bianco: ecco la città per 2 volte patrimonio universale dell`unesco

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bianco: ecco la città per 2 volte patrimonio universale dell`unesco
Sabato 21 giugno 2014
Speciale Catania & dintorni
BIANCO: ECCO LA CITTÀ
PER 2 VOLTE PATRIMONIO
UNIVERSALE DELL’UNESCO
di ENZO BIANCO*
va centinaia di giovani ingegneri formati a Catania.
Perché è il talento dei nostri ragazzi il vero oro di
el 2013 a Phnom Penh è stata aggiornata la Catania. Un talento che si esprime anche in ogni forlista dei siti mondiali dichiarati dall'Unesco ma d'arte e in particolare nel teatro e nella musica.
Patrimonio dell'Umanità. Sono in tutto 981, Qui esistono il Teatro lirico intitolato a Vincenzo Beldistribuiti in 160 nazioni. La nostra piccola lini e uno Stabile annoverati tra le più prestigiose istiItalia è il Paese in cui ne esiste il maggior numero: tuzioni culturali italiane, note e apprezzate in tutto il
49, contro i 45 della Cina. E in Italia c'è un solo luogo mondo, come ha dimostrato la recente tournee in Ciche sia stato inserito due volte nella World Heritage na del Massimo. Qui esistono musei ricchi di tesori,
qui operano personaggi di grandissima levatura culList: Catania, con l'Etna e il barocco fiorito.
Questa mia città somiglia molto al suo vulcano: turale come Franco Battiato, ideatore dell'innovativo
festival «La natura della mente». Certo,
all'esterno può apparire ruvida e difficici sarebbe da parlare ancora di clima
le ma ha un'anima di fuoco che è vitalied enogastronomia, del mare e delle
tà pura. I Catanesi, operosi, vivaci, solameraviglie naturalistiche, ma quelli sori, non si arrendono mai. Come dopo il
no ormai ben conosciuti. Preferisco
terremoto del 1693, quando la città fu
parlare dell'area metropolitana catanerasa al suolo da un disastroso terremose, la settima del Paese, perno di quel
to che uccise migliaia di persone. Ma
Distretto della Sicilia sudorientale, fordalla tragedia fiorì la straordinaria belmato anche dalle province di Siracusa
lezza del nostro barocco, nato dalla sene Ragusa - ma che interessa anche Tasibilità degli artigiani locali promossi
ormina, Piazza Armerina e Gela -, che
d'improvviso architetti e artisti, che
è potenzialmente la locomotiva dello
seppero creare capolavori riproducensviluppo dell'Isola. Qui è concentrato
do sui palazzi angeli e demoni. Gli stesl'80% del pil isolano non legato alla Pa
si che avevano visto correre per la città Il sindaco Enzo Bianco
e il livello di infrastrutture è assai comdurante la fine del mondo rappresentata da quel sisma. Quando si parla di siciliani arrende- petitivo: due aeroporti (Catania e Comiso), quattro
voli, cupamente pessimisti, rassegnati, non si sta par- porti (Catania, Augusta, Siracusa e Pozzallo), un inlando dei Catanesi, orgogliosi e lontani dalla sterile terporto, due grandi mercati agroalimentari e una
adeguata, anche se migliorabile, rete stradale. Preferilamentazione, sempre fattivi e curiosi.
Non è un caso nacque qui, nel 1434, un'Università sco parlare del Coordinamento di tutti i Comuni siciche è la più antica della Sicilia, la tredicesima in italia liani il cui territorio fa parte di siti Unesco - sono sei,
e la ventinovesima nel mondo. Non a caso attorno diventeranno presto sette con l'itinerario arabo-norall'ateneo sono nati centri di ricerca pubblica e priva- manno - che abbiamo costituito. Preferisco parlare
ta di rilievo internazionale nei campi della fisica, del- di questo meridionalismo senza padrini che vive di
la vulcanologia, della chimica, della farmacologia, nuovo in questa zona della Sicilia e reclama attenziodella microelettronica, della nanotecnologia. Sulla ne perché rappresenta un'autentica opportunità per
spinta della ricerca e dell'innovazione si sviluppò, ne- la crescita del Paese.
*sindaco di Catania
gli anni Novanta, l'Etna Valley, con la St che assume-
N
2
PA
Palermo
Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno
Gli eventi
Catania e il patrimonio culturale
Il programma estivo prevede
140 appuntamenti musicali
e teatrali, 97 laboratori e 15 mostre
«L
a cultura non è un lusso, è
una necessità». Lo ha detto
Gao Xingjian, lo scrittore cinese vincitore del premio Nobel per la
letteratura nel 2000 ed è una filosofia
che Catania, e la sua amministrazione
comunale, hanno fatto propria. È infatti la cultura uno dei motori della rinascita della città che si vuole lasciare alle spalle un periodo buio.
«Stiamo puntando con determinazione — ha detto l’assessore ai Saperi
e alla Bellezza Condivisa Orazio Licandro — sul recupero del patrimonio culturale della città, la sua storia, i suoi
monumenti, i luoghi e i siti storici che
ospitano, in alcuni casi, musei civici di
grande pregio. Il cartellone della stagione estiva "Estate in Città - Happy
Catania" è già nel nome un invito a restare in città, o a visitarla da turisti,
per apprezzarne le bellezze e le numerosissime proposte che il Comune offre, sfruttando come scenario i siti più
prestigiosi della città».
Centoquaranta appuntamenti musicali, teatrali e di altro tipo, 97 laboratori per bambini e non solo, e 15 mostre
saranno il focus della lunga estate catanese che avrà prima fra tutte, come location, il recuperato Palazzo Platamone ( già Convento di San Placido) che
come Palazzo della Cultura è diventato riferimento per larga parte degli
eventi culturali della città. Insieme a
questo
Il duecentesco castello federiciano
oggi museo Civico Castello Ursino, la
Chiesa monumentale di San Nicolò
l’Arena, la secolare Villa Bellini e il parco Gioeni, piazza Università, il Teatro
Massimo Bellini e la biblioteca Vincenzo Bellini.
«Una proposta ricca, variegata — ha
continuato Licandro — frutto di una
intensa e proficua collaborazione tra
istituzioni, penso ad esempio al Teatro Massimo Bellini, al teatro Stabile e
all'Istituto Superiore Musicale "Vincenzo Bellini" e alle tantissime associazioni, compagnie e operatori culturali privati che si sono dati da fare insieme ai
nostri funzionari, tutti spinti da un solo spirito: quello di una rinascita culturale e morale di una città i cui abitanti
si sono sempre distinti per vivacità intellettuale, operosità e creatività».
E forti di queste certezze a Catania è
già tornata la grande musica. Dopo i
concerti di Goran Bregovic, il Festival
di Franco Battiato, la due esibizioni di
Ligabue, entrambe sold out, sarà la
volta, l’11 luglio, di J-Ax, il notissimo
rapper e cantautore italiano e di Max
Pezzali. Mentre l’8 agosto, andrà in scena Caparezza.
Un ventaglio di proposte musicali
per tutti i gusti che ha fatto finora confluire in città, complessivamente, circa 100 mila presenze non solo dalla Sicilia ma da tutta Italia oltre naturalmente i turisti che visitano i sinuosi
monumenti barocchi caratterizzati dal
nero del basalto lavico e dal bianco della pietra calcarea.
Ma la città che è al centro di due
siti Unesco WHL, il Val di Noto e l'Etna, non si ferma qui e il 9 luglio ospiterà una delle cinque serate finali del
premio letterario Campiello, un grande appuntamento, irrinunciabile per
chi ama leggere. Il «filone letterario»
non si esaurisce qui: per la prima volta, e in accordo con la città di Modena
dove è giunto alla sua settima edizione, arriva nella città dell’Elefante il
BuK Fest, il festival della piccola e media editoria con la presenza di 100 editori italiani e vari ospiti internazionali. «Catania - h<a affermato l'assessore - entra nel circuito delle città del
libro e non può che venircene bene".
Ma perché in città scoccasse il "colpo
di fulmine" con la lettura e i libri, tenuto conto che anche qui e come in
tutte le città italiane si legge molto po-
A destra,
l’interno del
Palazzo della
Cultura. A lato, il
logo dell’estate
in città, Happy
Catania. Sotto,
un’immagine
scattata da
Francesca
Pavano della
centralissima
piazza Duomo
co, l'Amministrazione Bianco ha creato l'AutoBooks, un vecchio autobus rimesso a nuova vita, coloratissimo e
completo di scaffali per i libri che porta in giro nei quartieri una biblioteca
per diffondere la cultura del libro e sostenere la lettura, con reading, dibattiti, musica, teatro: insomma "la cultura in movimento". E poi, ancora, la
mostra di Carlo Gavazzeni con la curatela dello scrittore marocchino Tahar
Ben Jelloun ospite a Catania ai primi
di settembre. Spazio anche al grande
sport: Catania ospiterà infatti l' Euro
Beach Soccer, le finali dello scudetto
italiano di Beach Soccer e il Campionato italiano assoluto di Beach Volley
"Sarà un'estate lunga - ha concluso Licandro - ma anche, lo speriamo, apprezzata e se avremo seminato bene
ancora una volta la città risorgerà da
se stessa, come è abituata a fare da
sempre e come recita il suo motto
"melior de cinere surgo"».
Ant. Sco.
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I luoghi / 1
I luoghi / 2
Il museo civico Castello Ursini
Alcantara, acqua e natura
per un spettacolo unico
Ecco dove è custodita la memoria storica di Catania
I
l museo civico Castello Ursino è il più rappresentativo tra i musei civici, insieme al museo Belliniano e
al Museo Emilio Greco.
Costruito tra il 1239 e il
1250 nell'ambito della campagna di fortificazione condotta
da Federico II di Svevia nella
Sicilia orientale, su direzione
di Riccardo da Lentini, prepositus edificiorum, occupava una
posizione strategica: un promontorio che si affacciava sul
mare ma che dominava altresì
il centro urbano. Dal 1934 ospita il più importante museo di
Catania, custodisce simbolicamente la memoria storica dei
catanesi. L’edificio, rappresentativo del potere temporale
dell'imperatore, è stato testimone dei forti cambiamenti
urbani provocati da catastrofi
naturali. Ed al suo interno le
opere esposte rappresentano
una testimonianza della storia
culturale della città.
Al pianoterra le sale ospitano reperti archeologici del periodo arcaico, classico, ellenistico, romano, al primo livello
si trova la Pinacoteca del Museo, con opere pittoriche che
vanno dalle tavole bizantineggianti del XV secolo agli olii su
tela del XIX secolo.
Il Museo arricchisce l’offerta spesso con mostre tempora-
Il castello è stato costruito tra il 1239 e il 1250 nell'ambito della
campagna di fortificazione condotta da Federico II di Svevia
nee, oltre che rinnovare ciclicamente l’esposizione permanente con opere custodite nei
depositi.
L’Amministrazione comunale per migliorare la fruizione
ha coordinato il sistema museale, attraverso un unico regolamento ed una carta dei servizi,
permettendo anche con un
unico biglietto di visitare i tre
musei. Sono previsti biglietti
ridotti per varie categorie e
gruppi. L'orario di apertura è
stato studiato per permettere
l'accesso settimanale continuo
per tutti giorni della settimana, dalle ore 9 alle ore 19, domeniche e festivi ore 9 e fino
alle ore 13. I servizi aggiuntivi
offerti prevedono visite guidate, percorsi animati e laboratori.
Le sale del Museo così come
la corte esterna possono ospitare a pagamento eventi culturali. Nel Castello Federiciano è
possibile anche celebrare il
proprio matrimonio così come è location ideale per convegni, concerti e rappresentazioni teatrali.
Dal 2013 il castello Ursino ha
organizzato una
serie di eventi
utilizzando le
opere conservate nei depositi
per renderle ciclicamente fruibili ai visitatori.
Così sono stati
esposti al pubblico esemplari
di armi da fuoco
della collezione
dei padri Benedettini, così come anche sono
stati esposti i
quadri della Pinacoteca del Museo Civico Castello Ursino, raccolti sotto il titolo «Il ritratto nell’Ottocento» e opere pittoriche dell’artista catanese Antonino Gandolfo. Ancora, sono tuttora in
esposizione nella sala delle armi del museo, delle interessanti epigrafi giudaiche che testimoniano la presenza di una
grossa comunità giudaica molto ben inserita nel tessuto urbano della città di Catania. A
dicembre, infine, è stata approntata una piccola mostra
delle opere di Michele Rapisardi.
A. S.
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Alte fino a
50 metri,
sono un
vero e
proprio
canyon
originato
da antiche
colate
laviche
L
e Gole Alcantara sono uno spettacolo
unico al mondo. Non distanti da Catania, le gole sono alte fino a 50 metri,
sono un vero e proprio canyon originato da fenomeni di raffreddamento di antichissime colate laviche solcate al centro dalle acque gelide del Fiume Alcantara. Il Parco
Botanico e Geologico delle Gole Alcantara vi
permette di visitare questo spettacolo della
natura in ogni momento dell’anno e nel massimo confort e sicurezza. Famosa e conosciutissima la spiaggetta delle gole che si trova
di fronte all’imbocco delle gole ed alla quale
si può accedere facilmente tramite gli ascensori del Parco Botanico e Geologico o dalla
scala del Comune di Motta Camastra. La
spiaggetta è accessibile fino a quando le condizioni meteo ed il livello delle acque lo permettono, quindi ad esclusione dei periodi invernali ed autunnali in corrispondenza delle
prime piogge consistenti. La parte interna
del canyon è fruibile per un tratto iniziale di
circa 25/50 mt a causa delle limitazioni di sicurezza vigenti e delle condizioni climatiche
oltre al livello delle acque del fiume. La parte a valle delle Gole, ricca di laghetti, formazioni rocciose e cascatelle, è percorribile utilizzando le salopettes (disponibili in loco)
che proteggono dalle acque gelide e che si
noleggiano sul posto.
Red. Spe.
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Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014
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Tendenze
Accessori vulcanici
L’Etna, inesauribile fonte d’ispirazione per tanti designer
L
’Etna, il Mongibello, patrimonio dell’umanità,
il vulcano attivo più alto d’Europa che ha forgiato, ora distruggendoli ora
rinnovandoli, miti, civiltà, culture e personaggi illustri, da
qualche giorno si è risvegliato, come ciclicamente succede ormai da anni. Il poeta inglese Samuel Taylor Coleridge che considerava i vulcani
come una montagna che ha
mal di stomaco, vede i crateri
come dolci e intriganti signore agghindate di zagara gialla
dorata e vibrante. Chiunque
nel corso della propria vita,
ha sentito brontolare, tremare ed esplodere un gigante
buono, dar vita a giochi pirotecnici, ma anche minacciare
le abitazioni e gli abitanti che
ci vivono sopra. Molti l’hanno visto arrabbiarsi probabilmente senza mai diventare veramente un pericolo per la popolazione, ogni tanto distrugge tutto ciò che di superfluo
gli uomini ostinatamente hanno voluto costruire sulle sue
pendici. «’A Muntagna», in
dialetto siciliano, è un luogo
magico e ricco di spunti,
d’ispirazioni poetiche, letterarie e creative, come quelle
avute da Tiziana Nicosia e della madre, l’artista Adriana
Zambonelli. Le loro creazioni
esprimono la sicilianità vera e
lo stretto legame con questa
terra ammaliatrice. Sulle loro
coffe, zeppe, orecchini, platform e pochette, si possono
scrutare scene dell'Orlando
Furioso, ritratti di Angelica e i
Saraceni, ma anche Sant’Agata, l’Etna, la Trinacria e i carretti siciliani. «Tizzini», il
fashion brand che racconta la
Sicilia, si serve di questi accessori per raccontare le storie
dei paladini, delle dame, insomma, l’opera dei pupi in toto. Rigorosamente dipinti a
mano, ogni opera è unica e incarna ambientazioni siciliane,
non a caso sulle espadrillas sono pennellati sia la maestosa
Etnea che il simbolo della Sicilia, ovvero, la Trinacria. Il pregio più importante di ciascun
accessorio Tizzini è di non poter essere riprodotto in serie,
diventando artigianale tra le
mani della Nicosia e della
Zambonelli. Realizzati a ma-
no, uno ad uno, con dovizia e
precisione, hanno una grande
forza comunicativa in grado
di portare la "sicilianità" nel
mondo. Ricordiamoci però
che nelle vicinanze della Sicilia di vulcani, oltre l’Etnea, ce
ne sono tanti: c’è quello di
Stromboli il più arrabbiato,
poi Vulcano ed infine quello
dell’Isola Ferdinandea, ormai
sommerso, con la cima sotto
il livello dell’acqua. Proprio
su quest’isola che non c’è più,
si sofferma il lavoro di Maria
Marigliano Caracciolo che celebra la tecnica pittorica della
’A Muntagna
Molti l’hanno visto arrabbiarsi
probabilmente senza mai
diventare veramente un
pericolo per la popolazione.
«’A Muntagna», in dialetto
siciliano, è un luogo magico e
ricco di spunti, d’ispirazioni
poetiche, letterarie e creative
«Gouache» con una nuova
collezione di borse dai colori
pastello e dal gusto totalmente italiano. «La Gouache», oltre a dare il nome alla linea
del brand «By M.», è una tecnica pittorica della scuola napoletana dell’ ’800, sono dipinti del passato ad acquarello che hanno fatto la storia
del vedutismo partenopeo, testimonianze dei viaggi del
Gran Tour d’Italia che rese famoso il nostro paese fra gli intellettuali europei dell’epoca.
Maria ha voluto rendere
omaggio proprio alla Sicilia
inserendo nella sua collezione una splendida immagina
tratta da una gouache del
1831, rappresentante l’eruzione avvenuta in acque siciliane
dell’Isola Ferdinandea, l’isola
che non c’è più, rimasta nel
cuore dei siciliani. Un po’ come quella tanto immaginata
da Peter Pan, quest’isola emerse dagli abissi per via di fenomeni vulcanici, creando una
serie di dispute internazionali
circa la sua sovranità. Dopo
pochi mesi però, con una spettacolare esplosione, in una
notte d'agosto del 1831 scomparve di nuovo. Fu sommersa
dal mare per non riemergere
mai più. Quella che fu l’Isola
Ferdinandea per i siciliani, o
l’Isola di Graham per gli inglesi, è attualmente una vasta
piattaforma rocciosa situata a
circa sei metri dalla superficie
marina tra Sciacca e Pantelleria. Come antiche cartoline inviate da posti magici, queste
borse invitano al viaggio indietro nel tempo al solo guardarle; interamente fatte a mano da abili artigiani, la linea
comprende shopping bag, di-
sponibili in due grandezze, vari colori e diversi panorami.
Grazie ad una sofisticata tecnica e una sapiente ricerca, la
designer ha saputo imprimere la pelle di vitello senza alte-
rare i colori originali dei dipinti, in perfetta armonia con
l'atmosfera retrò richiamata
dai paesaggi ritratti.
Venera Coco
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Palermo
Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno
La moda
Ecco il made
in Catania
Quando i designer etnei
fanno scuola nel mondo
È
naturale che l’estate sia il periodo più
adatto per dire di «sì» o per cerimonie
che necessitano un code dress elegante e sofisticato, è normale, quindi, che
i lanci delle collezioni moda siano mostrate al
pubblico proprio in questo periodo. Le nozze,
le cerimonie e i red carpet siciliani in genere
camminano a braccetto con le ultime creazioni di stilisti isolani, che rispecchiano il mood
della Trinacria, la sua storia e il suo excursus
storico e di costume.
Non è un caso, infatti, che Marco Strano,
fashion designer e artista di moda, di origine
catanese, abbia materializzato la forza della
sua terra, in abiti iper-sartorialità, femminili
e leggiadri adatti per una sposa dedita al
prêt-à-couture. La materialità dei tessuti utilizzati per la collezione «…dalla Terra», che riflettono autenticità e audacia, hanno permesso ai modelli su carta di trasformarsi in forme
portatrici di un messaggio in grado di influenzare ogni donna, ammaliandola.
La terra sicula nelle creazioni di Strano è intesa come principio femminile per eccellenza,
appare concreta, solida e potente, al tal punto
da fecondare abiti ricercati, pervasi di femminilità e romanticismo, in cui la tradizione dei
tessuti si unisce all’innovazione delle linee e
alla combinazione di diversi materiali.
Un’originalità autentica quella ideata dallo
stilista siciliano, per nulla convenzionale, la
cui mission è di esaltare la vera essenza femminile di ogni sposa. A centrini a uncinetto,
pizzo macramè e tulle siciliano è lasciato il
compito di decorare i bustini degli abiti creando forme asimmetriche che fanno convivere
insieme tradizione e innovazione. Marco Strano riesce sempre, tramite i suoi abiti, nell’intento di esaltare le silhouette femminili mo-
Marco Strano
Il fashion designer e artista di moda,
di origine catanese, ha materializzato
la forza della sua terra, in abiti
iper-sartorialità, femminili e leggiadri
Francesca Paternò
La stilista Francesca Paternò, crea abiti
mescolando l’imponenza del barocco
alla grazia degli ornamenti liberty tipici
del centro storico catanese
Capoverde
Il marchio ritorna oggi alle origini,
a quella cura dei dettagli e alla
ricerca dei materiali, tipica
dell’artigianato italiano degli anni ’60
strandone l’allure, ma anche gli estremi del carattere di ogni sposa: timido e audace, docile
e irrequieto, sobrio e lussuoso.
Per chi, invece, è stato invitato a un evento
mondano o una serata di gala e non sa cosa
indossare, la stilista Francesca Paternò, crea
abiti proprio per questo genere di occasioni.
Mescolando l’imponenza del barocco alla grazia degli ornamenti liberty tipici del centro
storico catanese, reinterpreta il made in Sicily
grazie a statuarie creazioni da sposa e d’haute
couture, opere d’arte tessili realizzate a mano
con sete finissime, pizzi francesi, ricchi broccati e rifiniture di pregio.
La sua collezione nominata «La Via della Seta», porta oltreoceano lo stendardo dorato del
made in Italy e della sua antica e rifulgente tradizione sartoriale, una tradizione nobile e ostinata, che solo la mano esperta di una sarta o
di un couturier sa regalare ad un capo d'abbigliamento. La Paternò si lascia contaminare
da un’ispirazione cultural chic: dalla pittura al
cinema, ogni bozzetto è frutto di ricerche e
studi meticolosi, intrisi di storia e di cultura
ma anche di una sperimentazione che riporta
ogni linea, taglio e cucitura alla dimensione
odierna.
Palermo
Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014
A destra, Francesca Paternò con le
vallette del Taormina Film Fest che
indossano abiti «La Via della Seta»
(foto: Santo Nicolosi). Gli abiti da
sposa della collezione 2014 di Marco
Strano. E, infine, la creazioni
Capoverde
Le leggiadre vestali Art Noveau di Alphonse
Mucha, dalle vesti fluide impreziosite da dettagli floreali; la ruggente irriverenza degli anni ’20, l’età del jazz, delle «maschiette» e dei
galà voluttuosi in stile Grande Gatsby; l'eleganza dei Sixties, con corpetti che regalano vitini di vespa e gonne ampie che svelano la caviglia: ogni minima influenza artistica mantiene viva la verve creative della stilista, che riesce a traslarla alla perfezione sulle sue creazioni, ideali per attraversare il tappeto rosso, come quello della sessantesima edizione del Taormina Film Festival, attualmente in corso.
Inarrestabile, vulcanica e globe-trotter, la
designer non dimentica mai la sua Sicilia che
porta nel cuore e ne infonde l’essenza in ogni
suo disegno e in ogni abito, che diventa così
un prezioso emblema della sicilianità più pura. Persino sul campo degli accessori, la Trinacria si sta facendo strada e il marchio Capoverde ne è la prova tangibile.
Nato nel 2011 dall’esperienza maturata da
oltre cinquant’anni dalla famiglia Tosto di Catania, il marchio Capoverde ritorna oggi alle
origini, a quella cura dei dettagli e alla ricerca
dei materiali, tipica dell’artigianato italiano
degli anni ’60. Tutto comincia con il lavoro
dei nonni Carmela e Carmelo Tosto che all’interno della una bottega manifatturiera nel
campo proprio della pelletteria iniziano un
percorso commerciale. L’azienda, fondata successivamente dai figli nel 1985, si focalizza
dapprima solo sulla produzione di borse, poi
crescendo il marchio ha ampliato la gamma
di prodotti introducendo anche portafogli e
scarpe.
Una collezione completa, quella firmata Capoverde, variegata anche nei materiali utilizzati, sempre rigorosamente italiani che vanno
dall'ecopelle, al camoscio, fino a materiali unici, come la fibra di fico d’india ricavata dall’essicazione e lavorazione delle pale.
Ma la ricerca di unicità si spinge anche oltre, la collezione summer 2014, infatti, comprende dei veri e propri capolavori, come la
nuovissima «linea Ink Fuoco»: accessori artigianali decorati come un tattoo impresso sui
vari pellami grazie la tecnica dell'incisione a
fuoco. Un esempio? «’U liotru», l’elefante simbolo della Città di Catania, che caratterizza pochette e shopping bag e che fa da apripista ad
altri tipi di personalizzazioni del prodotto.
Venera Coco
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Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno
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Corriere del Mezzogiorno Sabato 21 Giugno 2014
Il focus
L’arte della gioielleria
Con Pomellato i gioielli abbandonano
il loro stile borghese e convenzionale
per ispirarsi a suggestioni etniche
P
omellato è nata nel 1967, anni di grande
rivoluzione per l’Europa e l’Italia. Un periodo irripetibile dal quale è nata una corrente di energia creativa che ha cambiato
per sempre la società, il modo di vestirsi e che
ha dato vita alle prime collezioni della Maison
milanese. Con Pomellato i gioielli abbandonano
il loro stile borghese e convenzionale per ispirarsi a suggestioni etniche, al pop e all’arte contemporanea, in creazioni innovative dall’anima ironica. Per celebrare i 45 anni del marchio, nel
2012 nasce Pomellato 67. La sua mission: reinterpretare in chiave moderna il fascino dei gioielli
di quell’epoca favolosa, rigorosamente in argento. E non solo, il brand contra i suoi prodotti innumerevoli collezioni. E allora c’è «Icone» che
raccontano uno stile. Rappresentano un punto
di arrivo fra classicità e glamour, sono perfette
in ogni occasione, sempre attuali e desiderate
da tutti. Nella difficile arte di creare un gioiello-icona, Pomellato, grazie alla sua inconfondibile creatività, è riuscita a rinnovare tre collezioni
dal carattere unico: Nudo, Sabbia, Capri. Grazie
alle due nuove evoluzioni, la versatilità di Nudo
diventa assoluta. Con un mix di colori e dimensioni ancora più personalizzato, ogni donna potrà scegliere fra le versioni di Nudo Classic, Maxi, Petit e With Diamonds. Importante novità
per Nudo, il gioiello più famoso di Pomellato.
L’anello nella versione maxi diventa più prezioso grazie al tocco glamour dei diamanti incastonati sul gambo in oro bianco. Un motivo ripreso
anche nei piccoli orecchini. Esclusivamente nelle nuances topazio azzurro, ametista e quarzo lemon. Nudo petit, è una deliziosa versione petit
dell’anello Nudo, icona di Pomellato, replicato
L’azienda orafa milanese Pomellato nasce nel 1967
introducendo il concetto di gioielli prêt-à-porter. I gioielli
non sono più visti come oggetti di puro status, ma
accessori da indossare sempre. L'azienda si caratterizza
negli anni ’90 per l’utilizzo delle «pietre di colore»
fedelmente in ogni particolare. In oro rosa e
bianco e cinque nuances: topazio azzurro, ametista, quarzo madera, prasiolite, quarzo lemon. I
colori mediterranei sono infinita fonte di ispirazione per Capri, che ora propone una nuova intensa tonalità. È il blu lapis, rubato alle profondità marine e addolcito dal cristallo di rocca che
ne esalta i riflessi violacei. Il lapis doppiato con
il cristallo è protagonista di catena, bracciale e
orecchini pendenti dalle pietre a taglio irregolare. Tutto in oro rosa. SABBIA Pomellato ha inventato il pavé irregolare e ondulato che evoca il
morbido luccichio della sabbia. La collezione
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Sabbia continua il suo racconto elegante ed essenziale con piccole «pastiglie» in diamanti bianchi o brown o black, incassati su oro rosa. Il delicato motivo centrale degli anelli è inserito anche nella sottile catena del bracciale e girocollo.
Icone, la collezione 2014. Il virtuosismo degli artigiani orafi è una delle basi fondanti del marchio Pomellato e da sempre prezioso supporto
alla creatività di tutte le collezioni. Nel 2009 Pomellato inizia un affascinante percorso nel mondo del traforo e della leggerezza con la collezione Arabesque. Una piccola rivoluzione rispetto
all’opulenza e al peso che distingue da sempre i
gioielli del marchio. Grazie alla poesia di Arabesque, Pomellato non solo ha inventato un genere, ma ha aggiunto alla sua expertise un nuovo e
prezioso savoir-faire. L’anello di Arabesque è
una lieve cupola traforata costruita con un esclusivo motivo ramage in oro rosa. Ci sono poi gioielli che è impossibile non notare, veri oggetti
del desiderio. Meravigliosi dream maker pensati
per far sentire una donna speciale. La loro unicità è racchiusa nella capacità di catturare la luce e
trasformarla in un’allure magnetica grazie a una
pioggia di diamanti, a lavorazioni preziose, a pietre non comuni. Ne sono un perfetto esempio
Tango e Baby di Pomellato. Tango Il nuovo anello racchiude tutte le cifre stilistiche della creatività Pomellato. L’alta pietra centrale di grandi dimensioni ha un taglio molto originale, ottenuto
con sfaccettature irregolari simili a quelle di un
cristallo naturale. I riflessi e la profondità di
ametista o prasiolite sono esaltati da una preziosa corona di diamanti brown irregolari montati
su oro rosa, mentre il traforo che si intravede in
trasparenza sul fondo della pietra, ci conduce in
un mondo fiabesco dal sapore orientale. Gli orecchini, nelle due versioni di colore, riprendono
gli stessi preziosi motivi, ma con la pietra alleggerita nel volume. Nuovo bracciale per Tango,
collezione caratterizzata da un passionale pavé
di diamanti su fondo brunito. Le ampie maglie
ovali - ricoperte da diamanti bianchi o brown –
sono legate fra loro da una catena irregolare in
oro rosa che riprende un motivo classico di Pomellato. Baby La maison reinterpreta l’anello Baby in una versione preziosa. Le pietre purissime,
tagliate quadrate e sostenute da quattro piccole
griffe, sono poggiate su sottili vere in oro bianco
lavorate con pavé di pietre nella stessa nuance.
L’abilissima incastonatura accoppia il topazio azzurro con gli zaffiri azzurri; la iolite con gli zaffiri blu, la tormalina rossa con i rubini e il peridoto con le tsavoriti. Stessi accostamenti per gli
orecchini.
Red. Spe.
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«Perfect Volcano»
Livio a Palazzo della Cultura
L’artista catanese espone venti opere inedite
P
ittura nera su legno e calcografia
a rilievo bianco su bianco. È
un dialogo per opposti, per
contrasti e antitesi la nuova
produzione di Giuseppe Livio che, con
«Perfect Volcano» (21 giugno - 6 luglio
2014), approda nello spazio istituzionale di Palazzo della Cultura (Palazzo Platamone) per una mostra, a cura di Francesco Lucifora, organizzata in collaborazione con il Comune di Catania, Assessorato ai Saperi e alla Bellezza condivisa e realizzata con la partnership scientifica dell'Accademia di Belle Arti e del CoCA Center of Contemporary Arts di Modica
(Rg).
Artista emergente, Giuseppe Livio ha
scelto di lavorare ed agire nella
sua Sicilia, accanto al suo vulcano, l’Etna: una scelta che ne fa
un testimone autentico e insieme un indiscutibile «portatore»
di immagini, ambientazioni, poetiche e concetti riconducibili a
un’idea contemporanea dell'essere artisti e interpreti della propria terra e del proprio mondo
«Per Livio — spiega Lucifora, curatore indipendente —
"Perfect Volcano" rappresenta
un momento decisivo, una fase
di aumentata consapevolezza
sulla sua pittura e sulle modalità di sintesi grafica e visiva che
coincide con una nuova produzione divisa in due blocchi: pittura nera su legno e calcografia
bianco su bianco. Un contrasto di colori
e materiali che viaggia verso la definizione di un vulcano perfetto». «Che non è
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La mostra è a ingresso gratuito e sarà
visitabile fino al 6 luglio. Orari: da lunedì
a sabato 9-13, 15-19. Domenica 9-13
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soltanto l’Etna — continua Lucifora —
ma ogni elemento naturale permanente,
simbolo di una presenza costante che accompagna l’umano al futuro. Livio proietta lo sguardo in avanti, verso una realtà visionaria fatta di paesaggi minimali e
ripuliti dagli eccessi. Anche le calcografie danno la misura dell'invenzione: sulla carta, come reperti dal futuro, emergono forme di esseri e sostanze comunque
familiari».
Una ventina le opere esposte a Palazzo della Cultura, tutte inedite e frutto
della frenetica attività creativa dell’artista in questo primo scorcio del 2014.
«Mi sono concentrato — dice Giuseppe Livio — sul segno, sulla potenza
espressiva del bianco e nero che
arriva a vincere sul colore, da
sempre protagonista del mio lavoro; e infine sulla materia, il legno: tinto di nero è divenuto
supporto di questo ciclo produttivo. Infine i soggetti: vivono in
uno spazio non identificato,
non ci sono coordinate spazio-temporali. Potrebbe essere
anche il nostro futuro».
La mostra «Perfect Volcano»,
cui è dedicato un catalogo con
l’intervento del curatore, la cura
editoriale della fotografa Oriana
Tabacco e il progetto grafico di
copystudio, è a ingresso gratuito e sarà visitabile fino al 6 luglio. Orari: da lunedì a sabato
9-13, 15-19. Domenica 9-13.
Giuseppe Livio nasce a Catania nel
1975. Conclusa l’Accademia di Belle Arti,
dove si laurea in scultura, la vicinanza
na parte di questo quotidiano può
essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali.
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Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio a Catania, nel
quale realizza opere scultoree, pittoriche e calcografiche
con Antonio
Brancato, suo
docente, porta
a una collaborazione per la
realizzazione
di un importante monumento bronzeo per il comune etneo di
San Giovanni
La Punta. Questi sono anni ricchi di stimolanti sollecitazioni artistiche con particolare riguardo all’acquisizione delle diverse tecniche incisorie e il conseguente approccio
alla stampa. Preziosi i rapporti con diversi artisti tra cui Gianbecchina, Salvatore
Incorpora, Sebastiano Milluzzo, Elio Romano.
Nel 1994 apre il suo studio-pensatoio
a Catania, nel quale realizza opere sculto-
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ree, pittoriche e calcografiche. Interessato alla forza della materia, Giuseppe Livio accetta alcune committenze che lo
portano alla realizzazione di sculture in
legno e in terracotta.
Tra il 1990 e il 1997 matura la sua idea
di pittura intesa come un fatto pienamente privato ma con possibili esiti pubblici e condivisi, una forma di esibita intimità, sentendo forte l’esigenza di sconfinare al di là della compostezza di un accademico formalismo e ritrovarsi nel segno libero e sporco e di valenza espressionista.
Nel 2001 il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento per Disegno e
Storia dell’Arte lo porta ad Istanbul. La
permanenza nella città turca unitamente
a numerosi viaggi in Cappadocia e in altri luoghi della Turchia lo porta a vivere
situazioni contrastanti e differenti.
Il richiamo a Istanbul è evidente nelle
opere in cui una certa narrazione indica
un valore laico, mistico e corrispondente allo stupore dello sguardo dell'uomo
occidentale rispetto all'incontro con una
cultura non conosciuta prima.
In antitesi al chiasso della metropoli,
la Cappadocia, con il suo silenzio ed isolamento dal tempo, suggerisce l’esito
quasi monocromo dalle tinte polverose
e terrose di molti suoi lavori. Dal 2006 è
docente di Storia dell’Arte presso il Liceo
Scientifico Federico Enriques di Roma.
Coordina una sezione di scultura del progetto «La Porta della Bellezza» di Librino
a Catania e una sezione di pittura del progetto «La Grande Madre» per il Policlinico di Catania.
Una sua grande opera calcografica —
a unica scena e stampata a mano — lo
vede partecipare al «Rito della Luce»,
progetto della Fondazione Fiumara d'Arte di Antonio Presti.
Ricerche di personale € 100; Commerciale € 104; Occasionale € 129;
Posizione prestabilita più 20%; Ultima pagina più 25%
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Sabato 21 Giugno 2014 Corriere del Mezzogiorno