati all’esilio ma conteneva un passaggio che era stato
interpretato strumentalmente dal MARCIANO’ al fine di guadagnare
tempo affinchè il LO PICCOLO ed i torrettesi facessero un ulteriore
tentativo di intercessione presso il Capo di Cosa Nostra.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
140
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Di ben altro tenore era l’interpretazione data da BONURA alla
missiva del PROVENZANO, interpretazione pienamente condivisa da
ROTOLO.
Il BONURA sosteneva infatti la tesi che la decisione assunta al
tempo sugli “scappati” avrebbe potuto essere variata soltanto da una nuova
riunione di coloro che l’avevano adottata, i quali “mancavano”, e che
pertanto essa era immodificabile.
Successive conversazioni intercettate nei pressi dell’abitazione del
ROTOLO avrebbero rivelato con chiarezza che i soggetti che “mancavano”
altri non erano che i componenti della c.d. “Commissione” di “Cosa
Nostra”, i quali avevano adottato il provvedimento al termine della seconda
guerra di mafia.
Avendo compreso che il ROTOLO credeva che l’incontro con il
LO PICCOLO fosse un’iniziativa del MARCIANO’, BONURA delineava
brevemente il contesto nel quale questo era maturato , indicando altresì
alcuni esponenti di “Cosa Nostra” che, sebbene organici ad altri
mandamenti, erano vicinissimi al latitante “Totuccio” LO PICCOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Nino, io penso che tu certe cose le sai, ma io… ti voglio
dire quello che so io su certe situazioni. Lì c’è a Torretta, c’è
questo figlio di… questo Lorenzino, poi c’è… che ce l’ha
nel… ci sono altre persone che ce le ha vicine il signor LO
PICCOLO
Si, lo so
E quindi praticamente… poi non ne parlare di come si…
quello s’è fatto cresimare di nuovo, mi racconta… Calogero,
il PIPITONE dice che s’è fatto cresimare da lui, “mio
parrino, mio parrino…”
Chi?
Enzuccio
Ah si?
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
141
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Pure… quindi praticamente lì c’è tutta una situazione che
trasporta… e quelli si sentono che questo… vedi che io ho
incontrato l’altro ieri a Lino, te l’ho detto? E’ ricoverato…
Ma questo…
Mischino, è malato vero
Non parlo di Lino, parlo di questo
Perciò questi si sentono… anche, per esempio… questi che
sono compari, scompari, anche il… il BRUSCA, che per noi,
dico, per noi, è una persona affidabile lì, però è…
Chi è, Pinuzzu?
No, quale Pinuzzu, parlo di… di Enzo, questo di Torretta
BRUSCA si chiama?
Si! Questo se n’è andato in galera per me quando fu…
l’hanno arrestato, fermò l’autobus e l’hanno arrestato, ti
ricordi quando…
Ah, quello…
Si, si, che magari lui è (incomprensibile)
Si, si
Però è compare, figlioccio di… di come si chiama, di “ù
truttaturi”, di come si chiama, quindi praticamente sono
tutte notizie che hanno fatto, hanno detto e si sono mossi
non da ora, da tempo
Te lo sto dicendo che fra quei tre c’è un torrettese che parla
Mi sono spiegato? Eh, appunto ti dico, quindi poi… certe
volte questo scrive, fa, dice, il come si chiama, io quando mi
hanno detto qualche cosa, dice: “che devo fare?” – “Vabbè,
se glielo vuoi fare il favore glielo fai, nei limiti del possibile”,
non è che ci possiamo mettere a… mi sono spiegato? Dice
che ogni volta che scrive: “tanti saluti a Franco B., tanti
saluti a Tanino” – “Eh, quando è (incomprensibile), punto e
basta”! Ma non c’è… ma sono là vedi che… il discorso.
Certo, se si “impirigghianu a iddu” (se lo coinvolgono, n.d.t)
perché gli… perché, che vuoi, c’è questo “Franco ù
nivuru”, c’è… il “Sandrino”, c’è… dice che a Sandrino gli
avevano promesso quello, come… non lo so, questo… che
tutto era a posto, fare e dire… non mi fare fare nomi perché
mi posso anche sbagliare
Non lo può dire lui… questo non lo può dire (…)
Dalle parole del BONURA appariva evidente come il LO
PICCOLO godesse di grande prestigio sia in seno alla famiglia mafiosa di
Carini, della quale PIPITONE Vincenzo era il “reggente”, sia su quella di
Torretta.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
142
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Particolarmente delicata era per il BONURA la posizione di
BRUSCA Vincenzo, sulla cui figura ci si è già soffermati in precedenza,
“reggente”
della
famiglia
mafiosa
di
Torretta,
ritenuto
persona
assolutamente affidabile, il quale era tuttavia “compare” di INZERILLO
Francesco, “Franco ù truttaturi”.
BONURA lasciava quindi intendere al ROTOLO che il
MARCIANO’ era pressato da “Franco ù Nivuru” e da “Sandrino”.
I successivi brani della conversazione del 03.08.2005 rivelano
come , addirittura, al MANNINO fosse stato assicurato che “era tutto a
posto”, e che la vicenda era stata sistemata dal PROVENZANO, indicato
in conversazione come “quello”,
grazie all’intercessione di una delle
persone che vi era stato in strettissimo contatto, il capofamiglia di
Villabate, MANDALA’ Nicola:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) No, non lo può dire, non lo può dire, che era tutto a
posto non lo può dire
Però neanche qualcuno può dire che io ho preso l’impegno,
fare e dire, io so che questi una “partita” se ne doveva
andare e una “partita non c’era più, punto e basta, questo io
non è che me lo sto sognando. Ma che io… poi c’era il
discorso di Angelo, che disse che questo doveva venire,
questo…
Interpretazione che riportavano gli sbirri
Ascolta un minuto, ascolta, e doveva stare qua perché era…
Il tempo della sorveglianza
Noo, doveva stare qua
No!!
Non mi voglio trincerare, ma questi i discorsi… che abbiamo
avuto – fruscio Lui doveva restare per il tempo della sorveglianza
Si, ma che c’entra… che c’entra… gli puoi dire a quello
(incomprensibile), ma non c’entra niente Enzo in questi
discorsi, Enzo non ce l’ha tutto sto… oppure che ti pare che
gli vuole bene
Ma che c’entra, non c’entra niente, che stiamo parlando…
qua stiamo confondendo… qua è un discorso generale
Ormai questa cosa è chiusa
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
143
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
lascialo stare questo solo discorso, - fruscio - generale
Questa cosa è chiusa, questi se ne devono andare
E com’è che è chiusa? Sono ancora qua
Se ne devono… non lo so, ma se ne devono andare! Se ne
debbono andare, perché per me, gliel’ho detto: “Enzo…”!
Ne ho parlato pure con Tanino: “vedi che ho letto sto…
questi se ne devono andare, gli ho detto, non abbiamo niente
da fare, né eravamo presenti quando furono… e neanche
possiamo dire una parola oggi, mi sono spiegato? Punto e
basta!” E qui ti sto anticipando quello che è il nostro
pensiero, non il nostro pensiero, perché l’ho… l’ho letto io,
no che… combinazione me l’è venuto a dire un altro…
perché lui mi ha detto… te la posso dire una cosa, però…
(ride) te la devi tenere, perché se no carico sopra… dice: “io
la vedo equivoca”, mi dice
Come?
“Io la vedo equivoca”! Gli ho detto: “ma che minchia di
equivoca, qua non c’è niente di equivoco”
(ride)
No, ma mischino, non… gli ho detto: “non c’è niente, questi
se ne debbono andare, punto e basta”! C’era Calogero… “se
ne devono andare, senza perdere tempo”! Equivoco, che c’è
di equivoco? Dice: “lascia una maglia” – “ma quale maglia
lascia? Tu che eri là? E neanche sei ora in condizione di
farlo” E allora dice che sono andati a parlare con quello,
con LO PICCOLO, che poi vedeva se poteva fare qualche
cosa lui..
Me lo immagino a “quello”…
E ce la mina
Tu te lo immagini a “quello” appena c’arriva che lui…
Ma non… però non confondere mischino con lui, perché…
che sia chiaro, che sia chiaro, non c’entra niente. Si, scrivono
a lui, ma non c’entra niente
Lui ha detto che si rivolgeva a “quello”
Già quelli si erano rivolti a “quello”
Ma quando?
Precedentemente, da… questo discorso… il discorso deve
avere… non è… non è da ora questa situazione, non quando
è ritornato l’altro, ma anche precedentemente
Ma quello Sandrino, precedentemente, parlava con Nicola
Esatto! E dice che la dovevano sistemare loro la cosa
Ma che doveva sistemare? Quello parlava con me, che
doveva sistemare? Parlò con lui?
Si ma tu… ma che ne pensi di questo Nicola, ma li hai letti i
giornali? Io la testa me la sfascio qua!! Ma dico, ma lo
vedi… ma lo vedi quanto siamo… pochi e niente, Nino…(…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
144
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Dalle ultime frasi sopra riportate si apprendeva pertanto che il
MANDALA’ ed il ROTOLO erano stati in contatto per la vicenda del
rientro degli INZERILLO, circostanza che trovava conferma in alcuni
servizi di osservazione effettuati nel 2004 a carico del MANDALA’,
quando i suoi spostamenti erano sottoposti a controllo da parte di
quest’Ufficio.
In effetti, in almeno due distinte occasioni, una volta in
compagnia di NICCHI Giovanni ed un’altra in compagnia di
SORRENTINO Salvatore, MANDALA’ Nicola, dopo essere uscito dal
ristorante “U strascinu”, era stato perso di vista dalle parti di Viale
Michelangelo, Via Conceria, dal personale impegnato nel servizio di
osservazione e pedinamento.
In particolare, in data 01 settembre 2004,
uscendo dal
medesimo ristorante, NICCHI Giovanni e MANDALA’ Nicola
venivano seguiti fin quando, alle ore 14.30 circa, accedevano all’interno
del complesso di ville al quale si accede da Via G. Bernini 38, ovvero
dal civico 450 di Viale Michelangelo (cfr. all.to n. 22).
All’inizio della conversazione peraltro, ROTOLO aveva
raccontato al BONURA che, avendo avuto sentore di essere oggetto di
attenzione dalle forze di polizia, aveva sospeso le “visite” presso la
propria abitazione già dal mese di novembre. In conseguenza di ciò
aveva respinto le insistenti richieste di incontro provenienti da
PASTOIA Francesco, che aveva persino ipotizzato di entrare nel
residence chiuso dentro il portabagagli di un’automobile:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
145
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
(…) Perché… io vi volevo parlare a voi tre, con Pino
presente, eh… noi possiamo fare una cosa, prendiamo un
appuntamento per la prossima settimana… ormai io… prima
non l’ho fatto perché c’è stato questo… ci fu qua un po’ di…
infatti ho tagliato, ho fatto da… già è da novembre dell’anno
scorso che, diciamo, io… infatti questo Ciccio, mi aveva
mandato a dire verso novembre che aveva bisogno… e io gli
ho mandato a dire che non poteva essere. Dice: “ma io mi
infilo nel cofano della macchina”. Gli ho mandato a dire:
“senti, mi dispiace, non può essere, ti ho visto ma non ti
posso vedere”! E mi raccontano che si era un po’… dice che
era seccato… perché lui mi aveva mandato a dire nel cofano
della macchina. Poi a me mi hanno arrestato, a dicembre, e
dice che ha detto: “minchia, dice, allora ragione aveva, le
cose serie erano”. (ride) Ma se ti mando a dire no, ti ho fatto
venire e non può essere… quindi, per dirti che è da allora
che io ho cercato di… poi nel frattempo sono ritornato e ho
trovato… (…)
Va rammentato che nel corso delle conversazioni già
commentate intercorse presso i locali in uso al BONURA, questi ed i
suoi interlocutori avevano fatto esplicito riferimento al ruolo di
PASTOIA Francesco e MANDALA’ Nicola nelle fasi preliminari al
rientro in Italia di INZERILLO “Sarino”.
ROTOLO, pertanto, era stato ed era in contatto diretto con
molti dei protagonisti della vicenda qui oggetto di narrazione,
circostanza che ne qualifica ulteriormente le intercettazioni.
Il giorno successivo, il 04 agosto 2005 (cfr. all.to n. 23), si
registrava la visita di CINA’ Antonino, “Capomandamento” di San
Lorenzo, alleato di ferro del ROTOLO, unitamente al quale stava
operando una riorganizzazione degli assetti di Cosa Nostra sul territorio
cittadino.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
146
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La qualità della registrazione non era tuttavia pari a quella del
giorno precedente, atteso che il CINA’, sebbene fosse attivo il sistema
per neutralizzare le microspie, parlava a bassissima voce.
Dalla conversazione, tuttavia, risultava chiaro che egli era già a
conoscenza dell’intera vicenda, e che era in attesa di vedere quale
posizione Franco BONURA e Gaetano SANSONE avessero preso in
merito al rientro degli INZERILLO “scappati”.
Conversazione del 04.08.2005 ore 11,19
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
CINA’ Antonino, “Nino ù dutturi”;
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Ieri mi sono visto con Franco …
Aspetta ...inc. ... (…)
Dopo aver parlato di altri argomenti, ROTOLO raccontava al
CINA’ quanto il BONURA gli aveva detto nel corso dell’incontro:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) ...inc. ... dice; “ gli ho detto a Enzo, questi se ne devono
andare, … se ne devono andare, ancora tempo perdi questi se ne
devono andare” …
Cioè ha messo un punto fermo!
“ …se ne devono andare a me non mi interessa, ...inc. ... se ne
devono andare” Franco, questo è un argomento che tratteremo,
non era il momento …
(ride) Allora lui ancora di più! (…)
Ed ancora, in un successivo passo:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) (passa elicottero) Lontano è?
Si lontano …si sta allontanando … se ne va Nino …
Il discorso che ti ho detto io …
Sono di “PROVENZANO” queste ...inc. ...
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
147
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Si, ...inc. ... ma questa cosa è un poco equivoca …
quelli che gli ha dato “PROVENZANO” allora?
Prima di ...inc. ... non c’era niente
Erano ...inc. ...
… è scritto chiaro, che questi se ne devono andare, Franco gli ha
detto: “ ma chi c’è dietro di questi”
Perciò quelli lo hanno capito!
…dice: “qua c’è scritto che chi ha deciso questa cosa, per quelli
che lo devono decidere non è nessuno”
...inc. ...
… “e nessuno può decidere questa cosa ...inc. ...”
...inc. ...
… quindi, questi se ne devono andare, non c’è niente da fare,
diciamo che … dice: “ quello sta cercando a quello per ...inc. ...” ,
gli ha detto: se ne sei capace te la prendi tu la responsabilità!
Pero io lo voglio sapere, perché io non me ne prendo
responsabilità per le cose decise da altri!
Certo! (…)
ROTOLO e CINA’ erano quindi sulla stessa lunghezza d’onda
del BONURA, il quale aveva ben compreso che dietro il rientro degli
INZERILLO, del quale egli si lamentava per essere stato messo davanti
al fatto compiuto, ci fosse l’interesse di “Totuccio” LO PICCOLO, del
quale egli non si fidava, essendo cresciuto in un’altra “cordata”.
Da un passo successivo emergeva invece l’esistenza di una vera
e propria strategia da parte del ROTOLO e del CINA’, i quali avevano
intenzione di mandare “a mollo” tutti coloro che appoggiavano il
rientro degli “scappati”, MARCIANO’ compreso, ma cercavano di
recuperare dalla loro parte personaggi di alto profilo quali il BONURA
ed il SANSONE:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…)… Franco ma sarai stesso a dirmi martedì che lui si deve fare
gli affari suoi … sarai tu stesso ...inc. ... “ io …” dice … dice, tu
Franco …tu deciderai pure tu
Le cose giuste ...inc. ...
...inc. ... perché qua il discorso qual è? Io a loro li voglio fare
salvare, perché altrimenti …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
148
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Certo!
… a “mollo” loro, a “mollo” mio cugino “Tanino” …
Con tutti!
Capisci! Perché io gli avevo detto la lettera ...inc. ... quello gli
scrive a quell’altro “ noi siamo tutti d’accordo” ....Inc.....e ci
mette nomi e cognomi, perchè è cretino … una lettera che va a
un “LATITANTE” e passa da tante mani …
È vergognoso!
… ci scrive nomi e cognomi …
Minchia, che vergogna!
…che cos’è diciamo che è scemo!?
Per non dirgli che è un carabiniere, certo
Il discorso che gli ho fatto a lui, diciamo che è scemo ah!? Diciamo
che è scemo! E uno che è scemo può fare danno
Quindi non è all’altezza!
Com’è questa cosa........ io la voglio sapere …
Minchia bordello!
Passa elicottero min.59.00
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
.....lui cosa gli dice: “siamo tutti d’accordo”, se viene martedì,
loro ci devono spiegare ...inc. ...
Esatto!
Ma parla per gli INZERILLO? Cioè lui ...inc. ...
Allora peggio ancora!
E allora ...Inc. ... siete voi?
Nooo …
Lo dobbiamo chiedere a lui?
O evitiamo!
O glielo dite voi che si va a guadagnare il pane …
E se ne va a fare le truffe!
… si … e … lui diciamo … che cosa ne dite voi? Oppure lo
mandiamo ...inc. ...
...Inc... a prendere per fare ...inc. ...
Tu pensa che cosa dovrà avere a casa, perché quello mi manda la
lettera scritta da lui e la lettera che lui gli ha mandato!
Esatto! Minchia ha un archivio....... pericolosissimo (...)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
149
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’ e ROTOLO non ritenevano quindi MARCIANO’ Vincenzo
all’altezza della sua carica di “Capomandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco”, ed avevano concordato l’incontro con SANSONE Gaetano
e Franco BONURA per avere chiarimenti sull’espressione “siamo tutti
d’accordo”, utilizzata dal MARCIANO’ in una delle lettere indirizzate a
Bernardo PROVENZANO.
Ciò dimostra, e meglio lo si vedrà in seguito, che il ROTOLO era
in possesso della relativa corrispondenza intercorsa tra il MARCIANO’ ed
il PROVENZANO.
I due lamentavano poi la mancanza di prudenza del MARCIANO’,
il quale aveva indicato nomi e cognomi in una missiva destinata ad un
latitante. La circostanza poi che il PROVENZANO avesse mandato sia la
copia della lettera del MARCIANO’ che la copia del messaggio di risposta,
li induceva a ritenere che questi custodisse un vero e proprio archivio, cosa
che consideravano “pericolosissima” per l’organizzazione criminale. La
circostanza appare riscontrata nella conversazione del 09.08.2005, nel
corso della quale ROTOLO avrebbe dato lettura di entrambe le missive
ricevute dal PROVENZANO.
A testimoniare la gravità del momento erano i toni della
conversazione che, contestualmente a quella tra ROTOLO e CINA’, veniva
intercettata all’interno della saletta “riservata” di via Catania proprio tra
BONURA ed il “Capomandamento” di “Passo di Rigano - Boccadifalco”,
MARCIANO’ Vincenzo.
Va precisato che alla riunione aveva preso parte anche MANNINO
Calogero, ma che BONURA aveva atteso che egli uscisse per poter parlare
al MARCIANO’. (cfr. all.to n.24).
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
150
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 04.08.2005 ore 10,11
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
(…) Dunque, (incomprensibile) una favola, parlando con
te … perché la si è messo a disposizione, sto parlando con
me stesso, dice, “questi, fiducia ai MARCIANÒ
(incomprensibile)” ce l’ha con te che gli hai combinato, gli
hai fatto, gli hai detto, di qua… e mi chiama per…
Io gli ho combinato…
…e ci chiama per martedì dovremmo essere, voleva a
Gianni, voleva… a me e a Tanino e a Pinuzzu, perché non
so che cosa vorrebbe fare, fare e dire, etc. etc. … quindi tu
dove vai vai avrai … perché è manovrata questa
situazione, ora tu mi hai dato una felice idea, perché lui
parlava di Giovanni, fare e dire, che io nel momento in cui
sento che cosa ha che deve dire davanti a tutti, gli dico
“senti, mi sono venuti a dire ieri…”, se è martedì, io dico
che me lo sono venuti a dire lunedì, “dato che tu per come
noi Giovanni, prendo e ti faccio prendere un appuntamento
con Giovanni!”, non so se mi spiego?
Saltando…
Senti, ci può andare perché non c’è più da saltare, salta lui
perché là dentro non vuole a nessuno e ci mettiamo dentro
al come si chiama, poi qualcuno lo va a prendere etc. , ma
noi la dobbiamo sistemare questa cosa! (pausa di silenzio)
Dice …
Arruttò!
No, “ci sono cose …”, siccome gli ho detto “Nino …”,
“(incomprensibile) con le borse da Franco, ad andare
fare… la salsiccia, le cose, mangiavamo… sono stato io a
metterlo qua, cose…”, gli ho detto “per me…”
(incomprensibile) per il discorso di quelli…
Ma io questo, anzi, indipendentemente di come si chiama,
gli ho detto “ma già noi siamo d’accordo che quelli se ne
devono andare perché mi ha fatto leggere la lettera, gli ho
detto, fare e dire, etc.”, dice “e poi se ne è andato…”, “ma
chi?” gli ho detto, “ci sono andati i parenti, le cose, che li
cercavo, parlando con te…”, gli ho detto “vedi che non è
come dici tu!”, poi dice che come se avreste conti… cioè
mi ha fatto…così, e come io ho questa … questa come si
chiama, che questo mette in condizioni, parlando con te
che … “perché di Giovanni, ma meglio Franco! Ma così,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
151
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
colì…”, gli ho detto… dico, la mia vita è nelle tue mani,
perché a te non …
Questo si sapeva!
È venuto con un apparecchio, lo mette in questa… lo sai
queste … queste cose, come si chiamano…questi box di
cantiere, male combinata, ngrasciata, lo mette … lo ha
messo lì, non registra niente, non fa registrare niente,
diciamo, dov’è, nel giro di pochi metri. (pausa di silenzio)
Il discorso del prete gliel’ho detto a lui, parlando con te, il
discorso del prete gliel’ho detto a lui, gli ho detto “è una
cortesia che devo fare a mio cognata”, è la verità, non è
che e poi gli ho detto “dimmi una cosa, gli ho detto, ma se
ho bisogno di cose, in centro, perché allora c’era …”, dice
“vai a parlare col tuo capomandamento!”, ecco che ho
capito che già c’è la lancia, gli ho detto “è una cosa che
quando c’era Agostino, mi ha detto dice, lei è il padrone
qua, può fare quello che vuole, ci sono cose, poi ci sono
andati…”, poi mi ha detto “l’aggiustiamo, non ci sono
problemi!”
(incomprensibile)
En… tu sei (incomprensibile)
Parlando per il discorso del…
Io che cosa gli dico che avevo sistemato alcune cose che
erano quelle degli SBEGLIA, che poi ci sono andati due
lì, cose “vogliamo i piccioli, chi come, quando…”, gli ho
detto “quando c’era quello, io questi discorsi non li avevo,
non gli dico l’ultima mi hai capito?”, non so niente, dice
“perché non parli col tuo capomandamento?” mi diceva,
(incomprensibile) io vorrei sapere … poi all’ultimo mi ha
detto dice “va bè se noi… poi ne parliamo, non ci sono
problemi!”, mi hai capito? E allora viene tutto da te il
discorso!! E’ chiuso questo discorso, mi sto confessando
io, è la mia vita nelle tue mani!! Ma io con voi non …
(pausa) quindi, combinazione, gli dici a don Giovanni “mi
deve fare questa carità”, gli dico “fermati, che poi quando
vi vedete e te lo dice…”, appena lui mette a parlare, di qua,
di là… gli dico “fermati cinque minuti…”
Minchia, è una persona troppo…(…)
BONURA pertanto, pur consapevole di assumere su di se un grosso
rischio, metteva in guardia il MARCIANO’ rispetto alle intenzioni
bellicose del ROTOLO, invitandolo ad organizzare un incontro
chiarificatore tra questi ed il fratello Giovanni, certamente l’elemento di
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
152
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
maggior prestigio della famiglia MARCIANO’, suo predecessore nella
carica di “Capomandamento”.
MARCIANO’, avendo compreso che le ragioni dell’astio di
ROTOLO provenivano dalla posizione assunta in merito agli “scappati”,
concordava sulla necessità di far ripartire “uno alla volta” gli INZERILLO:
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
(…) Non commentare questo discorso perché…
Questi sono tutti i discorsi che può avere lui, poi discorsi
di…
C’è da fare solo…
… di dare e avere non ne abbiamo noi!
C’è da fare solo questo discorso che (incomprensibile)
No, c’è da fare il discorso di dire “picciotti, vedete che uno
alla volta se ne vanno”, perché lì il discorso è!
Ma questo non c’è dubbio perché io gliel’ho detto…
(incomprensibile)
No, e tu questo il discorso… ma io gliel’ho detto che già
per noi se ne devono andare!
Si!
Ohù, non facciamo che … la lettera l’ho letta io va, e ti ho
detto vedi che qua … te ne puoi andare …
Ci salutiamo e ci sentiamo! (si allontanano) Tutti i discorsi
che ho avuto con lui (incomprensibile)
(incomprensibile) sono arrivato al punto, mi dispiace solo
per mio fratello (incomprensibile) posso stare?
Stai scherzando?!
Si, ma lì (incomprensibile) parlare anche con un altro
fratello, io dico di dire …
Okay…
A me questo mi interessa! Ciao! Preparalo a Giovanni,
perché se posso … solo così Enzo!
(incomprensibile) vediamo…
No, no, no…a costo che (incomprensibile) non …
Va bene! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
153
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il martedì successivo, così come era stato concordato, aveva luogo
l’importantissima riunione tra il ROTOLO Antonino, SANSONE Gaetano,
BONURA Francesco e SANSONE Giuseppe, “Pinuzzu ù gettone”, cognato
del ROTOLO (cfr. all.to.nr.9 e cfr.all.to. ZERO ).
Dopo una prima parte di conversazione tra BONURA e ROTOLO,
effettuata in assenza dei SANSONE , nel corso della quale il primo aveva
modo di verificare l’avversione di ROTOLO nei confronti del
MARCIANO’, sopraggiunti gli altri convocati, veniva immediatamente
affrontato il tema all’ordine del giorno. Antonino ROTOLO dava fuoco alle
polveri
partecipando
ai
presenti
i
contenuti
della
missiva
di
PROVENZANO.
Conversazione del 09.08.2005 ore 10,20
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
BONURA Francesco, “Franco”;
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
SANSONE Giuseppe, “Pinuzzu ù gettone”;
OMISSIS
Min.84.05 si ascolta il fruscio tipico della carta
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Io queste le ho conservate, perché di solito le
brucio appena li leggo, ma le ho dovute conservare. Se
hai letto qualcosa di “lui”, già, diciamo, si vede…
perché… lui mi scrive quando io sono uscito, mi fa
discorsi di….
Va be, tu… delle cose che…
No, mi fa discorsi eh… qua, questo è un accenno… “vi
confermo non sapevo niente sull’argomento”, questo è
sempre per gli INZERILLO, “ora so in via informale
che gli INZERILLO… che fino… che vi ho scritto
appunto perché me ne hanno fatto un cenno e vi
chiedevo se voi eravate a conoscenza non commento e
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
154
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
prima di commentare debbo… (incomprensibile). Ho
ricevuto un foglietto di MARCIANÒ, spero di essere più
concreto, (incomprensibile), quando mi dice il dialogo
(incomprensibile) sentenza, ho aspettato conferma e il
momento per chi è in galera, ma cerchiamo che non
fossimo noi a farla degenerare…” cioè perché… si
parla diciamo che se non se ne vanno…
“…affrontiamo…facciamo… facciamoli ragionare….di
cuore vi ringrazio per tutto quello che mi avete
detto...non ci perdiamo in chiacchiere, eh…voi volete
sapere se io sono stato informato e mi preme dire di dare
la stessa risposta…” perché io gli dico che io voglio
sapere da lui la risposta che gli ha dato lui a
MARCIANÒ, ma questo un anno fa, no ora, questa è
l’ultima… “e siamo quindi arrivati alla fine della
vostra lettera… carissimo…se siamo stati nella stessa
barca…” cioè io e lui “…è stato perché abbiamo
condiviso è spero che sempre condividiamo. Allora
questa… allora questo mio scritto (incomprensibile) so
che avete ricevuto, perché considerando che io ricordo,
ho...” Cioè, lui mi ha mandato una lettera e a me mi
hanno arrestato, perciò, dice, “io non so se la sei
arrivato a leggere”. Poi siccome gli ho mandato a dire
che mi è arrivata aperta ed io l’ho rimandata indietro,
perché lettere aperte non ne voglio… “grazie del
pensiero…” questo è un altro discorso, questo è un altro
discorso… “Dio vi protegga…Dio vi protegga”
La benedizione sempre… (ride) (…)
Con la sua lettera PROVENZANO “confermava” di aver appreso
in via “informale” del rientro dell’INZERILLO e di aver ricevuto
corrispondenza da MARCIANO’ ed invitava ROTOLO affinché questi
contribuisse a non far
“degenerare” la situazione, e si attivasse per
realizzare in modo pacifico l’allontanamento degli INZERILLO.
Nel
successivo
passaggio
della
missiva,
PROVENZANO
rispondeva ad una richiesta del ROTOLO, il quale voleva sapere quale
risposta il capo di Cosa Nostra avesse mandato al MARCIANO’ in merito
alla vicenda.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
155
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Tale ultima circostanza confermava che il rientro di “Sarino”
INZERILLO aveva ingenerato nel ROTOLO il sospetto che il
PROVENZANO potesse aver comunicato al MARCIANO’ una decisione
favorevole sul suo conto, e ciò a dispetto del parere contrario da lui
espresso.
Avendo evidentemente compreso la finalità della richiesta del
ROTOLO, PROVENZANO aveva allegato alla missiva un foglio sul quale
aveva ricopiato il testo della lettera del MARCIANO’, nonché la risposta
che gli aveva successivamente inviato:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Si, questa sempre. Ecco, ora qua lui copia quello
che ha ricevuto e quello che gli ha scritto, mi sono
spiegato? Questo è quello che riceve: “Carissimo
fratello, spero che questa mia vi trovi molto in salute,
come del resto vi posso dire di me e dei miei fratelli.
Fratello, rispondo alla tua del dodici eh… riguardo il
discorso di Sarino, fratello di Totuccio…a parte di
averne parlato a tutti quelli della famiglia, che siamo
tutti d’accordo (ROTOLO rimarca l’ultimo passaggio,
n.d.t.) Poi di questo…
No, no, va bene…
“Avevo chiesto il parere a Nino ROTOLO….” Diciamo
che è scemo? “…e non era contento! Poi sono nati dei
problemi, di mandati di cattura, e non ci siamo più potuti
sentire. Per quando riguarda Franco, sette anni fa mio
fratello Giovanni è stato incaricato da Nino
BUSCEMI…” questo nomi, cognomi, “buonanima”,
pure, caso mai si potesse sbagliare… “posso assicurarti
che precedentemente questo discorso di Franco di
tornare a Palermo era stato iniziato da Angelo LA
BARBERA”, sempre nome e cognome, “e ne aveva
parlato con Vincenzo B. di Torretta….”
BRUSCA! Non si ci può dire (ironico)
“…perché già allora si sapeva che dopo la carcerazione
in America veniva rimpatriato in Italia, per il momento
non aggiungo altro! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
156
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Grazie ad alcuni riferimenti presenti nella missiva ed in
considerazione che la stessa affronta un problema preliminare della vicenda
INZERILLO è possibile collocarla temporalmente al mese di Dicembre
2004. In detto mese infatti venne tratto in arresto, il giorno due, ROTOLO
Antonino e , il giorno 29, fece rientro dagli States INZERILLO Rosario.
MARCIANO’ aveva quindi fatto una distinzione tra la posizione di
“Sarino” e quella di “Franco ù truttaturi”, entrambi fratelli di “Totuccio”.
Per quanto riguarda il “Sarino”, MARCIANO’ comunicava al
PROVENZANO di aver consultato quelli della “famiglia”, trovandoli “tutti
d’accordo”.
Aggiungeva poi di aver parlato con “Nino ROTOLO”, il quale
invece “non era contento”, ma che a seguito di problemi di “mandati di
cattura” non si erano potuti più sentire.
Durante la lettura della lettera, ROTOLO rimarcava il passaggio
nel quale il MARCIANO’ diceva che quelli della “famiglia” erano tutti
d’accordo, lasciando intendere ai presenti che avrebbe voluto spiegazioni in
merito.
Per quanto invece riguarda la posizione di “Franco ù truttaturi”, la
lettura della missiva rivelava che Vincenzo MARCIANO’ aveva fatto un
breve excursus storico della vicenda, indicando al PROVENZANO i vari
passaggi e le persone che se ne erano occupate.
La circostanza aveva fatto infuriare il ROTOLO, che contestava al
“Capomandamento” di “Passo di Rigano – Boccadifalco” la mancanza di
prudenza nell’aver scritto per esteso nomi e cognomi di esponenti di “Cosa
Nostra”, nonché indicazioni utili alla loro identificazione, in una missiva
indirizzata ad un latitante.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
157
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Riepilogando, MARCIANO’ comunicava a PROVENZANO che
sette anni prima, e cioè nel 1997, MARCIANO’Giovanni era stato
incaricato da BUSCEMI Antonino di gestire il rientro in Italia, di
INZERILLO Francesco inteso “Franco ù truttaturi”.
In precedenza, anche Michelangelo LA BARBERA si era occupato
della vicenda affrontando il problema con BRUSCA Vincenzo, atteso che
era già noto che, al termine della pena che stava scontando in America,
INZERILLO Francesco sarebbe stato rimpatriato in Italia.
Le indicazioni della missiva trovavano pieno riscontro in una
verifica delle posizioni processuali dell’INZERILLO, il quale in data
30.10.1997, dopo aver finito di scontare una pena detentiva per reati legati
al traffico di sostanze stupefacenti iniziata nel 1988, veniva espulso dagli
Stati Uniti e faceva rientro in Italia.
ROTOLO proseguiva poi nella lettura della seconda parte, relativa
alla risposta che il PROVENZANO aveva inviato al MARCIANO’:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Per quanto riguarda questo…per quanto ho
ricevuto…”questo è quello che lui dice a me, è giusto?
Infatti lo sottolinea “…questo è quando, quanto,
comunque, quanto io ho ricevuto…il seguito è quello che
gli ho scritto io”! Quindi questa è la lettera di lui e
questo è quello che gli ha risposto “carissimo fratello,
ho
ricevuto
tue
notizie,
mi
compiaccio
sapendo…ehm…prima di tutto ti devo dire che…”
Sbatte la porta
Mettici una zeppa, una cosa…
“…non è vero che io sia come dicono…e nel mio piccolo
sento tutto quello che tramite il nostro caro affettuoso
fratello, per tutto quello che mi dici…a cominciare che
l’aveva iniziato Angelo, non conosco Vincenzo di
Torretta”, non lo conosce, “…non so niente di più di
quanto mi dite ognuno che me ne parla di questo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
158
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
argomento. Io sento, ma non posso dare un mio parere
come il mio cuore desiderasse, per più ragioni. Il mio
motto è: che Dio ci potesse dare la certezza…ehm…di
avere sbagliato…di rimettirisi…e perdonare”. Lui è per
il perdono, nelle case degli altri, al suo paese dopo
cinquant’anni anni hanno ammazzato il PALAZZOLO,
questo gliel’ho scritto io a lui
(ride) Cioè, lui che fa, questo perdono a cosa è…a quale
frase…
Noo..lui dice…lui dice…io sono del parere che bisogna
sempre perdonare, ma ora c’è il seguito, cioè, diciamo
che sarebbe bene…
Perciò quello dice è ambigua…
No, dice, io sarei contento di perdonare, ma non può
perdonare (…)
La lettura veniva poi interrotta dal PARISI, che chiedeva al
ROTOLO di uscire, e proseguiva subito dopo il rientro di questi:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) “…in questo caso io non sono …ehm..dunque…la
situazione si presenta più delicata di quanto lo fosse. Io
so che quando… che quando uno ne parla e dice questa
è la verità non è sempre che è la verità”! Perché… io
che ho fatto, l’ho informato e gli ho detto che c’era
Sarino che è responsabile che sa i discorsi che furono
fatti in “commissione”, oltre che li so io
Sarino?
Sarino, Sarino NAIMO (sottovoce)
Ah, non… per me era…
Perché lui era il responsabile in America, si dovevano
rivolgere a lui
Non lo sapevo (…)
Così come ipotizzato, la decisione di “esiliare” gli INZERILLO
proveniva dalla “Commissione” di Cosa Nostra, massimo organo collegiale
che, come si avrà modo di apprendere dalle successive intercettazioni,
comprendeva la città ed i comuni della Provincia di Palermo.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
159
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO aveva quindi informato PROVENZANO di una
circostanza rimasta sconosciuta anche al BONURA, è cioè che “Sarino
NAIMO” era stato individuato quale “responsabile” per gli INZERILLO
“scappati” in America.
Le registrazioni delle riunioni intrattenute dal ROTOLO, avrebbero
poi rivelato che tale trattamento “di favore” era stato riservato ai soli
INZERILLO per l’intervento degli esponenti della “Cosa Nostra”
Americana, grazie alla cui intercessione il loro nucleo familiare non erano
stato oggetto di ulteriori rappresaglie.
Il “Sarino” NAIMO cui faceva riferimento il ROTOLO potrebbe
identificarsi nel latitante mafioso NAIMO Rosario, inteso “Saro”, nato a
Palermo il 18.08.1945, indicato da numerosi collaboratori di giustizia quale
“uomo d’onore” della famiglia mafiosa di “Tommaso Natale – Cardillo”,
transitato poi alla famiglia di San Lorenzo, molto vicino a “Pippo”
GAMBINO.
Il collaboratore di giustizia GANCI Calogero ha inoltre riferito che
il NAIMO è esponente di “Cosa Nostra” Americana, circostanza che,
unitamente al fatto che egli è indicato con il nome “Saro”, induce a ritenere
che egli sia il “Sarino” NAIMO cui si faceva riferimento nella
conversazione.
Per quanto invece attiene alla volontà di “perdonare” cui
PROVENZANO faceva riferimento nella lettera, il ROTOLO manifestava
ancora una volta il proprio dissenso, rammentando al Capo di Cosa Nostra
come , in un episodio analogo, questi non aveva affatto perdonato ma,
dopo una lunga attesa, aveva portato a termine il mandato di morte nei
confronti di tale PALAZZOLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
160
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Proseguendo nella lettura della missiva del PROVENZANO:
ROTOLO:
(…) E allora…”…la verità non è sempre la verità me ne
guardo bene di accettarla, qualcuno mi può dire che io
non ci credo… Dio… ehm… il problema è dimostrarlo in
questo..ehm…ma… delica…” dunque, “ …dimostrarlo,
in questo caso ne sono in particolare ma delicatissimo.
Io ti prego, al momento, al momento di fare rispettare
gli impegni presi di allora e nel frattempo si vede come
si può fare” però intanto…gli impegni presi di allora
sono che li fai partire “…per essere tutti d’accordo e
quello che mi chiedi per me se non si è tutti d’accordo,
per il loro bene, per il loro bene, rispettare gli
impegni…poi caro fratello mi parli di Angelo… ma al
momento chi è che regge? Perché lui non glielo dice che
è lui che regge, forse gli parla dei suoi fratelli così, in
generale… tant’è vero che lui gli dice: “ma chi è che
regge là?” Perché… se no gli dice: “Tu glielo devi
dire”! Giusto? “Ti prego se ti è possibile di farmelo
sapere, i giorni non sono tutti uguali io spero che tutti
possano fare bene anche se è un caro prezzo da pagare
ma ci vuole avere la pazienza di sapere aspettare. Ti
prego, ti chiedo scusa e perdono perchè mi sono
prolungato ma così è il volere di Dio” (…)
Così come anticipato, PROVENZANO dichiarava nella sua lettera
di non conoscere chi rivestisse la carica di “Capomandamento” di “Passo di
Rigano - Boccadifalco”, e al tempo stesso indicava chiaramente al
MARCIANO’ la decisione assunta in merito agli INZERILLO, e cioè
quella di far rispettare “per il loro bene” quanto stabilito dalla
“Commissione Provinciale”.
Nell’ultima
parte
della
lettera
destinata
al
ROTOLO,
PROVENZANO faceva presente di aver appreso che il rientro di “Sarino”
INZERILLO “la vigilia del capo dell’anno” era stato giustificato da
problemi legali avuti negli U.S.A., che lo avevano costretto a partire:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
161
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
(…) Questa è l’ultima la sta scrivendo… diciamo…
riferito al discorso … “io sono niente, valgo poco,
niente, eh… essendo tutti… resto a disposizione, smetto
augurandole un mondo di…ehm…benedico…il fatto che
ti ho copiato…” cioè tutto questo discorso qui di dietro
lui lo sta facendo a me, per dirmi… “il fatto che ti ho
copiato sia quanto io ho ricevuto e quanto ho
scritto…devo comunicare l’ultima volta che io ho scritto
sopra detto…” ah, ecco, “ti devo comunicare l’ultima…
se non la sai, non so ciò che è scritto sopra ma un’altra
voce che so che Sarino INZERILLO è gia qua e
avesse…”, va be, “…venuto la vigilia del capo dell’anno
si giustifica…” questa è un’altra bugia, ”…che avevano
presentato incartamenti e se non veniva, se non veniva la
legge di là lo avesse arrestato. Questo è tutto quello che
ho da dirti su questo argomento!” (…)
Ultimata la lettura dello scritto, “Nino” ROTOLO iniziava a
commentarne l’ultima parte, informando i presenti che, chi si era assunto
la responsabilità di “autorizzare” il rientro di “Sarino” INZERILLO
approfittando della sua assenza, era stato il “Capofamiglia” di Villabate,
Nicola MANDALA’ e ciò nonostante che questi fosse già stato invitato a
non intromettersi nella vicenda alla presenza del proprio “padrino”,
“Ciccio” PASTOIA.
Il MANDALA’, per altro, si era altresì preso la libertà di aprire una
lettera che PROVENZANO aveva inviato al ROTOLO, ed aveva ingannato
il capo di “Cosa Nostra”, adducendogli a pretesto per il rientro
dell’INZERILLO una presunta aspettativa di arresto da parte delle autorità
statunitensi, definita dal ROTOLO una “bufala”.
Il racconto del ROTOLO convergeva e completava con quanto
MARCIANO’ Vincenzo aveva raccontato a “Franco” BONURA, in ordine
ai rapporti tra il “Sandrino” MANNINO ed il MANDALA’, nonché sul
ruolo svolto da quest’ultimo nella vicenda:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
162
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) E allora, questa di Sarino è una bufala, perché a
me di lui mi parla Nicola, perché questo Nicola è amico
di Sandrino e mi dice: “lo sai….”
Si perché quello si raccomandava…
Questo discorso prima di arrestare, prima di arrestare a
me, mi dice: “lo sai…, dice, allora non la possiamo fare
una cosa? Siccome quello Sarino… tutti dicono che è
scimunito, ne facciamo andare a questo Franco e
facciamo venire allo scemo” Gli ho detto: “Nicola tu
non hai capito niente! Qua non può decidere
nessuno…viene Sarino…se ne va Franco…qua c’è
una cosa decisa! L’altro giorno ti ho parlato che c’era
tuo parrino presente…”, sarebbe Ciccio, “…queste
sono cose ormai decise, questi se ne devono andare, ora
tu… parli di fare venire all’altro, ma che stai dicendo?”
– “Ma lo sai, questo è scimunito, è in mezzo ad una
strada…” – “Ehm senti… io ti consiglio di non
immischiarti in questa cosa perché tu bene a questi non
gliene fai così!” Io… mi arrestano, lui prende e lo fa
scendere! Questo Nicola, a me mi arrestano e lo fa
scendere e gli dice a mio figlioccio, dice: “ma io ne ho
parlato con tuo parrino, e tuo parrino quasi quasi era
d’accordo, che questo è scimunito”! Mio figlioccio che
sa tutti i discorsi gli dice: “senti io a mio parrino non
gliel’ho sentiti dire mai…gli ho sentito dire che questi
devono stare là, ci sono impegni che devono stare là,
quindi tu o hai capito male… comunque, certo mio …mio
parrino non c’è, dovrà venire”! Quindi è il Nicola che
lo fa venire… non ce ne è che lo arrestano, che lo
attaccano, che lo fanno, che lo dicono… però a “quel
cristiano” gli imbrogliano queste cose… quello cosa mi
dice? “Questo è quello che mi dicono, che se non
veniva…”
Lo arrestavano!
“…lo arrestavano!” (…)
La menzogna del MANDALA’, tuttavia, non era sfuggita al
ROTOLO il quale, non appena scarcerato, lo aveva mandato a chiamare
intimandogli di non aprirgli più la corrispondenza del Capo di Cosa Nostra
ed ammonendolo che ad una nuova intromissione avrebbe fatto seguire
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
163
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
l’eliminazione degli INZERILLO, iniziando proprio da quel “Sandrino”
MANNINO a cui egli era tanto legato:
(…) Ora io… parlando con te…questo te lo dico perché
io sono responsabile quando dico le cose…un giorno ho
mandato a chiamare a questo Nicola, quando sono
uscito, e gli ho detto: “ma dimmi una cosa Nicola, ma
tu… tu hai detto, tu mi hai aperto la lettera?” – “Si,
dice, tu non c’eri e io l’ho aperta (incomprensibile)” –
“(incomprensibile) tu la lettera non me la dovevi aprire,
comunque, è inutile che me la mandi perché io lettere
aperte non ne voglio, fagli sapere che l’hai strappata e
gli dici che mi scrive nuovamente”! Poi ho preso e gli
ho detto: “senti qua, tu hai detto che io ho detto…” –
“No, no… forse mi ha capito male, Gianni”! Ma io lo
so… “ma dimmi una cosa Nicola, può essere che tu
pensi che io…che non mi ci porta nessuno, gli devo
andare a tirare io a tutti, il primo a Sandrino? Che ne
pensi di questo discorso, che comincio da lui?” – “No,
no…” – “Ma tu mi stai portando a questo punto me, tu
a me mi stai portando a questo punto tu non sai il male
che gli stai facendo, quindi fammi la cortesia non
insistere più, non ti immischiare più” , infatti mi dice:
“no, non ne parlo più”! – “E fai fare a quelli più
grandi di te, che già mi hanno detto quello che devono
fare!” (…)
ROTOLO:
Successive conversazioni avrebbero rivelato che la grande
vicinanza del MANDALA’ con il superlatitante, nella fase dei suoi viaggi
transalpini per gli interventi chirurgici, aveva consentito all’ambizioso capo
della famiglia mafiosa di Villabate, di “gestire” in proprio favore la
vicenda INZERILLO.
ROTOLO proseguiva dicendo che la situazione era di una
“delicatezza
estrema”,
considerato
anche
che
gli
INZERILLO,
comprendendo di avere dalla loro parte appoggi influenti, cominciavano a
fare la conta dei loro oppositori:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
164
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Ora… come tu vedi questa è una cosa di una
delicatezza estrema, poi ti ho detto, io ho saputo che tre
degli INZERILLO, questa cosa a me (incomprensibile)
me la fanno sapere che tre degli INZERILLO,
all’aeroporto, si sono riuniti all’aeroporto e parlando
dicono: “ma chi è che non vuole sono quattro gatti”
Sempre per l’argomento!
Sempre per l’argomento! Può essere pure che un
domani troveremo qualche cosa che uscirà fuori…che
questi vanno parlando e può essere che da qualche
parte, è giusto… (…)
Con tono perentorio, egli illustrava quindi il “programma” che
era stato deciso per gli “scappati”,
mettendoli a conoscenza della
decisione di eliminare coloro che erano tornati.
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) io vi dico… già c’è un programma, già c’è chi è
venuto, non so, c’è chi fa va e viene, già ci sono in
programma che appena viene non se ne vanno più!
Appena scatta questo programma scatta pure per loro,
Franco, io questo lo dico perché il primo disturba a me,
disturba a te….
No, disturba a tutti
…disturba a lui, disturba a mio cognato, disturba a
tutti
A Gianni
A Gianni, a tutti disturba! Allora, o si prende subito la
decisione perché la decisione è questa o vedi che ti dico
il programma è questo, per tutti uguale, cioè, per gli
scappati… ci sarà questo programma, per loro in
particolare c’era uno stabilito “se se ne stanno in
America… si devono rivolgere a Sarino, se vengono in
Italia li ammazziamo tutti”! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
165
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il primo omicidio programmato dal ROTOLO, sul quale ci si
soffermerà più ampiamente in seguito, riguardava DI MAIO Salvatore,
“curuzzu”, nato a Palermo il 19.11.1932, indicato da numerosi
collaboratori di giustizia quale “sottocapo” della famiglia mafiosa della
Noce, “scappato” che “fa va e viene”, la cui presenza, benchè saltuaria,
era stata effettivamente riscontrata a Palermo nel 2005 da quest’Ufficio.
Il progetto omicidiario interessava pertanto tutti coloro che si
trovassero nella medesima condizione di “scappati”, compresi gli
INZERILLO, ai quali era stato tuttavia garantito un esilio “sicuro” in terra
americana.
Unica eccezione al dettato del ROTOLO riguardava altro
“scappato” di rango, “Giovannello” GRECO, il quale aveva fatto sapere
agli esponenti di “Cosa Nostra” palermitana la sua volontà di stabilirsi
definitivamente in Spagna, dove era stato catturato da personale di
quest’Ufficio, ed aveva chiesto di poter vendere alcuni beni di sua
proprietà, richiesta avallata dal ROTOLO che se ne era fatto personalmente
“garante”.
ROTOLO affermava che la presenza degli “scappati” avrebbe
quindi “disturbato” tutti i presenti alla riunione, e ribadiva che l’assenso al
rientro di INZERILLO Francesco era legato al provvedimento di
espulsione dagli U.S.A. ed avrebbe dovuto avere carattere strettamente
temporaneo :
ROTOLO:
(…) Questo era il discorso, quando gli fu detto si, gli ha
detto per (incomprensibile), gli ha detto: “si, perché
non è colpa sua, sta venendo… sono gli sbirri che lo
stanno portando”, allora per essere, come dire…perché
allora, già ormai… c’era Totuccio, c’era… e si fece il
discorso, “si finisce la sorveglianza…alla fine se ne
deve andare”. Io posso capire che l’ha trasmesso questo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
166
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
coso, poi non c’ero, ero arrestato, ma… i discorsi, ti
debbo dire, questo Sandrino sa tutto
Certo!
E sa pure che alla fine della sorveglianza se ne doveva
andare…(…)
BONURA:
ROTOLO:
Il “Totuccio” cui si faceva riferimento nello stralcio di
conversazione sopra riportata, sulla base di quanto si sarebbe poi appreso,
veniva facilmente identificato in RIINA Salvatore, il quale aveva
concordato con Michelangelo LA BARBERA il temporaneo rientro di
“Franco ù truttaturi”.
Sulla genuinità di tali “salvacondotti”, tuttavia, il ROTOLO
avrebbe proiettato non poche ombre, rivelando che in “camera caritatis” il
RIINA aveva lasciato intendere che si trattava di uno stratagemma per la
loro eliminazione.
ROTOLO chiedeva quindi conto al BONURA ed al SANSONE
delle affermazioni del MARCIANO’, i quali erano costretti a difendersi
dall’accusa di aver avallato il rientro di “Sarino” INZERILLO:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Quello che ti voglio dire è che intanto vorrei sapere
io, perché… a voi ve lo chiedo così: ma chi sono questi
della famiglia che sono tutti d’accordo? Hai sentito
cosa gli dice a lui? Gli dice a lui: “noi, tutta la famiglia
è d’accordo!” Ma tutta la famiglia quale? Quella di
Boccadifalco? Che sono tutti gli INZERILLO? Quindi
è d’accordo con tutti gli INZERILLO! Quella
dell’Uditore? Perché si parlava di Francuzzo fino ad
allora! Allora è la famiglia dell’Uditore che è tutta
d’accordo? Questa domanda gliela dovremmo fare a
lui, è lui che ce lo deve dire
Io per onor del vero le devo dire una cosa, qua c’è chi
mi ascolta, una volta si è sentito dire che… come se
Angelo si era preso questa responsabilità, e questo lo
diceva Enzo BRUSCA! Ascolta, allora gli ho detto a
Tanino “chiamiamo a Enzo BRUSCA e lo ascoltiamo”.
Ti ricordi Tanino?
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
167
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE Gaetano:
BONURA:
SANSONE Gaetano:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Si
Perché sai uno deve essere nelle cose…
Si è parlato sempre…(incomprensibile)
Però… poi ho sentito dire, non so da dove è uscita la
cosa, che io ero presente quando fu l’impegno… queste
sono bugie perché impegni non ne ho presi, sapevo
questo discorso che doveva stare e se ne doveva andare
perché si faceva eccetera…ma sempre così, poi dice che
Enzo è andato a parlare con Angelo, gli ha assegnato il
posto dov’è che era… fare e dire eccetera, “fallo
venire” fare e dire eccetera, questo so, questo ci ha
detto e questo lo può dire pure a te, ma impegni….
Aspetta un minuto…..
Aspetta no, però fermo restando
Fermo restando le cose tu pensi che…?
Ascolta un minuto, io ti sto raccontando una verità che
mi costa a me
E gli hai dato lo sta bene tu?
A chi gli…? Io l’ho fatto sentire e l’ho fatto sentire a
Tanino
E gli hai dato sta bene?
Un minuto, fermo restando che questi se ne devono
andare… questo io ti racconto un fatto mio
Ma lui dovrebbe spiegarmi la “famiglia”, lui non parla
di un singolo, lui non parla di quello della Torretta, lui
parla della “famiglia”…
Ha chiamato a…
…e lui dovrebbe dirmi qual è questa famiglia che è
d’accordo, è la famiglia dell’Uditore o la famiglia di
Boccadifalco?
Ma io non è che posso…
Perché lui va a scrivere un falso, dico, se è cosi va a
scrivere un falso pure a “ddù cristianu”, ecco perché ti
dico lui non è…
E poi la ci sono stati tra… immischiati, tra i “torrettesi”
e qualcuno di là, che c’è il Lorenzino fare e dire, e
hanno fatto mettere di mezzo pure al LO PICCOLO
(sottovoce) mi sono spiegato? Però quando io… io
qua… ne ho parlato con Tanino, ne ho parlato con te e
ora c’è… io ho letto la lettera
Ma io oltre a questa ne ho ricevuta altre
No, no, aspetta un minuto, aspetta, no, no, io ti sto
dicendo quello che ho visto io, me l’ha fatta leggere e ho
detto: “perché cosa c’è qua di… di non capire o di…?
Questi se ne devono andare punto e basta, non c’è Dio
che li può…(…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
168
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La difesa del BONURA era quindi chiara: fino alla lettura della
missiva di PROVENZANO egli aveva temporeggiato in quanto
Michelangelo LA BARBERA, suo capomandamento del tempo , si era
preso la “responsabilità” di autorizzare il rientro.
Dopo aver letto la missiva BONURA aveva detto chiaramente al
MARCIANO’ che doveva comunicare agli INZERILLO di andare via,
circostanza per altro pienamente riscontrata dalla conversazione intercettata
presso l’IMMOBILIARE RAFFAELLO del 23.06.05, commentata nelle
pagine precedenti.
ROTOLO ribatteva che il LA BARBERA non avrebbe potuto
assumersi una tale “responsabilità”, in quanto la decisione era espressione
della volontà di un collegio di Capimandamento:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Ma… in ogni caso, se Angelo si fosse preso una
responsabilità di questa, non la poteva prendere
Dopo, siccome Angelo, ad Angelo gli viene nipote
Si, ma non se la poteva prendere questa responsabilità
Ed ancora:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
SANSONE Giuseppe:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Ma Angelo può fare un buon passaggio nelle cose
che gli competono
Certo, certo!
Ma questa non gli compete
Certo, certo
Quindi…
Dico, allora… può essere lui
Pensava… pensava di aggiustarla, diciamo…
Non lo so, mi sono spiegato? Perché io devo mettere…?
Queste cose, queste cose, si potevano…
Ascolta, quando c’era Angelo… che quando parla di
queste cose c’era Totò RIINA (sottovoce), si vedevano,
si facevano, per carità… dico, può essere che…
No, dopo lui è venuto, lui è venuto dopo Totò…
(sottovoce) prima hanno arrestato a quello e poi…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
169
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Nooo, il BRUSCA ne parla che già se ne parlava…che
questo lo dovevano..
Ora è facile dire: “se ne parlava”
No, non è un bugiardo questo, io ti dico sinceramente
che non è un bugiardo, ah, che sia chiaro!!!
Ma se mi fai parlare…aspetta, e no, non…
La conclusione è quella che noi abbiamo stabilito…
Aspetta un minuto, che se ne parlava si, perché mi
risulta pure a me
E tu…
E se ne parlava per dire: Appena finisce là, gli sbirri lo
prendono e lo portano qua e si spaventavano se… per
ammazzarli (sottovoce)
E quindi….
E questa è la responsabilità di Angelo (…)
La strategia sanguinaria del RIINA emergeva ancor più
chiaramente quando si parlava del tradimento di CASAMENTO,
“sottocapo” “scappato” della famiglia di Boccadifalco, il quale aveva
scambiato la propria vita con quella di altro esponente dello schieramento
perdente, consegnandolo ai propri carnefici, “regolarizzando” la propria
posizione nei confronti dei “Corleonesi”:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Non solo, ma il CASAMENTO? (sottovoce)
Il CASAMENTO so che è a posto
A posto? A posto di cosa? A posto di cosa?
Io ti dico quello che so, poi tu…a posto…in famiglia
Il CASAMENTO…
Ascoltami un minuto…
Si gioia…
Perché ha fatto una cornutiata a favore di
(incomprensibile)
Esatto, per poi mangiarcelo però
Io non ne so parlare….
E te lo dico io!! Perché, chi ci può avere fiducia?
nessuno! Però io non ne so parlare…so che l’ha messo
a posto… e basta
Però non è che ….
Però ne ho parlato con mio cognato….
Senti a me…
…ne ho parlato con Angelo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
170
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Aspetta, non è che ti sembra che questo te lo dico
perché quello non c’è più, è giusto? Totò
RIINA…(sottovoce) perché questi sono discorsi fatti in
camera caritatis…
Ma prima che per quello che ha fatto lui, ci avrei
sentito piacere se si fosse ammazzato lui
Perché lui, in camera caritatis si diceva proprio questo:
“dove deve andare? Appena viene ce lo mangiamo, con
la mattinata facciamo colazione, chi ci deve avere
fiducia a questo?” Loro… loro hanno il sette di mazze
“’ncasciatu”, aspettano a questo che gli deve sistemare
tutte cose
Si, ma ultimamente gli hanno mandato un sacco di
soldi
Si, certo, è logico, ci mancherebbe
Però io di questa situazione, perché ti devo dire…? Non
ne so parlare
Dimmi una… dimmi una cosa, se era tutto sistemato… è
giusto? Alla fine…quando lui ha fatto… “la cortesia”,
quando ha fatto “la cortesia”
Si
Poteva pure venire qua, ma lui era un altro che si
doveva rivolgere a Sarino là, perché lui era uno di
quelli che “se ne doveva andare”(doveva morire, n.d.t.)
con Pietro perché era il “sottocapo”
Si
E allora si è salvato ma sempre nelle condizioni dei
suoi parenti
Ma si è salvato perché gli ha portato il mangi… in
pasto ai porci
E allora cosa sto dicendo… allora cosa sto dicendo? Si
è salvato a condizione che “o tu o io”!!
Il “CASAMENTO” si identifica in CASAMENTO Filippo, di
Raimondo e di FINAZZO Benedetta, nato a Palermo il 02.01.1926, già
emigrato negli Stati Uniti D’America, espulso in data 23.10.2002 dopo
aver scontato una pena per traffico di sostanze stupefacenti per la c.d.
“Pizza Connection”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
171
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Per quanto invece attiene alla natura della “cortesia” fatta dal
CASAMENTO ai “Corleonesi”, il riferimento al nome “Pietro”,
unitamente
al fatto che la “cortesia” abbia avuto luogo all’estero,
inducevano a ritenere che questi avesse fornito collaborazione per
l’uccisione di INZERILLO Pietro, nato a Palermo il 07.12.1949, fratello di
Totuccio, rinvenuto cadavere a Philadelphia il 15 gennaio 1982. 3
Successive conversazioni intercettate nel box in lamiera avrebbero
consentito di acquisire sull’omicidio di INZERILLO Pietro ulteriori
dettagli, rivelando che nella fase esecutiva dovrebbe avere avuto un ruolo
di basista anche Franco INZERILLO, nato a Palermo il 12/02/1955, inteso
“Franco ù nivuru”, cugino della vittima.
Derogando alla regola della esposizione cronologica delle
risultanze investigative acquisite, si segnala in proposito quanto emerso
relativamente al coinvolgimento di Franco “ ‘u nivuru “ nell’omicidio in
discorso ed alla conseguente convinzione generale che costui fosse “a
posto” avendo barattato la sua vita in cambio del suo ruolo di “basista”
nell’omicidio di INZERILLO Pietro.
3
Il 15 gennaio del 1982 INZERILLO Pietro veniva rinvenuto cadavere all’interno del
portabagagli dell’auto targata DKR-231 Pensylvania, registrata a nome del ristorante “Joe Pizza” - al 122
South 16th street di Philadelphia. La vettura fu individuata nei pressi di un posteggio pertinente
all’albergo Hilton a Mont Laren – New Jersey (U.S.A.).
Detto ristorante, all’epoca dei fatti, era gestito da GAMBINO Erasmo nato a Palermo il
26.04.1947, mafioso con precedenti per traffico di stupefacenti, cognato dei noti esponenti di “Cosa
Nostra” americana John, Joseph e Rosario GAMBINO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
172
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
L’indicazione emergeva dalla conversazione intercettata tra
ROTOLO e CINA’ il 30 agosto 2005: (cfr.all.to. n. 25)
Conversazione del 30 agosto 2005 ore 10,00
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
(…) il Franco INZERILLO, sarebbe… il fratello di
Masino quello che era il “sottocapo”
Quello che ho conosciuto io dentro il carcere?
L’americano, quello alto? Dovrebbe uscire, quindi…
Gli fece la base al fratello di Totuccio, per salvarsi lui!
Perciò vedi che uomo, ah,
Traditore
In America… gli hanno fatto fare il cambio
Loro? Santino?
No, Santino fu qua, Pietro
(incomprensibile), quello che hanno trovato nel
bagagliaio. Mah… non succedono (incomprensibile)
queste cose
Allora…
Quindi è “a posto” questo (…)
Tornando alla conversazione del 9 Agosto (cfr.all.to. n. 9), il
dibattito sulla posizione del CASAMENTO risultava oltremodo utile a
comprendere come il RIINA avesse limitato ad una cerchia ristretta la
volontà di eliminarlo, cerchia della quale non facevano parte neppure due
elementi di altissimo prestigio quali il cognato del BONURA, BUSCEMI
Salvatore, e LA BARBERA Michelangelo.
Il disprezzo che emergeva dalla conversazione per il “tradimento”
del CASAMENTO non impediva tuttavia al ROTOLO di individuarlo
quale soggetto di grande prestigio in seno alla famiglia INZERILLO, i cui
esponenti nutrivano l’aspettativa che egli dovesse “sistemare tutte cose”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
173
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Ancora una volta le parole del ROTOLO trovavano riscontro nelle
attività investigative svolte “ex ante” da quest’Ufficio.
In data 29.12.2003, infatti, personale dipendente effettuava un
servizio di osservazione e pedinamento nei confronti di INZERILLO
Giovanni, nato a New York il 30/4/1972, figlio del noto “Totuccio”
assassinato il 10 maggio 1981, documentando un incontro tra questi ed il
CASAMENTO Filippo (cfr. all.to n.26).
La circostanza assumeva particolare rilievo alla luce di quanto il
ROTOLO confidava al BONURA ed al SANSONE Gaetano su uno dei
figli di “Totuccio” INZERILLO, al quale, circa tre anni prima, un
esponente della “cordata” perdente, successivamente individuato dal
ROTOLO
nel latitante LO PICCOLO Salvatore, aveva detto di stare
“tranquillo” perché i tempi stavano cambiando:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Ma dimmi una cosa…dimmi una cosa Franco, tu la
volta scorsa che te ne sai andato da qua…hai detto delle
parole bellissime….
E sempre così saranno
Mi hai detto: “io me ne vado di qua…lascio un
fratello…io ho a voi”. E noi abbiamo pure a te, perché
tu hai a noi e noi abbiamo a te, con i miei cugini, dico,
tu sai benissimo che io, anche in tempi… diversi, ho
cercato sempre di stare vicino e prendermi io anche con
i miei parenti tutto quello che veniva di prenderci, nel
bene e nel male, se vogliamo oggi siamo in una
situazione diciamo, più favorevole …
Non c’è dubbio
Più favorevole, ora se non ci comprendiamo noi il
mondo finisce. È giusto? Il mondo finisce…e allora
come possiamo stare noi sereni quando io per esempio
questa io te l’ho detta e la ripeto, so, di un tizio… che
gli dice ad uno dei figli di INZERILLO: “non ti
preoccupare”! Questo… tre anni fa…io già ero qua,
“…non ti preoccupare, tempo e buon tempo non dura
sempre un tempo, non ti preoccupare”! E siccome
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
174
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
questo che glielo dice faceva parte pure di quella
cordata e si è salvato pure! Ora… noialtri non è che
possiamo dormire a sonno pieno perché nel momento
che noi ci addormentiamo a sonno pieno può essere
pure che non ci risvegliamo più!! Picciotti, vedete
che… non è finito niente, questi i morti li hanno
sempre per davanti, ci sono sempre le ricorrenze, si
siedono a tavola e manca questo e manca quello, queste
cose non le possiamo scordare, io la…
perché da noi quanti ne mancano? Che sono finiti dentro
il carcere e sono finiti? Cornuti “la madama…” (…)
ROTOLO aveva quindi individuato in LO PICCOLO Salvatore un
potenziale pericolo, e non poteva permettere che il “Capomandamento” di
“Passo di Rigano – Boccadifalco”, dal quale si sarebbe aspettato totale
appoggio, assumesse un atteggiamento possibilista su una questione tanto
delicata:
ROTOLO:
(…) Dopo quello che tu hai visto…io ti ho detto: certe
volte si può essere, si possono fare le cose per
stupidaggine
BONURA:
Tu, tuo cognato e quelli presenti…lo sa Dio quanto gli
abbiamo voluto bene a questi MARCIANÒ
ROTOLO:
Siii…non si parla di questo
BONURA:
No, no, ora devi stare zitto, mi sono spiegato? Vediamo
come… la possiamo raddrizzare? (ride) Non
fare….dammi una mano
ROTOLO:
Ma raddrizzare cosa?
SANSONE Giuseppe: Non è che ci sono cose…
BONURA:
Mi sono spiegato?
SANSONE Giuseppe: …però sicuramente non si può continuare in questa
maniera
BONURA:
Esatto, mettiamoci un punto, mettiamoci una come si
chiama, però questa tiritela deve finire. Io ho finito
ROTOLO:
Io di ho detto l’altra volta a te che se questo non fosse
stato un MARCIANÒ il discorso sarebbe stato diverso!!
BONURA:
E lascialo stare, questo è MARCIANÒ e allora
ROTOLO:
Ma infatti…il discorso che ti sto facendo io è proprio
questo io lo considero scemo, non gliene posso…
perché se lo considero scaltro… (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
175
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il MARCIANO’ veniva quindi risparmiato, sia in virtù del
prestigio che la sua famiglia godeva in seno all’organizzazione “Cosa
Nostra”, sia perché non era stato ravvisato dolo nel suo comportamento. Si
evidenziava tuttavia la profonda amarezza di SANSONE Giuseppe e
ROTOLO Antonino per avere essi stessi proposto ed appoggiato la sua
nomina a “Capomandamento”:
ROTOLO:
(…) Lui non deve camminare più!!
SANSONE Giuseppe: “ù SIRCHITIEDDU” va facendo poverino…
SANSONE Gaetano: E fallo stare… fallo stare....
ROTOLO :
Ma perché, dipende…?
SANSONE Gaetano: Anche perché…
ROTOLO:
Ma scusa, di fronte a quello che ti ho fatto sentire…
SANSONE Giuseppe: No, secondo me noi solo una cosa possiamo fare, scusate
se io… vi voglio dire… gli dobbiamo comprare noi a
questo quattro blocchetti di questi numerati per fare le
fatture che faceva prima e voglio dire un’altra cosa,
siccome il primo sono stato io a fare il nome suo
No, siamo stati tu e tutti d’accordo
BONURA:
SANSONE Giuseppe: E lo dico sempre… io il primo e poi tutti il resto
d’accordo
No, va bè, da qua è partito, onestamente…
BONURA:
SANSONE Giuseppe: Noi altri abbiamo deciso questa cosa perché pensavamo
che era.. quanto di meglio, diciamo, in quella piazza
c’era, mi sono spiegato? Però non pensando che
purtroppo è uscita fuori quella vena truffaldina che
purtroppo ha dentro, lui è un truffaldino. E nato
truffaldino e continua a fare il truffaldino, quindi
fatture… e lui mangia
Ed ancora, in un successivo passo della registrazione:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Lo vedi per esempio….talmente, diciamo non è
all’altezza della situazione che lui essendo per ora che
regge, il “mandamento”, quando tu mi hai detto: “sono
questi torrettesi che sono sempre parenti di lui, quello
che avrebbe dovuto dire?”
Io ti ho parlato bene del BRUSCA, poi per il resto…né
riconosco né…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
176
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
Si, dico: ma lui cosa avrebbe dovuto dire? Io parlo per
MARCIANÒ, avendo al petto (incomprensibile):
“sentite qua signori miei, non c’è niente da fare”! (…)
ROTOLO raccontava poi quanto accaduto nel corso di un incontro
- scontro avuto con Vincenzo MARCIANO’, il quale, non ritenendo
evidentemente sufficiente quanto ROTOLO gli diceva sul conto
dell’INZERILLO, chiedeva di conoscere il parere di
Bernardo
PROVENZANO.
Il brano risultava particolarmente importante perché conteneva
un’ammissione di responsabilità del ROTOLO rispetto alla sua
partecipazione all’eliminazione degli INZERILLO:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Lo sai tu cosa ho fatto una giornata qua? Ora ti
racconto! Lo metto a conoscenza di tutta la situazione e
gli dico: “Informa a Franco e a Tanino, informali
perché può essere che di queste cose non ne sanno
parlare, informali tu che ti sto informando del fatto di
Sarino…”
Io non so chi me lo ha detto…dice che io ero presente e
ha detto che mi sono preso l’impegno, gli ho detto: “ ma
chi è che… chi lo dice questo discorso che io ero
presente e mi sono preso l’impegno?”
Ascolta…allora lui, ad un certo punto io, lui mi
domanda a me: “ma dimmi una cosa, ma quello lo sa?”
Non ti seccare…io gli devo dire se quello lo sa o non lo
sa… gli dico: “qual è il problema”? (incomprensibile)
“Senti qua Enzo, io non ho motivo di mettermi in
contatto per lui per questa cosa, siccome so come va ed
io sono uno che ho partecipato a queste cose e ho avuto
pure i danni per questa cosa, allora non ho bisogno di
parlare con nessuno, io ho bisogno di sapere come
stanno le cose! Quindi non è che io parlo per mia
bocca…io parlo per quelle che sono le cose stabilite da
altri, ed io voglio mantenere le cose che gli altri hanno
stabilito, io non sono nessuno per modificarle, ed
allora…”
E questo è quello che….
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
177
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
SANSONE Giuseppe:
“….tu vuoi fare una cosa?” Gli dico io a lui, glielo do
io a lui il suggerimento, “faglielo sapere….dato che…tu
hai questo pensiero…” Cioè, non ti basta quello che ti
sto dicendo io? Perché, ripeto, sei scemo
Mettila sotto questo profilo..
Perché se io te lo sto dicendo vuol dire che…
Non la vedere sotto la malvagità
Che faccio per i cazzi miei? (…)
La lettera del MARCIANO’, a dire del ROTOLO, aveva reso
ancora più confusa la situazione, ingenerando nel PROVENZANO il
dubbio tra i due capi mandamento non corressero buoni rapporti:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) E’ giusto? Vuol dire che io… “scrivigli”, tanto è
vero che lui fa nascere un equivoco, “quello”… perché
questi sono gli ultimi, questi sono gli ultimi, questi sono
gli ultimi, perché “quello” mi manda a dire: “ma che
hai cose tu hai cose con i MARCIANÒ?” “Io? No i
MARCIANÒ siamo in buonissimi rapporti”
Che fa scherzi, che stiamo scherzando….
Dico, capito? E io gli dico: “no, con i MARCIANÒ
siamo in buonissimi rapporti”. – “No, siccome ho
visto… come se…” – “No, no”. Tant’è che questo
Nicola, quando se lo sono portato la prima volta…
L’ultima e (incomprensibile)
…che c’è stato, che io sapevo, è giusto? Anche perché
si sono portati…
Meglio non sapere
No, lo sapevo, perché si sono portati ad uno da me
quindi… hanno avuto di bisogno e mi sono messo a
disposizione. Sono ritornati, tutte queste belle cose, mi
ha mandato un giubbotto mi ha comprato là un
giubbotto a me, che mi arrivava qua…
(ride)
Perché lui si ricorda forse di quando io avevo
vent’anni, eh… e in sostanza, quando è ritornato,
questo Nicola, mi viene qua con Ciccio
E questo perché si è ammazzato questo?
Perché, secondo me, ha letto che non aveva più,
diciamo, dove andare. In sostanza… “lui”…mi scrive a
me sempre dietro pressioni… perché questo Nicola il
favore glielo poteva fare alla grande
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
178
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
SANSONE Giuseppe:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
SANSONE Giuseppe:
ROTOLO:
Lo so, e lo so senza avere parlato…senza avere
conosciuto mai Nicola
Mi senti a me?
Perché il Sandrino gli andava a raccontare tutte cose a
Enzo
Certo
Dice: “no, quello si è impegnato…”
No, si è impegnato niente, si è impegnato niente!
No, i discorsi che io ho sentito, non facciamo che…
Si, ma non è vero!
…io ce ne posso togliere, no mettere…
Quello glielo voleva fare…
Si, ma si è impegnato… non si poteva impegnare
In detto complesso contesto si inseriva il tentativo di colpo di mano
del MANDALA’ il quale, a dire del ROTOLO, approfittando della
particolare vicinanza con il latitante durante la sua degenza, lo aveva
indotto a scrivere una missiva per tentare un ammorbidimento delle sue
posizioni:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA :
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
SANSONE Giuseppe:
ROTOLO:
(…) Questo… Nicola va a fare pressione da coso, e mi
porta un biglietto, lui personalmente. Apro questo
biglietto, leggo e c’era messo… io capisco che non sono
parole sue, cioè… era una richiesta di lui perché me lo
aveva detto pure a me a viva voce, perciò lo vedo che
sono parole sue…e quello mi scrive…
Picciotti, qui dobbiamo cercare di fare il meno danno
possibile
Mi senti a me…e quello mi scrive…
Apriamoci gli occhi e vediamo…
“Lo sai, lo sai…dopo ventitre anni, dopo ventiquattro
anni…” Questo però lo scrive a me, è giusto? E allora io
prendo e gli scrivo nuovamente, e gli dico:
“senti…siccome io conosco la storia del tuo paese e la
storia tua personale, e se non mi ricordo male…”
Allora quello vero lo voleva aiutare
Senti, altro che lo vuole aiutare, voleva convincere….
Dopo ventitre anni…..
Voleva convincere a me…
… a cambiare quelle cose…
Perché… perché quello, mischino, nelle condizioni che
era, nelle mani di questi e quindi… io lo capisco questo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
179
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
discorso, quelli lo avevano tutta la giornata a
“munciuniare”, perciò piglia e gli dico: “conosco la
storia del tuo paese, la storia tua personale e se non mi
sbaglio…uno
nelle
stesse
condizioni
di
questi…cinquant’anni dopo, appena ha messo piede non
gli avete fatto vedere la notte” Lo hanno ammazzato
verso mezzo giorno nella piazza, che fu quello, il
PALAZZOLO/PALAZZOTTO . Ora… infatti poi lui
mi scrive di nuovo e mi dice: “io non mi posso prendere
nessuna resp….se qualcuno ti dice che io mi sono preso
responsabilità scrivimi perché io….”
Poi studiamo assieme come…l’imbarco di questi
signori…
Dice: “ questi, se io…”
Perché poi li dobbiamo sorvegliare in modo un po’
particolare
Perché?
Perché se se ne devono andare…non è che ci devono
prendere per fessi che se ne devono andare….
Perché là non li abbiamo i corrispondenti? Loro là se
ne devono andare e poi noi là ci mandiamo un
persona…
E dimmi una cosa: e se questi là non ci vogliono
andare..e vogliono andare da un’altra parte?
Loro se ne devono andare dall’Italia
Minchia, non lo sapevo questo…perché là non possono
entrare….
No, l’impegno e che loro in Italia non devono stare, poi
se loro ci vogliono stare, Franco…
Quello che viene si prendono…
…e secondo dove si trovano gli arrivano due
revolverate… anzi ti dico la verità… se se ne vanno in
Italia meglio è…
No, no, questo è stato…..
…perché se sappiamo dove sono ce ne liberiamo, ci
leviamo il pensiero
Va bene (…)
La fermezza del ROTOLO non lasciava spazio a dubbio alcuno
circa la sua intenzione di liberarsi in via definitiva da quella che riteneva
una potenziale minaccia, la rappresaglia da parte degli INZERILLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
180
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il successivo 11 agosto 2005 (cfr. all.to n.10),
l’appartamento di Via atonia ,
presso
BONURA incontrava MARCIANO’
Vincenzo, al quale raccontava brevemente il contenuto dell’incontro del
martedì precedente.
Conversazione del 11.08.2005 ore 09.45
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Non vuole questo contatto!
No, non vuole il contatto, non vuole proprio che… ti devi
levare tu, ci devi mettere a tuo fratello, fare e dire, eccetera,
eccetera
Dice, mio fratello dice: “o io o tu, dice, che cambia?”
Si, ma noi facciamo, gli diciamo che c’è lui…
Ah, va bene!
…e ci sei sempre tu. (…)
Ed ancora:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) E perciò io voglio una cosa, io voglio che tu ci fai fare un
biglietto a Giovanni, quando te lo dico io però, perché ora
vediamo Tanino che… Tanino è dovuto scappare perché è
stato fino all’una e poi se ne è andato per il fatto di sua figlia.
Ora io gli dico a Tanino: “Tanino (pausa di silenzio)” dico,
perché il discorso da fare è solo questo, perché c’era don
Pinuzzu…
Quello che mi ha disturbato a me è che è da un anno che
questo è uscito, mai un saluto.
Chi è?
(incomprensibile)
A conforto di quello che state dicendo tu, quando è morto suo
padre, io sono… l’ho assistito fino alla morte, quando è morto
mio padre, nemmeno mi è venuto a fare le condoglianze, vuoi
sapere di più?
No, no!
E non erano questi tempi
E non erano questi tempi!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
181
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
E poi sai… Enzo, io vorrei dire una parola, avantieri lui ti ha
detto una parola che a me… mi ha schiacciato… mi ha detto,
dice: “tu lo sai che li ho sempre vicini i miei cognati…” non li
deve mettere… i miei cugini… dice: “no! Ora siamo in una
posizione diversa”, a dire: “o fai quello che ti dico io o ce ne è
per te”, mi sono spiegato? Me lo ha fatto pesare. E io…
vediamo se don Tanino oggi me lo ripete questo discorso che
non è lui. Tutto quello che ci combinano a Palermo, fare e
dire, è lui! mi sono spiegato? Perché io l’ho mandato, gli ho
detto: “senti…” la prima volta che ci siamo visti, mi ha detto
come ha detto a te: “perché tu non hai il capo mandamento?”
Hai visto!
Ora gli ho detto: “io ti faccio un appuntamento con Giovanni
e parlate con Giovanni”
Giovanni non si può muovere perché…
No, però… ma lui nemmeno lo vuole perché ha problemi
Minchia, ma se mio fratello Giovanni (incomprensibile)
Va bene! Non è il caso. (…)
BONURA aveva quindi percepito che ROTOLO gli aveva fatto
pesare la sua nuova posizione, certamente di maggiore rilievo in questo
momento storico rispetto a quella del sottocapo della famiglia dell’Uditore,
ed aveva intenzione di chiederne contezza a “Don Tanino”, Gaetano
SANSONE, suo “capofamiglia”.
Va per altro rammentato che nell’incontro del 04.08.2005
(cfr.all.to nr. 23) , “Nino” ROTOLO ed il “Capomandamento” di “San
Lorenzo”, “il Dottore” CINA’ Antonino, erano d’accordo sul fatto che il
mancato allineamento di BONURA e SANSONE rispetto alla vicenda
degli “scappati”, avrebbe comportato conseguenze senza dubbio per loro
negative sintetizzate nell’espressione: “ perché qua il discorso qual è? Io a
loro li voglio fare salvare, perché altrimenti …(…)… a “mollo” loro, a
“mollo” mio cugino “Tanino” …”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
182
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
I due parlavano poi della lettera che PROVENZANO aveva inviato
al ROTOLO, e BONURA ipotizzava che la lettura del testo non fosse stata
obiettiva, ma che ROTOLO avesse letto solo quanto interessava lui:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANO':
(…) Dirti… e poi ha iniziato… mi ha fatto vedere la lettera…
“ru ziu”, e… però mi leggeva quello che gli interessava,
perché da quanto ho capito, u ziu…
È in contatto
Si, no, in contatto però…
Si, ma lui si trova pure… lui si trova pure tra due fronti, come
mi trovo tra due fronti io… (pausa di silenzio) ed era sullo
stesso tenore di quella di la?
No!
A tipo come la leggeva lui?
No, dov’è che lui ha perso il cervello proprio che… dice: “ti
faccio leggere e che… che tu gli hai scritto allo zio che
eravamo tutti d’accordo”
Noi si.
Dice: “ma voi, tu d’accordo eri, non eri d’accordo?” Parlando
di me, di Tanino eccetera
Allora c’era un discorso…
… senti qua gli ho detto: “forse tu…”
Ne ho parlato con te, con Tanino, con u zu Pinuzzu BRUSCA,
ne ho parlato con quelli della Torretta, ne ho parlato con mio
fratello Giovanni…” (…)
Di fatto quindi PROVENZANO si trovava tra due fronti opposti,
come d’altronde il MARCIANO’, quest’ultimo tuttavia riteneva di non
avere agito avventatamente, essendosi consultato con persone che, oltre ad
una maggiore esperienza, avevano una conoscenza diretta degli eventi
legati all’eliminazione degli INZERILLO.
Tra questi infatti, oltre al BONURA, al SANSONE Gaetano ed al
proprio fratello Giovanni MARCIANO’ annoverava gli esponenti della
famiglia mafiosa di Torretta e lo “Zù Pinuzzu” BRUSCA, vero e proprio
decano del “Mandamento” di Boccadifalco.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
183
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Questi si identifica per BRUSCA Giuseppe, nato a Palermo il
22.05.1927, indicato da numerosi collaboratori di giustizia quale
“Consigliere” della famiglia mafiosa di Boccadifalco, al quale, dopo
l’eliminazione di “Totuccio” INZERILLO, era stata affidata la “reggenza”
del "mandamento" insieme a Giovanni MARCIANÒ e a Rosario
SANSONE , prima della nomina di BUSCEMI Salvatore.
Doveroso, a tal proposito, riferire in ordine ad un servizio di
osservazione effettuato da personale di quest’Ufficio in data 21.09.2004
(cfr. all.to n. 27), che consentiva di documentare una riunione tra
MARCIANO’ Vincenzo, BRUSCA Vincenzo, BRUSCA Giuseppe,
SIRCHIA Giovanni e MARCIANO’ Maurizio, genero di BRUSCA
Giuseppe, nonché nipote del MARCIANO’ Vincenzo.
BONURA raccontava poi al MARCIANO’ di avere ricostruito al
ROTOLO i vari passaggi della vicenda, e di avere ipotizzato che dietro le
quinte potesse esserci la mano del “dottore”:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) “Quello che sapeva la verità, gli ho detto, era Enzo
BRUSCA, per cui io l’ho fatto chiamare, ho chiamato pure a
tuo cugino, l’ho fatto ascoltare” dice: “Frà, ma quello non era
uscito!” “No, forse doveva uscire, mi aveva dato
l’autorizzazione…” dice: “ma per venire ed andarsene”. Gli
ho detto: “senti, arrivati a questo punto, secondo le lettere che
abbiamo, che abbiamo scritto noi, che abbiamo letto noi, gli
ho detto, non c’è più niente da fare e se ne devono andare, su
questo non c’è dubbio, però…” dice: “è poi se ne andato dice,
da… dal LO PICCOLO”
No!
Aspetta un minuto, aspetta un minuto gli ho detto, questo per
dire le stesse parole, ah! “Vedi che dal LO PICCOLO, gli ho
detto, vedi che ci andava Lorenzino che è in contatto
giornalmente e sono parenti e qua gli ho detto, non so se c’è
mano pure “ru dutturi”, è una cattiveria mia quello che ti
dico, però non ho prove (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
184
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Tale affermazione risultava oltremodo utile per comprendere come,
neppure l’espertissimo BONURA, avesse compreso che il processo di
riorganizzazione della struttura di “Cosa Nostra” palermitana era condiviso
da ROTOLO proprio con il “Dottore” CINA’.
BONURA invitava poi il MARCIANO’ ad accettare quanto stava
accadendo, in attesa di consultarsi con SANSONE Gaetano, ed insisteva
affinchè provvedesse a fare partire subito gli INZERILLO, pur astenendosi
dal rivelare che ROTOLO li aveva messi a conoscenza, nel corso della
riunione, dell’esistenza di un vero e proprio“programma” per la loro
eliminazione:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Ormai la cosa è che se ne devono andare. Ed allora io
vorrei fare, concordare con te una cosa, intanto noi non ci
siamo visti.
Ma io addirittura, io avevo pensato, ho detto: “ora vediamo di
racimolare qualche cinque milioni, glieli do a quello, gli dico,
vedi di andartene per ora e poi se ci sono risposte, poi se ne
parla, ma vattene!”
A chi?
A Franco! Quello per ora ha la sorveglianza, appena
finisce… (…)
Vincenzo MARCIANO’ avrebbe quindi provveduto a fornire a
INZERILLO Francesco, “Franco ù truttaturi”, la liquidità necessaria per
una partenza immediata, invitandolo a partire ed a restare in attesa di
disposizioni. Per quanto invece attinente alla posizione di “Sarino” la
partenza sarebbe stata rimandata al momento del termine della misura di
prevenzione.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
185
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Sebbene a malincuore, il BONURA si trovava quindi a dover
accettare la decisione del ROTOLO di “destituire” il MARCIANO’ dalla
sua carica, aspettando di concordare con SANSONE Gaetano la strategia
da adottare:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Io ora parlo con don Tanino…
Minchia è una bugia quanto una montagna!
Infamone… però “vedi che qua, vedi comando io, va,
parliamoci chiaro”.
Questo è… la mia presa di posizione arrivata ad un certo
punto, di dire, è stata questa, dico: “ma insomma è possibile
che dico per dire, ci dobbiamo abbassare i pantaloni senza
nemmeno essere pregati?”
Perché…
Perciò dico, stando così le condizioni non è che…
… perché dov’è che questo vuole… te lo dico così come…
… perché questo è, dico per dire, questo è una spina nel
fianco quanto una pala di fichi d’india!
Va be.. ascolta un minuto, te lo dico perché… no, è che tutte
cose si devono mandare a dire a lui, lascia stare! C’è stato un
minuto che lui leggendo, quello, parlava di perdono, di chi, di
come, di quando, u ziu, u viecchiu e allora lui prende e mi
dice a me: “io lo so come perdonano loro, che dopo
cinquant’anni che mancava uno dal paese, appena è arrivato
dice…” allora loro la volevano coprire…
No,
…no minchia, perché tu sei… sei ngurdu di… nel leggere le
cose, quello parlava pure di perdono, però fu un trafiletto…
E lui fa un’osservazione
E lui mi dice: “lui parla di perdono, dice, che dopo
cinquant’anni che uno è rientrato al suo paese, dice…” allora
si vede che è stato lui ad aizzare questa situazione, però questa
è una mia considerazione, mi posso anche sbagliare (…)
MARCIANO’ prendeva atto della posizione del BONURA
sottolineando al contempo come, in ordine alla vicenda INZERILLO, la
voce del ROTOLO, ancorché autorevole, aveva costituito, secondo il suo
punto di vista, l’unica nota stonata nel coro di generale consenso al rientro
dell’ultimo INZERILLO “scappato”, “Sarino”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
186
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) È chiaro il discorso, perché quello ha mandato a dire,
quello ha mandato a dire: “si, stiamo sistemando, non ti
preoccupare, state tranquilli, si stiamo…” se io ti faccio
leggere, io, diversi passaggi che mi ha fatto sentire, “quella
cosa, non ti preoccupare che sta camminando”. E allora…
di questa cosa
perché tutto il danno diciamo noi,
ingarbugliata lo sai da dove nasce? Nasce da quando io gli ho
fatto fare questo contatto, Sandrino con il MANDALA’
Si!
Da qui è nato tutto…
Il MANDALA’ si c’era messo… il MANDALÀ gli si era messo
per aiutarlo
Certo, però io dubitavo sempre se questo faceva il doppio
gioco, va bene? Questo, dico per dire, fino a Natale, che mi
viene a trovare, mi porta un capretto, mi fa gli auguri poi
(incomprensibile) dice: “per quanto riguarda il discorso, dice,
dice, quello, u Sarinu…” e difatti è sceso per la settimana di
natale, per la settimana di capodanno, dico, le date sono
precise, “… che quanto prima sarà ufficializzato. Mi ha detto
u ziu di stare tranquillo, auguri, auguri” e poi c’è stata a
“calata i tila” a gennaio, quello che è…
Ora, aspetta un… io vorrei fare una cosa…
… nel frattempo che fa poi, quando c’è stata a calata i tila,
(pausa di silenzio) pu zziu ed era un poco… che ti ho detto è
ambigua, ambigua (incomprensibile)
Quella che ho letto io non c’è niente di…
Questa è stata l’ultima, perché sono state due volte, quella e
questa, perché dice che lui certe cose non le sapeva. Poi quello
si sentiva, dico per dire, tradito… ecco dove è stata la mia
sincerità, di non fare lo sgarbo ne ad uno e neanche all’altro,
ma, dico per dire, perché poi c’è stato il discorso, dico per dire,
che c’era la parte… quella che abbiamo dentro da noi, chi è?
E mi sono sentito come per dire preso di… da quello che se ne
deve andare, quelli che hanno fatto una posizione per cercare
di… perché hanno il parente, sono parenti, io sono il più
estraneo di tutti e l’ultimo arrivato.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
187
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Prendendo le mosse dalla precedente constatazione, i
due si
lasciavano quindi andare ad alcune considerazioni poco lusinghiere nei
confronti di SANSONE Giuseppe, “Pinuzzu ù gettone”, e del ROTOLO
Antonino, del quale sottolineavano la cattiveria, arrivando a definirlo come
“un folle”:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANO':
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Senti se noi abbiamo…
Te lo lascio descrivere a te quello che è..
No, a me non mi devi dire… io li conosco bene. L’unico che
oggi, ancora, non so fino a quando tiene, e sto parlando con
me stesso, è Tanino, no suo fratello perché è più tinto degli
altri
Si, questi sono stati quelli che hanno fatto “arruttatini”.
Perché non si vede l’atteggiamento dico per dire, come dice
lui, manco lo saluto... Minchia, è da un anno che questo è
uscito ! Vedi che io, la delusione per me è stato lui, perché lui
avrebbe dovuto, dico per dire, sentendo arruttari a suo
cognato, avrebbe dovuto avvicinare e dire: “Enzo vedi che…”
“… tu lo sai che sono stato io”! Gli ho detto: “si vero è, gli ho
detto, perché c’è stato qualcuno contrario quando hai
nominato ai MARCIANÒ dico per dire”
Ma questo lui non è che me lo può fare pesare oppure mi può
ricattare?
Comunque, fino a quando non ci sono situazioni diverse noi
siamo nelle mani…in cattive mani siamo! Lui parla che questi
se ne devono andare dall’Italia non…Che sia chiaro, devono
stare in America,
C’è quello, c’è quello Sarino che se ne vuole andare in America
Si, si.
Il Franco non lo so
Si, in America perché la c’è il NAMIO (fonetico) che ne
risponde di questi, che allora dice che…
Ma forse non c’è più
Ma che ne so, a me… che andassero buttare sangue loro e
quelli pure (…)
Ed ancora:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) … lui ha avuto una vita… ora ha finito con te e ce l’ha con
me, perché con qualcuno la deve avere
… e io la prima volta gli ho detto: “io non… “
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
188
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
perché gli atteggiamenti, dico per dire, arruttatini che hanno,
i propositi che fanno, a tipo che, tu eri il signor BONURA, io
sono sicarrieddu, e dico, gia questo significa che c’è…
No, io ti dico una cosa, il Signore mi deve perdonare, ma lui al
nostro livello non ci si può mettere mai, mai!
Folle è! Folle (…)
BONURA confidava addirittura al MARCIANO’ che neppure Totò
RIINA, “ù curtu”, ne sopportava gli atteggiamenti arroganti, dovendo
tuttavia prendere atto del fatto che il ROTOLO si trovasse oggi
una
posizione di superiorità, ribaltando le posizioni che i due avevano avuto in
passato in Cosa Nostra :
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
(…) Mi devi credere sono sconcertato, amareggiato, con i
dolori nella pancia, mi sento, dico per dire, di avere a tipo
sentenze, giudicato, ma di che cosa?
Ma da chi?
Dov’è il mio… il mio… il mio fare dov’è
Ragione hai, hai ragione
Ed io, dal primo momento ho detto: “a me non piace perché
(incomprensibile) i nostri discorsi, le nostre cose che sono eeee,
minchia tutte raccontate…”
Non ci potevamo muovere, non ci potevamo muovere, non lo
potevano sopportare né ù curtu, ne quello a lui, ora si trova
in una posizione…
(incomprensibile)
(incomprensibile) quando mi dice: “tu lo sai che sono stato
sempre vicino ai miei cognati, ai miei cugini, eccetera, ora
siamo in una posizione diversa” cosa mi sente dire? Ora sei tu
il sotto, mi sono spiegato? (…)
A testimoniare le impressioni del BONURA sul nuovo ruolo
assunto dal ROTOLO interveniva la conversazione che, quella stessa
mattina, era in corso nei pressi della sua abitazione, dove aveva ricevuto
come di consueto il “Capomandamento” di “San Lorenzo”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
189
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
L’ordine del giorno della riunione, che rivestiva eccezionale rilievo
investigativo, era la necessità di ridimensionare l’influenza del LO
PICCOLO all’interno di Cosa Nostra e quella, conseguente e coerente con
il progetto di riorganizzazione della consorteria mafiosa, di pretendere il
rispetto del ruolo di CINA’ Antonino quale capo – mandamento di San
Lorenzo, ruolo che invece il LO PICCOLO reiteratamente, mostrava di
ignorare, rifiutando di incontrarlo e continuando a porre in essere condotte
e ad esercitare di fatto su quel territorio funzioni proprie di un capo –
mandamento.
A tal fine i due si proponevano di scrivere al PROVENZANO in
quanto addebitavano la crescente ed ingiustificata influenza del LO
PICCOLO sul territorio ad un generale convincimento che questi agisse
come persone “ intima “ del capo di Cosa Nostra. (cfr.all.to n. 28)
Conversazione del 11 agosto 2005 ore 10.18
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
CINA’ Antonino, “Nino”;
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Esatto, gli devi dire: “io i discorsi che ho fatto li ho
fatti per questo, per quello, per quello” gli dici “ora qua
siamo arrivati al punto che non ci posso parlare più
neanche io, a me non mi riceve, a me qua, a me là” e…
prendi una fotocopia di questa lettera che ti ha
mandato…
Esatto, e gliela mando…
E gliela mandi. Gli dici: “se… vedi… vedi…”…
“Leggiti questa cosa”…
“Leggiti questa cosa” gli dici…
“E vedi i toni come cambiano”…
“E vedi” gli dici “cosa mi scrive a me” gli dici “in una
cosa chiusa di cinque miliardi mi manda venti milioni a
me da… da me”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
190
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
“Me li manda che senza dirmi niente che quello a sua
volta se li è fottuti e ora dobbiamo vedere chi… ”
“No” ma, gli dici “e poi dentro casa mia… questo dentro
casa mia, lui mi chiude il discorso” gli dici “quindi…
siccome io penso che questo sia cresciuto…”…
Uh uh…
“… a nome tuo, perché vedi che questo va dicendo…”
Questo poi glielo scrivo pure io, gli dici: “vedi che
questo va dicendo… questo va camminando che la gente
gli da tutta questa retta…”
(inc.)…
“… perché gli pare che sia…”
(inc.)…
(inc.)… “ persona tua intima”
Personale
“Eh, ma qua tu questa cosa la devi chiarire” cioè gli devi
dire questo, che qua esistono i mandamenti “che non è
cambiato niente, che Nino e Totuccio e Pippo… che qua
lo vogliamo bene tutti, qua ci siamo tutti vicini”, cioè,
non so se…
Le cose… è finito tutto, (inc.) sempre buoni (inc.)…
Noi a questo non lo ripigliamo se no, hai capito… (…)
Una delle accuse al LO PICCOLO destinate ad essere portate
all’attenzione di PROVENZANO riguardava la “chiusura” sul territorio di
competenza del CINA’, (sic)“da me”,
di un affare, verosimilmente
un’estorsione, dell’ammontare di cinque miliardi, dei quali egli aveva poi
inviato al CINA’ soltanto venti milioni.
A margine dell’argomento centrale della loro conversazione, i due
introducevano un riferimento di straordinaria rilevanza, in funzione della
analisi della strutturazione attuale dell’organizzazione.
ROTOLO
infatti
suggeriva
al
CINA’
di
ricordare
al
PROVENZANO l’immutata esistenza dei “Mandamenti”, collegando il
concetto ai nomi di “Nino”, “Totuccio” e “Pippo” i quali si identificano con
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
191
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ogni probabilità per il “Capomandamento” di “Resuttana” detenuto
MADONIA Antonino, per quello di “San Lorenzo” BIONDINO Salvatore,
e quello di “Porta Nuova” CALO’ Giuseppe, tutti componenti di rango
dello schieramento “corleonese”.
Va infatti evidenziato che dalla globalità delle intercettazioni a
carico del ROTOLO si evince che la “politica” dell’organizzazione mafiosa
prevede il mantenimento della carica per i “Capimandamento” detenuti, e
la sostituzione attraverso delle “reggenze” di esponenti dello stesso
schieramento che potessero garantire la continuità.
Il ROTOLO ed il CINA’, proseguendo nella loro conversazione,
concordavano
inoltre
di
fornire al PROVENZANO informazioni
convergenti sui comportamenti del LO PICCOLO sia in ordine alla
nomina, ritenuta illegittima, di DAVI’ Salvatore quale capo – famiglia di
Partanna – Mondello come pure relativamente al suo insistito rifiuto di
incontrare il CINA’, cosa considerata molto grave all’interno di “Cosa
Nostra”:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Quindi noi restiamo così, scriviamo (inc.)…
(inc.)…
Io gli scrivo, diciamo… dicendogli di questa fattetta tua…
E ora…
(inc.)… tu mi ha detto aspettiamo il dottore, il dottore è
venuto (inc.)… abbiamo parlato con il dottore e questo non
si comporta bene con il dottore, perché il dottore è da un
anno che è libero e… quanto ha? Un anno ce l’ha che gli
scrivi?…
Minchia un anno e mezzo…
Un anno e… e lui non si ci è incontrato neanche una
volta… tu pensi che questo sia una cosa corretta che questo
(inc.)…
(inc.)…
E poi… (inc.) in ultimo…
Appena nominano un cristiano, va nominando cristiani nel…
va nominando cristiani nelle borgate, a Partanna gli ha
messo a Totuccio DAVÌ praticamente…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
192
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
E poi… esatto… è giusto…
E poi va domandando cose che mi interessano a me e a lui
non gli interessa niente…
Esatto…
Cose scorrette, comunque…(…)
Mentre il CINA’ valutava la possibilità di parlare direttamente con
il LO PICCOLO piuttosto che fargli arrivare un segnale di rottura, il
ROTOLO, che certamente vanta un’esperienza strettamente “criminale”
maggiore del neurochirurgo, suggeriva di organizzare un incontro con
Bernardo PROVENZANO per affrontare direttamente la questione:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Io mi permetto di insistere e di… noi dobbiamo fare una
cosa… scriviamo… lascia stare il mondo come si trova… se
ti devi incontrare con quello, fatti i discorsi quelli leggeri,
leggeri… scriviamo a quello e io stesso gli dico che vi dovete
incontrare… tu gli dici che lo devi incontrare… per cose
delicatissime ci dobbiamo… dobbiamo fare in modo di
incontrarci… io gli scrivo… facci sapere tu stesso… glielo
scrivi… io glielo faccio avere io il biglietto, da queste strada,
che non è quella di là…
Uh…
E venite al più presto… tu ti devi incontrare con il dottore,
perché ci sono cose molto, molto delicate…
(inc.)…
E tu glielo scrivi pure…
Va bene… e questa è un’altra cosa…
Noi dobbiamo fare questo…
Va bene…
Questa settimana ci (inc.)… vediamo un poco, diciamo,
macchina davanti, macchina di dietro, diciamo… hai capito,
vediamo, radioline, cose, in modo che puoi camminare,
diciamo… tranquillo, và… è giusto? (…)
La registrazione veniva poi interrotta a causa di un problema
tecnico, salvo poi riprendere alle successive 11.04 quando, dopo aver
concordato le modalità e le precauzioni da adottare per l’incontro con il
PROVENZANO, i due ricapitolavano gli argomenti da porre all’attenzione
del Capo di “Cosa Nostra”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
193
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La discussione si evolveva sino a culminare in un progetto di
eliminazione dei latitanti LO PICCOLO Salvatore e Sandro per il quale il
ROTOLO ed il CINA’, nel corso del programmato incontro, avrebbero
chiesto la collaborazione del PROVENZANO.
A scatenare l’ira dei due nei confronti del LO PICCOLO
contribuivano molteplici fattori, primo fra tutti il ruolo che questi aveva
svolto nel rientro in Italia degli INZERILLO e conseguentemente il rischio
immanente che potesse diventare un solido punto di riferimento per tutti i
c.d. “perdenti”, riorganizzandone le fila in funzione di una rivalsa nei
confronti dei “ corleonesi “. (cfr.all.to n. 29)
Conversazione del 11.08.2005 ore 11,04
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
(…) queste cose tu a lui gliele devi dire pure: “senti qua,
vedi che qua siamo noi ad un punto di non ritorno, non è
che qua è… è il discorso pure della vergogna”, gli devi
dire, “con i latitanti delle altre parti, perché ogni volta…
(incomprensibile) della provincia di Palermo e Palermo si
fanno… quindi questo… noi ce ne dobbiamo uscire,
perché oltretutto può fare pure danno, quindi…”
Se non oggi domani, un domani, si
“Se non oggi un domani unendosi, gli dici, con questi
quattro… gli dici, infatti, se tu noti, lui Pippo non ne sa
(incomprensibile)”
(incomprensibile)!
(incomprensibile)! Gli dici: “sappiamo pure…” perché
glielo puoi dire, gli dici: “vedi che sappiamo pure che gli
ha detto a uno degli INZERILLO, battendogli sulla spalla:
non ti spaventare… che tempo e buon tempo non dura
sempre un tempo”. Tu glielo dici il discorso che doveva
mettere (incomprensibile, sottovoce)
Ma questo in tempi eh… gliel’ha detto? E in che contesto,
scusa?
Quando si sono incontrati, non mi ricordo il… eh… e gli
ha detto che cercavano a lui! E infatti c’era un discorso
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
194
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
che quando lo tenevano loro, vedi che nessuno poteva…
vedi che (incomprensibile), vedi che ha detto così
Sicuro, ha detto così?
Si
(sospira) Va bene
Quindi quando… quando tu gli dici questo discorso a lui…
Minchia, impazzisce
Lui…
Almeno…
Si, certo. Gli dici: “vedi come si deve fare, se ti servono
persone fidate…”
Va bene
“Eventualmente, gli dici, (incomprensibile) mandiamo a
qualcuno di questi per la cosa essere stretta stretta e
(incomprensibile). Gli dici: “Tu te ne vai da una parte, che
ci puoi andare, si fanno là e poi tu te ne vai, poi ci
pensiamo chi ci deve pensare per loro” (…)
Il ROTOLO in buona sostanza proponeva al CINA’ di chiedere al
PROVENZANO di attirare i LO PICCOLO in trappola, manifestandogli la
disponibilità ad inviare un proprio gruppo di fuoco composto da killer
fidatissimi per la loro soppressione; la soluzione veniva accolta con favore
dal CINA’, il quale auspicava che il tutto potesse avvenire nel più breve
tempo possibile:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
(…) Va bene! Speriamo che sia vicino, bello vicino, che li
potremmo fare vedere questo mese
Noi poi… facciamo questa cosa e noi…
(incomprensibile)
Ah?
(incomprensibile)
(incomprensibile) dimmi tu poi quale difficoltà
Questa è la storia, questa non è che è… è la storia
Dimmi tu quali altre difficoltà ci possono… vedi che poi
tutti… si allineano tutti con te, poi finisce il discorso,
perché poi capiscono, dopo, le capiscono dopo le cose. Poi
tu vedrai che li avrai tutti al tuo servizio
Per fare cose buone però
Ma che c’entra, per fare funzionare le cose è!
Per funzionare le cose
Nino..
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
195
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
Si perché… perché è così purtroppo… va bene
Tu… tu vedrai che quando ci sarà questa cosa con lui, poi
noi gli diciamo: “non cercate più niente”, senza… capito
Si, senza dare importanza
Non cercate più niente, a noi non ci interessano questi
discorsi
E tu pensi che finiscono tutte cose?
(incomprensibile), da tutte le parti…
(incomprensibile)
Poi noi non dobbiamo andare a dare soddisfazione a
nessuno
(incomprensibile)
Non spetta a nessuno sapere che quello…
Ok!
Nino…
La precisazione del ROTOLO sul fatto che non avrebbero dovuto
dare spiegazione ad alcuno dell’omicidio dei LO PICCOLO, confermava il
livello di vertice che i due rivestono all’interno di Cosa Nostra in questo
momento storico.
Proseguendo nella lettura della trascrizione dell’intercettazione, si
rilevava che “Don Antonino” ROTOLO metteva poi in guardia il CINA’
circa un possibile colpo di mano del LO PICCOLO, che avrebbe potuto
“mettere una tragedia” sul suo conto ed eliminarlo:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
(…) Ascolta quello che ti dico io, questa è la strada che
(incomprensibile) dimmi una cosa, io… questa cosa…
Nino, ma io non voglio essere convinto, mi devi scusare, io…
No, no, io questa cosa… io non ti voglio convincere
No, ma…
Però ti voglio dire una cosa che non ti ho voluto dire, fino a
ora. Fino ad ora non te l’ho voluto dire, ma ora… siccome
poco fa ho visto un momento di perplessità, ora tu mi dici:
“pensi che sia risolutivo?” Ora io ti dico un’altra cosa,
Nino… se questo butta di testa e ti fa preparare
(incomprensibile) a te?
Pausa di silenzio
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
196
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
Ci penso, c’ho pensato, Nino, (incomprensibile)
Senza dirti…
Questo una tragedia (incomprensibile)
Ti dico, senza dirti
Può succedere, si
Questi discorsi, che tu gli mandi a dire, gli mandi a fai
E questo dice: “minchia fastidio che mi sta dando questo,
dice, ora…”
Metti che questo, diciamo, impazzisce, per vedermi che io…
il padre… tu capisci che poi quello che succederebbe… lo
andremmo a cercare dovunque, è giusto? Ma tu dove
saresti?
Nino, vedi che io c’ho pensato
Dico, ma tu dove saresti?
Nino, io c’ho pensato, mi devi credere
E perciò ti dico
Lo sai che cosa ti dico, tu mi devi capire, sarei un cretino, tu
dovresti intrometterti là
Come?
No, e tu avresti il diritto di farlo, se io ti facessi discorsi già…
portati avanti, fattivi e (incomprensibile). Nino… (sottovoce)
prima di farmi questi sette anni di galera, fino al novantadue
facevo il medico, mi capisci?
Si
Ora sono proiettato in una dimensione che non mi appartiene,
scusami
No, t’appartiene
No, tu mi devi capire a me, non che non mi appartiene
perché non me la carico la bisaccia, la bisaccia purtroppo
me la devo caricare perché… ma non è che è stato per
merito mio, è stato perché mancano quelli che sono
meritevoli
Certo… non so
Perché, scusami, se era meritorio mio, già ci sarei stato
vent’anni addietro, è giusto, al posto di… al posto di altri
Ma dimmi una cosa…
Quindi tu, capisci, mi trovi in una situazione…
Ma tu…
Ma lo dico a te Nino, ma non per miserabilità, è perché mi
apro, tu sei una persona intelligente e io…
Però ti voglio dire un’altra cosa, tu il medico non lo puoi
fare più
No, io ti parlo della mia, della mia…
Si, si, hai avuto disgraziatamente…
Non che facevo il medico, perché i miei… le mie mansioni
erano limitate
Però…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
197
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’:
Minchia, ora abbiamo mansioni importanti (…)
Le parole del CINA’ inducevano a ritenere che il rapporto con il
ROTOLO fosse legato ad uno reciproco scambio tra la forza “militare” di
questi ed il grande prestigio dell’altro, la cui somma garantiva il
mantenimento e lo svolgimento delle “mansioni importanti” di entrambi.
Il ROTOLO, peraltro, dimostrava di non dimenticare la comune
estrazione “Corleonese” con il CINA’, e non si tirava indietro nel momento
in cui riteneva che questi corresse seriamente il pericolo di un ribaltamento
di fronte all’interno del “Mandamento” di “San Lorenzo”:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
(…) Io non so se… vedi che… se mi sono espresso, se mi
sono manifestato… non solo in questa cosa
Benissimo
(incomprensibile)! Cioè, io penso di.. a te, di averti voluto
bene e averti rispettato sempre, quando eri dottore, da
quando eh… perché per me, con i rapporti che avevo là, mi
sentivo, diciamo, di avere rapporti aperti, è giusto?
Certo
Ora là io… non ne ho altre (incomprensibile), però io mi
potrei chiudere nel mio guscio, alzare le barriere e dire:
“signori miei, qua chi deve entrare bussi”
Certo
Mi tengo quelli vicini che ho, è giusto? Ognuno i problemi
che ha se li sbriga lui! Ma tu sei mio fratello
(incomprensibile)
Nino, tu sei mio fratello e io ti voglio a te in una
situazione, come dire, di non pericolo
Certo
Di tranquillità
E così non è!
E così non è! E penso forse, forse, che con Totò
(incomprensibile), che fu sempre lui, forse dall’inizio
(incomprensibile)
perché…
perché,
capisci,
(incomprensibile)
Certo, arriva a ribaltare…
Hai capito? Perché (incomprensibile), “qua funziona…”
All’antica
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
198
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
All’antica (…)
Nel contesto, emergeva una misteriosa circostanza che avrebbe
visto protagonista il LO PICCOLO, il quale avrebbe fornito la propria
collaborazione a qualcosa ritenuta molto grave dal ROTOLO.
Ad informare il ROTOLO dell’episodio era stato il CINA’, il quale
lo aveva appreso da GUASTELLA Giuseppe, nato a Palermo il
20.06.1954,
già “Capomandamento” di “Resuttana”, indicato con il
dispregiativo “il pedofilo” a causa della sua relazione con una minore4.
CINA’ raccontava di una volta in cui egli doveva recarsi a curare
qualcuno di cui non indicava il nome, verosimilmente un latitante, ed il
GUASTELLA cercava di dissuaderlo in tutti i modi, cosa che lo aveva
indotto a ritenere che il latitante corresse dei rischi per la sua incolumità:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
(…) Specialmente dopo quando mi sento dire che questo
collaborò (incomprensibile), e ci fu quello…
Questo è pericoloso, non perché lo faceva sentitamente
ma perché gli fu chiesto e subito ha detto si
Lo so
A me non me l’ha detto quello scemo del pedofilo? Non te
l’ho raccontato?
Si, ma…
Dice: “là non ci devi andare”. E io gli ho detto: “ma
perché non ci devo andare?” Anche perché… c’era là lui,
c’era (incomprensibile). Io me lo sono fatto questo conto…
però ci sono andato con il verso, ho detto: “vabbè,
(incomprensibile), se si sente male ci vado” – “Ma se tu
non ci vai non è meglio?” – “Ma perché non ci devo
4
In data 24.05.1998, all’atto della sua cattura da parte di quest’Ufficio, GUASTELLA Giuseppe veniva
trovato in compagnia di SALSIERA Concetta, di Giuseppe e di SANSONE Maria Stefana, nata a
Palermo il 25.05.1983, con la quale egli aveva una relazione. La SALSIERA è nipote per parte materna
del noto SANSONE Rosario, nato a Palermo in data 01.01.1923, già reggente di Boccadifalco.
Quest’ultimo è fratello di SANSONE Domenico Rosario, inteso “ù nivuru”, nato a Palermo il 10.12.1914,
suocero di ROTOLO Antonino, il quale è appunto coniugato con la di lui figlia SANSONE Antonietta,
nata a Palermo il 09.06.1954.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
199
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
andare, ci sono problemi?” (incomprensibile) cornuto e
sbirro quest’altro
Chi è?
Il pedofilo
Ah, il pedofilo
Minchia questo sempre antipatia a me mi ha fatto
Minchia, che schifo, (incomprensibile)
Sempre antipatia mi ha fatto, presuntuoso, ignorante,
cafone
Se muore in galera… se muore in galera…
Disgrazie
Ma se esce pure se lui ha cento anni c’è uno dei miei…
Bastardo (…)
Successive intercettazioni avrebbero arricchito di dettagli la
vicenda sopra riportata, che si ritiene relativa al progetto di eliminazione
del PROVENZANO ad opera di BIONDO Salvatore “il lungo”, da
inquadrarsi nell’ambito della faida con i VITALE di Partinico.
Dalla conversazione si rilevava altresì che sul capo del
GUASTELLA
pende
la
condanna
a
morte
senza
appello
del
“Capomandamento” di “Pagliarelli”, legato alla famiglia SALSIERA da
rapporti di parentela, da eseguirsi al momento della sua scarcerazione,
senza limite di tempo alcuno.
Di seguito CINA’ esprimeva al ROTOLO le proprie perplessità
circa la possibilità di far cadere in trappola nello stesso luogo LO
PICCOLO Salvatore ed il figlio “Sandro”, sul conto dei quali essi avevano
assunto informazioni che indicavano il paese di Carini quale rifugio di LO
PICCOLO Salvatore e il quartiere cittadino di Cruillas quello di LO
PICCOLO “Sandro”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
200
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
(…) ora gli scriviamo… intanto gli facciamo accenni, a
questo punto, una volta che vi dovete vedere
Ma padre e figlio… padre e figlio non ci vanno là
Perché, che fa, se gli dice: “a te e a tuo figlio ho il piacere
di vedervi”
Se quello arriva là e gli dice: “non è potuto… aveva da
fare” e va solo, con la scusa… e non fai e non facciamo
niente, va bene, vai. Niente, io la faccio questa consi…
(incomprensibile)
Perché poi si deve andare là
Sapendo dov’è che è…
Certo
(incomprensibile)
Ohu...il figlio è la a Cruillas e il padre..... (incomprensibile)
il padre è a Carini e il “picciutteddu” è la.... (…)
La ricezione da parte di entrambi di ulteriore corrispondenza del
Capo di Cosa Nostra imponeva un urgente approfondimento della
situazione.
Il successivo trenta agosto 2005 (cfr. all.to n. 10), veniva registrato
un’altro importante incontro tra il ROTOLO ed il “Capomandamento” di
San Lorenzo.
Conversazione del 30.08.2005 ore 10.00
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
CINA’ Antonino, “Nino”, “ù dutturi”;
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Devo prendere una cosa (inc.)…
Si…
La premura mia è questa…
Così importante è…
(inc.)…
A me pure mi ha scritto…
Quando?…
È arrivata tre giorni fa, quattro giorni fa…
Si?…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
201
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Sempre il discorso dei soldi, minchia dice “come sei
combinato”… dice che… non ne sto capendo più niente… in
merito a questo si riferisce lui?…
No… (inc.)…
Ah…
Rimangono in silenzio. ROTOLO si allontana per prendere qualcosa.
Minuti 07.29
CINÀ:
Non funziona niente…
Silenzio. Poco dopo torna ROTOLO.
Minuti 09.13
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
Tu come stai, innanzitutto, stai bene?…
Ma insomma, ti devo domandare io tre cose con questo, oggi,
vedi… speriamo che non me lo dimentico, un concorso di
medico per mia nipote… per essere ammessa… hai capito
(inc.) vedi in fondo… lo vedi qua “carissimo” questo
discorso, quello importante di dietro è…
Questa la devi leggere pure…
Si, leggila, leggila tutta… vado a prendere l’altra cosa io…
ROTOLO si allontana nuovamente. CINÀ rimane da solo, in silenzio, a
leggere qualcosa.
Minuti 11.50
CINÀ:
Minchia che è scemo, lui lo ha fatto il danno…
Silenzio
Minuti 13.41
CINÀ:
(inc.) disgraziato, è cosa inutile…
Silenzio
A minuti 14.26 ritorna ROTOLO
CINÀ:
Sono sconcertato Nino…
ROTOLO:
Ma che ne predi?
CINÀ:
Niè, sconcertato Nino…
ROTOLO:
Ma che ne prendi?
CINÀ:
Non ha carattere, poverino… povero disgraziato, perciò
quello… è come un pallone arrivato… te lo dicevo io “è
montato da quello”… è montato da lui, perché io mi ci devo
andare a vedere, vuol dire, martedì prossimo, finalmente mi
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
202
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ha dato l’appuntamento che mi riceve, io non ci vado a questo
punto, prima di andare da lui…
Io infatti…
Che ci vado a fare da quello io?
Infatti…
Perché lui mi dice, dice: “ma a me lo ha detto quello”
(Ride)…
No…
Non ci vado, Nino…
Tu dici che glielo ha detto quello?…
Ma scusa un momento lui non lo vedi che è stato lui per come
dice: “ci vediamo io, tu e quello”…
Eh…
E che fa…
E io questo gli voglio dire, prima di tutto… che questo è un
discorso…
E gli dice: “cambia il mandamento” ma… ma…
No, prima di tutto che lui ha chiuso il discorso…
Minchia il fatto degli INZERILLO, cose…
Eh…
Ma come si permette?
È chiuso…
(inc.)…
Il discorso è chiuso… adesso la devo discutere io, lui e… e
questo, poi…
Perché…
Riciclato…
Esatto… niè, è fuori te… è fuori tema, fuori… fuori…
No, è fuori tempo…
Fuori dalla realtà, fuori…
È fuori tempo…
Non ha capito un cazzo…
Io… senti a me… lui gioca a due carte, come ha fatto
sempre…
Loro gli stanno facendo la cortesia del feudo a lui…
Si…
E basta, non gliene fotte più niente, né di me, né di te, né dei
nostri figli…
Si…
Gli interessa dei bambini suoi e neanche… forse neanche di
quello gli interessano i bambini… (inc.) un pochettino cruda,
ma la verità è questa…
Adesso senti qua, io…
Mi dispiace, minchia, ma non era così…(…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
203
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il PROVENZANO, in merito alla vicenda INZERILLO, aveva
stabilito che la decisione definitiva potesse essere assunta soltanto da un
collegio ristretto a tre, composto da se stesso , dal ROTOLO e dal LO
PICCOLO.
I commenti poco lusinghieri sul conto del PROVENZANO la
dicevano lunga sulla delusione che i due avevano provato nel leggere che il
LO PICCOLO, definito “il riciclato”, godesse di così alta considerazione
da parte del Capo di “Cosa Nostra”.
ROTOLO e CINA’, tuttavia, non avevano alcuna intenzione di
assecondare i dettami del PROVENZANO ed arrivavano sino ad ipotizzare
una “ rottura “ con l’anziano boss.
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Vabbè, noialtri continuiamo sempre…
No, io con lui ora o l’aggiusto, o la rompo… a me dispiace,
Nino…
Non ha capito niente…
Perché lui parla di me, di lui, ma perché, tutti gli altri che fa,
sono… carta straccia… ma come, la gente rovinata, in
galera… ergastolo, per questi… ci sono i morti pure (breve
interruzione audio) questi… e loro ancora discutono, io gli
devo dire: “ma quale interesse ha questo?” cioè…
È quello che ha l’interesse, quello ha l’interesse…
Quello… quello… quello…
Quello vuole prendere… quello non ha capito niente…
Quello…
Quello se lo sta bevendo, si ci (inc.) gli ha fottuto il
cervello… (…)
Ed ancora:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Adesso io dirò a lui… che non possiamo decidere niente se
non si incontra con te…
Benissimo… gli dici: “che è al corrente, come tu sai, di tutta la
storia”…
Gli dico io “noi… noi tre…” prima di tutto che gli dico
questo “noi tre” gli dico “senti, io non mi sento…”…
Di metterlo appresso…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
204
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
“di met… di mettermi accanto a lui, e neanche ti ci vedo a te
accanto a lui… poi te lo spiega chi deve venire da te…”…
Esatto… “al più presto”…
E (interruzione audio) gli dico io “è urgente che tu ti
incontri…”…
“Con centosessantaquattro”…
Le contromisure del ROTOLO prevedevano l’invio del CINA’ ad
un incontro urgente con il PROVENZANO, il quale sarebbe stato
informato di un progetto per la eliminazione sua e quella di Pietro
AGLIERI, ad opera di BIONDO Salvatore “il lungo”, “Varbazza”, già
“Capomandamento” di San Lorenzo.
L’intenzione
del ROTOLO era quella di rammentare al
PROVENZANO l’appartenenza del LO PICCOLO al gruppo di fuoco di
Saro RICCOBONO, a lui contrapposto all’epoca della seconda guerra di
mafia, segnalargli la scarsa fiducia che questi godeva presso numerosi
esponenti dello schieramento “vincente” ed al contempo insinuare il dubbio
che nel progetto omicidiario del BIONDO potesse avere una qualche
responsabilità anche il LO PICCOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) “che gli hai detto… che gli mandate a dire… che ti ho
detto io di fare con questo che questo qua, vuol dire, in mano
a Saro RICCOBONO ti voleva sparare a San Lorenzo”… e
scusa non glielo devo dire?…
Minchia!…
“In mano a Saro RICCOBONO questo ti cercava e ti
ammazzava… è miserabile” forse non lo avrebbe fatto mai, lo
avrebbe fatto adesso… se fossi stato contrario…
Eh, perché ha da ora, vedi che il discorso suo lo ha detto pure
a mio cognato e a Franco BONURA… diciamo allora…
Eh…
Quando te l’ho detto pure a te…
Si…
Dice che era una cosa, lui era convinto che doveva fare
questa cosa, che doveva cercare a lui…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
205
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Ah, quindi quello che ti sto dicendo io, quello che ti ho detto
io, và lo ha detto pure ad altri?…
Come no…
E perché lo dice? Perché si vuole scusare a senso suo?…
No, allora lo ha detto veramente…
Ah, lo ha detto…
Si, tanto è vero che… che Franco BONURA e mio cognato
Pino… c’è stato che Franco BONURA gli diceva: “hai capito
male”…
Lui (inc.)…
“(inc.) no, non ho capito male, vedi che ha detto così…”
Che questo era il discorso…
Eh…
Lui, Pietro AGLIERI…quello str… quello stravagante ru
VARBUNI( … )
Ed ancora:
CINA’:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
… e questo era il VARVA, che cercava a lui per sparargli… e
a Pietro AGLIERI, insieme con (inc.)… “io sono Dio… io
levo… io levo la vita e do la vita” ed è possibile che lo ha
detto veramente…
Si, si…
Capace (inc.) è malato questo, schizofrenico, comunque…
dunque Nino…
Minchia e noialtri ci siamo andati dietro…
Ma veramente tutti quei sacrifici, però credendoci
evidentemente, però fino a un certo punto, hai capito…(…)
Più avanti nel corso della conversazione gli interlocutori fornivano
ulteriori dati sulla vicenda indicando inoltre quale testimone il noto boss di
carini Totò GALLINA, di Giovanni e di SPARACIO Anna, nato a Carini il
01.02.1952, già reggente della famiglia mafiosa di Carini, e proponendosi
di assicurare al PROVENZANO la “eliminazione” del protagonista del
progetto omicidiario in suo danno al momento della scarcerazione.
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
“No, gli dici, ma quali tre?” (incomprensibile)
Poi si vede
Io la Noce l’ho sistemata e lui non sa niente, perché lui, lo stesso
schifio non lo sa, il LO PICCOLO non lo sa
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
206
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
ROTOLO:
CINA’:
E perché? No, perché lui le cose le sa da lui
Tu glielo devi dire, tu glielo devi dire
Certo, glielo dico
Gli dici: “certo, perché non gliele danno queste confidenze, gli
dici, non ci sono questi rapporti! Perché, gli dici, vedi che di
quelli che sappiamo i discorsi, è guardato… per quello che si è
messo le redini, (incomprensibile) con Armando, era figlioccio di
Saro RICCOBONO, che ci cercava a noi”
Non ci piace a nessuno questo!
Gli dici: “questo non ci piace a nessuno, gli dici, non solo non ci
piace a nessuno, ma noi a lui… non gli piacciamo a lui!”
Esatto!
Gli dici: “poi senti qua, vedi che questo lo ha detto chiaro che
cercava a te, non è che lo ha detto… al tempo di VITALE, gli dici,
e qualche paesano mio…” calagliela così, così lui vede che non è
un discorso di interessi!
Certo, si, si
Gli dici…
Vabbè, io glielo posso dire pure a lui il paesano mio chi era
No, e tu glielo puoi dire
“U varba” era
Gli dici… gli dici: “io a te te lo dico chi è che era, gli dici, era lui,
e questa è una promessa che ti faccio io, appena esce io lo affogo
a questo”
Questo lazzarone vero
Gli dici: “appena esce…”. Ma tu gli dici che l’ha messo lui
Certo
“Perché, gli dici, io ero in galera quando ci sono state queste
discussioni, io non le conoscevo”
La verità è
Gli dici: “appena sono uscito, curiavu: ma che siete folli? Ma che
siete pazzi? Ma che state facendo?”
Davanti a Totò GALLINA… c’è pure il testimone
Eh, questo gli devi dire, questo gli devi raccontare, che lui stai
tranquillo che appena gli toccano il culo a lui…
Poi ci pensa
Gli dici: “ma tu lo capisci che hai figli, gli dici, e tutti abbiamo
figli”
Scendono a Palermo i suoi figli pure
Gli dici: “tutti abbiamo figli, ma tu lo capisci che significa?” Gli
dici: “certo…”
Si calma… si calma… non esageriamo
Nino… vedi che quando ho letto questa cosa sono impazzito
E certo, perché, io? Pure
Vedi che io sono impazzito
Questo non ha capito niente
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
207
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il contesto generale delle investigazioni consente di comprendere
che la vicenda era da collocarsi nella guerra che i VITALE di Partinico
avevano dichiarato al PROVENZANO, avvalendosi dell’appoggio
dell’allora Capomandamento di San Lorenzo, BIONDO Salvatore,
“varbazza”.
Il ROTOLO ed il CINA’ parlavano poi della successione alla carica
di PROVENZANO, e della necessità di adottare delle regole prima della
sua uscita di scena, al fine di evitare che il LO PICCOLO, forte del suo
appoggio, potesse ritenersi il candidato prescelto per la carica:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Sarebbe buono Nino che mettessimo i puntini sulle i… i
paesi sono i paesi… e Palermo con le borgate è Palermo con
le borgate…
Io, mentre che tu eri di là, pensavo che cosa gli posso dire a
lui… gli devo dire, prima di tutto, delle grandissime
responsabilità che (inc.) e delle soddisfazioni che hanno dato,
ma anche delle amarezze che sto (inc.)…
Certo…
Però, siccome è un credo, è giusto? “Oggi all’orizzonte tu a
chi hai? Che ti può continuare a te, la continuità del tuo
paese, visto (inc.) è stato (inc.) ora quello può uscire, non
esce, tu che fai, hai settant’anni, perfetto che cosa… che cosa
pensi di produrre tu… tu fra dieci anni sei morto, perché hai
ottant’anni, forse anche nov… novant’anni e che devi
discutere tu più a novant’anni che questo scemo qua a
sessant’anni si convince che glielo hai lasciato detto tu che è
il tuo vice… e ci mette nei guai a noialtri, e che hai fatto?…
Tu la devi chiarire adesso, prima che te ne vai e ti metti in
pensione” così gli devo dire…
Si, si, si, ma tu gli devi dire pure…
Perché questa confidenza per fortuna, ce l’hai…
No ma tu glielo devi dire a nome mio…
Eh, a nome tuo, a nome di tutti, perché uno si interessa di
tutto…
No, tu glielo devi dire… tu glielo devi dire a nome mio, gli
dici “qua c’è gente… tu non le sai queste cose, ma c’è gente
(inc.)” poi dice, lui vuole sapere questi di Brancaccio, e
questo è vero, glieli hanno messi quelli di Brancaccio, ma con
l’accordo di lui, però…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
208
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
Certo…
Tu questo gli devi dire…
E quello di Termini non è quello che ha (inc.) una volta con
Totuccio…
Certo…
E quello lo va cercando, ma perché non glielo dice?
Che chi è? Questo…
Il LO PICCOLO
Eh…
Non è il cattivo che va cercando…
Si, quello…
E ce lo cerca a noialtri…
E ce lo cerca a noialtri… e ce lo cerca a noialtri… vuole
sapere da me come (inc.) così il discorso… il discorso è
confermato, c’è Brancaccio, per ora sono sponsorizzati da
loro…
È l’unico che gli è rimasto… e San Lorenzo ce l’ha in mano,
dico poi quello gli ha detto “sbrigatela tu” e lui gli avrà
detto, figlio di cacata lui… lui dice “per ora che faccio, non
c’è Nino, cose” – “Vabbè” dice “vedi tu”…
Ma vedi tu, quando tu… quando tu non c’eri...
No, no “vedi tu” e continua, lo vedi che ti ha scritto l’altro
ieri… si, confermo…
Eh… che allora parli del discorso… allora perché ora io gli
scrivo e gli dico: “non possiamo decidere niente tutti e tre, se
prima non ti incontri con centosessantaquattro… che ti deve
spiegare tante e tante e tante e tantissime cose… vedi che le
cose non sono rose e fiori per come le vedi”…
“Perché tu sei lontano e noialtri ci siamo dentro”…
Gli dico “non sono rose e fiori per come tu li vedi”… (…)
I timori del ROTOLO apparivano in particolare legati alla strategia
del LO PICCOLO il quale, dopo aver “sponsorizzato” il “Mandamento” di
Brancaccio, attraverso la famiglia SAVOCA, avrebbe potuto tirare dalla
sua parte anche gli INZERILLO, disponendo così delle forze necessarie per
scatenare una nuova guerra di mafia laddove necessario per ergersi al ruolo
di successore di PROVENZANO:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
209
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Ma che principi ha…
Ma che principi ha… al MARCIANÒ gli… te l’ho raccontato,
gli ha mandato a dire: “se ne devono andare” cose, però tu mi
riapri il discorso…
E quello che gli è andato dietro gli fa il lavaggio del
cervello…
E tu pensi che io gli faccio passare una cosa di queste, che
questi INZERILLO se gli passa e li ha a tutti nelle mani… e
fa, questo, una guerra…
E questo gli devo spiegare, lui non l’ha capito…
(inc.)… ora questo, con la testa che ha lui, se questo… se
questi… perché sono della stessa…
Si, della stessa cordata sono
Automaticamente se questi già lo hanno detto che sono
quattro gatti… questo ci vuole fare ammazzare a tutti… è
scemo lui… il primo di tutti gli dobbiamo mettere il laccio al
collo a lui, e questo glielo deve mettere lui… in modo che
noi sistemiamo da tutte le parti…
Perché rompe i coglioni questo… (…)
Allo scopo di convincere il PROVENZANO a collaborare alla
“eliminazione del LO PICCOLO, CINA’ avrebbe dovuto raccontargli
anche delle rassicurazioni che questi aveva dato a uno degli INZERILLO
ed informarlo del fatto che l’altro “ scappato “, DI MAIO Salvatore,
“curuzzu”, passeggiasse tranquillamente per Palermo.
In proposito, ROTOLO incaricava il CINA’ di riferire al
PROVENZANO che il progetto di eliminazione del DI MAIO era già in
avanzata fase esecutiva, avendone egli assegnato l’incarico a NICCHI
Giovanni, il quale era già impegnato ad acquisire informazioni sugli
spostamenti dell’ obiettivo .
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Gli dici “vedi che ti dico un’altra cosa… vedi che
questo gli ha detto a uno degli INZERILLO” dice
“battendogli nella spalla” dice “una volta che questa cosa è
chiusa (inc.)…”…
A uno degli INZERILLO o a Giovanni?…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
210
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
No, a uno degli INZERILLO…
(inc.)…
INZERILLO… so solamente che (inc.) questo Sandrino, gli
ha battuto sulla spalla e gli ha detto “non ti spaventare che
tempo e buon tempo non dura sempre un tempo”perciò…
adesso siamo arrivati che Totò DI MAIO…
(inc.)…
Viene a Palermo a passeggiare e gli diciamo: “io te lo sto
dicendo, appena lo incocciano (inc.)… vedi che ancora
non è finito niente”… (…)
Chiari riferimenti ad un avanzato progetto omicidiario in danno del
DI MAIO, progetto che vedeva impegnato il NICCHI Giovanni
nell’individuazione delle persone che al DI MAIO erano solite
accompagnarsi quando questi veniva a Palermo, si rinvengono nella
conversazione del 26 maggio 2005 tra NICCHI, ROTOLO e Nicola
INGARAO. (cfr.all.to n. 7)
Conversazione del 26.05.2005 ore 15,48
omissis
INGARAO: Certo…
ROTOLO: Comunque, dico, tu questa storia DI MAIO dico… vieni con
Totò… vieni con lui (inc.)…
NICCHI:
Ieri abbiamo saputo chi è che ce l’ha sempre e chi è che ci
cammina con lui, ogni volta che è a Palermo… FEDERICO…
ROTOLO: FEDERICO…
INGARAO: Quello dei bigliardi…
NICCHI:
FEDERICO…
ROTOLO: Con questo insieme…
INGARAO: Angelo FEDERICO… quello che ha i bigliardi… ne ha uno al
politeama, di fronte la scuola Archimede, questo è della Noce
questo picciotto…
ROTOLO: Uh…
INGARAO: E’ cugino di Raffaele…
ROTOLO: Lui…
INGARAO: Che gira alla grande
NICCHI:
E però c’è pure un’altra diceria, chi è che gli ha dato
l’autorizzazione di scendere, non sappiamo…
ROTOLO: (Ride) Lo so chi è che gli ha dato l’autorizzazione, lui è sceso e gli
ha detto…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
211
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
NICCHI:
ROTOLO:
NICCHI:
INGARAO:
NICCHI:
INGARAO:
NICCHI:
INGARAO:
NICCHI:
ROTOLO:
NICCHI:
ROTOLO:
INGARAO:
NICCHI:
ROTOLO:
INGARAO:
ROTOLO:
Ah, vero, si…
“Me lo posso guadagnare il…” e lui gli ha detto: “che guadagnati
tutto quello che…” quello…
Comunque ora abbiamo la strada per sapere ogni volta che è a
Palermo… no (inc.)… e con noi… (inc.)… tutti tramite questo,
ma a questo non c’è da dargli fiducia, perché Parrì, è sempre con
lui ogni volta che scende a Palermo e l’unico…
Chi è?
Che gli da fiducia…
Vanno a mangiare assieme
No PICONE, questo FEDERICO…
FEDERICO… no, questo Franco
No, il PICONE pensava… che (inc.)…
Allora facciamo così…
Siccome noi abbiamo saputo che questi di qua… sono… sono…
ormai questo ogni volta che scende, ha sempre fiducia in lui,
cammina con la macchina con lui, lo va a lasciare, lo va a
prendere, come si ci da…
E lo facciamo così… però (inc.)… tra una mesata, non si deve
sapere. Lo hanno visto qua, al bar da Stagnitta…
Al bar da Stagnitta?… Quale bar? Da Stagnitta non lo so…
Qua…
Qua, in viale Michelangelo…
In viale Michelangelo, qua…
Qua, questa… qua…
Omissis
La presenza del DI MAIO in città era già stata oggetto delle
attenzioni
di quest’Ufficio, che ne aveva tenuto sotto controllo i
movimenti, documentandone gli spostamenti tra Palermo e Carpi (Mo) ed
accertando che questi intratteneva rapporti con pregiudicati (cfr. all.to n
30.). A tale attività, era poi seguita la richiesta di foglio di via obbligatorio,
provvedimento che sortiva il non secondario effetto di sottrarre il DI MAIO
a sicura morte.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
212
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Proseguendo nell’analisi della conversazione delle 11,04 dell’11
agosto,
si evince che ROTOLO riteneva che l’eliminazione del LO
PICCOLO avrebbe troncato ogni aspettativa da parte degli esponenti dello
schieramento perdente della seconda guerra di mafia, ed avrebbe allo stesso
tempo ridimensionato le ambizioni dei SAVOCA a Brancaccio
(cfr.all.to.n. 29) :
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Ora (inc.)… un altro problema questo… se succede
questo si va ad intanare… e questi li mettono a posto, va bene
Nino…
Se succede il fatto di lui, questi partono senza valigie…
Si, si…
Hai capito?…
E a Brancaccio si danno una calmatina pure…
Ma certo!…
Ma chi è questo Brancaccio qua…?
Niente, per ora c’è Pino, (inc.)… ah, ti dico un’altra cosa,
minchia me la stavo dimenticando… si è incontrato con Pino,
lui… no Pino (inc.) forse lo ha mandato a chiamare forse…
perché si… non si ci vedono (inc.)… e loro (inc.) ci sono stato
un anno e mezzo per vederlo, e lui (interruzione audio) (inc.)
chi ci sta… eh… per andarci là, nel (inc.) un appuntamento
importante a Carini…
Un appuntamento importante già, perciò se ne deve
andare…(…)
Ai fini di una esatta percezione della pericolosità che il ROTOLO
riconosceva nel LO PICCOLO e nella sua rilevata ambizione a succedere al
PROVENZANO, estremamente interessante era poi il parallelismo
segnalato dal boss di Pagliarelli al suo interlocutore tra la figura del LO
PICCOLO
medesimo
e
quella
di
“Pinuccetto”
GRECO,
“Capomandamento” di “Ciaculli”, del quale questi, ancor prima della
seconda guerra di mafia, aveva individuato le ambizioni, mettendo per
tempo sull’avviso i propri alleati:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
213
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Nino… vedi che ho avuto io… forse un dono del
Signore…
La previsione…
Certe cose le ho viste dieci anni prima… una volta… verso il
settanta… settantasei… eravamo nell’ufficio di Franco
BONURA (inc.)… c’era Franco BONURA, Gianni
CHIOVARO e Totuccio BUSCEMI… (inc.) non mi ricordo se
c’era mio cugino Nino… si parlava (inc.) allora io gli ho
detto “vedete che a Ciaculli… tra altri due giorni (inc.) non
sapete chi è (inc.) è un certo GRECO… e lo zio Michele…
(inc.) il picciotto è ambizioso, io (inc.) dire ufficialmente”…
sto parlando del settantasei… giusto?…
Quindi prima ancora di tutto…(…)
Altra simmetria segnalata dal ROTOLO e degna di attenzione era
quella tra la posizione di “Giovannello” GRECO e quella del LO
PICCOLO, entrambi esponenti dello schieramento “perdente”, ma
protagonisti di comportamenti totalmente differenti:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Lo vedi per esempio un altro da definire… intelligente?
E’ Giovannello, te l’ho detto: “io qua non voglio venire
più”. Qua non vuole venire più, si vuole vendere le
proprietà, cioè, vuole dimostrare: “io…”. Perché a quello gli
interessava questo
Siccome gli hanno fatto pure questa cortesia indirettamente
Quindi lui dice: “no, rapporti non ce ne voglio avere, mi
voglio vendere tutte cose e non voglio tornare”. Cioè…
perché non ha interesse!! E questo invece che interesse ha
lui? Questo ha l’interesse di capovolgere la situazione
Nino, ha ripetuto le stesse cose che diceva Saro
RICCOBONO, io questo gli devo andare a dire, speriamo che
mi dia lo spazio e il tempo per poterlo fare: “appalti… il
discorso di… come si chiama, quello della calcestruzzi,
ovunque i lavori se li deve fare lui, Saro RICCOBONO, lui
questa scuola ha”. Quindi lui continuamente… cioè, non
abbiamo niente noi per lui… lui per noi non è una sorpresa.
Perché quello che vedi tu perché è? Perché prima di lui ci
sono stati quelli più cornuti di lui
Certo
Quello scemo e quello “crasto” è giusto
Certo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
214
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
Però è sempre pericoloso perché ora c’è quel cornutello di
suo figlio
Tu gli devi dire: “senti qua, questo… prima di tutto che, a
parte te, diciamo…”
Rapporti non ne ha con nessuno
“… e di qualche scemo, gli dici, che non sa niente e che gli da
confidenza per te”
Esatto, gli da confidenza per lui, cioè per i giornali, che
dicono che è il vice
“… e i giornali di…, gli dici, dopodiché lui non ha più dove
andare, gli dici, perché noi lo sappiamo lui da dove viene”
E lui lo sa che noi lo sappiamo
“…e lui lo sa”
E ha questo complesso
Gli dici: “… e noi non ci stiamo bene”
Ha questo complesso, Nino, ha il complesso della razza
questo di qua
Gli dici… ma tu gli devi dire, glielo puoi dire, gli dici:
“Binu” gli dici “il discorso… non ce n’è…”
Tanto noi ci vediamo quando sarà, noi ci vediamo
Certo, “cioè, non ce n’è qua che possiamo rimediare, che
possiamo… qua si deve fare questa cosa, gli dici, ma si deve
fare per i tuoi figli, per i miei figli, per i figli di tutti, gli dici,
perché qua se girano le cose, gli dici…” tu non ti devi
scordare questi particolari che lui agli INZERILLO…
Si, si
Che gli INZERILLO si sono rivolti a lui (…)
Sempre allo scopo di sottolineare la pericolosità e l’ambizione del
LO PICCOLO, il ROTOLO rileva che, mentre il GRECO aveva dato
mandato di vendere i propri beni e lasciato definitivamente la città,
abbandonando ogni rapporto con i propri sodali di un tempo, il LO
PICCOLO si era, al contrario, impegnato a favorire il ritorno a Palermo
degli “scappati”, quasi a volerli raccogliere intorno a sé, con nessun altro
proposito se non quello di “capovolgere la situazione “
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
215
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il CINA’, attribuito al LO PICCOLO il “complesso della razza”, si
mostrava fortemente rammaricato per essere stato proprio lui ad indicarne
il nome al PROVENZANO, sottovalutando i possibili pericoli di tale
vicinanza:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Ma vedi che a me me l’hanno detto che gliel’hai
raccomandato tu
Si, io gli ho raccomandato il contatto
Tu diglielo, gli dici… infatti quando io mi sono lamentato di
lui e gliel’ho scritto: “questo faceva parte…” , dice: “ma a
me Nino… mi ha detto, dice, lui me l’ha detto”. Perciò… si
leva di sotto, lui si leva sempre di sotto
Vabbè, ma lo facciamo rientrare di nuovo Nino, può solo
rientrare
E tu glielo puoi dire
… dopo quest’operazione
Glielo puoi dire questo, gli dici: “quando Nino si è lamentato
di questo, mi ha raccontato… perché, gli dici, io con Nino mi
ci vedo, diglielo che mi incontri a me, gli dici, lui… tu gli hai
detto che sono stato io a portartelo… Bino, io te l’ho portato
per che cosa?”
“Ma pure per affogarlo se era il caso, ti dovevi regolare tu
poi, io te l’ho messo vicino, ma io te l’ho detto”
E poi gli devi dire un’altra cosa, gli dici…(…)
Un’altra gli voglio dire, Nino, è bella, vediamo se ti piace…
gli faccio: “(inc.) e io ti sto chiedendo questa preghiera
perché tu devi fare un favore a me e a tutti gli altri, tu resterai
nella storia, però vedi quello che ti sto dicendo è per lui e per
suo figlio! Non credo che tu avrai titubanze, se invece che
con te io stessi parlando con… quello neanche se lo sarebbe
fatto dire, quello se lo sarebbe “fatto” e tu lo sai, quindi,
siccome tu sei in questa cordata non puoi venire meno a
certe cose!” Minchia, io glielo devo dire
Si, si, si (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
216
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Alla luce di queste considerazioni, tra il ROTOLO ed il CINA’ si
conveniva dunque che il PROVENZANO sarebbe stato messo “con le
spalle al muro” dal CINA’, il quale gli avrebbe richiesto l’eliminazione dei
LO PICCOLO padre e figlio, ricordandogli i doveri che gli derivavano
dall’appartenenza allo schieramento “Corleonese”, puntualizzandogli che
se tale richiesta fosse stata avanzata a “quello”, con evidente riferimento al
RIINA Salvatore, l’esito sarebbe stato assolutamente scontato.
Il ROTOLO aggiungeva poi dettagli da riferire al “Bino” in
relazione al progetto per la sua eliminazione da parte del BIONDO,
svelando chi si muovesse dietro le quinte di tale operazione, che aveva una
“regia Corleonese”:
ROTOLO:
(…) Gli dici: “vedi che allora c’era il signor VITALE che
cercava a te, gli dici, quello il tuo paesano gli aveva dato il
via”! Questo glielo devi dire chiaro. Gli dici: “assieme a
questo VITALE c’era qualche paesano mio, gli dici, che io lo
terrò in considerazione, gli dici, quando esce, perché tu…
queste cose non te le meritavi” (…)
Il capo di “Cosa Nostra” Siciliana veniva quindi posto di fronte ad
un bivio le cui vie conducevano da un lato all’eliminazione dei LO
PICCOLO, dall’altro ad un nuovo bagno di sangue, vie decisamente non
aderenti alla strategia della c.d. “sommersione” portata avanti in questi
anni:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Gli dici: “ma dimmi una cosa, ma qua stiamo perdendo
la testa?” Gli dici: “noi, per fare rinsavire a tutti, gli dici,
perché se no lì significa che dobbiamo cominciare di nuovo
da capo, invece noi con questa soluzione…”
Già abbiamo risolto
“… chiudiamo tutte cose, quelli se ne vanno, gli dici, si
ridimensionano”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
217
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
“E tu ti godi la… e tu ti godi il prestigio che ti meriti”
“E tu ti godi il prestigio che ti meriti, perché tu sei sempre
quello che sei e loro sono…”
Esatto
Gli dici: “se ne va perché se ne deve andare”
Va bene, Nino (…)
La conversazione sopra riportata costituiva un momento importante
per la ricostruzione della vicenda, posto che il ROTOLO, a partire da
quella data, avrebbe informato due dei suoi fedelissimi, PARISI Rosario e
OLIVERI Michele, del progetto di eliminazione dei LO PICCOLO e della
concreta possibilità che si scatenasse (sic) “un diluvio di sangue”.
Tale informazione, in momenti diversi, veniva altresì comunicata a
“Franco” BONURA e a “Tanino” SANSONE, i quali venivano messi in
guardia dal ROTOLO in quanto nell’ipotesi di un nuovo conflitto,
sarebbero certamente rientrati tra i principali obiettivi degli INZERILLO.
Va peraltro evidenziato che la divulgazione del piano, sia pur
limitatamente a soggetti di comprovata fedeltà, ne testimoniava la volontà
di passare alla fase esecutiva.
I primi ad essere informati del progetto omicidiario maturato
dal ROTOLO e dal CINA’ erano i fratelli Pietro e Rosario PARISI,
personaggi, come meglio si vedrà in altro luogo del documento,
vicinissimi al boss di Pagliarelli; costoro, nello stesso pomeriggio del
30 Agosto, alle ore 15.33, intrattenevano con il ROTOLO una
conversazione debitamente intercettata dalle microspie piazzate nel box
adiacente l’abitazione.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
218
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il dialogo prendeva spunto da una richiesta rivolta al ROTOLO
dai fratelli PARISI in merito ad una villa sulla quale avrebbero dovuto
fare dei lavori, ricadente sul territorio della “Famiglia” mafiosa di
“Tommaso Natale”, vera e propria roccaforte dei LO PICCOLO.
Dopo aver ricostruito che la villa in questione sarebbe potuta
appartenere a SPATOLA Bartolomeo, “Lino”, ovvero al fratello
detenuto, il ROTOLO metteva i due fratelli al corrente dello stato di
tensione esistente con LO PICCOLO Salvatore, e delle possibili
evoluzioni della delicata situazione: (cfr.all.to nr. 31)
Conversazione del 30 agosto 2005 ore 15.33
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
PARISI Angelo Rosario, “Saro”;
PARISI Pietro, “Piero”;
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
(…) Però da come capisco questa villa… può essere che
era di uno SPATOLA? Perché dice: “era di uno degli
SPATOLA che è uscito ora”
Ma suo fratello forse, Lino, che è scapolo
Non lo so
Ah… Lino aveva una villa, si, che c’aveva i cavalli lì
E allora…
Si, si, si… si, si, si, è possibile
Perché dice: “era di uno degli SPATOLA, è stata quindici
anni chiusa questa villa”
Si, si
“… questo, dice, me l’ha fatta comprare, ora…”. Gli ho
detto: “va bene, gli ho detto, io problemi non ne ho, a venire
là”, ma se questo (incomprensibile) a continuare i lavori
perché lui non li vuole fare tutti assieme, vuole fare qualche
piccolo intervento
Vabbè, ma noi con “Lino” che problemi abbiamo?
Vabbè, con Lino… perché non è più di Lino, ormai di quello
è
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
219
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
Si, siamo d’accordo, ma… Lino si conoscerà con quello
Si, sicuramente
Perché… se gliel’ha fatto fare lui l’affare…
Certo, indipendentemente… gli ho detto: “va bè, non si
preoccupi”
No, per… dico, domani Lino… bisogna vedere se ce l’aveva
Lino questa (incomprensibile)
Certo, certo, perché lui mi dice che è uscito che forse
neanche se l’aspettava che uscisse
Quindi…
Io subito l’ho inquadrato, ho detto: “sarà lui”
No, no, lui è, lui e suo fratello
Dici quindi…
Tu non te lo ricordi?
Certo
Non ci sei andato una volta a casa a prenderlo?
Si, più di una volta
E allora…
No, no, se mi dovessi incontrare con lui io problemi non ne
ho, che c’entra
Vabbè, ma tu, scusa, fai una cosa… perché dobbiamo
aspettare… siccome lì…
Uh!
(Ride) Lì… non è che ti pare… lì abbiamo un po’ di
problemi noi, non è che ti pare che… ancora lì… siccome
c’è questo che… punta a tutte le carte, capisci? A tutte le
carte!! Infatti… dai dai dai dai… dai dai dai dai… e dai
dai… e alcuni che prima… adesso cominciano ad averne
tutti le tasche piene, hai capito? Infatti… perché da… da
parte mia, diciamo… io con lui non ho nulla a che
spartire, mi sono spiegato?
Certo
Eh… e quindi chi è vicino a me con lui non ha niente a
che spartire
Logico
Mi sono spiegato? Però… scusando la volgarità, questo
rompe le palle, perché la scuola che ha è questa purtroppo,
ha la scuola di Saro RICCOBONO!! Lui s’è fatto la
calcestruzzi, lui s’è fatto…. questo, lui s’è fatto quello, lui
ha la società nel magazzino… è da tutte le parti socio, pale,
tutto, capito? Ma non è che è socio che infila la mano in
tasca
Socio…
Almeno così mi dicono
… socio del pensiero
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
220
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
E’ socio, però gli devono portare i soldi!! Questo come ha
fatto a… questo com’è che è arrivato lì, ancora oggi, non
mi sono reso conto (…)
ROTOLO rappresentava poi ai PARISI i problemi che aveva
incontrato sul territorio in occasione di alcuni lavori effettuati da una ditta
vicina al cognato, e ciò a dispetto dell’interessamento del “Dottore”
CINA’, proprio in ragione della pressione sul territorio effettuata dagli
uomini del LO PICCOLO.
Egli suggeriva quindi loro di rivolgersi a SPATOLA Bartolomeo,
“Lino”, che si apprendeva essere stato accompagnato in passato presso il
residence per incontrare “Don Antonino”.
A rivelare la circostanza era “Saro” PARISI, rispondendo ad una
domanda del fratello durante la momentanea assenza del ROTOLO:
PARISI “Piero”:
PARISI “Saro”:
PARISI “Piero”:
PARISI “Saro”:
Chi è sto Nino SPATOLA?
Lino? Una persona anziana
Quello che veniva qua? Quello vecchio?
Uh!
ROTOLO parlava poi dell’entourage del LO PICCOLO, il quale
poteva disporre di un ampio serbatoio di manovalanza criminale in
quartieri come l’ex “Z.E.N.”, e si soffermava sulla nomina di DAVI’
Salvatore, “Totò ù varberi”, posto dal LO PICCOLO alla “reggenza” della
famiglia di “Partanna Mondello”.
In tale contesto, emergeva la preoccupazione per la scarcerazione
di MICALIZZI Michele, genero del RICCOBONO sfuggito all’eccidio del
30 novembre 1982, nel quale aveva tuttavia perso la vita il fratello
“Totino”:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
221
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
(…) Perché capace che lui, questo, sai cosa ha? Ha
quattro fanghi che girano…
Si, che gli fanno pure lavori…
… che girano a nome suo, hai capito? Perciò capace che
lui non sa niente…
Niente
…e si presentano: “guarda, qua…”
Ce ne sono alcuni dello Z.E.N. che fanno pure questi lavori
Sissignore
… che io qualcuno lo conosco da quando…
Ha messo in mezzo pure “ù varbieri”, di nuovo, “ù
varbieri”, questo si chiama Totò… era in galera con me
questo… niente, un barbiere lì di Partanna Mondello e tu
lo vedi girare. Dice che si è presentato da una parte…
perciò fu mandato a chiamare: “ma a te chi te l’ha detto?”
– “A me me lo mandò a dire lui” – Sempre questo, hai
capito? Perché a sua volta questo faceva parte pure… hai
capito? Ora… fra breve… deve uscire Michele
(incomprensibile), a questo gli manca un fratello, il
suocero del fratello, eh… il suocero…
Il genero… (incomprensibile)?
Esce Michele, MICALIZZI, e gli manca il fratello, il
suocero, il suocero di suo fratello, eh… e tanti e tanti e tanti
altri, e questo deve uscire pure, e con questo erano stretti
Erano stretti
Sii
Però… ora non lo so
Nooo… questo lo sa…
Lui lo saprà, qualche cosa la saprà
Senti qua….
Perché da lì hanno cominciato
… questo… questo… ce l’ha pure … questo fatto che ti ho
detto “numero uno”, “numero due”… questo ha
cominciato a crederci pure lui, ma c’è pure chi è che gli ha
dato spago
Si
Mi sono spiegato? Che non avrebbe dovuto dargliene,
perché questo è combinato come questi, se non peggio di
questi, mi sono spiegato?
Certo
L’hai capito com’è il discorso? E siamo in pochi quelli che
lo sappiamo: io…
Certo
… infatti, diciamo, con me “un tinci”, con questo “un po’
tinciri”, hai capito? Perché noi gli… gli leggiamo la vita,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
222
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
mi sono spiegato? “Uhei, perché non ti vai a infilare
dentro?” Mi sono spiegato?
Lui vorrebbe arrivare “i riversu quagghiu” (in altro modo,
n.d.t.)
Lui vorrebbe arrivare che… ora dobbiamo vedere dove
vuole arrivare, perché qua non è che ti pare che le storie…
finiscono mai, sono storie infinite
Si
Ora… ancora non s’è potuto fare… l’appuntamento, hai
capito? E quindi… se non si… se non si crea qualche
appuntamento e non si risolve qualche cosa… tu vedrai
che… deve cominciare a piovere e a diluviare di nuovo!!
Se no non se ne sistemano cose!! E io sono contrario,
perché cose buone non ne porta
Ma certo
Perché portano la morte, portano il carcere, portano chi,
portano come e portano quando, mi sono spiegato?
Portano pentiti… portano tutte male cose (…)
Sebbene pienamente consapevole delle conseguenze nefaste che un
nuovo “diluvio” di sangue avrebbe comportato, ROTOLO Antonino
riteneva necessario “sistemare le cose” affinché si potesse garantire alla
seconda generazione dei “vincenti” di non essere vittime della rappresaglia
di un passato che egli vedeva incombere sempre più minaccioso di giorno
in giorno, riportando sulla scena personaggi che egli riteneva “archiviati”
definitivamente, quali “Sarino” e “Franco” INZERILLO, il BOSCO, il DI
MAIO Salvatore, “Curuzzu”, a cui era stato peraltro assassinato il figlio,
nonché alcuni componenti del gruppo di fuoco di “Saro”RICCOBONO,
quali il LO PICCOLO ed il DAVI’, ed ora financo il MICALIZZI, che
oltre al suocero aveva perso il fratello.
Il ROTOLO, tuttavia, attribuiva la responsabilità di tale stato di
cose a coloro che, come il PROVENZANO, avevano consentito al LO
PICCOLO di arrivare tanto in alto, accusando apertamente il “Capo” di
“Cosa Nostra” di pensare più ai propri interessi che a quelli
dell’organizzazione:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
223
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
(…) Ma siccome il cervello… quando, diciamo, ci sono chi
si deve fare i propri interessi… perché ci sono cose che tu è
giusto che ti fai… ma quando gli interessi tuoi sono
interessi collettivi, tu ti devi allineare
Certo
Tu non è che puoi fare una cosa…
(incomprensibile) per te solo, e gli altri guardano
Mi è arrivato…
Ah!
Io avevo… e ora invece… “tiritì, tirità”, dice… e mi scrive
una cosa delicata, dice: “tanto, senti, queste cose chi le
deve decidere? Dice: io, tu…” io, mammete e tu”! Lui, io e
un altro! Ha sbattuto la testa questo, quando era piccolo!!
Cioè, e tutti gli altri? Li buttiamo nell’immondizia? Hai
capito chi è questo? Dice: “tanto chi lo deve decidere? Io,
tu…”
Questa cosa che è stata combinata così (incomprensibile)
No, e “stu coso”! Perché forse lui pensa che io ce l’ho
vicino, hai capito?
E tu?
No, io gli scrivo… perché non è che possiamo continuare
così, gli devo dire: “ma tu parli decidi tu, io… ma perché,
non ce n’è più cristiani? Ti pare che siamo tu e io soli?”
Perché io parlo io e lui, a quello nemmeno glielo nomino,
hai capito? Gli dico: “tu e io”
Così lo capisce meglio
Gli dico: “tu e io? Ma che dobbiamo decidere tu e io, tutti
gli altri li buttiamo? Vedi che qua abbiamo sistemato questa
cosa, abbiamo sistemato questa cosa, abbiamo sistemato
questa cosa, abbiamo sistemato questa cosa… la gente”.
Perché lui non lo sa, perché lui interesse di dirglielo non
ne ha
Non ne ha
Hai capito? Tutta questa gente si rivolge a me, glielo
dovrei dire io a lui, io non gliel’ho detto, mi hai capito?
Non gliel’ho detto apposta, per non farglielo dire a
quello!! Perciò lui pensa che non c’è nessuno: “io
mammete e tu”
E siamo sempre alle solite, siamo sempre là
Ma come me lo fa…. un discorso di questo ma come me lo
fa un discorso di questo??? Non lo so, forse si è
rimbambito!! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
224
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La scelta di non mettere il PROVENZANO a conoscenza degli
interventi sui “Mandamenti” era quindi dettata da un’esigenza di natura
“tattica”, posto che il ROTOLO temeva che il “Capo” di “Cosa Nostra”
avrebbe rivelato al LO PICCOLO i nomi dei “reggenti” vicini al
ROTOLO, circostanza che avrebbe fatto venire meno la segretezza delle
alleanze in caso di conflitto.
Tale aspetto era stato più volte ribadito dal ROTOLO, il quale
rivendicava il merito di non aver mai fatto conoscere a nessuno le proprie
forze, circostanza che si era rivelata vincente in passato, ed era dimostrato
dalla missiva del PROVENZANO nella quale egli chiedeva chi reggesse il
“Mandamento” di “Passo di Rigano – Boccadifalco”.
In realtà, il ROTOLO, di concerto con il CINA’, aveva
“supervisionato” il “Mandamento” di “Porta Nuova”, più volte oggetto
delle “attenzioni” dell’Autorità Giudiziaria, il “Mandamento” della “Noce”
e il “Mandamento” di “Passo di Rigano - Boccadifalco”.
Le intercettazioni dimostravano tuttavia che anche il fronte del LO
PICCOLO era di tutto rispetto, avendo questi stretto un’alleanza con il
“Mandamento” di “Brancaccio”, e disponendo di fatto delle forze degli
INZERILLO, il cui intreccio di parentele era stato definito “un esercito”
sia dal ROTOLO che dal MANNINO Calogero, che ne temevano una
possibile vendetta.
Anche
il
fronte
“interno”
del
LO
PICCOLO
appariva
tranquillizzante, posto che egli poteva disporre di almeno tre delle quattro
famiglie che compongono il “Mandamento” di “San Lorenzo”, e più
precisamente quella di “Tommaso Natale”, sua roccaforte storica, quella di
“Partanna Mondello”, della quale aveva nominato il reggente, e quella di
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
225
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
“Carini”, il cui “Capofamiglia” PIPITONE Vincenzo, definito dal CINA’
“il fedele infedele”, si era addirittura fatto cresimare dal LO PICCOLO,
sebbene avesse già ricevuto il Sacramento in passato.
L’unica “Famiglia” all’interno del “Mandamento” sulla cui fedeltà
il CINA’ poteva dirsi certo era quella di “San Lorenzo”, il cui reggente era
BIONDINO Girolamo, con il quale il CINA’ si incontrava pressoché
quotidianamente, e ciò con tutta probabilità in ragione dei legami storici
con il fratello Salvatore.
Con una simile prospettiva, considerato il ruolo rivestito dal
ROTOLO durante le fasi più cruente della seconda guerra di mafia,
appariva perfino comprensibile la sua necessità di “levarsi le spine” prima
che fosse troppo tardi, considerato anche che il PROVENZANO, forte
della propria condizione di latitante e delle posizioni “moderate” assunte
negli anni, che lo avevano portato ad avvicinarsi a GAMBINO Giulio e
allo stesso LO PICCOLO, non pareva minimamente interessato ad una
possibile vendetta degli “scappati”.
Ben diversa era la posizione del ROTOLO, che essendo ristretto
agli arresti domiciliari, costituiva un obiettivo certamente più facile
dell’imprendibile “Binnu”, ed aveva adottato delle precauzioni facendo
costruire tra la sua villa ed il cancello un muro sul quale era apposto un
faro, per evitare che eventuali killer del LO PICCOLO, fingendosi
esponenti delle forze dell’ordine, potessero tendergli un agguato:
ROTOLO:
(…) Io se lo potessi vedere, io sai cosa gli avrei detto? “Ma
dimmi una cosa, io quanti anni ho? Tu quanto puoi
campare? Io quanto posso campare? Ma te lo fai questo
conto o ti pare che siamo… che dobbiamo campare tutta la
vita? Ci hai pensato a questo discorso? Il tuo paesano non
c’è più, tuo figlio…(incomprensibile), è finita la storia!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
226
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
Quando finisci tu, finisco io, finisce un altro, è finita la
storia!! Quindi… qua dobbiamo vedere l’avvenire dei
giovani, ci dobbiamo levare le spine, no che le dobbiamo…
gli dobbiamo mettere il mangime per crescere, ma che stai
dicendo?” Perché… però lo sai come, così, perché io gli
dico: “senti, i tuoi interessi non sono come quelli miei,
perché tu sei chiuso, io no, a me mi suonano e mi dicono:
polizia, carabinieri…”
(incomprensibile)
“… finanza, io li ho davanti la porta, a LO PI… io
(incomprensibile) ma… che dici di fare?”
Giustamente
Questo portone al centro io l’ho fatto per questa ragione,
ho un faro… quando non mi convinco non è che ti pare
che io affaccio, gli dico: “entra”! Eh ma…
Un po’ di pazienza…
E scendo diciamo…
“A posto”
Oggi, ringraziando Dio, non c’è stata questa necessità, ma
da come ci vuole andare lui… eh, eh, che mi vuole andare
a combinare di nuovo…?
Passa un elicottero, si allontanano, poi si riavvicinano
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
Hai capito il discorso? Perché io… vorrei evitare di
rompere, hai capito?
Certo (…)
ROTOLO metteva poi i fidati fratelli PARISI a conoscenza del
progetto di eliminazione del LO PICCOLO, parlandogli della “missione”
che CINA’ avrebbe dovuto compiere presso il PROVENZANO per
convincerlo a collaborare all’agguato attirando in trappola lo scomodo
avversario, sottolineando le differenze tra l’attuale “Capo” di “Cosa
Nostra” ed il precedente, sotto la cui gestione il LO PICCOLO non sarebbe
mai arrivato ad alzare la testa:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
(…) Abbiamo la possibilità, Saro, abbiamo la possibilità,
basta che lui collabora abbiamo la possibilità, proprio…
lui non è che non vuole collaborare? Lui, hai capito, sarà
infilato in un buco, perciò…
E dice come quelli…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
227
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
… e riceve… se c’era la buonanima di Ciccio, io…
Era più facile
Ma certo, perché glielo mandavo e il discorso era diverso.
Ora questo mi ha detto oggi: “Nino, dice, ci vado” – “Ti
devi vedere, gli ho detto, non può essere più così!” Io non
ci posso andare, ma se ci potessi andare io…
Vedi quello che c’è da fare
E’ giusto? Non è che devo andare cercando altri!! Ma
lui… questo dare spazio io lo so il perché, perché questo
gli ha fatto un favore, gli ha fatto un favore grosso! I fatti
personali sono fatti personali, ma i fatti di tutti sono i fatti
di tutti
Gli ha raccolto l’acqua buona a quello e ne ha approfittato,
e se l’è tenuto caro! Non c’è stato nessuno che gli ha detto
a quello: “ma…”
Siamo d’accordo, siamo d’accordo
Però io penso che “quello” non l’avrebbe fatto… dargli
tutte queste possibilità
Nooo!!! Ma che dici? Infatti… io questo gli dovrei dire, gli
dovrei dire: “ah, se c’era il tuo paesano questo che fa, a
quest’ora lì sarebbe?” O sarebbe… “partito”
Avrebbe potuto come quello… però non a questo livello
Nooo… a questo punto… già se ne sarebbe uscito, cioè…
con lui combinato così, attenzione
Certo
Con lui remissivo…
Si, si
No
No, no, diciamo, se lui non avesse…
… fatto, diciamo, che si facesse i fatti suoi
Suoi…
Allora va bene
Dopo sarebbe stato…
Ma da quello che mi dicono a me… dice che ha il
concentrato del fango a lato
Tutto lo Z.E.N. ha
Mi hanno detto un’altra cosa
Tutto lo Z.E.N. (…)
La conversazione proseguiva con il racconto di un episodio che
aveva come protagonista SANSONE Giuseppe, cognato del ROTOLO, il
quale aveva avuto un’incomprensione con il LO PICCOLO, che aveva
informato sia il ROTOLO che il PROVENZANO dell’accaduto.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
228
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il ROTOLO, dopo essersi accertato dell’accaduto con il cognato,
aveva scritto al PROVENZANO lasciandogli chiaramente intendere di
ritenere il LO PICCOLO un “tragediatore”, cosa che gli aveva poi fatto
ribadire a viva voce da Francesco PASTOIA:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
(…) Ed è così, se tu sei presente… lo vedi questi i primi,
questi, se io esco, se posso camminare… i primi questi
Fai come quelli, dici…
I primi questi
Si devono guardare un poco…
I primi questi! Ma… io sono stanco, io gli ho detto a
questo: “io me ne voglio andare in pensione, io ora mi
devo godere la famiglia, io non posso cominciare da capo
però non posso neanche lasciare i miei parenti così”
Certo
Tutti!! Per esempio, io… questo cosa inutile lì dove
avrebbe voluto arrivare… è giusto? Se io non ero fuori io
non lo so cosa succedeva, se io non ero fuori io non lo so
cosa succedeva! Per esempio questo mi ha scritto un
giorno che mio cognato Pino gli a detto a lui: “ma cu sta
testa ca t’annaculii?” Perchè Pinuzzu, quello lo sai
com’è…
Certo
Allora quando io gliel’ho mandato… ma mio… Pino non è
che gli ha detto così, Pino gli ha detto: “ma sta tistuzza
sempri no ti dici?” E’ diverso: “sta testa chi t’annaculii”
Certo, hanno significati diversi
E’ giusto? E lui fece… già gli fece l’infamità e quello mi
ha scritto: “certo, tuo cognato, dice, pure deve stare attento
quando parla”. E io subito Saro, gli detto: “guarda, ho
ricevuto la lettera, sono le ore tot, l’ho letta e ti sto
scrivendo, alle ore tot”
Un minuto di differenza
Ti dico: “non c’è bisogno che parlo con mio cognato, non
c’è bisogno, perché… la so la storia! Mio cognato gli ha
detto: ma sta tistuzza sempri no ti dici? Gli ho detto: poi ti
mando a qualcuno di presenza e te lo faccio spiegare, gli ho
detto, digli a questo che se va cercando l’erba che non è
nata l’ha trovata”, a lui gliel’ho mandato a dire per primo,
e poi gliel’ho detto al suo paesano, l’ho fatto venire qua,
con mio cognato Pino davanti, gli ho detto: “gli devi
andare a dire che non ci faccia tanto l’amore con questo,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
229
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
perché, gli ho detto, non è una femmina buona questa, gli
ho detto, solo questo ti posso dire a te, gli ho detto! E gli
dici pure che se questo è malato, gli ho detto, io la
medicina per lui ce l’ho! Gli ho detto: “lui a me non me lo
doveva scrivere: tuo cognato… non me lo doveva scrivere,
conoscendo a me ed ai miei cognati non me lo doveva
scrivere”! Perciò ti dico ci dovrei parlare io
Certo, queste purtroppo sono cose che vanno fatte in una
certa maniera
Hai capito? Infatti poi io gliel’ho fatto dire da Ciccio,
perché lui il discorso me l’aveva chiuso così. Gli ho detto:
“gli devi andare a dire, gli dici, a tistuzza, a testa
annaculiata, gli ho detto, questo è un tragediatore, gli ho
detto (…)
Il “paesano” incontrato dal ROTOLO alla presenza del cognato
affinché riferisse al PROVENZANO di non “amoreggiare” troppo con il
LO PICCOLO, sulla scorta di altre intercettazioni in appresso riportate, si
identifica per CANNELLA Tommaso, inteso “Masino”, nato a Corleone il
18.05.1940, tratto in arresto nel 2001 unitamente a LIPARI Giuseppe per il
favoreggiamento del PROVENZANO.
ROTOLO nel prosieguo della conversazione continuava a criticare
le posizioni di tolleranza che altri esponenti di “Cosa Nostra” avevano
assunto nei confronti del LO PICCOLO, citando quella di BIONDINO
Girolamo, che però messo alle strette aveva cambiato orientamento, e
ribadiva ai PARISI la volontà di eliminare il LO PICCOLO, ostacolata
soltanto dalle difficoltà correlate alla sua condizione di latitanza, che
richiedevano il coinvolgimento del PROVENZANO nel progetto
omicidiario:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
(…) Non sono cose che si possono accordare, il tempo
paga, c’è poco da fare
Questi… diciamo… di questa razza non se ne deve più
parlare, cioè nel senso che… finché di questi ce n’è uno…
Da fastidio, può dare fastidio
Può dare fastidio perché…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
230
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
PARISI “Saro”:
ROTOLO:
(incomprensibile)
Nel momento in cui, diciamo, non hai… non gli danno corda
Esatto, non avendo contatti da nessuna parte
Se non gli da corda nessuno e anzi chiunque gli dice: “uhè,
statti…” è giusto?
Per lo meno… è come quello…
Non solo, e questi giovani che vanno crescendo, senza,
diciamo, dargli confidenza
Certo
E allora, diciamo, il discorso si risolve, perché poi viene
fuori altra gioventù, e allora così… perché… in effetti così
andrà, cioè, almeno, se le cose, diciamo… è giusto?
Certo
Io lo sai cosa penso? Se questi mi devono fare cominciare
da capo a me, perché Dio ci scansi, io che faccio, mi sto
qua? Rompo!
Ma certo, devi rompere
E’ giusto? Perciò, cominciamo da capo
Certo
Io sono a casa…
Se rompi poi devi cominciare per forza
Certo
Non è che hai altra soluzione
Con questi discorsi che devo fare, non devo rompere? Devo
rompere per forza
Poi “ì causi” (i processi, n.d.t.) si fanno
Non è che ti pare che si sono resi conto… i primi loro,
capito, ora sono… ora sono contrari, ora quello
BIONDINO: “no, no, no…ti giuro…” perciò non è che
capiscono dove si può arrivare, cioè… qual è il male. Ma
tu quant’è che mi senti fare bile a me?
Da quando ti conosco
Perché… non è che l’hanno capito il discorso, non l’hanno
capito. Ora… io mi, come si dice, io spero, hai capito, di
risolvere il discorso dalla testa, mi sono spiegato?
Certo
Io spero di risolverla…
A livello… e farla andare…
…che le cose rimangono così come sono
Ed è meglio per tutti
Certo che è meglio, però… si deve cercare la persona (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
231
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Nella
situazione
descritta,
appare
ben
comprensibile
la
determinazione del ROTOLO nel voler destituire Vincenzo MARCIANO’,
il quale occupava il vertice di un “mandamento” che rivestiva particolare
interesse strategico.
La mossa del ROTOLO, infatti, avrebbe costituito un segnale forte
per tutti coloro che, all’interno del “Mandamento” di Boccadifalco,
avevano lottato per il rientro degli “scappati”, ma soprattutto per il LO
PICCOLO, che aveva fatto pressioni sul MARCIANO’ affinché perorasse
la causa INZERILLO.
Tra il cinque e l’otto settembre del duemilacinque, in un susseguirsi
compulsivo di riunioni tra ROTOLO, BONURA, MARCIANO’ e
SANSONE Gaetano,
la “pratica” MARCIANO’ sarebbe stata
definitivamente archiviata con la destituzione di Vincenzo e la nomina di
Giovanni al vertice del “Mandamento” mafioso di “Passo di Rigano –
Boccadifalco”.
La prima conversazione della serie, intercettata il cinque settembre,
vedeva come protagonisti “Franco” BONURA e “Nino” ROTOLO .
Oggetto della riunione, tra l’altro, era il tentativo del BONURA di
recuperare lo strappo tra il ROTOLO ed il MARCIANO’, ovvero, in
secondo ordine, il tentativo di trovare per questi una via d’uscita che gli
consentisse di salvare la faccia all’interno del “Mandamento”, in
particolare con Alessandro MANNINO e Francesco INZERILLO detto “ù
nivuru” (cfr. all.to nr 6.):
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
232
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 05.09.2005 ore 10.33
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”
BONURA Francesco, “Franco”;
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) dunque, io ho finito di parlare, l’unica cosa che ti debbo
dire, ma tu … tu questa cosa non farmela dire, perché è la
più pesante di tutte e quella che interessa più di tutte… io
giovedì ti porto quest’appuntamento, questa cosa… questa
risposta che di devo fare avere, di come si chiama… e vorrei
che un altro giorno ti porto a … questa stessa persona…
(incomprensibile)
Ma Nino mi devi fare… non ce n’è gente meglio, scusami
dico, meglio di noialtri per dire…
Non c’è… c’è suo fratello!
Eh? Si, fai finta che è suo fratello però non …
No, lui non ha più a che fare…
Ascoltami un attimo… ascoltami un minuto, io voglio venire
l’ultima volta con lui, poi tu prendi e mi cacci a me e a lui
pure!
No, no, io non ti caccio ne a te e neanche a lui!
Vedi che doveva venire Tanino a parlare…
Per questa responsabilità, lui lì non la può avere più! (…)
Dopo aver respinto i ripetuti tentativi di conciliazione, ROTOLO
invitava il BONURA a riflettere su un passaggio della lettera nella quale il
MARCIANO’ aveva specificato al PROVENZANO che egli era l’unico
contrario al rientro degli “scappati”, circostanza che era stata poi riferita
agli INZERILLO, esponendolo al rischio di una rappresaglia:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Ascolta …ascolta un minuto … se io …
…ti ho fatto leggere la lettera io!
…se io… e finiscila, e finiscila! E tu gli dici…
Franco, ma uno che gli scrive in una lettera che sono io e lo
sanno gli INZERILLO, Franco, che sono io l’unico, che se
voglio io si fa, se non voglio io... !!
Questo non lo abbiamo letto!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
233
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Come no?
No, no…
Certo!
…no, no… no, no, no…
Si! Come non l’abbiamo letta?
No,no…
Franco, io ti ho fatto leggere…
Tu, lui… mi hai fatto leggere una cosa pesante per me, no
questo! Mi hai fatto leggere “siamo tutti d’accordo!”
Eh! E quando lui gli scrive…
Questo! Ma siamo tutti d’accordo…
Aspetta! “Siamo tutti d’accordo, chi non è d’accordo è Nino
RO...!” Questo glielo scrive lui e glielo manda a dire a quello,
tanto è vero che quello mi ha risposto e mi dice quello che gli
ha scritto…
No, no…
No…
No, che tu hai ragione… ma non può essere mai che lui gli ha
scritto una cosa di queste?
Come non può essere mai?! La lett… la lettera copiata è!
Allora che ti… allora che ti ho detto io, niente!? E ti dico una
cosa, e questi sanno la stessa cosa!!
Chi?
Gli INZERILLO, si!! Sanno la stessa cosa, detta da loro!
Cerchiamo di coprire…
Franco dimmi una cosa, io avantieri ti ho detto: “lo dobbiamo
prendere per scemo, diciamo che è scemo!?”
No, non lo devi prendere per niente, quello…
Io ti ho detto: “diciamo che è scemo?”
Nino…
Ma uno che fa queste cose scemo è?
Dimmi una cosa Nino, quante cose nella vita…
Ma tu mi puoi venire… scusa qua vedi che stiamo parlando di
cose delicate!
Eh!
E lui gli fa sapere a questi… gli fa sapere a questi… (…)
Ed ancora, in un successivo passo:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Stiamo parlando tutti e due, uno che fa queste cose o è
scemo o è carabiniere!! Insomma tu mi devi dire a me: “è
scemo o è carabiniere?”
Tu me lo dici, ma tu pensi che è carabiniere?
Tu mi devi dire a me: è scemo o è carabiniere? Allora se è
scemo…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
234
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
Scusami…
…se è scemo se ne deve andare, e lì non ci può stare!
Se è quello è ancora peggio!
E allora mi devi fare questa cortesia…
Ma dimmi una cosa Nino, ma quante ne hai coperte nella tua
vita?
No, ma aspetta un minuto, ma qua si tratta che questo mette
nei guai i cristiani!
No, questo non deve mettere…
Sii! Qua si tratta …
…tu ci devi…
… lui gioca col culo…
… quando lo finisci di sentire parlare…
… lui gioca, come si dice…
Nino
Con la vita mia
Eh, con la vita di tutti (…)
Il BONURA, comprendendo la fondatezza degli argomenti
prospettati dal ROTOLO, tentava di porre in evidenza le responsabilità che
altri, e particolarmente Nicola MANDALA’, avevano avuto nella vicenda.
La replica del ROTOLO, che pur riconosceva le gravi
responsabilità del MANDALA’, era tuttavia una sollecitazione a BONURA
affinché questi condividesse la necessità di tenere alta la guardia.
Effettivamente i richiami al pericolo che gli INZERILLO in sollevazione
avrebbero potuto costituire in primo luogo proprio per Franco BONURA ,
Gaetano SANSONE
e per lo stesso ROTOLO, venivano chiaramente
raccolti e condivisi dal sottocapo dell’Uditore.
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Aspetta… aspetta un minuto, vorrei sapere il compito che
aveva questo Nicola in tutta questa situazione?
Eh!
Come si chiama, MANDALA’ mi pare?!
Eh, quello lascialo andare, Nicola ha le sue responsabilità…
…ha …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
235
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
…aspetta, ha le sue responsabilità perché Nicola gli è andato
a dire, infatti questi discorsi sono che loro si fanno forti di
Nicola… però ti debbo dire, me lo deve fare a me questo
discorso, questo Sandrino, me lo deve fare a me, perché io
parlando con te, l’ultima volta che ho parlato con Nicola qua,
gli ho detto: “senti Nicola, o tu la finisci, o io le prime
revolverate le tiro a questo Sandrino, se tu non la finisci…”
È il più cornuto poi questo!
Gli ho detto: “se tu non la finisci, io le prime revolverate gliele
tiro… e me ne esco, quindi mi devi fare una cortesia, non me
ne devi parlare più!” Nel frattempo mi hanno arrestato, lui ha
preso e gli ha dato il via di scendere a quello Sarino
dicendogli che io ero d’accordo! Tant’è vero che quando io
sono tornato e ho sentito questo discorso… perché mio
figlioccio dice: “Ehi! Mio padrino non glielo ha detto mai e
sono stato presente io, non glielo ha detto mai, perché mio
padrino non se la può prendere questa responsabilità! Queste
sono cose di altri! Ce l’hanno in mano altri!” Questo, però,
parlando con Sandrino e compagni. Tant’è vero che una volta
in un discorso si è immischiato questo Franco u niviru con il
fratello del CASAMENTO, perché lì… ora io te lo dico, forse,
forse… e penso, penso che su questo che ora ti dico non ci
sono dubbi, alzando la testa questi, le prime revolverate sono
per noialtri!
Ma non c’è dubbio Nino!
Io, tu, mio cugino, quindi su questo abbiamo lo stesso
interesse! E’ giusto?
Non ci sono…
E quindi, no che ho avuto dubbi ora, non ne ho avuto mai dubbi
su questo! Ora io… diciamo che per il fatto di MARCIANÒ, io
sono pure, come dire, seccato, risentito
Vero, vero, hai ragione!
Sono preoccupato… (…)
Gli interlocutori quindi concordavano sul fatto che un eventuale
scontro con gli INZERILLO gli avrebbe immediatamente esposti in prima
persona : “alzando la testa questi,, le prime revolverate sono per noialtri!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
236
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO riteneva inoltre che il MARCIANO’ non avesse la
necessaria esperienza per fronteggiare un’ipotesi di possibile conflitto
armato, ancor più in quanto all’interno del “Mandamento” vi erano
soggetti quali il “Sandrino” MANNINO e l’INZERILLO Franco, che egli
considerava ben più astuti:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Enzo non è all’altezza in questa situazione e il danno che
può creare già lo conosciamo, cioè questo o involontariamente
o per “scimunizione” o per inesperienza o perché o per come
o per quando, questo può fare danni che noialtri neanche ne
abbiamo l’idea, e allora il mio discorso non è solo un discorso
egoistico, dico…
No, no, no…
…perché si è comportato male con me!
Ma difatti io, tanto è vero che ti sto dicendo a te io non me la
sento di dirtelo questo discorso…
Dico poi…
…perché io ti posso trovare un giorno arrabbiato, ma poi lo so
che ne possiamo discutere su certe cose…
Si, ma qua è un discorso molto importante, è un discorso che
(incomprensibile)
…ma ora tu mi devi…
…e siccome lui…
…ascoltare…
… ti prego fammi finire…
No, no, giusto…
…e siccome lui lì occupa un posto di grande responsabilità,
perché il mandamento a questi, diciamo, perché
rappresentano (incomprensibile)
Si…
…e allora quando…
…e ci siamo tutti non è che …
Si, ma quando lui, dico, non sa quello che dice o quello che
fa, con questi accanto, che sono esperti, perché lui è scemo ma
questi sono esperti, questi non ci sono scemi! Allora ti dico
una cosa...
Si, non sono scemi, sono infami, ma non… perché vedi che
sono della gente che … “lagnusi”, indegni, di tutte le
maniere. (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
237
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Della scaltrezza del MANNINO, per altro, il ROTOLO aveva
avuto già prova nel corso di un appuntamento avvenuto presso la sua
abitazione alla presenza di Nicola MANDALA’ e NICCHI Giovanni,
quando questi aveva tentato di utilizzare in proprio favore la posizione
assunta dal MARCIANO’ nella sua veste di “Capomandamento”:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) E allora ora c’è una novità, le novità sono sempre create
dal signor Enzo, perchè se il signor Enzo avesse avuto una
linea, dico la stessa linea, tutti questi problemi non si
sarebbero creati, tant’è vero che a me il Nicola davanti a
Sandrino… e poi Sandrino me lo fa di nuovo questo discorso e
mi dice… prima me lo dice Nicola davanti a lui “ma se il
mandamento è d’accordo, se il mandamento dice si chi è che
si può opporre…” allora gli ho detto: “senti qua non è il
discorso di mandamento, qua è un discorso generale, il
mandamento non ha niente da specificare, perchè questa è
una cosa già decisa!
Questa è la nostra difesa...per tutti
E quindi… e quindi… è inutile che qua si parla…” E poi di
nuovo Sandrino mi dice: “ma se il mandamento”. Gli ho
detto: “ehi, senti qua, Sandrino, forse allora non ci siamo
capiti!?”
Che è stato il mandamento a decidere questo!?
Gli ho detto: “qua siete fortunati che ancora non è successo
niente, perché qua può venire pure uno di un paese, li
incontra e gli tira due revolverate, pom… (incomprensibile), i
tuoi parenti non hanno litigato con me o con quello, hanno
litigato con tutti, però loro hanno litigato, perché nessuno li
ha cercati, sono stati loro che hanno cercato!” Comunque, io
spazio… tu lo capisci.
E lì noi (incomprensibile)
Ora io so… può essere pure che domani lo leggeremo,
attenzione, può essere pure che domani lo leggeremo in
qualche carta di intercettazione… sempre parenti loro che
parlano di questo discorso di questo Francuzzu e dicono: “ma
poi sono quattro gatti…”
Si, lo so, me lo hai detto l’altra volta!
“Ma chi sono, sono quattro gatti!”
Ma veramente … vera…
…“sono quattro gatti!”, cioè quindi già questi …
Però io ho paura dei gatti!
… dico, questi, quindi già iniziano a raccogliere sangue, è
giusto? (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
238
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Sul contenuto della conversazione intercorsa tra il ROTOLO ed il
MANNINO Alessandro si avrà modo di ritornare più avanti, analizzando
altra intercettazione nella quale il ROTOLO ne avrebbe fatto un racconto
più completo.
ROTOLO raccontava poi al BONURA dei problemi avuti con il
PROVENZANO in merito all’interpretazione della disposizione della
“Commissione” relativa all’esilio degli INZERILLO, della quale egli
chiedeva il rispetto, e di averlo provocatoriamente invitato a sentirsi libero
di “assumersi la responsabilità” di modificare un disposto dell’organo
collegiale di “Cosa Nostra”, ben sapendo che una tale decisione sarebbe
stata “illegittima”:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) E allora, finito questo discorso, lui mi manda a dire a me,
perché io ad un certo punto a lui… lo sai che faccio? Quando
lui mi dice che nei rapporti con i MARCIANÒ, io gli dico:
buoni, io lo sai che gli mando a dire? “Si, ma vedi che questa
non è che è una cosa personale mia, tu puoi decidere come
vuoi, gli dico io, l’importante che io so che ci sia uno si
assume la responsabilità di cambiare le cose che hanno fatto
altri, io non me la sento! Io non mi sento all’altezza di andare
a decidere cose…”
(incomprensibile) fermo …
Allora, fermati… allora lui dice: “no, aspetta,
(incomprensibile), e io che voglio cambiare cose già decise da
altri! Io non sono, dice, io non ho questa a autorità!” Mi dice
a me, dice: “noi siamo uguali!” Hai capito? Cioè quello che
puoi dire tu, posso dire io! Io non posso dire una cosa in
più…
E a conferma di quello che stai per dire tu e che mi stai
dicendo, etc., te l’ho detto che l’ho letta io la lettera: “…questi
poveri sfortunati che …” (…)
Ed ancora:
ROTOLO:
(…) E mi dice: “sai, siccome questa cosa, non è così
(incomprensibile), questa cosa, dice, tanto…” e io ti dico
perché mi scrive questo, cioè che capisco pure perché lui me lo
scrive, perchè gli dice: (tratto incomprensibile) che è una cosa
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
239
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
generale di tutta la Sicilia, mi sono spiegato? Cioè, tutta una
situazione che ha interessato pure l’America!
In America c’era, comunque una volta ne ho parlato pure
con Tanino che è venuto là, perché questo, il principale
dell’America voleva parlare con… te l’ho detto però…
Si
…aveva parlato con Enzo BRUSCA… Enzo BRUSCA mi
conosce, è quello che hanno arrestato a causa mia allora,
nell’autobus…
Si, si…
e quello gli ha detto… anzi addirittura che se lo voleva “fare”
lui a Sarino là!
Si!
E voleva… gli ho detto: “ma io come faccio a prendermi
questi discorsi!? Per me sono così così e basta, io non sono in
condizione…”, e allora sia io che Tanino abbiamo risposto in
questa maniera! Vai avanti, scusami, ogni tanto mi
intrometto…
In sostanza e allora lui mi dice… perché sicuramente questi
(tratto incomprensibile), perché questo, secondo me, essendo
come “a ciaca”, che capisce? Paese… parlando per ora! Mi
sono spiegato? Quando si riferisce a Palermo e provincia, si
riferisce alla vecchia decisione, quella della Commissione, è
giusto? (…)
Il BONURA apprendeva così che il “Capo” di “Cosa Nostra”
siciliana era stato costretto ad ammettere di non avere “l’autorità”
necessaria a modificare una decisione della “Commissione” che aveva
validità “generale” per tutta la Sicilia ed aveva altresì interessato “Cosa
Nostra” americana, i cui massimi vertici, come testimoniato dalle parole
del BONURA, erano in contatto con il “capofamiglia” di Torretta,
BRUSCA Vincenzo.
ROTOLO narrava quindi al BONURA come il PROVENZANO
avesse dimostrato di non essere indifferente alle pressioni che da più parti
gli arrivavano per trovare una soluzione che superasse il vincolo della
“delibera” della Commissione e come gli avesse proposto che ad assumersi
la responsabilità di una nuova decisione fossero coloro che egli riteneva i
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
240
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
massimi esponenti dell’organizzazione nella Provincia di Palermo,
individuati in se stesso, in ROTOLO Antonino e in LO PICCOLO
Salvatore:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) E allora lui prende e mi dice: “siccome, dice, di quelli che
avete deciso, dice, non c’è più nessuno…”
La verità è!
Si, ma non è che sono morti!
No…
Sono in galera per questo discorso e per loro!
Andiamo
Eh, attenzione, non è che sono morti! Perché là hanno i
morti, ma ci sono i morti vivi!!
Andiamo avanti
Tuo cognato, io… non è che non c’è nessuno!
Si!
Io e tutti quelli che… Totò u curtu, tutti! Quindi quelli che
hanno deciso sono in galera, loro con tutte le famiglie! Dice:
“tanto non c’è più nessuno e mi pare che quelli che possono
decidere sono io, tu e il LO PICCOLO! Dice, posso decidere,
io, tu e LO PICCOLO…”
Ma che cosa mi racconti? Questo Bino?
Si, si, si!! Vedi che io questa lettera…
(incomprensibile)
…ti faccio una confidenza…
Io non ho mai voluto…
(incomprensibile) perché al dottore gli interessa…
Hai fatto bene!
Perché gli ho detto te ne accorgi, c’è da diventare pazzi ma no
che dice che per il fatto degli INZERILLO chi siamo!
Non c’è più nessuno!
Non c’è più nessuno!
Io, tu e lei, io mammete e tu!
(incomprensibile) e tutti gli altri che sono immondizia!? E
allora, io questa cosa (incomprensibile) (…)
Sbalordito da quanto stava apprendendo, BONURA ipotizzava che
il PROVENZANO volesse spingere ROTOLO a ricucire i rapporti con il
LO PICCOLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
241
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
A fronte di ciò il ROTOLO replicava mettendolo a conoscenza del
compito di “ambasciatore” affidato al CINA’ e della intenzione, sopra
dettagliatamente descritta, di convincere il “Capo” di “Cosa Nostra” ad
attirare il LO PICCOLO in un’imboscata, prima che il latitante di
Tommaso Natale
potesse disporre anche della forza militare degli
INZERILLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Secondo me ti vuole portare ad avere un rapporto con
(incomprensibile)
Eh... e allora a questo punto... io sto facendo una cosa, io a lui
gli scrivo, risposta non gliene mando e gli dico: “io risposta
non te ne posso dare se prima tu non ti incontri con questa
persona per cose molto, ma molto delicate!”
Con il dottore?
Lui si deve incontrare con il dottore, dopodiché…
Intanto lui…
Dimmi una cosa, tu lo capisci che significa…
Ho capito, non mi ci… non mi…
…che questo signore gli dice: allora loro si sono spaventati...
tempo e buon tempo non dura sempre un tempo!”
Nino, intanto noi dobbiamo “pisciare” perché lui doveva
prendere quattromila, l’ultima volta, cinquemila euro, per farne
andare uno dei due e gia, ora, giovedì vediamo a che punto
siamo
(incomprensibile) cioè io gli faccio fare una cosa… il “calo” la
testa per una cosa di questa, che significa a questi averli tutti,
(incomprensibile)
No, ma poi un'altra cosa, io non ti voglio mettere nelle
condizioni…
Li potrebbe utilizzare come vuole…
Li utilizza già!
Siii!
Ascoltami un minuto…
Ma in un'altra maniera poi li potrebbe utilizzare!
Ascoltami un minuto, io ti dico una cosa, se siamo e abbiamo
un poco di dignità tutti, tu non puoi lasciare scoperto me, ma
io neanche ti lascio scoperto a te, questo qua…
Ci mancherebbe! Ci mancherebbe…
Prima di dire… prima se ne devono andare, poi quando il
dottore ti viene a dare la risposta se hanno (incomprensibile)
Franco, non mi fare (incomprensibile) il dottore non mi
porta… il dottore una risposta deve portare!
Falli andare via che è meglio, stiamo tutti tranquilli!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
242
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Nooo!
Ho capito! Non andare oltre Nino! Sul vecchio stai parlando!
Sto parlando per il vecchio!
Eh, ho capito!
Il vecchio deve fare una cosa e la deve fare!! Noi dobbiamo
tagliare la testa al toro!!
Si, ho capito! Al signor LO PICCOLO!!
Nino, io non sono…
Perciò tu ora mi vieni a parlare di Enzo!?
E lascia, queste minchiate sono!
Noooo… Enzo ha la responsabilità di tutto questo discorso!!
Enzo è con te! Vicino a te…
No, Enzo non è all’altezza… (…)
Il BONURA, appreso della vicinanza del ROTOLO al CINA’,
personaggio che egli aveva dimostrato di stimare, ritenendo evidentemente
fondati i timori del ROTOLO, non esitava a schierarsi al suo fianco,
essendo tra l’altro a conoscenza del fatto che gli INZERILLO fossero già in
stretta colleganza con il LO PICCOLO: “Li utilizza già!”
Avendo poi compreso che in un simile scenario la posizione del
MARCIANO’ era indifendibile, sicuro che la scelta di Giovanni avrebbe
garantito la continuità, egli poneva al ROTOLO, come unica condizione,
che il suo “Capomandamento” non venisse mortificato al cospetto dei suoi
sottoposti, e che l’onore della famiglia MARCIANO’ non venisse
intaccato agli occhi di “Franco” INZERILLO e di “Sandrino” MANNINO,
per i quali egli nutriva una profonda avversione:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
(…) Ascoltami un minuto, allora tu da oggi in poi, da quando
tu ci parlerai dirà: “va bene, ne parlo con mio fartello e vi do
una risposta! Ne parlo con mio fratello e vi do una risposta!”
Non facciamo mortificare a queste persone come famiglia, nei
riguardi di questi cornutazzi…
Che c’entra… come famiglia… ma tu lo sai, io ti ho detto… u
zu Raffaele, Franco, Giovanni…
Si, ma non facciamo mortificare di fronte all’INZERILLO, di
fronte a un Sandrino, di fronte a un… la famiglia
MARCIANÒ! Poi tra di noi ce l’accordiamo!!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
243
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
Si, si! Non dobbiamo mortificare la famiglia MARCIANÒ!
Siccome Giovanni ora è libero… (…)
Ed ancora:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Nino, oggi mi sento meglio, perché ho passato le ferie,
disgraziato che sei, me le hai fatte passare intossicate!!
Perché?
E perché? Perché io soffro di questa… perché vedi, se fosse un
cornuto di… di un altro, ma quando si tratta di MARCIANÒ, si
tratta di che… io ho sofferto!!
Ma tu puoi avere dubbi da parte mia sui MARCIANÒ?
No, no, un minuto solo, quando si tratta dei MARCIANÒ…
(incomprensibile)
Ascolta un minuto… si!!
Siamo noi!
Si, ma io ad andargli a riempire il culo al signor Sandrino…
Ma noi non glielo dobbiamo riempire, perché il signor
Sandrino lo sparla dalla mattina alla sera a Enzo, che non è
all’altezza, che non…
E se ne devono andare, ora meglio se ne devono andare!!
A me lo sai che mi ha detto?
Ora se ne devono andare meglio!!
(incomprensibile)
No, perché ora siamo coinvolti tutti, scusami se… perché io
non ti lascio in questa situazione, a me lui… a me lo ha fatto
leggere, dice: “questi poveri sfortunati… qualcuno ha
deciso… ora non può più niente nessuno, anzi…”, minchia,
ora prende e cambia?!
Cambia? Non cambia scusami…
No, ma se ti ha scritto questo ha cambiato!
No, non ha cambiato perché devo decidere io, con lui e con
quello!
Eh va bene, ma ha cambiato!
E come decido io?
E quando… non è cambiamento questo?
E ma io gli dico, intanto…
Ma quando… ma quando dice questo non è cambiamento
Nino?
Si!
E infatti!!
È cambiamento! Perché lui mi vuole mettere a me nelle
condizioni di dire: “ma chi è che deve decidere? Noi!” e tutti
gli altri chi sono? (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
244
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Le parole del PROVENZANO avevano quindi provocato nel
BONURA molta amarezza, posto che confermavano indirettamente
quello stato di abbandono nei confronti del cognato detenuto del quale
egli si era spesso lamentato, rafforzando la sua determinazione nel
cacciare i fratelli di “Totuccio” INZERILLO, per la cui uccisione
BUSCEMI Salvatore era stato condannato all’ergastolo.
A partire dal cinque settembre, pertanto, “Don Antonino”
ROTOLO poteva contare sull’alleanza di un personaggio che, al di là
della carica rivestita nel mandamento mafioso di Boccadifalco, godeva
di grande prestigio all’interno di “Cosa Nostra”, un “moderato” di ferro
al quale perfino il LO PICCOLO non dimenticava mai di fare arrivare i
propri affettuosi saluti.
Alle ore 10.30 del giorno successivo ROTOLO incontrava
SANSONE Gaetano, il quale, così come il BONURA, era andato a
“negoziare”
le
condizioni
per
una
destituzione
indolore
del
“Capomandamento” di Boccadifalco, che non intaccasse il prestigio di
una delle famiglia mafiose storiche del palermitano, quella dei
MARCIANO’.
ROTOLO diceva al cugino che il suo intervento non era più
necessario, in quanto superato da una novità dell’ultima ora, una lettera
che Giovanni MARCIANO’ gli aveva inviato quella stessa mattina
attraverso PARISI Rosario (cfr. all.to nr.5):
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
245
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 06.09.2005 ore 10.30
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
(…) L’altra volta noi abbiamo parlato, abbiamo parlato del
fatto di questo Enzo, di Enzo MARCIANÒ…
Si! Me lo ha detto… Franco me lo ha detto che tu mi dovevi
accennare questa cosa
No, per parlarne un poco, perché giustamente… ancora forse a
Giovanni… perché non è che l’ho visto ne all’uno e ne all’altro.
Non lo so se con lui si ci vedono, si c’è visto Enzo o… non lo so
nemmeno questo. Giustamente se c’è da prendere un
provvedimento, il provvedimento si deve prendere, però…
Io è inutile che ti faccio parlare, perché il discorso tuo già è
superato, perciò non te ne faccio perdere tempo, perché
Franco gia me lo ha accennato che ti ha detto: “vedi tu di
parlare con tuo cugino tiriti, tirità.” Ora io con lui, ieri, ho
parlato ampiamente. Ora io ho una novità, che nemmeno la sa
Franco. Ieri sera cercavano di urgenza a Rosario e quello
stamattina è venuto alle otto e mi ha portato una lettera che è
di Giovanni MARCIANÒ, che io ho qua.
È di suo fratello?
Di suo fratello! (…)
Raccontando al SANSONE dell’incontro avvenuto il giorno
precedente, ROTOLO esprimeva la sua grande soddisfazione per il mutato
atteggiamento del BONURA, che riteneva conseguenza di una più attenta
valutazione degli assetti attuali dell’organizzazione, e di una più saggia
considerazione dei molteplici segnali che filtravano dallo schieramento dei
perdenti della seconda guerra di mafia.
ROTOLO appariva ancora una volta infuriato perché il
MARCIANO’, in luogo di mantenere un atteggiamento “adeguato” alla
delicatezza della situazione, oltre a scrivere al PROVENZANO che
ROTOLO era l’unico vero ostacolo al rientro degli INZERILLO, aveva
altresì informato della circostanza “i suoi paesani”, e cioè gli esponenti
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
246
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
della famiglia mafiosa di “Boccadifalco”, ponendolo così in una evidente
condizione di rischio per la sua incolumità:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
(…) Perché ti informo di una cosa: ieri gliel’ho detto a Franco,
ti debbo dire, ieri Franco ha parlato con me come non ha
parlato mai. Ti debbo dire, forse, ha cominciato a riflettere
che lui oltre a noi non ha a nessuno e ieri… ieri è saltato dalla
sedia dicendomi: “no, questi se ne devono andare!” Perché io
ieri lo sai cosa gli ho detto? Gli ho detto cose che lui
giustamente non sapeva, perché io gli ho detto: “senti Franco,
qua il discorso di Enzo è della famiglia MARCIANÒ e non si
pone il problema con me!” Perché gli ho ricordato cosa c’era
scritto nella lettera, a parte tutto quello che mi ha combinato a
me, è giusto? E di quello che ha combinato a Palermo! Mi ha
detto: “ma perché così c’era scritto?” Gli ho detto: “Franco,
minchia, te l’ho fatto leggere, c’era mio cognato Pino, c’era
mio cugino Tanino, la lettera l’ho tenuta conservata per fartela
leggere, gli ho detto, forse tu te lo sei dimenticato. Lui gli ha
scritto a quello: noi siamo tutti… nel mandamento siamo tutti
d’accordo, l’unico che non è d’accordo è Nino ROTOLO.”
Gli ho detto: “dimmi una cosa, questo discorso, gli ho detto,
glielo ha detto pure agli INZERILLO, gli INZERILLO sanno
pure questo discorso, gli ho detto, dimmi una cosa, qua sono
due le cose: è sbirro o è cretino?”
Certo!
Gli ho detto: “allora io dico che è cretino! Perché siccome i
MARCIANÒ… e io mi ricordo della buon’anima di suo padre
che era un galantuomo, gli ho detto, suo fratello Franco, suo
fratello Giovanni… lui non è che posso dire che è cattivo o mi
vuole fare una tragedia a me? Non è all’altezza signori miei!
Qua si tratta che questo ha guidato sempre la cinquecento e
gli si è messo un autotreno in mano (incomprensibile) e non è
cosa sua guidarlo e quando uno non sa guidare un autotreno
di questo, Dio ce ne liberi, fa un incidente e schiaccia un bel
po’ di figli di madre, senza che se ne accorge! A parte che…
Ma così c’era scritto nella lettera di Bino?
…non è che io…” E come c’era scritto!? “Nino ROTOLO,
Nino ROTOLO!” Lui gli dice a quello: “noi, il mandamento
siamo tutti d’accordo!” Aspetta, ma di questo discorso, io ho
le prove che lo ha detto lui ai suoi paesani, attenzione! Ci
sono pure… i suoi paesani hanno parlato con i picciotti da
me, i picciotti di Palermo, hanno parlato con me...
È cretino!
Certo che è cretino!
Perché giustamente quando…(…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
247
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
I due parlavano poi degli inquietanti segnali che provenivano dal
fronte degli INZERILLO, dei quali il ROTOLO era venuto a conoscenza, e
del fatto che sia il SANSONE che il BONURA avevano sottovalutato il
potenziale pericolo che poteva derivargli dalla riorganizzazione del “clan”
INZERILLO. Va considerato che sino a quel momento SANSONE e
BONURA avevano avallato la permanenza di “Franco ù truttaturi” sul
suolo italiano. Questi, in osservanza alla decisione della Commissione di
Cosa Nostra, si sarebbe dovuto allontanare dall’Italia al termine della
sorveglianza cui era stato sottoposto e che era cessata ormai da diversi
anni.
ROTOLO:
(…) Ieri Franco mi dice, dice: “si, vero è, dice, noi all’inizio,
dice, pure io… non mi posso buttare indietro per dire!”
Perché io gli ho detto: “ma pure mio cugino Tanino, a me era
venuto a dirmi un giorno, ma questo qua è da tanti anni…”
Dice: “si vero è! E pure io dice, io non è che mi voglio
escludere.” Perché io gli ho detto: “dimmi una cosa Franco,
tu ti rendi conto che Enzo MARCIANÒ è scemo e invece
questi sono scaltri? Perché questi gli ho detto, sono scaltri.”
Si è girato lui e mi ha detto: “no, sono infami!” “Eh! Peggio
ancora, peggio ancora! Gli ho detto, ora io ti aggiorno di cose
che tu non sai. Gli ho detto, perché io peli sulla lingua con te
non ne ho, perché tu sei dalla mia parte, perché se mettono
mano, vedi che le prime revolverate sono per te!” Dice: “lo so
questo!” Minchia, quando gli ho detto così, gli ho detto: “per
te, per i miei cognati, per i miei cugini, per me! Gli ho detto,
quindi noi vedi che
questa cosa non la dobbiamo
sottovalutare, l’abbiamo troppo sottovalutata, gli ho detto, ora
a me risulta, gli ho detto e può essere che uscirà in qualche
carta processuale, perché parenti loro torrettesi, parlando
forse con qualcuno di questi, sono venuti fuori dicendo: ma
sono quattro gatti! Gli ho detto e a questi quattro gatti loro
pensano ora, cioè… quindi, allora dove vogliono arrivare?
Dato che siamo quattro gatti dove possono arrivare? Come per
dire: o si accordano quindi… o ci mettiamo mano, tanto sono
quattro gatti!” Infatti lui, minchia quando ha sentito questo
discorso… gli ho detto: “ma vedi che avantieri te l’ho detto!”
- “No, dice, ma io non l’avevo capita così?” (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
248
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Avendo verificato che anche SANSONE pareva aver abbandonato
l’atteggiamento possibilista sul rientro degli INZERILLO, ROTOLO
iniziava a scoprire le proprie carte, informandolo in primo luogo della
propria vicinanza al “Dottore” Nino CINA’:
ROTOLO:
Gli ho detto: “ora c’è una novità, ora ti dico l’ultima novità.
Dopo che ci siamo visti, gli ho detto, noi, cioè io, tu… io ho
ricevuto altre due lettere, gli ho detto, di quello” che io una
l’ho conservata e gliel’ho fatta leggere al dottore, perché io
con Nino mi ci vedo tutte le settimane. E allora, lui mi
scrive… (…)
Di seguito il ROTOLO esprimeva una serie di considerazioni
sull’attuale condizione del “Capo” di “Cosa Nostra”, descrivendola come
quella di un uomo ormai solo, provato dalla perdita di Francesco PASTOIA
ed estromesso dal controllo del “paese”:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
… ora io so, è giusto? Cose che lui non sa che io li so,
perché, ti dico una cosa, lui è solo! Hai capito… hai capito
che significa solo? Lui aveva… no! Lui aveva a Ciccio e a
me e basta. Perché il paese lo ha quello nelle mani
(incomprensibile)
(incomprensibile)
Dico tu lo sai che questo che cosa… quello che mi voleva
fare, lasciamo perdere!
Non lo so, però ripeto… c’è qualche cosa che non mi
convince!
Ora quest’uomo che ha settantatre anni, ancora quanto può
campare?
La conversazione tra i due continuava affrontando una serie di
argomenti , alcuni dei quali assolutamente inediti e di enorme interesse,
concernenti fatti avvenuti nel corso della seconda guerra di mafia. La
rievocazione di episodi legati quel periodo
serviva al ROTOLO per
rammentare al SANSONE la comune estrazione degli INZERILLO e del
LO PICCOLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
249
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO rivelava poi al SANSONE le indicazioni contenute nella
missiva di PROVENZANO sui soggetti che avrebbero potuto , secondo il
capo di cosa nostra, assumere una nuova decisione sulla sorte degli
INZERILLO : “a potere decidere questa cosa, siamo solo tre, io, tu e LO
PICCOLO.”
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
(…) Gli INZERILLO non è che si sono fermati? Se ne sono
andati tutti alla Torretta! Siccome questo se la fa a Carini,
Torretta a Cinisi, hanno parlato con lui e lui ha scritto a
quello. Quello, l’ultima lettera che ha mandato a me e che ha
mandato a MARCIANÒ, qual è? Che se ne dovevano andare,
è giusto? Non c’è niente da fare. Quindi, la risposta è
definitiva. Io gli ho detto: “se risposta si può chiamare…
perché mica lui può dare risposte del genere?”
Risposte nel senso…
No, non ne può dare, ne lui, ne io, ne nessuno! Tu lo sai che
cosa mi ha scritto? E io gliel’ho fatta leggere al dottore. Il
dottore lo sai che cosa ha fatto? A momenti si sbatteva la testa
nel pilastro, dice: “ma allora ha perso la testa!?” Mi scrive e
mi dice: “ti ringrazio per…” però io ancora non gli ho scritto!
“Se tu per caso ti è impossibile, fammelo sapere che io magari
per certe cose mi rivolgo ad altri!” Perché (incomprensibile)
deve incassare soldi e glieli ho incassati io! Perché io non gli
ho scritto più regolare da più di un anno perché io mi servivo
di Ciccio PASTOIA, perciò glieli facevo dire a voce le cose e le
notizie gliele dava lui, poi Ciccio è morto, lo hanno arrestato e
non gli ho scritto più, a me mi hanno arrestato altre due volte
e quindi ci sono queste interruzioni. Difatti lui dice (tratto
incomprensibile) Allora ora mi scrive (tratto incomprensibile)
(incomprensibile)
No, ora mi ha scritto!
Appunto, dopo quella che ti ha scritto…
Dopo, dopo, dopo di quella che mi ha scritto a me! A me ne
ha scritto tre lettere, che se ne devono andare quelli, ma lui
responsabilità no se ne prende!
Fino a quando…
Fino a quando… ora mi scrive due lettere, una che mi arriva
da una parte e una che mi arriva dal LO PICCOLO e
nemmeno so se (incomprensibile) dico… comunque e c’è
scritto “eeee… dice, per quanto riguarda la questione degli
INZERILLO dato che ormai di quelli che hanno deciso questa
cosa non c’è più nessuno, siamo rimasti… a potere decidere
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
250
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
questa cosa, siamo solo tre, io, tu e LO PICCOLO.” Lui ha
sbattuto la testa quando era piccolo! Cioè io, lui…
E il LO PICCOLO.
… e tutti gli altri sono stracci, immondizia. Aspetta un minuto,
questa qualifica al LO PICCOLO, chi gliel’ha data? Perché il
mandamento è a San Lorenzo e pure noi di qua riconosciamo
a Nino, no a lui!?
(incomprensibile)
Ma ora che c’è Nino è finito il discorso, è giusto?
(incomprensibile)
Siccome il signor LO PICCOLO gli ha fatto un favore, lui non
se lo può dispiacere!
(incomprensibile)
E allora mi dice che devo decidere io… che a decidere
possiamo decidere, lui, io e LO PICCOLO. Lui ha sbattuto la
testa, perché non è che c’è… no io, perché lui si deve
incontrare con Nino. Ma Nino c’è e lo deve fare lui, lo deve
fare lui!
(incomprensibile) (…)
ROTOLO e SANSONE concordavano poi sul fatto che se agli
INZERILLO “scappati” fosse stato accordato il rientro in Italia, il
messaggio che sarebbe passato sarebbe stato quello di uno strapotere del
LO PICCOLO, con il quale gli INZERILLO avrebbero avuto un debito di
riconoscenza, cosa che avrebbe potuto indurli a dare inizio alla loro
vendetta:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
(…) Scusa, ma tu lo capisci che significa se io gli dovessi
abbassare la testa? No, metti che io fossi pazzo e gli abbasserei
la testa, gli direi: “va bene, allora… tu che ne pensi, quello
che ne pensa?” Dice: “noi vogliamo che rimangono!” E lui
gli abbassa la testa. Significa che agli INZERILLO questo
favore glielo ha fatto questo. E dove arrivano questi?
Poi diventano troppo pericolosi
No, perché quelli pensano (incomprensibile) il LO
PICCOLO…
Che è il più forte di…
…è più forte di tutti e allora domani possono pure miettiri
manu! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
251
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il ROTOLO avrebbe avuto ulteriori motivi per supportare la sua
ipotesi circa la saldatura tra il LO PICCOLO e gli INZERILLO se solo
avesse potuto conoscere quanto emerso dall’analisi del
fascicolo del
latitante custodito presso l’archivio centrale della Questura. Dal carteggio
si apprendeva infatti che già in data 10 gennaio 1972, LO PICCOLO
Salvatore, sottoposto ad un controllo mentre si trovava in regime di
soggiorno obbligato, veniva trovato in compagnia di INZERILLO Santo,
nato a Palermo il 23.04.1946, fratello di “Totuccio”, eliminato con il
metodo della c.d. “lupara bianca” il 26.05.1981, BOSCO Nunzio, nato a
Palermo il 08.08.1949, destinato a divenire uno degli “scappati” della
seconda guerra di mafia e MANNINO Salvatore, nato a Palermo il
29.10.1945 (cfr. all.to nr.32).
I due parlavano poi del coinvolgimento di Alessandro MANNINO
e di Nicola MANDALA’ nella vicenda, e di come quest’ultimo avesse
approfittato dell’arresto del ROTOLO per far autorizzare il rientro di
INZERILLO Rosario nel dicembre del 2004, lasciando intendere, cosa non
vera, che questi avesse dato il suo assenso:
ROTOLO:
(…) Perché quelli mettono in mezzo, lo sai a chi? A quello
Nicola, dice che io gli ho detto che questo INZERILLO poteva
scendere, ma non è vero, perché quello lo ha fatto scendere
mentre io ero in galera. Tant’è vero che io poi me lo sono
mandato a chiamare, l’ho mandato a chiamare davanti a mio
figlioccio e gli ho detto: “Nicola, ma dimmi una cosa, ma
come ti sei permesso tu di fare scendere a questo, dice, che gli
hai dato tu lo sta bene?” Dice: “si, dice, perché mi fa… aveva
i figli qua, per farsi il Natale.” - “Ma tu come te le assumi
certe responsabilità?” (…)
ROTOLO raccontava poi dell’incontro avuto proprio con il
MANNINO Alessandro, riportando una testimonianza di valore storico del
dialogo con il nipote di “Totuccio” INZERILLO, il quale si era recato
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
252
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
all’appuntamento con il ROTOLO non senza timori, sebbene avesse avuto
precise “garanzie” da Nicola MANDALA’, “Capofamiglia” di “Villabate”
che lo aveva accompagnato.
Considerata la chiarezza della narrazione, la stessa verrà riportata
senza interruzioni:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
(…) Tu lo sai il primo incontro che ho fatto io con questo?
Non lo sai, ora te lo racconto io! Infatti c’era questo Nicola,
mio figlioccio e lui. L’ho ricevuto nella baracca, quando la
baracca era messa più sotto, te lo ricordi quando la baracca
era messa più sotto?
Si!
Mi sono seduto… io a questo neanche lo conoscevo, lui
era… che ti devo dire? Un pezzo di sangue in faccia, perché…
Certo!
…mica ti sembra che era sereno, è giusto? Anche se aveva la
garanzia di quello, di Nicola, ma sempre… sempre diciamo…
e allora io ho preso e gli ho detto: “dunque, senti qua, prima
ti voglio dire che mai avrei pensato di incontrarti o di farti
venire a casa mia, ma siccome Nicola è un amico mio ed è
pure nipote di Pietro che tu conosci, il quale è un fratello mio,
Nicola ci tiene tantissimo a te, al punto che mi ha convinto di
farti venire oggi e tu sei qua per questo. Cioè, tu non sei qua
perché sei tu, sei qua perché sei lui!” Queste sono state… e gli
ho detto: “ora prima di parlare, ti voglio dire una cosa:
purtroppo fra me e te, gli ho detto, c’è un dirupo, c’è un fosso
grosso, quindi ci vuole un ponte per passare e siccome io sono
abituato, gli ho detto, a parlare chiaro, io oggi a te ti parlo
chiaro. Tu sei nipote di Totuccio INZERILLO, il quale…
Totuccio INZERILLO ed altri, senza ragione, senza ragione
alcuna, sono venuti a cercarci per ammazzarci, ma nessuno
gli aveva fatto niente. Ci hanno cercato e ci hanno trovato!
Non siamo stati noi a cercarli! E si è creata questa situazione
di lutti e di carceri e la responsabilità è di tuo zio e compagni,
se ci sono morti e se ci sono carcerati! Quindi io ti dico che
non c’è differenza tra voi che avete i morti e fra le famiglie
che hanno la gente in galera per sempre, perché sono morti
vivi o sono pure morti. Quindi…”
Le sofferenze dei familiari
Gli ho detto: “quindi se vogliamo… c’è anche un’altra
differenza! Che a voi vi sono rimasti i beni e a noi li hanno
levati a tutti. Ma questo te lo sto dicendo per dirti che tu sei
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
253
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
qua, ma fra me e te non ci può essere… tu sei tu e io sono io,
voi siete voi e noi siamo noi!”
Ti devo guardare per forza…
“Perché purtroppo queste cose, che non hai creato tu, perché
tu magari eri ragazzo, però i tuoi parenti li hanno creati e li
hanno lasciati in eredità a voi! Quindi, la situazione è questa.
Io se tu, gli ho detto…” che hai premura?
No, devo andare a prendere a Concetta verso l’una meno un
quarto.
Ah! Gli ho detto: “se tu sei sincero come me io ti sarò grato e
lieto della tua sincerità. Ma stai attento perché se io mi
accorgo che tu non sei sincero mi potrebbe dispiacere molto e
seccarmi, specialmente perché ti ho fatto venire a casa mia.
Ora… per quanto riguarda la situazione di… dei tuoi parenti,
tu la situazione la sai com’è, perché a me risulta che tu la sai
com’è la situazione. Il tuo parente prima di venire in Italia,
perché i tuoi parenti sono un discorso a parte e questo tuo
parente… sono venuti i tuoi parenti… sono venuti gli
americani qua, gli ho detto, quando è stato allora sono venuti
gli americani qua e si è preso un accordo, che i tuoi parenti si
dovevano rimanere lì e dovevano rispondere… perché erano
tutti… tutti scappati, tutti fuori in America, però dovevano
rimanere reperibili e dovevano rispondere a una persona, che
era Saruzzo. Ti risultano queste parole?” Dice: “Si, mi
risultano.”- “E allora quando doveva venire Saruzzu…”
Saro chi?
Saruzzu INZERILLO… gli ho detto:“quando tu… quando lui
doveva venire qua, voi lo avete fatto sapere prima perché vi
preoccupavate, perché vi è stato detto allora che se uno di
questi fosse venuto sul territorio italiano gli avremmo sparato.
E allora voi lo avete fatto sapere prima, perché non era che
voleva venire lui, ma erano gli sbirri che lo dovevano portare
per farsi la sorveglianza e vi è stata data risposta: va bene,
può venire per la sorveglianza, ma appena finisce la
sorveglianza se ne deve andare. Voi questo non lo avete fatto!
Gli ho detto, siete stati fortunati, perché… senti…come ti
chiami?” Così! “Se io domani fossi fuori ed incontrassi tuo
cugino e gli tiro due revolverate, chi vieni tu a domandarmi…
o qualche parente tuo? Perché lui voleva venire a sparare a
me!”
Questo… questo… questo (incomprensibile)
“Perché lui voleva venire a sparare a me! E così lo possono
fare altri cento, altre mille persone che erano nelle stesse
condizioni mie. Quindi garanzie al tuo parente non gliene può
dare nessuno, il tuo parente se ne deve solo andare e ci deve
fare sapere dove và, perché lo dobbiamo tenere sotto
controllo!” Quando io ho finito, gli ho detto: “ora io ho finito,
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
254
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
se hai qualcosa da dire, me la puoi dire.” Dice: “io lo
ringrazio veramente, perché mai nessuno mi aveva parlato
così! Lei mi sta parlando… anche se mi sta dicendo cose, però
sono cose giuste, perché non mi sta dicendo cose sbagliate,
però, purtroppo io gli dico una cosa, io mi trovo… come dice
lei da questo lato, perché mi ci trovo!” “Ma tu, gli ho detto,
non devi avere di questi problemi, perché ora io ti dico di più!
Non è che tutti i morti che ci sono stati sono stati morti perché
erano sbirri o perché erano cattivi!? Ti posso dire che forse…
l’azione è stata da sbirri, perché volevano fare una cosa che
non era concordata. Ma in effetti, io non è che posso dire che
era gente cattiva! Lo abbiamo fatto, purtroppo, per colpa loro,
rovinare il mondo! Eravamo tutti tranquilli, tutti nelle nostre
case, gli ho detto, è siamo invece tutti rovinati, perché chi ha i
morti e chi ha i carcerati e tutti in mezzo a una strada. Gli ho
detto, quindi bello mio, tu non ti sentire in colpa perché non è
che erano persone cattive, cattive dell’azione! Cattive
dell’azione! Perché quanto una persona è cattiva, gli ho detto,
in questa Cosa, uno si siede, porta le ragioni e se è cattiva la
testa la abbassano tutti. Quindi evidentemente non c’erano
queste ragioni.”
Perché nessuno l’ha portato…
“Non c’erano queste ragioni! Comunque, gli ho detto, senti
qua, da questo minuto in poi se hai bisogno, visto che Nicola
ha questo piacere, me lo fai sapere ed io se ti posso fare
qualche cosa te la faccio, come io se ho bisogno… gli ho detto,
perché è un rapporto… stiamo avendo un rapporto personale,
non un rapporto ufficiale, perché per un rapporto ufficiale io
a te qua non ti potevo ricevere! Questo è un rapporto
personale, gli ho detto e finché sono cose personali non…”
Quindi il discorso con lui, quando l’ho aperto, l’ho aperto in
questa maniera. Ma io sono rimasto a dargliene… Tanino… o
gli ho detto: “tu da oggi in poi sei amico mio?”
No, lo so, lo so! Io parlando con te una volta…
E lui era felice! E a me risulta che pure Nicola… (…)
La lunga “confessione” del ROTOLO confermava quanto fin qui
emerso sulla “storia” degli INZERILLO “scappati” , i quali avevano
goduto del “privilegio” dell’esilio in America grazie all’intervento dei
“cugini” d’oltreoceano, sia pur con delle precise restrizioni e con l’obbligo
di comunicare i propri movimenti a “Saruzzu”, identificato poi nel latitante
NAIMO Rosario, su cui si è già riferito.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
255
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Ancora una volta le vicende oggetto di narrazione fornivano lo
spunto per comprendere i meccanismi dell’organizzazione segreta, i quali
risultavano immutati nel tempo.
Il fatto che il ROTOLO avesse puntualizzato al “Sandrino”
MANNINO che l’incontro aveva carattere personale, e non “ufficiale”, era
un comodo escamotage per aggirare la regola che un “Capomandamento”
non potesse ricevere un “uomo d’onore” di un altro mandamento senza
avere avvertito il suo pari, cosa che il ROTOLO non aveva fatto.
Di contro, anche il MANNINO aveva l’obbligo di informare i
vertici del proprio mandamento, cosa che aveva puntualmente fatto nel
corso di un incontro con SANSONE Gaetano, che aveva cercato di
coinvolgere nella sua opera di regista dell’operazione INZERILLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
(…) …una volta io pure mi ci sono visto, io mica ho rapporti?
Perché, che vuoi, ognuno… ed allora ha preso eeee… ha
incontrato mio nipote Pino e gli ha detto: “mi devi salutare
assai, assai a tuo zio Tanino, avrei piacere di vederlo.” Mio
nipote dice: “sai, così e così…” “va bene, allora, gli ho detto,
se lo vedi gli dici: quando vuoi…” e gli fisso un
appuntamento… e gli ho dato… gli ho dato l’appuntamento e
ci siamo visti dieci minuti (incomprensibile). Poi mi ha detto
che si era visto con te (incomprensibile)
È stato?
Gli ho detto io: “(incomprensibile) non vorrei ripetere le
stesse cose, perché poi lo sai, le cose che non fanno piacere a
nessuno (incomprensibile), ma quello che ti dico… cerca di
stare ai tempi… mio cugino come tu sai e consta a me, pure se
ti dice qualche cosa te la dice per…” insomma… un po’ così,
niente di particolare e poi solo che (incomprensibile)
Quanto tempo fa?
Ma sarà qualche anno, un anno e mezzo, quando lui, forse,
era vicino…
A questo Nicola!
Ah?
A quello Nicola?
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
256
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
Forse a quello Nicola e forse era venuto (incomprensibile)
Ah!
Perché lui mi ha accennato (incomprensibile) io ho cercato un
pochino di non… anche perché in che senso ci devo entrare io
per andarci a parlare con questo?
Certo!
Non vedo (incomprensibile)
No, ma lui…
Comunque, cugino è giusto che noi certe cose… (…)
Utilizzando la consueta diplomazia, SANSONE Gaetano aveva
sostanzialmente confermato al MANNINO la linea del ROTOLO,
invitandolo a “stare ai tempi”, legittimando quanto il “Capomandamento”
di “Pagliarelli” gli aveva detto.
I due ritornavano poi a parlare di come risolvere l’avvicendamento
al vertice del “Mandamento” di “Boccadifalco” nel modo più indolore
possibile per salvare la faccia a Vincenzo MARCIANO’, stabilendo di
evitare un incontro tra questi ed il ROTOLO, lasciando al BONURA il
compito di “proporre” al fratello Giovanni di tornare ad assumere la carica
che già aveva rivestito. Concordavano poi di incontrarsi la mattina del
giorno successivo insieme al BONURA.
Alle ore 10.17 del giorno successivo, così come concordato, aveva
luogo la riunione tra i massimi esponenti della “famiglia” mafiosa di
Uditore, “Franco” BONURA e “Tanino” SANSONE, e “Don Antonino”
ROTOLO.
Il primo ad arrivare sul posto era il BONURA, accompagnato dal
solito
PARISI, il quale partecipava con il ROTOLO alle consuete
preliminari
operazioni
di
installazione
dell’apparecchiatura
per
neutralizzare la trasmissione di segnali via etere, al fine di rendere
inefficace l’azione di un’eventuale microspia.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
257
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
All’arrivo del SANSONE, i tre iniziavano a parlare della lettera che
Giovanni MARCIANO’ aveva scritto al ROTOLO, e del ruolo di
mediatore che il BONURA avrebbe dovuto svolgere nella fase
dell’avvicendamento al vertice del “Mandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco” (cfr. all.to nr. 33):
Conversazione del 07.09.2005 ore 10.17
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
ROTOLO Antonino, “Nino”;
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Io l’ho letta bene e mi è piaciuta moltissimo, ma assai
però … non … io sapevo che ti doveva scrivere, c’era questa
… non c’è dubbio quello che … e io … tu pensa che a me mi
affacciano le lacrime…
Si ma …
… perché io sapendo di loro, di come sono combinati, mio
cognato, fare e dire, etc. etc., io sono fatto ormai troppo
sensibile e certe volte…
No, ora questa la bruciamo, senti qua, siccome lui come tu
vedi, dice “ti scrivo pure che …”
Lui mi vuole parlare, io ieri, ci dovevamo vedere con Tanino,
ci siamo visti con Tanino, non so se te l’ho detto, te lo dovevo
dire, mi ha detto che mi vuole parlare!
No, io voglio che questa cosa…
Ascoltami un minuto …
…la gestisci tu!
Ascolta un minuto…
… io non gli scrivo a lui!
Voglio… si, ma io la devo gestire per aggiustarla non per
distruggere!! Se io la devo gestire, la devo gestire per
aggiustare, non …
Per aggiustare che cosa?
…di agg…diii….
Ma che devi aggiustare? Ma non la vedi che già è aggiustata!
Cioè…
Ma … da parte di …
No, è aggius…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
258
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
No…
Con Giovanni … è aggiustata!
E con lui pure!
No, con lui non la possiamo aggiustare!
E io devo venire con lui.
Allora forse … allora, senti che ti dico io, ora ti racconto altre
cose che avantieri non li sapevo, tanto per farti capire quello
che ti ho detto l’altra volta, lui per … lui non è … lui non è in
condizioni … perché il danno che può fare neanche lui lo sa!
Gli stiamo più vicino.
Ma non c’è…
Diamogli una possibilità! (…)
BONURA tentava ancora una volta di salvare in extremis l’amico
Vincenzo MARCIANO’, cercando di convincere il ROTOLO a concedergli
la possibilità di operare per conto del fratello Giovanni, cosa alla quale egli
opponeva un netto rifiuto:
BONURA:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Anche se può avere qualche mancanza, che poi… ma
sempre dei nostri è…
(incomprensibile) se noi possiamo fare …
E che ti ho detto ieri io?
Eh! Infatti ti ho detto io, ti sto dicendo che queste parole tu …
Ma dobbiamo vedere
… però ricordati che noi siamo sempre …
Noi dobbiamo dire se lui…
No, è lui che deve dire questo!
Dico “siccome c’è mio fratello, ora se ne occupa mio
fratello!”
Però a lui manda perché suo fratello non esce!
No, lui manda il picciottello e noi ce la sbrighiamo col
picciottello, perché il problema è lui!
A questo picciottello, parlando con te, tutta questa fiducia non
ce l’ho!
Si, ma neanche a lui ce l’ho… perché il danno che …
Si, ma io mi accontento di lui e non di suo fratello… e non del
picciottello!
No, io no! Io no! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
259
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
L’intransigenza del ROTOLO sul punto derivava anche da una
nuova “gaffe” del MARCIANO’, il quale aveva detto a Franco
INZERILLO e ad Alessandro MANNINO che i problemi che aveva avuto
con la “Famiglia” mafiosa di “Palermo Centro” erano dovuti alla posizione
assunta sui loro parenti “scappati”, cosa che aveva avuto un seguito nella
richiesta di chiarimenti che gli INZERILLO e MANNINO avevano rivolto
a Nicola INGARAO, “Capofamiglia”
di “Palermo Centro”, creando con
questi delle frizioni.
Il MARCIANO’ non si era però limitato a questo, ed aveva
informato il MANNINO che la lettera del PROVENZANO recante le
disposizioni per gli INZERILLO non era chiara, e che egli avrebbe
provveduto ad inoltrare altra corrispondenza per chiarire il punto:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Senti che ha combinato ora … ora, questa l’ho saputa io
… se … quando ci siamo visti? Ieri?
No, noi ci siamo visti l’altro ieri!
L’altro ieri! Eh. In questi due giorni … ieri gliel’ho fatto
vedere a Tanino! Si incontrano mio figlioccio con il
responsabile di (incomprensibile) e allora Sandrino…
(incomprensibile)ma non so per che cosa si sono incontrati,
per il fatto del gioco, non gioco, perché c’è che devono mettere
il gioco, questi si occupano di gioco…
Ma perché vanno a trovare a questi?
Mah, per questo fatto del gioco! E poi perché con Enzo dice
che non lo vanno a trovare più, perciò … perché questi sono
quelli che… quando gli hanno fatto pure il danno a suo
cugino, ora senti questa di qua. Questi… lui perché si è
portato a Nicola, se lo è portato perché loro gli avevano detto
che (incomprensibile) che gli hanno fatto il danno a Palermo
a lui, cioè danno nei materiali, nei mezzi, per colpa sua!! Per
le cose sue, perché lui gli sta prendendo queste difese! Lui gli
porta a Nicola, (incomprensibile) e gli dice “tu mi hai detto a
me, a tutti e due, mi hai detto a me che ti hanno detto che
c’è…”, “te l’abbiamo detto noi, che ha subito danno a causa
nostra!”, dice il Nicola, dice “senti qua, i danni li ha subiti per
causa sua e non personale sua, ma di suo cugino! Perché suo
cugino si comporta male, suo cugino ci ha trattati male e
noialtri di conseguenza abbiamo trattato male il cugino, ma
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
260
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
SANSONE:
non per voi, i discorsi vostri sono vostri e i discorsi suoi sono
suoi!”, quindi anche in questa cosa, lascia moltissimo a
desiderare! Poi gli dice pure, dice che glielo hai detto tu, che
lui ti ha detto che leggendo la lettera era equivoca, te lo
ricordi?
Lo ripeto, non è che … io quello che dico…
E tu gli hai detto “ma quale equivoca!”
Ma quale minchia di equivoca!
E’ chiara! Vedi che lui questo discorso glielo è andato a fare
pure a loro, gli ha detto che la lettera non era chiara, che gli
doveva scrivere di nuovo perché la lettera non era chiara!
Quindi…
Ma questo se lui vuole seguire questa linea, a me non
interessa, però questa…
Come non ti interessa? Ci deve interessare Franco, perché se
la lettera, se tu gli dici che la lettera equivoca non è, ma è
chiara e significa che se ne devono andare, e lui poi gli va a
dire a quelli che è equivoca?!
Non c’era motivo di dire “gli voglio scrivere per chiarire”,
perché insomma o sei tu che non …(…)
Il BONURA, pur dovendo riconoscere che il comportamento del
suo “Capomandamento” sulla questione dei problemi con la “Famiglia” di
“Palermo Centro” non era stato corretto, ribadiva ancora una volta che la
condizione da rispettare per la “destituzione” del MARCIANO’ era che
questi non venisse umiliato o mortificato nei confronti di nessuno, ed
invitava il SANSONE a partecipare all’incontro della mattina successiva,
considerato l’ascendente che egli aveva su Vincenzo MARCIANO’:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
(…) Il danno gliel’hanno fatto a suo cugino e lui me lo ha
detto a me che gli hanno fatto il danno a suo cugino! Mi
sono…
A questo punto non è giusto sapere se è stato lui che allora
questa …
Ma Tanino, io domani mattina …
(incomprensibile) o è lui che è scimunito e questo…
Domani mattina, fratello mio, domani…
Si, si…
Dico … e … Tanino, perché non voglio essere, a questo
punto, qua abbiamo avuto la conferma, che tutti vogliamo
bene ai MARCIANÒ!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
261
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
BONURA:
Senza dubbio!
E anche a lui, di conseguenza, dico ammesso che abbia
sbagliato! Ascoltami un minuto, domani mattina tu mi fai la
cortesia, deve venire lui, e tu vieni cinque minuti, ci sediamo,
perché con te lui si rilassa, con me …
Mio cugino ci sono cose cha ha voluto precisare nei riguardi
di Enzo, perché è stato …
Il rispetto che ho avuto con Enzo mai, ma questo me lo ha
detto, no ora, perché lo stai dicendo tu …me lo ha detto dieci
volte, al tempo dello zio Gabriele fino ad oggi.
E non vuole, diciamo dire a lui, è cattivo…
Ma io dieci anni avevo quando ho conosciuto i MARCIANÒ!
Perché prima di giudicare “è scimunito…”
È assai, ha quarant’anni!
Li hai fatti sessant’anni? No?
Ora, a gennaio li faccio!
Ora il punto… il punto importante è, secondo me, visto questi
discorsi che ci sono, così, di non fare quel provvedimento che
è giusto da fare ma farlo indolore, di non dare adito…
A nessuno!
… a nessuno di … di fare apparire …
No, noialtri dobbiamo dire “siccome gli hanno dato la libertà
provvisoria a Giovanni…”
Non dobbiamo dire niente, Giovanni stesso dice “siccome …”
Il problema non è loro, perché loro per me … dato che non gli
dobbiamo riempire il culo (dare soddisfazione n.d.r.), gli
diciamo che siccome Giovanni … e siccome era Giovanni e
non era lui, ora lui si mette da parte ed è di nuovo quello,
punto e basta!
Io ritengo che non glielo dobbiamo fare riempire il culo.
E che sto dicendo?!
Dobbiamo stare sempre un pochino sul…
E che stiamo dicendo!? Stiamo dicendo…
E una cortesia, se è possibile, senza rimprovero nei riguardi di
nessuno… (…)
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
SANSONE:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO e BONURA parlavano poi della posizione di
MARCIANO’ Giovanni rispetto a quanto era accaduto al fratello
Vincenzo.
ROTOLO ammetteva di essere il regista occulto di quanto
accaduto al capo mandamento di Boccadifalco sul territorio di “Palermo
Centro”, come rappresaglia per il comportamento che egli aveva tenuto nei
suoi confronti:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
262
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
(…) Giovanni era a conoscenza di queste situazioni e lui pensa
che tutto questo danno non viene per suo cugino, per suo
nonno, per questo, per quello, quello che dico io, lui pensa che
viene come se si fossero messi di traverso in questo discorso di
“ù truttaturi” e compagnia bella, io ho finito, ora tu puoi
parlare!
Senti … il discorso, diciamo, è in generale, anche questo
c’entra ma il comportamento nei riguardi di Enzo l’ho voluto
io, io mi assumo le mie responsabilità, perché Enzo a me mi ha
trattato con i piedi! E allora io l’ho fatto trattare con i piedi! Mi
sono spiegato? (…)
Ed ancora:
ROTOLO:
BONURA:
(…) No, lui secondo me la lettera l’ha fatta per il discorso che
questi si sono preoccupati e gli sono andati a dire…
No, no, la lettera te l’ha fatta perché ha visto terra bruciata da
suo fratello e lui pensa che questa terra bruciata da suo fratello
viene esclusivamente per i fratelli INZERILLO, punto e basta!!
Dice “ma non facciamo che pensa che io… il primo io sono
che… dice, dico per dire, se è necessario…”, mi sono spiegato?
Questo fu … lascia andare tutto il discorso, quindi ti prego se
puoi intervenire, non per me, perché ormai la cosa è fatta ed è
chiusa questa cosa, ma fagli portare un poco di rispetto, anche
quando non se lo merita, perché ora vediamo come la possiamo
sistemare di non fare lui… di non fare…(…)
Le parole del BONURA rivelavano che la posizione di
MARCIANO’ Giovanni sui fratelli di “Totuccio” INZERILLO era
certamente diversa da quella del fratello Vincenzo, e che egli non avrebbe
esitato a muoversi in prima persona “se necessario”.
Un lungo tratto di conversazione è dedicato alla descrizione di un
articolata vicenda concernente la persona di SIRCHIA Giovanni, i suoi
rapporti con l’organizzazione mafiosa ed in particolare con LO PICCOLO
Salvatore e ROTOLO Antonino.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
263
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
In data otto settembre 2005, si consumava l’epilogo del travagliato
avvicendamento al vertice del “Mandamento” mafioso di “Passo di Rigano
– Boccadifalco”, con l’invito “ufficiale” a MARCIANO’ Vincenzo a farsi
da parte in favore del fratello, e con la comunicazione a Giovanni
SIRCHIA del nuovo ruolo da svolgere per conto di Giovanni
MARCIANO’.
La prima delle tre importanti conversazioni intercettate in tale data
aveva
luogo
alle
ore
09.33
presso
l’appartamento
adiacente
l’IMMOBILIARE RAFFAELLO di Via Catania, ed aveva come
protagonisti Vincenzo MARCIANO’, SIRCHIA Giovanni e Francesco
BONURA. Il primo tratto di conversazione svoltosi alla presenza del
SIRCHIA è oggetto di trattazione nel capitolo dedicato al mandamento di
Boccadifalco. Pertinente invece alla vicenda che qui si descrive è la parte di
conversazione svoltasi tra BONURA, MARCIANO’ e SANSONE.
Mentre il SANSONE ancora si trovava per le scale, BONURA si
premurava di avvertire il MARCIANO’ della ragione della presenza del
SANSONE, raccomandandogli di
non far menzione dei contenuti dei
colloqui da questi avuti con il LO PICCOLO durante i loro incontri, per
evitare di complicare ulteriormente la situazione (cfr. all.to nr.11):
Conversazione del 08.09.2005 ore 10.38
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MARCIANO’ Vincenzo, “Enzo”;
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
BONURA:
(…) Senti… sta salendo Tanino, ascoltami… noi del discorso
che tu hai avuto con… con come si chiama, con… LO
PICCOLO, eh, non parliamo di niente per ora, non parliamo
di niente e di nessuno. Siccome praticamente ti doveva… ti
doveva comunicare che io parlo con tuo fratello per dirgli…
che dovrebbe funzionare tuo fratello, non… chiariamo noi i
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
264
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
discorsi, ora sale lui e io gli dico: “vedi che io, a seguito di tutti
sti… io ancora non ho parlato”, mi sono spiegato?
Pausa di silenzio, si sente poi lo scarico del bagno
BONURA:
Lui lo sapeva che io dovevo avere un appuntamento con te
Voci lontane, accede poi all’interno SANSONE
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
Minchia fumo, ma che è?
Eh, ma che vuoi, non è che ti pare che… e già il primo
mozzicone…
Mamma mia… picciotti, una cosa incredibile
Mi deve fare morire, mi deve fare morire
Ciao Tanino
Ciao Enzo (…)
I tre parlavano poi di vari argomenti, oggetto di approfondimento
in altre parti della presente informativa, per poi giungere allo sgradito
momento della comunicazione al MARCIANO’ della sua “destituzione”.
Dall’alto della esperienza derivante dall’aver ricoperto per larga
parte della loro esistenza ruoli di grande prestigio in “Cosa Nostra”, i due
“padrini” riuscivano a far ingoiare al MARCIANO’ l’amaro boccone senza
che questi potesse opporre alcuna resistenza, contenendone lo sfogo,
dimostrando una maestria ed una capacità diplomatica certamente non
comune a molti esponenti dell’organizzazione criminale.
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
(…) Amunì, vediamo…
Ho un “chiffareddu”…
Tanì, tu sei più grande di me, dai, digli qualche parola, tanto
io poi mi devo vedere con suo fratello
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
265
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
Tu… tu hai avuto più rapporti con… con Enzo e sai più…
Enzo… Enzo… Enzo… se parli con lui è seccato per i fatti
suoi, se parli con “quello” è seccato per i fatti suoi, io mi
trovo… tra due persone a cui voglio bene, indistintamente, tra
due persone che non posso litigare con nessuno e tra due
persone che… sono mortificato io ogni volta che devo fare un
discorso
Tirando le conclusioni…
Tirando le conclusioni io vorrei dire una cosa davanti a te,
quando io parlo con tuo fratello, siccome o tu o tuo fratello
non ci sono differenze, per i nostri… mi permetto qua davanti
a Tanino, tra di noi non è che deve cambiare niente, non ci
sono…
Ma che deve cambiare?
Non so se… dico, non è che deve cambiare niente, io parlo con
tuo fratello poi perché io… se poi tuo fratello deve scrivere, gli
ha scritto, fare e dire, eccetera eccetera, poi si vede, diciamo,
ma tu dovresti dire, diciamo, stiamo parlando… però dopo che
io parlo con tuo fratello, dovresti dire: “dato che è ritornato
mio fratello, ora le decisioni le prende mio fratello”! Non so
se mi spiego
“Sono qua io”
E poi non cambia… non cambia niente, almeno…
Per noi non cambia niente
Mi ascolti? Perché poi tuo fratello si deve ragionare, un
giorno, il motivo che ha con te o con un altro, che c’è questa
situazione, va bene?
Mah…
Si, lo capisco che… ma tu lo accetti da fratello mio e fratello
suo?
Picciotti, io da voi accetto tutte cose, non…(…)
Va sottolineato come lo stesso MARCIANO’ abbia in realtà
perfettamente compreso che la causa fondamentale della sua destituzione
dalla carica apicale del mandamento andava individuata nella posizione
assunta sugli INZERILLO “scappati”, la vera causa della frattura con il
ROTOLO:
SANSONE:
(…)… indirettamente tu hai avuto… indirettamente tu,
purtroppo, dai adito a pensare cose sbagliate, ma no che tu
le fai per fare cose sbagliate
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
266
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
Involontariamente, non indirettamente
Ma le cose poi sono successe nel tempo
Però le cose si chiariscono e se non c’è malafede si va
avanti
Perché io… poi io non ci credo che tu… purtroppo le…
No, io, per come tu, io… ne io e né tu, e come lui… io ci
metto la mia testa che non ci sono…
No, non c’è… ma io…
Pure lui lo dice… e lo dice: “e finiamola”! Io parlerò con
suo fratello, poi vediamo che cosa mi dice suo fratello, ma
questo il discorso è!! E sto parlando perché io con Tanino
non ne ho peli sulla lingua
No, vabbè, tutto il discorso si… è precipitato con Nino per
il discorso degli INZERILLO, dell’America
Benissimo, si
Tutto qua è, non è che (incomprensibile)
Anche… anche questo ha creato… ha creato un po’ di…
Ma questo tutto il discorso è, Tanì (…)
Amareggiato ed umiliato, MARCIANO’ Vincenzo accettava di
tirarsi indietro, precisando di avere trascurato i propri impegni familiari per
dedicarsi all’organizzazione,
ma anche di averne rispettato il dettato
comportamentale, l’obbligo di verità tra in consociati, il non tirarsi mai
indietro, la lealtà e soprattutto “l’onestà”.
Ancora una volta, l’esame delle vicende interne all’organizzazione
consentivano di rivelarne alcune importanti regole, rendendo più agevole la
comprensione dei comportamenti degli associati ed il significato di taluni
aspetti del loro linguaggio:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
(…) Però, scusa, perché non lo riceve? Le cose si devono
fare per virtù dello Spirito Santo?
Vabbè, ora si scrivono loro, si chiariscono loro, senti io…
mi scarico un po’ di responsabilità
No, tu non te ne vai da… dal collo della bottiglia, perché
io… io non è che posso venire a parlare con tuo fratello,
parlando con te sempre (incomprensibile) perché io…
Senti, ma io ho bisogno pure che mi devo andare a sbarcare
il lunario io…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
267
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
… io già me ne sono andato
Io ho “camminato”… io ho “camminato” per “à
discussioni” e per me non c’ho pensato, ora mi devo
andare a cercare pure le case dove devo andare a stare io e
i miei figli e mi metto… mi metto a cercare, perché “il
discorso” comincia a essere troppo intimo, troppo
personale e troppo precario
Qua il vero discorso è che… mi pare che stia finendo “a
schifiu” per tutti quelli che ci siamo rotti il culo e gli
abbiamo dato…
Va bene? Ma con la sincerità, con la lealtà, con l’onestà,
con quello che siamo, di non tirarsi indietro… dico: qua
sono! E buttana di giuda, se poi il lavoro si ferma… ma
perché che cazzo ne ho avuto io!? (urlando)
Fermati un minuto però
Scusate l’espressione, io con voi qua… siete i miei fratelli
voi e io… perché non è che ne posso parlare con nessuno
Io quello che ti posso
Dov’è il mio… dico, il mio, dico, dov’è… io che cazzo ho
fatto con questo schifo di lavoro!? Benedetta la croce,
prendendo appuntamenti…
E ci sono…
… andando “cummattennu” con quelli, che una volta
arrestano a “quello” e vado a prendo il contatto con
“l’altro”, arrestano pure all’altro e vado a prendere
contatto con l’altro
Sai dov’è l’errore in questa cosa?
Per cosa, per andare a prendere dieci anni? “Ca gnuttica”,
e per andare a morire là dentro?!! E va bene, sono qua…
ma dov’è, dico, il… dov’è, dov’è la mia malafede?
Qui non c’è malafede, minchia, allora tu non l’hai capito
La disponibilità c’è stata, e allora, dico per dire… e basta
Vedi che questi equivoci, con questi “porta e rapporta”,
succedono nelle cose più banali…
Ma equivoci, Tanino… Tanino… Tanino… gli equivoci
nascono per il discorso dell’America, punto e basta! (…)
BONURA informava SANSONE
sulla immediata partenza di
INZERILLO Francesco, “Franco ù truttaturi” , al quale, evidentemente in
violazione di una “regola” dell’organizzazione, essi stessi stavano fornendo
una somma di denaro per le spese correnti:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
268
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
MARCIANO’:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
MARCIANO’:
(…) Io… devo subire anche questo? Lo subisco, non ha
importanza, non siamo qua?
Enzo, però io…
Come ho subito… continuerò a subire
Ma da chi?
Dalla situazione che si è andata a creare
Enzo… se c’è confusione…
Non è che… perché io capisco che si va a mettere… si va a
girare un discorso che io devo andare a lavorare di più
Enzo… Enzo…
Tranquillo che devi lavorare di più
Enzo… te la posso dire una parola? Una parola: fine!
Io per la mia famiglia quando ci devo pensare, che sto
morendo, scusa
Se passa questo momento di… eh… già c’è confusione, che il
discorso degli INZERILLO, a te… non lo devi dire con
nessuno, l’americano… c’è un discorso… chi se lo deve
sbrigare se lo sbriga e quello…
No, già gli stanno preparando i soldi per andarsene
Sissignore, (incomprensibile)
Che poi… si parla di Franco e non è giusto che i soldi glieli
danno loro, li dobbiamo uscire noi
Vabbè, non…
E vabbè, e ora glieli do…
Che sia chiaro, ah!
Sto discorso…
Dico… però questo è un discorso che resta tra di noi
Dico, non per ora per volere… per volere essere miserabile o
meno, ma comunque, non ha importanza
No, ma noi stiamo parlando, o li esce lui, e li esco io o li esci
tu
Si, l’ho capito
E allora li usciamo tutti
E li usciamo tutti!! Dico, non si tratta per…lasciamo
perdere…
E’ un discorso tra di noi perché neanche lo possiamo dire,
Gaetano
E appunto dico, lasciamo stare. Ti stavo dicendo… già c’è
confusione di per se, però se tu fai un po’ di mente locale in
questa situazione, questa confusione involontariamente si creò,
poi se ci fu… la goccia che ha fatto traboccare il vaso, che è il
discorso di lì, potrebbe pure essere valido il discorso della
goccia
Il discorso degli INZERILLO
Da là si parte! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
269
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La puntualizzazione del BONURA, rispetto a chi competessero le
spese per il “Franco”, induceva a collocarlo all’interno della famiglia
mafiosa di Uditore, precisazione che aveva tuttavia infastidito il
SANSONE, il quale non avrebbe evidentemente voluto trattare
l’argomento.
MARCIANO’ raccontava delle conversazioni avute con il
ROTOLO e ripercorreva poi i passaggi che, attraverso l’avvicendarsi dei
precedenti “Capimandamento”, avevano condotto nelle sue mani la spinosa
questione:
MARCIANO’: (…) Il discorso parte, dico per dire: “com’è che questo è qua?”
BONURA:
Che cazzo ne so
MARCIANO’: “Chi l’ha fatto venire?” Questo dice: “io non ne so niente” –
“io non ne so neanche niente” – “No, lui lo sa”
SANSONE:
Siccome eravamo presenti io e lui
MARCIANO’: No, “il signor BONURA…” quando cominciano a dire a me
“il signor BONURA…” o “quello con ù sicarreddu”, questi
apprezzamenti in questo modo già sono “arruttatini”! “Nino,
vedi che questo non ne sa niente e non c’entrava niente, la
discussione l’ha avuta nelle mani Nino, che gliel’ha rinviata a
mio fratello Giovanni, a cose fatte, nel senso: c’è questo,
ricevilo”! Nino non c’è più!! Angelo… Angelo che l’aveva
valutata da prima, non c’è, e questa patata calda nelle mani
gli è andata a finire all’ultimo al più fesso!!
BONURA:
Ti pare a te che sei il più fesso… (ride)
MARCIANO’: “Vedi che io non ne so parlare”
BONURA:
(ride) (incomprensibile) a me lo dici?
MARCIANO’: Ma non ne so parlare! Nel frattempo Nicola… nel frattempo
Nicola… da rimbambire, “e vediamo, e facciamo e diciamo” –
“Eh, ma cosa volete da me? Non sono io!!”
BONURA:
E insomma… mi fa piacere di sta…
MARCIANO’: Sali, scendi, appuntamenti…
BONURA:
Una cosa che tu ne eri già convinto
SANSONE:
Ne ero a conoscenza, ne ero a conoscenza e ne sono a
conoscenza, purtroppo…
MARCIANO’: Fino a gennaio, fino a gennaio che ci siamo noi visti,
(incomprensibile), te l’accennai, ti dissi: “Tanino, abbiamo
sempre quella cosa là” e tu hai detto: “vabbè, lasciala stare”
SANSONE:
Si, si
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
270
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
SANSONE:
MARCIANO’:
BONURA:
MARCIANO’:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
MARCIANO’:
Non c’è stato nessuno che mi ha detto: “Enzo, vedi che qua si
sta bruciando”
No, perché era…
Ora, dico per dire, io prendo la decisione, quindi… perché
sempre io poi alla fine la sono andata a prendere, anche se
non è vero
No, la decisione fu…
Anche se non è vero
No, la decisione l’abbiamo presa…
Che fa, che devo dire?
No, la decisione che noi abbiamo letto la lettera
Va bene
Ti ho detto: “non c’è più niente da fare”!! Ti ho detto così?
Si!
E va bene
Nel frattempo (incomprensibile)! Va bene! Ma io mi sento…
sono stato devo dire preso tra due fronti…
Vicè…
… il fronte che… gli devo dare ascolto…
Vicè…
Mi viene il Vicè, mi viene il MERENDINO… io non li
posso… li devo io… o no?
Certo
(incomprensibile) si vada a buscare il pane
Però né Vincenzo né altri si potevano prendere responsabilità
No, ma quello addirittura… ma non l’ho fatto parlare con te,
Tanino?
Ha detto testualmente (incomprensibile), però in un primo
tempo le situazioni sono in una certa maniera…
Vabbè Tanino, vediamo quello che abbiamo davanti, lasciamo
perdere come si è svolto, perché lì il discorso, dico per dire,
sono io il capro espiatorio, punto e basta!! (…)
Le parole del MARCIANO’ confermavano come egli avesse subito
le asfissianti pressioni del MANDALA’, il quale aveva poi tentato il colpo
di
mano
autorizzando
il
rientro
dell’INZERILLO
approfittando
dell’assenza del ROTOLO. Confermavano anche che MARCIANO’ aveva
“dovuto” dare voce alle richieste che provenivano dagli esponenti della
famiglia
mafiosa
di
Torretta,
“MERENDINO”
e
BRUSCA,
rammaricandosi per non essere stato avvertito per tempo che la situazione
stava degenerando.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
271
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Una attenta comparazione di tutte le intercettazioni sul tema fin qui
esposte, consente di affermare che SANSONE e BONURA avevano
inizialmente assunto un atteggiamento possibilista sul rientro degli
INZERILLO
anche in virtù degli accordi che Michelangelo LA
BARBERA aveva raggiunto con “Totò” RIINA, salvo poi modificare la
propria posizione dopo aver letto le missive che PROVENZANO inviava al
MARCIANO’.
L’avere poi appreso dal ROTOLO di segnali che inducevano a
ritenere che il “clan” degli INZERILLO potesse riorganizzare le proprie
fila attorno ai fratelli di “Totuccio”, l’appoggio ritenuto non disinteressato
del LO PICCOLO, l’imminente scarcerazione di INZERILLO Tommaso,
“ù muscuni”, ma anche la presenza di altri “scappati” della seconda guerra
di mafia a Palermo ed il conseguente, immanente rischio, a più riprese
segnalato dal ROTOLO, di possibili vendette, anche nei loro confronti, li
avevano poi ulteriormente convinti della opportunità di aderire alla linea di
quest’ultimo.
In ultimo, almeno per quanto attiene al BONURA, il cambio di
rotta del PROVENZANO, che apriva uno spiraglio in favore del LO
PICCOLO su una questione di competenza esclusiva dei vecchi
componenti della “Commissione Provinciale” di Cosa Nostra, era vissuto
come un vero e proprio tradimento di chi per quella guerra era “sepolto
vivo” in una cella, primo fra tutti il cognato BUSCEMI Salvatore.
Il “Capo” di “Cosa Nostra” siciliana, tuttavia, come già si è avuto
modo di vedere e come ancora si manifesterà di seguito, non avrebbe avuto
vita facile sul punto.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
272
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Contestualmente alla lunga riunione presso la “saletta riservata”
adiacente l’IMMOBILIARE RAFFAELLO, ne era in corso una parallela
tra il ROTOLO ed il CINA’ i quali, sistemato il fronte “Boccadifalco”,
erano alle prese con le strategie da adottare per ridimensionare le
aspirazioni del LO PICCOLO, che aveva ancora una volta lasciato in asso
il CINA’ e non si era presentato all’appuntamento prefissato. (cfr.all.to n.
13)
Conversazione del 08.09.2005 ore 10.12
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
CINA’ Antonino, “Nino”, “ù dutturi”;
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) (incomprensibile) minchia, come è cornuto LO
PICCOLO, minchia, si incontra con tutti e non si incontra
con me! E addirittura lo vado a trovare io non è che si deve
disturbare lui! Pezzo di crasto che è! E allora Nino, scusami
se lui dice: “lui pretende che ci scenda, può aspettare cento
anni perché io non rischio!” Invece lui non rischia niente, a
meno che non si preoccupa se io mi porto gli sbirri appresso, è
un cornuto!
Scusa un minuto, com’è che… c’era l’appuntamento, com’è
che… che ha fatto lo ha smantellato l’appuntamento?
Si
Cioè… che ti ha mandato a dire?
No, ancora niente, neanche mi ha mandato a dire niente!
L’altra volta ci sono andato: “ma dobbiamo fare
l’appuntamento martedì?” Questo martedì, niente! Ora c’è
l’altro martedì prossimo, poi io… io non lo so. È certo che lo
deve sapere questo discorso, gli scriviamo! Ora gli scrivo…
Però hai un elemento in più
Certo
Questo è un elemento importante
Una carenza… una carenza notevole! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
273
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
I due “Capimandamento” parlavano poi della missiva di risposta
che ROTOLO aveva scritto al PROVENZANO, nella quale, in merito alla
proposta di decisione congiunta sulla questione INZERILLO, egli aveva
totalmente ignorato il LO PICCOLO in modo tale che questi comprendesse
che l’idea non sarebbe stata minimamente presa in considerazione.
Nell’occasione ROTOLO ribadiva al capo di Cosa Nostra la necessità di
incontrare “164”, già “N.N.”, i due riferimenti alfa numerici attribuiti a
CINA’ Antonino, il quale nell’occasione gli avrebbe parlato anche per suo
conto:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Tu glielo hai detto a quello… se gli hai scritto, glielo hai
detto… glielo hai scritto: “quello si scusa, cose
(incomprensibile)””
Io gli ho detto… così gli viene a lui pure, gli ho detto: “senti,
intanto io… mi dispiace che non ti ho scritto ma non mi è
stato possibile. I soldi che ti ho mandato sono del macello, per
Pierino… Pierino i soldi li ha consegnati alla buonanima di
Ciccio questi soldi e ci sono amici che lo sanno, però se ci
sono ancora rimanenze da darti non ne so parlare, ora mi
informo.” Per il discorso che lui mi fa: “io, tu e lui…”
neanche lo menziono!
Questo non lo hai nemmeno sfiorato?
Neanche lo menziono, hai capito? L’ho proprio snobbato
completamente, per dire…
Lo capisco, lo capisco… come dire: “non ho capito niente!”
“Dimmi una cosa, ma che stai raccontando!?”
È fuori tema, allora tagliavano: “è fuori tema!”
“Che mi stai raccontando?” E invece gli dico: “senti, io ho
cose importanti, molto importanti, anzi moltissimo!” Perché
lui lo sai che si…
Si
“Moltissimo!” Perché cerco di scrivere come fa lui…
Certo, lui lo afferra a volo il discorso
“Moltissimo delicate, delicate delicate! E io non ti posso dire
niente, però è importante che tu ti incontri con
centossessantaquattro, tra parentesi N.N.” (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
274
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
CINA’ e ROTOLO parlavano poi della condizione di isolamento
del PROVENZANO e dei loro rapporti con i latitanti di spicco e gli
esponenti delle altre province siciliane, tutti argomenti che verranno
approfonditi in altra sede, facendo un bilancio sui rapporti di forza in
campo in quel momento, che non avrebbero consentito al “Capo” di “Cosa
Nostra” di ignorare il veto che loro avevano posto sugli INZERILLO:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) Quindi lui è stretto, hai capito?
A lui gli conviene incontrarmi, nel senso buono della parola
Si, ma io… per carità! Con i nipoti di questo
(incomprensibile)
Di (incomprensibile)
… io ci sono in contatto, da questa parte, da Matteo lui non ci
può andare e noi ci siamo in contatto, cioè… dove deve
andare lui? Ha solo a questo scemo qua!
Ma questo scemo è pericoloso! Ma comunque… continua…
Tu hai finito?
No, no, questo… io invece devo continuare, mi racconti tutte
cose (incomprensibile)…
In sostanza, tu devi vedere di capitare una macchina da
scrivere di quelle buone, questa cosa è una cosa da tenere
sempre
Elettrica…
No, a mano
…io elettrica te la do, deve arrivare, ora deve arrivare, intanto
comincia…
A me l’hanno prestata
…comincia con questa, certo!
Devo scrivere, non è che devo perdere tempo! Tu devi scrivere
ora, perché mi devi dare il pizzino che glielo devo mandare
Aspetta, quando glielo mandi ora?
No, scrivi una cosa bella sistemata…
Come quella di avantieri?
Come quella di avantieri
Ti è piaciuta quella com’era scritta?
Si, ma tu fai riferimento a quello che ti sto dicendo io
“So che ti ha scritto…”
“So che ti ha scritto venticinque, io dovevo mandare,
purtroppo insieme a lui…”
“Però di quelle cose poi ti spiego meglio di davanti, se
abbiamo la fortuna di vederci te lo spiego meglio perché ho
fatto (incomprensibile)”
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
275
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Esatto, gli dici: “faccio questa strada…” perché io gli ho
detto…
“Mi pare meglio per me e per te!”
Perché io gli ho detto: “siamo in contatto e gli ho detto, ci
sono cose molto, molto delicate! Che interessano me, te…”
hai capito?
Certo, si mette in allarme, così comincia a riflettere!(…)
La posizione del ROTOLO, codice “25”, emergeva in tutta
chiarezza quando questi confidava a CINA’ che, qualora
il
PROVENZANO avesse autorizzato la permanenza degli “scappati” della
famiglia INZERILLO, egli avrebbe “aperto le danze” , dando il via al noto
“programma” di omicidi in serie, fino a quel momento operativo solo per il
“sottocapo” della famiglia mafiosa della “Noce”, DI MAIO Salvatore:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) …parentesi, così… siccome io quest’altro che ho fatto?
Non lo avevo fatto venire più, perché io sapevo che lui aveva
detto si, che questi potevano stare, è giusto? Poi lui si è
arrabbiato: “io… se ne devono andare, di qua, di là!” Con
questa ci siamo visti tre volte, le ultime due volte ieri e l’altro
ieri, ieri ci siamo visti con mio cugino Tanino insieme, una
volta da solo e una volta pure con Tanino. Mi si apre in un
modo che non aveva fatto mai! Perché io l’altro ieri gli ho
fatto vedere… perché purtroppo certe volte uno i nomi glieli
deve fare! Se capisce che o non ci arriva o non ci vuole
arrivare, o non ci crede…
(incomprensibile)
Gli ho detto: “dimmi una cosa…” perché voleva aggiustare la
cosa di Enzo, siccome io ho saputo altre cose di Enzo e gliele
ho dette, gli ho detto: “dimmi una cosa… tu forse non sai che
io avevo vent’anni quando avevo rapporti con u zu Gabriele e
Franco, poi è uscito Giovanni, questo era meccanico, io lo
conoscevo, entrava là la sera: buonasera a tutti e andava via.
Essendo fratello e figlio della buonanima dello zu Gabriele, io
so la mentalità che hanno, per me… allora sono stato io il
primo a dire: c’è Enzo, mettiamoci a Enzo! Come ti ho detto
l’altra volta io a te, quando lui ha scritto per il discorso e gli
dice a questi… gli ho detto: è carabiniere o è scemo?
Carabiniere non c’è (incomprensibile) è scemo, ma gli scemi
possono fare danni che nemmeno lo capiscono loro il danno
che possono fare!”
Certo
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
276
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Gli ho detto: “ora ti dico un’altra cosa, tu gli hai detto che
nella lettera… ma quale equivoca! La lettera diceva che questi
se ne dovevano andare, me lo hai raccontato tu a me!” Dice:
“si, è vero, io lo ripeterò sempre!” “Perché lui, gli ho detto, lo
sai che ha fatto? Ha parlato con gli INZERILLO e gli ha
detto: la lettera non mi convince, ora io scrivo di nuovo e
vediamo… cioè non gli è bastato che tu gli hai detto…”
Si, si chiaro!
Gli ho detto: “Quindi…
Mettendomi in difficoltà e in grosso imbarazzo!
Gli ho detto: “mettiamo, sempre, che è scemo, diciamo sempre
che è scemo! Gli ho detto: ha accordato di andarsi a rivolgere
a LO PICCOLO! Tu lo sai che LO PICCOLO… ci sei stato
pure nei discorsi, gli ho detto, tu lo sai che LO PICCOLO è
figlioccio di Saro RICCOBONO, cioè… un’altra cordata!
Dimmi una cosa…” e gli ho raccontato il fatto dei tre! Dice:
“ma che mi stai dicendo?” “Si, perché siccome il LO
PICCOLO gli avrà fatto qualche cortesia e, gli ho detto, quello
giustamente essendo in croce non se lo vuole dispiacere!”
Ignorantemente!
Gli ho detto: “ma naturalmente non è che può mettere in
difetto a me! Perché, gli ho detto, prima di tutto per me il fatto
che non c’è nessuno non esiste, perché i cristiani sono in
galera, gli anziani che sono vivi e sono in galera ci sono…
Esistono!
…e per giunta stanno soffrendo!”
Certo!
E quindi io la cosa non la vado a muovere
Certo
Se la vuole muovere lui la muove lui, ma io non la muovo!
Certo
Con le conseguenze!
Certo
Perché digli che gli da lo sta bene, io l’indomani gli vado a
sparare!
Certo
L’indomani! Appena gli da lo sta bene l’indomani gli vado a
sparare!
Certo
Nino “rapu l’antu” io (do il via alle danze n.d.t.) non è che…
No, no, ma siamo d’accordo perché sono veramente cose…
sennò non abbiamo fatto niente! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
277
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO rivelava poi al “164” di avere avuto la conferma dal
BONURA che il LO PICCOLO utilizzava già di fatto gli INZERILLO per
suo conto, e di averlo messo in guardia perché lui, in caso di conflitto,
sarebbe stato uno dei primi obiettivi degli INZERILLO, che lo
consideravano un “traditore”:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) Mica… ma lasciamo perdere… e allora gli dico: “dimmi
una cosa, questo LO PICCOLO quali interessi ha, interessi
nostri o loro? Perché questi si rivolgono sempre a scafazzati
come Enzo, che purtroppo per ragioni che non c’è nessuno gli
si è dato spazio, anzi ti debbo dire, non è che gli si è dato, se lo
sono preso…
Esatto
…e ora si cercherà di ridimensionare un po’ a tutti questi che
se lo sono preso lo spazio! Dimmi una cosa, se domani io
uscissi pazzo e gli calerei la testa e questi restassero qua
perché si interessa il LO PICCOLO…”
Minchia, li ha tutti sotto di lui!
Si volta lui e mi dice: “ma già ce li ha al suo servizio!”
Quindi già lui lo sa?
Dice: “ma già li ha al suo servizio, perché se li chiama questo,
dice, questi ci vanno!” Gli ho detto: “ma dimmi una cosa in
questa maniera quando quello dice… perché questi, gli ho
detto, hanno spiegato parole…” “ma sono quattro gatti!” Gli
ho detto: “ma pure prima pensavano che eravamo quattro
gatti, perché noi la nostra forza non gliel’abbiamo fatta
conoscere mai a nessuno! Questi che pensi tu che a
Uditore…” quelli che ora ci sono a Uditore… “…abbiamo
deliberato assieme!” Perché quelli lo hanno per traditore a
lui, hai capito? Dice: “questo, non lo so io!?”
Ah, (incomprensibile)
Gli ho detto: “dice che questo… gli ho detto: lo sai che tu non
ti puoi salvare? Tu non ti puoi salvare! Ci sono i miei
parenti… ma tu non ti puoi salvare!” (…)
ROTOLO era quindi consapevole di poter disporre della forza
militare necessaria a far fronte ad una nuova guerra di mafia, forte anche
del suo ruolo di più giovane rappresentante della “vecchia guardia” di Cosa
Nostra attualmente sulla scena.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
278
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il boss di Pagliarelli riferiva poi al CINA’ della lettera che gli
aveva inviato Giovanni MARCIANO’, che aveva un profilo criminale di
livello ben diverso dal fratello Vincenzo, ed ipotizzava di poterlo
eventualmente coinvolgere nel progetto di attirare il LO PICCOLO in
un’imboscata:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) “Il LO PICCOLO…” gli ho detto… dice: “si, questo è un
cornutaccio… questo è un cornutaccio!” “Franco allora
perché non la finite di andare appresso agli scemi?”
Ti riferisci anche… che loro ci sono andati diverse volte pure
con Tanino ci sono andati a trovarlo
Si, perché loro li hanno mandati a chiamare, cioè… e lui
ancora ha contatti, gli manda i saluti…
Ma li ha mandati a chiamare perché loro volevano mettere in
mezzo a Sandrino? (Incomprensibile)
No, li ha mandati a chiamare per cose… perché era infilato in
tutti i posti!
In tutti i posti
In tutti i posti
(incomprensibile)
In tutti i posti
È un cornuto!
Per esempio questo MARCIANÒ ha il contatto, hai capito? E
questo a noi ci può stare bene, quando uno non è scemo come
questo! Perché a Giovanni…
È più intelligente, giustamente (incomprensibile)
Perché a Giovanni glielo posso dire: “tieni i contatti, chissà
qualche volta questo dovesse venire non farlo andare più
via!” (…)
Importante novità sul fronte degli INZERILLO era la notizia della
preannunciata partenza di INZERILLO Francesco, “Franco ù truttaturi” il
quale si era allontanato alla volta di Bardonecchia. Detta circostanza non
era sfuggita al ROTOLO, che non la riteneva tuttavia sufficiente.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
279
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Vedi che quello è partito il ragazzo
Si, lo so, tu lo sai dov’è?
Io so che se n’è andato verso Sestriere, verso lì dove loro
hanno… a Bardonecchia, lì…
Anche perché noi… non è che lui se n’è andato ed è finita!!
Certo, no, ma io poi arrivati ad un certo punto ho detto:
“minchia, questi…” una considerazione mia, lasciamo andare,
non ti… ma meglio qua che lo potevamo controllare, scusa!
Ma infatti il discorso non è che è qua e se ne deve andare da
qua ed è finita! (…)
I due parlavano poi di Giovanni MARCIANO’ e delle sue
condizioni di salute, raccontando un episodio che lo aveva visto
protagonista, unitamente a Franco BONURA, dell’eliminazione di un
uomo della stazza di cento chili successivamente dissolto nell’acido:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
(…) Giovanni è una cosa e lui è un’altra cosa!
Dico, devi pensare che Giovanni è messo così, più bello del
sole…
Si, si, lo capisco
…ma non si può muovere è tutto mal combinato
Mi ricordo pure ai tempi, è che combatte una vita con questa
schiena
Si, ma ora ha le ossa, tutte cose mal combinate! Non lo so
come… così! Una volta, mi ricordo, c’era uno di qualche
cento chili, minchia da solo, io gli mettevo il come si chiama
e lui lo ha messo (incomprensibile)
A proposito di come si chiama, io avevo (incomprensibile),
c’è possibilità?
Prima noi avevamo…
Lo so
…però (incomprensibile) e c’è stato chi lo ha detto questo
discorso che avevo… meno male che poi la discussione…
Si, si, va bene. Ora devo vedere… intanto è il problema
(incomprensibile)
Se ho qualche cosa te la faccio avere
Non è che ce ne può essere qualche poco conservato?
No, ma neanche abbiamo più le attrezzature, cose
Va bene le attrezzature…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
280
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
ROTOLO:
BONURA:
ROTOLO:
Vediamo, quelli dei mattoni… dobbiamo prendere…
dobbiamo parlare con quelli di…
Quello è acido muriatico!
Lo stesso, questo!
No, deve essere solforico! (…)
L’episodio, al quale non veniva associato alcun elemento che
potesse condurre all’identificazione della vittima, testimoniava il perché
“Don Antonino” ROTOLO ritenesse di poter affidare al MARCIANO’ il
compito di eliminare il LO PICCOLO tendendogli un’imboscata.
Il fatto poi che il ROTOLO, alla data del 20 settembre 2005, fosse
alla ricerca di acido solforico, costituiva un ulteriore elemento che induceva
a ritenere che egli volesse rompere gli indugi e passare alle vie di fatto.
In tale ottica si ritiene di poter collocare la convocazione di
OLIVERI Michele, nato a Palermo in data 01.02.1931, vero e proprio
“decano” del “Mandamento” di “Pagliarelli”, il quale veniva messo in
allerta dal ROTOLO, che gli rappresentava il quadro degli scenari attuali
affinché, come diceva testualmente, nel caso in cui egli fosse venuto a
mancare, almeno uno dei “vecchi” fosse a conoscenza dello stato delle
cose.
La conversazione riservava un vero e proprio colpo di scena, atteso
che il ROTOLO rivelava all’OLIVERI di aver trovato INZERILLO
Francesco, “Franco ù truttaturi”, appostato in macchina nei pressi della
sua abitazione pronto per eliminarlo.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
281
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il ROTOLO, che nella circostanza si sarebbe trovato in compagnia
del CANCEMI, verosimilmente Carmelo, avrebbe saltato un cancello per
mettersi al riparo e rifugiarsi in casa (cfr.all.to nr. 34) :
Conversazione del 22.09.2005 ore 17.15
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
OLIVERI Michele;
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
(…) prima a Binu gli mandavo…
Si l’ho sentito dire, ma non…
Non lo conosci?
No, no
(incomprensibile)
No, però (incomprensibile)
Mai lo hai visto?
No, mai
Lo sai che io ci sono in contatto?
Lo capisco, non è che c’è bisogno che me lo dici!
Siccome con Ciccio PASTOIA a lui non gli scrivevo
(incomprensibile)
No io, allora che c’era Ciccio PASTOIA a lui non gli scrivevo
perché al posto di scrivergli gli mandavo Ciccio a parlargli
Eh!
Appena è successa il discorso di Ciccio…
Gli hai scritto
lui mi ha scritto…
Gli hai risposto
…e io gli ho risposto. Ora… io non te ne ho parlato di queste
cose perché (incomprensibile)
Esatto
Praticamente qua a Passo di Rigano quando sono ritornato io
ho trovato, allora abbiamo saltato il cancello, perché c’era
Franco INZERILLO… perché eravamo io, CANCEMI… mi
aspettava in macchina per spararmi, perciò io ho mandato a
chiamare a Franco BONURA e a MARCIANÒ, me lo aveva
detto a me mio cognato Pino (incomprensibile) allora ero in
galera, poi, nel frattempo che io ero in galera (tratto
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
282
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
incomprensibile), mi hanno fatto sapere che c’era qua
Francuzzu INZERILLO dall’America (tratto incomprensibile)
Il fratello di quello che è stato in mezzo alla strada, di
Totuccio
Fratello di Totuccio, ma questo è quello che è scappato in
Ame… perché è scappato, gli scappati diciamo!
Degli scappati!
Gli ho detto: “e chi lo ha autorizzato a questo, dall’America a
venire qua?” Dice: “ma allora lo hanno autorizzato, un
discorso equivoco!” “Senti…” questo era Enzo che allora non
era neanche combinato! Gli ho detto: “guarda, con te non ci
parlo perché, gli ho detto, i discorsi non li sai, gli ho detto,
quindi tu ascolta…” Dice: “no, io non so niente, delle cose
antiche, dice, non so niente!” “e tu ascolta, perché non li
sapevi e ora ne vieni a conoscenza! Franco io voglio sapere
da te, perché Franco INZERILLO era nella famiglia
dell’Uditore…”
Lo hanno messo loro?
No, era!
Era, ah!
“…quindi, tu che sei “sottocapo”, almeno, se non avete
cambiato…” gli dico io! Dice: “no, sono io! Dice, ma sai,
allora Angelo…” gli ho detto: “senti non parliamo di gente
che non può venire qua a giustificarsi, perché con Angelo ci
sono stato in galera e di questo discorso non me ne ha fatto
parola! Siccome è una cosa delicata lui me ne avrebbe
parlato!”
A me, certo!
“Quindi ad Angelo lascialo andare!” Dice: “Ma allora, forse,
suo fratello Giovanni…” e Giovanni era in galera! Gli ho
detto: “vedi che Giovanni sa il discorso, gli ho detto, Giovanni
gli ho detto, c’era… proprio Giovanni! Gli ho detto, ci
possiamo andare! Quando ti ho detto che l’ho richiamato
perché qua c’erano altre fesseria, com’è il discorso, però
questa cosa… io voglio sapere chi si è presa questa
responsabilità?”
La responsabilità di farlo venire
Gli ho detto: ora alla fine… concludo, gli ho detto: “dimmi
una cosa se io domani mattina esco e lo trovo per strada e gli
tiro due revolverate… (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
283
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Va
tuttavia
sottolineato
che,
dall’analisi
incrociata
delle
intercettazioni effettuate presso l’appartamento di Via Catania e presso il
“Box” in lamiera del ROTOLO, che coprivano pressoché l’intero anno
2005, la circostanza non era mai venuta alla luce, neppure quando il
ROTOLO parlava con gli esponenti più fidati del proprio “Mandamento”.
L’unico riferimento ad un progetto di omicidio nei confronti del
ROTOLO da parte di esponente della famiglia INZERILLO era emerso
durante la conversazione tra BONURA, MARCIANO’ e MANNINO
Calogero intercettata in data 11.01.2005, ma era relativo ad INZERILLO
Tommaso, “Masino ù muscuni”, il quale sarebbe stato scarcerato soltanto
il successivo 11 ottobre 2005. Il MANNINO aveva appreso di detto
progetto direttamente dal ROTOLO nel corso di una visita che egli
collocava nel tempo circa tre, quattro mesi prima, e pertanto verso il mese
di settembre, ottobre dell’anno 2004.
Il tratto in cui ROTOLO riferisce all’OLIVERI di avere
immediatamente convocato a se il BONURA ed il MARCIANO’ ed il
riferimento fatto alla circostanza che quest’ultimo non fosse all’epoca
ancora “combinato” nella sua veste di Capo Mandamento, consentono di
collocare l’episodio in un periodo certamente antecedente il 2004 .
ROTOLO,
proseguendo, riferiva all’OLIVERI degli accordi
assunti con gli esponenti di “Cosa Nostra” americana in merito ai fratelli
INZERILLO scappati , i quali avrebbero dovuto rendere conto dei loro
spostamenti a
“Saruzzu NAMIO”, identificato nel latitante NAIMO
Rosario, su cui si è già riferito:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
284
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
(…) Allora, l’impegno era che loro dovevano stare in
America, questi scappati, tutti! E dovevano presentarsi
all’appello (incomprensibile) Saruzzu NAMIO (fonetico),
Saruzzu, (tratto incomprensibile) e Saruzzu fischiava e loro
dovevano correre tutti e due: “zu Sarù, presente!” “Va bene,
tutti qua siete? Ve ne potete andare!” Perciò, questo era
l’impegno! “Se torni in Italia…” questo era l’impegno! Gli
ho detto: “tu informati, non è cambiato niente, sempre quello
è! Tu informati, gli ho detto, non è cambiato niente!” Ahh…
te lo dico io qual è il discorso, mi racconta questo amico, dice:
“a questo lo hanno arrestato in America e allora, quando è
uscito, gli sbirri lo dovevano portare qua in Italia…
Qua in Italia
In Italia, a Palermo!
In Italia
E allora, perché si doveva fare i tre anni di sorveglianza…
dice, e allora, loro, i parenti, questi dello scappato, hanno
fatto sapere: “ma deve venire il mio parente qua, perché sono
gli sbirri che lo mandano qua? Si deve fare tre anni di
sorveglianza, altrimenti deve rompere e si deve dare alla
latitanza.” Allora, chi è stato allora, gli ha risposto… gli ha
detto: “gli fate sapere che per noi non deve rompere, (darsi
alla latitanza n.d.t.) e può venire qua durante i tre anni di…
I tre anni di sorveglianza
…di sorveglianza!” (…)
Sebbene gli elementi della conversazione fossero per larga parte
già emersi nel corso di altre intercettazioni, il racconto fatto all’OLIVERI
risultava più chiaro nei contenuti, ed aggiungeva dettagli importanti, utili
per rendere la ricostruzione degli accadimenti quanto più completa
possibile .
Si apprendeva così che ROTOLO aveva chiesto al PASTOIA se
suo “figlioccio”,
Nicola MANDALA’, sarebbe stato disponibile a
“consegnare” Alessandro MANNINO nel caso in cui ciò si fosse reso
necessario, richiesta che aveva preceduto l’incontro tra ROTOLO ed il
MANDALA’. Quest’ultimo
aveva sì dato la propria disponibilità, ma
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
285
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
aveva chiesto in cambio che ROTOLO concedesse un incontro al
MANNINO, richiesta che questi aveva accettato anche per la curiosità di
conoscere un potenziale avversario:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
(…) (tratto incomprensibile), gli ho detto: “ma a questo tuo
figlioccio, gli ho detto, se gli diciamo di portare gli amici,
portarci a questo?” “No, questo non lo so, ma glielo possiamo
dire.” E allora si sono seduti… dice: “vedi che cosa ti deve
dire, dice, u zu Nino…” Gli ho detto: “senti Nicola, gli ho
detto, per il momento non c’è niente, ma potrebbe succedere
che, per dire, noi…
Che ci serve…
…che ci può servire questo, tu sei in condizione?”
(incomprensibile)… “io sono disponibile (incomprensibile),
però lui vuole (incomprensibile), dice, glielo posso portare?”
Io parlando con te… è meglio avere nelle mani tutte cose e
non averle… perché a questo io non lo conoscevo, ho detto, se
non altro, magari, lo conosco! Gli ho detto: “ma tu me lo
vuoi portare per cosa?” “no, io glielo voglio portare per
farglielo vedere, però, dice, l’impegno resta sempre, per ora lei
lo conosce e cerca di decidere…”
Quello che vuole fare
E si sono portati… e c’era Giannuzzu presente
(incomprensibile)
Il nostro!
Il nostro, Giannuzzu (incomprensibile) (…)
Il contenuto della conversazione tra ROTOLO e MANNINO
Alessandro, avvenuta alla presenza di NICCHI Giovanni, così come
ricostruita in favore dell’OLIVERI, merita di essere riportato almeno in
parte per i suoi riferimenti alle causa scatenanti la guerra di mafia degli
anni 80.
ROTOLO:
(…)
Gli
abbiamo
fissato
l’appuntamento
qua
(incomprensibile), ci siamo seduti, c’era la luce accesa a casa
mia, gli ho detto: “senti qua tu sei qua, perché, gli ho detto, è
Nicola che ti ha portato altrimenti tu qua non ci saresti!” “No,
questo lo capisco.” “e allora, senti, siccome io parlo chiaro,
gli ho detto, e mi scoccia fare preliminari, cose, gli ho detto,
senti qua noi due siamo combinati che tra me e te… ci divide
un vadduni (dirupo n.d.t.) e ci passa un fiume, quindi non è
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
286
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
che ci possiamo unire, perché ci divide u vadduni! Questo
vadduni, gli ho detto, lo ha costruito tuo zio, no noi! Tu non
hai nessuna responsabilità. Gli ho detto: tuo zio ci è venuto a
cercare fino a casa per scipparci le teste senza che gli
avevamo fatto niente…
Niente
…per una questione di denaro e di potere! Gli ho detto:
quindi a me… con chi stavo io bene così, lui mi sta bene solo
così! Gli ho detto: mi hai capito cosa ti voglio dire?” Dice:
“logico!” “e quindi.. io non ho niente, gli ho detto, di
personale, gli ho detto, i tuoi parenti litigavano con tutto il
mondo! Quindi, io di personale non ho niente, di personale
ho una cosa: che avevano messo pure me nella lista, gli ho
detto!
(ride)
Perciò di personale non ho niente, però io ero messo nella
lista! Quindi, gli ho detto, tutti quelli che mi avevano messo
nella lista e facevano parte della lista, gli ho detto, per me
devono fare solo una fine!” Minchia è diventato di mille
colori! Gli ho detto: “calmati un minuto, io… siccome Nicola
mi ha detto che sei una brava persona, un bravo ragazzo, però
tu sappi che devi stare al tuo posto! Tu devi stare nna to
casedda (nel tuo filare n.d.t.), gli ho detto, senza scavalcare a
to casedda perché tu non ti chiami INZERILLO ma sei
INZERILLO (…)
ROTOLO raccontava poi che il MANNINO, che aveva
particolarmente apprezzato la sua chiarezza,
gli aveva poi chiesto di
rivedere la propria posizione sul conto di INZERILLO Francesco, cosa alla
quale egli aveva opposto un netto rifiuto.
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
(…) E allora, poi, dice: “lo sa zu Nino, c’è questo mio
parente…” “ah, lo vedi, gli ho detto, lì non ci dobbiamo
andare, perché tu sai come stanno le cose, perché io non c’ero
ma tu c’eri!
Tu c’eri…
A te hanno fatto sapere che si poteva fare la sorveglianza e
dopo la sorveglianza se ne doveva andare, è vero?” Dice: “si,
è vero!” “E perché non se n’è andato?” Dice: “perché allora
non si è interessato nessuno.” “Ma tu lo sai che pure domani
mattina ai tuoi parenti gli possono tirare due revolverate?”
E nessuno può dire niente
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
287
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
“E nessuno…
Perché l’impegno era quello!
…perché l’impegno era quello, quindi…” Dice: “allora è
stato a rischio il mio parente?” “Certo che è stato a rischio!”
Sariddu?
“Ma allora non ti hanno parlato chiaro!” Insomma, di sotto,
di sopra, tititì, titità… in sostanza, questa cosa vedi che si è
risolta settimana scorsa, da quando ti parlo io, settimana
scorsa!
Ah, ora?
E quando!? Allora, tutto deciso… perché l’ho chiamato
contro voglia, io a questo non l’ho più fatto venire, è da più di
un anno e mezzo, nel frattempo a Nicola lo hanno arrestato,
Ciccio è morto, hai capito? Quindi questo si è sentito un
poco… “minchia, dove vado a finire in questa…” e allora, in
sostanza… la settimana scorsa è partito…
È partito
…uno, perché ce n’è un altro che lo ha fatto venire Nicola,
dicendo che non lo sapeva che non doveva venire! Infatti
Giannuzzu dice: “no, ero presente io quando, dice, mio
padrino è uscito dalla galera e lui glielo ha detto, mio padrino
gli ha detto, e tu come ti sei autorizzato a farlo… ora prendi e
lo fai andare via di nuovo!” Perché è l’altro fratello, ah! E
infatti ora questo se ne deve andare!
Se ne deve andare pure (…)
“Don Antonino” arrivava quindi a rendere partecipe l’OLIVERI
della principale ragione della sua convocazione, e cioè la possibilità di un
imminente scontro con il LO PICCOLO.
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
(…) E allora… ti sto raccontando tutto questo discorso per
farti capire che c’è LO PICCOLO…
Quello latitante?
Gli ho detto: “questo LO PICCOLO è uno che è salvato,
cioè… uno che doveva morire! Franco! Perché questo era il
figlioccio di Saro RICCOBONO, e se ne doveva andare!”
Con gli amici suoi, eh, eh!
Un giorno ho mandato a chiamare (incomprensibile) e non lo
ha trovato (tratto incomprensibile), non me lo scordo anche
perché il giorno prima erano spariti quegli undici, undici tutti
assieme, quegli undici?
Si, si
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
288
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
E allora, l’ho mandato a chiamare (tratto incomprensibile),
Lino… uomo! Non glielo ha detto a Pippo, perché se glielo
diceva a Pippo era un uomo finito! Dice: “sai, non l’ho
trovato, dice, domani vedo se lo posso cercare…” Dice: “ma è
sicuro, dice, che non lo hai trovato?” Dice: “no!” Ma io lo
sapevo il discorso. E allora, l’indomani lo prende e lo porta,
dice, che al passaggio a livello si è buttato dalla macchina ed è
scappato!
Si?
Si, si, si!
Questo LO PICCOLO?
Si, e Pippo non sapevano niente! Finalmente glielo ha
portato finalmente e Pippo gli ha detto, dice: “da ora in poi
nella famiglia di Tommaso Natale,dice, ci siete tutti e due.”
Perché Pippo era (incomprensibile), dice: “siete tutti e due…”
quindi questo è stato perdonato, è giusto? Allora ci ho parlato
pure io, Pippo CALÒ, Mario GAMBINO, diciamo, per
risolvere questa situazione, per non farlo ammazzare. Non so
perché Pippo aveva una “calatiedda” (un debole n.d.t.) con
Pippo, parlo del nostro…
Il nostro, andiamo!
E quindi io l’ho appoggiato, è giusto? “Va bene Pippo,
lascialo andare che c’entra lui con Saro, lo abbiamo sotto noi,
appena fa lo stupido gli scippiamo la testa!” Allora Pippo ha
calato la testa. Però lui ha combinato queste barzellette, che
se quello lo avesse saputo!
Minchia (incomprensibile)
Certo, ti dico che era figlioccio di Saro RICCOBONO! Se
veniva là sopra, allora pure lui se ne sarebbe “andato”! (…)
L’OLIVERI veniva poi messo a conoscenza del contenuto
dell’ultima missiva del PROVENZANO e delle sue indicazioni sulla
posizione degli INZERILLO “scappati”, per decidere le cui sorti il capo di
cosa nostra aveva indicato coloro che evidentemente riteneva essere i
soggetti più autorevoli al momento in “Cosa Nostra” : ROTOLO Antonino,
LO PICCOLO Salvatore e se stesso.
ROTOLO:
(…) È da quando è uscito… da quando è uscito il dottore
CINÀ, è da un anno e mezzo che il dottore è uscito e lui non lo
ha voluto incontrare, perché lui sa che il dottore gli legge la
vita, come gliel’ho letta io! Ora stamattina il dottore mi ha
detto che si devono incontrare
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
289
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
Eh, eh
E allora (incomprensibile) ma lui non sapeva che già quello
era all’altezza di (incomprensibile), mi scrive di nuovo il Bino,
perché questi si vanno a rivolgere al Bino e il Bino mi
scrive…
Chi?
Bino!
Eh, eh!
Mi scrive e mi dice: “dovresti rintracciare…” gliel’ho fatta
leggere io al dottore, perché quello mi ha detto… e mi scrive:
“senti vedi che c’è questa situazione degli INZERILLO, certo
oramai non c’è più nessuno di quelli che hanno deciso questa
cosa, oramai siamo rimasti in tre, dice, io, tu e LO PICCOLO,
lo decidiamo noi tre!”
Il Bino ti ha detto?
Si, non c’è più nessuno! Ci siamo io, lui e questo… e questo!
Questo LO PICCOLO?
E questo! Perciò, io l’altra volta gli rispondo che non ci parlo
più con LO PICCOLO…
Eh!
…non ci parlo più, cioè gli ho fatto capire…
A me non mi interessa!
…ma che… ma che cosa mi hai raccontato? E gli dico: “tu ti
devi incontrare con il dottore perché ci sono cose importanti
che tu devi sapere!” E gli dico io al dottore: “lascia perdere lo
scimmione, ci sono persone in galera che sono sepolti vivi con
l’ergastolo, il suo paesano per primo, io con l’ergastolo, a
trent’anni, per questi cornuti e sbirri e lui dice che non c’è più
nessuno!? Quelli in galera sono morti?
Morti sono, in galera!
E tutti i parenti sono morti? Le mogli, i figli sono tutti rovinati
per questi cornuti!? E lui mi dice: lo decidiamo tutti e tre…”
decidiamo cosa? Per farlo schiacciare! Allora il dottore mi
fa: “minchia ma allora è diventato proprio stolto!” Gli ho
detto: “lui e stolto a modo suo!”
A modo suo! (…)
ROTOLO rappresentava anche all’anziano “uomo d’onore” come
già aveva fatto con altri suoi fedelissimi, il pericolo che sarebbe potuto
derivare dall’unione degli INZERILLO con il LO PICCOLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
290
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Nella circostanza si apprendeva che questi aveva finalmente
programmato un incontro con il CINA’ il quale era stato incaricato di
ammonire il LO PICCOLO, in occasione dell’incontro, e di rappresentargli
che determinate vicende, odierne e passate, erano state riferite a soggetti
anziani dell’organizzazione. L’ammonimento era chiaramente finalizzato a
far percepire al LO PICCOLO l’esistenza di un fronte contrapposto e
consapevole.
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
(…) Questo se si unisce con questi diventa pericoloso! Perché
questo è pure di quelli che ti ho detto che se ne doveva
andare! (doveva morire n.d.t.) Allora, ora finalmente gli ha
dato un appuntamento al dottore questo LO PICCOLO, gli ho
detto: “tu quando lo vedi gli devi chiarire che per tutti noi il
capo famiglia è, no tu, Totuccio BIONDINO, perché noi
rispettiamo pure i cristiani in galera…
In galera, esatto!
…quando si fanno il carcere, lui era e lui resta fino alla
morte!”
Fino alla morte, esatto!
“Lui non è nessuno e si deve dare una ridimensionata! Poi
gli devi raccontare che io ti ho raccontato il discorso di
quando faceva: no, no, no! Dicendogli… tu glielo devi dire!
Vedi che Nino è stato uno di quelli che ti ha salvato! E tu gli
hai mandato a dire: no, no, no!”
No, no, no!
Digli: “non è che ti pare che le cose sono finite o se lo sono
scordato! Vedi che…” Gli ho detto, e gli devi dire: “vedi che
levando Nino almeno uno di quello vecchio c’è che sa i
discorsi!” (…)
La necessità di far rappresentare al latitante come oltre al ROTOLO
vi fossero altri “vecchi” mafiosi a conoscere i suoi trascorsi ed il suo ruolo
attuale, dimostrava inoltre come il capo mandamento di Pagliarelli fosse
ben consapevole del pericolo di essere eliminato, e testimoniava lo stato di
tensione che l’organizzazione criminale stava attraversando a causa della
vicenda INZERILLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
291
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Nelle fasi successive della conversazione, l’anziano mafioso veniva
informato altresì dell’incontro che il CINA’ avrebbe dovuto avere con il
PROVENZANO, e del ruolo che al “Capo” di “Cosa Nostra” sarebbe stato
richiesto di svolgere nell’eliminazione del LO PICCOLO:
ROTOLO:
(…) In sostanza, ora si devono incontrare, ma si deve
incontrare pure con Bino. Ora, siccome ci sono cose molto
gravi di questo… il LO PICCOLO (…)
ROTOLO:
(…) Questo se ne deve andare (deve morire n.d.t.) lo hai
capito?
Chi il LO PICCOLO?
Si
Certo!
Si butteranno, come gli altri, pentiti!
Se ne deve andare ora!
(incomprensibile), io e Nino gli stiamo scrivendo…
Eh!
…per farselo… per chiamarlo lui, perché da lui ci dovrebbe
andare
Da Bino?
Da Bino!
Eh!
Tanto lui è latitante, quello è pure latitante…
Eh, eh!
…il dottore mi ha detto, mi potrebbe dire: “vedi che io non ho
nessuno!” Dice: (incomprensibile) se lui mi dovesse dire che
non ha nessuno… perché questa non è una cosa che si può
allargare!”
Esatto, vero!
Gli ho detto: “Se c’è la possibilità che si vuole vedere, se lui ti
dice: non ho nessuno… gli ho detto: eventualmente, due, tre
persone, quattro persone fidate, gli ho detto, glieli possiamo
pure dare.” Perché io ho pensato di fare una cosa stretta,
stretta, perché poi questo ha il figlio che è latitante!
Il figlio latitante è?
Si
Perché poi si fa pentito!
No, no non si… perché sapendo che gli manda
l’appuntamento e glielo manda quello, se si fa pentito che può
dire? Bernardo PROVENZANO!
Eeeh, Bernardo…
Vai a cercarlo!
…gli basta quello che ha! (…)
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
292
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Nella conversazione ROTOLO faceva altresì riferimento alla
persona di INZERILLO Giuseppe, indicato come “il figlio di Santino”.
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
ROTOLO:
OLIVERI:
(…) Perché non è che, diciamo, io sono stato fermo…
Nelle cose che c’era di bisogno
…perché, Michè, non è che ci possiamo scordare… perché se
questi prendono campo ci scippano le teste a tutti!
Certo, come hanno fatto… sono capaci… volevano fare e non
lo hanno fatto!
Quindi si deve guardare se questo è andato via, lui ora
(incomprensibile), perché dice: “non facciamo che, dice, c’è
qualche altro, dice, il figlio di Santino, il socio di Sandrino
quello che è venuto da me…
Si
…gli diciamo che se ne deve andare pure, quando poi… gli
diciamo…” questi erano bambini e sono cresciuti, questi ora
hanno trent’anni
(incomprensibile)
Hanno qualche trent’anni!
Esatto (…)
Le indicazioni fornite dal ROTOLO consentivano di identificare “il
figlio di Santino” in INZERILLO Giuseppe, fu Santo e di INZERILLO
Francesca, nato a Palermo il 16.05.1976, unico figlio maschio del nucleo
familiare del defunto INZERILLO Santo. Questi, ormai trentenne, veniva
considerato un potenziale pericolo e se ne suggeriva l’allontanamento.
ROTOLO non indicava le ragioni che lo spingevano ad
individuare, all’interno del vastissimo nucleo familiare degli INZERILLO,
proprio il figlio trentenne di INZERILLO Santo quale persona da
allontanare in quanto potenzialmente pericolosa, ma già i rapporti di
frequentazione dell’INZERILLO Giuseppe ne testimoniano la vicinanza ai
soggetti di maggiore spessore criminale della famiglia mafiosa di “Passo di
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
293
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Rigano”. L’attivismo di INZERILLO Giuseppe non è evidentemente
sfuggito a ROTOLO Antonino che ne teme i possibili propositi di vendetta.
In effetti, in data 09.02.2004, personale dipendente aveva
documentato un incontro tra MANNINO Alessandro, SIRCHIA Giovanni,
INZERILLO Giuseppe e CIPRIANO Tommaso, che agli INZERILLO è
legato da un rapporto di parentela (cfr. all.to ZERO ).
Da accertamenti esperiti presso gli archivi magnetici del Ministero
degli Interni emergeva inoltre che in data 01.07.2001 e 27.09.2001,
INZERILLO Giuseppe era stato controllato in compagnia di LA
BARBERA Matteo, nato a Palermo il 09.07.1976, nipote del più noto
Michelangelo (cfr. all.ti nr. 35 e 36 ).
Ancora, sempre dalla consultazione degli archivi magnetici del
Ministero degli Interni, in data 16 marzo 2004, INZERILLO Giuseppe era
stato sottoposto a controllo unitamente a SIRCHIA Giovanni, SPATOLA
Giuseppe e MASSA Giovanni, quest’ultimo cittadino americano (cfr. all.to
nr. 37).
Dal controllo degli spostamenti dell’INZERILLO emergeva inoltre
che in data 23 dicembre 2004 egli era partito alla volta di New York
insieme a GRECO Salvatore, nato a Palermo il 03.11.1969, fratello di
Vincenzo, del quale quest’ufficio aveva documentato la vicinanza al
latitante LO PICCOLO Salvatore nel corso delle indagini esperite
nell’ambito del Procedimento Penale 13100/00, avente come oggetto le
attività criminali di RIINA Giuseppe Salvatore, figlio del più noto “Totò ù
curtu”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
294
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO disponeva dunque di informazioni che lo inducevano a
ritenere potenzialmente pericoloso il giovane INZERILLO, il quale
avrebbe certamente avuto ragione di vendicare la morte del padre,
soppresso con il metodo della c.d. “lupara bianca” il 26.05.1981.
Alle ore 09.40 del 13 ottobre 2005 veniva registrata una
conversazione tra le più ricche di indicazioni tra quelle intercettate
nell’intero arco di durata delle indagini, protagonisti ROTOLO e CINA’,
che facevano il punto sull’assetto dei “Mandamenti” mafiosi cittadini,
fornendone una mappatura aggiornata.
La novità di rilievo per il CINA’ era costituita dall’aver finalmente
ricevuto una richiesta di incontro dal latitante LO PICCOLO Salvatore,
concordata per il successivo giorno 25 ottobre.
L’immensa mole di informazioni contenute nella conversazione
verrà ripartita tra le varie parti dell’intera nota informativa; ciò che verrà
invece proposto in questa sede è la parte della conversazione nella quale il
CINA’ ed il ROTOLO parlavano di alcuni episodi che avevano come
protagonisti Stefano BONTATE e “Totuccio” INZERILLO, nonché delle
ragioni che avevano condotto alla loro eliminazione.
Ancora una volta i due lasciavano ricadere sui perdenti la
responsabilità del bagno di sangue avvenuto negli anni ottanta, parlando
delle conseguenze nefaste che ciò aveva avuto per “Cosa Nostra”, sia in
termine di vite umane perdute che di condanne penali riportate. (cfr. all.to
nr 14.)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
295
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 13.10.2005 ore 09.40
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
CINA’ Antonino, “Nino”, “ù dutturi”;
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) A Partinico a me Totò RIINA… anche per capire un poco
(tratto incomprensibile) parente di MESSINA DENARO…
(incomprensibile)
…intimi
con
Peppino
(incomprensibile)
quando
(incomprensibile)
era
là
lo
nascondevano
loro
(incomprensibile). E allora io gli ho detto a Totuccio, io c’ero
andato a casa, ero insieme (tratto incomprensibile) diciamo,
sempre per suo fratello. E allora, ci sono andato a casa io e
c’era (tratto incomprensibile) Pino SAVOCA (incomprensibile)
Giovanni… Giovannello, Pinuzzu GRECO, MARCHESE che
c’era un deposito di ferro, un deposito di lamiere
(incomprensibile)
Tratto poco comprensibile ROTOLO racconta episodi legati alla guerra di
mafia.
Min.128.00
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
(…) e poi hanno diviso la torta, corso Calatafimi e Mezzo
Monreale a Sariddu DI MAIO e noi siamo rimasti definitivi, hai
(tratto
capito? Cioè hanno annullato il mandamento
incomprensibile). Qualche giorno dopo c’è stata una riunione
di commissione e gli si è detto che (incomprensibile) il
mandamento, perché Stefano ce lo doveva comunicare
Non c’è da prenderne copia, minchia allora scemo era questo?
Si!
Una volta l’ho visto parlare, (tratto incomprensibile), minchia,
questo Stefano è? Questo è scemo, non serve! Minchia, una
parola sopra l’altra… doveva fare un discorso semplice. (tratto
incomprensibile) Pino BATTAGLIA, tu questa cosa la dovresti
sapere?
Si, si!
(incomprensibile) dice: “ma voi che fate qua?” Si gira lui e
dice: “se siete dispiaciuti ce ne andiamo!” “No, dice, una
volta che siete venuti, dice, se non ti dispiace a te”
(incomprensibile) questo è scemo, non mi è sembrato tanto
aquila, era diabolico, era vecchia guardia, ma non è che era…
aquila, aquila era? L’aquila quella era, l’aquila reale sempre
quello era!
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
296
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
Si, ma non era stupido lui, non era stupido. E infatti glielo
diceva lui a tutti: “state attenti!”
Invece di dire state attenti, perché non ci stava attento lui, lui
neanche doveva cominciare ci doveva pensare lui!
(incomprensibile) INZERILLO (incomprensibile)
Si, ma non c’era da cominciare completamente, non c’era
motivo secondo me!
Certo!
Non c’era motivo, no secondo me, non c’erano i motivi!
Certo, certo!
Collaboriamo
Aspetta, perché il discorso inizia da lì? Inizia da Pippo,
perché…
Tutte cose, quello in Brasile
Ancora prima perché il discorso nasce quando Tanino
BADALAMENTI e Stefano danno lo sta bene a Pinuzzu
GRECO…
Si, il fatto di quello, del padre di (incomprensibile)
…da lì parte…
Ma perché gli hanno dato questo sta bene?
E questo sta bene glielo aveva dato u cicchitieddu (fonetico)
quando è venuto qua
Esatto e quello… da là parte
E quindi avevano già i GRECO le dita intrappolate, tanto è
vero che a Tano BADALAMENTI lo hanno lasciato e Stefano
forzatamente è rimasto (incomprensibile)
Certo!
Non era pronto…
Si, me lo diceva, dice: “ci vuole ancora consenso, cose…”
… non era pronto, perché se Tano BADALAMENTI allora
(tratto incomprensibile)
E finivano tutte cose
Per dire: “Nicola che vuoi? Si possono fare queste cose?”
Dice: “ma è cognato di Filippo.” “Eh, gli dici a Filippo che
suo cognato (incomprensibile)”
E finiva il discorso
E Stefano… e non succedeva più niente e avremmo avuto “un
mondo” sano ancora!
Certo! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
297
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO
dell’eliminazione
raccontava
di
poi
“Totuccio”
del
tentativo
INZERILLO,
di
compiuto
prima
convincerlo
ad
allontanarsi dal BONTATE, e di come il corso delle cose sarebbe potuto
cambiare se Salvatore INZERILLO gli avesse dato ascolto:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
CINÀ:
ROTOLO:
(…) perché quando io ci sono salito sopra a casa da Totuccio
INZERILLO, prima dei discorsi, gli ho detto: “Totò tu a tuo
fratello gli devi dire (tratto incomprensibile) sono sane e piene
di vita (incomprensibile), gli ho detto, Totò, vedi che gli amici
fuori li abbiamo tutti, li hai tu e li ho io, però, gli ho detto, i
parenti siamo quelli che la sera ci chiudiamo dentro…
Esatto! Come per dirgli: “non ti allargare assai, ritirati.”
…quindi, gli ho detto, facciamo una cosa, perché noi che siamo
stati sempre uniti…”
Perché quel cornuto di Pietro MARCHESE lo ha fatto
incazzare, perché camminavano insieme, una volta sono venuti
in ospedale insieme con il mercedes, lui aveva il duecentottanta
SE metallizzato
Pietro MARCHESE ha fatto incazzare a Totò, perché a
Pietro MARCHESE gli ha detto: “non mettiamo mano qua,
poi (incomprensibile)”
Si, si, perché lui doveva fare il capo mandamento a corso dei
Mille, quello doveva fare …
Si, si, si! Lui… è impazzito con questa famiglia pure
Giovannello
Certo, questo me lo hai raccontato, tu gli hai detto questo e
poi… dice: “a mio fratello lascialo perdere” e poi
all’indomani…
“mio fratello…” a Totò! No a mio fratello, lui mi ha detto…
allora io gli ho detto, quando ho parlato con lui, lui mi ha
detto… gli ho detto: “io sono qua per darti una mano, anzi, no
una, tutte e due!”
E lui però non ha voluto…
Allora lui dice: “ma noi siamo come prima.” Gli ho detto: “no,
allora, guarda, dato che tu mi dici che siamo come prima…
Da ipocrita
…a me non serve questa cosa, quindi, restiamo come siamo,
gli ho detto, però sappi che non siamo amici e nemmeno
fratelli.”
Certo, quella sera si poteva liberare oppure affossarsi
Si!
E si è affossato!
E si è affossato! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
298
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il ROTOLO aveva quindi vissuto in prima persona le tensioni che
avevano preceduto l’esplodere del conflitto, ed aveva certamente appreso
ad interpretarne per tempo i segnali, come egli stesso era solito dire.
Le conversazioni che si andranno a commentare di seguito
dimostrano che, se la partenza di INZERILLO Francesco, “ù truttaturi”,
era stata vista con sollievo dal ROTOLO, nuove vicende andavano
comunque a complicare la controversa questione della presenza in Italia di
membri della stessa famiglia.
In data 11.10.2005, infatti, veniva scarcerato INZERILLO Tommaso,
“Masino ù muscuni”, nato a Palermo il 26.08.1949, “sottocapo” della
“Famiglia” mafiosa di Uditore, fratello di INZERILLO Francesco, inteso
“Franco ù nivuru”, personaggio la cui presenza non era gradita dal
ROTOLO, il quale
aveva appreso che in passato “ù muscuni” aveva
cercato di raccogliere informazioni sui suoi spostamenti.
Diverso era invece l’atteggiamento di BONURA e SANSONE verso
l’avvenuta scarcerazione dell’INZERILLO, la cui posizione essi ritenevano
in qualche modo regolarizzata
in virtù di una non meglio indicata
“cortesia” che questi aveva fatto in favore dello schieramento vincente. La
famiglia mafiosa di Uditore inoltre, come già riferito sopra commentando
la conversazione dell’11.01.2005 intercettata nell’appartamento adiacente
l’Immobiliare Raffaello, (cfr. all.to nr.1), aveva provveduto a pagare un
mensile all’INZERILLO Tommaso durante tutto il periodo della sua
detenzione, denaro che veniva corrisposto con regolarità ai familiari
attraverso MANNINO Calogero.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
299
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il diverso atteggiamento di BONURA e SANSONE rispetto alla
posizione di INZERILLO Tommaso emerge dalla conversazione intercettat
il 17 ottobre nell’appartamento adiacente l’Immobiliare Raffaello.
(cfr.all.to nr. 38)
Conversazione del 17.10.2005 ore 11.10
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
SANSONE Gaetano, “Tanino”;
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
(…) Poi l’altro giorno, mi sono incontrato con Enzo
BRUSCA, te l’ho detto?
Si!
E mi ha detto che u muscuni è uscito!!
Ah si?
Ora io volevo prima concordare con te che dobbiamo
fare, perché io lo vorrei trattare bene a questo!
Ma non è che … io penso che non è che c’è bisogno di…
No…
… specialmente che …
Lo voglio sapere un po’ perché questo … ora mi diceva
Calogero, gli ho detto “ma vero è uscito?”, dice “si. È
uscito e lo hanno preso di nuovo perché deve fare, non
so, deve fare l’affidamento e quindi…” (…)
Dagli accertamenti esperiti risultava che INZERILLO Tommaso,
scarcerato dalla Casa Circondariale di MELFI (PZ), veniva condotto presso
la Casa Circondariale di Pagliarelli ed ammesso al regime di semilibertà
nella giurisdizione del Magistrato di Sorveglianza di Palermo, per scontare
la parte residua della condanna ad anni 23 di reclusione che egli stava
scontando per traffico di sostanze stupefacenti.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
300
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA aveva quindi appreso la circostanza da BRUSCA
Vincenzo, “Capofamiglia” di Torretta, ma aveva richiesto notizie ulteriori a
MANNINO Calogero, il quale disponeva di informazioni di prima mano
sia in quanto consuocero di GAMBINO Alfonso, sia perché abitava nelle
vicinanze degli INZERILLO.
BONURA confidava al SANSONE il timore che il ROTOLO
volesse eliminare “Masino” INZERILLO, cosa dalla quale egli dissentiva,
da un alto temendone le conseguenze, dall’altro ritenendo l’omicidio, in
assenza di altri provvedimenti da prendere verso gli altri “scappati”,
misura assolutamente inadeguata.
Il “sottocapo” della “Famiglia” mafiosa di “Uditore” proponeva al
suo “Capofamiglia” di incontrare INZERILLO Tommaso per fargli gli
auguri per l’avvenuta scarcerazione, e lo informava dell’incontro che
avrebbe dovuto avere il giorno successivo con il ROTOLO, concordando di
adottare una posizione comune sul punto:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
(…) siccome tutti… “quello là appena esce fa …”, ma io
appena … se si deve mettere mano, non credo che si deve
mettere mano da lui solo?!
Certo!
E perché? Per andarcene tutti a rovinarci!! Io, parlando
con te, vorrei fare, io, io te lo dico però non ho parlato
con nessuno! Incontriamolo, lo incontriamo tutti e due,
gli facciamo gli auguri, fare e dire, gli si fa il regalo, gli
si continua a dare lo stipendio fino a quando lui non si
busca il pane, vorrei fare in questa maniera io! Poi se tu
lo condividi lo facciamo, se non lo condividi per me …
No, ma senti qua Franco, quando … quando questo non si
fa, dico, lasciamo stare le esagerazioni…
No, perché parlando con te, io mi ricordo, siccome io
domani sono da … da Nino, non so se ne debbo parlare o
meno, quindi hai fatto bene tu a dire …
Senti, Nino, Nino … l’altra volta …
Si!
… ne parlavamo…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
301
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
E io parlando con te, con tutto (incomprensibile) glielo
dico che è qua, gli dico “senti, noialtri dobbiamo stare a
guardare e dobbiamo rischiare perché … non è che fai a
lui … che fai a lui?! E agli altri?”. Non so se mi spiego?
No, no, questo può essere anche una … a dirglielo non
credo che sia …
Male!?
… sia male, perché … ma io …
Ma difatti tra le cose che avevo scritte… perché avantieri
ci sono andato e abbiamo trovato il pallone, il pallone
significa … io gli dovevo dire il fatto di Enzo, di Enzo, al
posto suo, suo fratello!!
Si!! (…)
Il BONURA preferiva quindi correre il rischio di esporsi ad una
possibile vendetta degli INZERILLO, ipotesi che egli dimostrava tuttavia
di ritenere poco probabile, piuttosto che “mettere mano” nuovamente alle
armi, trovando il pieno accordo del SANSONE.
Per quanto invece riguarda l’incontro con il ROTOLO, BONURA
raccontava al SANSONE di essere andato a trovarlo qualche giorni prima,
ma di aver trovato “attivo” il “sistema d’allarme” visivo esterno, un pallone
visibile dall’esterno che veniva innalzato per aria per segnalare la presenza
di cause che impedivano l’effettuazione di incontri programmati.
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
(…) Non ci sei andato più avantieri?
Ci sono andato!
Eh!
Sono andato là e siamo andati a trovare… dice “quando
mette il pallone in aria, non si ci può entrare che ci sono
problemi!”.
Ah! Ho capito!
E siamo andati a trovare problemi! Perciò, prima ci
siamo andati a fare una passeggiata, siamo tornati e il
pallone era ancora là e poi abbiamo appuntamento
domani perché se c’erano novità, lui veniva stamattina e
me lo disdiceva!!
(incomprensibile) (pausa) Visto che l’altra volta se ne
parlava …
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
302
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
Io me la vorrei impostare così! Io a lui me lo vorrei
tenere vicino! (…)
SANSONE concordava con il BONURA sull’opportunità di
informare il ROTOLO della loro decisione.
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
BONURA:
SANSONE:
(…) Visto che … “vedi che c’è questa situazione…io
cerco di…”
Ma altro dirgli ne abbiamo parlato…
Si, si…
… e noialtri con lui…
… “tu che ne pensi? Siccome si … si pensa di fare
questa… in questa maniera anche per non creare
allarmismo, tu che cosa ne pensi di questa situazione?” e
vedi… vedi che cosa ne pensa pure lui anche perché…
così domani non siamo censurati di dire “minchia, ma
questi …”
Come difatti l’avevo scritto io, tu … quando hai letto
“moscone”…
Si! E … Calogero mi ha piantato stamattina!! (…)
Il riferimento al “Calogero” in tale contesto non appariva casuale,
posto che egli veniva ormai visto con diffidenza dal SANSONE, ma
soprattutto dal BONURA e dal MARCIANO’.
A tal proposito va riferito che al termine della conversazione
intercettata in data 26.05.2005 nell’appartamento adiacente
gli uffici
dell’IMMOBILIARE RAFFAELLO, Francesco BONURA, rimasto solo
con il MARCIANO’, gli aveva confidato di non fidarsi più del MANNINO
poiché riteneva che questi lo avesse (sic) “venduto a peso” a “Pinuzzu”
SANSONE, cognato del ROTOLO (cfr. all.to nr .18).
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
303
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Ancora, in data 24.06.2005, il BONURA, che aveva richiesto un
incontro a SANSONE Gaetano per ribadirgli che, alla luce delle lettere del
PROVENZANO, i fratelli INZERILLO avrebbero dovuto lasciare la città,
manifestava al SANSONE i propri dubbi circa la lealtà del MANNINO
(cfr. all.to nr. 20).
In data 18.10.2005, il sistema di video riprese installato nei pressi
dell’abitazione del ROTOLO documentava l’ingresso di BONURA
Francesco, il quale tuttavia non attendeva l’arrivo del ROTOLO, ma
scavalcava una piccola recinzione ed accedeva all’interno della villa, in un
ambiente non coperto da sistemi di intercettazione (cfr. all.to nr. ZERO).
La circostanza era divenuta ricorrente tra gli “ospiti” del ROTOLO,
che non utilizzava più il “box” in lamiera con la stessa frequenza di prima,
e preferiva ricevere le visite dei consociati presso il giardino della propria
abitazione.
Il successivo 28 ottobre sarebbero state tuttavia intercettate,
all’interno del box in lamiera in uso al ROTOLO, due conversazioni che
consentono un aggiornamento sulla vicenda INZERILLO. Quel giorno
ROTOLO ricevette sia SIRCHIA Giovanni che MANNINO Calogero, dai
quali traeva informazioni dettagliate sugli orientamenti e sugli avvenimenti
interni al mandamento di Boccadifalco.
La prima conversazione veniva intercettata alle ore 09.53, ed aveva
come protagonista MANNINO Calogero. “convocato” al fine esclusivo di
acquisire informazioni su personaggi del “Mandamento” di “Passo di
Rigano – Boccadifalco” (cfr.all.to nr. 39):
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
304
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conversazione del 28.10.2005 ore 09.53
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
(…) Calò! La dentro non ti faccio entrare perché… sono mal
combinato.
Che hai?
Niente! Stai bene?
Ma, ringraziamo a Dio!
Mettiti un gradino più basso. Ti ho mandato a chiamare
perché ho bisogno di chiederti informazioni e meglio di te non
me li può dare nessuno! I figli di Angelo, siccome so che si
parla di (incomprensibile)
siccome è una cosa che
(incomprensibile) Angelo mi ha mandato a dire e io prima di
riceverlo voglio sapere se sono seri, non sono seri, insomma si
comportano bene, non lo so, perché non mi sembra che li
tengono vicino, non mi sembra che…
Non sono seri
No!
Di uno ho la certezza… del grande, con il piccolo non ho
parlato mai, ti dico la verità, lo vedo, ciao, ciao
Ma non sono seri in che senso?
(incomprensibile) …
Ah! Ah!
…questo, il grande deve dare soldi a chiunque, è combinato… è
assoluto. (…)
L’Angelo cui si faceva riferimento nella conversazione si identifica
in LA BARBERA Michelangelo, inteso Angelo, nato a Palermo il
10.09.1943, il quale ha effettivamente procreato due figli maschi, Matteo,
nato a Palermo in data 31.05.1973, e Pietro, nato a Palermo l’1.11.1975.
La richiesta di “accertamenti” del ROTOLO seguiva una richiesta
che l’ex “Capomandamento” di “Boccadifalco” detenuto gli aveva
“mandato a dire”, affinchè ricevesse il figlio maggiore:
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
305
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MANNINO:
ROTOLO:
(…) Del piccolo veramente tante lamentele non ho sentito, ma
del grande si. Io parlo con mio fratello, perché Angelo lo sai,
è…
No, è il discorso qual è? È perché… diciamo di quello che
manda a dire lui, io mi dovrei incontrare con questo ragazzo,
capisci? Ora, saputo queste notizie io… che so se questo si
mette a chiacchierare? (…)
Le indicazioni del MANNINO Calogero, sul quale egli riponeva
evidentemente la massima fiducia, inducevano il ROTOLO a dubitare
seriamente della possibilità di “ricevere” il giovane LA BARBERA
Matteo, circostanza decisamente insolita per il figlio di un elemento di tale
livello dell’organizzazione “Cosa Nostra”, i cui dettami prevedono
l’assistenza per i familiari dei consociati detenuti.
Da altra successiva conversazione intercettata, le informazioni
fornite dal MANNINO sarebbero state confermate solo relativamente al
figlio maggiore del LA BARBERA, mentre il minore sarebbe stato indicato
come “persona seria”.
Il MANNINO rivolgeva poi al ROTOLO con tono ironico una
battuta su “Masino” INZERILLO, circostanza che forniva il “la” per
introdurre l’argomento centrale dell’incontro, la raccolta di informazioni
sugli “scappati” del “Mandamento” di “Passo di Rigano – Boccadifalco”:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
(…) Ho un abbraccio per te, tienitelo stretto, ti abbraccia
forte, forte, forte Masino.
(ride) Mi è venuto… è venuto a pregarmi Franco e mi ha
detto che “u truttaturi” deve tornare a Natale per quindici
giorni, perché si deve prendere le valigie. Gli ho detto:
“Franco ma che cosa dobbiamo combinare? Com’è finita!?
Gli ho detto, che dobbiamo fare?”
Si!
Gli ho detto: “dobbiamo andare all’alt per forza?” Dice:“lo
sai è che non è riuscito a portarsi tutte cose…” Quindi
evidentemente è lui che gli ha dato lo sta bene o si comporta…
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
306
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
MANNINO:
ROTOLO:
(incomprensibile) è scesa sua moglie, c’è stata sua moglie a
Palermo, (incomprensibile) L’altro ieri… l’altro ieri c’è andato
Alfonso il mio consuocero, “il Signore me li deve guardare
tutti questi amici che ho”!
Ho capito! (…)
Lo scambio di battute rivelava l’avversione di MANNINO
Calogero per gli INZERILLO, avversione mai manifestata al BONURA al
quale, invece, MANNINO, nel corso della conversazione intercettata in
data 26 maggio 2005, aveva lasciato intendere di non considerare gli
INZERILLO un problema, considerato che questi non si erano “messi in
mezzo” :
MANNINO:
BONURA:
MARCIANÒ:
BONURA:
MARCIANÒ:
(…) Comunque io penso che se qualcuno (incomprensibile),
perché io… come li guardo io gli INZERILLO che io ci sto
vicino, a fianco, perché abitiamo a duecento metri, non si
sono messi in mezzo ai piedi completamente! Se vedono che
lui non si sente…
Ascoltami un minuto, tu hai ragione fratello mio, però
queste cose valgono e non valgono, non siamo noi che
dobbiamo decidere e se ci dobbiamo mettere mano e meglio
che ci mettiamo mano e ce ne usciamo, nel senso che…
perché questa non finirà mai questa storia!
Possiamo perdere tempo…
Ma non finisce, finisce male! E sempre (incomprensibile) e
se Dio ce ne scansi succede qualche cosa i responsabili
siamo noi perché ci siamo disinteressati. Picciotti io sono
stanco, se i discorsi sono questi non è che…
Perché c’è quello che è accanito, ROTOLO (…)
MANNINO informava il ROTOLO di una “primizia”, posto che
aveva appreso della presenza di un altro “scappato” che si era incontrato
con Tommaso INZERILLO, che egli indicava come “BOSCO”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
307
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il tono di voce del ROTOLO lasciava trasparire il compiacimento
per l’informazione ricevuta, che egli certamente riteneva utile per i propri
fini:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
(…) Avantieri questo Masino è uscito per un giorno, poi è
stato senza… non lo hanno fatto uscire più
Si!
Però, siccome io ho una cognata, una sorella di Sarino, che è
stata vent’anni in America trent’anni e tutti questi nanarieddi
se li va facendo, però, stiamo accanto ma io da lei non ci sono
andato mai, tanto che i miei cognati sono offesi. Siccome… non
mi piace di cosa parla, di cosa non parla, mi parla di quelli
dell’America che lei sapeva che sono quelli, i GAMBINO, che
le confidenze le facevano a lei… cose di donne, e mi tengo
sempre nel mio (incomprensibile). È uscito questo per un
giorno e questa mia cognata c’è andata. Si vede con mia moglie
perché sono sorelle, perciò io gli dico sempre a loro: “come le
so io le cose qua…” perché sono tutti parenti, l’unico
estraneo, tra gli INZERILLO e gli SPATOLA (incomprensibile),
perché poi sono tutti mariti e moglie, cugini, figli di fratelli,
perché si sposano sempre fra di loro.
Si, si.
E allora mia cognata gli dice a mia moglie, dice: “sono andata
a vedere Masino, dice, e appena sono arrivata c’era Alfonso
seduto con lui.” Mia moglie è morta: “ma tu non ci devi
andare a vedere a Masino?” – “Perciò non ci devo andare!” –
“minchia, Alfonso già c’è andato e tu… che siamo
parenti…!?” Perché sono (incomprensibile)
Certo!
Si, appena è! Ora, gli ha detto che forse è uscito per quindici
giorni. Ieri è uscito, mi vede Alfonso… prima me lo dice mio
figlio: “papà tanti saluti da Masino…” Gli ho detto: “perché
tu lo conosci?” Dice: “no, ma a me lo ha detto mio suocero
che è uscito ieri” (incomprensibile) a lui e a (incomprensibile)
(incomprensibile) chi è questo?
Il BOSCO!
Ah
Quello che allora se ne è andato pure in America.
Ah… (incomprensibile) a Masino e al BOSCO!?
Alfonso è a (incomprensibile). (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
308
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BOSCO Nunzio, nato a Palermo il 08.08.1949, era già stato
inserito dal BONURA nell’elenco degli “scappati” presenti a Palermo
durante la conversazione del
26 maggio,
ed era uno di quelli che,
unitamente ad INZERILLO Santo, si era recato a trovare LO PICCOLO
Salvatore nel 1972.
Atteso che il dato della sua presenza a Palermo non era un fatto
nuovo, ciò che aveva reso appetibile al ROTOLO la notizia era il fatto che
egli si fosse recato a trovare INZERILLO Tommaso, certamente un
personaggio di primo piano in seno alla famiglia INZERILLO.
Altra preziosa indicazione fornita dal MANNINO era relativa alle
persone che egli aveva trovato a brindare presso l’abitazione di “Masino”
INZERILLO, nella quale egli si era recato su insistenza dei propri familiari,
e particolarmente di GAMBINO Alfonso:
MANNINO:
(…) Perciò Alfonso dice: “vedete compare, dice, tanti saluti da
Masino.” Gli ho detto: “compare ma ogni volta che sentite
che questo deve uscire vi ci andate a sedere nella scala,
aspettate nella scala? Perché avantieri è uscito per un giorno
e ci siete andati, ora… quello è uscito questa mattina e già mi
date i saluti!?” Dice. “perché compare?” – “Compare, io ho il
desiderio meglio di voi di vederlo per salutarlo, però non ci
vado per non ingarbugliargli i piedi, chissà uno… qualche
scocciatura,
perché capisco che per ora sarà guardato,
sarà… io ci voglio andare, però quando lui mi manda a
chiamare, c’è una possibilità…” Nino mezz’ora! È venuto a
casa Alfonso: “dice, Masino ci potete andare.” - “Compà ma
io non è che vi ho detto che gli dovevate andare a dire…” ma
comunque una volta che me lo viene a dire, finisco di
mangiare e ci vado. Minchia e vado a trovare venti persone là
dentro, venti! C’era suo fratello Franco, c’era Sandrino, c’era
come… il SIRCHIA, c’era mio cognato Sarino, c’era questo
INZERILLO l’americano e tutti imparentati, venti persone.
Dice: “aspetta, apriamo la bottiglia eee!” Gli ho detto: “io me
ne devo andare perché ho da fare, gli ho detto, ho un
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
309
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
MANNINO:
appuntamento,” ho tagliato la corda e me ne sono andato. A
parte che c’è qualche cosa con quello, con Sandrino…
Certo!
…perché mi sono seduto io qua e lui… non lo ha avuto il
coraggio di guardarmi in faccia, non lo ha avuto il coraggio!
Perché quando uno è cattivo, è cattivo! (…)
Calogero MANNINO precisava di aver trovato una scusa per
sottrarsi al brindisi, confermando la propria avversione per la famiglia
INZERILLO in generale, e quella per “Sandrino” MANNINO in
particolare, il quale non lo aveva neppure guardato in faccia.
Va per altro ricordato che a seguito di una “confidenza” fatta dal
MANNINO al BONURA sul conto di GAMBINO Alfonso, il quale aveva
esultato della cattura di MONTALTO Salvatore alla presenza del
consuocero, questi era stato “posato” dall’organizzazione.
ROTOLO chiedeva poi al MANNINO se l’INZERILLO gli avesse
detto qualcosa, ed egli rispondeva che aveva ricevuto il compito di inviare i
saluti a lui, a “Franco”, a “Tanino”, e allo “Zù Gianni”, identificabili
chiaramente in BONURA Francesco, SANSONE Gaetano e CHIOVARO
Aurelio Giovanni.
Il MANNINO aveva detto a “ù muscuni” di non potergli garantire
nè quelli del ROTOLO nè quelli del CHIOVARO, entrambi ristretti agli
arresti domiciliari, e concordava con il ROTOLO una comune versione da
fornire nel caso in cui si fosse reso necessario, e cioè che i saluti erano stati
affidati ad uno dei cognati del ROTOLO.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
310
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La cruda replica del ROTOLO rendeva evidente che egli
considerava “Masino ù muscuni”
tutt’altro che “a posto” con lo
schieramento “Corleonese”, e rivelava chiaramente la sua intenzione di
eliminare Tommaso INZERILLO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
MANNINO:
ROTOLO:
(…) E Masino ti ha detto qualcosa?
No, Masino mi manda i saluti per te, per Franco, per Tanino,
pu zzu Gianni, gli ho detto: “quelli per u zzu Gianni non te li
posso garantire e nemmeno quelli di Nino!”
Si
Dice: “con i suoi cognati tu…?” “No, con i suoi cognati…”
“allora vedi se glielo puoi fare sapere tramite i suoi cognati.”
Gli ho detto: “Nino lo sai com’è combinato, gli ho detto,
nemmeno il Signore ci può passare da là!” Ed ho chiuso il
discorso. Va bene, eventualmente te l’ho mandato a dire con
uno dei tuoi cognati.
Va bene.
Se un domani che tu dirai mi sono arrivati…
Ma può essere pure che… non c’è questo tempo.
Che non c’è di bisogno. Nino auguroni. Dico, qualsiasi cosa io
sono sempre…
E anch’io, e anch’io.
Ciao Nino, buone cose.
Grazie (…)
La fase dei saluti, che documentava altresì i rapporti di conoscenza
tra il MANNINO ed i CANCEMI, riservava un’ultima interessante
circostanza, una breve precisazione che egli faceva al ROTOLO prima di
allontanarsi:
MANNINO:
(…) Nino, vedi che Franco non lo sa che vengo qua.
Al fine di meglio rappresentare le figure di INZERILLO Tommaso
e di INZERILLO Francesco, “ù truttaturi”, verrà di seguito riportata una
conversazione dall’eccezionale valore “storico”, posto che rievocava
quanto accaduto nella fase compresa tra l’eliminazione di Stefano
BONTATE e quella di INZERILLO Salvatore.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
311
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Dal dialogo si apprende che questi, all’indomani della morte di
BONTATE, aveva incaricato tre “ambasciatori” di recarsi presso la tenuta
di GRECO Michele, “il papa”, “Capocommissione” della “Commissione
Provinciale” di Cosa Nostra all’epoca dei fatti.
La conversazione, intercettata nell’appartamento di via Catania alle
ore 10.33 del 02 agosto 2005 (cfr.all.to n. 40), avveniva tra MANNINO
Calogero e BONURA Francesco, il quale raccontava l’inedito episodio:
Conversazione delle 10.33 del 02 agosto 2005
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
(…) Ti racconto l’ultima, quando è morto Stefano, quando è
morto Stefano, l’INZERILLO …
Gli hanno sgonfiato le ruote…
… ha preso e mi ha mandato a chiamare, me ne sono andato
là, “questo fatto, dice, lo dobbiamo vedere come va questo
discorso, fare e dire, etc… dice, andate dallo zio Michele!”,
“a questo punto siamo arrivati?”, perché, scusa, perché ci
devo andare io quando vengo dopo di quello? Capisco
Gianni, da come si chiama ci deve andare tuo cugino che è il
sottocapo! Masino era il sottocapo è giusto!? Dice “no, dice,
ci devi andare tu con …”, perché lui ha rischiato solo a suo
padre, hai capito? Perché c’era la possibilità di non tornare
più! Siccome lui era vivo, non ci toccano se non fottono
prima a lui, che facevano… e poi io avevo già capito,
diciamo, no perché sono scaltro ma perché…
Ma continuava sempre a sbagliare lui?
Certo!
Perché lui aveva …
Ci doveva andare lui!
Ma poi aveva a Totuccio lui! Tuo cognato Totuccio …
Mh!
… siccome lui con Totuccio non tanto andava …
No, no, perché poi, prima che c’erano Angelo sequestrato,
Totuccio MONTALTO sequestrato, che lui non li faceva
uscire e noi avevamo qualche notizia… cioè ha fatto capire
che da là non usciva nessuno! Loro hanno fatto
(incomprensibile), però non è mancato a lui mettere a suo
padre nel mezzo, dice “ti do a mio padre e noi siamo tutti
qua!”, hai capito? (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
312
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
La “missione diplomatica” si collocava temporalmente in una data
compresa tra il 23.04.1981, data dell’eliminazione del BONTATE, e il
10.05.1981, giorno della morte di INZERILLO Salvatore, ed aveva come
finalità la richiesta di informazioni sull’omicidio del “Capomandamento”
di “Santa Maria di Gesù”.
Ben consapevole di essere il prossimo obiettivo dello schieramento
c.d. “Corleonese”, INZERILLO Salvatore si era sottratto al rischio di
recarsi personalmente dal “Capocommissione”, ed aveva scelto per
l’incarico il proprio padre, INZERILLO Giuseppe, nonché CHIOVARO
Aurelio Giovanni e BONURA Francesco.
BONURA
raccontava
di
aver
fatto
presente
al
suo
“Capomandamento” di allora che sarebbe stato più giusto che la scelta
ricadesse sul cugino INZERILLO Tommaso, che rivestiva la carica di
“Sottocapo”, ma che “Totuccio” INZERILLO aveva preferito non rischiare
sia il padre che il cugino contemporaneamente.
Il riferimento al “sequestro” di LA BARBERA Michelangelo e di
MONTALTO Salvatore trova ampio riscontro nel capitolo secondo della
sentenza
“AGRIGENTO”,
avente
come
oggetto:
“l’omicidio
di
INZERILLO Salvatore e i reati connessi in materia di armi”.
Scorrendo le pagine della sentenza, si rileva che il collaboratore di
giustizia GUGLIELMINI Giuseppe riferiva che INZERILLO Salvatore,
non appena venne a conoscenza dell’omicidio di Stefano Bontate, fu colto
da una forte preoccupazione e lasciò la propria abitazione per trasferirsi in
una villa di San Martino delle Scale, dove rimase circondato da alcuni
"uomini d'onore" che egli considerava particolarmente fidati.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
313
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Le persone che si trovavano in sua compagnia erano i fratelli
INZERILLO Santo e Francesco, “Franco ù truttaturi”, Michelangelo LA
BARBERA, Salvatore MONTALTO, latitante all’epoca dei fatti, e
Giovanni BUSCEMI (il cui padre era cugino di Salvatore e Antonino
Buscemi).
Di particolare interesse il resoconto di quanto il GRECO aveva
detto alla “delegazione” del “Mandamento” di “Passo di Rigano –
Boccadifalco” :
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
(…) E ci sono andato io, Gianni e lo zio Pinuzzu, siamo
andati a finire alla Favarella , il Papa ha iniziato a fare
discorsi, “noi non sappiamo niente, stiamo vedendo, stiamo
attenti perché ci sono … così, colì, tiritup e tiritap”, ha
fatto tutta una parte di … “perché noi abbiamo duemila
anni di carcere, Dio ne scansi, e mille morti!”. I morti sono
stati molto di più, e gli anni di carcere sono stati pure molto
di più!! Non aveva torto se parlava sincero! E così… “senti,
siamo qua, siamo a tua disposizione e …”, lo zio Pinuzzu
ammuccava tutte cose…
Ma mischino quello…
Ma lui, ha lasciato… a suo cugino non gliel’ha voluto fare
andare, ci sono dovuto andare io, Gianni, così combinazione
si levavano a due…
Ma perché aveva la coscienza sporca!
Si! Si levavano a due … (…)
INZERILLO Giuseppe, pertanto, non aveva avuto alcun sospetto
della posizione del GRECO in favore dei “Corleonesi”, circostanza che,
secondo il BONURA ed il MANNINO, ne testimoniava la buona fede.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
314
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Diversa era invece la valutazione del loro “capomandamento”, che
consentiva di fare luce sulla natura dei rapporti che intercorrevano tra
BUSCEMI Salvatore e “Totuccio” INZERILLO, estremamente importante
alla luce di quanto sarebbe poi accaduto:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
(…) Lui … se lui … se lui aveva, avendo a Totuccio, ma
siccome lo trattava con i piedi…
Si, si!!
Totuccio lo trattava con i piedi! Infatti, quando poi c’è
andato Totuccio ed è tornato, Totuccio è venuto diverso,
perché Totuccio era all’oscuro come tutti noi, era all’oscuro
come …infatti lo hanno fatto andare perché… perché si
sono avverati che Totuccio non sapeva niente!
No, ma che sta (incomprensibile) perché lui avevano i
traditori dentro, ma sennò chi è che glielo doveva andare a
dire questo discorso, che il signor Stefano e lui, avevano
quelli che gli andavano a raccontare i discorsi…
E siamo sempre obbligati, e siamo sempre… perché quando
c’era che avevano ad Angelo, il MONTALTO, la sopra
erano al villino di VILLICO (fonetico n.d.t.) Ernesto, il
fratello di Mimiddu, che io andavo e venivo, ma che minchia
sapevo tutte queste storie, c’era là dentro un arsenale, e
c’era pure … poi è venuto quello dall’America, Nino …
No, ma poi c’era il come si chiama lì, il Giovannello, c’era
… come si chiama il cognato di Giovannello, come si
chiamava? Quello che hanno ammazzato dentro al carcere!
Il MARCHESE? E c’era quello, PALMESE…
Quale MARCHESE?
… era un cornuto, parente suo…
No, ma altro era … va bè, ma poi lo hanno arrestato!
Aveva un appartamento lì in via Erice, e aveva i cristiani là
dentro!
Si, Si!
Hai capito? Minchia là sopra c’era chi con fucili, chi con
pistole, questo quello, che pure, li faceva stare là sopra, e lui
se ne andava dalla femmina! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
315
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il GUGLIELMINI ha proceduto alla ricostruzione dell’omicidio di
Salvatore INZERILLO, soffermandosi sulla descrizione delle modalità
attraverso le quali i "corleonesi" vennero a conoscenza dell’appuntamento
con una donna, dalla quale il “Capomandamento” di Boccadifalco si
sarebbe recato nella mattina dell’11 maggio 1981.
Dal racconto del collaborante emerge con chiarezza, anzitutto, una
circostanza che risulta perfettamente coerente con le concrete modalità
dell’agguato e con le vicende immediatamente precedenti: e cioè, che le
informazioni sugli spostamenti di Salvatore INZERILLO furono fornite ai
"Corleonesi" da persone nelle quali la vittima designata riponeva la
massima fiducia.
Il GUGLIELMINI ha chiarito quale fu il tramite utilizzato per
trasmettere una notizia così rilevante e delicata: un soggetto assolutamente
insospettabile, che era stato particolarmente vicino all’INZERILLO e che,
per la sua attività imprenditoriale, aveva la possibilità di girare indisturbato
nella città di Palermo frequentando i più vari ambienti senza suscitare la
benché minima diffidenza.
Si trattò, precisamente, di Antonino BUSCEMI, "uomo d'onore" di
Boccadifalco e fratello di Salvatore BUSCEMI, consigliere della stessa
cosca mafiosa, strettamente legato a Salvatore INZERILLO da un intenso
vincolo fiduciario ed associativo, il quale sarebbe poi divenuto il nuovo
“Capomandamento” e componente della “Commissione Provinciale”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
316
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Conclusa tale ampia parentesi, si procederà all’esposizione delle
risultanze della conversazione intercettata alle ore 17.40 del 28 ottobre
2005 tra Antonino ROTOLO, NICCHI Giovanni e SIRCHIA Giovanni
(cfr. all.to nr.41).
La conversazione verteva su molteplici tematiche, ma la finalità
ultima del ROTOLO era la stessa di quella intercorsa la mattina con il
MANNINO Calogero, e cioè acquisire informazioni sugli INZERILLO
“scappati” e su INZERILLO Tommaso, “Masino ù muscuni”:
Conversazione del 28.10.2005 ore 17.40
INTERLOCUTORI:
ROTOLO Antonino, “Nino”;
SIRCHIA Giovanni;
NICCHI Giovanni, “Gianni”;
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
(…) Finalmente, diciamo…
Ci stiamo conoscendo
…ci stiamo conoscendo. Voglio precisare una cosa, cioè, io
ne avevo parlato… perché ti doveva portare qua mio cognato
Pino a te
Uhm!
E diciamo che era più giusto che ti portava lui, per la prima
volta! E allora, a mio cognato gli hanno notificato la
sorveglianza…
Si me l’ha detto che non si può muovere da Castelbuono…
Esatto
…ci siamo incontrati in banca e me lo ha detto
E non si può muovere da Castelbuono. Ne avevo parlato io
con Franco BONURA…
Uhm!
…gli ho detto: “qualche giorno mi devi portare a Giovanni,
il figlio di Ciccio.” Ora giusto, giusto oggi lui era qua… nel
frattempo Saro mi aveva parlato di questa cosa, ho detto:
voglio approfittare dell’occasione… quindi, diciamo che tu
sei qua… allora diciamo che tu sei qua come parente
Va bene
E’ giusto? Cioè, nel senso… essendo che sei qua come
parente non c’è bisogno che lo sa nessuno.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
317
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
Uhm!
E’ giusto? Cioè non hai dovere di dire niente a nessuno. Se
invece, dico… domani io ti dovessi mandare a chiamare per
altri motivi e allora è giusto che diciamo…
Va bene (…)
Ed ancora:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
(…) quindi per il momento sei qua non come Giovanni che
fa parte della “fanfarra” di là e sei qua per… no, sei qua
come… come parente mio diciamo!
Va bene!
Perché sei parente dei miei parenti…(…)
SIRCHIA Giovanni veniva quindi “ammesso” alla corte del
ROTOLO per la prima volta, avendo in precedenza avuto rapporti
“mediati” dal cognato SANSONE Giuseppe, ed in violazione della
“regola” di “Cosa Nostra” che prevede che per degli incontri con gli
“uomini d’onore” venga messo a conoscenza il
corrispondente
“Capomandamento”:
ROTOLO si assicurava poi che il SIRCHIA avesse ricevuto
l’incarico che egli aveva richiesto per lui in seno al “Mandamento” di
“Passo di Rigano – Boccadifalco”, dicendogli chiaramente che il suo nuovo
ruolo era frutto di una sua insistente richiesta:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
(…) …senti, io prima ti voglio dire una cosa… io qua a te
non ti avrei fatto venire, anche perché io non ti conoscevo, è
giusto? Ma effettivamente me ne ha parlato bene sia mio
cognato Pino e sia mio figlioccio, poi c’è stato un periodo…
perché non so se a te l’hanno… ma penso che te l’hanno
comunicato, cioè da voi altri è cambiato il vertice!
Eh!
Lo sai tu, no?
Giovanni MARCIANÒ? Si!
Dico, te lo hanno comunicato?
Certo, si lo so!
Che non è più Enzo ma è…
Si
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
318
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
…anche se da lui non si può andare, insomma c’è Enzo, ma
tu…
No, io…
…tu ci puoi andare?
…io ci posso andare!
Ah, ecco, va bene. Perché io ho voluto, diciamo, fortemente,
che i rapporti con Giovanni li tenessi tu, non più Enzo! (…)
SIRCHIA si trovava pertanto ad avere un doppio debito di
riconoscenza nei confronti del ROTOLO, che lo aveva dapprima salvato in
extremis dall’omicidio progettato ai suoi danni dal LO PICCOLO, oggetto
di trattazione in altra parte della informativa e successivamente lo aveva
“sponsorizzato” per un posto chiave nel “Mandamento”.
“Don Antonino” presentava poi al SIRCHIA suo “figlioccio”
NICCHI Giovanni attraverso il rituale “formale” di Cosa Nostra,
indicandolo come “la stessa cosa” , invitando a sua volta il NICCHI ad
avere da quel momento una diversa considerazione del SIRCHIA :
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
(…) … ti dico una cosa, Gianni è mio figlioccio, però io ti
dico, per me è come se fosse un figlio mio, è giusto? Quindi,
è qua e sta sentendo questo discorso e tu sappi in quale
considerazione io ce l’ho, è giusto? Perché, questo è nato… io
l’ho visto nascere… l’ho visto fino a quando era tanto e poi
l’ho trovato tanto. Suo padre, come si dice, sta soffrendo
ingiustamente, perché sta soffrendo ingiustamente e…
disgrazie, diciamo, perché qua i processi sono così, sono
muluna
(incomprensibile)
…sta male…
Lo so, lo so che non…
… si sta facendo il carcere con dignità, con onore, insomma e
quindi ti puoi immaginare queste cose, diciamo…
… certo
… se vanno valutate. E quindi ti sto dicendo, da oggi in poi,
tu sappi che con Giovanni, quando parli con lui e come se
parlassi con me “è la stessa cosa”, quindi…
(incomprensibile)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
319
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
…anche a te ti dico, fino a ieri Giovanni tu lo conoscevi,
diciamo, e… da questo minuto in poi, tu sappi che io ora a
Giovanni lo voglio tenere più vicino, anche che io non l’ho
visto mai… se lui hai anche questo piacere pure, diciamo!
Zù Nino non…
… se tu…
…se vossia a bisogno di me, in qualsiasi orario mi manda a
chiamare…
… no…
…in qualsiasi minuto io sono a disposizione! (…)
Dopo le premesse “formali”, ROTOLO invitava il SIRCHIA ad
interrompere i contatti con il LO PICCOLO, e SIRCHIA replicava che le
cose non erano più come una volta, e che il suo referente per il
mandamento di San Lorenzo era divenuto il “BIONDINO”:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
NICCHI:
ROTOLO:
NICCHI:
ROTOLO:
NICCHI:
ROTOLO:
(…) … io, cioè, ho bisogno di sentirle le cose, ho bisogno,
diciamo, di tempo, di riflettere, perché è una vita, capisci, ho
le vesciche tante e siccome tu… la voce è tutta una, quindi,
tranne qualche campana stonata di anni fa, diciamo, che era
una campana…
Il fatto del LO PICCOLO?
…di quelle ficcate! E… si, so che tu lo sai il discorso,
quindi, non c’è niente da nascondere, comunque tu cerca là
di non…
No, non ci sono più come in contatto come una volta, veda,
non…
…non devi essere in contatto…
Mi sembra che una volta, Giovanni, ne abbiamo parlato
insieme
… non devi essere…
E mi aveva detto: “con lui non ho più nessuna… là l’unico
con cui vado a parlare è con BIONDINO!”
Con?
Con BIONDINO! Te lo ricordi quando… ti ho detto: va bene
BIONDINO è una persona che potevi avere…
Ah, con BIONDINO… ma là non ci sono più rapporti,
scordateli! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
320
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il “BIONDINO” cui si faceva riferimento nella conversazione si
identifica in BIONDINO Girolamo, inteso “Mimmo”, nato a Palermo in
data 08.09.1948, fratello di Salvatore, “Capomandamento” di “San
Lorenzo” tratto in arresto il 15.01.1993 unitamente a RIINA Salvatore,
“Totò ù curtu” .
ROTOLO introduceva poi l’argomento che maggiormente gli stava
a cuore, lasciando intendere al SIRCHIA che avrebbero affrontato a tempo
debito la “situazione particolare” in seno al “Mandamento” di “Passo di
Rigano”, e chiedeva poi notizie sul conto di INZERILLO Tommaso:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
(…) E… chiaramente là sopra c’è tutta una situazione
particolare, è giusto che noi altri… poi avremo tempo di…
perché tu eri piccolino, diciamo, ma qua sono successe cose,
diciamo, è giusto? Quindi… è uscito Masino?
Si, un paio di giorni fa è uscito!
Tu l’hai visto?
Si!
Ci sei andato tu? Ti ha mandato a chiamare?
Lui mi ha mandato a chiamare con sua figlia, perché siamo
stati dieci giorni insieme
Eh!
Perché io non… non lo conoscevo, non me lo ricordavo, ci
siamo conosciuti in galera!
Uh, uh!
E mi ha mandato a cercare, per salutarmi, non è che… (…)
SIRCHIA si giustificava prontamente con il ROTOLO, che lo
aveva incalzato con diverse domande, dicendo che l’incontro con
l’INZERILLO non aveva altre finalità che quelle dei saluti a una persona
conosciuta in carcere.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
321
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Egli metteva poi a conoscenza il ROTOLO di una richiesta che gli
aveva rivolto Alessandro MANNINO, relativa alla convocazione di
INZERILLO Francesco, “ù truttaturi”, al quale era stato notificato un invito
a presentarsi presso la Questura di Palermo:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
(…) nell’occasione che ora stiamo parlando, oggi, mi ha
chiamato Sandrino, dice che gli è arrivato un foglio a
Franco INZERILLO, quello che se n’è andato là fuori!
Eh!
Che si deve presentare entro tre giorni alla Questura di
Palermo! Quindi mi fa, fallo… faglielo sapere allo zio Enzo,
lo zio Enzo lo deve dire a qualcuno allo… allo zio Giovanni
che c’è questo discorso di qua! Noi abbiamo parlato con…
con lo zio Enzo oggi, se chissà, dice, gli si deve fare sapere,
perché lui, forse, quando è deve scendere!
Ma, io sapevo che… in un’altra maniera, cioè, mi aveva
detto Franco, perché non… non ne faccio un mistero,
perché, mi ha detto che per Natale doveva scendere quindici
giorni…
Questo non lo so e non ho sentito parlare di questo discorso
Perché aveva lasciato cose…ora sento dire i sbirri lo…
E’ arrivato un foglio che io gliel’ho visto nelle mani a lui
che passavo e mi hanno chiamato, c’era il fratello Sarino
con Sandrino…
Non se ne andato ancora questo Sarino?
…gli deve finire la come si chiama, la sorveglianza e se ne
va
Si sente un rumore, SIRCHIA rimane in silenzio
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
I conigli, i conigli!
Deve finire la sorveglianza e se ne deve andare!
Uhm!
Dice che deve scendere, perché lo hanno mandato a
chiamare i sbirri. Gli è arrivato un foglio, glielo hanno
mandato all’avvocato e dice, l’avvocato: “no, deve venire
lui!” Gli ha detto l’avvocato. Lui me l’ha detto a me,
Sandrino: “fallo sapere, dice, fallo sapere allo zio Giovanni,
a qualcuno.” Perché loro lo devono fare sapere, se aveva
detto di scrivere qualche cosa, a livello di farglielo sapere a
vossia! (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
322
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
ROTOLO ascoltava con attenzione le parole del SIRCHIA, che
dimostrava di avere informazioni di prima mano e rapporti diretti con gli
“scappati” della famiglia INZERILLO, e lo incaricava di comunicare
all’INZERILLO di restare il tempo strettamente necessario a recarsi in
Questura, salvo poi ripartire immediatamente dopo aver riferito le ragioni
della convocazione:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
(…) Va bene, tu fai una cosa, gli dici che quando arriva,
sappiamo che arriva lunedì…
So che scende lunedì con l’aereo!
…eh, gli dici che va dagli sbirri, e poi ci fanno sapere il
seguito, appena finisce di dire quello che deve fare, vede
quello che gli dicono… eeee! E poi si prende di nuovo
l’aereo e se ne va!
Va bene
Certo… lo dobbiamo sapere!
Certo, lui lo deve dire che cosa è? Perché lo hanno mandato
a cercare? Che cosa… lo deve dire, non è che… (…)
Le “prescrizioni” di “Don Antonino” ROTOLO non erano tuttavia
terminate, ed egli chiedeva al SIRCHIA di riferire a Giovanni
MARCIANO’ di convocare MANNINO Alessandro affinché comunicasse
all’INZERILLO Francesco, che era andato a vivere a Bardonecchia, che
egli avrebbe dovuto dare conto dei propri spostamenti e rendersi
prontamente reperibile ad una persona che “chi di competenza” gli avrebbe
fatto conoscere a Torino:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
(…) Eh… tu con Giovanni ti vedi, è vero?
Io, se ci posso andare dello zio Giovanni?
Eh?
Certo che ci posso andare!
Hai parlato tu con lui?
Certo, io con lo zio Giovanni parlo!
Eh… e allora, tu ora devi fare una cosa… quanto prima,
domani, dopodomani, la prossima settimana, quando ci puoi
andare, ci vai e gli dici che io ti ho mandato a chiamare, tu
sei venuto, gli dici: “ho abbracci e baci per vossia da parte
sua…” e nello stesso tempo gli dici che si manda a chiamare
a Sandrino o glielo fa dire da te, se lui non lo vuole mandare
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
323
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
a chiamare, nell’occasione che questo sta venendo, questo
ragazzo, gli dici… cioè, Giovanni gli dice, che gli hanno
fatto sapere a Giovanni che dove si trova lui, che sarebbe a
Bardonecchia mi risulta…
Si, si
…è giusto? Gli dici che quanto prima, salirà qualcuno di
loro là, insieme con qualcuno e a Torino, vicino Torino, in
qualche posto, noi, dico noi, chi di competenza, gli faranno
conoscere una persona là. Questa persona… lui, Franco, si
deve tenere in contatto, cioè, se questa persona lo chiama lui
deve correre e deve dirgli sono qua, se si deve muovere di là
prima che si muove glielo deve dire a questo!
Va bene
Ci siamo?
Si!
Perché questa cosa, diciamo, gliela dovevano dire, questo è
partito e non gliel’ha detta nessuno. Quindi, diglielo a
Giovanni, gli dici, mi ha detto: “questa comunicazione gliela
dovevano fare e non gliel’ha fatta nessuno, gli dici,
siccome… per come erano combinati là…” perché lui se ne
sarebbe dovuto ritornare di nuovo là!
In America?
Si! Gli dici, per il momento che è là, ci sarà una persona…
al più presto, entro l’anno, insomma si vedrà, là a Torino,
che lui… gli darà un numero di telefono, gli dirà il numero
di telefono di un altro, insomma, questo deve avere un
recapito di lui, che in qualunque momento lo chiama, si
vedono, magari per salutarsi e se ne va!
Chiaro!
Cioè, glielo deve mandare a dire…
Ma gli si dice ora che lui sta scendendo?
Si, nell’occasione gli si fa questo discorso…
Glielo diciamo a Sandrino e glielo dice lui a Franco?
…si! Gli dici a Sandrino, digli a tuo cugino, che quanto
prima, con te, con un altro parente tuo, poi si vede con chi si
deve salire, là sopra una persona…
Qualcuno
…che… dove tuo cugino deve essere reperibile con questa
persona!
Va bene
Glielo deve mandare a dire Giovanni questo discorso!
Certo, io ne parlo con lui e vediamo che dice zù Giovanni!
A Giovanni glielo hanno fatto sapere!
Sapere
Loro non hanno motivo di sapere da dove viene questo
discorso (…)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
324
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Il “Capomandamento” di “Pagliarelli” chiedeva poi informazioni
sulla posizione di INZERILLO Rosario, “Sarino”, ed avendo accertato che
il SIRCHIA forniva la medesima versione di tutti gli altri rispetto alla
previsione di partenza al termine della misura di prevenzione della c.d.
“Sorveglianza”, non si soffermava ulteriormente sull’argomento:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
SIRCHIA:
ROTOLO:
(…) … com’è che questo ha la sorveglianza, questo
Saruzzù?
Gli è rimasto… allora lui ha rotto la sorveglianza e se n’è
andato
Ah!
E gli hanno dato… quando lui è sceso gli hanno dato la
sorveglianza!
Ah, ah!
Non lo so… se ci riesce non lo so, ne ha poco, non lo so il
periodo quant’è…
Uhm!
… ma ne ha poco
Va bene (…)
Le ultime conversazioni riportate indicano la necessità, da parte del
ROTOLO di acquisire ogni possibile informazione in ordine alle
frequentazioni degli INZERILLO in funzione della comprensione di
eventuali alleanze mafiose a lui pregiudizievoli.
Relativamente a tali frequentazioni va rappresentato a codesta A.G.
che nell’ambito dell’attività di indagine svolta nel corso del 2004 sulla
famiglia di Passo di Rigano questa struttura investigativa aveva attivato una
videocamera di sorveglianza in Via Castellana nei pressi di un panificio
ove erano soliti sostare alcuni esponenti di quel sodalizio. Quelle
videoriprese hanno consentito di riscontrare tutta una serie di contatti e
frequentazioni
certamente
non
indifferenti
alla
luce
di
quanto,
successivamente si sarebbe appreso ed è stato in questo capitolo
rappresentato..
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
325
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Tra i soggetti di maggiore interesse investigativo in quel contesto
attenzionati, vi era sicuramente Sandro MANNINO , che questo ufficio
riteneva essere vicino al latitante LO PICCOLO SaLvatore anche in virtù
delle sue frequentazioni con Lorenzino DI MAGGIO e Vincenzo
PIPITONE: il primo, uomo d’onore della famiglia di Torretta la cui madre
è cugina del latitante, il secondo capo della famiglia mafiosa di Carini e
vicinissimo a LO PICCOLO Salvatore.
In data 29.08.2003 il DI MAGGIO era stato visto incontrare
PIPITONE Vincenzo, “Capofamiglia” di Carini, MANNINO Alessandro
ed altri soggetti non identificati all’interno di un cantiere in costruzione in
località Villagrazia di Carini (cfr.all.to nr. 26)
Verranno di seguito segnalati taluni degli incontri del MANNINO
con personaggi cui si è fatto riferimento nella presente nota informativa,
documentati attraverso le riprese video di Via Castellana: (cfr.all.to ZERO)
Alle ore 18.50 del 09 febbraio 2004, veniva filmata una riunione tra i
seguenti personaggi:
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956, inteso
“Franco ù truttaturi”;
MANNINO Alessandro, inteso “Sandrino”, nato a Palermo
27/11/1960;
INZERILLO Giuseppe, fu Santo, nato a Palermo 16/05/1976;
INZERILLO Matteo, nato a Palermo il 12.01.1962;
CIPRIANO Tommaso, nato a Palermo il 28.08.1959;
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
326
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Alle ore 12.32 del 10 febbraio 2004, veniva filmata una riunione tra i
seguenti personaggi:
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956, inteso
“Franco ù truttaturi”;
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12/02/1955, inteso
“Franco ù nivuru”;
SIRCHIA Giovanni, nato a Palermo il 29/3/1973;
CIPRIANO Tommaso, nato a Palermo il 28.08.1959;
CIPRIANO Francesco, nato a Palermo il 22/06/1964;
Alle ore 12.32 del 11 febbraio 2004, veniva filmata una riunione tra i
seguenti personaggi:
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956, inteso
“Franco ù truttaturi”;
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12/02/1955, inteso
“Franco ù nivuru”;
SIRCHIA Giovanni, nato a Palermo il 29/3/1973;
CIPRIANO Tommaso, nato a Palermo il 28.08.1959;
CIPRIANO Francesco, nato a Palermo il 22/06/1964;
Tra le ore 19.00 e le 19.30 del 13 febbraio 2004, veniva filmata una
riunione tra i seguenti personaggi:
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956, inteso
“Franco ù truttaturi”;
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 12/02/1955, inteso
“Franco ù nivuru”;
INZERILLO Matteo, nato a Palermo il 12.01.1962;
INZERILLO Giuseppe, fu Santo, nato a Palermo 16/05/1976;
CIPRIANO Tommaso, nato a Palermo il 28.08.1959;
La fitta serie di incontri registrata a partire dal nove febbraio,
seguiva
il rientro avvenuto quel giorno di INZERILLO Giuseppe e
INZERILLO Giovanni, rispettivamente figli dei fratelli “Santo” e
“Totuccio”, eliminati nel corso della seconda guerra di mafia, i quali erano
ritornati dagli U.S.A. :
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
327
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Altri incontri ritenuti interessanti erano poi quelli di seguito
esposti:
Alle ore 12.32 del 21 febbraio 2004, veniva filmato un incontro tra i
seguenti personaggi:
INZERILLO Francesco, nato a Palermo il 10.01.1956, inteso
“Franco ù truttaturi”;
SIRCHIA Giovanni, nato a Palermo il 29/3/1973;
Alle ore 10.30 del 16 giugno 2004, veniva filmato un incontro tra i
seguenti personaggi:
MANNINO Alessandro, inteso “Sandrino”, nato a Palermo
27/11/1960;
CIPRIANO Tommaso, nato a Palermo il 28.08.1959;
GAMBINO Alfonso, nato a Palermo il 21 giugno 1941;
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
328
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Ultima conversazione in ordine di tempo intercettata sul tema degli
scappati era quella registrata durante l’incontro tra MANNINO Calogero e
BONURA Francesco del 06.04.2006 (cfr. all.to nr.42)
L’incontro seguiva un lungo periodo di silenzio sulle due principali
fonti di captazione, dovuto a diversi ma convergenti fattori.
Per quanto attiene il BONURA, nel mese di dicembre 2005 questi
era stato informato proprio dal MANNINO della presenza di una
telecamera direzionata sul portone d’ingresso dell’IMMOBILIARE
RAFFAELLO, circostanza che evidentemente lo ha indotto ad utilizzare
altri luoghi per incontrare la cerchia dei fidatissimi.
Per quanto invece attiene al ROTOLO, la pressione effettuata sui
soggetti ritenuti componenti attivi del suo gruppo di fuoco, ha sortito
l’obiettivo di impedire che questi portassero a termine gli omicidi per i
quali avevano già provato le armi, ma ha altresì comportato l’effetto di
“congelare” gli incontri presso la villa di Via Bernini, dalla quale si
registrava tuttavia il consueto viavai dei PARISI, latori con tutta probabilità
dei “pizzini” per il ROTOLO.
La registrazione risultava oltremodo utile per comprendere
l’attualità della posizione degli INZERILLO “scappati”, che risultava
essere immutata rispetto alle indicazioni acquisite nel corso del 2005.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
329
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
Si riportano di seguito alcuni stralci della conversazione in parola:
Conversazione del 06.04.2006 ore 10.07
INTERLOCUTORI:
BONURA Francesco, “Franco”;
MANNINO Calogero, “Caluzzu”;
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
(…) Minchia, ieri ho visto a Saro… a “Sarino”,
l’INZERILLO, che è passato là da me che ha
accompagnato… era con sua moglie, dice: “sto andando
da… da tua cognata, che dice che… mi deve dare due
limoni”. Gli ho detto: “ma entra, raccogliteli qua, io ho tre
alberi di limoni che ne hanno una tonnellata, gli ho detto,
raccogliteli qua i limoni”. Si è raccolto i limoni, si parlava
del più e del meno, dice che… sta cercando come potere
fare per andarsene, “perché qua, dice, non c’è niente da
fare, mio fratello Franco, dice, se n’è andato là e dice che
sta morendo di fame, come infatti, dice, mia moglie è qua
che sta accompagnando una signora, dice, che ha un
appartamento a Sant’Isidoro e se lo sta vendendo, dice,
perché non ha potuto lavorare per il freddo là fuori”.
Minchia, fanno pena…
Ma veramente…
Fanno pena
E il bello è che io non sono in condizioni… né io né… ne
parlo pure con mio compare… non siamo in condizione di
fare niente, perché… quando mi dicono: “dove… le
responsabilità se le deve prendere chi è che allora…”
perciò… tu hai letto pure la lettera assieme con noi (…)
MANNINO raccontava al BONURA quanto appreso di prima
mano dall’INZERILLO, il quale lo aveva messo a conoscenza del
proposito di lasciare la città, ma altresì della circostanza che il fratello
Francesco avesse dato incarico di vendere un appartamento poiché gli
affari al nord Italia andavano male anche a causa del maltempo.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
330
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA rammentava al MANNINO di aver letto in sua presenza
la lettera nella quale veniva indicato in chi aveva deciso al tempo, la
“Commissione Provinciale” di Cosa Nostra, l’unico organismo legittimato
a modificare la decisione dell’esilio, e lo informava di avere parlato della
cosa anche con “suo compare”, che come si è già avuto modo di vedere si
identifica in CHIOVARO Aurelio Giovanni, inteso “Gianni”.
Nel passo successivo della conversazione MANNINO, la cui reale
posizione sulla vicenda è stata ampiamente chiarita nelle pagine precedenti,
“stuzzicava” il BONURA affermando di non ritenere pericolosi gli
INZERILLO “scappati”, quanto piuttosto quelli presenti, indicati in
MANNINO Alessandro, INZERILLO Franco, “ù nivuru”, e INZERILLO
Tommaso, “Masino ù muscuni”.
La replica del BONURA risultava straordinariamente importante,
in quanto confermava la percezione di una minaccia perenne rappresentata
dagli INZERILLO, destinata a divenire incombente all’emergere di un
nuovo leader che non accettasse gli assetti “normali” dell’organizzazione
criminale:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
(…) Fanno pena, però… Franco, è… dipende da cosa gli
vanno a raccontare a queste persone
Minchia, io… non ho parlato
A queste persone…
Io non ho parlato mai male di nessuno, anche di quelli di cui
avrei bisogno di parlare male, non lo… se c’è un pericolo
allora se non lo dico… ma se certe volte qualcuno parla a
vanvera, è possibile
Se queste persone “i praticassiru” (ci avessero a che fare,
n.d.t.) se ne accorgerebbero di cosa ci potrebbe essere, non
è che c’è… per me, per me, io sono ignorante, ah, non la
prendere per buona, i più pericolosi sono quelli che
abbiamo qua, Sandrino, Franco, Masino, questi… ma
quelli sono “locchi” (stupidi, n.d.t.)
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
331
Questura di Palermo – Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
BONURA:
MANNINO:
No, Franco non è “locco”
Ma chi, il… “ù Gianniezzu”? (fonetico) Non è più quello
che era…
Ma sai, questi, io debbo essere sincero, diciamo… questo “ù
Saruzzu” è stato sempre…
Ma comunque…
Questi sono… sono nelle condizioni che… sembrano così,
ma poi se… se si riuniscono tutti… questo potrebbe essere
il pericolo, diciamo, che avendo… spunta uno… come
potrebbe essere il signor VITALE, come potrebbe essere
questo, potrebbe essere, ecco che ci sono “cazzi da cacare”
per tutti, questo è, non…
Si, avendo chi è che li guida loro…
Bravo, ma non… questo… sto parlando con me stesso
Certo
Ma finché… non ci esce niente, va! Ma appena c’è il
primo che si ribella a quella che è una situazione normale,
loro sono sempre pronti… io sarei pure uguale, perché la
natura mi porta lì, mi sono spiegato? Cioè, non hanno…
almeno… e ce lo hanno fatto capire abbastanza chiaro
quando c’era… quello che c’era, non hanno l’intelligenza
di dire: “ma a me grazie a Dio… sono qua, mi guadagno il
pane… devo ringraziare Dio che sono qua, fare e dire”,
pensano sempre…
All’incontrario (…)
In data 11 aprile 2006, in agro di Corleone, aveva termine la lunga
latitanza del Capo di Cosa Nostra, PROVENZANO Bernardo, catturato da
personale di questa Squadra Mobile e del Servizio Centrale Operativo al
termine di una lunga e complessa attività di indagine.
La circostanza rendeva straordinariamente attuale l’analisi di colui
che nel corso delle indagini si è rivelato una delle menti più raffinate di
“Cosa Nostra”, ed induceva a ritenere plausibile che la cattura del
PROVENZANO rendesse instabile quella che il BONURA aveva definito
la “condizione normale” dell’organizzazione, al venir meno della quale
egli prevedeva : “cazzi da cacare per tutti”.
- Comunicazione notizia di reato del 21.04.2006 -
332