Le trattorie del Sorpasso
Transcript
Le trattorie del Sorpasso
1 2 1. Italia Teofili, all’ingresso de Il Nido a Borbona (Rieti), con le sue lasagne di crêpe al ragù. 2. Vittorio Gassman e JeanLouis Trintignant in trattoria Gilberto Maltinti / DOVE EmmeviPhoto / Archivio RCS nel film Il sorpasso (1962). sapori forti: osterie da cinema Le “sore Lelle” con il tegame di maccheroni. La pignatta di pesce di Civitavecchia. Locali bordostrada dal gusto triviale e sublime. Uno spaccato italiano, tratto dal film culto con Gassman e Trintignant. Esiste ancora? Dove lo ha trovato e messo in classifica Le trattorie del Sorpasso 174 DOVE giugno11 DOVE giugno11 175 2 1. La Trattoria dei 4 1 Venti di Curtatone: cucina tradizionale mantovana e conto moderato (sui 25 €). 2. Gli involtini di spada con uvetta e pinoli della Trattoria Monti di Roma. 3. La sala con bar dell’Osteria della Villetta di Palazzolo sull’Oglio. Ci sono anche 5 camere (doppia b&b, 65 €). Gilberto Maltinti / DOVE Giovanni Tagini / DOVE 3 G li anni Sessanta: sono quelli del boom economico, della motorizzazione e delle vacanze di massa, delle gite fuori porta, delle trattorie veraci dal piatto spesso più abbondante che di qualità. Sono gli anni de Il sorpasso, se si vuole prendere come elemento simbolico il film di Dino Risi (1962), con Vittorio Gassman e JeanLouis Trintignant, che, inaspettatamente, ebbe un successo clamoroso. A quasi tutti quelli che l’hanno visto sembra di ricordare che nel vorticoso peregrinare ferragostano dei due lungo la statale Aurelia da 176 DOVE Roma alla Toscana, a bordo dello spider Lancia Aurelia (stesso nome della strada, guarda caso), ci siano parecchie soste in altrettante trattorie. In realtà, la strana coppia va da un tabaccaio a una festa di paese, da un autogrill a un night club, fermandosi una sola volta in trattoria, sul porto di Civitavecchia. Dove Gassman, fra un’avance alla padrona in cucina e un “riposino” postprandiale in camera con appetitosa camerierina, chiede perentorio al giovane Trintignant: “Te piace la zuppa di pesce?”, “No”. “Be’ te la magni lo stesso perché l’ho ordinata!”. Eppure, se c’è poco di gastronomico nel film, nel ricordo rimane come un’aura di festa a tavola, di spensieratezza, mentre la gente ingurgitava giugno11 felice grandi porzioni di pajata romana, piuttosto che di peposo toscano, di manzo all’olio o di trippa. Allora non si pensava al cibo a chilometro zero, perché ancora lo era, a parte qualche prima, strana divagazione cafonal, come le pennette alla vodka o cose simili. Dopo cinquant’anni in cui quasi tutto è cambiato in Italia, esistono ancora le “trattorie del Sorpasso”, nelle campagne italiane e nelle città? Dove le ha cercate, scovate e classificate. Ecco come sono e cosa si mangia. Sembrano i siparietti di Vittorio Gassman alias Bruno Cortona, quelli di Massimo Pulicati, L’Oste della Bon’Ora di Grottaferrata (Roma) che, con le sue battute esilaranti, diverte ogni giorno i clienti. DOVE S’incontra questo locale lasciandosi alle spalle la via Appia da Roma, salendo lungo la strada dei laghi tra tornanti e viali alberati che somigliano a quelli percorsi nella pellicola cult da Gassman e Trintignant. È chef di stazza e di simpatia Massimo Pulicati, da tempo al timone del ristorante. Accogliente, illuminato da candele e con i tavoli tondi sotto il pergolato in estate, è il regno della sana cucina tradizionale. Si può cominciare con una crema di piselli che prelude al cannellone di baccalà, oppure all’amatriciana in cornucopia. Ma la vera specialità qui sono i fegatelli con l’alloro e la cipolla. La moglie Maria Luisa dapprima li sgrassa e poi li schiaccia nella padella con un ferro da stiro della giugno11 177 3 178 DOVE Mattia Iotti Mattia Iotti 5 2 6 1. Il menu della Trattoria da Pino di Milano. 2. La stufa a legna sulla quale sono cucinati i piatti de Il Nido di Borbona. 3. Un angolo dell’Osteria del Mirasole a San Giovanni in Persiceto. 4. Vittorio Gassman nel film Il sorpasso. 5. Tagliatelle con ragù di maiale e rigaglie dell’Osteria del giugno11 Mirasole. 6. Angelina Gilberto Maltinti / DOVE Gilberto Maltinti / DOVE nonna, in ghisa e li fa cuocere a fuoco lentissimo, un ve1 ro piatto da intenditori. Mentre Flavio, il figlio, tra una portata e l’altra mette un Lp dei Pink Floyd o di Mina, in tavola arrivano anche raviolo d’ossobuco con burro e salvia, filetto di spigola con datterini, trippa alla romana e la charlotte di mele della Mère Brazier, di ricetta antica. E per un pranzo o una cena in un’atmosfera altrettanto familiare nell’alto Lazio? Ingredienti sani e una cucina come quelle di un tempo si trovano a Il Nido a Borbona (Rieti), nel verde della campagna. L’atmosfera è molto casereccia. Su tutto regna Italia Teofili con i figli Enrica e Francesco, e in tavola arrivano materie prime del loro orto mixate a pasta tirata a mano col matterello: amatriciana, gricia, fettuccine ai carciofi o alle verdure di stagione, cannelloni, crêpe con ricotta e spinaci, carne locale e salsiccia cotta alla brace. I fuochi della loro stufacucina d’epoca, dove bollono in continuazione pentole per la pasta o il sugo, vengono alimentati come una volta a legna. Appena seduti si assaggiano formaggi e salumi locali, con i celebri fagioli di Borbona lessati e conditi con l’olio, mentre Italia, con indosso il grembiule per cucinare, consiglia piatti come le lasagne al ragù, preparate con la pasta all’uovo o anche con le crêpe, fatte tutte a mano. Era Isola Faccenda, insieme alle nuore Elisa e Ida, che ai fornelli della locanda Al Porto Vecchio – oggi Trattoria Nonna Isola – preparava le triglie alla livornese per Jean-Louis Trintignant e il cacciucco per Vittorio Gassman, mentre Catherine Spaak preferiva il passato di scorfano. Tutto questo durante le riprese di gran parte de Il sorpasso, che si sono svolte proprio qui, tra i tornanti della vecchia Aurelia, e a Castiglioncello, base logistica di tutto il cast. Oggi il cuoco Enrico Faccenda, bisnipote di nonna Isola, ha ripreso le redini del ristorante, restaurando i locali. Si gusta ancora il passato di scorfano fatto come una volta (cotto intero, ridotto a un liquido denso e servito con crostini), le triglie col pomodoro e una rivisitazione del cacciucco, più leggero di quello dei tempi di Dino Risi. Il luogo è quello del finale del film: la statale Aurelia, che in questo tratto poco fuori Livorno prende il nome di via del Littorale. Qui Gassman guidava a tutta birra la sua Lancia Aurelia B24 Spider, con cui doveva andare a schiantarsi contro un camion. Il Romito è proprio sul ciglio della strada, a pochi metri dalla scogliera e dal mare. L’arredo interno risale però agli anni Settanta, quando in realtà è stato costruito l’edificio con un’originale forma a semicerchio: sedie in legno, tavole quadrate, apparecchiatura classica. Tutto cambia in terrazza grazie alla vista sulle isole dell’arcipelago toscano, l’Elba e la Gorgona. Oltre che per il panorama, il ristorante vale la sosta per l’ottimo cacciucco alla livornese (zuppa di pesce), preparato con la ricetta anni Cinquanta di nonna Diva, cuoca e titolare del primo ristorante di famiglia. Fra gli altri piatti, i gamberi con verdure all’aceto balsamico, i ravioli in salsa di orata e la spigola al pomodoro. È il posto giusto per chi cerca una cucina solida, con i piedi per terra e un ottimo rapporto qualità-prezzo. Si cena nelle sale piccole e accoglienti, piene di vecchi mobili, curiosi soprammobili, bottiglie d’annata vuote. Alla brace, arrosto, bolliti, in qualsiasi modo li si cu- 4 Dell’Omo, titolare del Mamma Angelina di Roma, al bancone degli antipasti. DOVE giugno11 179 cinino, i secondi di carne dell’Osteria del Mirasole di San Giovan- tuccu (cioè il sugo) di carne, mentre nel capoluogo tradizionalmente ni in Persiceto (Bologna) sono una prelibatezza. La materia prima la carne va anche nel ripieno. Anche la cima è diversa, qui si fa al forarriva direttamente dall’azienda agricola di Anna Caretti, che gestisce no mentre nel Genovese viene bollita. Il piatto più richiesto, sopratil locale insieme al compagno Franco Cimini. Tra i must, le carni sul- tutto in estate, è però il prebuggiun di Ne, un antipasto fatto con pala brace: c’è un grosso braciere scavato nel muro, dove si cucinano a tate lesse del luogo, cavolo nero, erbette selvatiche, olio e aglio (piatto vista fiorentine, fracosta di maiale nella sua cotenna, costolette di ab- unico per intere generazioni di contadini della Val Graveglia). bacchio. A fianco, nel piatto, tarassaco ripassato con Menu del giorno (primo, secondo, 1/2 litro vino, aglio, olio e peperoncino e una misticanza dell’orto Cena in giardino a La Brinca acqua e caffè) a 12 euro, mezzo menu a 9. Mangiando con fiori ed erbe spontanee. Nella lista dei primi, di Ne (Genova), trattoria che alla carta, massimo 24 euro, una trentina con una spiccano le tagliatelle al ragù agreste: oltre a manzo e risale agli anni Trenta. Piatti buona bottiglia di vino del territorio. La Trattoria maiale, frattaglie di animali da cortile che lo rendono solo di terra, legati alla zona, dei 4 Venti di Curtatone, luogo della storica battamolto saporito. Da provare pure gli gnocchi con cre- come prebuggiun e cima. glia della prima guerra d’Indipendenza, è a 6 chiloma di Strachitunt. Per farli le patate vengono cotte metri da Mantova. Tutto sembra immutato nel temsotto la cenere tutta la notte. Il sapore è roba d’altri tempi: anni Sessanta. po, come congelato perlomeno agli anni Sessanta: dal bancone d’acAlla Brinca di Ne (Genova) si assaggiano i piatti della cucina tra- ciaio luccicante del bar ai pavimenti di graniglia, alle tovaglie a quadri dizionale dell’entroterra ligure. Niente pesce. In un’atmosfera classica dei tavoli. La famiglia Prandi gestisce da quattro generazioni un locada trattoria, anche se molto curata, si viene per fare una scampagnata le che un tempo si sarebbe detto “per camionisti”, intendo un luogo (le spiagge di Chiavari e Lavagna sono a 15 minuti d’auto). Fin per stomaci robusti sì, ma anche da intenditori. E il menu è sempre dall’apertura la famiglia Circella ha sempre cercato di valorizzare le ri- dettato dalla tradizione. Quindi, polenta e gras pistà (lardo tritato), cette povere della valle, quasi dimenticate e leggermente diverse dalla almeno nella stagione fredda, luccio in umido, risotto alla pilota con cucina genovese. Un esempio sono i ravioli ripieni di magro con il la salamella, sorbir d’agnoli (in brodo con un goccio finale di Lam180 DOVE giugno11 Locali anni Sessanta in città le La classifica delle 10 migliori trattorie, da Firenze a Roma, da Bologna a Milano. Locale specialitÀ 1ª DA BURDE Minestra di pane, ribollita, bistecca alla fiorentina, peposo, trippa in umido, polpettone, francesina (lesso rifatto), baccalà, zuppa inglese. Da 25 €. C/credito: tutte. 2ª TRATTORIA BONI Crescentine e tigelle con salumi, formaggi e sottaceti, tortellini in brodo, lasagne al forno, cotoletta alla bolognese, bolliti con salsa verde. Da 25 €. C/credito: tutte. 3ª MAMMA ANGELINA Baccalà alla romana, pomodori al riso, amatriciana, gricia, pollo alla cacciatora, coda alla vaccinara, trippa alla romana. 33 €. C/credito: Ae, Mc, Visa. 4ª trattoria da pino Risotto giallo col midollo o al Barbera, manzo e gallina lessi con salsa verde e mostarda, cosciotto di maiale al forno, costine con patate alla senape. Da 15 €. C/credito: no. 5ª FraTELLI BRIGANTI Spaghettini piccanti al pomodoro fresco, carbonara, pollo fritto con verdure, scaloppine, mozzarella in carrozza, bistecca, pizze. 25 €. C/credito: no. 6ª TRATTORIA ARLATI Gran misto della casa, risotto al salto con rustìn ’negàa, tortelloni al Gorgonzola, roast-beef al sale, stinco di maiale, spezzatino di manzo, insalata di coniglio. Da 35 €. C/credito: tutte. 7ª ANTICA TRATTORIA DELLA GIGINA Spuma di mortadella, tagliatelle al ragù, passatelli in brodo, polpette coi piselli, trippa alla bolognese, coniglio al forno. 30 €. C/credito: Mc, Visa. 8ª TRATTORIA MONTI Sformati di verdura, tortello al rosso d’uovo, baccalà al vapore con fagiolini, patate e olive, involtino di pesce spada, coniglio porchettato. 45 €. C/credito: Dc, Mc, Visa. 9ª TRATTORIA MADONNINA Pasta e fagioli, risotto giallo con ossobuco, bollito con salsa verde, spezzatino primavera con patate, agnello, faraona al brandy. 12-26 €. C/credito: Mc, Visa. 10ª TRATTORIA DA MAMMA MIA Salame e fagioli, lasagne, mezzemaniche col sugo di coda, carbonara, picchiapò (spezzatino di lesso), pollo con i peperoni, trippa e coratella. 25 €. C/credito: no. Trattoria centenaria. Anche bar e vendita salumi. Indirizzo: via Pistoiese 6r, Firenze, tel. 055.31.72.06. Orari: 12-15; ven. 12-15, 19.30-22.30 (chiuso dom.). Tutto come faceva nonna Irma. Atmosfera rustica e rétro. Indirizzo: via Sturzo 22c-d, Bologna, tel. 051.61.54.337. Orari: 12-14.30, 19.30-22.30; dom. 12-14.30 (chiuso lun.). Eleganza discreta. Banco degli antipasti in sala. Indirizzo: viale Boito 65, Roma, tel. 06.86.08.928. Orari: 12.45-14.45, 19.45-23 (chiuso mer.). In pieno centro, tradizionale, allegra ed economica. Indirizzo: via Cerva 14, Milano, tel. 02.76.00.05.32. Orari: 12-15 (la sera solo su prenotazione per gruppi; chiuso dom.). Come 50 anni fa. Vietato a schizzinosi e coppie romantiche. Indirizzo: piazza Giorgini 12r, Firenze, tel. 055.47.52.55. Orari: 12-15, 19-1.30; ven. 19-1.30 (chiuso gio.). Ambiente originale, musica jazz una volta la settimana. Indirizzo: via Nota 47, Milano, tel. 02.64.33.327. Orari: 12.30-14.15, 19.30-22.30; sab. 19.30-22.30 (chiuso dom.). Atmosfera anni Sessanta e bolognesità. Indirizzo: via Stendhal 1, Bologna, tel. 051.32.23.00. Orari: 12.15-14.30, 20-22.30 (mai chiuso). Sala tra il vintage e il design. Volti anonimi e noti. Indirizzo: via San Vito 13a, Roma, tel. 06.44.66.573. Orari: 13-15, 20-23; dom. 13-15 (chiuso lun.). Tovaglie a quadri e tavoli di pietra sotto il pergolato. Indirizzo: via Gentilino 6, Milano, tel. 02.89.40.90.89. Orari: 12-14.30, 20-22.20; lun.-mer. 12-14.30 (chiuso dom.). D’estate si mangia anche all’aperto. Indirizzo: via M. da Panicale 2, Roma, tel. 06.97.61.39.99. Orari: 12.30-15, 19.30-23; sab. 19.30-23 (chiuso lun.). 182 PREZZi DOVE giugno11 Gilberto Maltinti / DOVE cla di che ifi ss brusco), bigoli con le sarde, tortelli di zucca, tagliatelle con l’anatra Risale al 1922, l’Osteria Trieste, che a dispetto del nome è ancora e maccheroni fatti in casa con sugo di puledro. Alla fine, la classi- in Veneto, sia pure a Teglio (Venezia), ultimo paese prima del Friuli cissima sbrisolona. - Venezia Giulia, lungo la provinciale 91. Vale una sosta per immerConta quattro generazioni (e cent’anni di tradigersi nell’atmosfera semplice, conviviale, che vi hanzione) anche l’Osteria della Villetta di Palazzolo Tagliatelle al ragù del Nido. no creato Luciana e Giorgio Gaiatto. Nel menu racsull’Oglio (Brescia). La gestisce Maurizio Rossi con La pasta è tutta preparata contato a voce, i buoni salumi della zona, le lumache tutta la sua famiglia, in un ambiente che è quasi com- a mano, in cucina. Carne, in umido, la pasta e fagioli, i bigoli con le acciughe e movente tanto è autentico e (simpaticamente) datato. salumi e fagioli sono di la trippa. Ma anche le seppie con la polenta, il guI tavoli con le tovagliette di carta-paglia, la lavagna Borbona, nell’alto Lazio. lasch, lo stinco e la spalla di cervo al Cabernet. Piatti con il menu giornaliero, le madie, le stampe, le foto regionali, che si trovano a rotazione e che hanno un d’antan e gli acquerelli, le specchiere e il bancone di marmo, l’orologio gran successo. E da quest’estate si mangia al fresco, sotto un gazebo. a cucù e la vecchia radio in bachelite. Anche a tavola non tradisce: A 16 km da Trieste, sotto la Rocca di Monrupino, la Trattoria provare assolutamente il manzo all’olio, un cappello del prete cotto Al Castelliere è puro Carso, forte e genuino, con il suo vino Terrano, per quattro ore, insaporito da acciughe e servito con polenta o patate intenso e asprigno, i piatti saporiti e sostanziosi. Aperta negli anni Seslesse. E la sintesi delle ricette materne in un solo piatto: polpetta di santa, la trattoria offre immutati i sapori della tradizione, grazie alla manzo, involtini di verza ripieni e bollito con salsa verde. cucina della proprietaria Marija Gustin. Quindi la jota, una zuppa DOVE giugno11 183 cla di che ifi ss Il meglio fuori porta Indirizzi completi e altre trattorie eccellenti a pag. 189 1ª Osteria della Villetta Palazzolo sull’Oglio (brescia) Atmosfera e arredi di un tempo, quadri, foto, la radio di bachelite, l’affettatrice rossa, l’orologio a cucù, il menu sulla lavagna e un piccolo dehors. E i piatti della tradizione, su tutti il manzo all’olio e il tris di polpetta, involtino di verza e guanciale bollito. 2ª La Brinca - Ne (Genova) Cucina ligure di terra in un piccolo comune dell’interno. Grande sala con veranda, giardino con vista sulla Val Graveglia. Imperdibili il prebuggiun di Ne, la cima, i ravioli cu tuccu e le tomaxelle (involtini di carne ripieni). 3ª IL NIDO - BORBONA (RIETI) Accanto all’omonimo, spartano hotel, un ristorante dove ancora si prepara tutto sulla cucina economica, alimentata dal fuoco di legna. Le materie prime sono dei dintorni, come i fagioli di Borbona, noti agli intenditori, e la carne; le verdure, del loro orto. Da non perdere le lasagne al ragù. 4ª L’Oste della Bon’Ora Grottaferrata (Roma) La simpatia straripante del patron Massimo Pulicati, per una cucina di tradizione da gustare anche sotto il pergolato. I fegatelli con l’alloro e la cipolla, cuociono a lungo dopo essere stati schiacciati in padella con un ferro da stiro di ghisa. Eccellenti ravioli d’ossobuco e trippa alla romana. 5ª Trattoria dei 4 Venti Curtatone (Mantova) Già punto d’incontro a tavola dei camionisti, è rimasta quasi come negli anni Sessanta, sempre gestita dalla famiglia Prandi. Piatti mantovani, dal sorbir d’agnoli ai tortelli di zucca, dal risotto alla pilota con la salamella al luccio in umido, alla sbrisolona. complicata e di lunga cottura, ma saporitissima, a base di fagioli e crauti; la lubianska, carne di maiale farcita con formaggio e prosciutto; poi gli gnocchi ripieni di susine, le patate in tecia (con lardo), poderoso contorno per le carni alla griglia, lo strudel di mele. La sala è semplice. Imperdibile, d’estate, il terrazzo panoramico, sempre ventilato. In città, da Milano a Roma Le pareti sono rosso pompeiano o giallo sabbia, i tavoli, di legno, sono apparecchiati con le tovagliette di carta color paglia, il menu (scritto a mano, primo, secondo, contorno, acqua o vino) costa 15 euro. DOVE La Trattoria Da Pino, però, è aperta solo a mezzogiorno (salvo eccezioni, cioè se la prenota un gruppo di almeno trenta persone: succede). Frequentatissima da operai, impiegati, studenti e manager. Perché costa poco e vi si mangia bene. In pieno centro a Milano, è quasi un miracolo. Mauro e Marco Ferri, sulle orme dei genitori Giuseppe e Giuseppina, gestiscono il locale alla buona, ma con piglio professionale. La famiglia ha rilevato la bottiglieria (come ancora recita l’insegna) nel 1968, ma esisteva già da decenni. La carta, scritta a mano, è vasta. Fra i must, il risotto giallo col midollo o magari al Barbera, il manzo e la gallina lessi con salsa verde e mostarda (veramente buoni), la trippa (una volta la settimana), il cosciotto di maiale al forno o le costine con patate alla senape. La Trattoria Madonnina è lì, in zona Ticinese, da tempo immemorabile, locanda con cucina già alla fine del Settecento. Oggi è in mano a Fabio Locatelli e Paolo Kempis. Classiche tovaglie a quadretti bianche e rosse sui tavolini di legno, in due ambienti, quello col bar all’ingresso e nella seconda sala, luminosa. C’è anche un dehors in cortile, con quattro tavoli di pietra sotto il pergolato. A mezzogiorno si può mangiare a prezzo fisso con 12 euro, la sera si sta sui 25-30. I piatti? Risotto giallo con o senza ossobuco, una cotoletta alla milanese eterodossa (di maiale anziché di vitello), con contorno di patate saltate e comunque buona. Rimandate all’autunno le cassoeule e le trippe, resistono la pasta e fagioli (davvero eccellente), il bollito con la salsa verde, lo spezzatino con patate. E molto altro, naturalmente. Nello stesso edificio di ringhiera è nato a quanto pare Mario Del Monaco, che una sera degli anni Cinquanta portò in trattoria gli amici Aristotele Onassis e Maria Callas. Nel quartiere ne parlano e ne ridacchiano ancora. È bello ritrovare nel gran misto (l’antipasto della casa) i peperoncini verdi sott’aceto, così come i nervetti e il pâté di fegatini, oltre ai vari salumi. In quanti saranno rimasti a Milano a servirli? Pochi. Ma per la Trattoria Arlati, sempre in zona Bicocca dal 1936, la tradizione non è un modo di dire. Qui ci sono anche, e fatti come Dio comanda, il risotto al salto, magari come piatto unico insieme a spezzatino, ossobuco o rustìn ’negàa, i tortelloni al Gorgonzola, la cotoletta alla milanese, la bresaola di punta d’anca con i caprini, la tartare di manzo, il roast-beef al sale grosso con le patate al forno e, dall’autunno, lo stinco di maiale e la cassoeula. L’ambiente è caldo, originale, sfiora simpaticamente il kitsch. Dirige tutto Leopoldo Arlati, della terza generazione. Al martedì si può cenare anche nella tavernetta, allietati dalla New Orleans Jazz Band: prezzi uguali, ma occorre prenotarsi in tempo. Un po’ fuori dal centro storico di Bologna, in una zona industriale mai frequentata dal passeggio e dai turisti, c’è il posto che non ti aspetti: l’Antica Trattoria della Gigina, un locale che ha mantenuto quel savoir faire tutto bolognese, scherzoso e sincero, di quando la Gigina (che in realtà si chiamava Aldina Fava) lo aprì cinquant’anni fa. Lei non c’è più, ma una grande foto immortala il suo sorriso. È rimasta la qualità del cibo. E c’è la bolognesità segnalata anche dai cartelli in dialetto sulle porte: “tirer” e “spenzer” al posto di tirare e spingere. Il menu mantiene quello che promette, secondo una rigorosa tradizione petroniana. A partire dalla spuma di mortadella, una nuvola di pasta del saporito salume, con cubetti di gelatina al balsamico. E dalle intramontabili e mitiche “tagliatelle al ragù della Gigina”: pasta sottile giugno11 185 le 1 Gilberto Maltinti / DOVE 2 Salerno: pescatori in festival È il primo show della pesca ricreativa in Italia. Dal 3 al 5 giugno la tv Caccia e Pesca (Sky, canali 235 e 236, www. cacciaepesca.tv) organizza a Salerno il Fishing Festival, con il supporto del Comune e della Provincia. Si tratta di spettacoli (a ingresso gratuito) per appassionati, esperti e principianti, per vivere una tre giorni dedicata completamente alla pesca. Il programma è denso di appuntamenti: workshop in barca dedicati alle varie tecniche di pesca, vasche-prova con i migliori esper- 186 ti italiani, postazioni di virtual pond per allenarsi al carpfishing e roubasienne. Inoltre, virtual river e virtual beach, per le dimostrazioni di lancio. C’è anche un’area dedicata alla prova e vendita diretta delle ultime novità, spazi per i piccoli con giochi a premi, esposizione di imbarcazioni. DOVE e un profumato ragù. Poi carni d’ogni genere e dolci fatti in casa. Le sale non sono più le stesse, ma la tradizione continua dal 1961. Da via Saragozza la Trattoria Boni, una delle storiche della città, si è trasferita una decina d’anni fa in via don Luigi Sturzo (zona Funivia), portando con sé tutto il sapore delle ricette classiche, eseguite come nonna Irma ha insegnato ai quattro nipoti, che ora perpetuano la tradizione di famiglia. Dai tortellini in brodo alla cotoletta alla bolognese, ai bolliti con salsa verde, tutto il menu è lo stesso di una volta. I piatti, come la pasta e i dolci, sono fatti in casa (e gli ingredienti provengono da aziende locali). Saporiti, da gustare in sale dall’atmosfera rétro, con le tipiche tovaglie a quadretti bianche e rosse (c’è anche il dog corner per i clienti che arrivano con il cane). Per cene più easy, si serve il piatto rustico: crescentine e tigelle con salumi, formaggi e sottaceti. A Firenze, lungo la strada che porta a Pistoia, si trova una sosta gastronomica inaspettata. Certo, non per chi lì ci vive e lavora, visto che Burde per la zona è un’istituzione, gestita da 110 anni dalla famiglia Gori. Però non li dimostra. Le sale sono sempre affollate per pranzo (si cena solo di venerdì), mentre la bottega (salumi del Casentino, formaggi di Corzano e Paterno) e il bar, dalle 8 di mattina alle 8 di sera, continuano a servire questa periferia fiorentina. Ogni giorno almeno una proposta varia, secondo un calendario che gli aficionados cono- 1. La manchette della Trattoria scono a memoria: lunedì-francesina Boni di Bologna. 2. Antica (lesso rifatto), martedì-peposo (un tecnica di cottura all’Oste della umido piccante), mercoledì-inzi- Bon’Ora: il ferro da stiro in mino (seppie in umido), giovedì- ghisa schiaccia i fegatelli. trippa, venerdì-baccalà. Oltre alla mitica bistecca alla fiorentina, che richiama molti cultori. Fra i primi, minestra di pane, pasta e ceci, carabaccia (zuppa di cipolle). Un corto circuito temporale afferra chi varca la soglia della trattoria-spaghetteria Fratelli Briganti. Lionello e Lido, i fratelli, hanno festeggiato lo scorso ottobre i cinquant’anni di attività con una cena in piazza per 350 persone. Tutto è cambiato, ma loro (e il loro locale) sono sempre gli stessi: luci al neon, tovaglie bianche con le buste di grissini, un viavai di avventori, gente del quartiere, pensionati, ragazzi, famiglie, giornalisti e poliziotti fino alle 2 di notte. Volendo, c’è pure la pizza, ma qui si viene per l’ambiente familiare, gli spaghettini piccanti col pomodorino fresco o la carbonara, il pollo fritto con verdure, la mozzarella in carrozza. Pure la bistecca e, per aprire, un Pecorino da leccarsi i baffi. La sana tradizione della cucina italiana a Roma abita da Mamma Angelina, tra la via Salaria e viale Somalia. La mamma Angelina dell’insegna è ancora in cucina con il fratello Gabriele Dell’Omo. Il tempo qui sembra essersi fermato: la sala, di eleganza misurata e discreta, è uguale da decenni e si mangia anche sui tavoli all’aperto. Dal bancone degli antipasti, come si usava un tempo, i clienti possono servirsi da soli di frittate, verdure gratinate, ricotta, alici marinate, parmigiana di melanzane, vitella tonnata, polpette. Non è raro trovare mamma Angelina che pulisce le verdure seduta a un tavolo: allora si scambiano quattro chiacchiere con lei e si ordinano i classici pomodori al riso, l’amatriciana o la gricia, il pollo alla cacciatora o la trippa alla romana, la coda alla vaccinara giugno11 Osterie di paese e di campagna L’Oste della Bon’Ora Indirizzo: via dei Cavalieri di Vittorio Veneto 133, Grottaferrata (Rm), tel. 06.94.13.778. Orari: 20.15-23; sab. e dom. 12.30-15, 20.15-23 (chiuso lun.). Prezzi: 35 €. C/credito: Ae, Mc. Visa. Il Nido Indirizzo: via del Mulino, Colle San Venceslao 20, Borbona (Ri), tel. 0746. 94.01.90. Orari: 12.30-15.30, 20-23 (mai chiuso). Prezzi: 25 €. C/credito: Mc, Visa. Antica Trattoria Nonna Isola Specialità: passato di scorfano, triglie alla livornese, cacciucco leggero. Indirizzo: via Aurelia 558, loc. Portovecchio, Castiglioncello, Rosignano Marittimo (Li), tel. 0586.75.38.00. Orari: 12.30-14.30, 19.30-23 (chiuso lun.). Prezzi: da 34 €. C/credito: Mc, Visa. Il Romito Specialità: cacciucco alla livornese, ravioli in salsa di orata, spigola al pomodoro. Indirizzo: via del Littorale 274, loc. Calignaia, Livorno, tel. 0586.58.05.20. Orari: 12-14.45,19.15-22 (chiuso mer.). Prezzi: da 33 €. C/credito: tutte. Osteria del Mirasole Gnocchi alla secca, tagliatelle al ragù agreste, fracosta di maiale, fegatelli. Indirizzo: via Matteotti 17a, San Giovanni in Persiceto (Bo), tel. 051.82.12.73. Orari: 12.30-14.30, 19.30-22.30 (chiuso lun.). Prezzi: da 35 €. C/credito: tutte. La Brinca Indirizzo: via Campo di Ne 58, Ne (Ge), tel. 0185.33.74.80. Orari: 19.30-21.30; sab. e dom. 12-14, 19.30-21.30 (chiuso lun.). Prezzi: 35 €. C/credito: tutte. Trattoria dei 4 Venti Indirizzo: via Pilla 43, Curtatone (Mn), tel. 0376.34.90.38. Orari: 12-14.20, 1 19-22 (chiuso dom.). Prezzi: 12-24 €. C/credito: Mc, Visa. Osteria della Villetta Indirizzo: via Marconi 104, Palazzolo sull’Oglio (Bs), tel. 030.74.01.899. Orari: 12-15, 19.30-23; mar. e mer. 12-15 (chiuso dom. e lun.). Prezzi: 27 €. C/credito: Ae, Mc, Visa. Osteria Trieste Specialità: bigoli con le acciughe, pasta e fagioli, lumache in umido, gulasch. Indirizzo: via Vittorio Emanuele 33, Teglio Veneto (Ve), tel. 0421.70.62.08. Orari: 12-14.30, 19-22; gio. 12-14.30 (chiuso lun.). Prezzi: da 28 €. C/credito: tutte. Trattoria Al Castelliere Specialità: jota, gnocchi di susine, lubianska, strudel di ricotta. Indirizzo: Col 8, Monrupino (Ts), tel. 040.32.71.20. Orari: 12-14.30, 19-23 (chiuso gio., ven. solo su prenotazione). Prezzi: 30 €. C/credito: tutte. 2 o il baccalà con pomodoro fresco, cipolla e olive di Gaeta, per un con finocchietto e l’involtino di pesce. Tutti piatti che sanno di camenu che più romano di così non si può. Non si deve badare al ca- sa, come quelli della Trattoria da Mamma Mia nel quartiere os nei dintorni tra negozi piuttosto cheap e la confuFlaminio. In estate sui tavoli alla buona apparecsione di piazza Vittorio, scegliendo come meta 1. Una vecchia foto della chiati in una stradina defilata, si gusta una cucina ruMonti: è la trattoria per definizione, frequentata Trattoria Arlati di Milano. stica. Gli osti, come amano essere chiamati, sono da un mix singolare di clienti tra abitanti del quar- 2. Ravioli di erbette col tuccu, Marco Martinelli e Stefano Parodi. Il menu è recitato tiere, creativi e volti noti. Al timone c’è la famiglia del ristorante La Brinca di Ne. a voce e, sulle tovaglie a quadri, si mangiano in alleCamerucci, originaria di Acqualagna, con una cugria salame e fagioli, seguiti da lasagne, mezzemaniche cina che affonda le radici nelle Marche. La mamma Franca Mar- con sugo di coda, nonché i romanissimi ossobuco, picchiapò (spezzazioni è in cucina, mentre i fratelli Daniele ed Enrico accolgono i tino di lesso) e pollo con i peperoni. Una vera operazione nostalgia. clienti in una sala tra il vintage e il design. Il loro piatto tipico è il Inviati da Dove, Loredana Tartaglia, Ornella D’Alessio, Silvia Ugolotti, tortello al rosso d’uovo, un unico raviolo di ricotta e spinaci con Gian Luca Moncalvi e Anna Pugliese all’interno un tuorlo intero, condito con burro fuso e tartufo estiTrattorie del Sorpasso: indirizzi su vo, oppure con pomodoro fresco e basilico. Ottimi anche il bachttp://viaggi.corriere.it calà con fagiolini, patate, olive e Pachino, il coniglio porchettato DOVE giugno11 189