Estratti completi del libro vigna in tasca in formato pdf

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Estratti completi del libro vigna in tasca in formato pdf
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Agli inventori del formato tascabile
alle alle tasche sufficientemente ampie
da contenere un libro
Nonostante questo libro
non fosse ne un manuale, ne un trattato;
nonostante non affrontasse
in maniera organica
nessun argomento inerente la viticoltura;
è andato molto bene.
E’ stato apprezzato da molti,
e ci siamo trovati nella necessità
di farne una ristampa o una
seconda edizione.
Di fronte a questa incombenza
abbiamo pensato
che fosse doveroso non solo aggiornare,
ma migliorare laddove il tascabile
era stato carente o incompleto.
Ecco perchè abbiamo deciso per la
stampa a colori di tutto il volume.
Ecco perchè abbiamo
aggiunto delle pagine.
Ecco perchè è stata creata la sezione
inerente le erbe infestanti
Ecco perchè all’elenco degli
insetti presenti in vigneto
abbiamo abbinato una galleria
fotografica per il riconoscimento.
E molto altro ancora.
Ma lasciamo a voi scoprire
tutte le differenze.
Si ringraziano per la collaborazione:
Progetto grafico, impaginazione
e composizione elettronica:
Vit.En.
Redazione:
Daniela Bussi
Le figure senza altre indicazioni fanno
parte dell’archivio Vit.En.
Stampa
Geda - (Torino)
Alberto Alma
Paolo Baroncelli
Giuseppe Bordone
Marco Borroni
Maurizio Boselli
Giovanni Bosio
Giovanni Campagna
Severina Cancellier
Gaetano Ciolfi
Mario Colapietra
Claudio Corradi
Piero Cravedi
Rino Credi
Osvaldo Failla
Giuliana Gay
Clara Grasso
Andrea Gualco
Alessandro Guarnone
Federico Lessio
Franco Mannini
Gianluigi Marenco
Giulio Moiraghi
Gianluca Mordenti
Laura Mugnai
Gabriele Rapparini
Anna Schneider
Annamaria Vercesi
Umberto Malossini
Viola Massobrio
Luca Mazzon
Marta Morando
Francesco Pavan
Mario Pecile
Patrizia Picotti
Mauro Pizzuto
Gabriele Posenato
Gabriele Rapparini
Italo Roncador
Eugenio Sartori
Giancarlo Scalabrelli
Federico Spanna
Marco Stefanini
Gianfranco Tempesta
Paolo Valagussa
Un ringraziamento particolare a
Francesco Venturi
per le bellissime foto
Copyright 2009 by Edizioni Vit.En.
Calosso - Asti (Italy)
1a Edizione: Giugno 2007
2a Edizione: Febbraio 2009
ISBN 978-88-86055-20-8
Proprietà letteraria riservata: printed in Italy. Nessuna parte di
questa pubblicazione può essere riprodotta, memorizzata o trasmessa in alcun modo o forma, sia essa elettronica, fotocopiata,
ciclostilata, senza il permesso scritto dell'editore.
Indice
Indice
5
Tappe storiche
6
Dati statistici sulla viticoltura mondiale
16
Dati climatici nel tempo
26
I portinnesti della vite
32
Varietà di vite coltivate in Italia
40
Vitigni autoctoni non ancora ammessi alla coltura
48
I cloni della vite
50
Il terreno
86
Dati sulla meccanizzazione viticola
92
Costi di impianto e di gestione del vigneto
94
Essenze erbacee presenti in vigneto
100
Agrofarmaci impiegati in viticoltura
116
Elenco delle malattie della vite in Italia
132
Sintomi anomali della vite
139
Cenni di morfologia viticola
192
Le fasi fenologiche della vite
196
Riviste di viticoltura
198
Libri per approfondimenti
200
Glossario
202
TAPPE STORICHE DELLA VITICOLTURA
I mezzi (chimici, meccanici, biologici), le tecniche, le varietà e i cloni di vite,
le conoscenze sui parassiti e sulla difesa e tutto quanto circonda la filiera viticola
sono il frutto di una enorme quantità di studi, idee, sperimentazioni, intuizioni.
Quanto segue sono alcune delle tappe principali che hanno caratterizzato il percorso storico della vite, sicuramente la pianta più amata, indagata e descritta. Saremo
grati a chi vorrà segnalare errori e omissioni scrivendo a: [email protected]
2000 a. C. - La potatura della vite è già nota nell’antica Grecia
1570 a. C. - Mosè, nel libro del Deuteronomio
(XXVII, 39) proibisce di piantare le diverse
varietà di uva frammiste nella stessa vigna e
consiglia il piantamento in colli ubertosi dopo
aver tolto i sassi
1122 a. C. - Un codice ufficiale cinese, ChongKing, contiene istruzioni concernenti la vite,
indirizzate ai Mandarini, custodi dei giardini
imperiali
700 a. C. - Nel libro di Isaia vengono citate alcune
pratiche di viticoltura e vinificazione degli Ebrei
V sec. a. C. - Sofocle chiama l’Italia terra di predilezione del dio Bacco e riconosce all’Italia il
primato come mercato vinicolo nel mondo
Viticoltura etrusca - Piante disposte distanti,
maritate agli alberi o appoggiate a sostegni alti
Viticoltura greca - Piante abbastanza fitte, allevate basse senza sostegni o con corti sostegni
inerti
Epoca romana - L’impiego dei salici per la vite
era già conosciuto sia per produrre pali (Salix alba
o salice comune), che per ottenere legacci (Salix viminalis), alla coltivazione e preparazione dei
quali era addetto il salictarius
234 - 149 a. C. - Catone nel suo “Libro dell’agricoltura” dedica quasi un quarto dei 162 capitoli
alla vite e al vino e parla della potatura della vite
200 a. C. - Ateneo di Alessandria ci informa che
i vini dell’Italia meridionale e centrale erano ben
conosciuti e distinti
82 - 37 a. C. - Anche Varrone accenna alla potatura e dedica alla vite i capitoli 23 e 69 del Libro
I nel suo celebre trattato
77 - 78 a. C. - Plinio il Vecchio dedica i capitoli XII e XIV della sua “Storia Naturale” alla
vite e al vino
42 d. C. - L.G.M. Columella redige un ampio
trattato di agricoltura documentando nei libri III
e IV l’alta perfezione raggiunta dalla viticoltura
romana; parla della potatura in modo sistematico,
introducendo principi tecnici validi tutt’ora
92 d. C. - Domiziano, in un suo famoso editto,
blocca l’impianto dei vigneti per evitare che le
terre migliori vengano occupate da questa coltura,
sottraendole alla produzione di cereali di cui v’era
penuria. La costrizione non risulta gradita e viene
poco rispettata
280 - L’imperatore Probo abroga l’editto di Domiziano e favorisce i nuovi impianti in Gallia e
lungo il Danubio impegnando, talvolta, perfino
l’esercito per allestire nuovi vigneti
IV sec. - Trattato di agricoltura di Palladio con
ampie trattazioni di viticoltura
650 - Editto di Rotari in cui si comminavano pene
severe a chi rubava più di 3 grappoli d’uva o pali
per viti
1000 - A seguito dell’instabilità politica e delle
scorrerie dei barbari, la superficie destinata a vite
si riduce drasticamente, rimanendo confinata in
ambienti protetti, quali i monasteri benedettini e
cistercensi
1100 - Prime trafilerie per la produzione di fili di
ferro. La trafilatura è invece molto più antica, essendo noti reperti archeologici con fili di rame
e oro anche molto sottili, realizzati oltre 5.000
anni fa
1241 - Bela IV introduce in Ungheria maglioli di
vitigni italiani
1303 - Trattato del bolognese Piero de Crescenzi
in cui 45 capitoli del Libro IV sono dedicati
alla coltura della vite con notizie sui vitigni del
tempo
1498 - Di ritorno dal terzo viaggio in America Colombo portò alla regina Isabella il prodotto di viti
indigene trovate a Cuba
1550 - Carlo V decreta un premio cospicuo a chi
10
11
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15
1998 - Commercializzazione di cyprodinil + fludioxonil antibotritico
1998 - 99 - La CEE ammette nuovi impianti, comunque limitati a zone che hanno dimostrato di
avere una produzione insufficiente rispetto alle
richieste
1999 - Commercializzazione di quinoxyfen,
antioidico
Fine XX secolo - La ricerca sempre più convinta
della qualità ha portato alla individuazione di un
giusto compromesso tra esigenze della meccanizzazione ed esigenze fisiologiche delle viti, il
tutto visto in funzione del terreno, delle forme
di allevamento e degli indirizzi produttivi. Generalmente, si ricorre meno a sesti troppo larghi
o troppo stretti
2000 - Attrezzi quali il piantapali e lo stendifili,
sono comuni non solo presso terzisti, ma anche
in aziende di medie dimensioni
2000 - Commercializzazione di fenexamid, fungicida antibotritico
2000 - Diffusione dell’impianto dei vigneti a
macchina
2000 e seguenti - Diverse zone viticole del nostro
Paese dispongono di lavori di zonazione, condotti da Istituti universitari e di ricerca, spesso
in collaborazione con professionisti, organizzazioni di settore, ecc. I risultati sono quasi sempre
utili ed interessanti
2000 - In Italia, in un secolo, la superficie a vigneto è scesa da 1.900.000 ettari a meno di
800.000, mentre la produzione è passata da 3540 a 55-60 milioni di ettolitri
2000 - Commercializzazione di famoxate, antiperonosporico appartenente al gruppo dei QoI
2001 - Commercializzazione di trifloxystrobin,
antioidico con un’importante azione collaterale
antibotritica
2002 - Commercializzazione di iprovalicarb,
antiperonosporico
2003 - Commercializzazione di thiamethoxam,
insetticida aficida
2004 - Commercializzazione di spinosad, insetticida di origine naturale
2004 - Commercializzazione di fenamidone, antiperonosporico appartenente al gruppo dei QoI
2005 - Commercializzazione di un nuovo antioidico a base spiroxamina
2005 - Commercializzazione di zoxamide,
antiperonosporico
2005 - Commercializzazione di pyraclostrobin,
antiperonosporico
2005 - Commercializzazione di cyazofamid, fungicida della famiglia dei cianoimidazoli
2006 - Commercializzazione di boscalid, antibotritico con effetti collaterali antioidici
2006 - Commercializzazione di metossifenozide,
insetticida per i lepidotteri
2007 - Commercializzazione di meptyldinocap,
antioidico di contatto
2007 - Commercializzazione di proquinazid,
antiodico
2007 - Commercializzazione di bupirimate,
antioidico
2007 - Commercializzazione di spirodiclofen,
acaricida della famiglia dei chetoenoli
2007 - Commercializzazione di kiralaxil, fungicida che sostituisce il benalaxil
2007 - Commercializzazione di benthiavalicarb,
fungicida della famiglia ammino acidi amido
carbammati
2008 - Presso l’Istituto di San Michele all’Adige
è stato decifrato il codice genetico della vite. Si
tratta di una prima versione della sequenza del
Dna della vite, composto di 19 cromosomi contenenti circa 500 milioni di nucleotidi
2008 - Innovazioni nel campo delle vendemmiatrici: la ditta Olmi ha brevettato un sistema
di dischi stabilizzatori idraulici che limitano lo
scivolamento a valle del mezzo, consentendo di
operare con pendenze trasversali fino al 35%
2008 - Presso l’Università di Firenze si sperimenta
una nuova testata di raccolta per vendemmiatrici
più piccole ed agili
2009 - Commercializzazione di fluopicolide, fungicida della famiglia delle acyl-picolidi
2009 - Commercializzazione di mandipropamid,
fungicida della famiglia delle mandelammidi
2009-Commercializzazione di valiphenal,
antiperonosporico
VITICOLTURA16
17MONDIALE
18
Evoluzione della superficie vitata nel mondo x 1000 Ha (Fonte OIV)
19
Produzione di uva nel mondo x 1000 q (Fonte OIV)
*Superficie in produz. x 1,075
20
Europa e
21
Mediterraneo
22
Evoluzione della superficie vitata in Europa x 1000 Ha (Fonte OIV)
23
Produzione di uva in Europa x 1000 q (Fonte OIV)
24
Evoluzione della superficie vitata negli ultimi quarant’anni in Italia x 1000 Ha (Fonte ISTAT)
25
15
0
il numero rappresenta la
produzione espressa in q/ha
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115
80
50
80
10
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0
45
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0
115
90
90
80
80
35
70
14
0
65
13
0
10.000 ettari vitati:
uva nera da vino
uva bianca da vino
uva da tavola
Milioni di q
10
8
6
Produzione regionale di uva in funzione della denominazione del vino
Vino tavola
I.G.T.
VQPRD
4
2
Ab
ru
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ne
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0
26
dati climatici nel tempo
A cura di Federico Spanna
Regione Piemonte - Settore Fitosanitario - Sez. Agrometeorologia - [email protected]
Le diverse regioni italiane presentano
scenari climatici estremamente diversificati e variabili nel tempo e nello spazio.
A seconda degli areali si distinguono regimi termo-pluviometrici caratterizzati da
profonde differenze sia in termini quantitativi sia in termini di distribuzione dei
fenomeni nel corso dell’anno.
La vite è indubbiamente una delle colture
che ha saputo adattarsi meglio ai diversi
climi dell’Italia ed alle variazioni che si
sono presentate nel corso dei secoli. La
troviamo pertanto, pur con tutte le sue
differenze varietali, in aree con valori termici medi e con distribuzione stagionale
delle precipitazioni molto differenti.
Esaminando la storia climatica anche solo
degli ultimi 50 anni, in tre areali vitivinicoli italiani, è evidente come in ogni
situazione si siano riscontrate oscillazioni nei valori termo-pluviometrici annui
anche di notevole entità intorno al valore
medio. In particolare a livello pluviometrico sono osservabili degli andamenti che
evidenziano dei massimi e dei minimi riferiti a particolari periodi più piovosi o
più siccitosi. A livello termico la variabilità interannuale si presenta assai elevata
senza una reale periodicità.
Se scendessimo poi nei valori mensili o
stagionali queste differenze aumenterebbero e porrebbero in evidenza una serie
consistente di anomalie frequenti derivate dal verificarsi di condizioni climatiche
“non normali” spesso di segno opposto.
Come sappiamo le serie sono utilizzate oggi per definire eventuali tendenze
climatiche in atto. E’ un discorso su cui
occorre fare molta attenzione perché un
esame superficiale dei dati potrebbe portare a conclusioni affrettate, e fuorvianti.
In particolare l’uso degli strumenti statistici atti a definire le tendenze, se applicati
a periodicità diverse porta a conclusioni
talora anche opposte. E’ evidente come gli
ultimi anni abbiano evidenziato un andamento generalizzato all’incremento delle
temperature, ma da certe serie appare evidente come tale tendenza sia determinata
da una discontinuità verificatasi intorno alla metà degli anni 80 che ha seguito
una fase culminata negli anni 70 di recrudescenza, nella quale invece si parlava
di raffreddamento del clima. Pertanto è
importante valutare criticamente sia le
analisi delle serie storiche sia e soprattutto le proiezioni future che, gioco forza, si
basano sui dati del passato.
L’aumento esponenziale delle conoscenze e degli strumenti venutisi a creare
negli ultimi anni consente oggi di approfondire molti aspetti legati all’influenza
che le condizioni climatiche esercitano
sullo sviluppo del complesso biotico costituente l’ecosistema vigneto. La ricerca
e la spiegazione di queste relazioni è una
delle sfide che l’agrometeorologia si pone
nel tentativo di predisporre strumenti in
grado di ottenere il miglior risultato produttivo anche in un contesto di spiccata
variabilità climatica.
I dati climatici di Albugnano sono
stati forniti dal CNR-IMA di Torino.
I dati di Castelfranco Veneto sono
stati forniti da ARPAV - U.O. di
Agro-Biometeorologia - Teolo (PD).
I dati di Marsala sono stati forniti da Regione
Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste, SIAS.
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EVENTI CLIMATICI MEMORABILI DEL PASSATO
Periodi di lunga siccità, gelate catastrofiche, inverni eccezionalmente miti, sono sempre occorsi, come si può desumere dalle citazioni sottoelencate, tratte da testi di fine ‘800 di Domenico Ragona.
32
I PORTINNESTI DELLA VITE
L’ammissione alla coltura dei portinnesti è in Italia regolata a livello nazionale. Nel Catalogo redatto dal MAF, aggiornato al 2008, se ne contano 38 fra cui i viticoltori possono scegliere. In realtà quelli effettivamente utilizzati su
larga scala sono molti meno e di essi, cercheremo di dare una breve ma significativa descrizione nelle prossime
pagine evidenziandone i caratteri principali. La descrizione completa anche dei portinnesti meno utilizzati e la bibliografia sono disponibili sul nostro sito www.viten.net
33
Suddivisione percentuale dei portinnesti
Fonte:
Tempesta ( MIVA )
M. Fiorilo ( ENOTRIA)
kober 5 BB (20 %)
125 AA (2 %)
1103 P (26 %)
161.49 C (1 %)
SO4 (16 %)
41 B (1 %)
140 Ru (11 %)
3309 C (1 %)
420 A (6 %)
34 EM (1 %)
779 P (5 %)
101-14 (1 %)
775 P (3 %)
Teleki 5C (1 %)
110 R (2 %)
Altri (3 %)
157.11 C (2 %)
Caratteristiche dei principali portinnesti ammessi alla coltura (da Fregoni, modificato)
34
Portinnesti della vite:
KOBER 5BB
Incrocio: Vitis Berlandieri x Vitis
Riparia costituito da Kober, Ispettore della viticoltura austriaca che,
in un grande vivaio presso Vienna,
intraprese un lavoro di selezione
riuscendo a isolare, tra il 1893 ed il
1896, alcuni pregevoli portinnesti,
tra cui il 5BB. Il lavoro era partito
da piante di Teleki 5, ottenute dall’ungherese Sigsmund Teleki da un
incrocio Berlandieri x Riparia.
Descrizione ampelografica
-
fiore: femminile
tomentosità foglia: vellutata
forma foglia: orbicolata
lobatura foglia: intera
seno peziolare: ad U
grandezza foglia: grande
dentatura foglia: poco evidente
tomentosità germoglio: setoloso
colore nodi: violaceo
Adattabilità
-
terreni argillosi: media
compatti: media
acidi: media
salini: scarsa
superficiali: scarsa
profondi: buona
con scheletro prevalente: buona
calcarei: resistenza media (fino
al 20-22% di calcare attivo)
- umidità prolungata (asfittici):
media
- siccità prolungata: scarsa
con Regina, Perla di Csaba, Delizia di Vaprio, Panse precoce,
Moscato di Terracina (Pàstena,
1976); Cannonau, Carmenère,
Garganega, Inzolia (Regina),
Lambrusco grasparossa (Moretti et al., 2005)
- vigoria alla marza: buona
- emissione polloni: media
- suscettibilità alle virosi: piuttosto sensibile
Resistenza alle malattie
- fillossera: buona
- Agrobacterium tumefaciens:
media
- nematodi: buona
Sensibilità alle carenze
- sensibile alla carenza di Ca
- predisposizione all’apoplessia:
molto sensibile
Altre caratteristiche
Distribuzione geografica
- apparato radicale: fascicolato,
sviluppato e profondo, ben distribuito
- radicazione: discreta, rapida
- ristoppio: media adattabilità
- attecchimento in vivaio: ottimo
- affinità d'innesto: non presenta
problemi di affinità eccetto che
Utilizzato maggiormente al Nord e
al Centro Italia; incontrò il generale
interesse dei vivaisti e dei viticoltori, per poi subire una riduzione negli
anni 95 – 2000. Oggi è in ripresa.
Interazione varietà-portinnesto e influenze sull’uva
Tende a dare produzioni abbondan-
ti e discreto grado zuccherino, ma
con acidità titolabile elevata (Gily,
1997). In terreni fertili predispone
ad attacchi botritici e può causare
ritardi di maturazione. Alla carenza idrica risponde con produzioni
limitate e di scarsa qualità (Lavezzi
et al., 1993). Per le varietà a bacca
rossa, i buoni risultati che fornisce
con Barbera (Bovio et al., 1988) e
Cabernet Sauvignon (Peterlunger
et al., 1998), anche da un punto di
vista qualitativo non sempre vengono confermati in altre cultivar che
spesso lamentano un’elevata resa
specie in terreni fertili, non sempre
accompagnata dalla qualità attesa
(es. Dolcetto e Grignolino). I vitigni bianchi per contro sembrano
non avere eccessive controindicazioni, pare anzi esaltare le qualità
del Sauvignon (Peterlunger et al.,
1998), mentre su Moscato è ricercato perché si ottengono mosti più
ricchi in linalolo (Bottero et al.,
1999). Favorisce la rapida messa a
frutto del vigneto (Moretti et al.,
2005). All’impianto offre una buona ripresa, anche se messo a dimora
con forcella, privato di quasi tutto
l’apparato radicale (Lavezzaro et
al., 2007). Consigliabile per terreni
35
36
37
38
39
40
Varietà di vite coltivate in Italia
Riportiamo alcune statistiche relative ai principali vitigni coltivati nel nostro Paese. In seguito viene fornito
l’elenco delle varietà ammesse alla coltivazione in Italia. I dati sono ricavati dal Registro Nazionale delle Varietà di Vite, aggiornato al 2005.
41
42
REGISTRO NAZIONALE DELLE VARIETÀ DI VITE
(D.P.R. 24 dicembre 1969, n° 1164)
SEZIONE I – vitigni ad uve da vino
Cod Denominazione varietà
001 Abbuoto N.
347 Abrusco N.
266 Aglianico Del Vulture N.
002 Aglianico N.
003
004
005
006
007
Aglianicone N.
Albana B.
Albanello B.
Albaranzeuli Bianco B.
Albaranzeuli Nero N.
008 Albarola B.
267 Albarossa N.
009 Aleatico N.
011 Alicante Bouschet N.
010 Alicante N.
315
012
013
014
015
016
017
018
413
020
019
021
022
373
023
024
Alionza B.
Ancellotta N.
Ansonica B.
Arneis B.
Arvesiniadu B.
Asprinio Bianco B.
Avana’ N.
Avarengo N.
Baratuciat B.
Barbera Bianca B.
Barbera N.
Barbera Sarda N.
Barsaglina N.
Becuet N.
Bellone B.
Bervedino B.
025 Biancame B.
026
027
028
029
030
Bianchetta Genovese B.
Bianchetta Trevigiana B.
Bianco D’alessano B.
Biancolella B.
Biancone B.
032 Bombino Bianco B.
033
034
035
348
326
036
037
Bombino Nero N.
Bonamico N.
Bonarda N.
Bonda N.
Boschera B.
Bosco B.
Bovale Grande N.
038
039
040
268
Bovale N.
Bracciola Nera N.
Brachetto N.
Bric N.
Sinonimi
Glianica, Glianico, Ellanico,
Ellenico
(26) Bianchetta Genovese B.
Cod Denominazione varietà
269
042
043
044
045
046
047
048
049
314
050
Bussanello B.
Cabernet Franc N.
Cabernet Sauvignon N.
Caddiu N.
Cagnulari N.
Calabrese N.
Caloria N.
Canaiolo Bianco B.
Canaiolo Nero N.
Canaiolo Rosa Rs.
Canina Nera N.
051 Cannonau N.
(51) Cannonau,
(236) Tocai Rosso N., Cannonao, Garnacha Tinta,
Granaccia, Grenache, Guarnaccia,
Gamay(1)
Lancellotta
Inzolia , Insolia
053 Carica L’asino B.
052 Caricagiola N.
054 Carignano N.
336 Carmenere N.
055
365
369
056
398
057
058
Cacchione
(244) Trebbiano Toscano B.,
Bianchello
(8) Albarola B.
Janculillo, Janculella
Ottenese, Bombino*, Bonvino*
Bombino*, Bonvino*
Uva Rara (2)
Bovale Di Spagna, Bovale*
Bovaleddu
059
405
378
060
061
298
270
379
391
062
388
390
063
064
065
066
067
406
414
068
304
271
069
070
328
272
071
349
072
Carricante B.
Casavecchia N.
Casetta N.
Castiglione N.
Catalanesca B.
Catanese Nero N.
Catarratto Bianco Comune B.
Catarratto Bianco Lucido B.
Cavrara N.
Centesimino N.
Cesanese Comune N.
Cesanese D’affile N.
Chardonnay B.
Chasselas Dorato B.
Chatus N.
Chenin B.
Ciliegiolo N.
Cividin B.
Cjanorie N.
Clairette B.
Cococciola B.
Coda Di Volpe Bianca B.
Colombana Nera N.
Colorino N.
Corbina N.
Cordenossa N.
Corinto Nero N.
Cornallin Rs.
Cornarea N.
Cortese B.
Corvina N.
Corvinone N.
Cove’ B.
Croatina N.
Crovassa N.
Damaschino B.
Sinonimi
Cabernet*
Cabernet*
Cagniulari
Nero D’avola
Drupeggio, Canaiolo *
(10) Alicante N., (236) Tocai,
Rosso N., Garnacha Tinta,
Granaccia, Grenache, Cannonao, Gamay(1)
Cabernet Nostrano, Cabernet Italiano*, Cabernet*
Catarratto*
Catarratto*
Cesanese*
Morettone
Coda Di Volpe
Corbinella
Bianca Fernanda (3)
Cruina
Bonarda (4)
43
44
45
46
47
48
Vitigni Autoctoni LOCALI non ancora
ammessi alla coltura
I vitigni autoctoni rappresentano
per la vitivinicoltura italiana una
ricchezza unica, sia da un punto
di vista culturale che economico.
L’interesse per le varietà di nicchia
è negli ultimi anni cresciuto moltissimo, anche per la necessità di
differenziarsi da una produzione di
massa con la quale non possiamo e
non dobbiamo competere. Una di-
stinzione netta fra vitigni autoctoni
considerati minori, non sempre è
così immediato. Trovandoci di fronte ad una scelta, abbiamo deciso in
questa sede di classificare come minori quelle varietà non ancora iscritte
nel Catalogo Nazionale. Essendo un
argomento in continuo divenire è
probabile che vi siano alcuni errori
o imprecisioni, delle quali ci scusia-
mo, e saremmo ben lieti di ospitare
sul nostro sito qualsiasi appunto o
correzione il lettore voglia proporre.
Nel redigere questo elenco ci siamo
avvalsi della gentile collaborazione
di alcuni esperti che cogliamo l’occasione di ringraziare:
Anna Schneider, Osvaldo Failla, Severina Cancellier, Gaetano Ciolfi.
49
50
I CLONI DELLA VITE
L’elenco e le caratteristiche dei cloni sono tratti dalle riviste “Vignevini” n°12 del 2007, pag. 62-89, n° 1-2, pag. 70-94 e
n° 3 pag. 81-91 del 2008, per gentile concessione de “Il Sole 24 ore”. Si è fatto riferimento inoltre al “Catalogo dei Cloni
di Vite” dell’Unione Italiana Vini Editrice, in collaborazione con Enovitis del 2007.
Sono state aggiunte considerazioni e suggerimenti di alcuni costitutori citati nei ringraziamenti a pagina 4:
Coordinatore: GIANCARLO MORETTI, Istituto Sperimentale Viticoltura, Conegliano (TV)
PRAZ G., RIGAZIO L.: Institut Agricole Régional, Aosta;
MANNINI F.: CNR Istituto di Virologia Vegetale - Sez. Viticoltura, Grugliasco (TO);
BONGIOLATTI N.: Fondazione Fojanini di Studi Superiori, Sondrio;
BRANCADORO L., VALENTI L.: Dip. Prod.Vegetali, Sez. Colt.i Arboreee - Fac. Agraria, Università Studi Milano;
RAIFER B.: Centro Sper.Agraria e For. Land/U. Forstwirtschaftliches Versuchszentrum - Laimburg, Vadena/Pfatten (BZ);
MALOSSINI U.: Istituto Agrario S. Michele a/A (TN);
BOSELLI M.: Dip. Scienze, tecnologie e Mercati vite e vino, S. Floriano (VR)
ANGELINI U.: Libero Professionista, Verona;
COSTACURTA A., CANCELLIER S.: CRA Centro Ricercha Viticoltura, Conegliano (TV);
TEMPESTA G.: Vivaio Enotria, Cavasagra di Vedelego (TV);
SARTORI E., ANACLERIO F.: Vivai Cooperativi Rauscedo, Rauscedo (PN);
COLUSSI G., MUCIGNAT D.: Centro Regionale Vitivinicolo Friuli V.G., Udine;
FABBRO A.: Ersa agricola s.p.a., Az. Pantianicco, Beano di Codroipo (UD);
ZAMBONI M.: Istituto Coltivazioni Arboree - Fac. Agraria, Università Cattolica “Sacro Cuore”, Piacenza;
INTRIERI C., SILVESTRONI O.: Dipartimento Colture Arboree, Università Studi Bologna;
NIGRO G.: C.R.P.V., Faenza (Ra);
PIAIA M.: Ufficio Gestione Risorse Ambientali ed Agricole, San Marino (RSM);
TOCCHETTI G.: Libero Professionista, Due Carrare (PD);
BANDINELLI R.: Dipartimento Ortoflorofrutticoltura, Università Studi Firenze;
BERTUCCIOLI M.: Dipartimento Biologia Agraria, Università Studi Firenze;
GIANNOZZI L.: Consorzio Chianti, Firenze;
SCALABRELLI G.: Dip. Coltivazione e Difesa Specie Legnose, Sez. Coltivazione Arboree, Università Studi Pisa;
EGGER E., STORCHI P.: CRA - Centro Ricerca Viticoltura, Arezzo;
CARTECHINI A.: Dipartimento Arboricoltura e Protezione Piante, Università Studi Perugia San Pietro;
CIOLFI G., GAROFOLO A.: CRA - Istituto Sperimentale per l’Enologia, Velletri (RM);
SEGHETTI L.: Ist. Tec. Agrario “C. Ulpiani”, Ascoli Piceno;
VIRGILI S.: ASSAM - Regione Marche, Ancona;
MANZO M.: Regione Campania, Assessorato Agricoltura, SeSIRCA, Napoli;
MOIO L.: Dipartimento Scienza degli Alimenti, Università Studi Napoli “Federico II”;
ODOARDI M.: Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo in Abruzzo, Avezzano (AQ);
RUSSO G.: Istituto Coltivazioni Arboree, Università Studi Bari;
LIUZZI V.A.: Istituto Tecnologia Agro-Alimentari, Università Studi Bari;
GRANATA G.: Istituto Patologia Vegetale, Università Studi Catania;
GRAVIANO O.: Consorzio Interprovinciale Frutticoltura, Cagliari;
DEIDDA P.: Istituto Coltivazioni Arboree, Università Studi Sassari;
PROTA U.: Istituto Patologia Vegetale, Università Studi Sassari;
ELENCO DEI COSTITUTORI CON LE RISPETTIVE SIGLE DI IDENTIFICAZIONE
Camera Commercio Industria Artigianato e Agricoltura, Alessandria: AL;
Centro Studio Miglioramento Genetico della Vite (ora Istituto di Virologia Vegetale - Sez. Viticoltura), CNR, Torino: AO,
AL, AT, CN e CVT;
Centro Selezione Vite c/o Ist. Tecn. Agr. “C. ULPIANI”, Ascoli P.: AP, CSV;
Centro Sper. Agraria e Forestale/Land - U.Forstwirtschaftliches Versuchszentrum-Laimburg, Vadena/Pfatten (BZ): Lb;
Consorzio Agrario Siena: CH;
Consorzio Chianti, Agenzia Regionale Sviluppo e Innovazione Settore Agricolo-Forestale-Regione Toscana,
Dipartimento Coltivazione e Difesa Specie Legnose, Sezione Patologia Vegetale - Università Pisa: C, Futuro;
Consorzio lnterprovinciale Frutticoltura di Cagliari: CFC;
51
CRA - Istituto sperimentale Enologia - Sez. Operativa Periferica Velletri: A;
CRA - Istituto sperimentale per la Patologia Vegetale - Roma: A;
Dipartimento Ortoflorofrutticoltura Università Firenze ed altri Enti: Dip.to Scienze e Tecnologie Alimentari e Microbiologiche Università Firenze: U.S. FI PI con le sigle: BRO, BS, F-A, MBD, Mp, N, Np, P, SS; Agriserv-Dip.to Coltivazione
e Difesa specie Legnose - Sez. Patologia Vegetale - Università Pisa: Agri; Dip.to Biotecnologie Agrarie Università Firenze, Dip.to Difesa e Coltivazione specie Legnose - Sez. Patologia Vegetale e Sez. Coltivazioni Arboree - Università
Pisa, Consorzio Vino Chianti Classico, Agenzia Regionale Sviluppo e Innovazione Settore Agricolo-Forestale-Regione
Toscana: CCL, RO; Dip.to Difesa e Coltivazione specie Legnose – Sez. Patologia Vegetale-Università Pisa, Tenuta Col
d’Orcia: CDO; Dip.to Difesa e Coltivazione specie Legnose - Sez. Patologia Vegetale-Università Pisa, Progetto Agricoltura s.r.l.: P.A.; Vivai Cooperativi di Rauscedo, Consorzio della denominazione “San Gimignano”, Agenzia Regionale
Sviluppo e Innovazione Settore Agricolo-Forestale-Regione Toscana: UFI R CS, GIMIGNANO;
Provincia di Grosseto - Dip. attività produttive, lavoro e società Settore sviluppo rurale e attività produttive, Dip. Coltivazioni e Difesa delle Specie Legnose, Univ. Pisa; Dip. Ortoflorofrutticoltura, Univ. Firenze; CRA - Centro Ricerca
Viticoltura, Conegliano; Istituto Agrario San Michele a/A: Cosa, Marem, Sirena, Settefinestre, Sileno;
Dipartimento Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale, Dipartimento Scienza Alimenti Università Napoli, Regione
Campania SeSIRCA: AV, BN;
Dipartimento Coltivazione e Difesa specie Legnose, Sez. Patologia Vegetale Università Pisa, Dip.to Scienza e Tecnologie
Alimentari e Microbiologiche Università Firenze: U.S. PI FI e le sigle: CENAIA, MONTALCINO, MUGELLO, NIPOZZANO, PECCIOLI, S. LUCE, S. LUCIA;
Dipartimento Protezione delle Piante dalle Malattie, Istituti Coltivazione Arboree e Tecnologia Agro-Alimentare, Fac.
Agraria Università Bari: UBA;
Dipartimento Protezione delle Piante dalle Malattie, Istituti Coltivazione Arboree e Tecnologia Agro-Alimentare, Fac.
Agraria Università Bari ed altri Enti; Agenzia Regionale per i Servizi di Sviluppo Agricolo-Abruzzo: - RA;
Dipartimento Produzioni Vegetali. Sez. Coltivazioni Arboree Università Studi Milano ed altri Enti: Consorzio Tutela Vini
DOC “Verdiccchio dei Castelli di Jesi”: UNIMI-CASTELLI di JESI VL VR; Az. Val di Maggio A. Caprai s.r.l.:UNIMI-CAPRAI; Vitis Rauscedo Soc. Coop. Agricola: UNIM1-VITIS; ASSAM - Marche: UNIMI-VV; Ente Regionale
Sviluppo Agricoltura Friuli Venezia Giulia: ERSA FVG; Fondazione Fojanini di Studi Superiori Regione Lombardia Dir. Generale Agricoltura: Chi, P, R; Institut Agricole Régional di Aosta: IAR; Istituto Agrario di San Michele a/A: SMA,
ISMA; in collaborazione con altri Enti: Istituto Sperimentale per la Viticoltura Conegliano: SMA - ISV;
Istituto Coltivazioni Arboree Fac. Agraria Università Studi Milano: B, BM, BS, DD, LL, NF, V;
Istituto Patologia Vegetale Fac. Agraria Università Studi Milano: MI;
Istituti Coltivazione Arboree (ora Di.Pro. Ve. Sez. Coltivazioni Arboree) - Patologia Vegetale Università Studi Milano ed
altri Enti: Ist. Tecnico Agrario di S. Michele a/A, Regione Toscana, Villa Banfi s.r.l.: BF, Janus, Tin; Centro Vitivinicolo Prov.le Brescia: - BRIXIA, ERPT, MIDA, STWA; Centro Vitivinicolo Prov.le Brescia-Regione Lombardia: CVP,
MIRA; Istituto Coltivazioni Arboree Fac. Agraria Università Cattolica Sacro Cuore Piacenza: PC; Istituto Coltivazioni
Arboree (ora Dip.to Colture Arboree) Fac. Agraria Università Bologna: T, CAB; Istituto Coltivazioni Arboree (ora Dip.
to Arboricoltura e Protezione Piante) Fac. Agraria Università Perugia: ICA-PG; Istituto Coltivazioni Arboree - Patologia
Vegetale Fac. Agraria Università Sassari: CAP VS; Istituto Patologia Vegetale Fac. Agraria Università Catania, Cantina
Sperimentale Milazzo, Cantina Sperimentale Noto: AM, Bis, CS, DF, FC, NF, NV; Istituto Sper. per la Viticoltura Conegliano (ora CRA - Centro Ricerca Viticoltura): ISV;
Istituto Sperimentale per la Viticoltura Conegliano e altri Enti (ISV): Angelini U.: - Angelini; Camera di Commercio di Vicenza: CVI; Camera Commercio IndustriaArtigianato edAgricoltura di Lecce: sn-Cle; Centro Regionale Vitivinicolo Friuli V.G.: -F; Centro
Selezione Vite c/o ITAS “C. ULPIANI”, Ascoli P,: - CSV; Comitato Vitivinicolo Veronese: – CV; Dip.to Arboricoltura e Protezione Piante, Università Studi, Perugia, Agenzia Regionale Umbra per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura, Perugia: -ICA-PG;
Ente Sviluppo Agricoltura Veneto (ora Regione Veneto - Veneto Agricoltura): -ESAV, -V;
Istituto di Virologia Vegetale - Sez. Viticoltura, CNR, Torino e altri Enti: MartiniRossi: Martini Rossi CVT; Tocchetti G.
(ora Vitis Rauscedo Soc. Coop. Agr. ed altri Enti): FEDIT - CSG, - CH; Tocchetti G. ed altri Enti: FEDIT ESAVE (ora
CRPV); Ufficio Gestione Risorse Ambientali ed Agricole - Repubblica San Marino: B, CN, CR, M, R, RL; Vivai Cooperativi di Rauscedo: Rauscedo, VCR; Vivaio Enotria s.s. – C.I.V.V. Ampelos: TEA, Ampelos TEA;
Vivaio Enotria s.s. - C.I.V.V. Ampelos e altri Enti: Dalmonte Guido e Vittorio s.s. Soc. Agr.: D; Dip. Coltiv. e Difesa Specie
Legnose - Sez. Patologia Vegetale Univ. Pisa: Ampelos TEA; Vivai Cooperativi di Padergnone, Longobardi A. : VCP-VL;
Consorzio Italiano Vivaisti Viticoli Ampelos con altri Enti: Vivai Cooperativi di Padergnone: Ampelos VCP; Vivaio Enotria s.s.,
Vivai Cooperativi di Padergnone: Ampelos EVA;
52
Clone
Caratteri Viticoli
Vigoria
Produzione Fertilità
Attitudini Enologiche
Resistenza
Per. Oid. Bot.
Alcol
Acidità
Corpo
Note
Attitudine
Aglianico n.
alta ampiezza; aromi liberi; per
VCR 2 (biotipo
1,37
sostenuta ottima
++ +
struttura
lungo invecchiamento
Taurasi) 1995
alta intensità; aromi liberi per
VCR 7 (biotipo
alcolico acidulo
strutturato
1,41
+
++
lungo invecchiamento
Taurasi) 1994
ottima
antociani e stabilità colore elevaVCR 13 (biotipo
1,51
sostenuta struttura
++
ti; adatto a tagli con VCR 7 e 2
Taurasi) 1996
alta intensità; aromi liberi; inVCR 23 (biotipo
1,51
buona
strutturato
+ +
vecchiamento prolungato
Taurasi) 1999
ottima
VCR 103 (biotipo
1,40
sostenuta
ottimo livello antocianico
++ +
struttura
Taurasi) 2005
per vini anche relativamente
VCR 106 (biotipo
1,42
sostenuta strutturato
++ +
giovani
Taurasi) 2005
VCR 109 (biotipo
1,44
sostenuta
strutturato
per vini fruttati e giovani
++ +
Taurasi) 2005
ottima
polifenoli, antociani e tannini toVCR 111 (biotipo
1,40
sostenuta struttura
++ +
tali elevati; alti aromi glicosidati
Taurasi) 2003
AV 02 (biotipo
1,42
acidulo
strutturato
intenso profilo aromatico
Taurasi) 1999
AV 05 (biotipo
1,40
strutturato
complesso profilo aromatico
Taurasi) 1999
AV 09 (biotipo
1,23
robusto
ottimo dopo 3 anni
Taurasi) 1999
UNIMI-VITIS-AGT
1,21
fresco
strutturato
VV 421 2005
UNIMI-VITIS-AGTB
1,47
fresco
strutturato
VV 411 2005
buona
buona
ampiezza e intensità aromi gliVCR 11 (biotipo
1,51
contenuta
- alcolicità
struttura
cosidati; da invecchiamento
Vulture) 1997
struttura
dà vini particolarmente fruttati e
VCR 14 (biotipo
1,51
consistente
speziati; medio invecchiamento
Vulture) 1997
U.Vitis-AGV VV 401
1,31
strutturato
(b.Vulture) 2005
U.Vitis-AGV VV 404
1,38
strutturato
(b.Vulture) 2005
Ampelos TEA 22
1,50
fresco
strutturato
medio-lungo invecchiamento
(b. Taburno) 2008
Ampelos TEA 23
1,55
strutturato
ricco di note speziate
(b. Taburno) 2008
In generale i cloni si caratterizzano per bassa produttività e vigoria contenuta eccetto VCR 106 e VCR 109 che si distinguono per grappoli più grandi e
maggiore vegetazione
Albana b.
Rauscedo 4 (b.
Serra) 1969
1,29
-- ++
VCR 21 1994
1,08
+ + ++
AL 7 T 1976
0,87
+ + --
buona
leggero
fruttato
alcolico acidità
duratura
buona
struttura
adatto per vini frizzanti e per appassimento
alcolico buona
fine
adatto per vini amabili
buona
struttura
buona
struttura
si presta all’appassimento
AL 14 T 1976
0,91
+ + +-
alcolico buona
AL 17 T 1977
1,17
+
alcolico buona
AL 18 T 2008
1,05
non si presta ad appassimento;
adatto a vini fermi e secchi
LEGENDA
xxxx il numero in blu accanto al nome del clone si riferisce all’anno di omologazione
VIGORIA:
Elevata
Buona
Media
Scarsa
PRODUZIONE:
Elevata
Buona
Media
Scarsa
TAGLIA GRAPPOLO:
Grande
ATTITUDINI ENOLOGICHE:
Medio
Piccolo
Adatto all’invecchiamento
Resistenza (alle malattie) Per. = peronospora; Oid. = oidio; Bot. = botrite
Di pronta beva
Per spumantizzazione
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
Clone
Caratteri Viticoli
Vigoria
Attitudini Enologiche
Resistenza
Produzione Fertilità
Per. Oid. Bot.
Alcol
Acidità
Corpo
Note
Attitudine
Malvasia Bianca Lunga b.
Cenaia 2 1976
1,17
-
alcolico
MBD-F7-A2-11 1978
1,45
- +
basso
FEDIT 26 CH 1990
1,36
- +
FEDIT 27 CH 1990
1,35
- +
Rauscedo 2 1969
1,22
+ +
VCR 10 1995
0,79
-
UBA-RA MV 9 2002
1,08
da uvaggio
scarsa
acidulo
sostenuta strutturato
Malvasia Istriana b.
adatto come passito per la produzione di vin santo
adatto come passito per la produzione di vin santo
in uvaggio dà struttura e sapidità;
tende a ossidarsi; tenue profumo
migliora gli uvaggi e tende a
non ossidarsi; molto profumata
strutturato
migliora l’uvaggio
ottima
struttura
VCR 4 1995
1,25
+
VCR 113 2006
1,55
+ +
strutturato
VCR 114 2006
1,56
+
strutturato
VCR 115 2006
1,56
+
ottima
struttura
adatto all’invecchiamento; leggermente aromatico
per vini fruttati con sentori moscati
ottimo il taglio con VCR 113;
per vini giovani
ottimo il taglio con VCR 4; anche per l’invecchiamento
ERSA-FVG 120 2002
1,39
strutturato
da consumarsi fresco
ERSA-FVG 121 2002
1,31
strutturato
ERSA-FVG 122 2008
1,87
media
struttura
si presta alla produzione di vini
da evoluzione
per vini giovani o di media evoluzione
ERSA-FVG 123 2008
1,89
corposo
da media evoluzione
buona
+
Merlese n.
1,00
+ + ++
strutturato
breve invecchiamento; all’uvaggio porta struttura e colore
MAM-PA 1
1,38
+ + -
strutturato
VCR 432 2008
1,52
++
in uvaggio col Chianti migliora
colore e profumo
raramente in purezza, per lo più
in uvaggi
SMA-ISV 222 1992
1,35
-
alcolico
strutturato
SMA-ISV 237 1992
1,56
-
alcolico
strutturato
Rauscedo 2 1969
0,64
+ + +
VCR 12 2000
1,30
ISV-CV 87 1980
1,19
ISV-CV 100 1980
1,31
CAB 1
Mammolo n.
fresco
strutturato
Manzoni Bianco b.
Molinara n.
ISV-CV 3 1991
++
adatto all’uvaggio
da uvaggio; profumo delicato
e leggero
vino rosato, di pronta beva
+ +
in miscela con altri cloni ISV
aggiunge alcolicità
66
67
68
69
70
71
72
73
74
75
76
77
78
79
80
81
82
83
84
85
86
Il terreno
Vengono riportate alcune sintetiche informazioni riguardanti il terreno, le relative analisi e gli elementi nutritivi, in buona parte tratte dal volume “Biovitienologia ... o no?” edizioni VitEn
Suddivisione percentuale dei
vigneti italiani in funzione della pendenza, con distinzione tra
Nord, Centro e Sud a fine XX
secolo. Negli ultimi cento anni
è notevole lo spostamento della viticoltura verso sud e verso
i terreni pianeggianti. (da Vigna
Nuova - Edizioni VitEn)
87
Il terreno di alcune zone viticole rinomate (da Vigna Nuova - Edizioni VitEn)
88
Effetti degli elementi nutritivi sulla vite, sull’uva e sul vino
Analisi del terreno
fisico - chimiche
Analisi fogliare
89
Procedura per il campionamento
Appezzamento con
estensione massima
di tre ettari
1
2
5
D
3
4
A
B
C
E
F
G
N.B. contenitori e attrezzature devono essere esenti da residui di concimi o fitofarmaci
Parametri che individuano il tipo di terreno (da Vigna Nuova - Edizioni VitEn)
90
ANALISI CHIMICHE DEL TERRENO
Costo delle analisi chimiche del terreno e fogliari (i valori possono variare in modo consistente
a seconda del metodo)
Risulati di analisi ottenute dallo stesso laboratorio su terreni provenienti da diverse regioni.
Per gentile concessione di Demetra - Pescia (PT) - www.demetralab.it
91
Dotazione del terreno in macro e micro-elementi (mg/kg) e sostanza organica (%)
92
DATI SULLA MECCANICA VITICOLA
La meccanizzazione è ormai l’aspetto principale per quanto riguarda la lavorazione del vigneto. Le informazioni
in merito sono soggette ad una rapidissima evoluzione e, in ogni caso, sono ben disponibili presso costruttori e
rivenditori. In questa sede ci limiteremo ad accennare a qualche dato tecnico riferito in particolare alla vendemmia
meccanica.
Pendenze massime di sicurezza per le lavorazioni in vigneto
Pendenza longitudinale (%)
Trattore a 2 ruote motrici
30
Trattore a 4 ruote motrici
Trattore cingolato
Pendenza trasversale (%) Larghezze capezzagne (m)
30
2 - 5*
50
40
2 - 5*
70
50 - 60
2 - 5*
Vendemmiatrici trainate
40
30
5 - 8*
Vendemmiatrici semoventi
40
30
5 - 7*
(*) La larghezza della capezzagna varia in funzione di numerosi parametri tra i quali: pendenza, larghezza
dei filari, attrezzo portato o trainato dalla trattrice. Inoltre si deve valutare se, in fase di inversione, si
accettano una o più manovre, oppure, soluzione ottimale, si può girare senza dover invertire la marcia.
Larghezza delle trattrici da vigneto
Trattore a quattro ruote motrici
Minimo
0,98
Trattore cingolato
(m)
Massimo
1,70
0,95
(m)
1,70
Vendemmia meccanica
Condizioni operative
Oltre alle pendenze e alle dimensioni delle capezzagne già indicate, occorono sostegni adeguati, in grado di sopportare le percussioni degli organi scuotitori. I pali sono adatti nell’ordine decrescente che segue: ferro, plastica
riciclata con anima in ferro, legno, cemento precompresso con spigoli arrotondati, cemento precompresso, cemento vibrato. Quest’ultimo presenta, di solito, gravi difficoltà. Non ci sono problemi per i fili, purchè siano
integri. Per gli accessori è determinante che non sporgano oltre lo spessore del palo e non si sgancino cadendo nella tramoggia.
Alcune caratteristiche di vendemmiatrici semoventi
New Holland
Sesti filari (m)
VN
0,95 - 1,50
Alt. scavallamento (m) Largh. macchina (m)
1,6
2,80
Pot. motore (CV)
Alt. min. raccolta (m)
128 - 175
0,25
VM
1,4 - 1,8
1,65
3,00
128
0,25
VL
1,8 e oltre
3,00 - 2,65
3,00
128 - 175
0,25
VX
2,2 e oltre
3,00
3,00
175
0,25
Alma
1,60 e oltre
2,70
2,50
100-150
0,20
A seconda dei tipi di terreno le macchine possono montare pneumatici di diversa larghezza: 480, 540 e 600 mm.
Percorribilità su strade: fino a 3,30 m di larghezza le macchine possono circolare spostandosi come una normale
mietitrebbia. Per trasporti a distanza su camion si tratta di un carico speciale da effettuarsi secondo le norme della
circolazione stradale. 93
94
Costi d’impianto e di gestione del vigneto
Costo indicativo dei drenaggi
Tipo tubazione
Cemento
Flessibile doppia parete HD PE
Flessibile rivest. con geotessile
Costo indicativo di livellamenti e scasso
Diam. mm
Costo/m
50 9,00-10,00
75
90
110
75
90
110
Costo indicativo di alcuni sostegni
1,02-115
1,32-140
1,80-190
1,53-160
1,98-2,10
2,70-2,90
Descrizione
Macchina modalità
Euro
Scasso
Aratura
0,13-0,16
Ripper
0,09-0,11
Miniescavatore
40 - 45 ora
Escavatore 20 t
70 - 75 ora
Escavatore 25-35 t
75 - 90 ora
Livellamento Cingolato 150 CV
65 - 75 ora
95
Costo indicativo della messa in opera di sostegni e barbatelle
Caratteristiche dei principali fili per vigneto
Caratt. filo “Crapal Optimum” TOP 50
Costi indicativi per l’estirpo
96
Tabelle per la gestione dei costi
d’impianto e di conduzione del vigneto
Il computer consente di effettuare calcoli veloci e ripetuti. Necessita però di un programma, anche semplicemente un foglio di calcolo appositamente predisposto, allo scopo di ridurre al minimo le voci imputate ed avere
indicati tutti i dati richiesti.
Ad esempio con il foglio di excel riportato molto rimpicciolito sulla destra si possono calcolare istantaneamente
tutti i costi d’impianto. Questo piccolo programma risulta particolarmente utile per coloro che devono seguire diversi vigneti in fase d’impianto (preventivi, variazioni in corso d’opera, consuntivi). Disponendo di diversi
fogli già compilati con tipologie diverse di sostegni basta imputare il sesto d’impianto e la superficie per aggiornare istantaneamente tutti i dati.
Per la gestione delle lavorazioni e dei trattamenti possono invece utilizzarsi i fogli sotto riportati come esempio.
Qualsiasi esperto può realizzare un programma di questo tipo. Sono solo richiesti tempi lunghi per portarlo ad
un livello di funzionalità ottimale. Per maggiori informazioni sul CD che contiene tutti questi programmi e sul
costo: www.viten.net o [email protected]
97
98
Costo di gestione nei primi due anni improduttivi (euro/Ha) (da Corazzina, modificato)
Costo di gestione di un vigneto in produzione (euro/Ha) (da Corazzina, modificato)
Annotazioni
99
Programma per la gestione dei trattamenti
100
essenze erbacee
Famiglia: Amaranthaceae
Specie: Amaranthus retroflexus (L.)
Nome comune: Amaranto comune Cod: AMARE
Epoca di emergenza: primavera-estate
Fioritura: maggio-ottobre
Portamento: eretto
Apparato radicale: radice fittonante
Foglia: ovale, olivastra, con margine ondulato
Fiore: a spighe formanti una pannocchia
Colore del fiore: rosa, bianco
Frutti: capsula deiscente
Altezza: 80-100 cm
Ciclo: annuale
Riproduzione: per seme
Commento: nel nostro Paese è presente sino a 1200 m
di altezza; specie nitrofila, ama i terreni permeabili; alcune popolazioni resistono alle triazine
Famiglia: Cariofillaceae
Specie: Stellaria media (L.)
Nome comune: Centocchio Comune Cod: STEME
Epoca di emergenza: autunno-primavera
Fioritura: primavera-autunno
Portamento: prostrato
Apparato radicale: radice fittonante
Foglia: ovale e appuntita all’apice
Fiore: a stella con 5 sepali e 5 petali
Colore del fiore: bianco
Frutti: capsula piriforme
Altezza: 30 cm
Ciclo: annuale
Riproduzione: per seme
Commento: cresce anche all’ombra. Con l’umidità
può emettere radici avventizie dai nodi; resiste al
freddo, può ospitare il nematode Xiphinema
Famiglia: Chenopodiaceae
Specie: Chenopodium album (L.)
Nome comune: farinaccio comune Cod: CHEAL
Epoca di emergenza: tarda primavera-estate
Fioritura: giugno-ottobre
Portamento: eretto
Apparato radicale: radice fittonante
Foglia: romboidale e dentata
Fiore: in pannocchie
Colore del fiore: verdastro
Frutti: acheni
Altezza: 150 cm
Ciclo: annuale
Riproduzione: per seme
Commento: specie nitrofila, frequente nei terreni
lavorati, può ospitare il nematode Xiphinema index. Alcune popolazioni resistono alle triazine
101
presenti in vigna
102
103
104
105
106
107
108
109
110
111
112
113
114
115
Abbiamo intitolato questo capitolo “Essenze erbacee presenti in vigna” in quanto
i termini “infestanti” o “malerbe”, sicuramente giustificati in passato per la fatica
che richiedeva il loro controllo, oggi ci sembravano inopportuni. Infatti, l’inerbimento controllato, adesso attuabile con sistemi meccanici efficienti e relativamente
economici, può considerarsi la salvezza del vigneto dall’erosione per tutti i terreni
declivi (figura a fianco). Ma questo è solo il beneficio più appariscente: la maggiore portanza del terreno, il mantenimento di una struttura aerata anche in profondità,
l’apporto di sostanza organica, lo stimolo determinante per la vita microbica del
terreno, il migliore trattenimento dell’acqua piovana, la facilità di transito per tutti
gli interventi manuali e meccanici che derivano da questa gestione del terreno sono
ormai dati di fatto imprescindibili. Speriamo che le lavorazioni superficiali ripetute
anche 7-8 volte all’anno con rotovator e il diserbo totale con prodotti residuali attuati negli anni 1965-80 restino un brutto ricordo di tecniche da dimenticare.
Certo, le erbe che si sviluppano nel vigneto comportano anche qualche inconveniente: il lavoro ed il costo per controllarle, la possibilità di ospitare qualche
inquilino poco desiderabile per la vite (nematodi, vettori di virosi, ecc.), una competizione idrica e nutrizionale che, però, solo in qualche caso è problematica e,
comunque, risolvibile con una lavorazione occasionale o, più semplicemente ,
con un una trinciatura raso terra che conserva la vitalità delle erbe, ma ne limita
quasi del tutto l’attività.
Le erbe sono utili al punto che, se quelle spontanee mancano o sono insufficienti,
si può procedere alla semina di essenze ormai sperimentate da anni ed adatte al vigneto. Tra queste citiamo i generi Bromus, Dactylis, Festuca, Lolium, Medicago e
Trifolium. Per la tecnica del sovescio sono utili, sempre per esempio, le specie Lupinus spp., Trifolium incarnatun, Vicia sativa e V. pannoica. Occorre ricordare che
ogni specie ha il suo habitat ideale, per cui prima della semina è fondamentale studiare l’ambiente e di conseguenza decidere il tipo di essenza o il miscuglio.
La semina è talvolta necessaria al nuovo impianto quando le lavorazioni profonde
dello scasso hanno ripulito il suolo, rendendolo particolarmente esposto all’erosione. Le sperimentazioni sono però abbanstanza concordi nel registrare, col passar
degli anni, la prevalenza di essenze comuni in quella zona, che finiscono per far
prevalere la loro vitalità anche sulle specie seminate.
Quando in un vigneto le erbe si sviluppano regolarmente significa che, anche se
abbiamo apportato piccole quantità di concimi chimici, agrofarmaci e diserbanti
(limitati al sottofila) quel terreno è vivo, vitale e si manterrà tale in futuro.
Per le specie non descritte consigliamo di consultare il libro “Erbe infestanti delle colture agrarie” di
G.Campagna e G.Rapparini - Ediz. L’Informatore Agrario (2008). Altra bibliografia consultabile:
Rapparini G. - 2008 - Per diserbare fruttiferi e vite fondamentale il glifosate. L’Informatore Agrario, 41, 52-60.
ColugnatiG., Cattarossi G., Crespan G. - 2006 - L’inerbimento nel vigneto moderno. L’Informatore Agrario, 10, 53-66.
L’edera, le felci e i rovi (foto sotto) possono, occasionalmente, essere presenti in vigneto creando un notevole ostacolo alla coltivazione
116
Agrofarmaci impiegati in viticoltura
I dati sono tratti da WinBDF Banca Dati Fitofarmaci di Ecospì srl Milano, aggiornati a febbraio 2009: database professionale di tutti i fitofarmaci autorizzati in Italia, disponibile nella versione per personal computer e palmare. Per maggiori
informazioni e aggiornamenti: www.winbdf.it. Si ringrazia il Dr Marco Borroni per la gentile collaborazione.
I nomi di alcuni prodotti sono stati abbreviati, conservandone la specificità. Ci scusiamo per eventuali errori.
Nell’elenco che segue, per ogni principio attivo è indicato il nome commerciale che lo contiene, che verrà ripetuto altre
volte quando si tratta di miscele con più principi attivi. Sul nostro sito www.viten.net, da questo stesso database, sono
invece elencati i prodotti commerciali ed i corrispondenti principi attivi contenuti.
Legenda delle formulazioni
AE = areosol
CS = sospensione acquosa
di microcapsule
DC = concentrato dispersibile
DF = microgranuli idrodispersibili
DP = polvere secca
E = emulsione
EC = emulsione concentrata
EO = emulsione acqua/olio
EW = emulsione olio/acqua
FL = pasta liquida
GR = prodotto granulare
L = liquido, soluzione
(ind. generica)
LE= liquido emulsionabile
ME = microincapsulato disperso
MG = prodotto microgranulare
MS = liquido microincapsulato
PT = pellet
SC = sospensione concentrata
SE = suspo emulsione
SG = granuli solubili in H2O
SL = liquido (concentrato)
solubile in acqua
SP = polvere solubile in acqua
TB = compresse solubili in acqua
WG = granuli dispersibili in acqua
WP = polvere bagnabile
Legenda delle classi tossicologiche
T+ = Molto tossico
T = Tossico
Principi attivi e
prodotti comm.
p.a.
g/l o kg
Ditta
Xn = Nocivo
Xi = Irritante
Formu- Classe No
lazione tossic. regis.
ACARICIDI
Abamectina
Verde-vertimec (Ip)
18 VERDE-BIO
Vertimec (Ip)
18 VERDE-BIO
Vertimec E.c.
18 SYNGENTA
Zamir 18
18 CHIMIBERG
Acrinatrina
Orytis (Ip)
75 VERDE-BIO
Rufast E-flo
75 AGRIMIX
Rufast E-flo
75 CHEMINOVA
Rufast E-flo
75 ZAPI
Bifentrin
Armada Flow
20 TECNITERRA
Bif
20 AGRIMIX
Bify Flo
20 VERDE-BIO
Brigata Flo
20 SIPCAM
Bullo
20 AGROWIN
Bullo
20 CHEMIA
Colt
20 TERRANALISI
Eternity
20 NUFARM
Nissorun Tandem
20 CERTIS
Orpel Fls
20 SCAM
Spaikil Double
25 SCAM
Vale Sc
20 ITAL-AGRO
Wudang
20 ROCCA FRUTTA
Zip
20 COMPO
Zip
20 CHIMIBERG
Clofentezine
Agristop
500 AGRIMPORT
EC
EC
EC
EC
Xn N
Xn N
Xn N
Xn N
14417
14416
08795
13927
EW
EW
EW
EW
N
N
N
N
14149
09668
09668
09668
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
--------N
N
N
-----
12119
12758
13436
08545
13142
13412
13533
12187
11776
13558
12523
12718
12265
12198
12198
SC
--
07766
Principi attivi e
prodotti comm.
Apollo Sc
Apor 500
Apor 500
Diamond
Niagara
Preneste
Spaikil Double
Virens Sc
Dicofol
A.k. 20
Acar Combi
Acar Combi
Acared 40 S
Acarkill Combi
Acarnet E.c.
Afd 25
Akarmix 16-2
Aracnol Combi
Aracnol D
Bakar Plus
Dicocid
Dicofox
Golemix
Kiran Ec
Mitigan
Ragnostop Combi
Spaikil Kt
Tekel K
Uppercut
N = Pericoloso per l’ambiente
p.a.
g/l o kg
Ditta
Formu- Classe No
lazione tossic. regis.
500
500
500
500
500
500
100
500
MAKHTESHIM
CHEMIA
TERRANALISI
AGROWIN
ROCCA FRUTTA
NUFARM
SCAM
EUROPHYTO
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
SC
-Xi N
Xi N
Xi N
Xi
Xi
N
Xi N
07541
11189
11189
10767
10274
10467
12523
11324
230
160
160
340
160
180
240
160
170
197
230
230
160
160
180
180
160
160
160
160
TERRANALISI
EUROPHYTO
COMPO
TERRANALISI
SIVAM
SEPRAN
CIFO
TECNITERRA
CHIMIBERG
CHIMIBERG
NUFARM
CHEMIA
CHEMIA
CIFO
AGRISYSTEM
MAKHTESHIM
AGRIMIX
SCAM
GOWAN
TERRANALISI
EC
EC
EC
EC
EC
LE
WP
EC
EC
EC
LE
LE
EC
EC
EC
LE
EC
LE
EC
EC
T+ N
Xi N
Xi N
Xn N
Xi N
Xi N
12991
12777
12777
01151
13078
04810
10309
12672
13770
11961
13034
12630
12967
13422
12549
12108
12653
13573
12612
12751
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
117
118
119
120
Principi attivi e
prodotti comm.
p.a.
g/l o kg
Ditta
Formu- Classe No
lazione tossic. regis.
FUNGICIDI
Ampelomyces Quisqualis
Aq 10 Wg
580 INTRACHEM
Azoxystrobin
Quadris
250 SYNGENTA
Universalis
94 SYNGENTA
Bacillus Subtilis
Serenade Wp
21 INTRACHEM
Benalaxil
Carlit
25 ISAGRO ITALIA
Eucrit R
40 SIAPA
Fantic M Nc
40 ISAGRO ITALIA
Galben R 4-33
40 ISAGRO ITALIA
Galben R 4-33 Blu
40 ISAGRO ITALIA
Input N
25 SIAPA
Sirdate R
40 DU PONT
Tairel M 8-65
80 SIPCAM
Tairel R 4-33
40 SIPCAM
Tairel R 4-33 Blu
40 SIPCAM
Benalaxil-m
Fantic F Wg
38 ISAGRO ITALIA
Fantic M Blu
40 ISAGRO ITALIA
Sidecar M Blu
40 SIPCAM
Stadio M
40 DU PONT
Bentiavalicarb
Valbon
18 CERTIS
Vincare
18 MAKHTESHIM
Bentonite
Bentozol 60
0 DAL CIN
Sulfurene
0 MORMINO
Boscalid
Cantus
500 BASF
Collis
200 BASF
Bupirimate
Nimrod 250 Ew
250 MAKHTESHIM
Cimoxanil
Aksum
300 ROCCA FRUTTA
Aliado 4-40 Cm
40 Q. MASSO’
Arpel Triplo
25 SCAM
Arpel Triplo Blu
25 SCAM
Asco 23
230 AGRIMIX
Asco 45 Wg
450 AGRIMIX
Axis 45 Wg
455 GREEN RA
Biki
40 AGROQUALITA’
Bioxan
300 CHEMIA
Cimoram
40 SCAM
Cimoram Blu
40 SCAM
Cimostar Duo
40 CERTIS
Cimostar Wg
450 CERTIS
Cimoter 30 Wp
300 TERRANALISI
Cimoter 30 Wp
300 MANICA
Cimoter 4-40
40 TERRANALISI
WG
--
11786
SC
SC
N
Xn N
09210
12879
WP
Xi
12628
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
09978
13894
13542
09171
05758
12144
13090
06477
13657
06479
WG
WP
WP
WP
Xn N
Xi N
Xi N
Xi N
12873
12870
13545
13544
WG
WG
Xn N
Xn N
12262
11948
WP
DP
Xi
Xi
10375
01903
WG
SC
N
Xn N
12862
12866
EW
Xi N
13771
WP
WP
WP
WP
WP
WG
WG
WP
WP
WP
WP
WP
WG
WP
WP
WP
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
14031
10028
12208
05154
09417
13899
12094
09060
11621
08105
12996
10645
12548
11817
11817
11284
Xn N
Xi N
Xi N
Xn N
Xn N
Xi N
Xi N
Xi N
Principi attivi e
prodotti comm.
p.a.
g/l o kg
Ditta
Cimoter Extra
Cimox 25 Wp
Cimozeb
Cixil 45 Wg
Combiram Pb
Cuprofix C Disperss
Cuproxamil 320
Curame 35 Wg
Curame 4-40
Curax
Curzate
Curzate Combi
Curzate M
Curzate M Df Bianco
Curzate R
Curzate R Bianco
Curzeb Wg
Cymotec M440
Cymoxan 45 Wg
Cymoxan M
Cymoxan R
Cyproc Wdg
Cytoram Combi
Ditioman
Equation Pro
Faser
Fungiman Combi
Galatas Combi R
Galatas Combi R
Galatas Plus
Krug
Kuki Weinbau
Kur 30 Pb
Lariem Cr 4-38
Lariem Cr Wdg
Lariem Duo
Mancy 44
Maxanil
Micexanil
Micexanil Bianco
Moxan - M
Moxyl 20 Wp
Nautile Dg
Orovit R 4-38
Orovit Triplo
Ossiram Combi Wp
Ossiram Combi Wp
Oxacim
Oxford
Oxford Cop
R6 Erresei Triplo S Blu
Racimil
42
250
40
450
20
40
30
37
42
200
200
50
40
40
42
42
40
40
450
40
42
400
20
200
300
40
40
20
20
35
450
100
300
40
40
40
40
40
40
40
40
200
50
40
25
20
20
300
200
42
22
42
TERRANALISI
SCAM
SCAM
VERDE-BIO
MANICA
CEREXAGRI
SOCOA Trading
MANICA
MANICA
CHEMIA
DU PONT
DU PONT
DU PONT
DU PONT
DU PONT
DU PONT
MANICA
TECNITERRA
NUFARM
NUFARM
NUFARM
GUABER
EUROPHYTO
AGRIM
DU PONT
AGROWIN
CEREXAGRI
CHEMIA
GREEN RA
NUFARM
AGROWIN
AGRIMIX
AGRIBIO
AGRISYSTEM
AGRISYSTEM
AGRISYSTEM
CHEMIA
MORMINO
SIPCAM
SIPCAM
PROCHIMAG
ISAGRO ITALIA
CEREXAGRI
SIVAM
SIVAM
TERRANALISI
SEPRAN
EUROPHYTO
MAKHTESHIM
MAKHTESHIM
BAYER
TECNITERRA
Formu- Classe No
lazione tossic. regis.
WP
WP
WP
WG
WP
WG
WP
DF
WP
WP
WP
WP
WP
WG
WP
WP
WG
WP
WG
WP
WP
DF
WP
WP
WG
WP
WP
WP
WP
SC
WG
DF
WP
WP
DF
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WG
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
WP
Xn N
Xi N
Xi N
Xn N
Xi N
Xi N
NT
Xi N
Xi N
Xi N
N
Xn N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xn N
Xi N
Xi N
Xn N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
-Xn N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi N
Xi
Xn N
13243
08875
08106
14213
13108
11637
10402
13150
12979
14209
03553
06926
03555
08443
03532
08299
11490
10677
10948
09089
09760
10347
13125
08760
10119
11666
08909
09958
09958
14184
11147
13343
11112
14212
13102
12044
14075
08529
07057
09070
09548
12933
10187
10267
12364
09636
09636
11846
12934
12932
12912
09516
121
122
123
124
125
126
127
128
129
130
131
132
Elenco delle principali malattie DELla vite in italia
Principali malattie virali e loro agenti
A cura del prof. Rino Credi
DiSTA (Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali) Patologia Vegetale Alma Mater Studiorum-Università di Bologna
VIROSI DI PRIMARIA IMPORTANZA
FITOPLASMOSI
.
133
Principali malattie causate da batteri
Tumore batterico: Agrobacterium tumefaciens (Smith e Townsend) Conn
Necrosi batterica: Xylophilus ampelinus Panaagoulos (Willems et al.)
Principali malattie causate da miceti
134
Principali acari e insetti
di interesse viticolo in Italia
A cura del prof. Alberto Alma, Di.Va.P.R.A., Entomologia e Zoologia applicate all’Ambiente “Carlo Vidano”, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Torino
Tetranychus urticae
Ragnetto rosso bimaculato
Eotetranychus carpini
Ragnetto giallo della vite
Eriophyidae
Panonychus ulmi
Ragnetto rosso della vite
Tetranychidae
ACARI
Calepitrimerus vitis
Ragnetto dell’acariosi
INSETTI
Colomerus vitis
Ragnetto dell’erinosi
135
136
137
Limitatori naturali di interesse viticolo
A cura del dott. Enrico Domenico Marchesini - AGREA Centro Studi
138
139
SINTOMI ANOMALI DELLA VITE
I viticoltori amano vedere le loro viti sane, rigogliose,
produttive. Per ottenere questi risultati impegnano tempo e denaro per coltivare il terreno e nutrirlo, gestire
la chioma, difendere i vigneti dai parassiti, raccogliere il prodotto.
Però, non è così semplice ottenere i risultati migliori,
anche perché la vite, per quanto rustica, adattabile e
poco esigente, non è in grado di dichiarare lo stato in
cui si trova. Sta quindi al viticoltore “scrutarla” con attenzione e competenza per individuare, al loro sorgere,
gli eventuali problemi.
Ma questa è la difficoltà maggiore: diagnosticare con
esattezza ogni manifestazione per evitare interventi errati, inutili o deleteri.
Se, ad esempio, dopo una somministrazione di boro, non
capisco che i sintomi evidenziati dalla pianta non sono
più di carenza, bensì di eccesso (sintomi molto simili)
posso rifare un apporto di questo elemento peggiorando la situazione.
Oppure se vedo malformazioni primaverili sulle foglie
che interpreto come danno da diserbante del vicino e
invece sono tripidi, posso fare una brutta figura con il
confinante e non risolvere il problema dell’attacco degli
insetti. Se addebito a carenze sintomi di origine virale
posso provvedere con inutili somministrazioni e, ovviamente, conservare i danni. O, ancora, come ci è capitato
in passato, vedere un agricoltore trattare ripetutamente
quattro filari secondo lui colpiti da un attacco precocissimo di botrite... quando invece a colpire era stato
il fulmine.
Le immagini che seguono, realizzate in 35 anni di
scarpinate nei vigneti, pur nella loro incompletezza vorrebbero indicare i sintomi anomali più comuni che si
possono riscontrare in vigneto, per rimediare con sollecitudine quando si può, o evitare interventi quando
inutili o inadatti.
Per facilitare anche il confronto fra sintomi simili, messi
volutamente vicini, in un ideale percorso cadenzato dalle stagioni, ad iniziare dall’inverno, i sintomi dovuti a
malattie sono posizionati su uno
Sfondo giallo
quelli dovuti a carenze su uno
Sfondo verde
quelli dovuti a sintomi diversi su uno Sfondo rosa
Sul sito www.viten.net sono già disponibili
numerose immagini di sintomi anomali su vite.
La raccolta potrà essere arricchita con foto
corredate con una didascalia che potrete inviare a
[email protected]. Verrà sempre citata la fonte.
140
141
142
143
144
Nella foto grande e nel particolare vite con vistosi sintomi di giallume infettivo, virosi del complesso dell’arricciamento. Le piante
infette rimangono tali per tutta la vita e, se vengono propagate, mantengono questa virosi nella progenie. Talvolta l’infezione si
estende alle piante vicine, mentre in altre situazioni rimangono un caso isolato anche per decenni.
Manifestazioni di acariosi a seguito di attacchi precoci di Calepitrimerus vitis. Eventuali interventi di
difesa dovranno ricorrere ad acaricidi.
Ingiallimenti dovuti a scolorazione perinervale, virosi del complesso
dell’arricciamento, che si comporta come il giallume infettivo, ma con sintomi meno evidenti.
145
Nella foto in alto e in quelle a destra manifestazioni delle malformazioni infettive (appiattimenti, biforcazioni, internodi accorciati e/o a
zig-zag). Non ci sono cure, ma solo la possibilità di utilizzare materiale sano in fase di impianto e di sostituzione delle fallanze.
La somministrazione di diserbanti disseccanti (tipo diquat + paraquat) in presenza di una leggera brezza o commettendo l’errore
di impiegare pressioni elevate che nebulizzano il getto possono
causare ingiallimenti diffusi sulle piante. Se la concentrazione del
diserbante non è elevata, il danno è limitato.
146
Anche se nella foto soprastante si vedono diversi “sigari” sulla stessa vite il fatto è piuttosto insolito; normalmente il sigaraio causa
danni limitati che non giustificano trattamenti insetticidi specifici. Nelle foto piccole si possono osservare i due insetti in fase di rifinitura del lavoro fatto per riparare le uova deposte (nel particolare). Quando la foglia secca le larvette sono ormai fuoriuscite.
I sintomi sulla foglia causati da Lygocoris spinolae, si osservano più
facilmente vicino a boschi o incolti. Quasi mai necessitano di interventi di difesa con insetticidi.
Danni dello scrivano o Bromio della vite, solitamente occasionali e assolutamente non dannosi. Problemi
maggiori sono stati segnalati in passato in Francia.
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Danni precoci causati da tripidi (Drepanothrips reuteri) su giovani foglie. Talvolta le manifestazioni si possono, a prima vista,
confondere con sintomi da diserbanti ormonici.
Classica manifestazione di danno da glifosate. I sintomi si
possono rilevare anche a tempi lunghi dalla somministrazione dell’erbicida, in particolare su piante giovani.
Deformazione del lembo fogliare di origine virale dovuta a virosi
delle malformazioni infettive.
Malformazioni fogliari causate da deriva di diserbanti ormonici
impiegati in vigneto o in vicini campi di grano.
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Particolare di rachide colpito da
botrite.
Nella figura a sinistra marciume nobile, dovuto alla Botrytis cinerea che rimane infavata e non manifesta la muffa. Il passaggio tra questa
forma e la muffa grigia (figura a destra) è molto facile, con le conseguenze ben note. Nel particolare altri funghi insediatisi sugli acini.
Disseccamento del rachide su Riesling.
Acini fessurati.
Grappolo in maturazione con evidenti sintomi di
un attacco precoce di perosnospora.
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Presenza contemporanea di botrite e marciume acido, malattie che Grappolo totalmente danneggiato dal marciume acido, di
cui sono note le conseguenze enologiche.
spesso seguono gli attacchi di oidio e tignole (nella foto piccola).
Quando l’oidio attacca i grappoli con questa intensità ... non è più un problema la predisposizione ad altre malattie o alterazioni.
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Cenni di morfologia viticola
Branche
Arms, Branches
Bras, Branches
Tronco
Trunk
Tronc
Ritidomi
Rhytidomes
Rhytidomes
Radice
Root
Racine
Cordone permanente
Cordon, branch
Cordon, branche
Ceppo
Grape vine
Souche, pied de vigne
Tronco
Trunk
Tronc
Punto d’innesto
Grafting point
Point de greffe
Ceppo
Grape vine
Souche, pied de vigne
Radici profonde
Deep roots
Racines en profondeur
Radici avventizie alla base della talea
Secondary roots at the stock basis
Racines adventices à la base de la bouture
Fusto
Stem
Tige
Radici avventizie alla
base della talea
Secondary roots at the
stock basis
Racines adventices à
la base de la bouture
Ceppo contorto
Crabbed trunk
Tronc tordu
Vite nata da seme
Grape vine from seed
Plantule issue de semis
Angolo geotropico
Geotropic angle
Angle de géotropisme
Radici aeree
Aerial roots
Racines aériennes
Radichetta primaria
Primary root
Racine primordiale
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LE FASI FENOLOGICHE DELLA VITE
RIVISTE DI VITICOLTURA
Una breve carrellata
di periodici scientifici italiani
che trattano di viticoltura.
Contattateci per segnalarci altre riviste
(cartacee e digitali); verrano segnalate sul sito
WWW.VITEN.NET
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Libri per approfondimenti
ANGELINI R. - 2007 - La vite e il vino - Bayer Cropscience,
AUTORI VARI - 1997 - Vitigni del Piemonte - Regione Piemonte, Torino
AUTORI VARI - 2003 - Dodici anni di rilievi climatici presso il centro sperimentale vitivinicolo "Tenuta Cannona" - Regione Piemonte, Torino
AUTORI VARI - 2003 - I 40 anni del Simei - Unione Italiana Vini, Milano
AUTORI VARI - 2004 - Viticoltura ed enologia biologica - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
AUTORI VARI - 2004 - Linee guida per il settore vivaistico viticolo: disciplinare di produzione e sistema di gestione per la qualità - Provincia di Asti
AUTORI VARI - 2004 - Recupero, conservazione e valorizzazione del germoplasma viticolo veneto Veneto Agricoltura, Legnaro
AUTORI VARI - 2004 - Studio sull’adattabilità di nuovi vitigni in Piemonte - Regione Piemonte
AUTORI VARI - 2005 - Gli speciali PhytoMagazine: Meccanizzazione vigneto, Rame, Viticoltura da Tavola - Phytoline, Affi (VR)
AUTORI VARI - 2005 - Gli specialisti della vite e del vino - Unione Italiana Vini, Milano
AUTORI VARI - 2006 - I vitigni autoctoni del Gambero Rosso - Gambero Rosso, Roma
AUTORI VARI - 2006 - Lepidotteri dei fruttiferi e della vite - L’Informatore Agrario, Verona
AUTORI VARI - 2006 - Vitigni del Piemonte (2006) - Regione Piemonte
AUTORI VARI - 2007 - Manuale di difesa fitosanitaria della vite - Ist. Agrario di San Michele All’Adige (TN)
AUTORI VARI - 2008 - Catalogo dei cloni di vite - Unione Italiana Vini, Milano
AUTORI VARI - Principali malattie ed insetti della vite - SafeCrop Centre, San Michele all’Adige (TN)
BALDINI E., INTRIERI C. - 2005 - Viticoltura meccanizzata - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
BALSARI P. - 2004 - Miglioramento dell'efficienza di distribuzione delle macchine irroratrici in viticoltura - DEIAFA, Torino
BALSARI P., SCIENZA A. - 2003 - Forme di allevamento della vite e modalità di distribuzione dei fitofarmaci - L'Informatore Agrario, Verona
BENUZZI M., VACANTE V. - 2004 - Difesa Fitosanitaria in agricoltura biologica - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
BERTAMINI M., CAMPOSTRINI F., DE MICHELI L., FALCETTI M., IACONO F., PORRO D., STEFANINI M., SCIENZA A. - 1992 - L'impianto del vigneto: elementi di palificazione - Istituto agrario di
S.Michele all'Adige, Trento
BLOUIN J., GUIMBERTEAU G. - 2003 - Maturità e maturazione dell'uva - Enoone - Unione Italiana
Vini, Milano
CALO’ A., SCIENZA A., COSTACURTA A. - 2006 - Vitigni d’Italia - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
CAMPAGNA G, RAPPARINI G. - 2008 - Erbe infestanti delle colture agrarie - Edizioni L’Informatore Agrario
CAVIGLIA P. - 2005 - Manuale di diritto vitivinicolo - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
CESARI A., DI MARCO S., CALZARANO F. - 2005 - Presenza del “Mal dell’Esca” nell’area viticola
della provincia di Teramo - Media Edizioni, Mosciano S/A (TE)
COLAPIETRA M. - 2004 - L’uva da tavola di Rutignano: tra passato e presente - Ist.Sperimentale per la
Viticoltura, Turi (BA)
201
CORAZZINA E. - 2007 - La coltivazione della vite - L'Informatore Agrario, Verona
CORDEAU J. – 2005 – Creazione di un vigneto – Enoone, Reggio Emilia
EYNARD I., DALMASSO G. - 1990 - Viticoltura moderna - Hoepli, Milano
FREGONI M. - 1980 - Nutrizione e fertilizzazione della vite - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
FREGONI M. - 1998 - Viticoltura di qualità - L'Informatore Agrario, Verona
FREGONI M., SCHUSTER D., PAOLETTI A. - 2003 - Terroir zonazione viticoltura - L'Informatore
Agrario, Verona
FREGONI M. - 2005 - Viticoltura di qualità - Phytoline, Affi (VR)
MANZONI L. - 1971 - Anatomia della vite - Scarpis, Conegliano Veneto (TV)
MARENGHI M. - 2005 - Manuale di viticoltura - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
MARRO M. - Guida per l’impianto del vigneto - Edagricole, Bologna
MORANDO A. - 1994 - Materiali e tecniche per l'impianto del vigneto - Vit.En., Calosso (AT)
MORANDO A. - 2001 - Vigna nuova - Vit.En., Calosso (AT)
MORANDO A. - 2005 - Bio viti enologia…o no? - Vit.En., Calosso (AT)
NIEDERBACHER A. - 2006 - Le cifre della vite e del vino in Italia, nell’UE e nel mondo - Unione Italiana Vini, Milano
PONTI I., POLLINI A., LAFFI F. - 2003 - Vite - L'Informatore Agrario, Verona
RUSSO R., VIERI M. - 2003 - Macchine irroratrici agricole: controlli e tarature per una maggiore efficienza e sicurezza di impiego - ARSIA, Firenze
SARACCO C., GAY EYNARD G., CASTINO M., GOZZELLINO A. - 2003 - Manuale pratico del viticoltore e del cantiniere - Il Sole 24 Ore, Bologna
SARACCO C., MONCHIERO M. - 2004 - Guida del viticoltore - Il Sole 24 Ore Edagricole, Bologna
SCANDELLO P., SCANDELLO G. - 2004 - Irrigazione sostenibile - La buona pratica irrigua - L'Informatore Agrario, Verona
SCHIAPPARELLI A., REGGIORI F., RAMA F., PONTI G. - 2004 - Feromoni e trappole: guida per un
corretto impiego in frutticoltura e viticoltura - L'Informatore Agrario, Verona
SCIENZA A., FAILLA O., TONINATO L, CARDETTA A., FABRIZIO C., PASTORE R., LANATI D.
- 2004 - Dizionario dei vitigni antichi minori italiani Ci. Vin, Siena
SCIENZA A., PASTORE R. - 2004 - Lo chardonnay storia cultura e vocazione di un nobile vitigno nel
Trentino e nel mondo - Cantina La-Vis, Lavis (TN)
TRAPANI N. - 2004 - Coltura e tecnica di coltivazione della vite - Unione Italiana Vini, Milano
VALLI R., MEGLIORALDI S., CORRADI C., VINGIONE M. - 2004 - Manuale di viticoltura reggiana
- Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia, Reggio Emilia
Su www.viten.net è disponibile un elenco di libri che trattano
di viticoltura ed enologia.
Per segnalare libri relativi a questi argomenti: [email protected]
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glossario
Acari: sottoclasse degli aracnidi molto grande. Alcuni acari sono dannosi alla vite (pag. 134, 141, 143, 144, 181)
Acaricida: insetticida per la difesa delle piante (pag. 116)
Accartocciamento fogliare: virosi della vite diffusa in tutto il
mondo, determinata da virus floematici tubuliformi. Viene trasmesso tramite materiale di propagazione infetto o vettori quali
coccidi e pseudococcidi (pag. 178, 182)
Acciaio inox: acciaio ad alto tenore di cromo e nichel che conferiscono la massima resistenza agli agenti atmosferici corrosivi
Accrescimento dei germogli: fase di sviluppo che inizia al germogliamento e termina con l’agostamento (pag. 197)
Accrescimento della bacca: sviluppo degli acini appena formati fino alle dimensioni della maturazione (pag. 197)
Acidi organici: detti anche carbossilici, si dividono in fissi (tartarico, malico, citrico, lattico, succinico) e volatili (acetico)
Acidità: in una soluzione acquosa è il grado di concentrazione
degli ioni idrogeno. Vedi anche pH (pag. 33, 89)
Acido abscissico: ormone della crescita delle piante
Acido citrico: è presente in piccole percentuali nel mosto e nel
vino contribuendo all’acidità totale e all’equilibrio dei vini
Acido gibberellico: sostanza organica che stimola lo sviluppo fisiologico della pianta. Irrorazioni con gibberelline possono aver lo scopo di allungare i grappoli per renderli più spargoli e quindi meno aggredibili dai marciumi
Acido malico: costituente naturale del succo dell’uva, conferisce al vino un sapore acerbo che diminuisce fino a scomparire
con la fermentazione malolattica
Acido tartarico: è l’acido caratteristico dell’uva, presente in
pochissimi altri vegetali
Acinellatura (dolce, verde): sviluppo ridotto degli acini dovuto a una cattiva fecondazione (pag. 165, 170)
Acino: bacca polposa contenente i semi (vinaccioli) (pag. 195)
Acqua impiegata: riferita normalmente alla quantità di acqua utilizzata per veicolare gli agrofarmaci nei trattamenti al
vigneto
Acqua infiltrata: quantità di acqua di precipitazione e/o irrigazione che riesce a penetrare nel suolo rendendosi disponibile
per l’assimilazione da parte delle radici
Acrotonia: si verifica quando i germogli inseriti sulla cima del
tralcio si sviluppano più di quelli alla base. L’acrotonia dipende
dall’inclinazione del ramo e può essere attenuata con la potatura e la legatura dei capi a frutto
Adattamento varietale: capacità delle piante di adattarsi alle
diverse condizioni ambientali, differente da varietà a varietà all’interno della stessa specie
Adesività: riferita ai fitofarmaci misura la capacità di adesione
alla vegetazione trattata
Affastellato: disposizione aggrovigliata e disomogenea dei
rami e della vegetazione delle piante dovuta a uno sviluppo
serrato
Affinità di innesto: compatibilità tra portinnesto e marza
Affrancamento: emissione di radici dal punto di innesto, da
parte della marza
Agente abiotico: evento, manifestazione non vivente in grado
di provocare alterazioni sulla pianta
Agevolatrice: macchina in grado di aiutare una operazione
manuale
Agostamento: è la fase di maturazione dei tralci che da verdi diventano marroni (in Italia mediamente tra luglio e agosto),
cioè lignificano. Una completa lignificazione dei tralci è un fattore determinante per la resistenza al freddo invernale e per la
ripresa vegetativa in primavera
Agrobacterium tumefaciens: è un batterio del suolo avente la
caratteristica di trasformare geneticamente quelle piante che presentano delle ferite, condizione nella quale la pianta rilascia sostanze, come siringone ed acetosiringone, capaci di richiamare il
batterio. Sulla vite le manifestazioni prendono il nome di rogna e
si hanno a seguito di gelate invernali molto forti (pag. 141)
Agrofarmaci: sostanze attive per la difesa delle piante al fine di
incrementare il rendimento delle produzioni agricole (pag 116)
Agrometeorologia: la scienza che studia le interazioni dei fattori meteorologici ed idrologici con l’ecosistema agricolo-forestale e con l’agricoltura intesa nel suo senso più ampio
AIA (acido indolacetico): fitormone del gruppo delle auxine
che promuove l’allungamento dello stelo e, insieme ad altri fitormoni, ha un ruolo importante in molte attività delle piante. Le
auxine sono dei derivati del triptofano e sono prodotte soprattutto negli apici vegetativi e nelle foglie giovani
Alberata aversana: sistema di viticoltura antico (fin dai tempi angioini), molto particolare, in quanto le viti, dette maritate, si appoggiano ai pioppi, innalzandosi anche oltre i 10-15 metri di altezza
Alberata casertana: meno alta dell’aversana, ma simile
Alberata emiliana: un tempo molto diffusa., ora reperto museale. Le viti sono coltivate in file intervallate da campi, maritate a piante di diverso tipo
Alberello: forma di allevamento della vite molto basso, con potatura corta, diffuso nel Sud Europa e Nord Africa
Alcoli terpenici: alcoli molto volatili tra i quali, per esempio, il
linalolo, il nerolo ed il geraniolo; tipici dei vini bianchi provenienti da uve aromatiche (Moscato, Malvasia ecc.), sono presenti anche in vini bianchi provenienti da uve neutre (Riesling
renano per es.), nei quali concorrono a determinare l’aroma
fruttato e varietale
Allegagione: in seguito alla fecondazione, inizio della formazione del frutto per moltiplicazione cellulare (pag. 197)
Allessatura: imbrunimento e ammollimento delle parti verdi
vegetali, come da scottatura in acqua (pag. 142)
Allevamento a cesto: per le viti nate da seme in prove di nuove varietà nate da seme
Allevamento strisciante: coltivazione della vite aderente al
suolo, ad esempio per evitare danni da vento
Alluminio: l’alluminio pesa circa un terzo dell’acciaio o del rame; è malleabile, duttile e può essere lavorato facilmente; ha
una eccellente resistenza alla corrosione e durata. Inoltre non è
magnetico, non fa scintille, ed è il secondo metallo per malleabilità e sesto per duttilità. Può essere impiegato per realizzare
diversi accessori per il vigneto
Allungamento del grappolo: fase di crescita del frutto. Si può
indurre un allungamento voluto con l’impiego di gibberelline
Alterno: disposizione alternata delle foglie sui lati opposti di un
ramo, a diversi livelli. È la disposizione tipica della vite
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di Bologna dal prof. Intrieri e coll., che ha l’obiettivo di facilitare la meccanizzazione di tutte le operazioni colturali. In Italia
è molto diffusa in Pianura Padana, dove si contano oltre 10.000
ettari, distribuiti fra le province di Modena, Bologna, Ferrara,
Treviso e Verona
Gemma: struttura embrionale dalla quale si sviluppano le diverse parti della pianta (fusto, rami, foglie, fiori); le gemme sono spesso racchiuse da foglie ridotte o specializzate chiamate
perule (pag. 193)
Gemma ascellare: posta all’ascella del picciolo fogliare
Gemma di controcchio: gemma secondaria (ve ne sono più
d’una) posta a lato della principale, in grado di svilupparsi assieme a questa (germogli doppi) o per sostituire il tralcio principale danneggiato (pag. 193)
Gemma dormiente: situata nel ceppo può rimanere attiva più
anni senza germogliare. Dà origine ai succhioni, in viticoltura
erroneamente ma, comunemente, chiamati polloni
Gemma ibernante: gemma del capo a frutto che si sviluppa al
germogliamento (pag. 193)
Gemma primaria: è la principale del “sistema gemma” e, di
solito, quella più fertile (pag. 193)
Gemma pronta: gemma che si sviluppa poco dopo la sua formazione dando origine alle femminelle (pag. 193)
Gemme cieche: gemme che per motivi diversi non si
sviluppano
Gemme della corona: gemme di controcchio (pag. 193)
Gemme latenti: gemme dormienti (pag. 193)
Gemme miste: le gemme della vite sono miste in quanto originano sempre un germoglio sul quale possono essere inseriti uno o più grappoli
Gemme secondarie e terziarie: adiacenti alla principale si sviluppano quando la principale è stata danneggiata (pag. 193)
Gemme/ceppo: numero di gemme per pianta
Gene: unità fondamentale, fisica e funzionale, dell’ eredità che
trasmette le informazioni da una generazione alla successiva
Genere: categoria tassonomica che raggruppa specie vicine
filogeneticamente
Genetica: termine coniato da William Bateson nel 1906 per indicare lo studio della genesi delle forme degli esseri viventi
Genoma: tutte le sequenze di acido nucleico che costituiscono
il patrimonio genetico completo di un organismo
Genotipo: costituzione genica di un individuo, o più specificamente gli alleli presenti ad ogni particolare locus
Geraniolo: terpene delle uve, che si sviluppa nei processi di
maturazione. Particolarmente accentuato all’analisi sensoriale
per alcune cultivar (Malvasia)
Germinazione del seme: sviluppo del seme
Germogli: fusto, dotato di foglie, non ancora lignificato. Si sviluppa dalle gemme ed è costituito da 10-12 internodi già formati, miniaturizzati nella gemma, e da un altro gruppo variabile di internodi che si formano dopo il germogliamento. Il periodo di sviluppo del germoglio dura 30-60 giorni, tra la primavera
e l’inizio dell’estate. Nel corso dell’estate il germoglio lignifica
dalla base (agostamento) diventando tralcio (pag. 194)
Germogliamento delle gemme: emissione del germoglio
(pag. 197)
Giacitura: orientamento di uno strato roccioso rispetto al nord
e alla verticale, espresso con opportuni parametri che ne deli-
neano la posizione nello spazio. La misura delle giaciture è essenziale per la produzione di carte geologiche
Gibberellina: ormoni della crescita delle piante. In particolare inducono alla germinazione del seme e all’accrescimento del
fusto
Gineceo: l’insieme degli organi femminili di un fiore
Girapoggio: tecnica di sistemazione del terreno che consiste
nel disporre i filari di vite lungo le curve di livello. Utilizzato
in passato in Piemonte e Toscana, oltre a delineare un paesaggio esteticamente piacevole, il girapoggio assicura una maggiore tenuta del terreno all’erosione e alle frane. L’altra faccia della
medaglia è che mal si presta alla meccanizzazione
Glucidi: componenti del vino (chiamati zuccheri), a funzione
mista, costituiti da fruttosio e glucosio
Goccia a goccia: sistema di irrigazione studiato in particolare dagli israeliani che consente di economizzare al massimo
l’acqua
Gocciolatore: dispositivo per erogare l’acqua
Grado zuccherino: è il livello di concentrazione degli zuccheri in un liquido. Per i mosti il grado zuccherino si misura in gradi Babo o in Brix, con metodi semplici basati sulla densità o, in
modo più preciso con opportune analisi chimiche
Graminacee: famiglia di vegetali alla quale appartengono diverse
specie che in vigneto vengono considerate infestanti (pag. 100)
Grandine: si genera dai cumulonembi temporaleschi ed è costituita da granuli di ghiaccio di dimensioni che vanno da quelle di un chicco di caffè a quelle di un grosso frutto. La grandine
si può manifestare in tutta la stagione dei temporali, che va mediamente da marzo a novembre, ma i problemi maggiori li porta nel periodo estivo (pag. 158, 175, 184)
Granulometria: metodo di misurazione della ripartizione percentuale delle particelle minerali che costituiscono un suolo in
funzione del loro diametro. La frazione costituita da particelle
con diametro inferiore a 2 mm è denominata “terra fina”, che a
sua volta si divide in “sabbia” se il diametro è compreso tra 2 e
0,02 mm, “limo” se è tra 0,02 e 0,002 mm, “argilla” se inferiore a 0,002 mm. La frazione costituita da particelle con diametro superiore a 2 mm, rappresenta invece lo scheletro del suolo. La misurazione granulometrica serve a definire la tessitura
del suolo (pag. 89)
Grappolo: infiorescenza della vite che, dopo l’allegagione, si
trasformerà in grappolo d’uva, costituito da un peduncolo, da
un asse centrale e secondario, da pedicelli che sostengono gli
acini (pag. 194, 195)
Grass-mülch: tecnica di gestione del terreno tramite ripetuti
sfalci dell’erba, lasciata sul terreno con effetto pacciamante
Graticci: incroci larghi di stecche di legno o intrecci stretti di
vimini, destinati a ricevere i grappoli d’uva per l’essicazione o
la sovramaturazione
Guyot: sistema di allevamento della vite diffuso un po’ ovunque, con alcune differenze nella legatura, più o meno inclinata,
e nella lunghezza del tralcio di potatura
Guyot capovolto (ad archetto): con tralcio legato curvo
Guyot classico: con capo a frutto orizzontale
Guyot doppio: con due tralci disposti dalla stessa parte
Guyot doppio bilaterale: con tralci legati a destra e sinistra
Guyot sovrapposto o palmetta: due o tre palchi Guyot inseriti sullo stesso ceppo
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