alcune considerazioni sui termini di origine inglese nel linguaggio
Transcript
alcune considerazioni sui termini di origine inglese nel linguaggio
ALCUNE CONSIDERAZIONI SUI TERMINI DI ORIGINE INGLESE NEL LINGUAGGIO TECNICO-INFORMATICO MUSICALE RECENTE Nicoleta CĂLINA La musica, felice simbiosi di arte e scienza, in quanto esprime i sentimenti dello spirito a livello universale, vive nella storia dei popoli e descrive, attraverso il suo linguaggio, la vita dei secoli. Questa sua caratteristica di universalità è ovvia cominciando dalle sensazioni e chiudendo con il linguaggio che si avvia anche lui, verso la globalizzazione come conseguenza della tendenza attuale. Ogni arte ha il suo idioma, ogni disciplina ed ogni attività collegata all’uomo ha il suo linguaggio. Non sfugge a questa regola la musica del settore informatico, carica di parole molto specialistiche e di origine straniera, fatto dovuto al contributo dell’elettronica e dell’informatica al mondo musicale. Chi prova comprendere come il mondo di questa arte si esprime linguisticamente ha l’opportunità di costatare il grande numero di neologismi presenti nei vocaboli tecnici che riguardano il settore dei termini musicali dell’informatica provenuti attraverso la filiera inglese. L’accostamento a dei termini inglesi nel vocabolario degli italiani è cominciato nell’Ottocento e durante il XX secolo è arrivato a delle dimensioni incredibili. Questo è, innanzi tutto, il risultato dell’evoluzione tecnologica che ha messo a disposizione della gente mezzi di comunicazione e la terminologia afferente adoperati da un mondo intero. I termini appartenenti a questa area semantica sono già inseriti nelle diverse edizioni dei principali dizionari italiani (Zingarelli, Devoto & Oli, Zanichelli, De Mauro). Un grande numero di vocaboli inglesi fanno parte del lessico italiano. Nuovi anglicismi, ogni anno, entrano nella lingua italiana; alcune per arricchirla a fronte di prodotti prima inesistenti, altri semplicemente per sostituire termini comuni non più alla moda. In totale le voci del Dizionario delle parole straniere di Tullio De Mauro sono 10.650, da cui 8.800 sono inglesi (Di Pisa 2005: 25). Il parlante nativo italiano già produce da tempo testi orali e scritti in cui l’uso della terminologia inglese è molto frequente. “L’uso degli anglicismi nella lingua comune divenne di moda, propagandosi gradatamente” (Rando 1987: 108). La parola inglese dava conforto, stabilità, ricreava l’atmosfera di buon gusto, di tranquillità, di sicurezza, che era assicurata per primo dal punto di vista economico. Molti termini inglesi sono stati introdotti nella lingua italiana anche se esistevano le equivalenze italiane, però attraverso il prestito, il termine straniero arricchisce il vocabolario di un’altra lingua non solo dal punto di vista semantico. Il campo semantico musicale contiene vocaboli inglsi a partire dagli anni ’60, a seguito del successo dei cantanti inglesi e americani e dei mezzi tramite cui Nicoleta CĂLINA questa musica è stata sentita (Pinnavaia 2005: 46). Questa area di cui parliamo noi, della musica attraverso mezzi elettronici ed informatici, è cominciata a registrare entrate nei dizionari cominciando dagli anni ’70, si è sviluppata durante gli anni ’80 ed ha toccato il vertice negli anni ’90 del secolo scorso, subendo un notevole incremento. Ormai le nuove tecniche di sintesi digitale del suono e dei nuovi esecutori computerizzati non riducono la capacità ricreativa dell’espressione artistica musicale e la nuova dimensione artistico-espressiva della musica attraverso mezzi elettronici si è arricchita. Molto si parla di elettronica, di informatica, di computer e del loro aspetto tecnico che sembra allargare i confini del concetto di musica, evolvendosi verso una visione sempre più aperta e “universale” dell’arte dei suoni. Oggi le potenzialità comunicative degli strumenti che l’informatica e l’elettronica mette a disposizione a quelli che adoperano il linguaggio musicale hanno acquistato un’ampiezza impressionante. Questi sono gli strumenti di oggi della comunicazione e dunque, dobbiamo cercare di valutare il loro valore comunicativo attraverso la lingua. L’evoluzione del pensiero umano e delle sue dimensioni artistico-espressive devono continuare la sperimentazione delle nuove tecnologie, e ciò si può fare in gran parte con l’aiuto di questo linguaggio specialistico musicale che abbonda in lessemi inglesi (Cappuzzo 2005: 59). Osservando la quantità di anglicismi che sono entrati nella lingua italiana soprattutto negli ultimi vent’anni attraverso la musica sentita tramite mezzi audio elettronici, questo articolo si propone di raccogliere esempi e di mettere in evidenza la grande densità di essi nel lessico italiano1: actual pitch – suono effettivo; actual sound – suono reale; aftertouch – parametro che si genera quando, dopo aver suonato un tasto, esercitiamo una ulteriore pressione; aliasing – errore di campionamento dato da rumori e disturbi indesiderati; ambience – atmosfera sonora di un ambiente nella quale sono immersi i suoni in primo piano; arranger – apparecchiatura con cui è possibile inserire manualmente la sequenza di accordi che costituisce l’armonia del brano da suonare; attack – attacco: la prima parte del suono di una nota o dell’uscita di un generatore di inviluppo; autotuning – autoaccordatura; background – sottofondo musicale; backnoise – rumore di fondo; bandapass – banda passante. Gamma di frequenze che passano in un qualsiasi dispositivo elettronico; band width – larghezza di banda; block voicing – armonizzazione a blocchi; bulk dump – archiviare su sequencer tutti i parametri con i quali è stato definito un suono; chord – accordo; Alcune Considerazioni Sui Termini Di Origine Inglese Nel Linguaggio TecnicoInformatico Musicale Recente cluster voicing – armonizzazione a grappolo; codec – coder, decoder: dispositivo o algoritmo per la codifica/decodifica di un segnale analogo; concert key – partitura in suoni reali; concert pitch – partitura in suoni effettivi. Frequenza convenzionale di accordatura; concert sketch – frammento di partitura; control change – controlli Midi che servono a definire i “colori” di un timbro o suono; cut – taglio, tagliare una porzione di nastro audio, di segmento Midi o audio originale; detune – scordatura; doppler – in acustica, fenomeno per cui un suono prodotto da un sorgente in movimento rispetto all’ascoltatore; fade in – incremento graduale del volume presente sulla traccia audio con progressione e tempi programmabili; fade out – decremento graduale del livello dal massimo a zero; fader – cursore presente sul mixer che serve ad aumentare o diminuire il livello del segnale presente in ingresso; flam – uno o più colpi rapidissimi che precedono il colpo principale nella tecnica delle percussioni; flat – piatto; espressione che serve ad indicare che nessuna modifica è stata apportata al suono che si ascolta; fretless – senza tasti; gain – il guadagno di un amplificatore di suono; groove – espressione che serve ad indicare un andamento ritmico di poche battute; headroom – livello di massima sicurezza che un amplificatore può consentire senza produrre distorsione per sovraccarico; invert – funzione di un software audio o di un dispositivo che inverte la fase del segnale; jack – connettore, cavo coassiale usato per il collegamento degli strumenti musicali; jam session – seduta di improvizzazione tra musicisti all’insegna della spontaneità; local control – parametro che permette alla tastiera di pilotare strumenti esterni escludendo le proprie voci interne; loop – porzione di traccia Midi, di traccia o di nastro audio in ripetizione automatica; loudness – relazione tra volume e controllo dei toni; master – termine usato per identificare il nastro audio da cui si generano le copie destinate alla vendita; master keyboard – tastiera di controllo Midi; Nicoleta CĂLINA master track – traccia speciale che viene utilizzata per tenere nota di tutti i cambiamenti di velocità e di tempo all’interno di un brano; merge – funzione che permette di incollare o unire un segmento Midi o audio digitale ad uno pre-esistente; Midi clock – messaggio che consente di sincronizzare più apparecchiature Midi; Midi implementation chart – tavola di implementazione Midi; Midi in – porta di ingresso attraverso la quale uno strumento riceve i messaggi Midi; Midi out – porta di uscita attraverso la quale uno strumento invia i messaggi Midi; mixdown – missaggio, processo mediante il quale il nastro originale o qualunque altro supporto contenente tutti gli elementi musicali allo stato grezzo viene modificato, equilibrato e trasferito sul nastro finale; mixer – panello di controllo che riceve i segnali elettronici generati da tutte le fonti sonore e attraverso il quale il tecnico controlla la registrazione e il missaggio di queste fonti; MP3 – file audio compresso; modulation – messaggio Midi appartenente alla famiglia dei controlli; modulation wheel – una delle due ruote presenti sui sintetizzatori; multitasking – esecuzione di più programmi o porzioni di programma in parallelo; mute – sordina; funzione presente nei mixer audio e nei sequencer Midi che permette di mutare la traccia o il canale impedendo al flusso sonoro di passare; muted – con sordina; normalize – funzione che permette di portare tutta la registrazione al massimo volume consentito; normal range – estensione normale; not trasposed – non trasposto; suono reale uguale alla nota scritta; octave higer – ottava più alta; octave lower – ottava più bassa; open voicing – armonizzazione in posizione alta; overdub – registrare nuovi interventi sulle piste libere ascoltando quelle registrate precedentemente; panic – funzione che equivale ad un “reset” in tempo reale dei parametri Midi; pan pot – potenziometro presente nei mixer che serve a posizionare il suono nella prospettiva stereofonica; paste – incollare, unire una porzione di nastro audio, di segmento Midi o audio digitale; patch – l’insieme di collegamenti fra i moduli di un sintetizzatore elettronico o, più generalmente, fra più apparecchiature in uno studio; patch bay – pannello di interconnessione degli ingressi e uscite presenti in studio; Alcune Considerazioni Sui Termini Di Origine Inglese Nel Linguaggio TecnicoInformatico Musicale Recente pattern – modello, esempio, motivo o campione. il significato che assume nel linguaggio musicale e quello di esempi, cliché o frasi precostituite che possono essere utilizzate nella costruzione o nello sviluppo di una frase musicale, di una melodia, di un portamento ritmico; phantom power – alimentazione fantasma che serve ad alimentare i microfoni a condensatore attraverso la linea bilanciata; pitch band – funzione che serve a cambiare l’intonazione attraverso uno slittamento continuo delle tonalità; pitch bender – messaggio Midi che serve a cambiare l’intonazione attraverso uno slittamento continuo delle tonalità; pitch shifter – tecnica per cambiare l’intonazione – di quanto registrato senza alterarne la velocità; practical range – estensione usata in pratica; program change – cambio di programma; pulse width – tempo impiegato da una onda pulsante per percorrere l’intero ciclo; quantize – circuiti elettronici o algoritmi software studiati per correggere automaticamente esecuzioni ritmicamente imperfette; realtime – nella registrazione Midi, real time si riferisce ad una registrazione ottenuta suonando la parte normalmente, a tempo; red book – definizione dello standard per l’audio digitale dei compact disc; release – segmento finale controllato da un generatore; resonance – risonanza. certa frequenza di vibrazione naturale; return – ritorno. viene usato per collegare i segnali che tornano da un altro dispositivo audio; reverse – inversione della porzione audio selezionata simile all’ascolto di un nastro al contrario; riff – frase musicale breve ed incisiva con funzione ripetitiva e melodicamente caratterizzata; root – nota fondamentale; rough mix – missaggio provvisorio; sampler – campionatore; sampling rate – frequenza di campionamento; sequencer – apparecchiature per computer adibiti alla memorizzazione in tempo reale delle sequenze di messaggi Midi generati nel corso di una esecuzione; short drop – caduta breve; silence – crea una zona di silenzio nella porzione di traccia audio selezionata; signal processing – l’analisi, la modifica e la sintesi dei segnali; slider – cursore; slave – in un sistema audio o Midi, identifica le macchine che sono controllate esternamente da una apparecchiatura principale; software – programma applicativo o sistema operativo di un computer; sounds – suoni; suoni reali; Nicoleta CĂLINA sounds as written – suoni corrispondenti alle note scritte; split – funzione che consente di dividere la tastiera in sue o più parti; step-by-step – registrazione Midi ottenuta inserendo le note ad una ad una; sustain Midi – controllo Midi che simula il pedale destro del pianoforte; system common – comune; messaggi Midi indirizzati a tutte le unità del sistema; system real time – tempo reale; messaggi Midi indirizzati a tutte le unità del sistema; system message – messaggi Midi non associati ad un numero di canale; table lookup – tecnica di sintesi di forme d’onda digitali; take – versione registrata di una esecuzione; time stretching – tecnica che consente di cambiare la velocità dell’esecuzione senza alterarne l’intonazione; transpose – parametro che varia l’accordatura generale dello strumento; trigger – segnale pilota di una tastiera; velocity – parametro Midi strettamente collegato alla dinamica; wheel – ruota; controllo rotativo per variare il suono in modo sia ascendente sia discendente; woow and flutter – variazioni periodiche della velocità del nastro che provocano fluttuazioni e distorsione dei suoni; written – scrittura. Possiamo parlare di una notevole influenza che l’inglese ha avuto sulla terminologia informatica italiana. E questo si spiega attraverso il fatto che è negli stati Uniti che si sono prodotti e sviluppati i sistemi operativi più conosciuti e diffusi nel mondo: Windows e poi il sistema Midi. Questo fatto ha come conseguenza il peso che l’inglese ha guadagnato nel caso della terminologia informatica: “la forza che spinge alla standardizzazione terminologica (e dunque, alla diffusione dei di termini anglosassoni) è rappresentata in primo luogo da una comunità internazionale di tecnici e ricercatori che ha nel proprio patrimonio genetico la preferenza per un linguaggio il più possibile comune, uniforme e privo di ambiguità e trova nell’inglese la lingua franca dalla quale in primo luogo attingere nella costruzione di questo linguaggio.” (Roncaglia 2005: 66) Il linguaggio informatico della musica è pieno di acronimi. Con il progresso della tecnica, questo si arricchisce di concetti nuovi per cui si adoperano forme di sinteticità espressiva. Molti acronimi del lessico informatico della musica sono omonimi di termini della lingua comune inglese: AWM (Advanced Wave Memory) – tecnica di sintesi del suono che riproduce i suoni con profondità; VCA (Voltage Controlled Amplifier) – amplificatore controllato di tensione, utilizzato per determinare il livello o il volume di ciascuna nota; SMF (Standard Midi File) – standard per la memorizzazione di eventi Midi; Alcune Considerazioni Sui Termini Di Origine Inglese Nel Linguaggio TecnicoInformatico Musicale Recente RM (Ring Modulation) – tipo speciale di mixer che accetta due segnali come ingressi audio e produce toni di uscita che possono essere la loro somma o la differenza; PCM (Pulse Code Modulation) – Tecnologia di registrazione/riproduzione digitale del suono utilizzata nella realizzazione del CD audio; MIDI (Musical Instruments Digital Interface) – interfaccia digitale per strumenti musicali, protocollo standard di comunicazione grazie al quale gli strumenti musicali elettronici dialogano tra di loro; LFO (Low Frecuency Oscillator) – Oscillatore a bassa frequenza indicato specialmente per applicazioni sub-audio; GS (General Standard) – Estende i controlli applicabili ai suoni; GM (General Midi) – standard musicale nato come estensione dello standard Midi; DSP (Digital Signal Processor) – microprocessore specializzato nella elaborazione di segnali. Ai fini musicali viene spesso utilizzato per la creazione di particolari effetti del suono; BBS (Bulletin Board System) – sistema telematico che costituisce una sorta di bacheca elettronica. La musica elettronica porta una nuova ventata d’aria al valore che la musica ha in una società molto complessa, angosciata e in cui la velocità da il senso delle cose; la musica ha il merito di essere un stimolo per la conservazione, l’espressione e lo sviluppo della creatività. La diffusione della cultura musicale è data anche dall’aiuto e la possibilità che tutte le persone possano, attraverso le nuove tecnologie, sentire e godere dei valori della musica, sia recente o antica, classica o moderna (Fario & Sansone 2000: 75). Il linguaggio musicale è un mezzo di comunicazione universale fra gli uomini che viene riconosciuto da tutte le popolazioni e da tutte le culture, in quanto il senso del ritmo è connaturato con l'uomo stesso. Questo linguaggio oltre a comunicare suoni veri e propri ci fa provare emozioni e sensazioni diverse e profonde. In questo contesto, in cui la musica ha delle dimensioni incredibili nel tempo e l’interesse della gente e soprattutto dei giovani, la lingua inglese si inserisce perfettamente. Sul piano sociale e culturale rappresenta un nuovo mondo. Sul piano linguistico rappresenta un mezzo di comunicazione che non è più limitato da niente. Le culture anglosassone ed americana hanno portato tanti cambiamenti attraverso il linguaggio, tramite prestito e calco linguistico. Il potere della musica di esprimere sentimenti, suggerire immagini o rappresentare la realtà è arricchito nei nostri giorni dalla musica elettronica. Cominciando dagli anni ’80 il computer diventa un apparato associato agli strumenti elettronici. Lo sviluppo delle tecnologie digitali ha consentito nei primi anni ’90 un ulteriore utilizzo musicale dei computer. Il protocollo Midi è ormai associato alla nozione di musica e di informatica. „La diffusione sul mercato di schede audio professionali parallelamente alla crescita della potenza di calcolo dei Nicoleta CĂLINA microprocessori ha consentito la diffusione di nuovi software in grado di sostituire sia i campionatori che i registratori multitraccia. Questa rivoluzione ha visto la nascita anche di nuovi modi di usare il computer come macchina dedicata alla musica” (Amato 1990: 12). L’educazione musicale contribuisce al pari delle altre discipline alla maturazione espressiva e comunicativa dell'individuo e porta alla comprensione che il patrimonio musicale, ma anche quello sonoro-ambientale, sono manifestazioni tipiche di ogni cultura, capaci di caratterizzare un’epoca o una civiltà. NOTE 1. Gli esempi sono tratti dal Dizionario Zingarelli, Nicola, Il nuovo Zingarelli. Vocabolario della lingua italiana, Bologna, 2007; dal Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana di Tullio de Mauro, Milano, Garzanti Linguistica, 2001: dal Grande Dizionario Garzanti su CDROM, 2009; dal Dizionario di cinema teatro e televisione. Le parole dello spettacolo di Frittella, Livio, Torino, Lindau, 2005, e dal glossario bibliografico del volume Computer e musica. Suggerimenti e terminologia di Fario M., Sansone M., Napoli, CUEN, 2005. BIBLIOGRAFIA AA.VV., Il Grande Dizionario Garzanti su CD-ROM, 2009. Amato, A., Prestiti linguistici dal mondo anglofono: una tassonomia, Roma, Bulzoni, 1990. (Amato 1990) Caforio, Cosimo, Passannanti, Benedetto, L’alfabeto dell'ascolto. Elementi di grammatica musicale, Carocci Editore, 2009. Cappuzzo, Barbara, Il linguaggio informatico inglese e italiano, in “MPW. Studi linguistici”, nr. 6/2005. (Cappuzzo 2005) De Mauro, Tullio, Dizionario delle parole straniere nella lingua italiana, Garzanti Linguistica, Milano, 2001. Di Pisa, Michele, L’italiano invaso da 9mila anglicismi, in “Ordine”, marzo, 2005. (Di Pisa 2005) Fario, M. & Sansone, M., Computer e musica. Suggerimenti e terminologia, Napoli, CUEN, 2000. (Fario & Sansone 2000) Ferrari Emanuele, Estetica del linguaggio musicale. Strumenti per la critica e la didattica della musica, Napoli, CUEN, 2003. Frittella, Livio, Dizionario di cinema teatro e televisione. Le parole dello spettacolo, Torino, Lindau, 2005. Lomuto, Michele, Ponzio, Augusto, Semiotica della musica. Introduzione al linguaggio musicale, Editore B. A. Graphis, 2003. Pinnavaia, Laura, I prestiti inglesi nella stampa italiana, in “MPW. Studi linguistici”, nr. 6/2005. (Pinnavaia 2005) Rando G., Dizionario degli Anglicismi nell’italiano post-unitario, Firenze, Leo Olschki Editore, 1987. (Rando 1987) Alcune Considerazioni Sui Termini Di Origine Inglese Nel Linguaggio TecnicoInformatico Musicale Recente Roncaglia, Gino, Quali e-book per la didattica, in R. Delle Donne (ed.), ClioPress, Napoli, 2005. (Roncaglia 2005) Zingarelli, Nicola, Il nuovo Zingarelli. Vocabolario della lingua italiana, Bologna, Zanichelli, 2007. ABSTRACT The present paper analyses the influence exerted by the English language on electronics and informatics terminology put at the service of present-day music. This influence is explained by the fact that the best known and extensively used operational systems have been produced and developed in the United States: to be more precise, the Windows and MIDI systems. At a linguistic level, the consequence was a certain terminological standardization of the musical language which is based on informatics structures. Key words: musical terminology, linguistic informatics, terms of English origin Nicoleta CĂLINA