Logica dell`informazione Elettorale Il ruolo della stampa

Transcript

Logica dell`informazione Elettorale Il ruolo della stampa
LOGICA DELL’INFORMAZIONE ELETTORALE
Il ruolo della stampa italiana nelle Elezioni politiche 2006
di VALENTINO SCATIGNA
Non solo le interviste sono mezzi per
stabilire fatti, sondare le motivazioni e
spingere i politici a spigare le loro posizioni e il loro comportamento; da esse
dipende anche la loro reputazione.
D. WATTS
Tutti i soggetti del sistema politico sviluppano delle strategie comunicative rivolte essenzialmente in due direzioni: l’una verso l’esterno, che vede
come interlocutore il cittadino-elettore1, l’altra verso l’interno del sistema
politico stesso. Tali strategie comunicative, e i significati simbolici di cui
sono portatrici, vengono poste in essere prevalentemente per mezzo del
sistema dei media, inteso come insieme di istituzioni mediali che svolgono attività di produzione e di distribuzione di informazioni, idee, cultura.
Oggi la politica vede nel sistema dei mass-media un prezioso alleato capace di ridisegnare lo spazio pubblico (che viene ormai a essere mediatizzato2), permettendo a leader, partiti, governi e movimenti di ottenere visibilità costante, contribuendo a definire la loro identità non solo agli
occhi dell’opinione pubblica, ma anche in relazione al processo negoziale
1 Faccio riferimento all’idea di comunicazione politica come scambio e confronto dei
contenuti di interesse pubblico-politico prodotti dall’interazione tra sistema politico (le
istituzioni, i partiti, i politici), il sistema dei media (le imprese di comunicazione, i
giornalisti) e il cittadino-elettore. Sul tema cfr. G. MAZZOLENI, La comunicazione politica, Il
Mulino, Bologna 1998.
2 La crescente influenza del sistema dei mass-media, insieme al processo di innovazione
tecnologica, ha contribuito a modificare la concezione dello spazio pubblico nel quale la
comunicazione diretta e interpersonale è stata pian piano sostituita da una forma di
interazione indiretta e prevalentemente mediata. Su questo cfr. J.B. THOMPSON, The
Media and Modernity. A Social Theory of the Media, Polity Press, Cambridge 1995; trad. it. di
P. PALMINIELLO, Mezzi di comunicazione e modernità. Una teoria sociale sui media, Il Mulino,
Bologna 1998, pp. 121-211; e F. COLOMBO, Introduzione allo studio dei media. I mezzi di
comunicazione tra tecnologia e cultura, Carocci, Roma 2003, pp. 18-19.
70
interno al sistema politico stesso. Le campagne elettorali sono state, da
sempre, oggetto di numerosi studi che hanno evidenziato la presenza di
precise logiche comunicative e di comportamento sia da parte degli attori
politici, sia da parte del sistema dei mass-media. La stampa, sin dalla sua
nascita, ha occupato un ruolo di primo piano come organo di informazione politica e strumento di propaganda, nonostante l’ultimo ventennio
abbia visto una crescita d’importanza della televisione come mezzo di informazione quotidiana.
La carta stampata continua a conservare comunque quel ruolo di
approfondimento e tematizzazione delle notizie (che a volte viene meno
nel caso del mezzo televisivo), risultando così determinante per la formazione del dibattito interno allo spazio pubblico. Il legame tra stampa e
campagne elettorali risulta così evidente, anche se solo un’analisi diretta
di dati relativi al processo di tematizzazione, consente di mettere in luce
questa relazione. Restringendo il campo d’indagine al solo contesto italiano per un periodo che parte dai primi anni Novanta, notiamo che il
rapporto tra stampa e comunicazione politica ha subito alcuni momenti
di scompenso. Come sottolinea Grossi:
La crisi progressiva del modello del partito di massa, delle subculture politiche e dello stesso voto di appartenenza ha portato a ridimensionare sia
il ruolo informativo che organizzativo dei giornali (non solo quelli di partito) nella formazione del consenso e dell’opinione pubblica, a vantaggio
della tv3.
1. La campagna permanente
Prima di affrontare l’analisi empirica del processo di tematizzazione per
mezzo della stampa, è necessario fare una breve classificazione delle
tipologie di campagne elettorali4. Possiamo a tal proposito distinguerne
tre tipi, anche se ai fini del nostro studio sarà necessario soffermarci
maggiormente su quelle del terzo tipo.
3
G. GROSSI, Al voto coi giornali. Il ruolo della stampa nelle campagne elettorali, in Mass media ed
elezioni, a cura di G. SANI, Il Mulino, Bologna 2001, p. 159.
4 Tale classificazione è ripresa dall’intervento di Giorgio Grossi durante il VIII
Convegno internazionale S.I.S.E. «Le campagne elettorali» (Venezia, 18-20 dicembre
2003).
71
1. Campagne elettorali di primo tipo o canoniche. Questa tipologia di campagna di stampo pre-moderno, si caratterizza per essere scarsamente mediata, con un contesto elettorale poco problematico (ideology-oriented): l’esito prevalente è quello del rafforzamento, o meglio
della certificazione numerica dei rapporti di forza politici (e cultuali) già presenti nella società; il ruolo dei media è marginale, quello
della propaganda è elevato (ma spesso autoreferenziale); quello dei
partiti/candidati è soprattutto rappresentativo (di interessi) e simbolico (di valori).
2.
Campagne elettorali di secondo tipo. Sono le campagne «lunghe», moderne, mediatizzate, caratterizzate da un crescente protagonismo
degli staff e dei consulenti politici, in un contesto elettorale più
complesso e articolato; sono campagne citizen-oriented: non si tratta
più (o soltanto) di sollecitare appartenenze ma, si può mirare soprattutto verso gli elettori indecisi, mobili, e disaffezionati. In particolare, nel caso italiano, il fine ultimo di tale tipologia di campagna si identifica nella conquista dell’elettorato marginale (il famoso
5 o 7% tutt’altro che esiguo e irrilevante in certe elezioni e in certi
contesti competitivi), o dell’elettorato moderato di centro (in quasi
tutti i Paesi).
3.
Campagne elettorali del terzo tipo. Simili a quelle precedenti si caratterizzano piuttosto per la centralità del clima di opinione (oltre che ovviamente del contesto elettorale) non solo per quanto riguarda gli
elettori ma, soprattutto per i partiti-schieramenti e i relativi candidati. Si tratta appunto di una campagna climate-oriented, giocata in
primo luogo sul ruolo della «campagna permanente», e come sottolinea Grossi:
Costruire un clima favorevole (la profezia che si autoadempie) è un obiettivo che si può raggiungere più autonomamente (soprattutto se si dispone di risorse economiche, strutturali e di know-how) e che appare meno invasivo della propaganda diretta verso l’elettore5.
5
Ibid.
72
Dalla teoria dell’agenda-setting (o building) si passa, per così dire, al
paradigma del climate-setting: si tratta di individuare quali sono le strategie
simboliche attraverso le quali si arriva a sedimentare un determinato clima d’opinione favorevole a certe Issues, a certi attori, a certi valori, a certi
schieramenti.
Le rilevazioni che verranno di seguito presentate sono effettuate
appunto nella prospettiva di quella che, a partire da Blumenthal, è stata
definita «campagna permanente»6. Non c’è dubbio, per attualizzare questa ipotesi, che parte rilevante dell’attività politica degli ultimi mesi del
2004 sia effettuata nella prospettiva del voto delle elezioni politiche 2006.
Di conseguenza anche l’attività giornalistica che intendiamo analizzare
segue necessariamente i presupposti caratteristici della prospettiva della
campagna permanente, vivendo un rapporto quasi simbiotico con
l’attività politica.
É logico pensare che il risultato delle elezioni europee 2004 e di
quelle regionali del 2005 possa avere un’influenza fondamentale nel determinare il clima d’opinione nel quale si voterà negli anni immediatamente successivi. Alla stessa determinazione contribuisce la successione
dei temi e degli argomenti al centro del dibattito pubblico grazie al ruolo
di mediazione della stampa italiana. Le rilevazioni sono finalizzate a capire quindi, quali sono i temi al centro del dibattito politico e pubblico, in
che modo, cioè, questi contribuiranno a determinare il contesto simbolico, appunto il cosiddetto clima d’opinione.
Nell’impossibilità di effettuare in un numero limitato di pagine
un’analisi esaustiva dei temi trattati in un intero anno di campagna elettorale, l’attenzione sarà posta essenzialmente sugli ultimi 6 mesi che precedono il voto dell’aprile 2006, partendo quindi dal mese di novembre
2005; tale restringimento del campo di indagine non implica comunque
l’abbandono della prospettiva teorizzata da Sidney Blumenthal.
6
S. BLUMENTHAL, The Permanent Campaign, Simon & Schuster, New York 1980.
73
2. I Quotidiani
Per poter ricostruire efficacemente il ruolo della stampa durante i mesi
che hanno preceduto il voto del 9 e 10 aprile, è necessario soffermarsi
brevemente sui singoli quotidiani che sono stati oggetto d’analisi.
I criteri di scelta utilizzati sono identificabili nella copertura informativa territoriale e nell’orientamanto dei quotidiani rispetto al panorama politico. Le tre testate di riferimento («Corriere della Sera», «la Repubblica»,
«La Stampa») sono quelle che presentano oggi una tiratura media e una
diffusione media di maggioranza sull’intero territorio nazionale (fatta eccezione per alcuni quotidiani sportivi). Per quanto riguarda la loro collocazione rispetto al panorama politico, pur presentando chiari orientamenti d’opinione, le testate in questione sono tendenzialmente centriste e
moderate: raccolgano l’interesse di un pubblico di lettori anch’essi moderati che possiamo identificare come mediani nel contesto della campagna
elettorale. La scelta di non allargare l’analisi anche a testate che rientrano
in quella definita come stampa militante o di partito, non vuole presupporre un’inaffidabilità informativa di queste ultime, ma più che altro una
loro incapacità strutturale di influenzare i comportamenti di voto degli
elettori indecisi, avendo come bacino di fruizione soggetti la cui cultura
politica e i cui valori di riferimento sono pienamente formati e saldamente vicini a determinate formazioni partitiche, quindi poco soggetti a revisioni di sorta.
Il «Corriere della Sera» (pubblicato da Rcs) è il quotidiano italiano
più letto, solitamente considerato un giornale tradizionale, dà spazio alla
politica, all’economia, alle notizie interne ed estere7. Fondato nel 1876 da
Eugenio Torelli Viollier e oggi diretto da Paolo Mieli, nella sua lunga storia è stato considerato un giornale d’orientamento «borghese», spesso in
passato accusato di essere portavoce della propaganda governativa, ed è
comunque classificato come il più autorevole quotidiano italiano.
Il suo primato in testa alle vendite è minacciato da «la Repubblica»
(Gruppo Editoriale L’espresso) che, nonostante la giovane età – fondato
7
Per maggiori informazioni sulla nascita del «Corriere della Sera» cfr. G. LICATA, Storia
del Corriere della Sera, Rizzoli, Milano 1976; D.M. SMITH, Storia di cento anni di vita italiana
visti attraverso il Corriere della Sera, Rizzoli, Milano 1978; P. MURIALDI, La stampa italiana
dalla liberazione alla crisi di fine secolo, Laterza, Roma-Bari 1995; G. AFELTRA, Corriere primo
amore, Bompiani, Milano 1984; I. MONTANELLI, M. CERVI, L’Italia del Novecento, Rizzoli,
Milano 1998.
74
il 14 gennaio 1976 da Eugenio Scalari, oggi diretto da Ezio Mauro – ha
conquistato in pochi anni il consenso di un notevole numero di lettori,
diventando la seconda fonte d’informazione a stampa a livello nazionale8.
«Repubblica», considerato vicino a posizioni di centro-sinistra, ha un
formato più compatto ed è rivolto a un pubblico di lettori anagraficamente più giovani rispetto al Corriere della Sera.
In terza posizione c’è «La Stampa», fondato il 9 febbraio 1867 da
Giovanni Roux con il nome di “Gazzetta Piemontese”, tuttora di proprietà della FIAT (che è anche uno dei due maggiori azionisti di RCS).
Oggi il quotidiano diretto da Giulio Anselmi, vanta una maggiore diffusione nelle regioni del Nord, soprattutto Piemonte e Liguria. Un accordo
per l’uscita in abbinamento locale con una serie di piccoli e medi quotidiani sparsi in tutto il Paese, seppur risoltosi con molti di essi tra il 2004 e
il 2005, ne ha favorito la diffusione in altre regioni.
2.1. 16 novembre – 31 dicembre 2005
Il periodo in questione si caratterizza in maniera particolare per le vicende che hanno destabilizzato il sistema creditizio italiano partendo dallo
scandalo Fazio-Bankitalia, i casi politico/economici Fiorani-Popolare di
Lodi, BNL-Unipol: parliamo quindi di un tema che rientra a pieno titolo
nella categoria delle Policy Issues (come accade anche per gli atri 4 temi di
maggiore interesse nello stesso periodo): cioè le questioni relative alle politiche governative, amministrative e legislative, ma anche i problemi
concreti che toccano da vicino l’interesse dei cittadini, rispetto ai quali i
leaders politici manifestano le proprie opinioni.
Dalla tabella che segue è possibile notare come, almeno in questa fase, i temi specifici della Campaign Issues raggiungono valori percentuali relativamente modesti (Preparazione campagna elettorale 2.2%, Candidature 1.7%, Primarie centrosinistra 1,3%); come accade anche per quanto
riguarda le Personal Issues (Vita privata politici 1,3%)9.
8 Cfr. La stampa italiana nell’età della TV, a cura di V. CASTRONOVO, N. TRANFAGLIA,
Laterza, Roma-Bari 1994; P. MURIALDI, Storia del giornalismo italiano, Il Mulino, Bologna
1996; Print and Online Newspapers in Europe. A Comparative Analysis in 16 Countries, a cura
di R. VAN DER WURFF e E. LANF, Het Spinhuis, Amsterdam 2002 (traduzione parziale
del testo su www.lsdi.it).
9 Le tabelle e i dati delle tabelle e dei grafici seguenti sono ricavati dallle ricerche del
Centro interuniversitario di Comunicazione Politica (Università degli Studi di Perugia).
75
Tabella 1
Elenco delle Issues maggiormente trattate dai quotidiani dal 16/11 al 31 12 2005.
ISSUES
01. Scandalo Bankopoli
02. Questioni Tav
03. Dimissioni Fazio/nomina Draghi
04. Legge aborto
05. Amnistia, indulto
06. Federalismo
07. Preparazione campagna elettorale
08. Rapporto politica religione
09. Legge finanziaria 2006
10. Riforma elettorale
11. Grazia a Sofri
12. Candidature
13. Attività partito
14. Preoccupazioni per l’economia
15. Terrorismo internazionale
16. Riforma Tfr
17. Vita privata politici
18. Primarie centrosinistra
19. Attività istituzionale
20. Riforma risparmio
Totale parziale
Totale
Punteggio
Valore %
28763
9903
4993
3540
3525
3358
2785
2393
2271
2198
2193
2179
2150
1880
1875
1835
1678
1655
1645
1638
82452
127108
22,6
7,8
3,9
2,8
2,8
2,6
2,2
1,9
1,8
1,7
1,7
1,7
1,7
1,5
1,5
1,4
1,3
1,3
1,3
1,3
64,9
100,0
Se i tre quotidiani di riferimento rispettano nella stessa misura tale
priorità nell’approfondimento dei temi, non c’è altrettanta compattezza
per quanto riguarda l’informazione sui singoli attori al centro della notizia come si evince dal grafico seguente.
76
Grafico 1
la Repubblica
Corriere della Sera
Ciampi
Casini
Tremonti
Pisanu
Castelli
Consorte
Fiorani
Fazio
Prodi
Berlusconi
La Stampa
Centrosinistra
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Centrodestra
Frequenza
I primi 10 attori al centro della notizia dal 16/11 al 31/12 2005.
Attori
Il quotidiano «la Repubblica», seguito a distanza notevole da «La
Stampa», mette in primo piano (con una frequenza pari a 80) l’analisi delle vicende relative al Premier in carica Silvio Berlusconi e le sue dichiarazioni in merito alla politica interna e estera (ritiro delle truppe, caso Unipol, etc.). Il «Corriere della Sera» pone invece maggiore attenzione – nella
costruzione dell’ agenda – alla crisi del sistema finanziario analizzando i
personaggi chiave Fazio, Fiorani e Consorte; evidenziandone i legami
con la classe politica italiana soprattutto per quanto riguarda i presunti
rapporti tra il vertice del partito dei Ds e il gruppo Unipol. In entrambi i
casi gli attori al centro della notizia offrono alle tre testate la possibilità di
fornire informazioni rispetto alle quali alimentare il dibattito pubblico secondo una naturale tendenza di personalizzazione della politica.
2.2. 01 – 31 Gennaio 2006
L’avvicinarsi dello scontro elettorale modifica, se pur non radicalmente, il
processo di tematizzazione dei quotidiani: le Campaign Issues ottengono
maggiore spazio di approfondimento, raggiungendo valori percentuali
maggiori rispetto a quelli del mese precedente.
77
Tabella 2
Elenco delle Issues maggiormente trattate dai quotidiani dal 01 al 31/01 2006.
ISSUES
01. Scandalo Bankopoli
02. Questione morale Ds
03. Lista unitaria centrosinistra
04. Presenza politici in tv
05. Par condicio
06. Scioglimento Camere
07. Legge Pecorella (inappellabilità)
08. Preparazione campagna elettorale
09. Crisi gas Russia Ucraina
10. Caso Alitalia
11. Questioni Pacs
12. Candidature
13. Polemiche tra schieramenti
14. Attività Presidente della Repubblica
15. Problemi centrosinistra
16. Confronti in tv
17. Sequestro italiani Yemen
18. Attività parlamentare
19. Rinnovo contratto metalmeccanici
20. Alleanze schieramenti
Totale parziale
Totale
Punteggio
Valore %
13995
12290
4955
4345
3805
3780
2460
2325
2190
1965
1885
1810
1460
1245
1160
1095
1015
985
975
955
64695
90625
15,4
13,6
5,5
4,8
4,2
4,2
2,7
2,6
2,4
2,2
2,1
2,0
1,6
1,4
1,3
1,2
1,1
1,1
1,1
1,1
71,4
100,0
Spostando l’attenzione sui singoli quotidiani notiamo come
l’ordine dei temi maggiormente trattati sia differente a seconda degli inevitabili orientamenti politici. «La Repubblica», ideologicamente più vicina
allo schieramento di centrosinistra, dà maggiore rilievo alla decisione dello stesso di presentarsi alle elezioni attraverso una lista unitaria (7,8%):
decisione che incontra il consenso degli elettori e dà al centrosinistra
un’immagine di compattezza e stabilità maggiore.
A confermare l’orientamento della testata, e sostanzialmente il tentativo di una forma indiretta di campagna elettorale, si veda come la
«questione morale Ds», pur rientrando tra i 10 temi più trattati, occupa
invece una posizione più defilata (4,7%).
78
Tabella 3
«La Repubblica»: i 10 temi maggiormente trattati dal 01 al 31/01 2006.
ISSUES
Punteggio
01. Scandalo Bankopoli
02. Lista unitaria centrosinistra
03. Presenza politici in tv
04. Par condicio
05. Questione morale Ds
06. Scioglimento Camere
07. Legge Pecorella (inappellabilità)
08. Preparazione campagna elettorale
09. Caso Alitalia
10. Crisi gas Russia Ucraina
Valore %
5200
1900
1290
1235
1135
1045
880
765
635
635
21,4
7,8
5,3
5,1
4,7
4,3
3,6
3,1
2,6
2,6
Per quanto riguarda il «Corriere della Sera» la situazione inversa.
Tabella 4
«Corriere della Sera»: i 10 temi maggiormente trattati dal 01 al 31/01 2006.
ISSUES
01. Questione morale Ds
02. Scandalo Bankopoli
03. Candidature
04. Presenza politici in tv
05. Lista unitaria centrosinistra
06. Scioglimento Camere
07. Crisi gas Russia Ucraina
08. Polemiche tra schieramenti
09. Legge Pecorella (inappellabilità)
10. Par condicio
Punteggio
Valore %
4790
2665
1460
1405
1175
1115
760
715
685
680
17,8
9,9
5,4
5,2
4,4
4,1
2,8
2,7
2,5
2,5
La questione morale Ds (17,8%) supera addirittura lo scandalo
Bankopoli (9,9%) e il tema della lista unitaria del centrosinistra perde 3,4
punti percentuali rispetto al valore de «la Repubblica». Si evince che la
variabile «ordine di presentazione» relativa al messaggio assume
all’interno delle redazioni giornalistiche un peso molto rilevante. A tal
proposito si ricorda che tale variabile è stata oggetto di innumerevoli esperimenti in campo psicologico. La sua formulazione più antica risale
addirittura al 1925, quando Lund elaborò la cosiddetta «legge della primacy», cui seguì, ad opera di altri studiosi, la formulazione della «legge
79
della recency». Secondo la prima legge, l’informazione presentata per prima
ha un impatto più grande sul ricevente; al contrario la legge della recency
afferma che è piuttosto l’ultima, più recente informazione a facilitare la
memorizzazione.
«La Stampa» si mantiene su tendenze più moderate: pur presentando i vari temi secondo lo stesso ordine del «Corriere», risultano essere
generalmente minori i singoli punteggi, espressione dell’intensità e profondità con la quale la testata ha affrontato gli argomenti.
Tabella 5
«La Stampa»: i 10 temi maggiormente trattati dal 01 al 31/01 2006.
ISSUES
Punteggio
01. Scandalo Bankopoli
02. Lista unitaria centrosinistra
03. Presenza politici in tv
04. Questione morale Ds
05. Par condicio
06. Scioglimento Camere
07. Preparazione campagna elettorale
08. Confronti in tv
09. Legge Pecorella (inappellabilità)
10. Crisi gas Russia Ucraina
2900
1330
1100
1025
1005
740
590
495
435
410
Valore %
17,4
8,0
6,6
6,1
6,0
4,4
3,5
3,0
2,6
2,5
Va evidenziato un ultimo aspetto, questa volta comune ai 3 quotidiani, che conferma la crescita delle Campaign isses rispetto al precedente
periodo di rilevazione. Durante tutto il mese di gennaio «la Repubblica»,
il «Corriere della Sera» e «La Stampa» presentano tra i primi 3 temi maggiormente trattai almeno un argomento relativo all’organizzazione della
campagna elettorale da parte delle formazione partitiche e rispettivamente: presenza dei politici in tv (5,3% per «la Repubblica», 6,6% per «La
Stampa») e candidature (5,4% per il «Corriere della Sera»).
2.3. 01-28 febbraio 2006
A poco più di un mese di distanza dal voto cresce inevitabilmente
l’attività propagandistica dei partiti e dei singoli candidati nel tentativo di
differenziare il più possibile le reciproche posizioni su cui i cittadini saranno chiamati a esprimersi; così l’attenzione della stampa nazionale si
concentra sui programmi elettorali ormai pienamente definiti dai due
schieramenti. Si entra così in una nuova fase in cui le Campaign Issues, che
80
continuano a riempire le pagine dei giornali, vengono affiancate dalle Political Issues definite da Mazzoleni:
Temi concernenti la sfera più astratta del confronto politico-ideologico
tra le forze in campo, attinenti cioè alle visioni ideologiche, alle logiche di
schieramento, alle differenziazioni nominalistiche10.
L’analisi e il confronto dei programmi elettorali implica un maggior
coinvolgimento (nonché visibilità) dei due candidati Premier, come risulta chiaramente dal grafico della pagina seguente. La leaderizzazione e la
personalizzazione implicano la conduzione di una campagna all’insegna
più dello scontro tra persone che della battaglia sulle Issues: «la Repubblica» mostra infatti una frequenza per Romano Prodi e Silvio Berlusconi
pari rispettivamente a 62 e 28, il «Corriere della Sera» 47 e 24, e «La
Stampa» 40 e 26.Allo stesso modo l’attenzione si sposta dai singoli esponenti politici ai due schieramenti trattati nel processo di newsmaking come
unità organiche e contrapposte. Per quanto riguarda i temi maggiormente
trattati dai quotidiani, come anticipato all’inizio del paragrafo, i programmi elettorali risultano avere valore percentuale tra i più alti (6,6%),
preceduti solamente dalle candidature (9,2%). Come spesso accade durante le campagne elettorali, alcuni comportamenti o avvenimenti attirano l’attenzione della stampa per la loro rilevanza (anche nel contesto internazionale) e per gli effetti che producono sulla realtà del momento.
Grafico 2
I primi 10 attori al centro della notizia dal 01 al 28/02 2006.
Frequenza
70
60
La Repubblica
50
Corriere della Sera
40
La Stampa
30
20
10
10
G. MAZZOLENI, La comunicazione politica, cit., p. 231.
81
Calderoli
Pisanu
Bertinotti
Attori
Casini
Fini
Ciampi
Centrodes.
Centrosin.
Prodi
Berlusconi
0
Per quanto riguarda i temi maggiormente trattati dai quotidiani,
come anticipato all’inizio del paragrafo, i programmi elettorali risultano
avere valore percentuale tra i più alti (6,6%), preceduti solamente dalle
candidature (9,2%). Come spesso accade durante le campagne elettorali,
alcuni comportamenti o avvenimenti attirano l’attenzione della stampa
per la loro rilevanza (anche nel contesto internazionale) e per gli effetti
che producono sulla realtà del momento.
È il caso delle vignette contro Maometto, legato alle polemiche sul
Ministro Calderoli – il cui gesto di indossare una T-shirt su cui era stampata una delle vignette pubblicate da un quotidiano Danese – ha scatenato rivolte contro le sedi dei consolati italiani in Libia e Danimarca. Questo ha calamitato l’interesse generale tanto da raggiungere una percentuale di copertura informativa pari al 5,8% (poco lontana da quella dei programmi elettorali).
Tabella 6
Elenco delle Issues maggiormente trattate dai quotidiani dal 01 al 28/02 2006.
ISSUES
Punteggio
01. Candidature
02. Programmi politici
03. Vignette contro Maometto
04. Attività campagna elettorale
05. Problemi centrosinistra
06. Par condicio
07. Olimpiadi Torino 2006
08. Sondaggi, previsioni elettorali
09. Preparazione campagna elettorale
10. Polemiche schieramenti
11. Polemiche candidature magistrati
12. Virus dei polli
13. Questione morale Ds
14. Scalata Enel
15. Alleanze schieramenti
16. Dimissioni Calderoli
17. Problemi centrodestra
18. Presenza politici in tv
19. Polemiche Berlusconi magistratura
20. Questioni Israeliano-Palestinesi
Totale parziale
Totale
7440
5385
4745
4485
4290
3125
2940
2790
2455
2340
2100
2015
1990
1845
1830
1780
1720
1500
1345
1275
57395
81270
82
Valore %
9,2
6,6
5,8
5,5
5,3
3,8
3,6
3,4
3,0
2,9
2,6
2,5
2,4
2,3
2,3
2,2
2,1
1,8
1,7
1,6
70,6
100,0
2.4. 01 marzo – 11 aprile 2006
Political e Policy Issues decrescono ancora a favore delle Campaign Issues che
raggiungono il loro punteggio massimo (14,9%) rispetto all’intero arco
temporale studiato; il confronto Prodi-Berlusconi con un valore percentuale pari a 8,9 si posiziona come il secondo tema maggiormente trattato.
L’analisi dei risultati elettorali – entro la quale possiamo far rientrare sia
le proiezioni immediatamente successive al voto che i risultati definitivi
con tutte le sezioni scrutinate – occupa la terza posizione: tema che già
prima del 9 e 10 aprile, crescerà in maniera esponenziale.
Tabella 7
Elenco delle Issues maggiormente trattate dai quotidiani dal 01/03 al 11/04 2006.
ISSUES
01. Attività campagna elettorale
02. Confronto Berlusconi-Prodi
03. Risultati elettorali politiche 2006
04. Preoccupazioni per l’economia
05. Problemi centrosinistra
06. Candidature
07. Polemiche schieramenti
08. Lazio gate
09. Intervento Berlusconi congresso Usa
10. Congresso Confindustria
11. Rapporto politica religione
12. Scontri a Milano
13. Lite Annunziata Berlusconi
14. Sondaggi, previsioni elettorali
15. Problemi centrodestra
16. Scalata Enel
17. Par condicio
18. Questioni islamiche
19. Manifestazioni gruppi estremisti
20. Confronti in tv
Totale parziale
Totale
Punteggio
Valore %
16280
9795
6365
5085
3980
3870
3435
3285
3200
3160
3080
2925
1875
1845
1655
1625
1595
1475
1390
1360
77280
110020
14,8
8,9
5,8
4,6
3,6
3,5
3,1
3,0
2,9
2,9
2,8
2,7
1,7
1,7
1,5
1,5
1,4
1,3
1,3
1,2
70,2
100,0
Quest’ultimo periodo di rilevazione, che si protrae nel tempo fino
all’indomani delle elezioni, si caratterizza per alcuni aspetti rilevanti di cui
non è possibile non tener conto. Per la prima volta in Italia il confronto
83
televisivo tra i due candidati Premier si è avuto secondo il «modello americano», in base cioè a una serie di regole prestabilite tese a garantire il
massimo livello di imparzialità e di rispetto della par condicio: Il «faccia a
faccia»» tra i due candidati è una delle forme preferite dai media e dal
pubblico, perché potenzialmente più ricco di colpi di scena e di «drammaticità» rispetto al confronto fra molte voci. Il confronto televisivo
Prodi-Berlusconi è stato così strutturato: niente pubblico e leader seduti
come i 2 giornalisti (estratti a sorte da due elenchi di tre cronisti individuati da entrambi i leader); il moderatore, con un occhio all’orologio ben
visibile, per imporre il rispetto dei tempi; le domande – poste dai due
giornalisti e identiche per i due leader – di durata massima di 30 secondi,
le risposte di 2 minuti e mezzo, più una replica di 1minuto al massimo.
Inquadratura fissa su chi parla. Questa innovazione mediatica nella conduzione della campagna elettorale ha finito per rappresentare essa stessa
uno dei temi maggiormente dibattuti sulle pagine dei quotidiani:
l’influenza dell’informazione televisiva sulla carta stampata ha raggiunto
quindi un livello tale da entrare nel processo di tematizzazione fino a trasformarsi in una Issue al pari delle altre già presenti in agenda. Per meglio
comprendere tale situazione è necessario osservare il rapporto tra informazione televisiva e a stampa: lo scarto tra i valori relativi al confronto
tra i due candidati è pari a ben 5,5 punti percentuali: il valore più alto se
si calcola la differenza anche per tutti gli altri temi trattati
Grafico 3
I 10 temi maggiormente trattati dai mezzi di informazione dal 01 al 11/04 2006.
Problemi centrosinistra
Quotidiani
Tg
Candidature
Intervento di Berlusconi al Congresso USA
Confronto Prodi-Berlusconi
Issues
Risultati politiche 2006
Manifestazione gruppi estremisti
Lazio gate
Preoccupazioni per l'Economia
Fisco e Tasse
Confronti in Tv
Congresso Confindustria
Polemiche schieramenti
Attività campagna elettorale
0
2
4
6
8
Frequenza
84
10
12
14
16
Come interpretare questo dato?
Mentre per tutti gli altri temi il livello di copertura informativa da
parte della stampa si è mantenuto tendenzialmente pari a quello della televisione, considerando le differenze strutturali e potenziali dei due mezzi, la copertura del confronto tra i candidati dei due schieramenti da parte della stampa quotidiana è stata più che proporzionale. Ciò è dovuto
sicuramente all’importanza del tema e alla sua collocazione temporale vicinissima al voto, ma, soprattutto, al fatto che per la logica del newsmaking
della carta stampata (riprendendo McNair) «un evento accompagnato da
immagini interessanti, e nel caso della radio e della televisione, anche di
suoni, sarà più attraente per una testata sotto pressione di un altro evento
che non ha questi vantaggi». Sempre a proposito della reciproca influenza tra informazione per mezzo stampa e informazione televisiva sottolinea Pasella che «è risaputo come la stampa costituisca una buona cassa di
risonanza della Tv e che, quindi, anche gli Issue - oriented 11 tengano conto
della performances televisive dei diversi candidati amplificando così il
peso del medium televisione nella presa di decisione».
3. Conclusioni
Qual è stato il ruolo della stampa italiana nelle elezioni politiche 2006? La
finalità del nostro lavoro non è stata tanto quella di decretare l’eventuale
supporto che i quotidiani hanno dato a formazione partitiche o a singoli
attori politici, quanto quella di descrivere il processo di tematizzazione
delle notizie (o più precisamente climate-setting), così come questo è stato
portato avanti dalle tre testate di riferimento. Ai fini di una maggiore
completezza del lavoro sarebbe stato utile poter analizzare i dati di un arco temporale più lungo, confrontando eventualmente il ruolo della stampa nelle fasi di legislatura con quello del periodo elettorale. Questo co-
11 Secondo Pasella «da un punto di vista generale, possiamo distinguere gli elettori in
Issue-oriented voters ovvero coloro che acquisiscono le proprie informazioni
principalmente attraverso la stampa e che sarebbero interessati alle diverse posizioni dei
candidati sui temi e gli aspetti politici pubblici e in image-oriented voters coloro cioè che si
informano attraverso la televisione e si interesserebbero alle caratteristiche del
personaggio politico, quali le qualità di leadership e l’abilità nel discorso politico, che
emergono dalle rappresentazioni televisive».
85
munque non impedisce di fare ugualmente alcune necessarie e valide
considerazioni sul ruolo della stampa italiana.
Innanzitutto va sottolineato che il processo di tematizzazione risente fortemente dell’ordine con cui le diverse tipologie di Issues hanno
occupato le colonne dei principali quotidiani italiani durante i periodi di
rilevazione. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare – e cioè una
campagna elettorale combattuta unicamente a colpi di candidature e programmi elettorali da parte delle due coalizioni (temi che rientrano nelle
Campaign Issues) – l’analisi dei dati ha permesso di evidenziare una situazione sicuramente più complessa.
Nel periodo 16 novembre – 31 dicembre 2005 i temi maggiormente
trattati dai quotidiani italiani rientrano a pieno titolo nella categoria delle
Policy Issues: cioè le questioni relative alle politiche governative,
amministrative e legislative, ma anche i problemi concreti che toccano da
vicino l’interesse dei cittadini, rispetto ai quali i leaders politici
manifestano le proprie opinioni. I temi specifici della Campaign Issues,
raggiungono invece valori percentuali relativamente modesti (Preparazione
campagna elettorale 2.2%, Candidature 1.7%, Primarie centrosinistra 1,3%).
Con il secondo periodo di rilevazione (01 – 31 Gennaio 2006) si
modifica, seppur non radicalmente, il processo di tematizzazione dei
quotidiani: le Campaign Issues ottengono maggiore spazio di approfondimento, raggiungendo valori percentuali maggiori rispetto a quelli del mese precedente. Questa crescita, che andrà avanti nel tempo, non segnerà
comunque un incremento decisivo: bisognerà aspettare il mese di marzo
– a poco più di un mese di distanza dal voto – perché sulle prime pagine
dei giornali Political e Policy Issues decrescano a favore delle Campaign Issues,
che raggiungono così il loro punteggio massimo (14,9%) rispetto
all’intero arco temporale studiato.
Queste prime riflessioni ci permettono di affermare che la stampa
non ha risentito eccessivamente del processo di personalizzazione della
politica, contrariamente a quanto successo per l’informazione televisiva
che in alcuni momenti ha privilegiato una campagna all’insegna delle Personal Issues, e quindi dello scontro tra persone secondo una vena marcatamente sensazionalistica e scandalistica.
Vi sono ancora altri elementi da mettere in luce per meglio comprendere il ruolo della stampa in queste elezioni. L’esistenza di forme indirette di campagna elettorale esercitate dai quotidiani (pur non essendo
classificati tra gli organi di partito), fa riflettere sul fatto che il criterio di
86
notiziabilità alla base del processo di newsmakig sia influenzato anche da
scelte prevalentemente di carattere politico. Tale fenomeno si è riscontrato maggiormente nel caso del quotidiano «la Repubblica», il cui processo
di Agenda-Setting ha risentito della sua vicinanza alle posizione del Centrosinistra soprattutto per quanto riguarda le notizie relative ai casi BNLUnipol e Fiorani. In questo caso, risulta evidente che l’approccio della
testata alla campagna elettorale, nonché il suo ruolo nei confronti degli
elettori, è stato sicuramente più propagandistico, senza che ciò escludesse comunque le naturali finalità informative del giornale.
Per quanto riguarda il criterio di visibilità, i grafici inerenti agli attori politici al centro della notizia ricordano che anche la stampa, sulla scia
di un processo che la televisione ha inaugurato molto tempo prima, risente degli effetti di leaderizzazione della politica secondo una tendenza
comune ai tre quotidiani. L’elemento fondamentale non è dato dalla
maggiore o minore visibilità fornita dalla stampa ai singoli attori politici,
o ancor più ai candidati Premier; quanto più che altro che la visibilità sia
frutto di forme indirette di informazione. Un’analisi incrociata delle notizie maggiormente trattate dai quotidiani e dei punteggi di frequenza dei
due candidati Premier permette di fare un esempio pratico: anche laddove la frequenza del candidato Silvio Berlusconi si caratterizza per valori
modesti in determinati momenti, la scelta della testata di approfondire la
notizia del coinvolgimento dei vertici Ds nello scandalo finanziario produce sicuramente una maggiore visibilità (indiretta) del candidato stesso.
Ancora una volta risulta emblematico il caso de «la Repubblica» che insiste maggiormente nell’uso di tali pratiche come naturale conseguenza del
suo taglio propagandistico, seguito dal «Corriere della Sera».
Alla luce di tali riflessioni, è possibile affermare che la stampa ha
sicuramente giocato un ruolo fondamentale durante la campagna elettorale per le Elezioni politiche 2006 non solo a livello informativo, ma anche fornendo quelle che si potrebbero definire una sorta di linee d’orientamento nei confronti del pubblico (e)lettore. Tali linee d’orientamento, che
non coincidono con una tendenza dei quotidiani a schierasi per l’una o
l’altra forza partitica, consentono ai giornali di guidare, per quanto possibile, il dibattito dell’opinione pubblica; e a qust’ultima di avere punti di
riferimento diversi e aggiornati.
Rimane chiaramente all’elettore la possibilità della scelta finale esercitando il suo diritto di voto.
87