Le apparizioni Mariane e I saggi consigli della Vergine
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Le apparizioni Mariane e I saggi consigli della Vergine
“ARRIVANO I NOSTRI ” Vi Si O Ni Distribuzione gratuita Bollettino periodico dei giovani da 8 a 98 anni S . P i o X - Balduina www.sanpiodecimo.it Numero 39 Marzo 2011 Anno VI° In questo numero: BENEDIRE E DIVERTIRSI IL MESSAGGIO DI FATIMA LOURDES LE APPARIZIONI IN AFRICA CATHERINE LEBOURÈ I LUOGHI DI MARIA LA MADONNA DELL’EQUILIBRIO SOGNI DI MARIA FATE QUELLO CHE VI DIRÀ SIAMO TUTTI VISIONARI Le apparizioni Mariane e MEDJUGORJE I saggi consigli della Vergine ARRIVANO I NOSTRI Autorizzazione del Tribunale n°89 del 6 marzo 2008 DIRETTORE RESPONSABILE Giulia Bondolfi TERZA PAGINA don Paolo Tammi DIRETTORE EDITORIALE Marco Di Tillo COLLABORATORI: Lùcia e Miriam Aiello, Bianca Maria Alfieri, Renato Ammannati, Alessandra e Marco Angeli, Isabella Badalì, Paola Baroni, Giancarlo e Fabrizio Bianconi, Pier Luigi Blasi, Leonardo Cancelli, Alessandra Chianese, Monica Chiantore, Cesare Catarinozzi, Laura, Giuseppe e Rosa Del Coiro, Gabriella Ambrosio De Luca, Andrea e Bruno Di Tillo, Anna Garibaldi, Massimo Gatti, Paola Giorgetti, Pietro Gregori, Giampiero Guadagni, Luigi Guidi, Lucio, Rosella e Silvia Laurita Longo, Lydia Longobardi, Giuliana Lilli, don Nico Lugli, don Roberto Maccioni, Maria Pia Maglia, Luciano Milani, Cristian Molella, Alfonso Molinaro, Sandro Morici, Agnese Ortone, Vittorio Paletta, Alfredo Palieri, Gregorio Paparatti, Camilla Paris, Giorgia Pergolini, Maria Rossi, Eugenia Rugolo, Alessandro e Maria Lucia Saraceni, Elena Scurpa, Francesco Tani, Stefano Valariano, Gabriele, Roberto e Valerio Vecchione, Celina e Giuseppe Zingale. I numeri arretrati li trovate online sul sito della parrocchia www.sanpiodecimo.it OFFERTE Per mantenere in vita il nostro giornale lasciate un’offerta libera in una busta nella nostra casella di posta della segreteria parrocchiale. COLLABORATORI E NEGOZI Chi vuole inviare articoli, disegni, suggerimenti e tutti i negozianti che vogliono ricevere qualche copia del giornale da distribuire gratis ai loro clienti sono pregati di inviare mail: arrivanoinostri@ fastwebnet. it (oppure lasciare una busta presso la segreteria parrocchiale) STAMPATO PRESSO LA TIPOGRAFIA MEDAGLIE D’ORO - VIA APPIANO, 36 “NEL CIELO APPARVE UN SEGNO GRANDIOSO: UNA DONNA VESTITA DI SOLE…” (Apocalisse,12,1) Celina e Giuseppe Zingale Maria è presente in tutti i santuari, le basiliche le chiese del mondo, moltissime delle quali edificate proprio a testimonianza e in riconoscenza dei suoi interventi nei luoghi dove sono stati costruiti. Le apparizioni della Madonna non si possono facilmente contare tante sono, tutte testimoniano la missione di una Madre che sempre, in ogni tempo e verso ogni generazione, si rivolge in modo patricolare ai piccoli, ai lontani, ai più poveri ed ignari delle realtà celesti per scuotere le coscienze, addormentate nel male, di tutti i suoi figli, credenti o no. La tenerezza di Maria non ha confini! Nè limiti di tempo! Per noi che viviamo a Roma non mancano occasioni per avvicinarci al mistero d’amore delle apparizioni della Vergine ai suoi figli. Entriamo nella chiesa di S. Andrea delle Fratte. Qui il 20 gennaio del 1842 la Madonna apparve ad un giovane ebreo francese miscredente, Alfonso Ratisbonne. Con uno sguardo soltanto e con un chissà quanto tenero gesto della mano gli ordinò di inginocchiarsi. In un attimo il palpito di un cuore di Mamma raggiunge quello pietrificato e ostile del figlio. In quell’attimo la conversione di quell’uomo, quella che tanti imploriamo per i figli, gli amici “lontani”, e per i nostri stessi nemici. Quell’uomo portava al collo la Medaglia miracolosa, avuta in dono da un amico e già frutto di un’altra prodigiosa apparizione della Vergine ad una semplice suora (divenuta poi per la Chiesa Santa.Caterina Labouré), in una cappella di Parigi qualche anno prima. A conferma che ogni apparizione è anello di un’unica catena d’amore che congiunge Cielo e Terra. A pochi passi dalla chiesa di S. Andrea delle Fratte, sempre nel cuore di Roma, si trova la chiesa di S. Maria in Via, detta la piccola Lourdes di Roma. Qui, in una remota notte del 1256, dal pozzo di una stalla di proprietà di un famoso cardinale romano emerse un ritratto di Maria. L’immagine divenne subito oggetto di venerazione e incominciò un’ ininterrotta storia di grazie e favori speciali concessi per intercessione della Madonna. Ancora oggi è possibile bere l’acqua di quel pozzo benedetto, sotto lo sguardo della Madonna degli “assetati”, e chi non lo è? Allontanandosi dal centro della nostra città, sulla Laurentina si raggiunge il Santuario delle Tre Fontane, dedicato alla Madonna della Rivelazione. Anche qui un’apparizione, anche qui un dono d’amore. Si tratta di una apparizione avvenuta nel 1947 ad un papà, e ai suoi tre bambini in questa località già nota perchè luogo del martirio di San Paolo. Quello che succede qui a quest’uomo, Bruno Cornacchiola, avversario della fede fino a quel momento, possiamo forse solo lontanamente immaginarlo... Anche qui una conversione e poi tante altre conversioni e tanta devozione che riempie di pellegrini quei viali adombrati dagli eucalipti, in particolare il 12 aprile di ogni anno. Maria appare. Talvolta tace, a volte rivela, a volte piange e le lacrime di una Mamma dicono sempre tante cose. A Siracusa, dal 29 agosto al 1° Settembre del 1953, un quadretto di gesso, raffigurante il cuore immacolato di Maria posto come capezzale di un letto matrimoniale, nella casa di una giovane coppia di sposi ha versato lacrime umane. Molte furono le persone che videro con i propri occhi, toccarono con le proprie mani, raccolsero quelle lacrime. Nella località Pantano, vicino Civitavecchia, il 2 febbraio 1995 ancora una statua della Madonna, arrivata lì da Medjugorje viene vista lacrimare. Ma questa volta sono lacrime di sangue... a testimoniare quanto dolore affligge il cuore di questa mamma... E proprio qui recentemente, durante un’omelia, ho sentito con commozione raccontare delle apparizioni in Egitto, là dove probabilmente riparò la Sacra Famiglia fuggendo dalla minaccia di morte di Erode. Certo la Chiesa è prudente e valuta ogni situazione secondo precisi criteri di uniformità al nostro credo. La Madonna con le sue apparizioni, quasi sempre accompagnate da segni miracolosi e inconfutabili, non desidera suscitare “pie emozioni”, che sfumano presto nell’oblio ma, al contrario, chiede sentimenti stabili di corrispondenza alle sue amorevoli esortazioni, ci aiuta a scegliere consapevolmente e definitivamente i mezzi e gli strumenti necessari a convertire il nostro cuore all’Amore del figlio che solo è in grado di renderci forti ad affrontare tutte le lusinghe di false felicità che il mondo continuamente ci offre. Pellegrini sulla terra, andiamo incontro a Lei pellegrina del Cielo, là dove ci invita e dove la Chiesa ci indica. Assaporiamo nei luoghi a Lei dedicati la gioa dell’incontro con Dio e con noi stessi purificati -2- BENEDIRE E DIVERTIRSI don Paolo Tammi La benedizione delle famiglie e delle case è un’attività che mai ho lasciato. Solo in un parrocchia, nella quale fui viceparroco per tre anni, non mi ci dedicai neanche un giorno. Era – allora, e specialmente in quella parrocchia – tempo di vacche grasse e ricche con i giovani e, tra insegnamento e parrocchia, ascoltai il consiglio del parroco: la parrocchia è troppo grande (lo era: trentacinquemila abitanti!) e non ce la facciamo. Appena diventato parroco, invece, cominciai subito, a ottobre. In due (parroco e viceparroco), e concordemente, girammo in lungo e in largo le strade della sconosciuta nuova parrocchia. Neanche immaginate la contentezza della gente, che da anni non veniva “visitata” e tanto meno posso dirvi quante persone (ma quante!) non sapevano di appartenere alla parrocchia e ne frequentavano un’altra. Allora questa semi-buffonata della privacy non era di moda e io potei scrivermi nomi, cognomi, telefoni, status familiae, professioni e via dicendo. Quei quaderni li conservo ancora e quanto allora mi servirono! Arrivato qui non ebbi dubbi. Tra le attività dei preti doveva esserci in Quaresima la visita alle famiglie. Un anno (uno solo) facemmo anche la visita ai presepi. Non che non fossi tentato da altre forme, sperimentate nell’altra parrocchia: inviare i laici a “visitare”, consegnare generose boccette di acqua santa dopo la notte di Pasqua affinché ognuno (si diceva allora: il paterfamilias) benedicesse la mensa o le mura, tipo self service. Oggi a chi la consegnerei la boccia? Forse ai patres (o alle matres) plurimum familiarum... ma su questo glissons! Rispetto i colleghi che ancora adottano forme simili ma non le condivido. Non ne vedo il fondamento teologico né pastorale. E – con andreottiana malizia – mi chiedo: ma certi preti, se non vanno tre o quattro pomeriggi quaresimali in giro per le famiglie, che altro fanno? E che Quaresima fanno i poveri stanchi presbiteri? Dico invece che, per quanto io abbia visto e continui a vedere, i benefici sono enormi. Un loro elenco sarebbe scarsamente esaustivo ma ci provo. Si collocano le persone conosciute a casa loro ergo si scopre che questo abita lì, questa abita qui, i due abitano nello stesso palazzo e tutto questo non è poco. Impossibile sarebbe una simile intelligenza locativa stando seduti nell’ufficio parrocchiale, a meno di non avere una memoria iper informatica. Ancor più convinto dico che si conoscono tante persone nuove o del tutto ex novo (e così il pastore dà concretezza al desiderio di conoscere le sue pecore una ad una) o – finalmente – in situazione di reciprocità. Voglio dire che il prete è spesso conosciuto, visto da lontano (sul pulpito a Messa) ma egli non conosce. Non distingue, non riconosce. Non sa di aver fatto del bene a questo, non sa di aver fatto del male a quest’altro (capita di scoprire anche questo e di chiedere scusa, sinceramente, o di spiegarsi). Si scoprono – proseguo – le stesse persone già conosciute in una situazione diversa, più rilassata, più umana (non si è forse di più se stessi quando si è a casa propria?). Sedersi su un divano, chiacchierare, guardare le foto che sono la storia di quella famiglia, ascoltare rapide confessioni (non sacramentali) che magari mai si sarebbero fatte breccia nella fretta malefica (talora) della vita di parrocchia. Conoscere gli anziani, le persone sole, dar loro una benedizione più affettuosa che solenne, assicurare loro una costante preghiera. Quante volte ho detto un Rosario per quelli che ho incontrato ieri o l’altro ieri nelle case! Ascoltare racconti terribili e commoventi. Qui la privacy mi tocca rispettarla e conservo nel cuore cose incredibili che ho sentito, pene che ho raccolto, croci portate con tanta solenne e semplice umiltà, da farmi convincere ancora di più che gli sforzi dei preti sono piccola e insignificante cosa rispetto alla santità nascosta e conservata in un fragile involucro di creta,che Dio plasma e rende forte nella vita di tanta gente. Ma se un parroco queste cose non le sa, se un parroco queste persone non le benedice e non ne raccoglie i segreti, che avrà nell’animo verso la gente, se non (spesso assai) rancore, malanimo, sufficienza, supponenza e virtù simili? Appunto è così, né più né meno, in non pochi preti. Quanta voglia ho adesso di dire l’altra faccia della medaglia, ovvero quanto io mi diverta. I cani e i gatti sono la prima fonte delle comiche. Alcuni (letteralmente) mangiapreti, altri bisognosi di coccole, altri (i gatti) che saltano quando gli arriva addosso l’acqua santa. Un cane una volta mi seguì da una famiglia a un’altra e quest’ultima, vedendomi entrare col cane e pensando fosse mio, mi chiese curiosa se i chierichetti erano stati sostituiti! I bambini sono la garantita soddisfazione dei giri quaresimali. Primo, perché vedere tanti bambini alla Balduina ridà un po’ il fiato. Secondo, perché le loro accoglienze sono da manuale. Uno, vedendomi una volta gettare dall’aspersorio l’acqua santa, sentenziò che ero Batman! Un’altra mi chiuse letteralmente con lei sotto una tenda che si era fatta sistemare in camera sua (che era grande come un salone) e non c’era verso di convincerla a farmi uscire, considerato anche che la nonna non chiedeva di meglio per liberarsi un po’ della vivacissima nipote. Un altro mi fece il test di intelligenza con una macchinetta e io dovetti con pazienza stare mezz’ora a rispondere a domande di matematica (figuratevi!), comporre disegni, vincere battaglie informatiche (che persi tutte) finché fui liberato. Ero sfinito! Le comiche da Stanlio e Ollio proseguono con la gente che non sa pregare. Te ne accorgi subito ma pazienza. Ciò che diverte è come dicono il Padre Nostro e l’Ave Maria, frutto di probabili oscure e sconosciute redazioni tratte da qualche codice purpureo di antica data ! Qualche amarezza quando i bambini non sanno nemmeno una preghiera, accanto all’amarezza o della nonna (che subito precisa: mio genero è ateo) o della baby sitter, che implora con lo sguardo mesto il perdono perché lei non può sostituirsi. L’ultima mi è capitata di recente: la mamma facente funzioni di nonna ha telefonato alla figlia, davanti a me, per chiederle il permesso di far benedire la sua (della figlia) casa. Mirabile esempio di rispetto delle idee altrui? Sarà! Livelli di perniciosa reazione ironica mi vengono suscitati quando il dialogo è di questo tipo: “Chi è?”. “Sono il parroco per la benedizione, la desidera?”. Risposta “In casa non c’è nessuno!”. Era proprio astuto Ulisse, quando si fece chiamare Nessuno! Risparmio alcuni dei miei commenti, che lascio generosamente ad alta voce, acciocché (viva la faccia) vengano uditi. Più amaro – ma non meno duro – fu il recente commento a un ragazzetto che, senza aprire, lanciò sonora bestemmia. Almeno però so per chi pregare. Mai sono tornato deluso da un giro pomeridiano nelle famiglie. A chi mi chiede: sei stanco? Rispondo sempre: molto meno di quando passo un pomeriggio in parrocchia, chiamato a destra e a sinistra ad aprire porte, chiuderle, incontrare fornitori, oltre che – ovviamente – la gente normale che parla e vuole essere ascoltata. Dico anche che oggi più che mai questa forma di autentica missione (molto fedele a quanto chiede Gesù ai discepoli nel cap. 10 di Matteo) è necessaria per rendersi presenti e per dare un’immagine della Chiesa meno stagionata e da cantina umida. E concludo affermando quanto stolte siano, a parer mio, le obiezioni “teologiche” (!) sulla benedizione come retaggio di una superstizione da acqua santa. Infinita, cattedratica sciocchezza, megafonata proprio da chi dovrebbe proteggere il popolo di Dio da ciò che il demonio teme di più. -3- IL MESSAGGIO DI FATIMA Renato Ammannati Le apparizioni mariane sono uno dei fenomeni religiosi più clamorosi negli ultimi due secoli, considerati autenticamente soprannaturali nel mondo cattolico e ortodosso ma assai meno in quello protestante. Per quest’ultimo, infatti, simili fenomeni sono riconducibili più che altro a cause psicologiche e disturbi psichici, oppure sono considerati come veri e propri tentativi di frode se non manifestazioni diaboliche. La stessa Chiesa cattolica, d’altra parte, si è ben guardata dal riconoscere come autentiche tutte le presunte apparizioni o visioni ed ha sempre mostrato particolare prudenza nel formulare un giudizio definitivo sulla reale origine soprannaturale di questi eventi. Fra i casi più recenti, però, nessun dubbio è stato sollevato circa le apparizioni di Fatima, avvenute agli inizi del XX secolo. Le apparizioni iniziarono nel 1917 e si conclusero lo stesso anno, ma già nel 1930 la Chiesa proclamò il carattere soprannaturale delle apparizioni e ne autorizzò il culto. A circa venti anni di distanza, infine, furono rese note ufficialmente le prime due parti di un segreto che la Vergine avrebbe confidato ai pastorelli. La terza ed ultima parte fu messa per iscritto da Lucia, l’unica sopravvissuta dei tre veggenti, verso la fine della Seconda Guerra mondiale, ma custodita gelosamente in Vaticano fino alla fine del XX secolo. A rendere ancor più suggestiva la vicenda di Fatima sono state le recenti vicende ad essa legate. L’anticipazione dell’imminente rivelazione del terzo segreto, a circa ottant’anni dalle apparizioni e a più di cinquanta dalla sua trascrizione da parte di Lucia, è avvenuta all’interno di uno spettacolare apparato scenografico, vale a dire la messa di beatificazione di Giacinta e Francisco, alla quale partecipò tutto lo stato maggiore della Chiesa cattolica, da papa Giovanni Paolo II fino al Segretario di Stato vaticano, card. Angelo Sodano, e al Prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger. I segreti di Fatima hanno attratto la curiosità di tutti, Cristiani, atei, agnostici. Particolarmente intorno all’ultimo segreto sono sorte numerose discussioni e congetture, prima e dopo la sua rivelazione. Infatti, mentre quelli già noti parlavano di avvenimenti in maniera esplicita (due guerre, le conseguenze disastrose provocate dalla diffusione del comunismo), il terzo era rivelato attraverso una serie di immagini simboliche di non facile interpretazione. Fra l’altro si rivelava la morte violenta di un papa, e l’interpretazione “ufficiale” della profezia mariana ha voluto riconoscere in quell’uomo Giovanni Paolo II, il quale subì un attentato il 13 maggio 1981. Tuttavia in pochi oramai credono a questa versione. La terza parte del segreto custodirebbe invece un avvenimento drammatico non ancora accaduto. Il messaggio proveniente da Fatima attraverso i tre segreti è, per taluni aspetti, destabilizzante rispetto a certe convinzioni religiose e teologiche cattoliche, consolidatesi soprattutto in Europa dopo gli anni sessanta del XX secolo. Nel vecchio continente è prevalsa una concezione di Dio molto distante da quella ereditata dall’Antico Testamento ed ancora ben viva in certi settori del mondo protestante, particolarmente quello evangelico. Secondo i cattolici Gesù ha cancellato per sempre l’immagine del Dio di giustizia dell’Antico Testamento per sostituirla con quella di Padre amorevole. Tuttavia questa immagine va a stridere con il messaggio di Fatima, che contiene predizioni di sciagure. Fra l’altro alla Vergine sono attribuite parole quali: «Se l’umanità non dovesse opporsi a Satana, sarò obbligata a lasciar libero il braccio di mio Figlio. Allora Iddio castigherà gli uomini con maggior severità di quanto non abbia fatto col diluvio», parole che suonano come un sinistro presagio di catastrofi apocalittiche piuttosto che come un consiglio materno. La questione è che, in ambito cattolico, è avvenuta una sorta di rimozione psicologica collettiva, prima ancora che teologica, dell’immagine di Dio-giudice, fin nei più alti gradi della gerarchia cattolica. Persino papa Giovanni XXIII mise in dubbio il contenuto delle rivelazioni profetiche della Madonna. Come ha recentemente ricordato anche lo scrittore Antonio Socci, nell’ottobre 1962 papa Roncalli inaugurò solennemente il Concilio Vaticano II con un discorso rimasto celebre per il suo manifesto scetticismo verso gli avvenimenti di Fatima: «A noi sembra di dover dissentire – disse il pontefice – da codesti profeti di sventura, i quali annunciano eventi sempre infausti, quasi che incombesse la fine del mondo». Ben diverso sarà l’atteggiamento di altri due pontefici nei confronti dei messaggi e degli avvertimenti della Madonna a Fatima, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. In particolare Joseph Ratzinger, quando ancora cardinale, evidenziò in un suo scritto, L’eredità di Abramo - dono di Natale, come i cattolici tengano un occhio chiuso quando leggono e commentano le Sacre Scritture: «Il Dio della Bibbia degli Ebrei, che è Bibbia — insieme al Nuovo Testamento — anche dei Cristiani, a volte di una tenerezza infinita, a volte di una severità che incute timore, è anche il Dio di Gesù Cristo e degli apostoli». Insomma, la Rivelazione evangelica non ha sostituito quella anticotestamentaria. Il Dio cristiano è un Dio che continua ad usare le maniere forti. -4- “AFRICA EXPRESS” APPARIZIONI MARIANE IN AFRICA “Ed apparve un portento grande nel cielo: una Donna vestita di sole e luna sotto i suoi piedi, e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Apocalisse 12:1) L’APPARIZIONE DI ZEITUN L’apparizione della Madonna forse più nota tra quelle avvenute in Africa è senz’atro quella di Kibeho in Rwanda, protrattasi dal novembre 1981 al novembre del 1989. Di questo straordinario evento ho già avuto modo di scrivere su “Arrivano I Nostri” di aprile 2010 e quindi rimando, chi lo volesse leggere e/o rileggere, a tale numero. Questa volta parlerò di un’altra visione mariana accaduta in Africa in tempi recenti ma meno conosciuta rispetto a quella ruandese. Mi riferisco a quella dell’aprile del 1968 a Zeitun, quartiere periferico del Cairo. Essa ebbe luogo nella Chiesa copta dedicata alla Vergine Maria, fatta erigere nel 1924 da un certo Khalil Pasha che l’anno prima aveva avuto, in sogno, una visione della Madonna che lo invitava a costruire nel suo quartiere, Zeitun appunto, una chiesa a Lei dedicata e promettendogli che Essa sarebbe riapparsa in quel luogo entro i successivi 50 anni. In poco tempo il Sig. Khalil portò a termine la costruzione di una chiesa, non molto grande e sovrastata da una cupola centrale e quattro più piccole intorno. Dopo alcuni anni nessuno ricordava più il racconto del 1924 ma il luogo divenne subito il centro spirituale dell’intero quartiere che era a maggioranza copta. La chiesa venne consacrata nel 1925 ed intitolata alla “Nostra Signora della Luce” in onore di Maria Vergine e ciò sia per ricordare il motivo per il quale essa era stata costruita sia per la grande venerazione che tutti i cristiani copti hanno, storicamente, per la Madre di Gesù, tanto da prevedere, nel loro calendario liturgico circa 30 feste in Suo onore! Anche nel mondo islamico Maria è considerata come una Santa e viene ritenuta la più grande delle donne, “perfetta e senza macchia”. Un fatto singolare, inoltre, caratterizza questa chiesa e cioè che essa sembrerebbe sorgere proprio lungo la strada che la Sacra Famiglia avrebbe percorso durante la fuga in Egitto per sfuggire al proposito del Re Erode di far uccidere tutti i neonati della zona, così come ci racconta Matteo, l’unico Evangelista che ricorda l’episodio! Alle 20,30 del 2 aprile 1968, ultimo giorno di uno dei tanti festeggiamenti dedicati annualmente al culto della Vergine, ecco che tra le cupole di questa chiesa avvenne la prima di una lunga serie di apparizioni. I primi ad accorgersi della cosa furono alcuni operai, entrambi musulmani, che lavoravano in una officina proprio davanti alla chiesa e che furono attratti fuori dalla strana luce che di colpo pervase la zona, ormai quasi buia vista l’ora serale. Appena usciti notarono una figura femminile, apparentemente giovane, che, vestita di una tunica bianca, camminava in bilico sulla cupola centrale della chiesa. Lì per lì pensarono ad una donna in procinto di suicidarsi e quindi iniziarono subito a richiamarne l’attenzione invitandola a desistere da tale proposito. La donna appariva avvolta da un intenso alone luminoso azzurro chiaro e, dando l’impressione di non sentire le grida degli operai, continuava a camminare sulla cupola inchinandosi ogni volta che passava dinanzi alla croce posta sulla sua sommità. Ovviamente il clamore attirò sul posto un numero sempre maggiore di persone che, incredule, seguivano la scena: tutti apparivano rapiti dalla visione assolutamente inusuale ed incredibile. Dopo l’iniziale momento di smarrimento, qualcuno tra la folla, grida “È la Vergine Maria!” dando il via ad un passaparola che in pochissimo tempo raduna, sulla piazza, NOTIZIE E CURIOSITÀ DAL CONTINENTE NERO a cura di Lucio Laurita Longo molte migliaia di persone. Questa prima apparizione è durata circa 30 minuti e da quella volta la cosa si è ripetuta con una certa continuità, almeno 2/3 volte a settimana, protraendosi per almeno un’ora ogni volta. Una caratteristica di tutte le apparizioni è stata che la Madonna non ha mai parlato. Questo silenzio, che inizialmente poteva sembrare come un fatto negativo, ha invece determinato una aggregazione di fede e di preghiera comune tra cattolici, copti, musulmani e atei. Si disse che la Madonna non parlava alle orecchie ma al cuore di tutti! Essa, visibile a chiunque si recasse lì e più volte fotografata da un fotografo locale, appariva spesso circondata da numerose stelle brillanti e talvolta sembrava avere in braccio un bambino. In alcuni casi, la Sua apparizione era preceduta da bianche colombe che, improvvisamente, si materializzavano intorno alla Chiesa. Moltissime persone hanno assistito più volte a questi episodi e tra queste vi furono anche il Patriarca per l’Africa ed il Medio Oriente, Cirillo VI, e lo stesso Presidente egiziano dell’epoca, Abdul Nasser, convinto marxista e ateo, che testimoniò di aver visto in più occasioni questa figura luminosa di donna comparire e poi scomparire sulla cupola di questa chiesa. Le apparizioni di Zeitun cessarono definitivamente nel 1971. Fin dall’inizio i fatti furono oggetto di attenti studi sia da parte delle autorità religiose che di quelle civili le quali giunsero alla conclusione che “senza dubbio si tratta di reali apparizioni”. Lo stesso Papa Paolo VI riconobbe ufficialmente le apparizioni di Zeitun come “divine manifestazioni”. In concomitanza di queste apparizioni, tra le persone che vi hanno assistito o che hanno anche semplicemente visitato la chiesa, sono stati segnalati numerosi casi di guarigioni inspiegabili dalla medicina e di fatti miracolosi cui vanno aggiunte le conversioni o anche il solo avvicinamento alla fede da parte di tanti non credenti. --------------------------------------------------------------------- Quella di Zeitun non è l’unica apparizione Mariana avvenuta in Egitto nel corso dell’ultimo secolo ma altre se ne sono verificate in questo paese tra le quali si segnalano quelle di: - Edfu. La sera del 21 agosto 1982 in questa cittadina vicino Assuan è apparsa la Beata Vergine Maria nella locale chiesa copta. Le apparizioni si sono succedute per circa tre mesi e sono state seguite da numerose persone. IL CAIRO Quartiere di Soubra. Il 25 marzo 1986, nello spazio tra le due cupole della chiesa copta di Santa Demiana Martire, la Vergine Maria apparve agli abitanti del quartiere in forma luminosa, circondata da un intenso alone azzurro. Le apparizioni proseguirono nei giorni successivi davanti ad una folla sempre più numerosa e si sono protratte fino al 1990 ed in alcuni casi oltre alla Madonna sono apparsi anche altri Santi personaggi, quali Santa Demiana Martire o il Bambino Gesù tenuto in braccio dalla Madre. Anche in questo caso, come già avvenuto per Zeitun, è stata costituita da Shenouda III, patriarca e massima autorità religiosa copto-ortodossa una commissione d’inchiesta che ne ha confermato la veridicità. SHENTENA EL HAGAR In questo piccolo villaggio egiziano, nei pressi della città di Menuffiya, sono avvenuti fenomeni simili. In particolare tra l’agosto ed il settembre del 1997 alcuni abitanti delle case circostanti la locale chiesa copta hanno visto una forte luce argentea che rivestiva la grande croce posta alla sommità del campanile. Da questa luce emergeva una figura umana dalle fattezze femminili che è stata riconosciuta come la Madonna, vestita di blu e con le mani sollevate come in un gesto di preghiera. Sopra la testa aveva una grande croce. Le apparizioni successive sono state viste anche dal locale Vescovo e da altri religiosi accorsi nel villaggio e confermate anche in questo caso dal Patriarcato Copto d’Egitto. -5- “UNA SCALA POGGIAVA SULLA TERRA MENTRE LA SUA CIMA RAGGIUNGEVA IL CIELO” (Gen. 28,12) Maria Rossi La Bibbia è uno dei Libri più antichi. Noi crediamo che sia ispirata da Dio e la Bibbia è ricchissima di sogni, visioni e apparizioni. Uno dei sogni che amo di più è quello che nella Genesi fa Giacobbe quando Isacco lo manda da Làbano, che sarà poi suo suocero: una scala che arriva fino al cielo, su cui salgono e scendono gli Angeli e poi appare Dio che rinnova la Sua alleanza e promette la Terra, a lui e alla sua discendenza. Dante riprende questa visione nel canto XXI del Paradiso. Siamo nel cielo di Saturno e lungo la scala salgono e scendono gli Spiriti contemplanti: Pier Damiano e San Benedetto, che criticano il lusso dei prelati e le colpe di alcuni monaci per sete di denaro. E ancora nella Bibbia Dio appare e parla ad Abramo e a Mosè, gli Angeli scendono spesso come messaggeri, Giuseppe spiega i sogni al Faraone, l’arcangelo Gabriele appare alla Vergine, ad un altro Giuseppe in sogno viene suggerita la fuga in Egitto. E poi c’è l’epica classica, ci sono l’Iliade, l’Odissea e l’Eneide, dove gli dei appaiono ad Achille e a Ettore, ad Ulisse e ad Enea e dove Anchise mostra al figlio il futuro di Roma… Nel Somnium Scipionis di Cicerone, Scipione l’Africano (il Grande) appare al suo discendente, l’Emiliano, e, mostrandogli la piccola Terra dall’alto della via Lattea (dove sono gli uomini che in vita si sono impegnati per il Bene della Res publica), ha parole sferzanti contro il potere e l’arroganza umana che pretendono di dominare il mondo, un mondo tanto piccolo se visto dall’alto. E ancora tutta la cultura medievale è densa di visioni, sogni, apparizioni. Dante ne è il maestro con Beatrice, figura della Grazia, e Virgilio, figura della Ragione, che lo guidano, ma tanti altri autori insieme a lui ci presentano nella letteratura mondiale divinità, uomini e donne grandi che parlano e insegnano, trasmettono messaggi. Questo è infatti il motivo conduttore di visioni tanto diverse e lontane tra loro nel tempo e nello spazio: dare un insegnamento, un conforto, una guida, un rimprovero, rispondere ad TESTIMONIANZA DI UN PRODIGIO AVVENUTO DAVANTI ALLA GROTTA DELLA VERGINE DELLA RIVELAZIONE Maria Vittoria Nardone D’Errico Sono tanti i Santuari Mariani che mi sono cari ed a cui sono devota: il Santuario della Madonna del Rosario di Pompei, di cui porto il nome: (fu papa San Pio V nel 1572 ad istituire la “Festa di Santa Maria della Vittoria”, successivamente trasformata nella “Festa del SS.Rosario” per celebrare l’anniversario della storica vittoria della battaglia di Lepanto, ottenuta “per intercessione della augusta Madre del Salvatore, Maria” e tutti quei Santuari della Vergine Maria che si trovano vicini al mio paese di origine, Formia. Il Santuario della Madonna della Civita (Itri), il Santuario della Madonna del Colle (Lenola) ed il piccolo Santuario della Madonna della Noce (nel territorio di Formia). Ma è alla Vergine della Rivelazione che è collegato un episodio importante della mia vita e per questo voglio dare testimonianza di un fenomeno prodigioso accadutomi per intercessione della Mamma Celeste. Avevo nove anni, era la primavera del 1952, quando mi apparve sul viso, su ambedue le guance, un eczema che con il passare del tempo diventava sempre più grave e non si trovava una cura che lo potesse debellare. Fui visitata dai migliori dermatologi ma la diagnosi era sempre la stessa: nessun rimedio. Questa malattia mi portò problemi; essendo ancora bambina non volevo uscire di casa ed anche andare a scuola mi procurava disagio, tanto che la mia maestra veniva a casa a farmi lezione. Arrivo la Santa Pasqua, che quell’anno cadde il 13 aprile, quinto anniversario dell’apparizione della Vergine della Rivelazione, e come altre precedenti Pasquette eravamo soliti trascorrere il picnic con zii e cugini nei prati presso una richiesta; guidare l’umanità smarrita; esaltare anche una mistica e appassionata adesione a Dio, Amore come nelle Visioni di Santa Teresa o nell’umile e totale abbandono del “sì” di Maria. Spero di non scandalizzare nessuno in questo mio citare visioni sacre e profane. Tutte secondo me – in modi diversissimi – ci presentano un’umanità interiore, spirituale, profonda, che cerca con desiderio forte una “relazione” con l’Altro, con un Altro più grande che insegni, guidi, ami. La scelta di questo argomento mi ha creato, lo confesso, un po’ di difficoltà. In me si incontrano due anime: quella credente e quella laica, quella di fede e quella razionale, quella che ha fatto elementari e medie dalle suore e quella che ha fatto il liceo al Mamiani, quella che ha studiato Lettere alla Sapienza e quella che ha approfondito gli studi medievali e la storia della Chiesa all’Archivio vaticano. Un bel miscuglio! Terra e cielo che si uniscono, due realtà che la scala di Giacobbe simbolicamente collega: queste sono le visioni e le apparizioni. Sono stata a Lourdes, a Fatima, a Medjugorje e non sta a me affermare o negare la veridicità delle apparizioni di Maria. La Chiesa è prudente. Aspetta anni, eventi miracolosi, favorisce studi su studi, indagini su indagini; anche tra i suoi più illustri, santi e preparati esponenti le posizioni sono molto diverse. Le apparizioni non sono nel Credo della Fede cattolica, appartengono al culto e alla preghiera dei fedeli. Eppure i luoghi in cui – secondo la tradizione cristiana – è apparsa Maria sono luoghi di preghiera straordinaria e potente. A Lourdes mi hanno colpito i malati, la loro fede, la preghiera e la fiaccolata serale, le piscine; a Fatima, la preghiera nell’enorme spianata; a Medjugorje la straordinaria Adorazione Eucaristica e la Via Crucis su per la montagna. Sono luoghi diversissimi tra loro ma una come me, una – voglio dire – che non può liberarsi del “miscuglio” di cui dicevo prima, una che ha studiato, letto tanto anche di classici e di autori laici, non può non restare colpita dalla straordinaria forza di preghiera che “si respira” e “si vive” in quei luoghi. E che Maria chieda di pregare per il mondo e la sua conversione, per la Chiesa e i suoi Sacerdoti, che voglia e desideri la preghiera dell’umanità, che chieda purificazione e sacrificio non è evento straordinario, dato lo spazio che nella Sua vita Gesù stesso dà alla preghiera; perché è Lui che ci ha insegnato a pregare, Lui che ci ha lasciato il Padre Nostro, Lui che ci ha detto: “Se due di voi si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. (Mt. 18, 19-20) Appunto: questi sono luoghi di straordinaria, forte e profonda preghiera. il recente santuario della Madonna delle Tre Fontane, dove noi bambini ci divertivamo a giocare e correre. In famiglia si parlava molto di quella recente apparizione e spesso ci recavamo a pregare presso la Grotta (ricordo che trovavamo sempre raccolto in preghiera il Cornacchiola a cui la Madonna era apparsa il 12 aprile del 1947. Vicino alla grata si trovava un vaso contenente parte della terra su cui la Madonna si era posata, affinchè i fedeli, riempito un fazzoletto, potessero conservarla come sacra reliquia. Anche in quella Pasquetta del 1952 trascorremmo una felice giornata in quel luogo santo. Nel pomeriggio, prima di rientrare a casa, ci fermammo a pregare alla grotta. Io mi ero portata davanti alla grata dove era il vaso con la terra. Mentre pregavo e chiedevo alla Madonna la guarigione mi si accostò la nostra tata Loreta (da noi chiamata Deta) che mi suggerì di coprirmi con la terra santa le parti del viso ricoperte di piaghe. Io con fede all’istante presi una manciata di terra e mi ricoprii l’intero viso. A quel punto ci furono momenti di grande apprensione: mamma al vedermi con il viso nero di terra si spaventò perché potevo andare incontro ad un’infezione, cercava di lavarmi. Mio papà invece la tranquillizzava, dicendo di aver fiducia nella Madonna che mi avrebbe guarita, La tata poverina piangeva perché si sentiva responsabile. Salimmo subito in macchina per rientrare a casa. Appena arrivati mentre mamma cercava di lavarmi bene e disinfettarmi si accorse che le piaghe erano quasi sparite. La mattina successiva quando mi alzai con stupore di tutti ero guarita, non avevo più nulla sul viso e quella forma di eczema che i medici non erano riusciti a debellare non mi si presentò più. La più contenta fu la tata Deta perché andava ripetendo che “era stata lei a suggerirmi di impiastricciarmi con la terra benedetta”. Così la Mamma Celeste con la sua benevola intercessione ha voluto concedermi un grande dono. -6- CATHERINE LABOURÈ E LA MEDAGLIA MIRACOLOSA Cesare Catarinozzi Nel 1978 mio padre subì un delicato intervento chirurgico: il prof. Giordani, prima di operarlo, mi disse che le possibilità di salvargli la vita erano minime. Una suora gli pose accanto la “medaglia miracolosa” di Catherine Labourè. Mio padre si salvò. Miracolo? Andiamoci piano. Ma certo quella medaglietta mi è rimasta nel cuore. Eccovi comunque la storia di quella medaglia. Catherine Labourè nacque in Francia nel 1806, la fanciulla ben presto rimase orfana della madre. Nel dolore consacrò se stessa ed i suoi fratelli alla Madonna. Il padre, preso da molti affari, affidò Caterina alle cure di una zia. Due anni dopo la riprese con sé e le affidò le cure della casa. Caterina cercava il più possibile di conciliare le cure domestiche con la preghiera. Giunta all’adolescenza, dopo un sogno che la invitava ad entrare tra le suore, chiese di entrare in una casa delle Figlie della Carità. Caterina, però, trovò opposizione nel padre che aveva già dato una figlia a tale istituto e non voleva privarsi dell’aiuto cospicuo di Caterina. La mandò in casa di un altro figlio a Parigi ma la moglie di costui, diventata avvocato, le permise di seguire la sua vocazione. Caterina entrò come Postulante tra le Figlie della Carità a Chatillon-sur-Seine. In seguito fu mandata a Parigi nella Casa Madre situata in rue du Bac. Nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1830, mentre la Francia era sconvolta dalla possibilità di una nuova rivoluzione Caterina, nella grande cappella della Casa Madre, avrebbe avuto un colloquio durato più di due ore con la Madonna che le avrebbe preannunziato nuovi incontri. Questi sarebbero appunto avvenuti a brevi intervalli l’uno dall’altro, nel settembre, novembre e dicembre dello stesso anno. La più nota delle apparizioni fu quella che Caterina sostenne fosse avvenuta il 27 novembre, nella quale si possono distinguere due fasi. Nella prima fase la Madonna sarebbe apparsa a Caterina, ritta su un globo avvolto dalle spire di un serpente. La Vergine avrebbe offerto a Dio un altro piccolo globo dorato, che dovrebbe simboleggiare ogni singolo credente, ch’ella avrebbe tenuto all’altezza del cuore. Dalle mani della Madonna sarebbero piovuti sul globo inferiore due fasci di luce. Nella seconda fase, scomparso il piccolo globo d’oro, le mani della Vergine si sarebbero abbassate, irraggianti fasci luminosi, e, come a formare un’aureola, intorno alla testa della Madonna, sarebbero apparse le parole: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi”. Poi il quadro sarebbe parso visto nel suo retro: la figura della Madonna sarebbe scomparsa e al centro sarebbe apparsa la lettera M, al di sopra della quale appare la croce e al di sotto i Sacri Cuori di Gesù e Maria. Una voce interiore avrebbe chiesto a Caterina di far coniare una medaglia che riproducesse la visione. Furono coniati presto i primi millecinquecento esemplari. Dopo i voti di Comunità ebbe vari uffici nelle sue Case, comportandosi con la massima discrezione - solo le superiori seppero delle presunte apparizioni - e dedicandosi, come specifico dell’ordine di appartenenza, alla cura degli ammalati e degli anziani. Verso la fine del 1876 S. Caterina predisse la sua prossima morte che avvenne il 31 dicembre dello stesso anno. Introdotta la Causa per la sua Beatificazione e Canonizzazione nell’anno 1907, fu beatificata il 28 maggio 1933 da Pio XI e canonizzata il 28 luglio 1947 da Pio XII. La santità di Catherine è stata dunque ufficialmente riconosciuta. È chiaro inoltre che chi compie i miracoli non è la medaglietta in sé, ma Maria in Cristo. Poco dopo l’intervento che salvò la vita a mio padre, una mia amica suora mi portò un libro su Catherine Labourè e nel mio cuore c’è sempre il desiderio di visitare il luogo del possibile miracolo, a Rue du Bac, in Parigi. -7- I LUOGHI DI MARIA Maria Pia Maglia Ringrazio Dio di aver potuto fare sei viaggi a Lourdes come volontaria e uno a Fatima da pellegrina. Che cosa mi porto dentro? Cosa si respira nei luoghi delle apparizioni, i luoghi di Maria? Anzi tutto una Fede grande, immensa, palpitante, che diventa inevitabilmente testimonianza. A Lourdes il dono di Fede più grande ce lo danno i malati con i loro sorrisi grati perché li accompagnavamo da Lei e non solo e non tanto per guarire, ma per avvicinarsi a Lei, alla grotta, lodarla sapendo che è questo che dà la forza di vivere. La loro speranza diventa certezza perché a Lourdes il Regno di Dio è già in mezzo a noi. E con la Fede e la Speranza così vive si genera la Carità, l’Amore: a Lourdes non si dorme: si prega e si ama. Davanti alla grotta ci sono sempre moltissimi a pregare. E poi bagnarsi in quell’acqua che subito evapora e sembra diversa da qualunque altra. I volontari fanno dei turni di notte negli ospedali e quelle nottate passate insieme aiutandosi a far tante e tante emergenze (una notte 2 padelle e 37 malati anche tetraplegici) conducono ad amicizie forti, come quella che feci con Anna Tammi, la madre di Don Paolo: una donna energica, ma che coi malati era di una tenerezza estrema e non temeva di esprimere le emozioni: quante risate insieme, ma anche quanti momenti ci commozione! A Fatima tutto pare più raccolto, più intimo, mi è parso che per fortuna l’aspetto di commercializzazione della Sacralità sia più contenuto e ciò che mi ha colpito, anzi impressionato, è stata proprio la subitanea trasformazione dei 3 piccoli veggenti, ancora bambini, in 3 piccoli eroi della Fede e della Carità. Non hanno avuto paura di minacce, di sfidare l’autorità e soprattutto di offrire totalmente se stessi a Dio. Oltre a pregare, digiunavano, rinunciavano a tutto per salvare i peccatori: si sono lasciati morire di consunzione e solo Lucia, la maggiore, è rimasta in vita santamente fino ai giorni nostri. Che dire? Nulla si può aggiungere alla misteriosa volontà e grandezza di Dio! LA MADONNA DELL’ EQUILIBRIO Alfredo Palieri Ci sono voluti secoli per i quattro dogmi mariani. Sono dogmi dei primi secoli ma solo di recente si è affermato che Maria è stata concepita senza peccato originale e che è stata assunta in cielo in anima e corpo. Questa gradualità è in sintonia con la scoperta anch’essa graduale della propria missione da parte della stessa Maria. Lei dice si all’Annunciazione e poco dopo nel Magnificat già comincia ad intuire quello che il Signore compirà per lei. Gesù dodicenne le dirà che Lui deve occuparsi delle cose del Padre Suo ed è meditando queste parole che, diciotto anni dopo, alle nozze di Cana, Maria riesce con estrema dolcezza ed insieme con intelligenza ed equilibrio, a far si che il Figlio acconsenta a compiere il primo miracolo, evitando agli sposi l’umiliazione della mancanza di vino. A proposito di equilibrio, nell’anno 1967 un monaco cistercense delle Frattocchie a Roma, mentre in soffitta riordina oggetti fuori uso, trova una lastra di bronzo col rilievo di una orante: l’Alma Aequilibri Mater, Santa Maria dell’equilibrio. Vi è raffigurata una Madonna che si mantiene in equilibrio ritta in piedi con le mani allargate. L’anno successivo un dipinto a colori di tale immagine venne donato al Papa. Quando Paolo VI la vide, ne fu molto consolato ed esclamò: «Ah, proprio quella che ci vuole!», sentendosi incoraggiato nel difficile compito di guidare la Chiesa in un momento assai travagliato. In questi ultimi due secoli si sono moltiplicate le apparizioni di Maria, accompagnate sempre da consigli, da fermi comandi, elargiti sempre con dolcezza. Alfredo di Ratisbonne, ateo, in una chiesa di via del Tritone a Roma, interrompe i suoi inchini e genuflessioni dinanzi allo sguardo divertito ma sicuramente materno della Vergine che gli appare improvvisamente e si converte. A Lourdes il severo Vescovo capisce che Bernadette dice il vero quando costei afferma che la Signora si è rivelata come l’Immaculada Conceptio. Bernadette infatti, semplice contadinella, non poteva certamente essersi inventate quelle parole di un dogma allora recentissimo. A Fatima, con sommo acume sulle situazioni del momento, Maria dà indirizzi sulla difficile situazione mondiale e promette la conversione della Russia. A Medjugorie offre una ricchezza di consigli spirituali sempre nella cornice della situazione contemporanea. Tutti i suoi consigli materni terminano sempre con un dolce “Grazie per avermi ascoltato”. Maria è stata scelta come araldo per raggiungere noi uomini. Gli altri cristiani non riconoscono i dogmi mariani o li riconoscono solo in parte. Eppure gli ortodossi, con le loro icone, hanno una profonda venerazione per Maria. In Grecia, a Mistras, vicino a Sparta, un’infinità di chiese mostrano devozione a Maria. Nel Paradiso Dante Alighieri chiama Maria “Termine fisso d’eterno consiglio”. Per significare che tutta la potenza di Dio si è estrinsecata in Maria. E Carducci nella “Leggenda di Teodorico” dice “Ella che, sotto il grande azzurro velo, accoglie i martiri della Patria e della Fede…”. Il Santo Curato d’Ars disse che “la scala per il Paradiso è retta in alto dalle braccia di Maria la quale, col suo sguardo, incessantemente spinge le anime ad avvicinarsi”. Ma, attenti! Maria, pur con la sua delicatezza e dolcezza materna, vuole che noi la ascoltiamo e ci convertiamo. VISIONI TRASCURATE Alessandra Angeli Non molto tempo fa, mi resi conto di una mia enorme lacuna: nata e cresciuta a Roma, passati gli “anta”, non ero mai andata al santuario della Madonna delle Tre Fontane, situato più o meno di fronte all’omonima abbazia dedicata a San Paolo. Me ne parlava mia madre, ma nella mia testa era rimasta solo una delle tante cose udite solo con le orecchie. Poi un flash: “La Madonna è apparsa a Roma e io non so nemmeno esattamente dove!” Mi sembrava di aver fatto buoni progressi in campo spirituale, e invece guarda ancora quanta ignoranza! Meno male che la Provvidenza, un paio di mesi fa, mi ci ha fatto arrivare davanti quasi per caso, tornando dall’ Eur. Mi ritrovo di fronte a pareti tappezzate da ex voto, mi fermo in preghiera in una cappella con l’esposizione del Santissimo Sacramento ed alla fine entro nella chiesa costruita a ridosso della grotta dell’apparizione, dove trovo diverse persone con la corona del rosario in mano. Mi riesce difficile pensare che questo posto non abbia avuto ancora il riconoscimento ufficiale della Chiesa; e lo penso con dispiacere, perché tutti noi conosciamo le vicende di Lourdes e Fatima, ma forse ne sappiamo molto meno della volta in cui la Madonna fece la grazia di apparire anche a Roma. L’acqua di Lourdes ha fatto miracoli, ma anche la terra della grotta qui a Roma. Su Internet ho trovato tutta la storia, tantissime foto e articoli di giornali dell’epoca. Sono passati poco più di 60 anni, era il 1947: il veggente, Bruno Cornacchiola, è morto solo nel 2000. Prima della conversione era un strenuo persecutore della chiesa cattolica, in particolare proprio della Madonna. Alle volte, discorrendo in genere delle apparizioni mariane, ho rilevato in alcuni il timore delle stesse: la paura di concentrare la propria attenzione su Maria piuttosto che su Gesù Cristo. La mia personale esperienza è stata invece di essere stata avvicinata a Lui proprio da sua Mamma; che altro non vuole che prendiamo confidenza con loro, proprio come due persone vere e proprie. Nei messaggi di Medjugorje Lei ripete spesso che vuole presentarci a Suo Figlio come un bel mazzo di fiori: il che vuol dire che dobbiamo darci una bella ripulita. Allora qualche giorno fa, mi telefona una mia cara amica e mi dice di andare alle tre a recitare la coroncina alla Divina Misericordia in S. Spirito in Sassia, la chiesa dedicata a questa devozione, zona S. Pietro. Superate le mie prime rimostranze perché “c’abbiamo sempre tutti troppo da fa”…, vado. E, a parte il fatto che a quell’ora c’è pochissimo traffico e tanti parcheggi disponibili, faccio benissimo, perché a proposito di visioni, eccone una meravigliosa: il volto di Gesù nell’immagine che lo ritrae nello splendore della Sua Misericordia. Alzo lo sguardo, ed eccolo lì, un volto indescrivibilmente bello, ma di un bello che viene dalla dolcezza di uno sguardo profondo; sorride leggermente, ti dice: “Eccoti finalmente, ti aspettavo. So quante ne combini tutti i giorni, vieni qui, fatti abbracciare, ti aiuto io”. Eh già, dove vado tutta sola… La recita della coroncina sì, è diventato un appuntamento che, più o meno, riesco ad onorare; ma era veramente parecchio che non andavo a venerarLo. E mi sono detta: “Ma quanto sei sciocca, guarda quello che perdi!” Ogni tanto, mi figuro di ritrovarmi di fronte a Loro, proprio come una bimbetta un po’ monella: ginocchia sbucciate, vestituccio stropicciato, capelli arruffati: mi aiutano a rassettarmi, a farmi un bell’esame di coscienza, a guardare bene dove mettere i piedi per poi ripartire. Come potrei fare senza! Volevo condividere con chi legge queste sensazioni perché, è vero, “c’abbiamo tutti troppo da fa’…”, ma alla fine quante scocciature o fugaci felicità! Meglio dare all’ anima quell’ossigeno che placa tante ansie interiori e ridona pace. Siamo romani, abbiamo “talenti” che altri non hanno così a portata di mano. Andiamo a scovarli. Nonostante la sensazione di un rinnovato fervore interiore, quel giorno al Santuario della Madonna alle Tre Fontane, ho percepito un luogo solitario, un po’ abbandonato e dimesso; andandomene ho provato un alone di tristezza e solitudine. Per carità, una sola visita non basta… Provate ad andare anche voi se non lo avete già fatto: la bontà di un albero si riconosce dai suoi frutti… Che la Mamma celeste guidi e benedica ognuno di noi! -8- UN SOGNO DURATO MEZZO SECOLO UNA PERSONA BEN PIANTATA PER TERRA Giulia Bondolfi Marco Di Tillo Nella mia vita non sono mai stato in pellegrinaggio in uno dei luoghi famosi per le apparizioni mariane, lo confesso. Non sono mai stato a Lourdes, né a Fatima, e neppure a Medugorje. A giudizio di quanti sono andati almeno una volta in uno di questi luoghi, mi sono perso molto. Innanzitutto mi sono perso migliaia di visi pieni di speranza e di Fede, oltre naturalmente a non aver conosciuto e visto da vicino tutte le persone che in questi luoghi operano per aiutare il prossimo, per essere vicini alle varie situazioni di dolore e di bisogno. Non ci sono stato, è così. Come del resto non sono stato in tanti altri posti di questo pazzo, fantastico, meraviglioso mondo che Dio ha voluto donarci. E’ una mia colpa, una mia mancanza. Però per due volte ho sognato la Madonna. Si, proprio lei. Era un sogno però non era solo un sogno. Era quasi vero, era lì davanti a me. L’ho sognata io, personalmente. Aveva le mani giunte, i capelli neri, il mantello celeste, il sorriso buono. Mi diceva di pregare e di stare tranquillo, di essere buono e di aver cura del prossimo. Trasmetteva grande calma e serenità e, insieme, un immenso e profondo rispetto. Il sogno mi ha comunicato un senso di pace e di calma che mi sono portato dietro a lungo, negli anni a venire. A differenza di molti altri sogni dimenticati con la luce del primo mattino, questi due li ho ricordati sempre perfettamente anche se sono avvenuti a distanza di quasi mezzo secolo uno dall’altro. Il primo infatti l’ho fatto quando avevo dieci anni e stavo per prendere i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima che all’epoca si facevano contemporaneamente. Durante il mese di maggio, al catechismo, c’era una statuetta della Vergine, mantenuta dentro un magico scrigno. Si faceva a gara per portarla a casa almeno per un giorno dopo aver vinto alla gara dei fioretti! Chissà se quel sogno l’ho fatto la notte in cui quella statuetta troneggiava sul mio comodino? Questo non me lo ricordo. Il secondo sogno l’ho fatto invece due anni fa ed era assolutamente identico al precedente, come se il tempo non fosse mai passato. Di nuovo la Vergine lì a parlare con me, solo con me. Come se ci fosse stata solo una piccola pausa per alzarsi un istante e poi rimettersi seduti per vedere il secondo tempo. Si, lo so. Qualcuno penserà: “questo a fare i pellegrinaggi non ci va e se la vuole cavare con i sogni.” Però, sinceramente, io non la vedo come una scusa della serie “Non vado a Lourdes, però sogno la Madonna, quindi la mia pigrizia è giustificata”. Non è così, anche perché la pigrizia non è mai giustificata. Ma è anche vero che forse non bisogna spingersi troppo lontano per trovare la Fede e i personaggi che essa rappresentano. La Fede è dentro di noi, basta chiudere gli occhi e sentire il proprio cuore per trovarla. Così anche Gesù e sua Madre sono dentro di noi e, se vogliamo ascoltarli, ci parlano, ci proteggono, ci consigliano senza dover prendere l’aereo ed il treno per andare fino in Francia o in Portogallo. Con questo non voglio dire che non bisogna fare i pellegrinaggi in quei posti. Non lo dico anche perché se no Don Paolo mi corre dietro col bastone. Lui a Lourdes c’è già stato un’infinità di volte e a Medjugorie ci torna per l’ennesima volta quest’estate con la nostra parrocchia. No, Io dico che si può fare tutto ma che il bene ed il male stanno sempre lì, dentro di noi. Siamo noi la scatola piena da cui attingere. Ricordate Eta Beta, quel buffo personaggio disegnato da Walt Disney che mangiava le lampadine e dentro i suoi calzoncini trovava sempre tutto? Be’, io credo che noi siamo un po’ così, come tanti Eta Beta. Abbiamo la possibilità di trovare il bene semplicemente cercando nel nostro cuore, senza andare troppo lontano. Sono una persona ben piantata per terra e faccio sempre molta fatica a guardare verso il cielo. Me lo dice sempre mio marito: “Alza la testa ogni tanto, il cielo è bello”. Con l’età e a poco a poco ho cercato di elevare la mia fede guardando verso l’alto ma probabilmente faccio parte di quella schiera di persone che hanno più facilità a vedere Gesù Cristo nei barboni, in un reparto di chemioterapia del Bambin Gesù, in un anziano che vaga solitario per il nostro quartiere. È questa la mia natura e quindi parlare di visioni non mi risulta proprio facile. Ma nella sua infinita misericordia Gesù Cristo ha voluto scuotere anche una come me mettendomi davanti agli occhi delle situazioni che, come diceva il Padrino, “non avrei potuto rifiutare”. Il percorso delle mie visioni è stato lento e progressivo perché credo che se Gesù Cristo o la Madonna mi fossero apparsi di botto probabilmente non li avrei neanche riconosciuti. Con me nostro Signore si è veramente impegnato, lo riconosco, scomodando addirittura una santa, Madre Teresa di Calcutta. Uno dei miei tre figli era nato con un grave problema cardiaco e grazie a mio suocero, Madre Teresa, dopo che lui era stato operato, ha benedetto la sua vita soffermandosi a lungo davanti al suo lettino. Della venuta di Madre Teresa al Bambin Gesù ci sono tantissime immagini nella mia mente e quando torno a pensare a quel giorno non posso che credere che il Signore, nella sua infinita misericordia, mi abbia voluto dare un segno talmente forte a cui io non ho più potuto dire di no. Credo che avere delle apparizioni sia un dono ma se ognuno di noi provasse a riconoscere la presenza di Gesù Cristo nella propria vita di tutti i giorni non ci sarebbero più atei. È così che in tutti questi anni sono andata avanti vedendo miracoli in tante piccole cose della mia esistenza. Dopo una preghiera riuscivo a riconciliarmi con qualcuno, a concludere un colloquio di lavoro con onestà d’animo, a parlare con i miei figli facendo arrivare le ragioni del cuore. Gesù Cristo era sempre al mio fianco o addirittura dentro di me quando riuscivo a fare uno sforzo maggiore. Fino a qualche giorno fa in cui dopo tanti anni ho percepito per la prima volta una presenza speciale. Mi sono svegliata nel cuore della notte con la senzazione fortissima che la Madonna mi chiedesse di recitare un Rosario per lei ad intercessione di alcuni problemi che avevo. Lei era lì con me, o meglio dentro di me infondendomi grande pace e tranquillità. Poiché non riesco ad elevarmi al cielo e a guardare in alto lei è scesa. La spiegazione che mi sono data è semplice e spero che Don Paolo non me ne voglia. Probabilmente la Madonna nella sua infinita bontà ha capito che con un tipetto come me non c’era alcuna speranza: o scendeva lei o io rischiavo di non vederla. -9- QUALCHE CONSIDERAZIONE SULLE VISIONI MARIANE DI MEDJUGORJE Luciano Milani CHE PALPITO VIENE SE ASCOLTI LA PREDICA! (Pensieri tratti dalle omelie di don Paolo) DOMENICHE T.O. prima della QUARESIMA 2011 Come essere contenti Le Beatitudini sono nove proposte di felicità, di cui viene spiegato ogni volta il motivo. È bello pensare a come vorremmo “beati” coloro che amiamo… Quando si parla delle apparizioni mariane, sorge in me sempre qualche dubbio, che supero soltanto quando su di esse si pronuncia ufficialmente la Chiesa. Col termine “Apparizioni” infatti, secondo il teologo Rino Fisichella, si fa riferimento ad una manifestazione visibile del soprannaturale all’interno delle categorie spazio-temporali del soggetto che ne è destinatario. Quindi, il criterio di credibilità delle apparizioni è dato per me, e penso per chiunque, dalla personalità del veggente, quale appare ante, in e post visione. Ora, proprio la lettura delle biografie dei veggenti di Medjugorie non mi aiuta a credere ciecamente alle loro visioni. La mia adesione alle 19 apparizioni di Lourdes, per esempio, è piena e totale. Ed a questa adesione sono indotto sì dalla pronuncia della Chiesa, ma anche dalle virtù eroiche praticate per tutta la vita dalla piccola Bernadette, la quale, dopo otto anni dall’ultima apparizione della “Bellissima Signora”, il 4 luglio 1866 lascia la famiglia, parte dalla sua città e sotto la guida dello Spirito Santo va a nascondersi in convento, luogo sì ricco di gioie spirituali, ma umanamente pieno di umiliazioni e sofferenze. La sua umiltà è tanto grande durante i pochi anni che le restano da vivere che anche la sua santità rimane misteriosamente velata perfino a chi le vive vicino, come la superiora del convento e le sue stesse consorelle. E tutto verrà confermato dalla Chiesa, con la elevazione agli onori degli altari dell’umile fantesca dei Pirenei. La santità di vita dei pastorelli di Fatima, ritualmente proclamata dalla Chiesa, non mi lascia dubbi sulla veridicità delle loro visioni, e così per il piccolo contadino di Guadalupe. Al contrario, le visioni di Medjugorie mi lasciano seriamente perplesso proprio, per la vita dei veggenti e per le modalità delle visioni stesse. È vero che il miracolo è l’intervento libero di Dio all’interno della creazione e nell’uomo per esprimere la vittoria sul male e la chiamata alla partecipazione del suo regno, e quindi esso può realizzarsi con qualsiasi modalità e in qualunque tempo, ma la continuità e la ripetitività delle apparizioni di Medjugorie mi sembrano verificarsi troppo al di fuori degli schemi con i quali si sono realizzate quelle finora riconosciute dalla Chiesa. Inoltre, la vita dei nostri veggenti, anche se civilmente irreprensibile, non mi pare che attinga quei vertici di eroicità che tutti i santi veggenti delle apparizioni riconosciute hanno posseduto. Inoltre, l’atteggiamento negativo di tutti i Vescovi che si sono succeduti nel governo della Diocesi non contribuisce certamente a rimuovere del tutto il mio scetticismo. Recentemente la Chiesa ha preso in seria considerazione il fenomeno che richiama ormai centinaia di migliaia di fedeli da ogni parte del mondo e c’è molta gente che giura sinceramente di aver ricevuto grazie e miracoli, ma proprio la posizione della Chiesa locale ha indotto la Santa Sede a nominare una commissione di studio presieduta da un eminente teologo, qual è il cardinale Camillo Ruini. D’altra parte, è anche vero che l’oggetto del messaggio non è dissimile da quello di Lourdes e da quello di Fatima. Anche il messaggio di Medjugorie può essere infatti riassunto nell’invito alle quattro azioni bibliche: pentimento – conversione – penitenza – preghiera. E il soggetto verso il quale deve riconfluire l’amore del mondo è il medesimo di tutti i messaggi mariani: Gesù di Nazareth, verbo incarnato di Dio, crocifisso, morto e risorto per il riscatto di tutti. Questi elementi mi spingono a seguire tutto quanto avviene sui fatti di Medjugorie, e per questo mi riprometto di andare pellegrino in quei luoghi, con la speranza di tornarne illuminato. E sarei ben felice di credere che ancora una volta la Madonna, sia pure in un modo del tutto anomalo, ha deciso di riportare al Figlio quella parte di Umanità lontana dal Suo messaggio di Salvezza. - 10 - Come essere santi “Siete il sale della terra”: siete, non siate, dal momento che siete stati battezzati. Il sale della saggezza è la “sapientia cordis” che proviene dalla luce del Vangelo, è il cammino verso la santità… Come essere liberi Si è liberi se si usa la libertà con intelligenza e discernimento. La libertà vera è il dominio di se stessi. Gesù è venuto a dare senso ai precetti del Vecchio Testamento e a renderci liberi… Chi sono i nostri nemici? Sono coloro che scelgono il male. Perché Gesù dovrebbe essere stato mandato dal Padre sulla terra se non ci fosse stata e tuttora continuasse ad esserci la lotta tra il Bene e il male? Preghiamo per i nostri nemici e avremo la vera pace! Il Signore è il mio padrone Cercate Dio, tutto il resto viene di conseguenza… “Non mi dimenticherò mai di te”, dice il Signore. È il Dio che ti prende tra le braccia e ti accarezza come la madre che non dimentica il suo bambino… Tu solo, Signore, la mia roccia Costruiamo la nostra vita sulla Parola di Dio, come una casa sulla roccia. Teniamo conto delle “previsioni atmosferiche”, ma ci sostenga la consapevolezza che né la pioggia, né il vento, né i fiumi in piena potranno distruggere la nostra casa, perché il Signore è la nostra roccia! NOSTRA SIGNORA DI GUADALUPE FATE QUELLO CHE VI DIRÀ Lydia Logobardi Luigi Guidi Numerose ed indimenticabili sono state sempre le apparizioni della Madonna in Colei che – per volontà di Dio nostro paesi vari del mondo. Padre – è la mediatrice di tutte le Esse hanno contribuito alla conversione grazie tra Dio stesso e l’uomo, la tutta di migliaia di persone e ad una più pura, l’Immacolata Concezione, conoprofonda devozione verso la Santa e benedetta Madre di Dio. Vorrei però scendo le innumerevoli necessità e ricordare qui le apparizioni della piaghe delle nostre anime, ha voluto Vergine di Guadalupe in Messico più volte chinarsi su di noi e venire in risalenti agli inizi dell’evangelizzazione nostro aiuto. di quel paese, quando i cristiani erano A questo fine, è apparsa nel corso dei ancora poco numerosi. Ecco dunque secoli a molte umili persone lasciando i fatti. Il 9 dicembre 1531 la Vergine Maria a loro e a tutti noi consigli, ammoniapparve ad un contadino indio di nome menti ed esortazioni. Juan Diego sulla collina di Tepeyac Quando le apparizioni sono approvate presso Città del Messico. dalla Chiesa, costituiscono “un valido Ella gli chiese di andare dal Vescovo del aiuto per comprendere e vivere meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo luogo per comunicargli il desiderio che si deve trascurare. È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare Le venisse dedicato un tempio su quella collina. In quella prima appariuso.” (“Il Messaggio di Fatima” – Joseph Card. Ratzinger, 2000) zione la Vergine promise al giovane Non è obbligatorio farne uso perché l’unica rivelazione alla quale è dovuto un indio: ”In questo santuario darò alle assenso di fede è quella pubblica, che è espressa nella Bibbia. genti il mio amore, il mio sguardo Vi sono tuttavia apparizioni, rivelazioni e devozioni mariane, penso per esempio compassionevole, il mio aiuto, la mia a quelle di Lourdes e di Fatima, che sono entrate da decine di anni nella pietà salvezza, perché io davvero sono la popolare e che sono talmente produttive di buoni frutti spirituali che davvero vostra madre amorevole, tua e di tutti non si vedrebbe a chi o a che cosa attribuirne l’origine e la causa se non a Dio gli uomini. Lì presterò ascolto al loro pianto, alla loro tristezza, per solo. soccorrere, per guarire tutte le loro La SS. Vergine Maria viene a ricordarci il reale ordine delle cose e che non esi- pene, le loro miserie, i loro dolori.” ste altro all’infuori di Dio e che a Lui dobbiamo tornare, e ci indica i mezzi miglio- Prima di esaudire questa richiesta il ri per farlo. “Non le cose materiali, non i soldi, non l’edificio, non quanto posso Vescovo chiese un segno. Allora la avere è l’essenziale, è la realtà. La realtà delle realtà è Dio. Questa realtà Signora dei Cieli invitò Juan Diego a recarsi sulla brulla collina di Tepeyac invisibile, apparentemente lontana da noi è la realtà. Imparare questo, e così ad oltre duemila metri di altezza per invertire il nostro pensiero, giudicare veramente come il reale che deve cogliervi un fascio di rose, era il mese orientare tutto è Dio, questo è la parola di Dio. Questo è il criterio, Dio, di dicembre. Avendo il contadino con il criterio di tutto quanto faccio.” (Benedetto XVI, “lectio divina” ai sacerdoti di comprensibile meraviglia trovato le rose promesse dalla Signora, le portò Roma del 10 marzo 2011, su www.chiesa.espressonline.it). Così, davvero la SS. Vergine dice a tutti noi, come già fece alle nozze di Cana: dal Vescovo. Quando aprì la veste nella quale le “Fate quello che vi dirà” (Gv. 2, 5–10). Gesù comanda ai servi di riempire le giare aveva portate, apparve d’improvviso di acqua e di attingere da esse. l’amata immagine della Vergine così I servi obbediscono e servono a tavola il vino migliore che gli sposi potessero come oggi si può vedere. L’immagine desiderare di offrire. Sembra assurdo, ed invece è perfettamente logico: noi pos- della Madonna di Guadalupe rimase siamo metterci solo l’acqua, il nulla, è Dio che prende il nostro niente e lo tra- impressa nella rustica veste dell’indio tessuta con fibre vegetali. La Vergine vi sforma in vino. Il miracolo avviene così. appare come una giovane donna dal Nella apparizione di Lourdes (parlo di questa perché è quella che conosco volto bruno, immersa in una luce meglio), la SS. Vergine dice a Bernadette: “Non vi prometto di rendervi felice in splendente. Era il segno che aveva chiesto il questo mondo, ma nell’altro”. E infatti Gesù ci ha già detto una volta per sempre che chi non prende su di sé Vescovo Juan de Zumarraga che nel 1553 fece costruire una cappella. ogni giorno la Sua croce non è degno di Lui. Poi le dice: “Andate alla fonte, Esistono vari documenti che testimobevete e lavatevi”. Bere alla fonte della Grazia, della Vita Eterna, e lavarsi dei niano i fatti accaduti. Il più antico è propri peccati: chi mai potrà salvarsi se non fa questo? E ancora: “Penitenza, quello che raccoglie la dichiarazione di penitenza, penitenza.” “Pregate per i peccatori”. Fare penitenza, pentirsi, con- un testimone presente all’incontro tra vertirsi; e pregare, per noi stessi e per i poveri peccatori. Pregare per sé e per il vescovo ed il contadino. È conservato nella Biblioteca Nazionale a Citta del gli altri è un’altra condizione necessaria per salvarsi. Messico. Con quella apparizione ebbe Ed infine: “Direte ai sacerdoti che si costruisca qui una cappella e che ci si inizio in tutto il territorio atzeco uno venga in processione”. I fedeli hanno preso sul serio questo invito se è vero che straordinario movimento di conversioni ogni anno sono circa sei milioni i pellegrini che si recano a Lourdes. che si estese a tutta l’America centroEssendo stato a Lourdes più di una volta, mi preme sottolineare che in questo meridionale e che si estese fino alle luogo scelto da Dio, Egli parla a ciascuno di noi anche in modo personale ed Filippine. Giovanni Paolo II si è recato a trovare la Vergine in questo santuario esclusivo, secondo le nostre particolari necessità che Lui solo può conoscere. e S.Jose Maria Escrivà, fondatore Una parola paterna, piena di Amore e di misericordia, uno sguardo di verità, una dell’Opus Dei, è morto con lo sguardo mano tesa, una grande grazia che la Madonna ci ottiene, però con il serissimo rivolto all’immagine della Vergine di Guadalupe appesa nella sua camera. invito: “Fate quello che Egli vi dirà”. - 11 - SIAMO TUTTI VISIONARI (E la storia delle arti ce lo conferma) Sandro Morici Il titolo di questo intervento potrebbe trarre in inganno: no, non siamo veggenti con il carisma del mistico che riesce a penetrare nei misteri di Dio… magari! Vogliamo solo affermare con parole povere la nostra vicinanza a Maria, madre dell’umanità. Lo facciamo con i nostri occhi, con la mente, con il cuore. La Madonna la vediamo continuamente e ordinariamente, dal momento in cui veniamo al mondo, all’istante in cui, ogni sera, chiudiamo gli occhi un attimo prima di addormentarci. La nostra, infatti, è una visione “personalizzata”, perché la Madonna ha il volto della mamma, della mamma di ognuno di noi. È lo sguardo più dolce e più splendido che sia presente durante tutta l’esistenza: talvolta sorridente, talvolta mentre dà fiducia, talora sofferente. Non escludendo che la visione della Madonna possa essere un fatto legato a un miracolo straordinario, che però nell’immaginario collettivo è in genere collegato a un luogo di culto o a momenti di estasi profonde, per noi la visione della Madonna è piuttosto il miracolo, il miracolo permanente perché in quei lineamenti riconosciamo la mamma, l’essere unico della nostra vita: dunque la Madonna come conferma della presenza materna che ci accompagna sempre. Quello sguardo è inevitabilmente familiare, è naturalmente vicino, anche a chi, per partito preso, si professa lontano dalle cose di Chiesa: lo dice a parole, ma le corde del suo cuore hanno sicuramente conosciuto una mamma, certamente amorevole, che gli ha parlato chissà quante volte. E come abbiamo un po’ tutti sperimentato, la calda carezza di una mamma non ha età. Ecco allora come il canto ci eleva lo spirito: “Andrò a vederla un dì/lasciando questo esilio./Le poserò qual figlio/il capo sopra il cor”/ L’immagine della mamma-Madonna la portiamo quindi dentro, più o meno impressa, più o meno luminosa, talvolta opaca in momenti di smarrimento, secondo il nostro stato di emotività. Certo, i santi e i beati hanno vissuto in modo privilegiato questo incontro e ce ne hanno lasciato traccia incisiva. Tuttavia anche la storia dell’uomo comune è piena di queste testimonianze, particolarmente evidenti nelle vite degli uomini di lettere e di arte attraverso le loro opere ed espressioni di tutti i tempi. I poeti, gli scrittori, gli artisti, si sa, per la loro particolare sensibilità d’animo hanno manifestato una sentita devozione nei riguardi della Madonna-mamma in ogni epoca e in ogni Paese, soprattutto in ambito figurativo e rappresentativo. E qui vorremmo rievocare qualche caso esemplare, rovistando nei nostri ricordi di liceo: non lo facciamo con l’intenzione di riscoprire la perfezione artistica di un’opera d’arte - questo è compito affidato ai critici -, ma piuttosto desideriamo coglierne il messaggio spirituale che può giungere fino a noi quando entriamo in sintonia. Parlando di arte cristiana, si evince che il tema iconografico più ricco è dedicato proprio alla Madonna. Il motivo più comune di madre di Dio (Theotokos), di concezione strettamente teologica, largamente raffigurato nei mosaici absidali delle prime chiese cristiane, risulta poi diffuso anche in Oriente, tanto da divenire il cardine del complesso decorativo delle chiese bizantine. La rappresentazione della Madonna in piedi con il Bambino in braccio (Odigitria) è peraltro presente nelle icone russe a mezzo busto, successivamente propagate in Occidente nei secoli XII e XIII. Da lì in poi, le composizioni che celebrano il tema mariano – e, in particolare, il mistero della maternità divina – percorrono l’intera storia dell’arte: dal Beato Angelico a Cimabue, da Simone Martini a Giotto. Nella Madonna Ognissanti Giotto riesce ad esprimere tutta l’umanità affettiva di Maria e l’incommensurabile legame madre-figlio. La dolcezza infinita degli occhi di Mamma e la grazia con cui il Bambino si abbandona sulle sue braccia vengono poi ripresi nelle raffigurazioni rinascimentali di Piero della Francesca, di Botticelli, di Raffaello, fino a Michelangelo. Tutte immagini di una tenerezza immensa. Il Buonarroti nelle sue Pietà apre poi un nuovo motivo: quello del dolore che si trasfigura in amore totalizzante. La vita e la morte riuniti assieme a raffigurare la perfezione divina. Entrando nella basilica di San Pietro ammiriamo estasiati il Cristo morto come un comune mortale per salvare il resto dell’umanità, mentre la Sua Mamma lo tiene in grembo in atteggiamento protettivo e, al tempo stesso, oblativo: fateci caso, passando da quel gruppo marmoreo molti occhi si inumidiscono di lacrime. Nella Pietà Rondanini le figure sono invece sbozzate, aeree, quasi spiritualizzate e sembrano tenersi unite in un abbraccio dalla toccante tensione emotiva. Sensazioni analoghe si provano rileggendo la lirica del Manzoni dedicata alla Passione. Potremmo continuare a spaziare ancora a lungo nella nostra memoria storica, ma appena abbiamo aperto la pagina dell’ultimo Canto del Paradiso di padre Dante, la nostra commozione per Maria-Madre si è fatta grande e abbiamo cominciato a trascrivere quei versi stupendi. Eccoli, cerchiamo un pò di silenzio ed ascoltiamo insieme: pian pianino attraverso l’immagine il cuore si apre ora alla preghiera. - 12 - Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio, tu se’ colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo Fattore non disdegnò di farsi sua fattura. Nel ventre tuo si raccese l’amore, per lo cui caldo ne l’eterna pace così è germinato questo fiore. Qui se’ a noi meridiana face di caritate; e giuso, intra i mortali, se’ di speranza fontana vivace. Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s’aduna quantunque in creatura è di bontate. VISIONI, ALLUCINAZIONI O IMBROGLI ? Giancarlo Bianconi Visione: percezione, osservazione obiettiva della realtà, apparizione, immaginazione priva di fondamento, allucinazione. Allora? So bene che non è corretto, nella lingua italiana, iniziare un Sisto V (ritratto di Filippo Bellini) qualsiasi argomento con un avverbio tanto più con un avverbio dall’evidente carattere conclusivo come è, in questo caso, l’avverbio “allora”. Ma... c’è un problema. Ed è questo: l’altro giorno, paralizzato dentro la mia auto in mezzo al traffico impazzito per via della pioggia, ad un certo punto, tanto per ingannare un po’ il tempo, ho acceso l’autoradio. Per caso mi sono collegato nel momento in cui il radiogiornale stava trasmettendo un servizio, in già avanzata fase di commento peraltro, il cui tema non mi è stato subito chiaro. Lì per lì non ho prestato molta attenzione a quanto mi era dato di ascoltare tanto erano note, banali e supponenti le affermazioni pronunciate da qualcuno (sicuramente un qualche nostro uomo politico in un non so bene quale contesto) e che il giornalista stava riferendo testualmente. Solo poco dopo sono finalmente riuscito a capire che, oggetto del servizio, era un convegno tuttora in corso presso un ente nazionale la cui sigla però non sono riuscito a comprendere per via delle trombe delle auto che suonavano all’impazzata intorno a me. Ad un certo momento, però, qualcosa mi ha fatto drizzare le orecchie per cui ho prestato tutta la mia attenzione (tanto eravamo tutti fermi) a quanto veniva esponendo il corrispondente radiofonico. Il quale stava riferendo che, secondo quanto sostenuto da questo ignoto personaggio, il cui proprio intervento era terminato solo alcuni minuti prima, la situazione generale in Italia in questo momento non solo non sarebbe così nera come si vorrebbe far credere da parte di taluni membri del Parlamento, ma che viceversa è sicuramente in atto la tanto auspicata ripresa i cui primi segnali sono sotto gli occhi di tutti e come del resto è profonda convinzione di gran parte dell’opinione pubblica, e che comunque, nella peggiore delle ipotesi, il peggio sarebbe ormai alle nostre spalle; anche se tutto ciò ha inevitabilmente comportato un immane sforzo da parte di tutti per riparare i danni provocati in parte, è vero, da circostanze esterne al nostro Paese ma anche quelli causati, e lasciati in eredità, dalle precedenti amministrazioni, per cui ancora tanti altri sacrifici si profilerebbero all’orizzonte. Quindi il nostro personaggio era passato ad enumerare con particolare enfasi una serie di risultati positivi conseguiti dall’attuale amministrazione nei vari campi, trascurando, SORRISI Gregorio Paparatti - Mela: frutto più odiato dai cristiani - Russia: unica federazione al mondo ad esaltare un insetto a capitale - Dio creò il cielo e vide che era bello. Dio creò la terra e vide che era bella. Dio creò la natura e vide che era bella. Dio creò l’uomo e vide che era bello. Dio creò la donna e disse: “Beh... si truccherà! - Il pollo è l’unico animale che si può mangiare prima che nasca e dopo che e’ morto. ovviamente, non dico di enumerare ma neanche di fare il benché minimo cenno a tutti gli insuccessi e al mancato raggiungimento dei tanti e tanti altri obiettivi programmati e anche ben più importanti di quelli menzionati nel corso della sua esposizione. E allora? Non è chi non veda, a questo punto, come la domanda iniziale, anche se non corretta sotto il profilo sintattico, ha tuttavia una sua ben precisa ragione d’essere. Ed ecco il problema. O almeno il mio problema: allora, quale, fra quelli riferiti in apertura, il significato vero delle dichiarazioni rilasciate da questo ignoto personaggio, purtroppo rimasto tale in quanto superato dalle altre notizie del servizio? Osservazione obiettiva della realtà? Immaginazione priva di fondamento? Allucinazione? Trascurando, poi, per carità di patria, la possibilità di imbroglio. Chissà per quale strana associazione di idee appena formulato mentalmente tale quesito nello stesso istante mi è tornata alla memoria una, in particolare, delle tante e talvolta curiose vicende che ebbe come protagonista Sisto V, il famoso “papa tosto” belliano che, nel caso specifico, «nu’ la perdonò nemmanco a Cristo». Quando, cioè, venuto a conoscenza di un miracoloso crocifisso che, nella cappella di un convento di frati, versava sangue dalle piaghe del martirio, e che fruttava - guarda caso! - copiose e generose offerte, il papa decise che era giunto il momento di fare chiarezza sull’evento. Recatosi pertanto presso la cappella di questi frati e inginocchiatosi a pregare davanti al Cristo sanguinante, improvvisamente da sotto il piviale tirò fuori un’accetta e, pronunciando ad alta voce la famosa frase «Come Cristo Ti adoro, ma come legno ti spacco», cominciò a colpire violentemente il crocifisso mandandolo in frantumi. E fu così che venne scoperto il marchingegno posto in atto dagli ingegnosissimi frati: tubicini e spugnette imbevute di un liquido rosso molto simile al sangue celate all’interno del corpo del Cristo in croce. Forse che all’origine del ritorno alla mia memoria di questo episodio, contestualmente all’insorgere del mio personale dubbio, sta un mio inconscio desiderio di vedere portare, sempre e comunque, alla luce tutti gli aspetti di ogni singolo evento umano? Chissà! Immediatamente dopo, però, mi è sorto un altro dubbio: come la mettiamo però con le apparizioni di Lourdes, di Fatima, di Medjugorie... e di altre ancora, che sicuramente non sono né allucinazioni né, tanto meno, imbrogli e che tanta influenza hanno esercitato ed esercitano sulla vita della Chiesa la cui straordinaria portata ecclesiale deve essere ancora compresa? Sarebbe opportuno, cioè, che fosse portato alla consapevolezza di tutti ogni aspetto anche di questi casi? E come? A questo punto mi sono arrestato: trattandosi di miracoli ho risolto il problema molto sbrigativamente, debbo dire, nel senso che in quanto misero essere umano non posso, certo, neanche lontanamente concepire l’idea di poter affrontare l’argomento “miracolo”. A quel punto il traffico ha ripreso a muoversi e l’intervento dell’ignoto personaggio è stato superato da altre notizie per cui... - La vita è meravigliosa. Senza saresti morto. - Gli ci sono voluti sei mesi per cantare “Night and Day”: era un esquimese. - Era un perdente nato: gli erano morti anche i fiori di plastica. - Sul futuro ho molte riserve e nessun titolare. - Una banca e’ il posto che ti presta del denaro se tu puoi dimostrare di non averne bisogno - A giudicare dal numero delle formiche che invadono sempre i pic-nic, penso che ce ne dovessero essere piu’ di due sull’arca. - Non hai idea di quanti pezzi sia fatta una macchina fino a quando non ti scontri con un TIR. - 13 - MOSTRE, TELEVISIONE, SPETTACOLI, MUSICA LOURDES, IL VIAGGIO DELLA SPERANZA Mostra fotografica di Gianni Mantovani In ricordo della prima apparizione della Vergine Maria a Santa Bernadette, avvenuta il giorno 11 febbraio 1858, il fotografo Gianni Mantovani ha esposto alla Galleria Angolo di Borgo di Pisa il suo reportage in bianco e nero «Viaggio a Lourdes», un’intensa testimonianza del fotografo sulla presenza e sugli aspetti devozionali delle folle di credenti nella cittadina francese. Attento e scrupoloso nel raccontare con sincerità la sua cronaca della speranza, l’autore sfugge qualsiasi pietismo verso coloro che a Lourdes cercano, nella luce della Fede, una guarigione, una speranza. NESSUN FUTURO Luigi Milani Segnaliamo volentieri il libro appena uscito in libreria dal titolo “NESSUN FUTURO”(Casini editore) scritto da Luigi Milani, figlio del nostro redattore Luciano. È il settimo libro scritto da questo poliedrico giovane autore, giornalista, traduttore ed editor. Si tratta in questo caso di un romanzo giallo ambientato nel mondo del rock. Lo consigliamo soprattutto ai più giovani (o a chi si sente ancora molto giovane). Potete trovarlo anche presso la libreria Pergamon in via F.Nicolai con un sensibile sconto per i nostri lettori. Buona lettura a tempo di rock ! COME UN DELFINO don Paolo Tammi La fiction tv su canale 5 COME UN DELFINO ti riconcilia con te stesso e con la vita. Chi non l’ha vista se la procuri in qualche modo perché non si può perderla. Se il Vangelo entra poco nelle menti degli uomini e ancor meno lo fa grazie ai mass media, questa fiction vale un bel pezzo di Vangelo. Se il cristianesimo è l’unica religione di cui si può parlare male, se il Suo fondatore può essere deriso persino in presunte opere d’arte (cito la “ Rana crocifissa”, esposta al Museo di arte moderna di Bolzano) senza che i discepoli di Cristo mettano a ferro e fuoco le città o brucino le bandiere o lancino una “fatwa” contro gli infedeli, ebbene questa fiction dimostra quanto seme evangelico ancora rimane in Italia e in alcuni interpreti del film italiano. Il bravissimo Ricki Memphis, che conosciamo bene, è un serio e autentico credente. Ha interpretato don Luca, un prete che la Curia manda a fare il parroco ma che trova anche il tempo di dedicarsi ad alcuni ragazzi carcerati, affidati a lui nella comunità dei “ Fratelli del sole”, e che don Luca tiene in mano con amore e con fermezza, diventando per loro il padre che mai hanno avuto. C’è l’altrettanto bravo Raoul Bova, che sappiamo aver fondato (nella vita reale) una Onlus che gestisce una casa famiglia e con la quale anche il sottoscritto è entrato in contatto per cercare aiuto per i bambini dello Zambia. Raoul Bova (nel film è il campione di nuoto Alessandro Dominici) trasforma la sua vita, meglio ancora trasforma il male in bene. Rifiutato e non sostenuto – per un problema al cuore – da un procuratore senza scrupoli, che gli preferisce un compagno sportivamente più fresco ma umanamente pessimo, Alessandro incontra don Luca e lo affianca nell’opera di recupero dei ragazzi carcerati. Si dà anima e cuore a questi ragazzi, senza essere lui il prete, ma fidandosi ciecamente del prete amico e vedendo in lui la luce di Dio (mai da lui nominato),una luce dalla quale Alessandro rimane evidentemente accecato. D’altronde don Luca un giorno gli dice “Dio ama i pazzi”. Proprio così. E Alessandro, nuotatore a grandi livelli e uomo di indubbia attrazione per un mondo che guarda più il corpo dell’anima, diventa pazzo dietro all’amico don Luca e porta i ragazzi a vincere, con ottimo spirito di squadra, una gara dei campionati italiani di nuoto. Nel film c’è tutto. C’è il rifiuto di alcuni ragazzi verso la normalizzazione e l’equilibrio che i due amici propongono loro. C’è la mafia, cui i ragazzi servono come manovalanza. C’è il tentativo della mafia stessa di eliminare don Luca, coprendolo di infamia con un’accusa inventata (ps. Ci servirà questa fiction per capire che oggi, per colpire un prete in gamba, si usano sempre queste armi scontate, eppure – per la perversa fame di squallide notizie – sempre così date per vere?). Ma c’è soprattutto il dono di sé, quello gratuito che non si aspetta niente. Nemmeno, dopo la vittoria dei ragazzi, quando Alessandro viene di nuovo circuito dagli sponsor, che gli ripropongono la carriera, nemmeno allora il dono gratuito viene intaccato. Segno evidente che – quando il Vangelo entra profondamente nell’anima – niente lo smuove. È o non è il Vangelo a smuovere il cuore di un bravo ragazzo come Alessandro, che magari la Chiesa mai aveva affascinato, guidato, o i cui carismi erano rimasti sotterrati? È o non è un prete che in qualche modo riporta il suo amico a rivedere in profondo la sua vita, testimoniandogli come se ne fa un dono che rende felici, per il solo fatto che il dono esiste, che il senso è stato trovato, che il tempo non è stato sciupato? Ho visto su Internet commenti ridicoli, ma fin troppo comprensibili. “Un film che esalta lo sport” è il titolo meno stupido. Certo, non è politically correct dire che un film esalta il dono della vita ed insegna a ritrovarne il senso, nella foresta penosa delle vanità. Ricordo quanto volte, parlando con Ricki, ci siamo detti che sarebbe stato bello fare un film su un prete vero, non su uno che scopre gli assassini, o che si innamora – tanto per cambiare – con l’ennesima botta da uccelli di rovo o che si atteggia a modernizzatore di una Chiesa retrograda. Un prete normale, invece, uno che prende sul serio la sua consacrazione, uno che avvicina le persone invece di allontanarle, uno che in nome di Gesù fa bene non solo il sacro ma anche l’umano. Ebbene Ricki ci è riuscito insieme a Raoul Bova e al cast di attori, tutti bravissimi, a partire dai ragazzi della comunità di recupero, che sono l’icona stupenda di come i giovani siano capaci di amare chi li ama sul serio. Grazie dunque a questa fiction. Le chiese saranno vuote (la nostra no) ma il Vangelo è ancora tra le “prime posizioni”. Cerchiamo, per favore, di non affossarlo di più e di mandarlo in serie B. - 14 - I N C O N T R I , L I B R I , M U S I C A , A RT E LA TERZA VIA: LA LIBERTÀ DI NON STUDIARE DIALOGO CATTOLICO-ORTODOSSO Sarebbe bello che non fosse vero e cioè che la nostra scuola è davvero arrivata al capolinea. Lo dice in maniera chiara e forte Paola Mastracola insegnante di lettere in un liceo scientifico di Torino che da anni si occupa dell’universo scuola. La Mastracola nel suo “Togliamo il disturbo” edito da Guanda, rende note cose evidenti ormai a tutti e cioè che nel 70% dei casi ai nostri ragazzi non va più di studiare. Voi penserete: cosa c’è di tanto nuovo? A nessuno studente è mai andato di studiare. La novità è che per la prima volta quest’insegnante torinese dice proprio le cose come stanno e cioè che da anni noi genitori ci crogioliamo nell’idea che la scuola non funziona più perché i programmi non sono aggiornati e perché gli insegnanti non sanno coinvolgere i nostri ragazzi. Errore. La Mastracola finalmente dice ciò che pensiamo un po’ tutti, insegnanti genitori e ragazzi e cioè che la scuola dagli anni Settanta in poi ha abdicato al suo ruolo primario, cioè quello di istruire. Facendo un excursus storico l’autrice ci dimostra in maniera difficile da controbattere che l’innalzamento della scuola dell’obbligo che aveva come primo obiettivo l’annullamento dell’analfabetismo, ha provocato un’ecatombe culturale. Dalle elementari fino alle medie ci sentiamo ripetere che la grammatica e la sintassi non contano più per non parlare poi della bella calligrafia. Roba da antenati. Cosa ci fanno i nostri figli con la bella calligrafia ormai c’è il computer e poi per gli errori c’è il controllo ortografico. Gianni Rodari con la sua “Grammatica della fantasia” nel 1973 ha illuminato in tal senso la didattica di decine di insegnanti elementari: basta con una scuola grigia solo nozionistica, il sapere deve nascere dal gioco e dalla libera fantasia. Bellissimi concetti ma a distanza di quasi quarant’anni i risultati sono davanti agli occhi di tutti. I nostri pargoli sono abituati ad un scuola del gioco dove la serietà e la fatica sono roba da vecchi. E non si tratta di programmi non più adeguati ai nostri tempi. E’ un’illusione pensare di sostituire lo studio di Dante con le canzoni di Ligabue. Dobbiamo renderci conto, dice la Mastracola, che i ragazzi nella stagrande maggioranza dei casi non sono più abituati a prescindere dall’autore, dalla riflessione, dall’elaborazione di un testo, insomma dallo studio. Ma nella vita poi lo studio conta e nelle selezioni lavorative i metodi ludici di Gianni Rodari tagliano le gambe alla stragrande maggioranza dei nostri studenti e soprattutto a quelli che non si possono permettere lezioni private, scuole all’estero e master prestigiosi. Quindi una scuola che voleva ridurre le differenze sociali ma che nella realtà le ha riproposte in maniera soltanto diversa. È per questo che dopo otto anni di scuola (cinque di elementari e tre di medie) i nostri studenti arrivano molto spesso alle scuole superiori senza saper nè scrivere né leggere né saper fare di conto. Nell’epoca del copia incolla da internet tutto questo non ha più importanza. La Mastracola ci descrive le prime giornate di scuola alle superiori in cui gli insegnanti sono costretti a fare test d’ingresso per capire le reali competenze degli studenti, studenti che per la quasi totalità risultano essere totalmente insufficienti. È così che per i cinque anni delle scuole superiori si ricomincia faticosamente a parlare di grammatica e sintassi e di minima logica matematica. Ma a volte neanche alla fine di questo ciclo di studi si colma questo enorme gap culturale con studenti che all’università fanno fatica a leggere un intero libro o a svolgere un semplice calcolo matematico. Quindi in poche parole per combattere l’analfabetismo si è abbassato tremendemante il livello culturale producendo un enorme bacino non più analfabeta ma semi analfabeta. La Mastracola lancia una provocazione terribile. Una provocazione che dovrebbe scuotere le menti dei nostri goveranti ma soprattutto delle famiglie e del corpo docente. Lasciate liberi i ragazzi di non studiare e mandate avanti solo quelli molto motivati a continuare un percorso di studi che sfocia all’Università. So che cosa state pensando, anch’io sono un genitore con tre figli di varie età. Ma cosa faranno i nostri figli senza il famoso “pezzo di carta”? Con grande umiltà credo di poter dire che la professoressa Mastracola ha veramente messo il dito nella piaga. Noi genitori dobbiamo accettare che il mondo sta cambiando e che la scuola superiore deve ritornare nelle mani di chi ama lo studio, di chi è veramente motivato. Io da genitore dico basta alla scuola portata al ribasso e invece spero in un mondo in cui i nostri figli possano liberamente scegliere di fare i falegnami o gli idraulici anche se sono figli di un avvocato. Il mondo ha sempre più bisogno di mestieri di qualsiasi tipo fatti con il cuore e non di medici o notai diventati tali perché la tradizione di famiglia lo impone. Se avete qualche dubbio in merito leggete “Togliamo il disturbo”. La Mastracola ha convinto anche una semplice mamma come me. Seguendo una tradizione ormai consolidata, la Fraternità Francescana di S. Antonio in via Merulana di Roma ha tenuto anche quest’anno un incontro ecumenico, ospitando l’archimandrita greco-ortodosso Simeone Catsinas, della comunità di S. Teodoro. –Dobbiamo andare avanti nella speranza tutti uniti, perché siamo cristiani – ha esordito il nostro ospite – Ci sono differenze talvolta importanti, ma prima del dialogo teologico facciamo un dialogo fraterno. Con lo scisma tra Oriente ed Occidente e un lungo cammino diverso non è facile, ma dobbiamo fare ogni sforzo per riconciliarci. Noi ortodossi non crediamo all’Immacolata Concezione ed all’Assunzione di Maria, ma il più grande ostacolo è il primato. Le Chiese ortodosse sono autonome tra di loro e ciascuno fa riferimento al suo patriarca; non c’è una figura come quella del papa che governa su tutti. Questa divisione è positiva, perché favorisce l’unione spirituale. Il papa potrebbe essere un primus inter pares. Lo Spirito Santo illumina tutti. Nella Chiesa Ortodossa possono diventare preti anche uomini già sposati: per i laici è consentito fare anche tre matrimoni, ma per i preti è proibito. I preti sposati sono il 90%. - A questo punto è intervenuto il ministro Guido Fiorani per dire come anche nella Chiesa Cattolica si stia ora studiando il modo di ammettere preti sposati. – C’è oggi- ha ripreso Catsinas - una forte scristianizzazione , quasi tutte le nazioni sono diventate atee. Anche in Grecia prima si riempivano tutte le chiese, ora sono quasi vuote. Anche piazza S. Pietro, quando parlava il Santo Padre, una volta era sempre piena, ora è quasi vuota. Perciò dobbiamo essere tutti uniti nel testimoniare Cristo. - È stato chiesto all’archimandrita se la Chiesa Ortodossa riconosca i santi; la risposta è stata affermativa, ma solo i santi proclamati prima dello scisma, non quelli creati poi dal papa. Non esiste per i cattolici, la possibilità di accostarsi all’eucarestia degli ortodossi, che pure credono nella transustanziazione. È una cosa difficile da digerire, anche se l’archimandrita ha aggiunto che l’importante è camminare insieme, risolvendo i problemi che ancora sussistono. Debbono essere uniti i cuori e sono stati fatti tanti passi avanti. Simeone Catsinas ha parlato anche del problema degli Uniati, monaci che hanno rito ortodosso, ma teologia cattolica. Una spina nel fianco nei rapporti tra le due Chiese, che ha impedito tra l’altro la visita di Giovanni Paolo II al patriarca di Mosca. A questo punto il ministro Guido Fiorani ha illustrato il francescanesimo, evidenziando come, all’interno di esso, siano sorte spesso divisioni. In particolare Guido Fiorani ha evidenziato come l’ordine francescano secolare conti in tutto il mondo circa 500.000 aderenti. Nel Lazio ci sono circa 100 fraternità. Nell’ambito del francescanesimo secolare c’è ora perfetta unione. Al termine dell’incontro è stato fatto omaggio al fratello ortodosso delle Fonti Francescane. Si, l’importante è proseguire uniti: cattolici, protestanti e ortodossi nel testimoniare Gesù. (Il libro “Togliamo il disturbo” di Paola Mastracola) Giulia Bondolfi - 15 - Cesare Catarinozzi Tema del prossimo numero: FAMIGLIA ITALIANA La tua famiglia, un’altra famiglia, com’è o com’era la vita in famiglia, come dovrebbero essere i rapporti all’interno della famiglia e come invece sono o sono stati, la letteratura e il cinema sulla famiglia, il ruolo del padre e quello della madre, il difficile ruolo di genitori e figli, il Vangelo e la famiglia. TEMPO PER INVIARE GLI ARTICOLI ENTRO IL 15 APRILE [email protected] PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE 6 - 11 LUGLIO “Nel mese di luglio abbiamo scelto per il nostro consueto pellegrinaggio una tappa ben nota ai credenti, un villaggio della Bosnia Erzegovina dove, da trent’anni, alcuni veggenti dicono di ricevere apparizioni ed intuizioni provenienti dal cielo, dalla Madonna, che riguardano il presente ed il futuro della Chiesa e dell’umanità. Aspettando che la Chiesa gerarchica si pronunci sulla verità delle apparizioni, noi non possiamo negare l’efficacia di questo pellegrinaggio. Avendolo già fatto personalmente tre volte, posso dire che la conversione al Vangelo ed il ritorno nel seno della madre Chiesa si producono continuamente e sinceramente. A Medjugorje si vive la fede e per davvero, si ascolta, ci si confessa, si cammina verso i monti Podbrdo e Krizevac, si prega, si canta. Si fa tutto quel che - senza tanti modernismi - la fede ci chiede per vivere la santità e rimanere esposti alla grazia di Dio. Andiamo dunque in un luogo semplice, bello di sua natura, dove vivremo un’esperienza sana e matura della fede, guidati ogni giorno dalla Parola di Dio. Un invito a tutti a venire lo faccio davvero con il cuore, perché da Medjugorje non si torna mai uguali a prima.” don Paolo Tammi PROGRAMMA DI VIAGGIO Mercoledì 6 luglio ROMA – DUBROVNIK - MEDJUGORJE ore 14.30 precise Ritrovo di tutti i pellegrini in Chiesa per la benedizione di Don Paolo ed inizio del pellegrinaggio. Incontro con Giovanna Perroni della Sovrana Viaggi ore 15.00 precise Sistemazione in pullman GT e trasferimento all’Aeroporto Leonardo da Vinci – Fiumicino – Terminal B – Salone Partenze Internazionali – Banco Accettazione della Croatia Airlines. Disbrigo delle formalità doganali ed imbarco. ore 18.00 Partenza del volo di linea OU 385 per Dubrovnik. Snack a bordo. ore 19.10 Arrivo all’aeroporto di Dubrovnik. Disbrigo delle formalità doganali, sistemazione in pullman GT e partenza per Medjugorje (km 160). ore 22.30 Arrivo all’Hotel MARTIN (cat. 3*) e sistemazione nelle camere riservate. Cena e pernottamento Giovedì 7 luglio – Domenica 10 luglio MEDJUGORJE Pensione completa in hotel. Le giornate di preghiera prevedono: Sante Messe nella Parrocchia, Adorazione diurna e serale nella Cappella dell’Adorazione Eucaristica, recita quotidiana del Santo Rosario, Via Crucis sul monte KRIZEVAC o, in alternativa, in pianura vicino alla scultura bronzea della Resurrezione, salita sul PODBRDO (la Collina delle Apparizioni), Vespri, Confessioni, Catechesi di Don Paolo. È prevista anche l’escursione in pullman gt di mezza giornata con guida a MOSTAR (km 25), città simbolo della difficile convivenza tra cristiani e musulmani, con visita al Ponte ricostruito. Lunedì 11 luglio MEDJUGORJE – SPALATO – ROMA ore 08.00 Prima colazione in hotel ore 09.00 Celebrazione della Santa Messa. ore 10.30 Sistemazione in pullman e trasferimento all’Aeroporto di Spalato (km 170). Disbrigo delle formalità doganali ed imbarco. ore 16.10 Partenza del volo di linea OU 380 per Roma.Snack a bordo. ore 17.05 Arrivo a Roma – Aeroporto Fiumicino. Disbrigo delle formalità doganali e sistemazione in pullman. ore 20.00 Arrivo previsto a Piazza della Balduina. - 16 -