77 unito - LegnoLab
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Progetti Un tavolino per bambini…. due funzioni di Vasco Araldi MATERIALI: frassino, noce americano, multistrato di pioppo, barra filettata da 12mm, colla epossidica ATTREZZATURA: filo spessore, troncatrice, trapano a colonna DIFFICOLTÀ: 2 su 5 COSTO: 100 euro ORE DI LAVORO: 32 L ’idea di questo progetto nasce dal desiderio di disfarmi di un tavolino I ea rovinato per non dire sghembo e dal voler creare un oggetto originale e funzionale al tempo stesso. bbinare il tavolo tradizionale alla lavagna è stato il mio punto di partenza da qui l’idea di renderlo girevole e anche divertente da usare per i miei bambini Per il piano di lavoro ho subito scartato l’idea del massello per evitare complicazioni dovute a ritiri ed imbarcamenti del legno ed anche per realizzare una struttura stabile e leggera. na volta all’opera ho apportato alcune modifiche al progetto su carta, come per esempio l’idea di sfruttare gli spazi del tamburato per creare dei vani all’interno del piano, utili per tenere in ordine fogli, pennarelli, matite, gomme e tutto l’occorrente per esprimere la creatività Il tavolo da sostituire. Economico ma anche poco robusto. Le esili gambe, prive di traverse basse, non possono resistere all’impeto di un bambino impegnato nei suoi giochi. I cavalletti Per i sostegni mi sono ispirato a dei cavalletti che ricordano la lettera ’. o cercato di utilizzare il materiale che avevo già in laboratorio. Dato lo spessore ridotto delle tavole di partenza ho pensato a delle strutture da comporre in due strati, incrociando i vari pezzi per ottenere la stessa solidità che mi avrebbero dato i giunti tradizionali. Non avendo abbastanza tavole dello stesso legno ho impiegato del noce americano e del frassino giocando cos sulla cromaticità. na volta piallate tutte le tavole a cm di spessore ho deciso di fare le gambe in noce e le traverse in frassino. Come prima operazione, dopo aver misurato l’inclinazione delle aste della rispetto al pavimento, ho troncato quattro tavole le di noce americano a . o quindi ottenuto un primo punto di riferimento per stabilire l’altezza dei sostegni e procedere con il secondo taglio. 98 Un tavolo...da piccolo Scarti o materia prima? Il laboratorio offre sempre una discreta quantità di materiale d’avanzo. Utilizzarlo per un progetto è uno stimolo per la fantasia. Se poi si parla di arredi per bambini si possono trovare soluzioni colorate e funzionali insieme. Un punto di partenza. Nel caso dei sostegni inclinati è utile fin da subito avere una superficie di riferimento. In questo caso la base d’appoggio. Per determinare la lunghezza della gamba e quindi l’altezza del tavolino, mi sono avvalso di una lunga squadra da carpenteria (si trova per pochi euro nei grandi centri per il fai da te) e di un metro: la squadra rappresenta i cateti del triangolo (base e altezza) mentre la gamba è l’ipotenusa. o riportato la misura scelta per l’altezza partendo dalla base della squadra. L’apice delle non è a punta bens piatto quindi i tagli sulla seconda estremità dei pezzi sono stati effettuati senza modificare l’impostazione della troncatrice. Impostata una misura di 6 cm è bastato impostare la battuta laterale della sega per ottenere tutti i pezzi della stessa misura. Sempre con la troncatrice impostata a gradi ho tagliato traverse corte per la parte superiore e due traverse lunghe per la parte inferiore dalle tavole di frassino. La lunghezza di questi componenti determina la distanza fra le gambe. o lasciato quelle inferiori più lunghe per po- ter accostare i pezzi a secco su di un piano e posizionarle ad un’altezza che fosse gradevole da vedere e, ovviamente funzionale. In base alla posizione della traversa bassa ho tagliato tutti gli altri pezzi di noce americano per tappare i buchi’. Per l’incollaggio ho cominciato dal basso. I primi due listelli che si assemblano sono anche i più importanti perch saranno quelli sui cui poggeranno tutti gli altri. Lasciato passare il tempo necessario alla colla di fare presa, ho girato i cavalletti e tagliato i pezzi mancanti incollandoli. Se l’incollaggio viene bene sarà poi sufficiente una passata con una pialla da finitura sulle facce cos da eliminare i piccoli dislivelli tra le assi. Per il perimetro, anche se non era strettamente necessario avere pezzi identici, ho ammorsato i cavalletti l’uno all’atro e li ho piallati insieme. La cosa è stata comunque utile per aumentare la superficie d’appoggio per la pialla. Squadra e metro. Per determinare velocemente l’altezza a cui troncare un elemento inclinato si può far uso di una lunga squadra. Si allinea l’asta corta alla base del pezzo e con il metro si stabilisce la misura. Incastrare senza incastri. Il cavalletto in secondo piano, assemblato, mostra la costruzione a due strati. Gli incastri si formano aggiungendo i pezzi più corti in noce sulle parti che rimangono vuote tra le traverse. Le ampie superfici d’incollaggio garantiscono la tenuta. 99 Strategia anti imbarcamento. Il cavalletto quasi completato. I pezzi su di una faccia sono stati incollati. Ora può essere ribaltato per poter inserire tra le gambe altri due pezzi di frassino per raddoppiare le traverse. La laminazione irrobustisce gli incastri e previene i movimenti del legno. n 77 anno 2015 Progetti Indirizzare l’ errore Le strutture complesse possono risentire, più di altre, di eventuali errori. Potendo scegliere è preferibile incollare per primi e in modo più preciso gli elementi che a lavoro finito risulterebbero pi scomodi da aggiustare. A partire dal basso. La base delle gambe è più difficile da rifinire del resto (pezzi stretti e legno di testa) per cui è la prima ad essere incollata bene a filo con le restanti parti. Tutti gli altri elementi si montano a salire ed eventuali errori si accumuleranno sulla parte superiore che sarà più facile da rifinire. Ultima lavorazione. Dopo essere stati piallati sui bordi insieme i cavalletti rimangono uniti fino alla realizzazione del foro per il passaggio del perno centrale. Tre attrezzi un solo scopo. Per la rifinitura di aree con legni incrociati serve ben più d’uno strumento. La pialla più lunga ha una lama affilata per tagliare a 55° così da evitare strappi. Pialletto e rasiera intervengono su aree più piccole ed in prossimità delle giunture ove la vena ha direzioni multiple. Il piano Terminata la lavorazione dei cavalletti ho iniziato a preparare il piano. ll’inizio ho progettato un tamburato con pelli in multistrato di pioppo da mm ed anima sempre in multistrato da mm. La costruzione della parte interna è stata studiata per far spazio, lungo l’asse centrale, ad un asse tondo in legno necessario alla connessione coi sostegni laterali. Questo perch il piano dovrà basculare per poter utilizzare le due facce: una da impiegare come lavagna e l’altra per disegnare, colorare e fare piccoli lavori con la colla. entre disponevo i pezzi, pronti per essere incollati, mi è venuta l’idea di migliorare il progetto iniziale sfruttando gli spazi interni del tamburato. Studiando la disposizione dei singoli elementi dello scheletro ho creato vani: quello centrale dove passa l’asse di faggio da , cm e spazi per lato di cui quello centrale un po’ più grande. atite, pennarelli, penne, righelli, forbici, colla, fogli, scotch e tutta la cancelleria per due bambini di e anni avrebbero finalmente trovato un posto Sulla parte destinata a rimanere accessibile ho predisposto due lunghi sportelli tappo da tenere al loro posto con robuste calamite. Sfruttare gli spazi. L’interno del tamburato è naturalmente predisposto ad accogliere oggetti. Non incollando una delle due pelli occorre però rinforzare le fasce perimetrali per contenere l’eventuale torsione. 100 Un tavolo...da piccolo Dopo aver determinato le misure del piano ( x7 cm) ho predisposto una fasciatura perimetrale in massello. Per i due lati lunghi della cornice ho scelto il noce americano mentre per i due lati corti il frassino. o giuntato la cornice con angoli di praticando i tagli con la troncatrice. Tracciate le linee per la disposizione dei pezzi, ho assemblato con colla vinilica e, dove possibile, con delle piccole viti. Il tamburato ha uno spessore di cm mentre la cornice perimetrale è alta cm. In questo modo ho potuto creare un bordo rialzato dalla parte accessibile che fornisse una battuta per la collocazione del coperchio. La parte centrale, quella che ospita l’asse, è chiusa da una striscia di multistrato bordata con due listelli di noce americano. Prima di montare il tutto ho praticato al centro dei lati corti il foro per far passare un tondino di faggio da mm di diametro. Battuta riportata. Questa immagine mostra la struttura perimetrale del piano. Le cornici in massello fanno da rinforzo e costituiscono la battuta per l’inserimento dei coperchi. Fori perfetti. I fori destinati ad accogliere il lungo perno centrale devono essere perfettamente calibrati. Se ruotando l’attrito tra legno e legno dovesse causare fastidiosi cigolii si può lubrificare con cera o sapone di Marsiglia. Perché i fori vengano in asse è sufficiente accoppiare le tavole e lavorarle insieme sul trapano a colonna. Assemblaggio finale. Il montaggio avviene utilizzando il perno centrale come una sorta di allineatore. Eventuali correzioni possono essere apportate sulle fasce lunghe. Dopo aver definitivamente assemblato la scatola ho tagliato le strisce per la copertura. Le bacchette di guarnizione su quella centrale sono state una scelta obbligata in quanto, non prevedendo il progetto originale la partizione in tre pezzi, avevo a disposizione un solo pannello della giusta misura. Le guarniture mi hanno aiutato a recuperare il legno perduto con i tagli. La tenuta dei pannelli di chiusura, quando si trovano a faccia in giù, è garantita da un adeguato numero di calamite per sportelli posizionate lungo il perimetro interno. Sono quindi passato alla lavorazione del lato lavagna. In commercio esistono vernici apposite contenenti dei granuli che consentono ai gessetti di lasciare le loro colorate tracce. Tali prodotti sono molto robusti e possono essere puliti con la spugna umida senza problemi. La cornice perimetrale, ancora priva di finitura, è stata protetta con del nastrocarta. 101 n 77 anno 2015 Progetti Le coperture per i vani. Quella centrale è fissa mentre quelle laterali sono mobili. Per l’apertura bastano due fori in cui inserire le dita. Il sistema di chiusura sfrutta delle calamite per sportelli montate lungo il perimetro interno. Sulla faccia inferiore del pannello vengono applicate delle piastrine di metallo su cui fa presa il magnete. Finta lavagna. Oltre al costo e al peso, la vera lavagna presenta l’inconveniente della fragilità che mal si abbina ad un mobile destinato ai bimbi. Le apposite vernici, di tipo acrilico, risolvono tutti i problemi. 102 Un tavolo...da piccolo L’assemblaggio fogato una barra filettata fermandola con colla epossidica bi componente. entre quest’ultima asciugava mi sono dedicato ai bulloni: sono realizzati in due strati di frassino e noce americano. Il secondo ha uno spessore maggiore in quanto ospita un dado a ragno. La parte in frassino funge da tappo celando alla vista l’inserto metallico. o montato i due pezzi, già sgrossati a forma di esagono, disponendoli con le venature incrociate. In questo modo diventano pressoch indistruttibili. Per finire mi sono divertito a costruire un simpatico accessorio. na chiave inglese in legno con cui i bambini potranno svitare e avvitare i dadi ogni volta che vorranno cambiare funzione al loro nuovo tavolo. L’unione di piano e cavalletti avviene solamente tramite il perno centrale. Non ci sono sistemi di blocco perch la tenuta alla rotazione è affidata alle grandi superfici di contatto tra gli uni e l’altro. ffinch tutto funzioni occorre però che i due cavalletti stringano letteralmente il piano in mezzo. Il sistema che ho escogitato prevede due viti che escono dalla barra centrale e vanno ad innestarsi su altrettanti bulloni. Serrando questi ultimi si genera la necessaria compressione che non fa muovere il piano. o iniziato tagliando a misura il perno centrale in modo che le due teste, una volta assemblato il tutto, venissero a trovarsi al di sotto della superficie dei cavalletti. Dopo aver trovato il centro ho quindi praticato un foro da mm lungo il suo asse profondo una quindicina di centimetri. ll’interno del foro ho af Unire ferro e legno. Le estremità del perno terminano con due barre filettate. Fare un foro profondo non basta. L’unico modo per ottenere un solido legame tra questi due materiali è usare colla epossidica. Nei bricocentri si trovano dei flaconi dotati di dosatore economici e pratici da usare. Dadi in legno ma dall’anima in ferro. All’interno dei dadi è affogato un ragno metallico con l’interno filettato. Un tappo incollato nasconde il tutto e rinforza il pezzo. 103 n 77 anno 2015 Progetti Il dado non basta Perché il sistema funzioni non bastano semplicemente un dado ed un bullone. La testa del perno deve rimanere al di sotto della superficie mentre la lunghezza della vite che fuoriesce non deve essere superiore allo spessore del pezzo che ospita il ragno Il tavolo terminato. Al suo interno l’utilissimo accessorio che permette di allentare i dadi e posizionare il piano all’inclinazione desiderata. FERRAMENTA GIOVANNI. IL TUO FORNITORE DI FIDUCIA. UN'ESPERIENZA TRENTENNALE PER OFFRIRTI I MIGLIORI ELETTROUTENSILI, ATTREZZATURE E MATERIALI PER FALEGNAMERIA. spedizioni in tutta Italia. PUNTO VENDITA LEGNOLAB www.legnolab.it www.ferramentagiovanni.it 104