articolo dell`Unione Sarda

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articolo dell`Unione Sarda
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L’UNIONE SARDA
www.unionesarda.it - venerdì 27 gennaio 2012
Weekend
Redazione Cagliari
Piazza L’Unione Sarda
(Complesso Polifunzionale S. Gilla)
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Tavolara, da Spalmatore di terra alla vetta (565 metri sul blu), tra magie e profumi di elicriso e ginepro
ZOOM
Nel regno più piccolo del mondo
alla conquista di Punta Cannone
di Roberto Ripa
C
Piatti della laguna
[L. CIANCIOTTO]
S.Teodoro,
una laguna
da gustare
Mario Mura è in guerra col
freezer. Elettrodomestico di
assoluta inutilità, così dice,
nel suo ristorante ittico sulla laguna di San Teodoro.
Muggini, orate, spigole. Ma
anche ostriche, arselle,
granchi: tutto a portata di
braccio, a “centimetro zero”.
È La Pischera (346.1333919
335.7725398), il locale che
si affaccia sui 180 ettari di
compendio, isolato dal mare
solo da una fettuccia candida, 4 chilometri, di spiaggia:
La Cinta. Nove antipasti,
spaghetto alla bottarga e
pennette ai granchi. Poi
muggini alla griglia e oratine
al sale. Un menù da 40 euro
(una sessantina di posti),
compreso i vini in bottiglia.
Dai vermentini ai cannonau,
carignano, monica. Una laguna che davvero fa sistema: perché oltre al ristorante di Mario. C’è Alessandro
che ha in gestione uno dei
più grandi allevamenti di
ostriche dell’isola. Anna Rita Sanna, (coop “Orizzonti di
Gallura” - 366.5319797),
per i tour di circa un’oretta
in battello alla scoperta dei
tesori della laguna. Mentre
Tommaso Fogu, (coop Foca)
alleva le arselle. La pesca è
affidata a due professionisti
Gianni e Carlo Cabras. Per
le escursioni a Tavolara rivolgersi alla Cooperativa
Axinella,
Gian
Mario:
328.8791296. Amp Tavolara: 0789.203013, [email protected]. Centro informazioni,
Comune di San Teodoro: responsabile Lorenzo Pinducciu (340.0684441).
’era una volta un re.
Ma anche un papa, a
mollo sott’acqua. Una
spiaggia magica che
appare e scompare, le
capre
acrobatiche,
un’isola con due code e un cimitero, avvolto dai profumi di tamerici, sale ed elicriso. Qui le teste coronate riposano vicino ai
guardiani del faro. Fantasmagorica Tavolara. Nel vero senso della parola: la realtà, in questo lembo di Gallura, cammina solitaria
in equilibrio sopra la fantasia.
LA CODA. E pensare che la regina d’Inghilterra, Vittoria, ci spedì la sua nave Vulcan apposta per
immortalare (la foto sarebbe a
Buckingham Palace) «il regno
più piccolo del mondo». Molto è
cambiato da allora a oggi, naturalmente. Ma non l’imponenza e
il profumo di un’isola selvaggia.
Già dal suo approdo: Spalmatore
di terra (o Coda di terra). È l’unico attracco, se si esclude l’estremità a nord, Spalmatore di mare
(o Coda di fuori) con Punta Timone, zona militare off limits dove
si trova il grande faro. «Un’isola
maestosa per il 90 per cento
inaccessibile - spiega Gian Mario
Pitzianti, guida escursionista e
responsabile della cooperativa
Axinella di Olbia, in stretto legame con l’Amp Tavolara-Punta
Coda Cavallo - Una grande montagna di calcare che spunta dal
mare e poggia su uno zoccolo di
granito».
IL SENTIERO DEL PROLAGO. C’è un
vero tesoretto da scoprire in questa lingua di terra sovrastata dal
gigante di calce. A Spalmatore, la
parte più nota, si trova il Sentiero del Prolago, circa due chilometri in tutto, ideato a cura dell’Amp e dedicato a questo animaletto, il prolago, un antenato
di conigli e lepri, oggi estinto.
Dalla zona dei ristoranti si arriva
sino alla piccola striscia di sabbia
chiamata “Il passetto”, una
spiaggia candida che nasce e
muore con le mareggiate. E lungo il sentiero sono dislocati cartelli naturalistici per conoscere
tutte le peculiarità dell’isola.
IL CIMITERO. Un antico cancelletto fatto con rami di ginepro protegge il piccolo Cimitero dei re,
dove riposa il primo sovrano di
Tavolara: Paolo I Bertoleoni. Era
stato insignito di titolo e corona
da Carlo Alberto di Savoia. Una
Il sentiero del
Prolago a
Spalmatore di
Terra con il
rilevo
imponente di
Tavolara
Punta
Cannone
((525 m)
Il cimitero
dei Re
Spalmatore
di Fuori
Punta
Timone
Porto S. Paolo
Isola
TAVOLARA
OLBIA
Il Passetto
Spalmatore
di Terra
Isola
MOLARA
Grotta
della Mandria
(100 m s.l.m.)
SS 125
San Teodoro
grande tomba bianca, vicino le
lapidi dei discendenti. Il primo
re, e, accanto, il primo guardiano
del faro, Bachisio Chinelli, in una
foto con la sua inseparabile pipa. È nella cappella in pietra dei
Chinelli, famiglia dei fanalisti storici dell’isola. Ai primi anni 60
con l’arrivo dei militari della Na-
to, anche loro andarono via. Cognomi e vite di famiglie, un ordito affascinante che fa la storia
dell’isola.
I FORNI. L’attività estrattiva del
calcare è testimoniata degli antichi forni della calce, oggi spenti,
vicini alla scogliera. Alcune di
quelle strutture sono diventate
comode abitazioni estive. L’ultimo forno fu spento nel 1955. Anni in cui l’isola contava ancora
una sessantina di residenti.
L’ELICRISO. A sud la spiaggia
bianchissima con la sagoma di
Tavolara. Mentre nel versante a
nord, che guarda l’ingresso del
golfo di Olbia con il promontorio
di Capo Ceraso e in lontananza le
falesie calcaree di capo Figari, si
incontrano le calette rocciose.
Cala Tramontana, è tra quelle più
affascinanti con i ciottoli di calcare arrotondati dal mare. Ma è
lungo il sentiero che si sprigionano i forti profumi della macchia. La vegetazione bassa delle
dune costiere: elicriso, ginepro,
cisto e alberelli di tamerici. In
primavera ed estate le fioriture
bianche e viola del “semprevivo”
(limonium sinuatum), alberelli di
tamerici. «Il sentiero del Prolago
- spiega Augusto Navone, direttore dell’Amp di Tavolara - è inserito all’interno del circuito del
WalkingItaly, un circuito di sentieri attrezzati promosso da Federparchi. Escursionismo per
destagionalizzare e ottimizzare
mercato e fruizione turistica».
LA SCALATA. Il Sentiero della
Mandria si inerpica sul profilo
meridionale di Tavolara: un dislivello di circa cento metri sino
a Punta la Mandria. «Segue il
percorso utilizzato dall’attività
estrattiva della calce - riprende
Gian Mario Pitzianti - si passa in
mezzo a ginepri, lecci, qualche
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il settimo volume della collana
acero e i rosmarini. Un sentiero
di circa due chilomentri, andata
e ritorno». Anche in questo caso
si parte dagli attracchi. E si percorre la scogliera passando vicino ai vecchi forni. Un cammino
ombreggiato che per quasi tutto
il percorso regala a destra lo
spettacolare strapiombo sul mare, a sinistra sulla grande cresta
dell’isola. Nella grotta di Punta la
Mandria, dove sono stati trovati
resti di Prolago, oggi trovano riparo le capre, vere padrone dell’isola. Davanti alla grottina si
apre un ampio terrazzo con guglie di calcare alte una decina di
metri. Un belvedere naturale da
cui appare, incastonata nello
smeraldo, la lingua candida di
Spalmatore. E poi Molara e Molarotto. Un’oretta e mezzo di
spettacolo (consigliate scarpe
adatte) che vanno godute sino in
fondo anche per il sorprendente
salto della falesia chiara sugli azzurri cobalto del mare della Gallura. Da Punta la Mandria parte
infine l’altro itineario per arrivare sulla cresta più alta. Alla conquista di Punta Cannone, 565
metri. Un percorso articolato e
impegnativo di circa 2,5 chilometri, che si completa tra 4 e 6 ore.
La sua caratteristica è la verticalità. Da fare con una guida e ben
equipaggiati. La macchina fotografica è d’obbligo. Perché a
Punta Cannone, davvero, si diventa re.
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SARDA
LA FLORA DELLA SARDEGNA
LENTISCO - ACERO - AGRIFOGLIO - VITE SELVATICA - MALVA - VIOLA - CISTO
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Nelle prime pagine trovano spazio numerose notizie riguardanti le principali caratteristiche del fiore delle Angiospermae,
a cui fa seguito la descrizione dei vari tipi di frutto. Le schede comprendono alcune piante importanti, come
il Lentisco, cespuglio che può svilupparsi come un vero albero; l’Agrifoglio, un albero autoctono, tipico delle montagne
e dei luoghi freschi, inconfondibile grazie alle foglie spinose e alle sue bacche rosse, persistenti in inverno.
A seguire i diversi tipi di Ranno, le Malve e le Viole, queste ultime molto diffuse e appariscenti. Si chiude con i numerosi Cisti.
Inoltre nelle schede sono contenute curiosità e notizie su utilizzi, leggende e particolarità collegate ad alberi, arbusti ed erbe.
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