Cosmetici, dopo la sfida mondiale arriva quella «verde

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Cosmetici, dopo la sfida mondiale arriva quella «verde
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Eventi Dal 18 al 21 marzo la nuova edizione di Cosmoprof, che fattura oltre 50 milioni di euro. In crescita del 19% le prenotazioni online
Cosmetici, dopo la sfida mondiale arriva quella «verde»
La Fiera bolognese che ha reso internazionale la nostra industria ora si adopera per alzare gli standard eco dei prodotti
C’
è il racconto della società e dei suoi progetti per il futuro in
un osservatorio sulle tendenze
del beauty come Cosmoprof
Worldwide Bologna. La più
importante manifestazione
del settore (dal 18 al 21 marzo)
organizzata da BolognaFiere.
Quando è nata — e l’anno
prossimo sarà il 50simo anniversario – aveva un obiettivo
che sembrava impossibile:
promuovere i prodotti Made
in Italy in un panorama dove
l’immagine vincente era francese e americana. «Oggi la
piattaforma internazionale —
commenta Dino Tavazzi, amministratore delegato di BolognaFiere Cosmoprof in missione a Istanbul — coinvolge
Europa, America e Asia con i
suoi 6.400 espositori in totale
e 360.000 visitatori, provenienti da più di 160 Paesi».
Grande è stato l’impegno
per valorizzare la filiera pro-
duttiva, grazie a Cosmetica
Italia e al Polo Tecnologico
della Cosmesi. «Ritorna così a
New York per la terza volta
consecutiva Cosmopack International Business Forum
Exhibition – continua Tavazzi
–. Un momento importante
per tutte quelle imprese che si
occupano di macchinari, materie prime, contoterzismo e
packaging, che possono beneficiare di un fitto calendario di
i n co n t r i o n e - to - o n e , d i
workshop e contatti di lavoro.
Bologna, New York, Las Vegas
e Hong Kong coprono dunque
i mercati esteri con un format
di eccellenza come il nostro».
Per sostenere questo impegno
il ministero dello Sviluppo
economico ha stanziato un fi-
Look Dino Tavazzi, fondatore di Cosmoprof
nanziamento di 2 milioni inserendo Cosmoprof tra le 35 fiere coinvolte nel piano per il
Made in Italy. La fiera, che a livello globale fattura 50 milioni di euro, e per promuovere
l’internazionalizzazione porta
gli organizzatori in un roadshow dall’Iran al Kazakistan,
ha il suo punto di forza nell’edizione di Bologna. Che nel
2015 ha registrato numeri da
record: 248 mila visitatori,
+20% rispetto al 2014 dei quali 79mila in arrivo dall’estero
(+30%).
La sfida adesso è superare
se stessi, come permettono di
sperare le prenotazioni online,
già cresciute del 19%. Una leadership produttiva richiede
una leadership etica. La Camera Nazionale della Moda
con Smi — Sistema Moda Italia e altre quattro fondamentali associazioni dei settori —
l’ha espresso con le Linee guida sui requisiti eco-tossicolo-
gici per gli articoli di abbigliamento, pelletteria, calzature e
accessori.
«Un obiettivo epocale»,
l’ha definito Claudio Marenzi,
presidente di Smi. Cosmoprof
lo realizza sostenendo con
sempre maggiore attenzione
la cosmesi e la profumeria naturali. Forse pensando anche
ai Millennials, i consumatori
del Duemila, di età tra i 18 e i
34 anni, presenti in Paesi diversissimi eppure accumunati
da alcune caratteristiche, come il rispetto della sostenibilità. Sempre più aziende green
partecipano al Salone, spesso
riunite in collettive tipo quella
marocchina con i suoi prodotti all’argan, al fico d’India e alla rosa, e quella francese con
la sua linea a base di Fiori di
Bach.
«Malgrado questo comparto sia in grande crescita, manca ancora una legislazione dedicata — dice Francesca Mor-
gante, Label Manager Natrue,
associazione internazionale
per la cosmesi naturale e biologica con sede a Bruxelles —.
Per noi partecipare a Cosmoprof è un’occasione importante per fare cultura su questi temi. Vogliamo arginare il fenomeno del green washing, che
spaccia per bio i prodotti che
non lo sono. È fondamentale
quindi spiegare come avvengono i processi di certificazione, quali sono gli ingredienti
ammessi e i vantaggi che
avrebbero le imprese avviando un percorso a beneficio dei
propri consumatori».
Già 4.700 prodotti per oltre
200 brand hanno ottenuto la
certificazione Natrue, organismo indipendente che segue
un protocollo rigoroso. Almeno il 75% della linea esaminata deve poter ottenere la certificazione e l’acqua, principale
ingrediente in molte formulazioni, non viene considerata
come componente naturale. Si
evita così di inflazionare la
percezione del naturale da
parte del consumatore.
GIUSI FERRE’
© RIPRODUZIONE RISERVATA