Progetto di Sostenibilità 2015 di Banca Generali
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Progetto di Sostenibilità 2015 di Banca Generali
Banca Generali, i progetti di sostenibilità 2015 sommario capitolo 1 capitolo 2 capitolo 3 capitolo 4 Le Giornate Fai di primavera 3 Verso Nord, col naso all’insù 4 #Pics for Fai La bellezza in un #hashtag 8 Un campione per amico 2015 11 Una conferenza quasi per sport 12 #CampionePerAmico Roma 13 aprile 2015 15 La parola ai campioni 18 Uno, dieci, 200mila Campione Per Amico 20 #CampionePerAmico Asti 21 maggio 2015 22 Digital Wall 26 Oltre l’Arte. In banca 27 Il maestro dell’arte … in uno schermo Tv 30 ArtistInPrimaFila 33 Banche a Cinecittà, febbre da tax credi 34 Il cinema italiano al tempo delle crisi 36 Editing ETicaNews Srl Via Sirtori 4 20129 Milano Tel. + 3902-36740765 [email protected] www.eticanews.it Progetto grafico e impaginazione di Mai Esteve 1 I l 2015 è stato un anno straordinario per Banca Generali: grazie al lavoro dei nostri professionisti e alla fiducia dei clienti abbiamo raggiunto nuovi record in termini di raccolta netta, masse in gestione e utile generato, superando ampiamente gli obiettivi fissati a inizio anno. Questi risultati ci consentono di guardare con ottimismo al futuro e consolidare la nostra posizione di riferimento nel panorama del private banking in Italia al fianco delle famiglie. Il nostro obiettivo di sviluppare un modello di business orientato all’eccellenza e solido nel lungo periodo non può però prescindere da politiche dedicate alla valorizzazione della comunità all’interno della quale operiamo. La consapevolezza dell’importanza del nostro ruolo nella società è cresciuta nel tempo come dimostra l’intensificarsi delle iniziative sociali sviluppate da Banca Generali. Per questo motivo abbiamo deciso di dar seguito alla partnership iniziata nel 2014 con il FAI – Fondo Ambiente Italiano – per sostenere l’eccellenza della cultura e dell’arte in Italia in occasione delle Giornate FAI di Primavera che hanno aperto le porte di 780 monumenti a più di 650.000 italiani. Il nostro impegno in favore della comunità è proseguito poi con l’organizzazione per il sesto anno consecutivo di “Banca Generali – Un Campione per Amico” che anche nel 2015 ha regalato a 10.000 bimbi delle scuole elementari e medie la possibilità di giocare e divertirsi in una giornata di sport al fianco di quattro grandi leggende dello sport italiano come Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Jury Chechi e Ciccio Graziani. Consci dell’importanza del sostegno privato all’arte e alla cultura, non abbiamo voluto ignorare una delle grandi eccellenze del nostro paese: il cinema. In questo senso si spiega la partnership con il Nuovo Imaie nel progetto #Artistiinprimafila con lo scopo di tutelare e valorizzare le grandi produzioni italiane. Nel corso del 2015 abbiamo inoltre avuto l’onore di ospitare presso la nostra sede di Piazza Sant’Alessandro a Milano le opere di un artista di fama mondiale come Fabrizio Plessi, il fondatore della digital art che ha impreziosito i nostri spazi con installazioni inedite e suggestive, regalando a tutti gli appassionati la possibilità di visitare gratuitamente una mostra di grande prestigio e fascino. In questo booklet, realizzato con la preziosa collaborazione di ETicaNews, vogliamo raccontarvi tutte queste iniziative attraverso una chiave di lettura particolare: lo storytelling. Buona lettura. Piermario Motta Amministratore Delegato 2 capitolo 1 INTRODUZIONE Le Giornate Fai di primavera P er il secondo anno consecutivo, Banca Generali accompagna il Fondo Ambiente Italiano nella 23a edizione delle Giornate FAI di Primavera, il tradizionale appuntamento che ogni anno avvicina milioni di cittadini alle bellezze del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese. Sabato 21 e domenica 22 marzo 2015, oltre 750 tra i più bei monumenti, palazzi, chiese, castelli e parchi sparsi su tutto il territorio nazionale e solitamente inaccessibili al pubblico apriranno le loro porte per due intense giornate da vivere all’insegna della cultura e della salvaguardia dei capolavori dell’architettura italiana. Scopri tutte le aperture delle Giornate FAI di Primavera 2015 e aiuta il FAI a prendersi cura delle nostre meraviglie nazionali! Quest’anno, inoltre, Banca Generali ha lanciato l’iniziativa #Pics4FAI: chiunque abbia visitato i beni FAI nel corso delle Giornate di Primavera ha potuto condividere le proprie foto sui social network Facebook, Twitter e Instagram. Ecco alcune delle immagini più suggestive condivise con l’hashtag #Pics4FAI sulle pagine di Facebook, Twitter e Instagram 3 storia/I Verso Nord, col naso all’insù «H o cominciato dal basso. E sono arrivato in alto. Sempre col naso all’insù. Insomma, con gli occhi spalancati. Ragazzi, non l’avrei mai detto: ho visto cose che noi italiani…non ricordiamo più. O non abbiamo mai saputo. Se no non si spiega». «Che cosa non si spiega? E cos’è che hai visto? Dove, quando? Dai, diccelo…». Gli amici lo guardano un po’ stupiti. Così non si ricordano di averlo mai visto. Mirko Palo è un ragazzo di poco più di trent’anni, un lavoro non precario ma neanche stabile, di quelli di oggi. Stasera sta raccontando ai suoi amici, quelli di sempre, di essersi davvero sentito Marco Polo (l’assonanza, del resto, è talmente evidente che gliel’hanno fatta notare, e pesare, fin dalle elementari), ma nel suo Paese. L’Italia. Perché forse per la prima volta l’ha guardata bene. E ha capito la sua vera ricchezza: la bellezza. Che ci hanno tramandato secoli, millenni di storia. Di uomini e donne che l’hanno prima costruita e poi custodita. Gelosamente. Quello che non gli va giù è che gli italiani troppo spesso pensino e parlino male dell’Italia. È questo che non si spiega, se l’Italia è quella che ha visto lui. L’occasione è stata quella delle Giornate FAI di Primavera 2015, in cui il Fondo Ambiente Italiano, il 21 e 22 marzo, ha aperto al pubblico le porte di luoghi splendidi, alcuni normalmente non accessibili: chiese, ville, borghi, palazzi, aree archeologiche, castelli, giardini, archivi. Quasi 800, in tutt’Italia. In 340 località. Da Nord a 4 Sud. O, meglio, da Sud a Nord, cioè nel verso in cui Mirko in quei due giorni ha percorso l’Italia. All’insù. C’era di mezzo una donna (ma guarda un po’…), la compagna che presto – forse – sarà sua moglie, Margherita. Che l’ha convinto a fare questo viaggio come non avrebbe mai immaginato di farlo. È andata così: l’ultimo giorno d’inverno erano volati al battesimo della figlia di cari amici a Brienza, vicino Potenza. La cerimonia, il rinfresco, chiacchiere e sorrisi in allegria. Li aveva colpiti la Chiesa Madre di Brienza, dove la bimba era stata battezzata: dedicata all’Assunta, risalente all’XI secolo, era stata riaperta da non molto dopo una chiusura lunga oltre trent’anni. Poi si erano presi la mattina presto del giorno dopo, il sabato primo giorno di primavera, per visitare il borgo medioevale di Brienza, uno dei più belli d’Italia: stradine come budelli, case abbarbicate su una roccia scoscesa, che agli occhi di chi viene da una grande città aprono un mondo nuovo, anche interiore. Infine il Castello dei Caracciolo, antica fortezza, dal nome della famiglia che ne ebbe il possesso dal XV secolo a metà ‘800. Qui, l’incontro decisivo. «C’erano dei ragazzini delle medie, con degli opuscoli, che del castello ci hanno detto e fatto vedere tutto: il museo della tortura, quello della civiltà contadina. E poi questa storia che tramandano come una leggenda, chissà: di una donna, Bianca da Brienza, del 1300, bellissima eh?! Che amava sfoggiare ori, monili, pietre storia/I preziose. Si dice siano ancora in una stanza segreta del castello. Solo che lei fu rapita, dai pirati, e finì ad Algeri, alla corte di un pascià che se ne innamorò, e non torno più. Quello che mi ha colpito, vi assicuro, è stata la gioia e la freschezza con cui questi ragazzi raccontavano: sembrava che ci vivessero dentro, al castello, e che Bianca l’avessero conosciuta davvero. Alla fine, eravamo io e Margherita ma s’erano aggiunte parecchie altre persone, gli abbiamo fatto un grande applauso, una piccola mancia e qualche foto sul cellulare che hanno subito messo su Facebook, nella pagina dove raccontavano questo loro lavoro come guide: si chiamavano Apprendisti Ciceroni e ci hanno detto che quello era il week-end delle Giornate FAI di Primavera e che tantissimi altri ragazzi in tutt’Italia stavano facendo come loro, che si erano preparati da settimane a scuola e coi Delegati FAI per fare le guide. Ti assicuro, un’emozione così…se poi penso che magari capita anche a me prima o poi…». E qui gli amici giù a ridere, con affetto, perché sanno che Mirko e Margherita ci stanno pensando ad avere una piccola potenziale “guida turistica” in casa, diciamo pure in fasce. È per “colpa” di quei ragazzi entusiasti al castello che quel sabato hanno preso una decisione: tornare a Milano in macchina, non in aereo. E fare altre visite lungo il viaggio. A ciò che non hanno mai visto e che in quei giorni, invece, possono vedere. Noleggiano un’auto e partono. Bisogna decidere per dove. Margherita naviga sullo smartphone, ha trovato l’app delle Giornate FAI di Primavera, 5 mentre Mirko guida. Le arriva un tweet da altri amici di Caserta, che hanno visto la foto postata dal Castello di Caracciolo. Dicono che lì vicino – non la Reggia, vabbè quella l’hanno già vista - sempre per le Giornate FAI c’è una splendida oasi che va vista, assolutamente: c’è un amico dell’Associazione Racconti di Terra che gliela mostrerebbe. Ok, si va a Caserta. Arrivano e vanno a fare pranzo all’oasi. È all’interno del Parco di San Bartolomeo, che si estende per 40mila metri quadri alle pendici di Caiazzo, antica colonia romana. «Un paradiso terrestre, non so come altro definirla! Suoni, colori, giardini, da restare a bocc’aperta: fiori di ogni genere e piante rare, poi ulivi, gelsi, eucalipti, oleandri. Ma anche animali esotici, marabù, fenicotteri. C’è una casa delle farfalle dove ti fanno vedere e ti spiegano tutto sulle farfalle. Una meraviglia, guarda, come se le avessi davanti ora, potrei dipingerle…se sapessi dipingere». E giù a ridere ancora, gli amici. Che però lo ascoltano. Quasi rapiti da ciò che vedono attraverso le sue parole. Più d’uno sicuramente sta pensando: «Quasi quasi ci vado anch’io, in questi posti, al primo week-end che posso prendermi…». Nel bel mezzo dell’oasi irrompe la tecnologia. Margherita esulta: un’email le dice che un bed&breakfast di Ferentino ha la stanza che lei aveva chiesto. Ma dov’è Ferentino e perché ci si dovrebbe andare? A Ferentino (Frosinone) ci sono le Carceri di Sant’Ambrogio, ecco cos’ha attirato l’attenzione di Margherita (da buona milanese…). Sono un storia/I quadriportico, un portico che corre su quattro lati, e fanno parte dell’Acropoli di Ferentino, che è fra le città ciociare col maggior numero di monumenti romani, a cominciare dalla lunga e poderosa cerchia muraria poligonale. Ai tempi delle persecuzioni dei cristiani, si narra che il giovane soldato Ambrogio lì fu incarcerato, solo perché aveva abbracciato la fede cristiana: da qui il nome. Oggi le Carceri sono consacrate ai caduti dell’ultima guerra mondiale. Margherita quando è dentro fa mille paragoni con la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano. E chiacchiera con due Apprendisti Ciceroni, che trovano anche lì. «Vedessi: preparatissimi! Io li assumerei subito, se avessero l’età, ovvio. Del resto, con tanta bellezza che hanno lì, non è difficile appassionarsi». Il bed&breakfast è carino, gentile la signora. Cena al ristorante proprio sotto la camera: «Come fossimo in tre: io, Margy e la app. Tutta la cena a guardarci dentro, poi anche su quando andiamo a dormire. Mi fa: “Per domani ho pensato a tutto, c’è solo da alzarsi un po’ presto…ti va?”. Come se avessi potuto dirle di no…». La sveglia domenica è all’alba: «Però ne è valsa la pena: altra giornata di scoperte, ragazzi. E la Margy quando s’appassiona ci prende, eccome!». La prima tappa della domenica è Atri, vicino Teramo ma più verso il mare. Margherita ha scoperto che in quei giorni si può visitare, per la prima volta, l’antica filanda “Fioranelli”, così chiamata dal nome degli ultimi proprietari. L’impianto è rimasto chiuso al pubblico per più di sessant’anni. Ha riaperto in quest’occasione, grazie anche al lavoro di tanti volontari. 6 «”Non potevamo mica perdercela, no?”, m’ha detto in macchina quando eravamo quasi lì». L’antica filanda è considerata un vero e proprio gioiello di archeologia industriale. Si trova nelle immediate vicinanze di Porta Macelli, una delle antiche porte di ingresso alla città medioevale. Quegli impianti tessili hanno una tradizione antichissima, che si può ricollegare addirittura all’antica pratica della transumanza, particolarmente viva nella zona di Atri. Alla fine la filanda è stata uno dei luoghi più visitati di Atri durante le Giornate FAI, tanto che ne hanno parlato al Tg1. Il pranzo è presto e veloce. Pronti per l’ultima tappa: Cesena. Margherita non dimentica, come il FAI del resto, che quest’anno cade il centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale. A Cesena è aperta la casa natale di Renato Serra, illustre letterato cesenate (è suo uno dei capolavori della letteratura italiana del Novecento, “Esame di coscienza di un letterato”). Cadde il 20 luglio 1915 a soli trentun’anni, l’età di Mirko, combattendo a Pogdora (Gorizia), durante la seconda battaglia sull’Isonzo. Son cose da libri di storia, che però quella casa rende vive, attuali, restituendo la dimensione della tragedia, anche. La casa in effetti colpisce, non per niente dal 2008 è museo e luogo dedicato alla memoria di Serra. Gli occhi di Margherita sono un po’ umidi a vedere foto e oggetti di un uomo che come milioni di uomini è stato portato via dalla guerra, giovane. Anche quelli di Marco lo sono, mentre escono. È ormai pomeriggio tardi, c’è un po’ di stanchezza. Ci si rimette in macchina, poi una cena in autostrada, il pensiero è a casa e al storia/I lavoro che riprende il giorno dopo. Ma anche alle emozioni di due giorni indimenticabili. «Ce ne sarà da raccontare, quando…»: un po’ soprapensiero, Mirko alla fine se lo lascia scappare davanti agli amici, al termine del suo racconto, che presto qualcun altro arriverà in famiglia. L’ultimo brindisi della serata, silenzioso, è allora per quando Mirko e Margherita saranno…in tre. E avranno ancora più voglia, come han fatto in quei meravigliosi due giorni, di vedere l’Italia, in tutta la sua bellezza. Specie quella che spesso resta nell’angolo buio del nostro sguardo. Invece ha tanta luce, dentro, da trasmetterci. Con Renzo Piano per le “Periferie” Sempre nell’ambito dell’impegno per il territorio, Banca Generali si è affiancata a Renzo Piano a sostegno del progetto di cultura e sensibilità sociale “Periferie”. L’obiettivo dell’architetto genovese, nominato senatore a vita nell’agosto 2013, è quello di riqualificare le periferie urbane d’Italia. Per portare avanti il progetto, sostenuto dall’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Piano si avvarrà anche del contributo di sei giovani talenti che si sono distinti nella professione di architetto. L’archistar ha devoluto il suo stipendio da senatore a vita per “mettere a bottega sei giovani architetti” nel gruppo G124. Questi si sono occupati, nell’ultimo anno, di rendere più vivibili lembi di città a Roma, Torino e Catania. E questo è soltanto l’inizio dell’attività del gruppo coordinato da Piano. “Le periferie – ha commentato Piano - rappresentano la bellezza dell’Italia che ancora non c’è. Bisogna completare le ex aree abbandonate dalle fabbriche, dalle ferrovie e dalle caserme, sanando le ferite aperte e fertilizzandole con strutture pubbliche, mettendo uno stop alla crescita a macchia d’olio delle città. Bisogna costruire sul costruito anche perché allargare ancora la superficie dei centri urbani costerebbe troppo, e l’Italia non può permetterselo”. 7 storia/I I #Pics for Fai La bellezza in un #hashtag M i presento: mi chiamo #Pics4FAI e sono un hashtag. Vale a dire un giramondo. Per la precisione, il mondo che giro è quello virtuale, del web e dei social network in particolare: Facebook, Twitter, Instagram, quelle cose lì insomma. Ma a pensarci bene non è più tanto virtuale, perché è sempre più parte del nostro mondo reale, offline o come volete chiamarlo, che ogni giorno trasferiamo e raccontiamo sul web perché ci piace farlo, ci piace condividerlo con gli altri, ci fa sentire che siamo vicini anche a chi è molto lontano. Non avete mai sentito parlare di hashtag? Beh, ci può stare, in fin dei conti sono abbastanza giovane (come specie, intendo, cioè “noi” hashtag in generale) e non è che tutti mi conoscano. Se volete saperne di più del sottoscritto, vi suggerisco di andare a vedere la definizione che di me dà Wikipedia, quella grande enciclopedia sul web dove vanno ormai un po’ tutti a cercare quando c’è qualcosa che non conoscono. Per agevolarvi l’ho fatto io. Ecco quello che si dice di me: sono un tipo di tag utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette; sono formato da singole parole o combinazioni di parole concatenate, che vengono inserite nei commenti pubblicati sui social network precedute dal simbolo “#”(cancelletto); derivo dall’unione dei termini inglesi “hash” (cancelletto, appunto) e “tag” (etichetta); ultima cosa che occorre sapere è che la mia popolarità è legata soprattutto a Twitter, dove da anni sono stato individuato come uno strumento molto efficace, oltre che semplice, 8 per indicizzare i contenuti, insomma per permettere a chi cerca qualcosa che gli interessa di trovarlo facilmente e in fretta. Ci conosciamo un po’ meglio, ora? Bene. E allora volevo raccontarvi una storia che mi è capitata questa primavera. In Italia. Non quella virtuale, ma proprio quella reale, insomma il Belpaese. In Italia in primavera da più di vent’anni si organizza una manifestazione chiamata Giornate FAI di Primavera. Bellissima! La organizza il Fondo Ambiente Italiano. In pratica vuol dire che alcuni, anzi, molti fra i luoghi più belli del Paese vengono aperti al pubblico, che li può visitare per godere della loro bellezza: castelli e ville, giardini e musei, aree archeologiche, borghi, palazzi e dimore storiche. Quest’anno, in cui ricorreva la XXIII edizione, sono stati aperti più di 780 luoghi in oltre 340 località, che hanno attirato oltre 650mila visitatori. La bellezza salverà il mondo? Beh, guardate, a vedere quante gente è attratta da un’iniziativa come questa, vi dico che secondo me il buon vecchio principe Miškin ne “L’idiota” di Dostoevskij aveva proprio ragione! Quest’anno, però, c’era anche qualcosa in più. Insieme a Banca Generali, che per il secondo anno consecutivo ha sostenuto e accompagnato l’iniziativa per contribuire ad avvicinare milioni di italiani all’inestimabile patrimonio storico, artistico e culturale del nostro Paese, è stato organizzato un contest. Una gara, un concorso, insomma. Perché si voleva fare in modo che i visitatori della Giornate FAI di Primavera avessero la possibilità di essere ancora più storia/I I coinvolti in quello che facevano e che fossero ancora più protagonisti. Che potessero diventare una sorta di ambasciatori della bellezza, di quella bellezza che avevano sotto gli occhi. Ed ecco che entro in campo io! Eh sì, perché il contest è stato organizzato sui social network: quello che si chiedeva ai visitatori, cioè la call to action, era di condividere e commentare attraverso Facebook, Twitter e Instagram le immagini dei luoghi che stavano visitando. Bastava scattare una foto, con lo smartphone o il tablet, e condividerla, fare “sharing” come va più di moda dire oggi. Come si faceva a riconoscere gli scatti che venivano condivisi sui social network proprio per partecipare al contest? Perché dovevo accompagnarli io, #Pics4FAI, che ero l’hashtag ufficiale del contest! Per cui chi voleva partecipare al contest doveva taggare il suo scatto inserendo me, #Pics4FAI. Che onore e che responsabilità, ragazzi, non capita mica tutti i giorni. È vero, a volte negli scatti e nei commenti che venivano postati sui social network mi accompagnavano altri amici hashtag, come ad esempio #giornateFAI o #BG4FAI, ma alla fine se posso dirlo senza presunzione (beh, magari un pochino sì, dai) il protagonista ero io, #Pics4FAI! C’era un bel premio in palio, in questo concorso, per gli scatti che ricevevano più preferenze sui social network, che vuol dire un “like” su Facebook o Instagram, un “favorite” su Twitter. I vincitori, infatti, avrebbero avuto la possibilità di essere scelti per la nuova campagna pubblicitaria di Banca Generali per il FAI. Sai i complimenti, per non dire l’invidia, degli amici? E poi, vai a sapere, se uno vince un concorso del genere, magari c’è qualcun altro che lo nota e gli chiede di collaborare a qualche progetto, insomma può 9 bastare niente a volte e da fotoreporter per hobby diventi fotoreporter sul serio. Il concorso è durato un bel po’, per cui ho avuto tempo per diventare famoso anch’io, perbacco! È stato presentato durante la conferenza stampa di lancio che si è tenuta a Palazzo Chigi l’11 marzo. Il momento clou sono state le due giornate di sabato 21 e domenica 22 marzo. Ma c’è stato tempo anche il fine settimana successivo, il 28 e 29 marzo, le date in cui le Giornate FAI di Primavera sono arrivate a Napoli, perché in quella splendida città la settimana precedente c’era stata la visita di Papa Francesco e dunque si era pensato di posticipare l’iniziativa di una settimana. storia/I I Il contest è stato un successo e io son subito diventato virale. Che non è una malattia ma significa che mi sono infilato fra le maglie del web e scatto dopo scatto, post dopo post, tweet dopo tweet, sono arrivato a un sacco di gente. Non solo ragazzini dal pollice svelto sui loro smartphone, si badi bene: qui c’erano famiglie intere che fra di loro si divertivano a fare a gara a chi mandava più foto, a chi taggava o twittava più in fretta; c’erano i volontari del FAI che almeno una foto di gruppo la volevano mandare; e poi tutti quelli che si facevano un selfie davanti ai monumenti. Alla fine in quelle settimane era tutto un fare sharing e postare e taggare e twittare, un viavai continuo tra Twitter, Facebook e Instagram, con tanti account social (soprattutto su Twitter) dei Gruppi FAI sparsi un po’ ovunque sul territorio italiano a lanciare e rilanciare hashtag, insieme all’account Twitter dedicato che aveva aperto Banca Generali (@BGperFAI). Poi è arrivata finalmente un po’ di calma, perché sarò solo un hashtag e per giunta virtuale ma mi devo riposare anch’io ogni tanto. Ci si è presi qualche giorno per esaminare tutto il materiale che era stato inviato e, dopo le vacanze di Pasqua, il 14 aprile sono stati annunciati i vincitori, fra quasi 130 scatti che erano andati in votazione. Mi fa molto piacere citarli anche qui, i tre vincitori, perché i loro scatti sono davvero belli. 10 capitolo 2 INTRODUZIONE Un campione per amico 2015 “B anca Generali - Un Campione per Amico” è lo straordinario appuntamento itinerante che ogni anno regala a migliaia di bambini una giornata di sport e divertimento al fianco di quattro leggende dello sport italiano come Adriano Panatta, Jury Chechi, Andrea Lucchetta e Ciccio Graziani. Da sei anni, Banca Generali accompagna i quattro campioni in giro per l’Italia, aiutandoli a diffondere la loro voglia di insegnare a vivere ed amare lo sport regalando esperienze memorabili a migliaia di bambini di diverse città. “Siamo felici di essere in prima linea in un evento che celebra i messaggi chiave dello sport ed ha nella gioia e nell’entusiasmo dei ragazzi un energia pulsante capace di rinnovarne ogni volta i contorni” - dichiara Piermario Motta, Amministratore Delegato di Banca Generali - “come Banca leader nella consulenza al risparmio per le famiglie radicata sul territorio crediamo sia importante esprimere il nostro senso di responsabilità ed impegno sociale, e questa manifestazione sposa appieno i nostro valori regalando emozioni e divertimento ma anche spunti costruttivi alle nuove generazioni”. “Banca Generali – Un Campione per Amico” porta con sé una forte connotazione sociale, proponendosi come luogo d’integrazione in cui lo sport armonizza, unisce e fa sognare tutti i bambini nell’educazione al rispetto delle regole delle diversità. Alle tappe, infatti, partecipano ragazzi senza alcuna distinzione di abilità, grazie al coinvolgimento delle associazioni Onlus presenti sul territorio, selezionate in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico che ha patrocinato l’iniziativa. Al fianco di Banca Generali, ci sono anche quattro società di gestione del risparmio di rilevanza internazionale come Invesco, M&G, Janus Capital e Capital Group a cui va un sentito ringraziamento per la sensibilità con cui hanno sposato il progetto contribuendo alla sua realizzazione 11 storia/I Una conferenza quasi per sport A che età hai iniziato a fare ginnastica artistica? Quanto tempo ci vuole per diventare bravi come te in questo sport? Papà dice che nello sport ci vuole costanza, è vero? Come è nata la tua passione per la pallavolo? Hai mai pensato di non farcela? La domanda la posso fare a quello con i capelli strani? I bambini delle scuole elementari, dopo aver invaso il serioso Circolo Aniene, si sono seduti silenziosi e incuriositi. Ma adesso non stanno più nella pelle. È appena terminata la conferenza stampa e già parte il fuoco di domande ad Adriano Panatta, Jury Chechi, Francesco Graziani e Andrea Lucchetta i quattro sportivi protagonisti di “Banca Generali - Un campione per amico”. Poi i bimbi saltano giù dalle sedie e fanno a gara per ottenere gli autografi sulle loro t-shirt. Lo scambio diretto tra bambini e campioni è il momento più vero della presentazione dell’edizione 2015 di “Banca Generali - Un Campione per Amico”, ospitata lunedì 13 aprile a Roma, nello storico Circolo Canottieri Aniene, immerso in una verde ansa del fiume Tevere. Anche perché i campioni hanno risposto con lo stesso entusiasmo. E così, Jury Chechi racconta ai bambini come la sua passione per la ginnastica artistica sia nata a 7 anni, incuriosito da questo sport guardando piroettare la sorella più grande. Adriano Panatta chiarisce quanto sia importante la costanza e la motivazione per perseguire degli obiettivi sportivi e non. Ciccio Graziani illustra ai bambini l’importanza dello sport e di 12 una corretta alimentazione. Andrea Lucchetta, dopo un simpatico preambolo su come per un motivo o per un altro tutti gli altri sport non si siano rivelati di suo gradimento, spiega come la sua passione per la pallavolo sia nata a scuola giocando con i suoi compagni di classe e che lo spirito di squadra e l’impegno sono elementi fondamentali per potercela fare e raggiungere i propri obiettivi. Il primo protagonista, insomma, è lo sport come ponte tra le generazioni, tra i fanciulli (gli alunni delle elementari e delle medie inferiori) e i campioni. Lo sport con i valori positivi della disciplina, della sana alimentazione e della sicurezza. Lo sport che diventa un’esperienza di gioco e divertimento nelle più belle piazze d’Italia (vedi il calendario). Per rompere il ghiaccio, la conferenza si è aperta con la proiezione di un divertente video contenente spezzoni delle precedenti edizioni, seguita dalla presentazione dei 4 protagonisti che, in quanto portabandiera dell’evento da diversi anni, hanno saputo trasmetterne i valori e coinvolgere, con il loro carisma e la loro simpatia, il giovanissimo pubblico di studenti delle scuole elementari. La promessa Lucchetta che si improvvisa mimo mostrando i diversi utilizzi sportivi di cui un microfono può essere oggetto, per poi farsi serio e illustrare come le capacità necessarie per poter svolgere i diversi sport siano in realtà collegate tra loro. Coinvolge i bambini in un gioco di movimento chiedendogli di alzarsi e saltare, poi afferma storia/I che «fare sport non è solo importante, ma anche divertente». Ringrazia Banca Generali e promette: «Animare nei bambini la voglia di fare sport è importantissimo e continuerò a farlo finché ne avrò forza». La speranza Jury Chechi conferma «per noi stare a contatto con i bambini è sempre un divertimento e speriamo di continuare ancora per tanto tempo questa bella esperienza assieme a Banca Generali». L’ammissione Ciccio Graziani lo ammette con un sorriso. «Durante l’evento - rivela - cerchiamo di far divertire i ragazzi, ma in realtà ci divertiamo molto anche noi ritornando bambini per un po’». Peraltro, aggiunge, «il messaggio che vogliamo far passare ai bambini è che fare sport è determinante per crescere bene, perché lo sport non è solo attività fisica ma è anche un’attività educativa e sociale». L’orgoglio Adriano Panatta non si nasconde. «Siamo molto orgogliosi - dice - che questa manifestazione sia diventata oggi, in termini di adesioni e di aspettative, un punto di riferimento importante nell’educazione all’attività fisica e nel dibattito sui giovani e lo sport nelle sue diverse connotazioni. Lo sport rappresenta proprio il tramite più immediato per trasmettere ai ragazzi valori tipici del mondo delle competizioni, come la tenacia e la determinazione per i risultati o lo 13 spirito di sacrificio, fino al giusto equilibrio tra movimento e alimentazione che sono una scuola di vita anche fuori dal terreno di gioco». L’appoggio del CONI Alla presentazione dell’edizione 2015 di “Banca Generali - Un Campione per Amico”, oltre a quella dei 4 sportivi, significativa è stata la presenza del Condirettore generale di Banca Generali Gian Maria Mossa, e del Segretario generale del Coni Roberto Fabbricini, che con le loro parole hanno sottolineato il valore sociale di questa iniziativa. Fabbricini ha ringraziato Banca Generali evidenziando che «per un adeguato approccio al mondo dello sport è importante che gli sportivi diano le giuste istruzioni ai giovani, così che essi comprendano come lo sport vada oltre il semplice gesto atletico». Mossa ha spiegato che «la vicinanza al territorio è un valore molto forte e quello che si intende perseguire è la creazione di un dialogo tra sport, bambini e piazze». E ha chiamato in causa un altro protagonista di “Banca Generali - Un campione per amico”: la diversità. «Cosa ancora più importante – ha detto infatti il manager di Banca Generali - è il rispetto delle diversità». Benvenuta diversità Campioni e bambini, uniti nello sport, assieme per rispettare e comprendere anche chi è meno “abile” di un altro. “Banca Generali Un campione per amico”, infatti, si propone come luogo d’integrazione in cui lo sport armonizza, unisce e fa sognare tutti i bambini storia/I nell’educazione al rispetto delle regole delle diversità. Alle tappe, infatti, parteciperanno ragazzi senza alcuna distinzione di abilità, grazie al coinvolgimento delle associazioni Onlus presenti sul territorio, selezionate in collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico che ha patrocinato l’iniziativa. Panatta e Lucchetta confermano che “Un campione per amico” è rivolto a tutti i bambini, tutti vengono parimenti coinvolti e quando ce ne sono alcuni con particolari disabilità gli viene dedicata maggiore attenzione. E, tra il pubblico della conferenza, arrivano 14 applausi da alcuni sportivi diversamente abili del Santa Lucia Sport. È forse l’aspetto che regala più emozione. Che incarna la sfida più alta: generare un cambiamento del tradizionale paradigma sportivo, perché lo sport non è solo sudore, allenamento e competizione, ma è soprattutto educazione, salute, socialità e spirito di squadra. Lo sport è di tutti e per tutti, educa a stare insieme e a non avere discriminazioni, a mettersi alla prova, a rispettare le regole e a impegnarsi al massimo per raggiungere un obiettivo. Benvenuti compagni di squadra del Santa Lucia! storia/I Twittercronaca #CampionePerAmico Roma 13 aprile 2015 Account twitter: @CampioneXamico @Tra poco al via a Roma #CampionePerAmico #sport per #bambini con @971950 #Panatta @ETicaNews @JuryChechi segui #livetwitting 10:18 AM - 13 Apr 2015 @Tra poco al #CircoloCanottieriAniene #Roma inizia la Conferenza stampa di un #CampionePerAmico con #BancaGenerali e @Coninews @ ETicaNews 10:27 AM - 13 Apr 2015 @Oggi Conferenza stampa–domani inizia il tour nelle 10 Piazze italiane di un #CampionePerAmico @Coninews @SkySport @DatasportNews @ ETicaNews 10:27 AM - 13 Apr 2015 @Ad un #CampionePerAmico tanti piccoli partecipanti @ETicaNews @FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_cultura 10:54 AM - 13 Apr 2015 @Nella suggestiva location del #CircoloCanottieriAniente per un #CampionePerAmico...@ETicaNews @Coninews @Paralympic 11:07 AM - 13 Apr 2015 @I nostri #CampionePerAmico sono qui...si sta per iniziare @ ANDREALUCCHETTA @971950 @JuryChechi #CiccioGraziani 11:44 AM - 13 Apr 2015 15 storia/I Twittercronaca Account twitter: @CampioneXamico @Via alla Conferenza di un #CampionePerAmico con un divertente video delle edizioni precedenti @ETicaNews @Coninews 11:51 AM - 13 Apr 2015 @Il Segretario Generale del #CONI, “Grazie a #BancaGenerali per questa brillante iniziativa” ad un #CampionePerAmico @Coninews @ ETicaNews 11:56 AM - 13 Apr 2015 @Il Condirettore Generale #BancaGenerali “questa iniziativa ludica promuove anche il rispetto delle #diversità” #CampionePerAmico @ ETicaNews 12:05 PM - 13 Apr 2015 @Il #CampionePerAmico @JuryChechi “speriamo di continuare ancora per tanto tempo questa bella esperienza con #BancaGenerali @ ETicaNews 12:28 PM - 13 Apr 2015 @Il #CampionePerAmico #CiccioGraziani “il messaggio che deve passare è che fare sport è determinante per crescere bene” @SkySport @ETicaNews 12:31 PM - 13 Apr 2015 @Alla Conferenza #CampionePerAmico tanti partecipanti #onlus #sportivi #scuole @FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_ cultura @ETicaNews 12:32 PM - 13 Apr 2015 16 storia/I Twittercronaca Account twitter: @CampioneXamico @Alla Conferenza #CampionePerAmico tanti partecipanti #onlus #sportivi #scuole @FILAMuseum @CocaCola @JanusCapital @eni_ cultura @ETicaNews 12:32 PM - 13 Apr 2015 @Un #CampionePerAmico non è solo un evento sportivo ma un vento educativo con forte connotazione sociale @MiurSocia @Coninews @ ETicaNews 12:33 PM - 13 Apr 2015 @Termina la conferenza. Domani a Frosinone fischio d’innizio del Tour un #CampionePerAmico @Coninews @Paralympic @ETicaNews @ SkySport 12:38 PM - 13 Apr 2015 @Il condirettore generale #BancaGenerali Gian Maria Mossa e il segretario generale @Coninews Roberto Fabbricini avviano #CampionePerAmico 5:09 PM - 13 Apr 2015 @Oggi Roma, domani Frosinone fischio d’inizio - guarda calendario #CampionePerAmico @Coninews @Paralympic @SkySport @Siete pronti @ComuneFrosinone @Cosenza2punto0 ??... poi tocca a voi con #campioni e #bambini. Twittate e condividete le foto @ CampioneXamico 5:17 PM - 13 Apr 2015 17 storia/I I La parola ai campioni C on Banca Generali - Un Campione Per Amico lo sport esce dagli stadi e dai palazzetti per conquistare le piazze e dare un diretto esempio di vita: quale “risposta” stai ricevendo dalle migliaia di bambini che hai “allenato”? Che ne pensi? Adriano Panatta: Banca Generali Un Campione per Amico, è ormai a tutti gli effetti il più longevo evento sportivo-educativo italiano che coinvolge oltre 10 mila bambini all’anno. Grazie a noi Campioni e all’importante sostegno di Banca Generali, i bambini delle scuole elementari e medie di tutta Italia riescono a trascorrere una mattinata di divertimento, di animazione e di sport. La risposta è data dai loro sorrisi, dall’entusiamo e dalla partecipazione che riscontriamo, dalle opportunità offerte dall’evento che consente loro non solo di fare attività fisica ma anche di stare insieme e divertirsi con giochi e animazione. 18 Ciccio Graziani: Attraverso Banca Generali Un Campione per Amico diamo prima di tutto spazio alla voglia di giocare dei tanti bambini che in ogni piazza ci vengono a trovare. Spesso sono timidi, impacciati, qualcuno più atletico, molti grassottelli e poco attenti a fare attività fisica. Il nostro compito è anche quello di incitarli a fare sport, perchè muoversi fa bene alla mente e al corpo soprattutto nell’età della crescita. storia/I I Andrea Lucchetta: La migliore risposta che noi Campioni possiamo dare agli oltre 10 mila bambini che ogni anno giocano con noi nelle più importanti piazze italiane attraverso Banca Generali Un Campione per Amico, è proprio quella di condividere insieme a loro una mattinata di sano divertimento, con il sorriso e la gioia di trasmettere attraverso una capriola, un palleggio, un calcio al pallone, quella vitalità che solo lo sport è in grado di dare. 19 Jury Chechi: l’Italia, secondo una recente indagine, risulta essere tra i Paesi Europei con il più alto tasso di obesità infantile, noi lo constatiamo in ogni tappa, troviamo bambini che non sanno muoversi, che vanno in crisi per una capriola, spesso sono sovrappeso e non fanno sport. Attraverso Banca Generali Un Campione per Amico, cerchiamo di dare l’opportunità ai bambini di capire quanto l’attività fisica, unita ad una corretta e sana alimentazione, sia importate per la loro crescita e li incitiamo a fare sport, di qualunque genere, l’importante è che si muovano. storia/I I I Uno, dieci, 200mila Campione Per Amico D a un lato Adriano Panatta che tira la prima pallina per fare due scambi a tennis con una bambina di Frosinone, martedì 14 aprile. Dall’altro Andrea “Spike” Lucchetta che alza l’ultima palla per una schiacciata da parte di un giovane studente di Asti, giovedì 21 maggio. In mezzo, insieme agli altri due campioni sportivi Jury Chechi e Ciccio Graziani, 10.000 bambini, altre otto importanti piazze italiane e quasi 200mila contatti potenziali sui canali social a cominciare da Twitter. Insomma, quella del 2015 è stata un’altra edizione record per la manifestazione Un Campione Per Amico – Banca Generali, la kermesse che avvicina migliaia di bambini delle scuole a un’esperienza straordinaria di gioco e divertimento nelle più belle piazze d’Italia. 20 Sono ormai sei edizioni che Banca Generali sostiene la manifestazione che gira in lungo e in largo il Paese trasformando i centri cittadini in veri e propri villaggi sportivi, con palloni, attrezzi, musica, gadget e giochi. Ma il successo appare sempre più grande. E la dimostrazione è che, dopo sedici edizioni in archivio, più di centocinquanta tappe già percorse insieme a uno staff di oltre cinquanta persone, un campione come Adriano Panatta, dopo aver giocato a tennis in questi anni con decine e decine migliaia di bambini lungo la Penisola, ha tutte le ragioni per essere raggiante per l’edizione 2015. Tanto che, c’è da scommetterci, ripartirebbe subito con un altro tour. «Ogni anno, sono sei edizioni con Banca Generali, riscontriamo un grande entusiasmo e una forte partecipazione intorno a questo tour – confida con un grande sorriso Panatta – anche quest’anno è stato così e di questo ne siamo davvero molto felici. Il successo di questa manifestazione è il segno che la sensibilità e l’attenzione verso lo sport e i valori che ne fanno parte, è presente tanto nei bambini quanto negli adulti. Per questo continuiamo a trasmettere, attraverso il gioco e il divertimento, l’importanza della disciplina sportiva, qualunque essa sia!». L’emozione è stata forte, anche per quattro campioni dello sport italiano che nella loro vita già ne hanno provate di grandi anche vincendo in giro per il mondo. E in ogni tappa della kermesse 2015, sull’onda dell’entusiasmo di quella precedente, è diventata sempre più grande contagiando tutte le persone che hanno permesso la riuscita della manifestazione, e trasmettendola storia/I I I ai bambini. Che poi sono stati i veri protagonisti della manifestazione tra palleggi, rovesci, punizioni, capriole, schiacciate. E ballando insieme alle loro maestre a suon di musica attorno ai quattro campi di tennis, ginnastica, calcio e pallavolo montati, smontati e rimontati di volta in volta. Anche sfidando, e vincendo grazie ai sorrisi dei partecipanti, nuvoloni minacciosi o sole battente. Il tour ha così portato gioia, risate e sport ai giovani studenti delle scuole elementari e medie di Frosinone, Cosenza, Bologna, San Benedetto del Tronto, Massa Carrara, Chiavari, Bassano del Grappa, Vigevano, Bergamo e Asti. Talvolta, con piazze trasformate in vere e proprie palestre a cielo aperto, in modo da lanciare chiaro il messaggio: l’obiettivo del tour è stato quello di trasmettere alle nuove generazioni i veri valori legati allo sport, alla sana alimentazione, all’integrazione, al rispetto delle regole. Una festa che ha pervaso anche i canali social, a cominciare da Twitter. Il lancio all’inizio dell’edizione 2015 del profilo @ CampioneXamico, accompagnato dalla creazione dell’hashtag #CampionePerAmico, ha permesso di condividere con il mondo senza barriera della Rete i gesti dei quattro coach e dei 10mila bambini oltre che ai brividi vissuti nelle principali piazze italiani. Una condivisione diventata, nell’ultima parte del tour, ancora più “virale” grazie alle twittercronaca in diretta di quanto avvenuto nelle tappe di Vigevano, Bergamo e Asti, raggiungendo nel complesso a fine tour, dimostrati dai dati Tweet Binder, quasi 200mila potenziali contatti. E non è tutto. Grazie all’organizzazione di AP Communication ed alle partnership che essa ha saputo stringere con le Istituzioni, l’evento si è confermato la più importante iniziativa che lega lo Sport al mondo della Scuola. 21 Insomma, missione compiuta per Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali che all’inizio del tour 2015 aveva affermato con convinzione e passione: «Come Banca leader nella consulenza al risparmio per le famiglie radicata sul territorio, crediamo sia importante esprimere il nostro senso di responsabilità e impegno sociale, e questa manifestazione sposa appieno i nostri valori regalando emozioni e divertimento ma al tempo stesso spunti costruttivi alle nuove generazioni». La soddisfazione dopo dieci tappe di successo dei vertici di Banca Generali è tutta nelle parole di Gian Maria Mossa, condirettore generale di Banca Generali: «Siamo orgogliosi e felici per il grande successo ottenuto. Siamo convinti che sia importante trasmettere ai bambini valori positivi e vogliamo continuare a farlo al fianco di quattro leggende dello sport italiano quali sono Adriano Panatta, Andrea Lucchetta, Ciccio Graziani e Jury Chechi». storia/I I I Twittercronaca #CampionePerAmico Asti 21 maggio 2015 Account twitter: @CampioneXamico @Buongiorno @macciottina !! Che bella #foto , grazie dai 4 #CampionePerAmico Panatta @JuryChechi Lucchetta Graziani twitter. com/macciottina/st… valentina macciotta @macciottina Eccoci in compagnia dei campioni: Jury Chechi, Andrea Lucchetta, Adriano Panatta e Ciccio Graziani. #campioneperamico pic.twitter.com/ sJSRryetU4 @”Oggi dai bambini di #Asti l’ultima tappa #CampionePerAmico eticanews.it/in-breve/oggi-… @CampioneXamico @provinciadiasti twitter.com/ETicaNews/stat… ETicaNews @ETicaNews Oggi dai bambini di Asti l’ultima tappa di #CampionePerAmico eticanews.it/in-breve/oggi-… @CampioneXamico @ Tra poco via alla twittercronaca della tappa #Asti di #CampionePerAmico Banca Generali! @ Nuvole in cielo, sorrisi dei bambini, 4 #CampionePerAmico in pza San Secondo:Inizia twittercronaca #Asti! @ETicaNews pic.twitter.com/ ixXIvi8HX1 @ Sindaco #Asti fa onori di casa #CampionePerAmico Banca Generali con Panatta @JuryChechi Lucchetta Graziani @Coninews pic.twitter.com/ XR4HhIzsg8 22 storia/I I I Twittercronaca Account twitter: @CampioneXamico @SORPRESA! Oltre twittercronaca live tappa #Asti #CampionePerAmico è tutta social: anche in diretta streaming su sito di UnCampionePerAmico! Si inizia col mitico #CampionePerAmico Adriano Panatta! Già centinaia di ragazzi #Asti in fila per giocare #tennis pic.twitter.com/ qRgjY6BDVW Il #CampionePerAmico @JuryChechi ha fatto la Storia dello #sport: oggi è al servizio dei #bambini #Asti.. @ETicaNews pic.twitter. com/0MBIHJjIXE Qualche goccia non ferma #sport bambini #Asti #CampionePerAmico Banca Generali!E grazie @MandGCareers @InvescoUS @JanusCapital #CapitalGroup Gooolll! Ad #Asti anche le #ragazze vanno in rete #calcio grazie al #CampionePerAmico #CiccioGraziani @TorinoFC_1906 pic.twitter.com/ AvIVq9D0XE “Dammi 5 alto” Per darlo al #CampionePerAmico @ ANDREALUCCHETTA i ragazzi #Asti volano! @tuttosport #pallavolo volley pic.twitter.com/HspUY5vhOU Il #CampionePerAmico e Campione mondo #CiccioGraziani insegna i segreti #calcio ai #bambini #Asti! @Asti_LaStampa pic.twitter.com/ lok4fGfJeZ 23 storia/I I I Twittercronaca Account twitter: @CampioneXamico @In pza San Secondo #Asti Tutti ballano Capitano Uncino con #CampionePerAmico Banca Generali! @ElenaBonanni pic.twitter.com/ a8kJok8zWL @Anche ai #bambini #Asti a #CampionePerAmico si spiegano energie #rinnovabili con @eni_cultura eniscuola.net pic.twitter. com/6RLYRHO1y7 @ Provate voi a fare capriole come questa! Col #CampionePerAmico @ JuryChechi è facile, brave ragazze di #Olimpia #Asti pic.twitter.com/ p8fCOiBxjD @ E ora ad #Asti grazie a Fondazione Fila @FILAMuseum gadget magliette in regalo per i #bambini #CampionePerAmico Banca Generali! @ETicaNews @ Che sia pallone #volley o pallina #tennis nel cielo #Asti la colpa è sempre del #CampionePerAmico @ANDREALUCCHETTA ! pic.twitter. com/T7RkMe63t1 @ Verso la fine la bella festa #Asti coi #CampionePerAmico @971950 Panatta @JuryChechi CiccioGraziani @ANDREALUCCHETTA pic. twitter.com/iazkPE2yVI @ E con gli ultimi palloni che rimbalzano per pza San Secondo finisce la twittercronaca di tappa #Asti #CampionePerAmico Banca Generali 24 storia/I I I Twittercronaca Account twitter: @CampioneXamico @ E grazie soprattutto alle migliaia di bambini scesi nelle piazze italiane con i 4 #CampionePerAmico Panatta @JuryChechi Graziani Lucchetta! @ Grazie @domecos! Grande giornata per noi di #CampionePerAmico ad #Asti twitter.com/domecos/status… Domecos @domecos Giornata di sport qui ad #Asti con quattro grandi campioni @ CampioneXamico #BancaGenerali pic.twitter.com/L3UCirRTgm @Grazie a te @salvaggiodani ! Grandi emozioni nel tour 2015 #CampionePerAmico .. @impresedtalento twitter.com/salvaggiodani/… Daniele @salvaggiodani @CampioneXamico concluso tour 2015 con @ANDREALUCCHETTA @JuryChechi @971950 #cicciograziani @impresedtalento Grazie per la bella esperienza @ Perché #CampionePerAmico ? Risponde #Cicciograziani “Per dare spazio ai #giochi” @FabriGuidoni @andytuit @ETicaNews pic.twitter. com/aqbBZoVLSU 25 capitolo 3 INTRODUZIONE Digital Wall L a sede di Banca Generali Private Banking, in Piazza Sant’Alessandro 4 a Milano, ospita dal 21 maggio al 30 settembre 2015 una mostra che segna un’importante evoluzione stilistica nel lavoro di Fabrizio Plessi, tra i più conosciuti e apprezzati artisti italiani a livello internazionale. Per la prima volta nella sua lunga carriera, l’artista reggiano, ma veneziano d’adozione, rompe gli schemi che hanno finora caratterizzato la sua opera, presentando in anteprima assoluta Digital wall. Le opere di Plessi occuperanno interamente gli spazi della banca milanese, attraverso l’installazione di veri e propri muri digitali. Come lampi trasferiti in verticale sul muro, gli schermi saranno montati come grandi mosaici e rimanderanno filmati appartenenti alla sua cifra espressiva più tipica, legata ai temi dell’acqua, del fuoco, della lava. La novità di Digital Wall risiede nello spogliare totalmente gli schermi da ogni supporto, liberandoli da ogni struttura e togliendoli, di fatto, da ogni teatralità che ha contraddistinto, finora ogni lavoro di Fabrizio Plessi. Digital Wall è anche l’esempio di come l’immaginario Plessi, attraverso la magia delle nuove tecnologie, rimanga strettamente legato alla contemporaneità e ai suoi argomenti più attuali. 26 storia/I Oltre l’Arte. In banca L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione. Belle. Profonde. Evocative. Comprensibili il giusto, un po’ ma non del tutto. Per cui affascinanti. Ma la domanda è: chi ha saputo scrivere o pronunciare queste parole? L’autore è Albert Einstein, una delle menti più raffinate che la storia recente dell’umanità – o la storia e basta, di sempre - abbia conosciuto. Una delle menti più capaci di spaziare nell’immensità dell’universo in cui siamo inseriti, viviamo. Spaziare con lo studio, la riflessione, il pensiero. E, forse più di tutto come del resto egli stesso ammetteva, con l’immaginazione. S e c’è chi ancora potrebbe chiedersi e in effetti si chiede (sono in tanti) perché una banca debba, voglia occuparsi di arte e più in generale di cultura, tutta qui sta la risposta. È perché anche una banca, ebbene sì, ha la necessità profonda di spaziare, di rompere schemi, argini, confini che non possono che essere fragili e temporanei come tutto ciò che è umano. Di tentare in qualche modo di abbracciare tutto ciò che è altro da sé per meglio specificare sé e la propria missione. Rientrando poi in sé arricchita, uguale ma diversa. Mondi uno nell’altro… Per fare questo, cosa meglio dell’arte? Cosa più appropriato se non tentare di avvicinarsi e, forse, di intuire qualcosa del mondo che ogni singolo artista sa creare, suggerire, immaginare, appunto, e offrire alla sensibilità collettiva attraverso il suo personale racconto? Mondi necessariamente universali, quelli degli artisti, nel senso che sono in grado di parlare e di toccare chiunque, ovunque. Anche quando il racconto è (co)stretto fra le mura di una banca use a respirare razionalità. Ma assetate anche di altro. Un’installazione di muri digitali, dentro i muri della banca. Una banca che verrà letteralmente occupata dalle opere dell’artista, con una teoria di schermi digitali che verranno installati a mo’ di mosaico, grande, immenso. Schermi liberati da ogni supporto che trasmettono filmati di acqua, fuoco, lava. Schermi come medium digitali oggetto di un utilizzo inusuale che mira a costruire grandi visioni pittoriche attraverso rimandi metaforici. A creare mondi. Di suggestioni. 27 L’universo che sta per entrare nel mondo di Banca Generali, nella sede di piazza San Alessandro 4 a Milano, è quello di Fabrizio Plessi, uno fra i più conosciuti e apprezzati artisti italiani a livello internazionale. L’artista reggiano, ma veneziano d’adozione (per anni ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove pure studiò), esporrà nella mostra che verrà ospitata dal 21 maggio al 30 settembre 2015 in Banca Generali. Dove presenterà (in anteprima assoluta!) Digital wall. storia/I ...da scoprire in cammino… Plessi è l’ultimo. Intendiamoci: l’ultimo appuntamento, a oggi, lungo il cammino che Banca Generali ha intrapreso nella cultura, nell’arte, nei mondi di artisti. E, di riflesso, al suo interno. Perché l’arte è strumento potente per stimolare riflessioni. Suggerire innovazioni. Cambiamenti. Per osare il nuovo e diverso, alla ricerca di ciò che può essere meglio. Di ciò che vale la pena di essere sperimentato perché, almeno, sembra meglio. Il cammino è iniziò anni fa. La consapevolezza che potesse essere tale maturò facendolo. ..un passo… Dentro il labirinto è il titolo della prima antologica milanese dell’aretino Venturino Venturi (19182002), un protagonista dell’arte del Novecento molto legato al capoluogo lombardo, dove la sua creatività si sviluppò, conobbe stagioni fertili. È la mostra che insieme al Museo Diocesano di Milano, curata dal suo direttore Paolo Biscottini, Banca Generali ha prodotto nell’ottobre del 2013, col sostegno dell’Archivio Venturi e di Anima sgr. Un’esposizione di una sessantina di opere, sculture, carte, bozzetti, che l’artista realizzò tra la metà degli anni Quaranta e la fine del ‘900. A Milano uno dei luoghi che Venturi, cresciuto tra Francia e Lussemburgo e affermatosi a partire da Firenze, più amava frequentare era la Galleria il Naviglio di Carlo Cardazzo. A Milano arrivò nel ’47, nel pieno del vivissimo fermento culturale post-bellico. Si fece ancor più conoscere vincendo il premio di Scultura Emilio Gariboldi, con un Autoritratto. Fu amico intimo di Mario Luzi, che 28 gli dedicò una poesia. E fu testimone della svolta spazialista, che culminò con l’Ambiente spaziale a luce nera di Lucio Fontana del 1949, a cui tuttavia non aderì formalmente non accettando l’invito dello stesso Fontana a sottoscrivere il Manifesto. Elaborò dunque una propria via all’astrazione. Tornò a Firenze nel 1950: è l’anno a cui risale la Donna seduta, bronzo del 1950 esposto oggi alla Galleria degli Uffizi. Nel 1953 presentò per la Fondazione Nazionale Carlo Collodi il progetto per una piazza circondata da un muro sagomato rivestito da 900 metri quadri di superficie musiva, con al centro un Pinocchio gnomone, l’ombra del cui braccio alzato, proiettandosi sulla parete istoriata, avrebbe dovuto indicare lo svolgersi della vicenda narrata. Vinse, ma non gli venne chiesto di realizzare la scultura. Negli anni successivi è il periodo delle grandi carte a matita, cera e tempera, coi ritratti agli amici più cari ma anche il riaffiorare di lutti recenti e lontani, dipinti da Venturi chino sul pavimento dell’Ospedale Psichiatrico di San Salvi. Spesso si libera della costrizione naturale del foglio e dei limiti della figura e lavora anche sulla pietra e con le dita sul cemento fresco. Viene a mancare nel gennaio del 2002, lasciando gli ultimi disegni eseguiti a penna, fra cui uno dedicato alla tragedia delle Torri gemelle di New York. ..dopo l’altro Potenza del colore, ospitata presso la sede di Banca Generali a Milano, in piazza San Alessandro 4: è la mostra ideata e prodotta dalla banca tra giugno e settembre 2014 insieme all’artista, Mario Arlati, in collaborazione con Giorgio Baratti Gallerie e Contini Galleria d’Arte. Prevedeva l’esposizione di 27 storia/I opere dell’artista milanese, di diverse dimensioni e materiali, realizzate a partire dalla metà degli anni Settanta. Opere che venivano accostate e dunque si ponevano in dialogo, dando forma a un innovativo percorso di riflessione sul colore, con quelle di grandi maestri del passato: Guido Reni, Alessandro Magnasco, Carlo Cignani, Gianbattista Crosato. In una logica di rimando dal classico al contemporaneo. La mostra era un viaggio nell’universo cromatico di Arlati, un’esaltazione del colore. A curarla Elisabetta Longari, docente di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Brera. Per presentarla ne scrisse: questa preziosa mostra che nasce dall’accostamento di dipinti di Arlati ad opere storiche secondo una logica di puntuali ed eloquenti rimandi, rappresenta una proposta innovativa di grande rilievo, un esempio sperimentale in cui potrebbe consistere il prologo, di fresca e sorprendente lettura, di una storia dell’arte incentrata sul colore, rivolta prima di tutto all’immediatezza della percezione, una storia dell’arte per immagini che costituisce un’eccitante avventura per gli occhi. Ibiza, nota ai più per la sua capacità di attrarre chi è alla ricerca di divertimento e spensieratezza, è dagli anni 70 per parecchi mesi all’anno casa di Mario Arlati, milanese classe 1947 che nell’isola delle Baleari ha trovato la sua dimensione. Uno stile figurativo puro, quello delle prime opere dell’artista, che si era formato alla Scuola d’Arte del Castello Sforzesco. Ed è proprio lo stile che svela quanto sia stato intenso il suo coinvolgimento artistico con l’isola, passando dal figurativo all’informale, al materico, influenzato anche dalla scuola spagnola. Arlati è un’artista che ha intuito l’espressività delle variazioni cromatiche sulle grandi superfici architettoniche, come emerge nelle suggestive opere nello skyline di Mosca entrate nel Guinness dei primati proprio per le loro dimensioni: nel 2013 il pittore è stato invitato a dipingere le facciate di lussuosi grattacieli di un complesso residenziale nella periferia della capitale russa, un lavoro che a ragione è stato definito come l’opera pittorica più grande del mondo. La pittura di Arlati è materia dentro cui si cela altra materia. Ma è anche immagine interiore, fatta di sentimenti e evocazioni che riguardano il paesaggio. Il suo lavoro è soprattutto sul colore, sull’energia del colore, di ciascuno e di tutti i colori, sul loro linguaggio. Di ciò la mostra prodotta da Banca Generali dava chiara evidenza, con le opere che raccontavano di un percorso di ricerca. Un percorso iniziato dai “muri” e dai “monocromi”, passato poi alla “luce”, agli “ori”, ai “trapos” nati da un’incidentale caduta di colore sugli stracci che rivela un’inattesa bellezza. L’allestimento di mostre al di fuori di spazi museali dedicati è parte dell’intenzione di ROMPERE GLI SCHEMI che caratterizza l’intero percorso, e il suo racconto, di BANCA GENERALI in campo artistico e culturale. Anche questo configura una tensione verso l’INNOVAZIONE. O, forse, soprattutto questo. 29 storia/I I Il maestro dell’arte … in uno schermo Tv A rriva quasi correndo in una stanza di Banca Generali Private Banking, ai piani alti del quartier generale di Piazza S. Alessandro, dove, in tre grandi monitor appesi alla parete, fiammeggia la scritta ART. “Fiammeggia” non è un modo di dire. La parete è di un ufficio momentaneamente vuoto, così come altre stanze che la Banca ha dovuto svuotare per ospitare (dal 21 maggio al 30 settembre 2015) l’ultima creazione di Fabrizio Plessi, la mostra in anteprima assoluta Digital wall. Classe 1940, 30 quattordici Biennali alle spalle, un percorso artistico che lo rede un soggetto unico in Italia e a livello internazionale, ma, appunto, Plessi arriva quasi correndo e chiedendo scusa. Aveva detto cinque minuti, ma si è attardato di là, a parlare con Mario Arlati, un altro maestro che negli scorsi anni è passato per le stanze di Banca Generali. Ora si siede e dice un “sono tutto tuo” che un po’ ti imbarazza, visto chi hai di fronte. La scritta ART fiammeggia perché è costruita con un fuoco che brucia, che si muove, si agita e continua a bruciare, in un loop continuo e ripetuto che ipnotizza quanto e più di un camino. Nel quartier generale di S. Alessandro, alle pareti scorrono fiumi di lava, cadono cascate, piovono sassi nell’acqua placida, filmati in altissima definizione accompagnati dal sordo tumore del fuoco e dei fiumi che ribollono. Questi filmati ad alta tecnologia con struttura quasi cinematografica, sono l’ultima frontiera di Plessi, il cui percorso artistico si è sviluppato sul video come strumento creativo. Una volta era la televisione in bianco e nero. Oggi, questi schermi quasi inesistenti, assorbiti dai muri. Plessi assomiglia vagamente a David Carradine in Kill Bill. Parla con la stessa voce roca. E parla con lo sguardo di chi vuole metterti in guardia. “La tecnologia - dice - è un supporto all’arte. Se usata bene è sempre un grande aiuto alla creatività. Ma, attenzione. Io credo di essere un artista d’oggi che, non solo ha il diritto, bensì ha il dovere di indagare sulle nuove tecnologie, così come avrebbe fato un artista del 400 o storia/I I del 500. Un artista ha il dovere di indagare sulle nuove tecnologie per dominarle, sennò saranno le tecnologie che domineranno noi. Se le conosciamo, abbiamo la possibilità di modificare il mondo secondo la nostra consistenza storica e il nostro patrimonio culturale. Senza questa conoscenza, la tecnologia, avanzando in maniera vertiginosa come sta avvenendo, schiaccerà noi e il nostro pensiero”. Banca Generali ha fatto una sorta di pulizia di primavera per ospitare questa mostra, ha gettato l’inessenziale e si è affidata a questa proiezione verso il futuro. Per farlo, la Banca ha addirittura sviluppato una app per smartphone e tablet, “BG Events”, per rendere l’esperienza dei visitatori ancora più unica. Grazie a “BG Events”, infatti, l’utente potrà farsi guidare nella fruizione delle opere direttamente dall’artista tramite contenuti video esclusivi che ne descrivono emozioni, genesi e dinamiche creative. Che salto dalla televisione! Che moltiplicazione della capacità comunicativa, grazie alla tecnologia. “Io che ho cominciato negli anni 60 - riprende Plessi - quando la televisione era ancora in bianco e nero. La televisione viene utilizzata come un elettrodomestico da cucina, ma è una delle più grandi invenzioni del nostro tempo. Io non la guardo perché ho orrore di vedere ciò che trasmette, mentre invece, potenzialmente, questo è uno strumento magico. Incredibile. Per me ha un significato particolare perché io sono per l’arte che comunica. Guai se un quadro di Giotto o di Picasso non comunicano, vuol dire che sono intrappolate in una sfera estetica che non ha più valore per noi”. Secondo l’amministratore delegato di Banca Generali, Piermario Motta, “innovazione e 31 tecnologia sono come paradigmi da cui partire per esplorare nuovi confini dell’espressività artistica, sono metafora della nostra dedizione alla ricerca nelle nuove frontiere dei servizi digitali”. Dunque, la mostra in S. Alessandro è una sorta di inno alla capacità di precorrere i tempi. “Io sono stato uno dei primi artisti in Europa – continua Plessi - che negli anni 60 hanno pensato che la televisione potesse diventare arte. Adesso è facile dirlo. In una delle mie Biennali, i televisori, che erano tutti Brionvega, sono stati tenuti fuori due giorni nei giardini, perché secondo il curatore non erano materiale artistico. Oggi, a qualsiasi Biennale che tu vai, metà delle opere sono fotografie, o video o proiezioni”. Di nuovo, Plessi-Carradine-Kill Bill torna a predicare cautela. Torna a sottolineare il significato sociale, culturale, storico, del rapporto tra arte e tecnologia. Il passaggio per cui, anche nel sostegno a mostre come Digital Wall, una banca può concretizzare le proprie ambizioni di responsabilità sociale. “La tecnologia – ricomincia il maestro - è alla base della comunicazione. Ma più avanzano i prodotti tecnologici, più diminuisce la creatività. Attenzione, dunque, all’uso scorretto delle tecnologie, sennò cadiamo nello stesso equivoco precedente. Io avevo una cattedra a Colonia: Umanizzazione delle tecnologie. Ebbene, se non abbiamo un’umanizzazione, cioè un background culturale per dominarle, noi saremo schiavi e schiacciati come lo siamo del telefonino e di tutte le altre tecnologie”. La mostra in casa di Banca Generali è una svolta per il maestro reggiano (ma veneziano d’adozione), perché per la prima volta trasferisce le sue creazioni in verticale sui muri. Le pareti storia/I I diventano grandi schermi. “Del resto – replica - tutto si evolve e tutto si modifica. Io ho i capelli bianchi, una volta li avevo così neri che mi chiamavano Cherokee: io accetto biologicamente questo cambiamento. Noi dobbiamo accettare che questi televisori fra dieci anni, o forse anche cinque, saranno desueti. Li cambieremo, però il modello non sarà lo stesso. E attenzione. Io sono passato dal tubo catodico al digitale. Ebbene, continuo a pensare che se noi avessimo qui tre tubi catodici, l’immagine sarebbe dieci volte più splendente. Meno bella, meno illustrativa, meno affascinante, ma più vera”. Come dire, qualcosa si guadagna, ma qualcosa si perde. È rimasta la nostalgia dell’artista, per quegli anni di sperimentazione formidabile. “Il tubo catodico aveva una particolarità. Era leggermente bombé (bombato), per cui era femminile, in un certo senso. E i francesi dicono ‘la’ video. Allora, io che faccio flussi d’acqua, superfici in movimento acquatiche, lo schermo curvo mi aiutava, come percezione, a far diventare tutto più plastico. Oggi qui è tutto infinitamente più dettagliato, però infinitamente più povero di plasticità. Perciò, fra cinque anni ci sarà qualcosa che aggiunge e qualcosa che toglie”. 32 I suoi lunghi capelli bianchi aiutano a immaginare Plessi come un visionario, un uomo, come dice lui, con “uno sguardo al passato, ma capace di vedere il futuro”. E sembra pienamente nel ruolo. Al centro della riflessione, e del futuro, resta, comunque, la televisione. “Tutto il mio lavoro storico di quarant’anni – conclude - in fondo, ha avuto a che fare con il televisore (ne avevo 500 di televisori). Ma ho sempre pensato che sarebbe cambiato. Come oggi penso che è ridicolo che abbiamo uno schermo televisivo. Fra qualche anno potrà essere un cartoccio. Questo bicchiere sarà la televisione. Tutto sarà tridimensionale. E tutto sarà barocco. Perché è la televisione, altro che Bernini e Borromini, sarà sempre il massimo del barocco”. capitolo 4 INTRODUZIONE ArtistInPrimaFila N el marzo del 2015 è stato lanciato il bando per la selezione di progetti cinematografici con la partecipazione produttiva di Banca Generali s.p.a. attraverso il tax credit esterno. Si tratta di ArtistInPrimaFila, progetto per incentivare gli investimenti nella produzione del cinema italiano. Il bando è scaduto il 10 aprile 2015 (è stato poi riaperto tra ottobre e novembre per allocare una parte di fondi). Ha previsto lo stanziamento di 2.500.000,00 euro a incentivo di progetti cinematografici italiani da parte d’investitori esterni alla filiera cinematografica, attraverso gli strumenti di finanziamento del cosiddetto “tax credit esterno” (il tax credit o credito d’imposta esterno prevede la possibilità per investitori esterni al settore cinematografico di compensare i debiti fiscali con il credito maturato a seguito di un investimento effettuato nel settore cinematografico). Il progetto è stato realizzato grazie a un protocollo d’intesa fra NuovoImaie e Banca Generali s.p.a., con la partecipazione della banca stessa a progetti cinematografici italiani selezionati da Nuovoimaie attraverso una propria commissione. L’obiettivo finale del progetto è stato quello di tutelare gli iscritti al Nuovoimaie con la creazione di nuovi posti di lavoro, grazie all’investimento in progetti cinematografici da realizzarsi da produttori italiani entro il 2015. I progetti dovevano prevedere la partecipazione esclusiva di artisti iscritti all’Istituto, da retribuire con compensi ben precisi e con modalità di pagamento, stabiliti nel bando. Le opere, inoltre, dovevano essere realizzate sul territorio italiano, salvo deroghe da valutare ad hoc, dovevano possedere adeguate garanzie di effettiva realizzazione e di effettiva distribuzione cinematografica. 33 storia/I Banche a Cinecittà, febbre da tax credit D al primo Oscar vinto nel 1949 con “Sciuscià” di Vittorio De Sica che bissa l’anno successivo con “Ladri di biciclette”. Percorrendo il filo del Neorealismo italiano che, solo per citare i premi ricevuti a Hollywood, ha regalato capolavori quali “La strada” di Federico Fellini. Fino ad arrivare ai film di un’altra generazione: “Nuovo cinema paradiso” di Giuseppe Tornatore; “Mediterraneo” di Gabriele Salvatores; “La vita è bella” di Roberto Benigni. Il cinema italiano è un’arte che ha fatto sognare. E continua a farlo. Ma, oltre a essere un’arte, è anche un’industria che ha risentito come le altre di crisi, delocalizzazione e calo degli investimenti. Secondo i dati elaborati dal ministero per i Beni culturali, nel 2013 gli investimenti sono calati del 27% a 358 milioni di euro. 34 Quest’anno, la rotta si potrebbe invertire. Nelle produzioni cinematografiche stanno entrando “strani finanziatori”, uomini in giacca e cravatta che raramente si erano visti nell’ambiente. Sono i banchieri. I quali, sicuramente amanti del cinema, e probabilmente convinti dal “Tax credit”, meccanismo che permette compensare debiti fiscali con il credito maturato grazie a un investimento nel settore, stanno dando il loro contributo per risollevare le sorti di Cinecittà. Così, è nato “ArtistInPrimaFila”, progetto di Banca Generali e del Nuovo Imaie (Nuovo Istituto Mutualistico per Artisti Interpreti o Esecutori) che conta 7.100 iscritti, di cui 4.300 attori. Tra questi, soltanto per citare alcuni nomi noti, Luca Zingaretti, Roberto storia/I Benigni, Sofia Loren, Beppe Fiorello, Gigi Proietti, Claudia Gerini, Margherita Buy, Ennio Morricone, Nicola Piovani. L’istituto bancario contribuirà con 2,5 milioni di euro che finanzieranno la realizzazione di film italiani, girati in territorio italiano e interpretati da attori e attrici rappresentati dal Nuovo Imaie. La partnership è nata a margine della Mostra di Venezia, dove l’amministratore delegato di Banca Generali Piermario Motta ha incontrato i vertici del Nuovo Imaie. “Parlando di cultura, credo che siamo tutti d’accordo nel dire che è più bello finanziare un film che, ad esempio, una infrastruttura di cemento - ha detto il direttore finanziario della banca Stefano Grassi -. Il cinema italiano è già dinamico e produttivo, ma ha bisogno di nuovi investitori che credano nelle sue potenzialità”. La banca finanzierà i film, ma non deciderà quali. Il bando per selezionare i progetti si è chiuso il 10 aprile e la partecipazione è stata sorprendente. “Hanno partecipato 64 progetti, pensavamo che rispondessero in una trentina, invece sono più del doppio – dice il presidente del NuovoImaie Andrea Micciché -. In questi giorni, tra artisti produttori, tecnici, ci sono più di un centinaio di cuori che battono nell’attesa di sapere se hanno vinto”. Un gruppo di lettori professionisti ha appena finito di leggere le sceneggiature. Ora, tecnici qualificati valuteranno la fattibilità produttiva e il potenziale commerciale. La commissione preposta alla selezione delle opere che si aggiudicheranno il bando è costituita da tecnici esterni come Guido De Laurentiis e Franco Montini, e da tre attori nominati dagli Organi Collegiali dell’Istituto. A fine maggio, l’incontro tra Banca Generali e i soggetti finanziati, con il tramite dell’istituto. 35 Banca Generali ha già finanziato un film di Silvio Muccino, Le leggi del desiderio, ma con “ArtistInPrimaFila” partecipa a un progetto strutturato proseguendo nel proprio impegno in favore della cultura. Il sostegno al mondo del cinema rappresenta una novità per l’istituto leader nella consulenza finanziaria che da anni coniuga l’impegno nel risparmio alla sensibilità sociale e alla valorizzazione dei talenti presenti sul territorio. “Da tempo c’è la tendenza, anche da parte dei registi italiani, di andare a produrre all’estero – fa sapere la banca -. Teniamo a valorizzare la cultura in diversi campi. Uno di questi è il cinema”. Cinema che è per tutti, è un qualcosa che appartiene a tutti gli italiani e che forse meglio di ogni altra arte può contribuire ad aumentare la reputazione e l’immagine. Non a caso, diverse banche stanno investendo. E a Cinecittà nascono sinergie inedite. storia/I I Il cinema italiano al tempo delle crisi A lla periferia di Trieste, nel rione di Ponziana in una via che sia il sole sia il Comune hanno abbandonato, c’è una palazzina abitata da stranieri. Tra questi ci sono i Kumar, una famiglia indiana arrivata in Italia per cercare fortuna. Nel cadente palazzo, oltre ai Kumar, ci sono bosniaci, albanesi, cinesi e un italiano poco tollerante. Non è la realtà, ma qualcosa di molto simile al reale. Si tratta della trama di un film, “Babylon Sisters”, in realizzazione in questi giorni grazie al contributo di Banca Generali. Diretto da Gigi Roccati, il film introduce la realtà quotidiana dell’universo multietnico e delle dinamiche che si creano all’interno di una famiglia straniera che si adatta a una nuova vita, nuova lingua, nuova cultura, nuovi lavori, nuove relazioni. 36 La storia è ispirata al libro “Amiche per la pelle” della scrittrice indiana, ma triestina di adozione, Laila Wadia. Oltre a “Babylon Sisters”, sono altri quattro i film che hanno vinto il bando di gara del progetto “ArtistInPrimaFila” promosso del Nuovo Imaie (Nuovo Istituto Mutualistico per Artisti Interpreti o Esecutori) con il sostegno, appunto, di Banca Generali, che grazie al meccanismo del tax credit ha messo a disposizione due milioni e mezzo di euro. Tutti film italiani, girati in territorio italiano, perché scopo del progetto è quello di incentivare la produzione del cinema italiano. Film che parlano di crisi: economica, occupazionale, coniugale, esistenziale. “Beate”, opera prima di Samad Zarmandili, racconta una storia di ordinaria delocalizzazione. La fabbrica “Veronica” produce e vende con successo biancheria intima per signore, ma i proprietari vogliono spostare l’attività in Serbia, lasciando le operaie senza lavoro. Nel vicino convento del Manto Santo, le suore devote alla Beata Armida rischiano di essere trasferite perché sull’area dove sorge il convento un politico senza scrupoli vuole far nascere un resort di lusso. Operaie e suore intraprendono una singolare collaborazione: una produzione artigianale e clandestina di lingerie. storia/I I Una trama a sfondo “crisi economica” anche per “Felici di essere vivi” di Leone Pompucci. Gino è un operaio cinquantenne e padre di famiglia che viene licenziato il giorno dopo le ferie da Sergio, rampante capo del personale nonché suo vicino di casa. Il giorno dopo finge di andare a lavorare e continua così finché arriva Natale e, ridotto a fare Babbo Natale in un centro commerciale, si ritrova a farsi una foto mano nella mano della figlia che non lo riconosce. Decide di farla finita buttandosi dalla terrazza condominiale, ma quando arriva lì trova un altro Babbo Natale che si sta buttando giù. È Sergio, licenziato anche lui. Inizia qui una serie di peripezie che porteranno i due protagonisti a riappropriarsi della propria dignità. In “Piccoli crimini coniugali” (che ha come protagonisti Sergio Castellitto e Margherita Buy) di Alessandro Infascelli, si entra nel privato e nel coniugale. Gilles, uno sregolato scrittore di romanzi gialli, è vittima di un incidente che gli provoca una totale amnesia. A questo punto inizia un percorso alla ricerca della memoria che lo porta a porre alla moglie Lisa alcune domande “scomode” che riveleranno un’altra verità rispetto a quella che sembrava. Una storia di crisi personale, con scambi di persona e amori impossibili, è alla base di “Sono belle le mimose” di Aurelio Grimaldi. Il film è ambientato negli anni Cinquanta: una donna, sola e dalla vita monotona, riscopre i sentimenti grazie a un equivoco causato da una giovane sposa adultera che ha usato il suo nome. Insomma, il bando “ArtistInPrimaFila” del Nuovo Imaie non salverà forse il cinema italiano. Ma ha consentito di prender vita a cinque storie occasione di riflessione sull’attuale realtà dell’Italia. 37