Progetto di Sostenibilità 2015 di Banca Generali

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Progetto di Sostenibilità 2015 di Banca Generali
Banca Generali,
i progetti
di sostenibilità 2015
sommario
capitolo 1
capitolo 2
capitolo 3
capitolo 4
Le Giornate Fai di primavera
3
Verso Nord, col naso all’insù
4
#Pics for Fai
La bellezza in un #hashtag 8
Un campione per amico 2015
11
Una conferenza quasi per sport
12
#CampionePerAmico Roma 13 aprile 2015
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La parola ai campioni 18
Uno, dieci, 200mila Campione Per Amico
20
#CampionePerAmico Asti 21 maggio 2015
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Digital Wall
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Oltre l’Arte. In banca
27
Il maestro dell’arte … in uno schermo Tv
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ArtistInPrimaFila
33
Banche a Cinecittà, febbre da tax credi
34
Il cinema italiano al tempo delle crisi
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Progetto grafico e impaginazione di Mai Esteve
1
I
l 2015 è stato un anno straordinario per Banca Generali: grazie al lavoro dei nostri professionisti
e alla fiducia dei clienti abbiamo raggiunto nuovi record in termini di raccolta netta, masse in
gestione e utile generato, superando ampiamente gli obiettivi fissati a inizio anno. Questi risultati
ci consentono di guardare con ottimismo al futuro e consolidare la nostra posizione di riferimento nel
panorama del private banking in Italia al fianco delle famiglie.
Il nostro obiettivo di sviluppare un modello di business orientato all’eccellenza e solido nel lungo
periodo non può però prescindere da politiche dedicate alla valorizzazione della comunità all’interno
della quale operiamo. La consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo nella società è cresciuta nel
tempo come dimostra l’intensificarsi delle iniziative sociali sviluppate da Banca Generali.
Per questo motivo abbiamo deciso di dar seguito alla partnership iniziata nel 2014 con il FAI – Fondo
Ambiente Italiano – per sostenere l’eccellenza della cultura e dell’arte in Italia in occasione delle
Giornate FAI di Primavera che hanno aperto le porte di 780 monumenti a più di 650.000 italiani.
Il nostro impegno in favore della comunità è proseguito poi con l’organizzazione per il sesto anno
consecutivo di “Banca Generali – Un Campione per Amico” che anche nel 2015 ha regalato a 10.000
bimbi delle scuole elementari e medie la possibilità di giocare e divertirsi in una giornata di sport al
fianco di quattro grandi leggende dello sport italiano come Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Jury
Chechi e Ciccio Graziani.
Consci dell’importanza del sostegno privato all’arte e alla cultura, non abbiamo voluto ignorare una
delle grandi eccellenze del nostro paese: il cinema. In questo senso si spiega la partnership con il
Nuovo Imaie nel progetto #Artistiinprimafila con lo scopo di tutelare e valorizzare le grandi produzioni
italiane.
Nel corso del 2015 abbiamo inoltre avuto l’onore di ospitare presso la nostra sede di Piazza
Sant’Alessandro a Milano le opere di un artista di fama mondiale come Fabrizio Plessi, il fondatore
della digital art che ha impreziosito i nostri spazi con installazioni inedite e suggestive, regalando a
tutti gli appassionati la possibilità di visitare gratuitamente una mostra di grande prestigio e fascino.
In questo booklet, realizzato con la preziosa collaborazione di ETicaNews, vogliamo raccontarvi tutte
queste iniziative attraverso una chiave di lettura particolare: lo storytelling.
Buona lettura.
Piermario Motta
Amministratore Delegato
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capitolo 1
INTRODUZIONE
Le Giornate Fai
di primavera
P
er il secondo anno consecutivo, Banca Generali accompagna il
Fondo Ambiente Italiano nella 23a edizione delle Giornate FAI di
Primavera, il tradizionale appuntamento che ogni anno avvicina
milioni di cittadini alle bellezze del patrimonio artistico e culturale
del nostro Paese. Sabato 21 e domenica 22 marzo 2015, oltre 750 tra
i più bei monumenti, palazzi, chiese, castelli e parchi sparsi su tutto il
territorio nazionale e solitamente inaccessibili al pubblico apriranno le
loro porte per due intense giornate da vivere all’insegna della cultura e
della salvaguardia dei capolavori dell’architettura italiana.
Scopri tutte le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2015 e aiuta il
FAI a prendersi cura delle nostre meraviglie nazionali!
Quest’anno, inoltre, Banca Generali ha lanciato l’iniziativa #Pics4FAI:
chiunque abbia visitato i beni FAI nel corso delle Giornate di Primavera
ha potuto condividere le proprie foto sui social network Facebook,
Twitter e Instagram.
Ecco alcune delle immagini più suggestive condivise con l’hashtag
#Pics4FAI sulle pagine di Facebook, Twitter e Instagram
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storia/I
Verso Nord, col naso all’insù
«H
o cominciato dal basso. E sono
arrivato in alto. Sempre col naso
all’insù. Insomma, con gli occhi
spalancati. Ragazzi, non l’avrei mai detto: ho
visto cose che noi italiani…non ricordiamo più.
O non abbiamo mai saputo. Se no non si spiega».
«Che cosa non si spiega? E cos’è che hai visto?
Dove, quando? Dai, diccelo…».
Gli amici lo guardano un po’ stupiti. Così non si
ricordano di averlo mai visto. Mirko Palo è un
ragazzo di poco più di trent’anni, un lavoro non
precario ma neanche stabile, di quelli di oggi.
Stasera sta raccontando ai suoi amici, quelli di
sempre, di essersi davvero sentito Marco Polo
(l’assonanza, del resto, è talmente evidente
che gliel’hanno fatta notare, e pesare, fin dalle
elementari), ma nel suo Paese. L’Italia. Perché
forse per la prima volta l’ha guardata bene. E ha
capito la sua vera ricchezza: la bellezza. Che ci
hanno tramandato secoli, millenni di storia. Di
uomini e donne che l’hanno prima costruita e poi
custodita. Gelosamente.
Quello che non gli va giù è che gli italiani troppo
spesso pensino e parlino male dell’Italia. È
questo che non si spiega, se l’Italia è quella che
ha visto lui.
L’occasione è stata quella delle Giornate FAI
di Primavera 2015, in cui il Fondo Ambiente
Italiano, il 21 e 22 marzo, ha aperto al pubblico
le porte di luoghi splendidi, alcuni normalmente
non accessibili: chiese, ville, borghi, palazzi, aree
archeologiche, castelli, giardini, archivi. Quasi
800, in tutt’Italia. In 340 località. Da Nord a
4
Sud. O, meglio, da Sud a Nord, cioè nel verso in
cui Mirko in quei due giorni ha percorso l’Italia.
All’insù.
C’era di mezzo una donna (ma guarda un po’…),
la compagna che presto – forse – sarà sua moglie,
Margherita. Che l’ha convinto a fare questo
viaggio come non avrebbe mai immaginato di
farlo.
È andata così: l’ultimo giorno d’inverno erano
volati al battesimo della figlia di cari amici
a Brienza, vicino Potenza. La cerimonia, il
rinfresco, chiacchiere e sorrisi in allegria. Li
aveva colpiti la Chiesa Madre di Brienza, dove la
bimba era stata battezzata: dedicata all’Assunta,
risalente all’XI secolo, era stata riaperta da non
molto dopo una chiusura lunga oltre trent’anni.
Poi si erano presi la mattina presto del giorno
dopo, il sabato primo giorno di primavera, per
visitare il borgo medioevale di Brienza, uno dei
più belli d’Italia: stradine come budelli, case
abbarbicate su una roccia scoscesa, che agli
occhi di chi viene da una grande città aprono un
mondo nuovo, anche interiore. Infine il Castello
dei Caracciolo, antica fortezza, dal nome della
famiglia che ne ebbe il possesso dal XV secolo a
metà ‘800. Qui, l’incontro decisivo.
«C’erano dei ragazzini delle medie, con degli
opuscoli, che del castello ci hanno detto e fatto
vedere tutto: il museo della tortura, quello
della civiltà contadina. E poi questa storia che
tramandano come una leggenda, chissà: di una
donna, Bianca da Brienza, del 1300, bellissima
eh?! Che amava sfoggiare ori, monili, pietre
storia/I
preziose. Si dice siano ancora in una stanza
segreta del castello. Solo che lei fu rapita, dai
pirati, e finì ad Algeri, alla corte di un pascià
che se ne innamorò, e non torno più. Quello che
mi ha colpito, vi assicuro, è stata la gioia e la
freschezza con cui questi ragazzi raccontavano:
sembrava che ci vivessero dentro, al castello,
e che Bianca l’avessero conosciuta davvero.
Alla fine, eravamo io e Margherita ma s’erano
aggiunte parecchie altre persone, gli abbiamo
fatto un grande applauso, una piccola mancia e
qualche foto sul cellulare che hanno subito messo
su Facebook, nella pagina dove raccontavano
questo loro lavoro come guide: si chiamavano
Apprendisti Ciceroni e ci hanno detto che quello
era il week-end delle Giornate FAI di Primavera
e che tantissimi altri ragazzi in tutt’Italia stavano
facendo come loro, che si erano preparati da
settimane a scuola e coi Delegati FAI per fare
le guide. Ti assicuro, un’emozione così…se poi
penso che magari capita anche a me prima o
poi…».
E qui gli amici giù a ridere, con affetto, perché
sanno che Mirko e Margherita ci stanno pensando
ad avere una piccola potenziale “guida turistica”
in casa, diciamo pure in fasce.
È per “colpa” di quei ragazzi entusiasti al
castello che quel sabato hanno preso una
decisione: tornare a Milano in macchina, non in
aereo. E fare altre visite lungo il viaggio. A ciò
che non hanno mai visto e che in quei giorni,
invece, possono vedere.
Noleggiano un’auto e partono. Bisogna decidere
per dove. Margherita naviga sullo smartphone,
ha trovato l’app delle Giornate FAI di Primavera,
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mentre Mirko guida. Le arriva un tweet da altri
amici di Caserta, che hanno visto la foto postata
dal Castello di Caracciolo. Dicono che lì vicino
– non la Reggia, vabbè quella l’hanno già vista
- sempre per le Giornate FAI c’è una splendida
oasi che va vista, assolutamente: c’è un amico
dell’Associazione Racconti di Terra che gliela
mostrerebbe. Ok, si va a Caserta.
Arrivano e vanno a fare pranzo all’oasi. È
all’interno del Parco di San Bartolomeo, che si
estende per 40mila metri quadri alle pendici di
Caiazzo, antica colonia romana.
«Un paradiso terrestre, non so come altro
definirla! Suoni, colori, giardini, da restare a
bocc’aperta: fiori di ogni genere e piante rare,
poi ulivi, gelsi, eucalipti, oleandri. Ma anche
animali esotici, marabù, fenicotteri. C’è una casa
delle farfalle dove ti fanno vedere e ti spiegano
tutto sulle farfalle. Una meraviglia, guarda, come
se le avessi davanti ora, potrei dipingerle…se
sapessi dipingere».
E giù a ridere ancora, gli amici. Che però
lo ascoltano. Quasi rapiti da ciò che vedono
attraverso le sue parole. Più d’uno sicuramente
sta pensando: «Quasi quasi ci vado anch’io,
in questi posti, al primo week-end che posso
prendermi…».
Nel bel mezzo dell’oasi irrompe la tecnologia.
Margherita esulta: un’email le dice che un
bed&breakfast di Ferentino ha la stanza che lei
aveva chiesto. Ma dov’è Ferentino e perché ci si
dovrebbe andare?
A Ferentino (Frosinone) ci sono le Carceri di
Sant’Ambrogio, ecco cos’ha attirato l’attenzione
di Margherita (da buona milanese…). Sono un
storia/I
quadriportico, un portico che corre su quattro
lati, e fanno parte dell’Acropoli di Ferentino,
che è fra le città ciociare col maggior numero di
monumenti romani, a cominciare dalla lunga e
poderosa cerchia muraria poligonale. Ai tempi
delle persecuzioni dei cristiani, si narra che il
giovane soldato Ambrogio lì fu incarcerato, solo
perché aveva abbracciato la fede cristiana: da
qui il nome. Oggi le Carceri sono consacrate ai
caduti dell’ultima guerra mondiale. Margherita
quando è dentro fa mille paragoni con la Basilica
di Sant’Ambrogio a Milano. E chiacchiera con
due Apprendisti Ciceroni, che trovano anche
lì. «Vedessi: preparatissimi! Io li assumerei
subito, se avessero l’età, ovvio. Del resto, con
tanta bellezza che hanno lì, non è difficile
appassionarsi».
Il bed&breakfast è carino, gentile la signora.
Cena al ristorante proprio sotto la camera: «Come
fossimo in tre: io, Margy e la app. Tutta la cena a
guardarci dentro, poi anche su quando andiamo
a dormire. Mi fa: “Per domani ho pensato a tutto,
c’è solo da alzarsi un po’ presto…ti va?”. Come
se avessi potuto dirle di no…».
La sveglia domenica è all’alba: «Però ne è valsa
la pena: altra giornata di scoperte, ragazzi. E la
Margy quando s’appassiona ci prende, eccome!».
La prima tappa della domenica è Atri, vicino
Teramo ma più verso il mare. Margherita ha
scoperto che in quei giorni si può visitare, per
la prima volta, l’antica filanda “Fioranelli”,
così chiamata dal nome degli ultimi proprietari.
L’impianto è rimasto chiuso al pubblico per più
di sessant’anni. Ha riaperto in quest’occasione,
grazie anche al lavoro di tanti volontari.
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«”Non potevamo mica perdercela, no?”, m’ha
detto in macchina quando eravamo quasi lì».
L’antica filanda è considerata un vero e proprio
gioiello di archeologia industriale. Si trova
nelle immediate vicinanze di Porta Macelli,
una delle antiche porte di ingresso alla città
medioevale. Quegli impianti tessili hanno una
tradizione antichissima, che si può ricollegare
addirittura all’antica pratica della transumanza,
particolarmente viva nella zona di Atri. Alla fine
la filanda è stata uno dei luoghi più visitati di
Atri durante le Giornate FAI, tanto che ne hanno
parlato al Tg1.
Il pranzo è presto e veloce. Pronti per l’ultima
tappa: Cesena. Margherita non dimentica,
come il FAI del resto, che quest’anno cade il
centenario dallo scoppio della Prima Guerra
Mondiale. A Cesena è aperta la casa natale di
Renato Serra, illustre letterato cesenate (è suo
uno dei capolavori della letteratura italiana del
Novecento, “Esame di coscienza di un letterato”).
Cadde il 20 luglio 1915 a soli trentun’anni,
l’età di Mirko, combattendo a Pogdora (Gorizia),
durante la seconda battaglia sull’Isonzo. Son cose
da libri di storia, che però quella casa rende vive,
attuali, restituendo la dimensione della tragedia,
anche. La casa in effetti colpisce, non per niente
dal 2008 è museo e luogo dedicato alla memoria
di Serra. Gli occhi di Margherita sono un po’
umidi a vedere foto e oggetti di un uomo che
come milioni di uomini è stato portato via dalla
guerra, giovane. Anche quelli di Marco lo sono,
mentre escono. È ormai pomeriggio tardi, c’è un
po’ di stanchezza. Ci si rimette in macchina, poi
una cena in autostrada, il pensiero è a casa e al
storia/I
lavoro che riprende il giorno dopo. Ma anche
alle emozioni di due giorni indimenticabili.
«Ce ne sarà da raccontare, quando…»: un
po’ soprapensiero, Mirko alla fine se lo lascia
scappare davanti agli amici, al termine
del suo racconto, che presto qualcun altro
arriverà in famiglia. L’ultimo brindisi della
serata, silenzioso, è allora per quando Mirko e
Margherita saranno…in tre. E avranno ancora
più voglia, come han fatto in quei meravigliosi
due giorni, di vedere l’Italia, in tutta la sua
bellezza. Specie quella che spesso resta
nell’angolo buio del nostro sguardo. Invece ha
tanta luce, dentro, da trasmetterci.
Con Renzo Piano per le “Periferie”
Sempre nell’ambito dell’impegno per il territorio, Banca Generali si è affiancata a Renzo Piano a sostegno del
progetto di cultura e sensibilità sociale “Periferie”. L’obiettivo dell’architetto genovese, nominato senatore a vita
nell’agosto 2013, è quello di riqualificare le periferie urbane d’Italia.
Per portare avanti il progetto, sostenuto dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Piano si avvarrà
anche del contributo di sei giovani talenti che si sono distinti nella professione di architetto. L’archistar ha devoluto
il suo stipendio da senatore a vita per “mettere a bottega sei giovani architetti” nel gruppo G124. Questi si sono
occupati, nell’ultimo anno, di rendere più vivibili lembi di città a Roma, Torino e Catania. E questo è soltanto l’inizio
dell’attività del gruppo coordinato da Piano.
“Le periferie – ha commentato Piano - rappresentano la bellezza dell’Italia che ancora non c’è. Bisogna completare
le ex aree abbandonate dalle fabbriche, dalle ferrovie e dalle caserme, sanando le ferite aperte e fertilizzandole
con strutture pubbliche, mettendo uno stop alla crescita a macchia d’olio delle città. Bisogna costruire sul costruito
anche perché allargare ancora la superficie dei centri urbani costerebbe troppo, e l’Italia non può permetterselo”.
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storia/I I
#Pics for Fai
La bellezza in un #hashtag
M
i presento: mi chiamo #Pics4FAI e sono
un hashtag. Vale a dire un giramondo.
Per la precisione, il mondo che giro
è quello virtuale, del web e dei social network
in particolare: Facebook, Twitter, Instagram,
quelle cose lì insomma. Ma a pensarci bene
non è più tanto virtuale, perché è sempre più
parte del nostro mondo reale, offline o come
volete chiamarlo, che ogni giorno trasferiamo
e raccontiamo sul web perché ci piace farlo, ci
piace condividerlo con gli altri, ci fa sentire che
siamo vicini anche a chi è molto lontano.
Non avete mai sentito parlare di hashtag? Beh,
ci può stare, in fin dei conti sono abbastanza
giovane (come specie, intendo, cioè “noi” hashtag
in generale) e non è che tutti mi conoscano.
Se volete saperne di più del sottoscritto, vi
suggerisco di andare a vedere la definizione che
di me dà Wikipedia, quella grande enciclopedia
sul web dove vanno ormai un po’ tutti a cercare
quando c’è qualcosa che non conoscono.
Per agevolarvi l’ho fatto io. Ecco quello che
si dice di me: sono un tipo di tag utilizzato in
alcuni social network per creare delle etichette;
sono formato da singole parole o combinazioni
di parole concatenate, che vengono inserite nei
commenti pubblicati sui social network precedute
dal simbolo “#”(cancelletto); derivo dall’unione
dei termini inglesi “hash” (cancelletto, appunto)
e “tag” (etichetta); ultima cosa che occorre sapere
è che la mia popolarità è legata soprattutto a
Twitter, dove da anni sono stato individuato come
uno strumento molto efficace, oltre che semplice,
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per indicizzare i contenuti, insomma per
permettere a chi cerca qualcosa che gli interessa
di trovarlo facilmente e in fretta.
Ci conosciamo un po’ meglio, ora? Bene. E allora
volevo raccontarvi una storia che mi è capitata
questa primavera. In Italia. Non quella virtuale,
ma proprio quella reale, insomma il Belpaese.
In Italia in primavera da più di vent’anni si
organizza una manifestazione chiamata Giornate
FAI di Primavera. Bellissima! La organizza il
Fondo Ambiente Italiano. In pratica vuol dire che
alcuni, anzi, molti fra i luoghi più belli del Paese
vengono aperti al pubblico, che li può visitare per
godere della loro bellezza: castelli e ville, giardini
e musei, aree archeologiche, borghi, palazzi e
dimore storiche. Quest’anno, in cui ricorreva
la XXIII edizione, sono stati aperti più di 780
luoghi in oltre 340 località, che hanno attirato
oltre 650mila visitatori. La bellezza salverà il
mondo? Beh, guardate, a vedere quante gente è
attratta da un’iniziativa come questa, vi dico che
secondo me il buon vecchio principe Miškin ne
“L’idiota” di Dostoevskij aveva proprio ragione!
Quest’anno, però, c’era anche qualcosa in più.
Insieme a Banca Generali, che per il secondo
anno consecutivo ha sostenuto e accompagnato
l’iniziativa per contribuire ad avvicinare milioni
di italiani all’inestimabile patrimonio storico,
artistico e culturale del nostro Paese, è stato
organizzato un contest. Una gara, un concorso,
insomma. Perché si voleva fare in modo che
i visitatori della Giornate FAI di Primavera
avessero la possibilità di essere ancora più
storia/I I
coinvolti in quello che facevano e che fossero
ancora più protagonisti. Che potessero diventare
una sorta di ambasciatori della bellezza, di quella
bellezza che avevano sotto gli occhi.
Ed ecco che entro in campo io! Eh sì, perché il
contest è stato organizzato sui social network:
quello che si chiedeva ai visitatori, cioè la call
to action, era di condividere e commentare
attraverso Facebook, Twitter e Instagram le
immagini dei luoghi che stavano visitando.
Bastava scattare una foto, con lo smartphone o
il tablet, e condividerla, fare “sharing” come
va più di moda dire oggi. Come si faceva a
riconoscere gli scatti che venivano condivisi sui
social network proprio per partecipare al contest?
Perché dovevo accompagnarli io, #Pics4FAI, che
ero l’hashtag ufficiale del contest! Per cui chi
voleva partecipare al contest doveva taggare il
suo scatto inserendo me, #Pics4FAI. Che onore
e che responsabilità, ragazzi, non capita mica
tutti i giorni. È vero, a volte negli scatti e nei
commenti che venivano postati sui social network
mi accompagnavano altri amici hashtag, come ad
esempio #giornateFAI o #BG4FAI, ma alla fine
se posso dirlo senza presunzione (beh, magari un
pochino sì, dai) il protagonista ero io, #Pics4FAI!
C’era un bel premio in palio, in questo concorso,
per gli scatti che ricevevano più preferenze
sui social network, che vuol dire un “like” su
Facebook o Instagram, un “favorite” su Twitter. I
vincitori, infatti, avrebbero avuto la possibilità di
essere scelti per la nuova campagna pubblicitaria
di Banca Generali per il FAI. Sai i complimenti,
per non dire l’invidia, degli amici? E poi, vai
a sapere, se uno vince un concorso del genere,
magari c’è qualcun altro che lo nota e gli chiede
di collaborare a qualche progetto, insomma può
9
bastare niente a volte e da fotoreporter per hobby
diventi fotoreporter sul serio.
Il concorso è durato un bel po’, per cui ho avuto
tempo per diventare famoso anch’io, perbacco! È
stato presentato durante la conferenza stampa di
lancio che si è tenuta a Palazzo Chigi l’11 marzo. Il
momento clou sono state le due giornate di sabato
21 e domenica 22 marzo. Ma c’è stato tempo anche
il fine settimana successivo, il 28 e 29 marzo, le
date in cui le Giornate FAI di Primavera sono
arrivate a Napoli, perché in quella splendida
città la settimana precedente c’era stata la visita
di Papa Francesco e dunque si era pensato di
posticipare l’iniziativa di una settimana.
storia/I I
Il contest è stato un successo e io son subito
diventato virale. Che non è una malattia ma significa
che mi sono infilato fra le maglie del web e scatto
dopo scatto, post dopo post, tweet dopo tweet, sono
arrivato a un sacco di gente. Non solo ragazzini dal
pollice svelto sui loro smartphone, si badi bene: qui
c’erano famiglie intere che fra di loro si divertivano
a fare a gara a chi mandava più foto, a chi taggava o
twittava più in fretta; c’erano i volontari del FAI che
almeno una foto di gruppo la volevano mandare; e
poi tutti quelli che si facevano un selfie davanti ai
monumenti. Alla fine in quelle settimane era tutto
un fare sharing e postare e taggare e twittare, un
viavai continuo tra Twitter, Facebook e Instagram,
con tanti account social (soprattutto su Twitter) dei
Gruppi FAI sparsi un po’ ovunque sul territorio
italiano a lanciare e rilanciare hashtag, insieme
all’account Twitter dedicato che aveva aperto Banca
Generali (@BGperFAI).
Poi è arrivata finalmente un po’ di calma, perché
sarò solo un hashtag e per giunta virtuale ma mi
devo riposare anch’io ogni tanto. Ci si è presi
qualche giorno per esaminare tutto il materiale che
era stato inviato e, dopo le vacanze di Pasqua, il
14 aprile sono stati annunciati i vincitori, fra quasi
130 scatti che erano andati in votazione. Mi fa molto
piacere citarli anche qui, i tre vincitori, perché i loro
scatti sono davvero belli.
10
capitolo 2
INTRODUZIONE
Un campione
per amico 2015
“B
anca Generali - Un Campione per Amico” è lo
straordinario appuntamento itinerante che ogni anno
regala a migliaia di bambini una giornata di sport e
divertimento al fianco di quattro leggende dello sport italiano come
Adriano Panatta, Jury Chechi, Andrea Lucchetta e Ciccio Graziani.
Da sei anni, Banca Generali accompagna i quattro campioni in
giro per l’Italia, aiutandoli a diffondere la loro voglia di insegnare a
vivere ed amare lo sport regalando esperienze memorabili a migliaia
di bambini di diverse città.
“Siamo felici di essere in prima linea in un evento che celebra i
messaggi chiave dello sport ed ha nella gioia e nell’entusiasmo
dei ragazzi un energia pulsante capace di rinnovarne ogni volta i
contorni” - dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di
Banca Generali - “come Banca leader nella consulenza al risparmio
per le famiglie radicata sul territorio crediamo sia importante
esprimere il nostro senso di responsabilità ed impegno sociale,
e questa manifestazione sposa appieno i nostro valori regalando
emozioni e divertimento ma anche spunti costruttivi alle nuove
generazioni”.
“Banca Generali – Un Campione per Amico” porta con sé una
forte connotazione sociale, proponendosi come luogo d’integrazione
in cui lo sport armonizza, unisce e fa sognare tutti i bambini
nell’educazione al rispetto delle regole delle diversità. Alle tappe,
infatti, partecipano ragazzi senza alcuna distinzione di abilità, grazie
al coinvolgimento delle associazioni Onlus presenti sul territorio,
selezionate in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico
che ha patrocinato l’iniziativa.
Al fianco di Banca Generali, ci sono anche quattro società
di gestione del risparmio di rilevanza internazionale come
Invesco, M&G, Janus Capital e Capital Group a cui va un sentito
ringraziamento per la sensibilità con cui hanno sposato il progetto
contribuendo alla sua realizzazione
11
storia/I
Una conferenza quasi per sport
A
che età hai iniziato a fare ginnastica
artistica? Quanto tempo ci vuole per
diventare bravi come te in questo sport?
Papà dice che nello sport ci vuole costanza,
è vero? Come è nata la tua passione per la
pallavolo? Hai mai pensato di non farcela? La
domanda la posso fare a quello con i capelli
strani?
I bambini delle scuole elementari, dopo aver
invaso il serioso Circolo Aniene, si sono
seduti silenziosi e incuriositi. Ma adesso non
stanno più nella pelle. È appena terminata
la conferenza stampa e già parte il fuoco di
domande ad Adriano Panatta, Jury Chechi,
Francesco Graziani e Andrea Lucchetta i
quattro sportivi protagonisti di “Banca Generali
- Un campione per amico”. Poi i bimbi saltano
giù dalle sedie e fanno a gara per ottenere gli
autografi sulle loro t-shirt.
Lo scambio diretto tra bambini e campioni
è il momento più vero della presentazione
dell’edizione 2015 di “Banca Generali - Un
Campione per Amico”, ospitata lunedì 13 aprile
a Roma, nello storico Circolo Canottieri Aniene,
immerso in una verde ansa del fiume Tevere.
Anche perché i campioni hanno risposto con lo
stesso entusiasmo.
E così, Jury Chechi racconta ai bambini come
la sua passione per la ginnastica artistica
sia nata a 7 anni, incuriosito da questo sport
guardando piroettare la sorella più grande.
Adriano Panatta chiarisce quanto sia importante
la costanza e la motivazione per perseguire
degli obiettivi sportivi e non. Ciccio Graziani
illustra ai bambini l’importanza dello sport e di
12
una corretta alimentazione. Andrea Lucchetta,
dopo un simpatico preambolo su come per un
motivo o per un altro tutti gli altri sport non si
siano rivelati di suo gradimento, spiega come la
sua passione per la pallavolo sia nata a scuola
giocando con i suoi compagni di classe e che
lo spirito di squadra e l’impegno sono elementi
fondamentali per potercela fare e raggiungere i
propri obiettivi.
Il primo protagonista, insomma, è lo sport come
ponte tra le generazioni, tra i fanciulli (gli
alunni delle elementari e delle medie inferiori)
e i campioni. Lo sport con i valori positivi della
disciplina, della sana alimentazione e della
sicurezza. Lo sport che diventa un’esperienza
di gioco e divertimento nelle più belle piazze
d’Italia (vedi il calendario).
Per rompere il ghiaccio, la conferenza si è
aperta con la proiezione di un divertente video
contenente spezzoni delle precedenti edizioni,
seguita dalla presentazione dei 4 protagonisti
che, in quanto portabandiera dell’evento da
diversi anni, hanno saputo trasmetterne i valori
e coinvolgere, con il loro carisma e la loro
simpatia, il giovanissimo pubblico di studenti
delle scuole elementari.
La promessa
Lucchetta che si improvvisa mimo mostrando i
diversi utilizzi sportivi di cui un microfono può
essere oggetto, per poi farsi serio e illustrare
come le capacità necessarie per poter svolgere
i diversi sport siano in realtà collegate tra loro.
Coinvolge i bambini in un gioco di movimento
chiedendogli di alzarsi e saltare, poi afferma
storia/I
che «fare sport non è solo importante, ma
anche divertente». Ringrazia Banca Generali
e promette: «Animare nei bambini la voglia di
fare sport è importantissimo e continuerò a farlo
finché ne avrò forza».
La speranza
Jury Chechi conferma «per noi stare a contatto
con i bambini è sempre un divertimento e
speriamo di continuare ancora per tanto tempo
questa bella esperienza assieme a Banca
Generali».
L’ammissione
Ciccio Graziani lo ammette con un sorriso.
«Durante l’evento - rivela - cerchiamo di far
divertire i ragazzi, ma in realtà ci divertiamo
molto anche noi ritornando bambini per un po’».
Peraltro, aggiunge, «il messaggio che vogliamo
far passare ai bambini è che fare sport è
determinante per crescere bene, perché lo sport
non è solo attività fisica ma è anche un’attività
educativa e sociale».
L’orgoglio
Adriano Panatta non si nasconde. «Siamo molto
orgogliosi - dice - che questa manifestazione
sia diventata oggi, in termini di adesioni e di
aspettative, un punto di riferimento importante
nell’educazione all’attività fisica e nel dibattito
sui giovani e lo sport nelle sue diverse
connotazioni. Lo sport rappresenta proprio il
tramite più immediato per trasmettere ai ragazzi
valori tipici del mondo delle competizioni, come
la tenacia e la determinazione per i risultati o lo
13
spirito di sacrificio, fino al giusto equilibrio tra
movimento e alimentazione che sono una scuola
di vita anche fuori dal terreno di gioco».
L’appoggio del CONI
Alla presentazione dell’edizione 2015 di
“Banca Generali - Un Campione per Amico”,
oltre a quella dei 4 sportivi, significativa è stata
la presenza del Condirettore generale di Banca
Generali Gian Maria Mossa, e del Segretario
generale del Coni Roberto Fabbricini, che
con le loro parole hanno sottolineato il valore
sociale di questa iniziativa. Fabbricini ha
ringraziato Banca Generali evidenziando che
«per un adeguato approccio al mondo dello
sport è importante che gli sportivi diano le
giuste istruzioni ai giovani, così che essi
comprendano come lo sport vada oltre il
semplice gesto atletico». Mossa ha spiegato
che «la vicinanza al territorio è un valore
molto forte e quello che si intende perseguire
è la creazione di un dialogo tra sport, bambini
e piazze». E ha chiamato in causa un altro
protagonista di “Banca Generali - Un campione
per amico”: la diversità. «Cosa ancora più
importante – ha detto infatti il manager di
Banca Generali - è il rispetto delle diversità».
Benvenuta diversità
Campioni e bambini, uniti nello sport, assieme
per rispettare e comprendere anche chi è
meno “abile” di un altro. “Banca Generali Un campione per amico”, infatti, si propone
come luogo d’integrazione in cui lo sport
armonizza, unisce e fa sognare tutti i bambini
storia/I
nell’educazione al rispetto delle regole delle
diversità. Alle tappe, infatti, parteciperanno
ragazzi senza alcuna distinzione di abilità,
grazie al coinvolgimento delle associazioni
Onlus presenti sul territorio, selezionate
in collaborazione con il Comitato Italiano
Paralimpico che ha patrocinato l’iniziativa.
Panatta e Lucchetta confermano che “Un
campione per amico” è rivolto a tutti i bambini,
tutti vengono parimenti coinvolti e quando ce
ne sono alcuni con particolari disabilità gli
viene dedicata maggiore attenzione.
E, tra il pubblico della conferenza, arrivano
14
applausi da alcuni sportivi diversamente abili
del Santa Lucia Sport. È forse l’aspetto che
regala più emozione. Che incarna la sfida più
alta: generare un cambiamento del tradizionale
paradigma sportivo, perché lo sport non è solo
sudore, allenamento e competizione, ma è
soprattutto educazione, salute, socialità e spirito
di squadra. Lo sport è di tutti e per tutti, educa
a stare insieme e a non avere discriminazioni,
a mettersi alla prova, a rispettare le regole e
a impegnarsi al massimo per raggiungere un
obiettivo.
Benvenuti compagni di squadra del Santa Lucia!
storia/I
Twittercronaca
#CampionePerAmico Roma
13 aprile 2015
Account twitter: @CampioneXamico
@Tra poco al via a Roma #CampionePerAmico #sport per #bambini con
@971950 #Panatta @ETicaNews @JuryChechi segui #livetwitting
10:18 AM - 13 Apr 2015
@Tra poco al #CircoloCanottieriAniene #Roma inizia la Conferenza
stampa di un #CampionePerAmico con #BancaGenerali e @Coninews @
ETicaNews
10:27 AM - 13 Apr 2015
@Oggi Conferenza stampa–domani inizia il tour nelle 10 Piazze italiane
di un #CampionePerAmico @Coninews @SkySport @DatasportNews @
ETicaNews
10:27 AM - 13 Apr 2015
@Ad un #CampionePerAmico tanti piccoli partecipanti @ETicaNews
@FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_cultura
10:54 AM - 13 Apr 2015
@Nella suggestiva location del #CircoloCanottieriAniente per un
#CampionePerAmico...@ETicaNews @Coninews @Paralympic
11:07 AM - 13 Apr 2015
@I nostri #CampionePerAmico sono qui...si sta per iniziare @
ANDREALUCCHETTA @971950 @JuryChechi #CiccioGraziani
11:44 AM - 13 Apr 2015
15
storia/I
Twittercronaca
Account twitter: @CampioneXamico
@Via alla Conferenza di un #CampionePerAmico con un divertente
video delle edizioni precedenti @ETicaNews @Coninews
11:51 AM - 13 Apr 2015
@Il Segretario Generale del #CONI, “Grazie a #BancaGenerali per
questa brillante iniziativa” ad un #CampionePerAmico @Coninews @
ETicaNews
11:56 AM - 13 Apr 2015
@Il Condirettore Generale #BancaGenerali “questa iniziativa ludica
promuove anche il rispetto delle #diversità” #CampionePerAmico @
ETicaNews
12:05 PM - 13 Apr 2015
@Il #CampionePerAmico @JuryChechi “speriamo di continuare
ancora per tanto tempo questa bella esperienza con #BancaGenerali @
ETicaNews
12:28 PM - 13 Apr 2015
@Il #CampionePerAmico #CiccioGraziani “il messaggio che deve
passare è che fare sport è determinante per crescere bene” @SkySport
@ETicaNews
12:31 PM - 13 Apr 2015
@Alla Conferenza #CampionePerAmico tanti partecipanti #onlus
#sportivi #scuole @FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_
cultura @ETicaNews
12:32 PM - 13 Apr 2015
16
storia/I
Twittercronaca
Account twitter: @CampioneXamico
@Alla Conferenza #CampionePerAmico tanti partecipanti #onlus
#sportivi #scuole @FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_
cultura @ETicaNews
12:32 PM - 13 Apr 2015
@Un #CampionePerAmico non è solo un evento sportivo ma un vento
educativo con forte connotazione sociale @MiurSocia @Coninews @
ETicaNews
12:33 PM - 13 Apr 2015
@Termina la conferenza. Domani a Frosinone fischio d’innizio del Tour
un #CampionePerAmico @Coninews @Paralympic @ETicaNews @
SkySport
12:38 PM - 13 Apr 2015
@Il condirettore generale #BancaGenerali Gian Maria Mossa e
il segretario generale @Coninews Roberto Fabbricini avviano
#CampionePerAmico
5:09 PM - 13 Apr 2015
@Oggi Roma, domani Frosinone fischio d’inizio - guarda calendario
#CampionePerAmico @Coninews @Paralympic @SkySport
@Siete pronti @ComuneFrosinone @Cosenza2punto0 ??... poi tocca
a voi con #campioni e #bambini. Twittate e condividete le foto @
CampioneXamico
5:17 PM - 13 Apr 2015
17
storia/I I
La parola ai campioni
C
on Banca Generali - Un Campione Per Amico lo sport esce dagli stadi e dai palazzetti per
conquistare le piazze e dare un diretto esempio di vita: quale “risposta” stai ricevendo dalle
migliaia di bambini che hai “allenato”? Che ne pensi?
Adriano Panatta: Banca Generali Un Campione
per Amico, è ormai a tutti gli effetti il più longevo
evento sportivo-educativo italiano che coinvolge
oltre 10 mila bambini all’anno. Grazie a noi
Campioni e all’importante sostegno di Banca
Generali, i bambini delle scuole elementari e
medie di tutta Italia riescono a trascorrere una
mattinata di divertimento, di animazione e di sport.
La risposta è data dai loro sorrisi, dall’entusiamo
e dalla partecipazione che riscontriamo, dalle
opportunità offerte dall’evento che consente loro
non solo di fare attività fisica ma anche di stare
insieme e divertirsi con giochi e animazione.
18
Ciccio Graziani: Attraverso Banca Generali Un
Campione per Amico diamo prima di tutto spazio
alla voglia di giocare dei tanti bambini che in
ogni piazza ci vengono a trovare. Spesso sono
timidi, impacciati, qualcuno più atletico, molti
grassottelli e poco attenti a fare attività fisica.
Il nostro compito è anche quello di incitarli a fare
sport, perchè muoversi fa bene alla mente e al
corpo soprattutto nell’età della crescita.
storia/I I
Andrea Lucchetta: La migliore risposta che
noi Campioni possiamo dare agli oltre 10 mila
bambini che ogni anno giocano con noi nelle
più importanti piazze italiane attraverso Banca
Generali Un Campione per Amico, è proprio
quella di condividere insieme a loro una
mattinata di sano divertimento, con il sorriso e la
gioia di trasmettere attraverso una capriola, un
palleggio, un calcio al pallone, quella vitalità che
solo lo sport è in grado di dare.
19
Jury Chechi: l’Italia, secondo una recente
indagine, risulta essere tra i Paesi Europei
con il più alto tasso di obesità infantile, noi lo
constatiamo in ogni tappa, troviamo bambini che
non sanno muoversi, che vanno in crisi per una
capriola, spesso sono sovrappeso e non fanno
sport. Attraverso Banca Generali Un Campione
per Amico, cerchiamo di dare l’opportunità
ai bambini di capire quanto l’attività fisica,
unita ad una corretta e sana alimentazione, sia
importate per la loro crescita e li incitiamo a
fare sport, di qualunque genere, l’importante è
che si muovano.
storia/I I I
Uno, dieci, 200mila Campione Per Amico
D
a un lato Adriano Panatta che tira la
prima pallina per fare due scambi a
tennis con una bambina di Frosinone,
martedì 14 aprile. Dall’altro Andrea “Spike”
Lucchetta che alza l’ultima palla per una
schiacciata da parte di un giovane studente
di Asti, giovedì 21 maggio. In mezzo, insieme
agli altri due campioni sportivi Jury Chechi e
Ciccio Graziani, 10.000 bambini, altre otto
importanti piazze italiane e quasi 200mila
contatti potenziali sui canali social a cominciare
da Twitter. Insomma, quella del 2015 è stata
un’altra edizione record per la manifestazione Un
Campione Per Amico – Banca Generali, la
kermesse che avvicina migliaia di bambini delle
scuole a un’esperienza straordinaria di gioco e
divertimento nelle più belle piazze d’Italia.
20
Sono ormai sei edizioni che Banca Generali
sostiene la manifestazione che gira in lungo e
in largo il Paese trasformando i centri cittadini
in veri e propri villaggi sportivi, con palloni,
attrezzi, musica, gadget e giochi. Ma il successo
appare sempre più grande. E la dimostrazione
è che, dopo sedici edizioni in archivio, più
di centocinquanta tappe già percorse insieme a
uno staff di oltre cinquanta persone, un campione
come Adriano Panatta, dopo aver giocato a tennis in
questi anni con decine e decine migliaia di bambini
lungo la Penisola, ha tutte le ragioni per essere
raggiante per l’edizione 2015. Tanto che, c’è da
scommetterci, ripartirebbe subito con un altro tour.
«Ogni anno, sono sei edizioni con Banca Generali,
riscontriamo un grande entusiasmo e una forte
partecipazione intorno a questo tour – confida con
un grande sorriso Panatta – anche quest’anno è
stato così e di questo ne siamo davvero molto felici.
Il successo di questa manifestazione è il segno che
la sensibilità e l’attenzione verso lo sport e i valori
che ne fanno parte, è presente tanto nei bambini
quanto negli adulti. Per questo continuiamo a
trasmettere, attraverso il gioco e il divertimento,
l’importanza della disciplina sportiva, qualunque
essa sia!».
L’emozione è stata forte, anche per quattro
campioni dello sport italiano che nella loro vita
già ne hanno provate di grandi anche vincendo
in giro per il mondo. E in ogni tappa della
kermesse 2015, sull’onda dell’entusiasmo di
quella precedente, è diventata sempre più grande
contagiando tutte le persone che hanno permesso
la riuscita della manifestazione, e trasmettendola
storia/I I I
ai bambini. Che poi sono stati i veri protagonisti
della manifestazione tra palleggi, rovesci,
punizioni, capriole, schiacciate. E ballando
insieme alle loro maestre a suon di musica attorno
ai quattro campi di tennis, ginnastica, calcio e
pallavolo montati, smontati e rimontati di volta
in volta. Anche sfidando, e vincendo grazie ai
sorrisi dei partecipanti, nuvoloni minacciosi o
sole battente. Il tour ha così portato gioia, risate e
sport ai giovani studenti delle scuole elementari
e medie di Frosinone, Cosenza, Bologna,
San Benedetto del Tronto, Massa Carrara,
Chiavari, Bassano del Grappa, Vigevano, Bergamo
e Asti.
Talvolta, con piazze trasformate in vere e proprie
palestre a cielo aperto, in modo da lanciare
chiaro il messaggio: l’obiettivo del tour è stato
quello di trasmettere alle nuove generazioni i veri
valori legati allo sport, alla sana alimentazione,
all’integrazione, al rispetto delle regole.
Una festa che ha pervaso anche i canali
social, a cominciare da Twitter. Il lancio
all’inizio dell’edizione 2015 del profilo @
CampioneXamico, accompagnato dalla creazione
dell’hashtag #CampionePerAmico, ha permesso di
condividere con il mondo senza barriera della Rete
i gesti dei quattro coach e dei 10mila bambini
oltre che ai brividi vissuti nelle principali piazze
italiani. Una condivisione diventata, nell’ultima
parte del tour, ancora più “virale” grazie alle
twittercronaca in diretta di quanto avvenuto nelle
tappe di Vigevano, Bergamo e Asti, raggiungendo
nel complesso a fine tour, dimostrati dai dati Tweet
Binder, quasi 200mila potenziali contatti.
E non è tutto. Grazie all’organizzazione di AP
Communication ed alle partnership che essa ha
saputo stringere con le Istituzioni, l’evento si è
confermato la più importante iniziativa che lega lo
Sport al mondo della Scuola.
21
Insomma, missione compiuta per Piermario
Motta, amministratore delegato di Banca Generali
che all’inizio del tour 2015 aveva affermato con
convinzione e passione: «Come Banca leader nella
consulenza al risparmio per le famiglie radicata
sul territorio, crediamo sia importante esprimere il
nostro senso di responsabilità e impegno sociale, e
questa manifestazione sposa appieno i nostri valori
regalando emozioni e divertimento ma al tempo
stesso spunti costruttivi alle nuove generazioni».
La soddisfazione dopo dieci tappe di successo
dei vertici di Banca Generali è tutta nelle parole
di Gian Maria Mossa, condirettore generale di
Banca Generali: «Siamo orgogliosi e felici per il
grande successo ottenuto. Siamo convinti che sia
importante trasmettere ai bambini valori positivi
e vogliamo continuare a farlo al fianco di quattro
leggende dello sport italiano quali sono Adriano
Panatta, Andrea Lucchetta, Ciccio Graziani e
Jury Chechi».
storia/I I I
Twittercronaca
#CampionePerAmico Asti
21 maggio 2015
Account twitter: @CampioneXamico
@Buongiorno @macciottina !! Che bella #foto , grazie dai 4
#CampionePerAmico Panatta @JuryChechi Lucchetta Graziani twitter.
com/macciottina/st…
valentina macciotta @macciottina
Eccoci in compagnia dei campioni: Jury Chechi, Andrea Lucchetta,
Adriano Panatta e Ciccio Graziani. #campioneperamico pic.twitter.com/
sJSRryetU4
@”Oggi dai bambini di #Asti l’ultima tappa #CampionePerAmico
eticanews.it/in-breve/oggi-… @CampioneXamico @provinciadiasti
twitter.com/ETicaNews/stat…
ETicaNews @ETicaNews
Oggi dai bambini di Asti l’ultima tappa di #CampionePerAmico
eticanews.it/in-breve/oggi-… @CampioneXamico
@ Tra poco via alla twittercronaca della tappa #Asti di
#CampionePerAmico Banca Generali!
@ Nuvole in cielo, sorrisi dei bambini, 4 #CampionePerAmico in pza
San Secondo:Inizia twittercronaca #Asti! @ETicaNews pic.twitter.com/
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@ Sindaco #Asti fa onori di casa #CampionePerAmico Banca Generali
con Panatta @JuryChechi Lucchetta Graziani @Coninews pic.twitter.com/
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22
storia/I I I
Twittercronaca
Account twitter: @CampioneXamico
@SORPRESA! Oltre twittercronaca live tappa #Asti
#CampionePerAmico è tutta social: anche in diretta streaming su sito di
UnCampionePerAmico!
Si inizia col mitico #CampionePerAmico Adriano Panatta! Già
centinaia di ragazzi #Asti in fila per giocare #tennis pic.twitter.com/
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Il #CampionePerAmico @JuryChechi ha fatto la Storia dello #sport:
oggi è al servizio dei #bambini #Asti.. @ETicaNews pic.twitter.
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Qualche goccia non ferma #sport bambini #Asti #CampionePerAmico
Banca Generali!E grazie @MandGCareers @InvescoUS @JanusCapital
#CapitalGroup
Gooolll! Ad #Asti anche le #ragazze vanno in rete #calcio grazie al
#CampionePerAmico #CiccioGraziani @TorinoFC_1906 pic.twitter.com/
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“Dammi 5 alto” Per darlo al #CampionePerAmico @
ANDREALUCCHETTA i ragazzi #Asti volano! @tuttosport #pallavolo
volley pic.twitter.com/HspUY5vhOU
Il #CampionePerAmico e Campione mondo #CiccioGraziani insegna
i segreti #calcio ai #bambini #Asti! @Asti_LaStampa pic.twitter.com/
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23
storia/I I I
Twittercronaca
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#CampionePerAmico Banca Generali! @ElenaBonanni pic.twitter.com/
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@Anche ai #bambini #Asti a #CampionePerAmico si spiegano
energie #rinnovabili con @eni_cultura eniscuola.net pic.twitter.
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@ Provate voi a fare capriole come questa! Col #CampionePerAmico @
JuryChechi è facile, brave ragazze di #Olimpia #Asti pic.twitter.com/
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@ E ora ad #Asti grazie a Fondazione Fila @FILAMuseum gadget
magliette in regalo per i #bambini #CampionePerAmico Banca Generali!
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@ Che sia pallone #volley o pallina #tennis nel cielo #Asti la colpa è
sempre del #CampionePerAmico @ANDREALUCCHETTA ! pic.twitter.
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@ Verso la fine la bella festa #Asti coi #CampionePerAmico @971950
Panatta @JuryChechi CiccioGraziani @ANDREALUCCHETTA pic.
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@ E con gli ultimi palloni che rimbalzano per pza San Secondo finisce la
twittercronaca di tappa #Asti #CampionePerAmico Banca Generali
24
storia/I I I
Twittercronaca
Account twitter: @CampioneXamico
@ E grazie soprattutto alle migliaia di bambini scesi nelle piazze italiane
con i 4 #CampionePerAmico Panatta @JuryChechi Graziani Lucchetta!
@ Grazie @domecos! Grande giornata per noi di #CampionePerAmico
ad #Asti twitter.com/domecos/status…
Domecos @domecos
Giornata di sport qui ad #Asti con quattro grandi campioni @
CampioneXamico #BancaGenerali pic.twitter.com/L3UCirRTgm
@Grazie a te @salvaggiodani ! Grandi emozioni nel tour 2015
#CampionePerAmico .. @impresedtalento twitter.com/salvaggiodani/…
Daniele @salvaggiodani
@CampioneXamico concluso tour 2015 con @ANDREALUCCHETTA
@JuryChechi @971950 #cicciograziani @impresedtalento Grazie per la
bella esperienza
@ Perché #CampionePerAmico ? Risponde #Cicciograziani “Per dare
spazio ai #giochi” @FabriGuidoni @andytuit @ETicaNews pic.twitter.
com/aqbBZoVLSU
25
capitolo 3
INTRODUZIONE
Digital Wall
L
a sede di Banca Generali Private Banking, in Piazza
Sant’Alessandro 4 a Milano, ospita dal 21 maggio al 30
settembre 2015 una mostra che segna un’importante
evoluzione stilistica nel lavoro di Fabrizio Plessi, tra i più
conosciuti e apprezzati artisti italiani a livello internazionale.
Per la prima volta nella sua lunga carriera, l’artista reggiano,
ma veneziano d’adozione, rompe gli schemi che hanno finora
caratterizzato la sua opera, presentando in anteprima assoluta
Digital wall.
Le opere di Plessi occuperanno interamente gli spazi della banca
milanese, attraverso l’installazione di veri e propri muri digitali.
Come lampi trasferiti in verticale sul muro, gli schermi saranno
montati come grandi mosaici e rimanderanno filmati appartenenti
alla sua cifra espressiva più tipica, legata ai temi dell’acqua, del
fuoco, della lava.
La novità di Digital Wall risiede nello spogliare totalmente
gli schermi da ogni supporto, liberandoli da ogni struttura e
togliendoli, di fatto, da ogni teatralità che ha contraddistinto, finora
ogni lavoro di Fabrizio Plessi.
Digital Wall è anche l’esempio di come l’immaginario Plessi,
attraverso la magia delle nuove tecnologie, rimanga strettamente
legato alla contemporaneità e ai suoi argomenti più attuali.
26
storia/I
Oltre l’Arte. In banca
L’immaginazione è più importante della conoscenza.
La conoscenza è limitata,
l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione.
Belle. Profonde. Evocative. Comprensibili il giusto, un po’ ma non del tutto.
Per cui affascinanti. Ma la domanda è: chi ha saputo scrivere o pronunciare queste parole?
L’autore è Albert Einstein, una delle menti più raffinate che la storia recente dell’umanità – o la storia e
basta, di sempre - abbia conosciuto. Una delle menti più capaci di spaziare nell’immensità dell’universo
in cui siamo inseriti, viviamo. Spaziare con lo studio, la riflessione, il pensiero. E, forse più di tutto come
del resto egli stesso ammetteva, con l’immaginazione.
S
e c’è chi ancora potrebbe chiedersi e in
effetti si chiede (sono in tanti) perché una
banca debba, voglia occuparsi di arte e più
in generale di cultura, tutta qui sta la risposta. È
perché anche una banca, ebbene sì, ha la necessità
profonda di spaziare, di rompere schemi, argini,
confini che non possono che essere fragili e
temporanei come tutto ciò che è umano. Di tentare
in qualche modo di abbracciare tutto ciò che è
altro da sé per meglio specificare sé e la propria
missione. Rientrando poi in sé arricchita, uguale
ma diversa.
Mondi uno nell’altro…
Per fare questo, cosa meglio dell’arte? Cosa più
appropriato se non tentare di avvicinarsi e, forse, di
intuire qualcosa del mondo che ogni singolo artista
sa creare, suggerire, immaginare, appunto, e offrire
alla sensibilità collettiva attraverso il suo personale
racconto? Mondi necessariamente universali, quelli
degli artisti, nel senso che sono in grado di parlare
e di toccare chiunque, ovunque. Anche quando il
racconto è (co)stretto fra le mura di una banca use a
respirare razionalità. Ma assetate anche di altro.
Un’installazione di muri digitali, dentro i muri
della banca. Una banca che verrà letteralmente
occupata dalle opere dell’artista, con una teoria
di schermi digitali che verranno installati a mo’ di
mosaico, grande, immenso. Schermi liberati da ogni
supporto che trasmettono filmati di acqua, fuoco,
lava. Schermi come medium digitali oggetto di un
utilizzo inusuale che mira a costruire grandi visioni
pittoriche attraverso rimandi metaforici. A creare
mondi. Di suggestioni.
27
L’universo che sta per entrare nel mondo di Banca
Generali, nella sede di piazza San Alessandro
4 a Milano, è quello di Fabrizio Plessi, uno fra i
più conosciuti e apprezzati artisti italiani a livello
internazionale. L’artista reggiano, ma veneziano
d’adozione (per anni ha insegnato all’Accademia
di Belle Arti di Venezia, dove pure studiò), esporrà
nella mostra che verrà ospitata dal 21 maggio
al 30 settembre 2015 in Banca Generali. Dove
presenterà (in anteprima assoluta!) Digital wall.
storia/I
...da scoprire in cammino…
Plessi è l’ultimo. Intendiamoci: l’ultimo
appuntamento, a oggi, lungo il cammino che Banca
Generali ha intrapreso nella cultura, nell’arte,
nei mondi di artisti. E, di riflesso, al suo interno.
Perché l’arte è strumento potente per stimolare
riflessioni. Suggerire innovazioni. Cambiamenti.
Per osare il nuovo e diverso, alla ricerca di ciò che
può essere meglio. Di ciò che vale la pena di essere
sperimentato perché, almeno, sembra meglio.
Il cammino è iniziò anni fa.
La consapevolezza che potesse essere tale maturò
facendolo.
..un passo…
Dentro il labirinto è il titolo della prima antologica
milanese dell’aretino Venturino Venturi (19182002), un protagonista dell’arte del Novecento molto
legato al capoluogo lombardo, dove la sua creatività
si sviluppò, conobbe stagioni fertili.
È la mostra che insieme al Museo Diocesano di
Milano, curata dal suo direttore Paolo Biscottini,
Banca Generali ha prodotto nell’ottobre del 2013,
col sostegno dell’Archivio Venturi e di Anima sgr.
Un’esposizione di una sessantina di opere, sculture,
carte, bozzetti, che l’artista realizzò tra la metà degli
anni Quaranta e la fine del ‘900.
A Milano uno dei luoghi che Venturi, cresciuto tra
Francia e Lussemburgo e affermatosi a partire da
Firenze, più amava frequentare era la Galleria il
Naviglio di Carlo Cardazzo. A Milano arrivò nel
’47, nel pieno del vivissimo fermento culturale
post-bellico. Si fece ancor più conoscere vincendo
il premio di Scultura Emilio Gariboldi, con un
Autoritratto. Fu amico intimo di Mario Luzi, che
28
gli dedicò una poesia. E fu testimone della svolta
spazialista, che culminò con l’Ambiente spaziale a
luce nera di Lucio Fontana del 1949, a cui tuttavia
non aderì formalmente non accettando l’invito dello
stesso Fontana a sottoscrivere il Manifesto. Elaborò
dunque una propria via all’astrazione.
Tornò a Firenze nel 1950: è l’anno a cui risale la
Donna seduta, bronzo del 1950 esposto oggi alla
Galleria degli Uffizi. Nel 1953 presentò per la
Fondazione Nazionale Carlo Collodi il progetto
per una piazza circondata da un muro sagomato
rivestito da 900 metri quadri di superficie musiva,
con al centro un Pinocchio gnomone, l’ombra
del cui braccio alzato, proiettandosi sulla parete
istoriata, avrebbe dovuto indicare lo svolgersi della
vicenda narrata. Vinse, ma non gli venne chiesto di
realizzare la scultura.
Negli anni successivi è il periodo delle grandi
carte a matita, cera e tempera, coi ritratti agli amici
più cari ma anche il riaffiorare di lutti recenti e
lontani, dipinti da Venturi chino sul pavimento
dell’Ospedale Psichiatrico di San Salvi. Spesso si
libera della costrizione naturale del foglio e dei
limiti della figura e lavora anche sulla pietra e
con le dita sul cemento fresco. Viene a mancare
nel gennaio del 2002, lasciando gli ultimi disegni
eseguiti a penna, fra cui uno dedicato alla tragedia
delle Torri gemelle di New York.
..dopo l’altro
Potenza del colore, ospitata presso la sede di Banca
Generali a Milano, in piazza San Alessandro 4: è
la mostra ideata e prodotta dalla banca tra giugno e
settembre 2014 insieme all’artista, Mario Arlati, in
collaborazione con Giorgio Baratti Gallerie e Contini
Galleria d’Arte. Prevedeva l’esposizione di 27
storia/I
opere dell’artista milanese, di diverse dimensioni
e materiali, realizzate a partire dalla metà degli
anni Settanta. Opere che venivano accostate e
dunque si ponevano in dialogo, dando forma a un
innovativo percorso di riflessione sul colore, con
quelle di grandi maestri del passato: Guido Reni,
Alessandro Magnasco, Carlo Cignani, Gianbattista
Crosato. In una logica di rimando dal classico al
contemporaneo.
La mostra era un viaggio nell’universo cromatico di
Arlati, un’esaltazione del colore.
A curarla Elisabetta Longari, docente di Storia
dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera.
Per presentarla ne scrisse: questa preziosa
mostra che nasce dall’accostamento di dipinti di
Arlati ad opere storiche secondo una logica di
puntuali ed eloquenti rimandi, rappresenta una
proposta innovativa di grande rilievo, un esempio
sperimentale in cui potrebbe consistere il prologo,
di fresca e sorprendente lettura, di una storia
dell’arte incentrata sul colore, rivolta prima di
tutto all’immediatezza della percezione, una storia
dell’arte per immagini che costituisce un’eccitante
avventura per gli occhi.
Ibiza, nota ai più per la sua capacità di attrarre chi
è alla ricerca di divertimento e spensieratezza, è
dagli anni 70 per parecchi mesi all’anno casa di
Mario Arlati, milanese classe 1947 che nell’isola
delle Baleari ha trovato la sua dimensione. Uno
stile figurativo puro, quello delle prime opere
dell’artista, che si era formato alla Scuola d’Arte
del Castello Sforzesco. Ed è proprio lo stile che
svela quanto sia stato intenso il suo coinvolgimento
artistico con l’isola, passando dal figurativo
all’informale, al materico, influenzato anche dalla
scuola spagnola.
Arlati è un’artista che ha intuito l’espressività
delle variazioni cromatiche sulle grandi superfici
architettoniche, come emerge nelle suggestive
opere nello skyline di Mosca entrate nel Guinness
dei primati proprio per le loro dimensioni: nel
2013 il pittore è stato invitato a dipingere le
facciate di lussuosi grattacieli di un complesso
residenziale nella periferia della capitale russa, un
lavoro che a ragione è stato definito come l’opera
pittorica più grande del mondo.
La pittura di Arlati è materia dentro cui si cela altra materia. Ma è anche immagine interiore, fatta di
sentimenti e evocazioni che riguardano il paesaggio. Il suo lavoro è soprattutto sul colore, sull’energia del
colore, di ciascuno e di tutti i colori, sul loro linguaggio. Di ciò la mostra prodotta da Banca Generali dava
chiara evidenza, con le opere che raccontavano di un percorso di ricerca.
Un percorso iniziato dai “muri” e dai “monocromi”, passato poi alla “luce”, agli “ori”, ai “trapos” nati da
un’incidentale caduta di colore sugli stracci che rivela un’inattesa bellezza.
L’allestimento di mostre al di fuori di spazi museali dedicati è parte dell’intenzione di
ROMPERE GLI SCHEMI
che caratterizza l’intero percorso, e il suo racconto, di BANCA GENERALI
in campo artistico e culturale.
Anche questo configura una tensione verso
l’INNOVAZIONE.
O, forse, soprattutto
questo.
29
storia/I I
Il maestro dell’arte … in uno schermo Tv
A
rriva quasi correndo in una stanza di
Banca Generali Private Banking, ai
piani alti del quartier generale di Piazza
S. Alessandro, dove, in tre grandi monitor
appesi alla parete, fiammeggia la scritta ART.
“Fiammeggia” non è un modo di dire. La parete è
di un ufficio momentaneamente vuoto, così come
altre stanze che la Banca ha dovuto svuotare per
ospitare (dal 21 maggio al 30 settembre 2015)
l’ultima creazione di Fabrizio Plessi, la mostra
in anteprima assoluta Digital wall. Classe 1940,
30
quattordici Biennali alle spalle, un percorso
artistico che lo rede un soggetto unico in Italia
e a livello internazionale, ma, appunto, Plessi
arriva quasi correndo e chiedendo scusa. Aveva
detto cinque minuti, ma si è attardato di là, a
parlare con Mario Arlati, un altro maestro che
negli scorsi anni è passato per le stanze di Banca
Generali. Ora si siede e dice un “sono tutto tuo”
che un po’ ti imbarazza, visto chi hai di fronte.
La scritta ART fiammeggia perché è costruita
con un fuoco che brucia, che si muove, si agita
e continua a bruciare, in un loop continuo e
ripetuto che ipnotizza quanto e più di un camino.
Nel quartier generale di S. Alessandro, alle
pareti scorrono fiumi di lava, cadono cascate,
piovono sassi nell’acqua placida, filmati in
altissima definizione accompagnati dal sordo
tumore del fuoco e dei fiumi che ribollono.
Questi filmati ad alta tecnologia con struttura
quasi cinematografica, sono l’ultima frontiera di
Plessi, il cui percorso artistico si è sviluppato
sul video come strumento creativo. Una volta
era la televisione in bianco e nero. Oggi, questi
schermi quasi inesistenti, assorbiti dai muri.
Plessi assomiglia vagamente a David Carradine
in Kill Bill. Parla con la stessa voce roca. E parla
con lo sguardo di chi vuole metterti in guardia.
“La tecnologia - dice - è un supporto all’arte.
Se usata bene è sempre un grande aiuto alla
creatività. Ma, attenzione. Io credo di essere un
artista d’oggi che, non solo ha il diritto, bensì
ha il dovere di indagare sulle nuove tecnologie,
così come avrebbe fato un artista del 400 o
storia/I I
del 500. Un artista ha il dovere di indagare
sulle nuove tecnologie per dominarle, sennò
saranno le tecnologie che domineranno noi. Se le
conosciamo, abbiamo la possibilità di modificare
il mondo secondo la nostra consistenza storica
e il nostro patrimonio culturale. Senza questa
conoscenza, la tecnologia, avanzando in maniera
vertiginosa come sta avvenendo, schiaccerà noi e
il nostro pensiero”.
Banca Generali ha fatto una sorta di pulizia di
primavera per ospitare questa mostra, ha gettato
l’inessenziale e si è affidata a questa proiezione
verso il futuro. Per farlo, la Banca ha addirittura
sviluppato una app per smartphone e tablet, “BG
Events”, per rendere l’esperienza dei visitatori
ancora più unica. Grazie a “BG Events”, infatti,
l’utente potrà farsi guidare nella fruizione delle
opere direttamente dall’artista tramite contenuti
video esclusivi che ne descrivono emozioni,
genesi e dinamiche creative.
Che salto dalla televisione! Che moltiplicazione
della capacità comunicativa, grazie alla
tecnologia. “Io che ho cominciato negli anni
60 - riprende Plessi - quando la televisione
era ancora in bianco e nero. La televisione
viene utilizzata come un elettrodomestico da
cucina, ma è una delle più grandi invenzioni del
nostro tempo. Io non la guardo perché ho orrore
di vedere ciò che trasmette, mentre invece,
potenzialmente, questo è uno strumento magico.
Incredibile. Per me ha un significato particolare
perché io sono per l’arte che comunica.
Guai se un quadro di Giotto o di Picasso non
comunicano, vuol dire che sono intrappolate in
una sfera estetica che non ha più valore per noi”.
Secondo l’amministratore delegato di Banca
Generali, Piermario Motta, “innovazione e
31
tecnologia sono come paradigmi da cui partire
per esplorare nuovi confini dell’espressività
artistica, sono metafora della nostra dedizione
alla ricerca nelle nuove frontiere dei servizi
digitali”. Dunque, la mostra in S. Alessandro è
una sorta di inno alla capacità di precorrere i
tempi.
“Io sono stato uno dei primi artisti in Europa
– continua Plessi - che negli anni 60 hanno
pensato che la televisione potesse diventare arte.
Adesso è facile dirlo. In una delle mie Biennali,
i televisori, che erano tutti Brionvega, sono
stati tenuti fuori due giorni nei giardini, perché
secondo il curatore non erano materiale artistico.
Oggi, a qualsiasi Biennale che tu vai, metà delle
opere sono fotografie, o video o proiezioni”.
Di nuovo, Plessi-Carradine-Kill Bill torna
a predicare cautela. Torna a sottolineare il
significato sociale, culturale, storico, del
rapporto tra arte e tecnologia. Il passaggio per
cui, anche nel sostegno a mostre come Digital
Wall, una banca può concretizzare le proprie
ambizioni di responsabilità sociale.
“La tecnologia – ricomincia il maestro - è alla
base della comunicazione. Ma più avanzano i
prodotti tecnologici, più diminuisce la creatività.
Attenzione, dunque, all’uso scorretto delle
tecnologie, sennò cadiamo nello stesso equivoco
precedente. Io avevo una cattedra a Colonia:
Umanizzazione delle tecnologie. Ebbene, se non
abbiamo un’umanizzazione, cioè un background
culturale per dominarle, noi saremo schiavi e
schiacciati come lo siamo del telefonino e di
tutte le altre tecnologie”.
La mostra in casa di Banca Generali è una
svolta per il maestro reggiano (ma veneziano
d’adozione), perché per la prima volta trasferisce
le sue creazioni in verticale sui muri. Le pareti
storia/I I
diventano grandi schermi.
“Del resto – replica - tutto si evolve e tutto si
modifica. Io ho i capelli bianchi, una volta li
avevo così neri che mi chiamavano Cherokee:
io accetto biologicamente questo cambiamento.
Noi dobbiamo accettare che questi televisori
fra dieci anni, o forse anche cinque, saranno
desueti. Li cambieremo, però il modello non
sarà lo stesso. E attenzione. Io sono passato
dal tubo catodico al digitale. Ebbene, continuo
a pensare che se noi avessimo qui tre tubi
catodici, l’immagine sarebbe dieci volte più
splendente. Meno bella, meno illustrativa, meno
affascinante, ma più vera”.
Come dire, qualcosa si guadagna, ma qualcosa
si perde. È rimasta la nostalgia dell’artista, per
quegli anni di sperimentazione formidabile.
“Il tubo catodico aveva una particolarità.
Era leggermente bombé (bombato), per cui
era femminile, in un certo senso. E i francesi
dicono ‘la’ video. Allora, io che faccio flussi
d’acqua, superfici in movimento acquatiche, lo
schermo curvo mi aiutava, come percezione, a
far diventare tutto più plastico. Oggi qui è tutto
infinitamente più dettagliato, però infinitamente
più povero di plasticità. Perciò, fra cinque anni
ci sarà qualcosa che aggiunge e qualcosa che
toglie”.
32
I suoi lunghi capelli bianchi aiutano a
immaginare Plessi come un visionario, un uomo,
come dice lui, con “uno sguardo al passato,
ma capace di vedere il futuro”. E sembra
pienamente nel ruolo. Al centro della riflessione,
e del futuro, resta, comunque, la televisione.
“Tutto il mio lavoro storico di quarant’anni –
conclude - in fondo, ha avuto a che fare con il
televisore (ne avevo 500 di televisori). Ma ho
sempre pensato che sarebbe cambiato. Come
oggi penso che è ridicolo che abbiamo uno
schermo televisivo. Fra qualche anno potrà
essere un cartoccio. Questo bicchiere sarà la
televisione. Tutto sarà tridimensionale. E tutto
sarà barocco. Perché è la televisione, altro che
Bernini e Borromini, sarà sempre il massimo del
barocco”.
capitolo 4
INTRODUZIONE
ArtistInPrimaFila
N
el marzo del 2015 è stato lanciato il bando per la selezione
di progetti cinematografici con la partecipazione produttiva
di Banca Generali s.p.a. attraverso il tax credit esterno. Si
tratta di ArtistInPrimaFila, progetto per incentivare gli investimenti
nella produzione del cinema italiano.
Il bando è scaduto il 10 aprile 2015 (è stato poi riaperto tra
ottobre e novembre per allocare una parte di fondi). Ha previsto
lo stanziamento di 2.500.000,00 euro a incentivo di progetti
cinematografici italiani da parte d’investitori esterni alla filiera
cinematografica, attraverso gli strumenti di finanziamento del
cosiddetto “tax credit esterno” (il tax credit o credito d’imposta
esterno prevede la possibilità per investitori esterni al settore
cinematografico di compensare i debiti fiscali con il credito maturato
a seguito di un investimento effettuato nel settore cinematografico).
Il progetto è stato realizzato grazie a un protocollo d’intesa fra
NuovoImaie e Banca Generali s.p.a., con la partecipazione della
banca stessa a progetti cinematografici italiani selezionati da
Nuovoimaie attraverso una propria commissione. L’obiettivo finale
del progetto è stato quello di tutelare gli iscritti al Nuovoimaie
con la creazione di nuovi posti di lavoro, grazie all’investimento in
progetti cinematografici da realizzarsi da produttori italiani entro il
2015. I progetti dovevano prevedere la partecipazione esclusiva di
artisti iscritti all’Istituto, da retribuire con compensi ben precisi e
con modalità di pagamento, stabiliti nel bando. Le opere, inoltre,
dovevano essere realizzate sul territorio italiano, salvo deroghe da
valutare ad hoc, dovevano possedere adeguate garanzie di effettiva
realizzazione e di effettiva distribuzione cinematografica.
33
storia/I
Banche a Cinecittà, febbre da tax credit
D
al primo Oscar vinto nel 1949 con
“Sciuscià” di Vittorio De Sica che bissa
l’anno successivo con “Ladri di biciclette”.
Percorrendo il filo del Neorealismo italiano che,
solo per citare i premi ricevuti a Hollywood,
ha regalato capolavori quali “La strada” di
Federico Fellini. Fino ad arrivare ai film di
un’altra generazione: “Nuovo cinema paradiso” di
Giuseppe Tornatore; “Mediterraneo” di Gabriele
Salvatores; “La vita è bella” di Roberto Benigni.
Il cinema italiano è un’arte che ha fatto sognare. E
continua a farlo. Ma, oltre a essere un’arte, è anche
un’industria che ha risentito come le altre di crisi,
delocalizzazione e calo degli investimenti. Secondo
i dati elaborati dal ministero per i Beni culturali,
nel 2013 gli investimenti sono calati del 27% a
358 milioni di euro.
34
Quest’anno, la rotta si potrebbe invertire.
Nelle produzioni cinematografiche stanno
entrando “strani finanziatori”, uomini in
giacca e cravatta che raramente si erano
visti nell’ambiente. Sono i banchieri. I
quali, sicuramente amanti del cinema, e
probabilmente convinti dal “Tax credit”,
meccanismo che permette compensare debiti
fiscali con il credito maturato grazie a un
investimento nel settore, stanno dando il loro
contributo per risollevare le sorti di Cinecittà.
Così, è nato “ArtistInPrimaFila”, progetto di
Banca Generali e del Nuovo Imaie (Nuovo
Istituto Mutualistico per Artisti Interpreti
o Esecutori) che conta 7.100 iscritti, di cui
4.300 attori. Tra questi, soltanto per citare
alcuni nomi noti, Luca Zingaretti, Roberto
storia/I
Benigni, Sofia Loren, Beppe Fiorello, Gigi
Proietti, Claudia Gerini, Margherita Buy, Ennio
Morricone, Nicola Piovani.
L’istituto bancario contribuirà con 2,5 milioni di
euro che finanzieranno la realizzazione di film
italiani, girati in territorio italiano e interpretati
da attori e attrici rappresentati dal Nuovo Imaie.
La partnership è nata a margine della Mostra
di Venezia, dove l’amministratore delegato di
Banca Generali Piermario Motta ha incontrato
i vertici del Nuovo Imaie. “Parlando di cultura,
credo che siamo tutti d’accordo nel dire che
è più bello finanziare un film che, ad esempio,
una infrastruttura di cemento - ha detto il
direttore finanziario della banca Stefano Grassi
-. Il cinema italiano è già dinamico e produttivo,
ma ha bisogno di nuovi investitori che credano
nelle sue potenzialità”.
La banca finanzierà i film, ma non deciderà
quali. Il bando per selezionare i progetti si è
chiuso il 10 aprile e la partecipazione è stata
sorprendente. “Hanno partecipato 64 progetti,
pensavamo che rispondessero in una trentina,
invece sono più del doppio – dice il presidente
del NuovoImaie Andrea Micciché -. In questi
giorni, tra artisti produttori, tecnici, ci sono più
di un centinaio di cuori che battono nell’attesa
di sapere se hanno vinto”.
Un gruppo di lettori professionisti ha appena
finito di leggere le sceneggiature. Ora, tecnici
qualificati valuteranno la fattibilità produttiva
e il potenziale commerciale. La commissione
preposta alla selezione delle opere che si
aggiudicheranno il bando è costituita da tecnici
esterni come Guido De Laurentiis e Franco
Montini, e da tre attori nominati dagli Organi
Collegiali dell’Istituto. A fine maggio, l’incontro
tra Banca Generali e i soggetti finanziati, con il
tramite dell’istituto.
35
Banca Generali ha già finanziato un film di
Silvio Muccino, Le leggi del desiderio, ma con
“ArtistInPrimaFila” partecipa a un progetto
strutturato proseguendo nel proprio impegno in
favore della cultura. Il sostegno al mondo del
cinema rappresenta una novità per l’istituto
leader nella consulenza finanziaria che da anni
coniuga l’impegno nel risparmio alla sensibilità
sociale e alla valorizzazione dei talenti presenti
sul territorio. “Da tempo c’è la tendenza, anche
da parte dei registi italiani, di andare a produrre
all’estero – fa sapere la banca -. Teniamo a
valorizzare la cultura in diversi campi. Uno di
questi è il cinema”.
Cinema che è per tutti, è un qualcosa che
appartiene a tutti gli italiani e che forse meglio
di ogni altra arte può contribuire ad aumentare
la reputazione e l’immagine. Non a caso,
diverse banche stanno investendo. E a Cinecittà
nascono sinergie inedite.
storia/I I
Il cinema italiano al tempo delle crisi
A
lla periferia di Trieste, nel rione
di Ponziana in una via che sia il sole
sia il Comune hanno abbandonato, c’è
una palazzina abitata da stranieri. Tra questi ci
sono i Kumar, una famiglia indiana arrivata in
Italia per cercare fortuna. Nel cadente palazzo,
oltre ai Kumar, ci sono bosniaci, albanesi,
cinesi e un italiano poco tollerante. Non è la
realtà, ma qualcosa di molto simile al reale. Si
tratta della trama di un film, “Babylon Sisters”,
in realizzazione in questi giorni grazie al
contributo di Banca Generali. Diretto da Gigi
Roccati, il film introduce la realtà quotidiana
dell’universo multietnico e delle dinamiche che
si creano all’interno di una famiglia straniera
che si adatta a una nuova vita, nuova lingua,
nuova cultura, nuovi lavori, nuove relazioni.
36
La storia è ispirata al libro “Amiche per la
pelle” della scrittrice indiana, ma triestina di
adozione, Laila Wadia.
Oltre a “Babylon Sisters”, sono altri quattro
i film che hanno vinto il bando di gara del
progetto “ArtistInPrimaFila” promosso del
Nuovo Imaie (Nuovo Istituto Mutualistico
per Artisti Interpreti o Esecutori) con il
sostegno, appunto, di Banca Generali, che
grazie al meccanismo del tax credit ha messo a
disposizione due milioni e mezzo di euro. Tutti
film italiani, girati in territorio italiano, perché
scopo del progetto è quello di incentivare
la produzione del cinema italiano. Film che
parlano di crisi: economica, occupazionale,
coniugale, esistenziale.
“Beate”, opera prima di Samad
Zarmandili, racconta una storia di
ordinaria delocalizzazione. La fabbrica
“Veronica” produce e vende con successo
biancheria intima per signore, ma i proprietari
vogliono spostare l’attività in Serbia, lasciando
le operaie senza lavoro. Nel vicino convento del
Manto Santo, le suore devote alla Beata Armida
rischiano di essere trasferite perché sull’area
dove sorge il convento un politico senza
scrupoli vuole far nascere un resort di lusso.
Operaie e suore intraprendono una singolare
collaborazione: una produzione artigianale e
clandestina di lingerie.
storia/I I
Una trama a sfondo “crisi economica” anche per
“Felici di essere vivi” di Leone Pompucci. Gino
è un operaio cinquantenne e padre di famiglia
che viene licenziato il giorno dopo le ferie da
Sergio, rampante capo del personale nonché suo
vicino di casa. Il giorno dopo finge di andare
a lavorare e continua così finché arriva Natale
e, ridotto a fare Babbo Natale in un centro
commerciale, si ritrova a farsi una foto mano
nella mano della figlia che non lo riconosce.
Decide di farla finita buttandosi dalla terrazza
condominiale, ma quando arriva lì trova un
altro Babbo Natale che si sta buttando giù. È
Sergio, licenziato anche lui. Inizia qui una serie
di peripezie che porteranno i due protagonisti a
riappropriarsi della propria dignità.
In “Piccoli crimini coniugali” (che ha come
protagonisti Sergio Castellitto e Margherita Buy)
di Alessandro Infascelli, si entra nel privato e
nel coniugale. Gilles, uno sregolato scrittore
di romanzi gialli, è vittima di un incidente che
gli provoca una totale amnesia. A questo punto
inizia un percorso alla ricerca della memoria
che lo porta a porre alla moglie Lisa alcune
domande “scomode” che riveleranno un’altra
verità rispetto a quella che sembrava.
Una storia di crisi personale, con scambi di
persona e amori impossibili, è alla base di
“Sono belle le mimose” di Aurelio Grimaldi.
Il film è ambientato negli anni Cinquanta: una
donna, sola e dalla vita monotona, riscopre i
sentimenti grazie a un equivoco causato da una
giovane sposa adultera che ha usato il suo nome.
Insomma, il bando “ArtistInPrimaFila” del
Nuovo Imaie non salverà forse il cinema
italiano. Ma ha consentito di prender vita a
cinque storie occasione di riflessione sull’attuale
realtà dell’Italia.
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