ladispoli, arriva la “flavia tributi”

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ladispoli, arriva la “flavia tributi”
4 I Baraondanews Botta e risposta
LADISPOLI, ARRIVA LA “FLAVIA TRIBUTI”
Una gara europea per la sostituzione di Abaco.
Sullo sfondo della spending review la fusione
delle municipalizzate Flavia Acque ed Ala Servizi,
e la volontà di mantenere l’acqua pubblica “in house”
Di Eugenio Vallone
C
ambiamenti in vista nel sistema di riscossione tributi e nel
comparto
municipalizzate.
Avevamo chiesto al sindaco Paliotta quale fosse il futuro del rapporto
tra azienda Abaco e comune di Ladispoli ad esempio per la gestione
delle operazioni di recupero di ingenti
somme dovute a tutt’oggi all’ente. Il
primo cittadino ci rispose che era stato avviato un percorso per arrivare a
creare, abbastanza celermente, una
societa’ pubblico-privato entro il 30
Giugno. Nel frattempo è stato rinominato assessore, dopo le dimissioni
da consigliere comunale, l’assessore
Trani. Mancano poco meno di due
mese alla scadenza del 30 giugno,
dunque ci riproponiamo di chiedere
all’amministrazione, e nella fattispecie
al dott. Eugenio Trani: CHIEDIAMO:
Come procedono i lavori in materia di
riscossione crediti? Qual’è la strategia
per ridurre la quota evasa e dove si
manifesta maggiormente? Si rispetterà la previsione del 30 giugno per
la messa in opera della nuova realtà?
Già è stato individuato il privato che
dovrà farsi carico in quota col comune
del recupero dei tributi? In che quota
parte il privato parteciperà alle operazioni insieme al Comune? Nell’assetto societario del privato possono
essere presenti amministratori pubblici o loro familiari e\o parenti stretti di
questi ultimi? TRANI: Purtroppo il tema della riscossione dei tributi locali sta diventando
per tutti gli enti locali un annoso pro-
blema; abbiamo già portato alla discussione nella commissione Bilancio
la delibera d’indirizzo e si stà aspettando il parere dei Revisori dell’Ente
per portarlo in Aula Consiliare; l’iter
non credo potrà rispettare il 30 Giugno, ma cercheremo di far pubblicare
la Gara Europea a doppio oggetto entro i primi giorni del mese di Giugno
2015; non e’ stato individuato nessun
privato, in quanto ci sarà una gara europea che deciderà il partner. Le società di riscossione dei tributi che attualmente collaborano con il Comune
di Ladispoli avranno la gestione delle
operazioni di recupero fino a che non
sarà individuata la società privata che
dovrà gestire insieme alla società Flavia Acque il recupero delle somme e
comunque la partecipazione pubblica
sarà del 60% , mentre quella privata
sarà del 40%; la governance della
“Flavia Tributi” sarà cosi composta:
Un Presidente e un consigliere d’amministrazione scelto dal CDA della
Società Flavia Acque srl e un consigliere con poteri di amministratore
delegato scelto dal patner privato, la
sorveglianza spetterà a un collegio
dei revisori composto di tre elementi;
Sullo sfondo il processo di razionalizzazione delle società di gestione comunali che prevede, com’è in corso,
il processo di accorpamento tra l’azienda speciale ALA Servizi e la Flavia
Acque, le due partecipate che già lo
scorso anno, per effetto della spending review, erano state orientate alla
progressiva fusione. Una razionalizzazione con scadenze serrate: scopo?
Recupero di organici, risorse economiche e razionalizzazione dei servizi
in foto l’Assessore Eugenio Trani
in linea con le nuove disposizioni nazionali in materia di spesa pubblica ed
appalti. CHIEDIAMO: Qual’è il destino dei
dipendenti dell’ALA SERVIZI E DELLA FLAVIA ACQUE? I contratti sono
compatibili ed avverrà un assorbimento incondizionato oppure qualcuno rischia di perdere il posto di
lavoro? ed ancora: la battaglia contro
ACEA potrà portare al mantenimento
in house del nostro oro trasparente?
TRANI: Abbiamo già portato nella
commissione bilancio la riorganizzazione delle società partecipate, questo per ottenere entro la fine dell’anno
la fusione di ALA con FLAVIA; e’ del
tutto naturale lavorare alla Fusione
per far ottenere dei risparmi notevoli
all’amministrazione con una riorganizzazione dei servizi attualmente
gestiti dalle partecipate; i dipendenti
delle società non rischieranno di perdere il posto di lavoro, anzi con l’accorpamento di tutti i servizi comunali
saranno ancor piu’ al riparo. Faremo
di tutto per mantenere il servizio Idrico
in “house” 8 I Baraondanews La Protesta
TRA “SUICIDI” E “STAGIONI COMPROMESSE”
il PORTAaPORTA
arriva al centro
T
ira e molla tra Assobar (associazione che rappresenta i commercianti)
e Comune di Ladispoli. Toni sempre più minacciosi ed un epilogo incerto
A Ladispoli serpeggia lo scontento
tra alcuni commercianti del centro
che ora dovranno pagare i rifiuti a peso
e affrontare la stagione estiva.
L’amministrazione spiega che
non c’è alternativa
12 di febbraio. Dopo le proteste degli operatori del settore e l’impegno a risolvere la diatriba da parte di alcuni consiglieri comunali, Piazza Falcone ha annunciato
una revisione delle tariffe (TARI) per tutto il comparto
commerciale, special modo quello autorizzato alla somministrazione. Il “maxi sconto” dell’80% però non ha
soddisfatto i commercianti che avrebbero voluto limare
ancora la spesa complessiva per lo smaltimento dei rifiuti che si è impennata vertiginosamente.
24 febbraio. Il nuovo piano di gestioni di rifiuti non
aggrada le attese di chi voleva una riforma più organica, special modo le attività che si occupano di somministrazione. L’Assobar propone dunque la possibilità
di conferire i rifiuti all’isola ecologica organizzandosi in
gruppi. Il Presidente, Marco Nica, dichiara: “Con il sistema che noi proponiamo è come se il commerciante conferisse all’isola ecologica singolarmente. L’unica
differenza è che invece di avere 200 commercianti che
ogni mattina si recano all’isola ecologica , ce ne saranno
50, dato che per ogni viaggio abbiamo stimato che è
possibile riunire di media 4 attività commerciali. Pensate
al risparmio per ogni attività dato che la spesa verrebbe
divisa tra i 4 commercianti... Non parlando poi della facilità
di conferimento”.
20 Aprile 2015. Le risposte della P.A. non arrivano e l’Assobar torna all’attacco chiedendo risposte e mettendo in
dubbio la capacità degli operatori della ditta Massimi a tenere il carico di lavoro. Si chiede di spostare l’estensione
del porta a porta dopo la stagione estiva. “Ricordiamo che
abbiamo protocollato nel mese di febbraio 2015 la scelta
tra due soluzioni - viene sottolineato in un comunicato , ad oggi stiamo ancora aspettando una comunicazione
ufficiale. Alla luce di quanto esposto e dalle vostre ultime
decisioni , apprese solamente dai periodici locali , riteniamo che ogni iniziativa atta a voler cominciare nel mese di
maggio prossimo la raccolta porta a porta nella zona centro, sia una atto di vera irresponsabilità civile e privo di ogni
logica. Iniziare una raccolta del genere con tutte le difficoltà
che comporta in una zona ad alta densità abitativa e piena
di palazzine con centinaia di attività commerciali attaccate
una all’altra, significherebbe compromettere l’intera sta-
Baraondanews La Protesta I 9
gione turistica, procurando un danno economico e di
immagine incalcolabile…”
22 aprile 2015. Si rincara la dose. “Iniziare la raccolta porta a porta ad inizio stagione è un vero e proprio
suicidio soprattutto perché le modalità di raccolta così
come proposte dall’amministrazione ci mettono nelle
condizioni di sostenere obbligatoriamente delle spese
aggiuntive.... Ci propongono uno sconto dell’80% che
poi ci rifanno pagare pesandoci il rifiuto senza neanche poter controllare la pesa. Ci era stato promesso
che avrebbero fatto un’isola ecologica apposta per noi
al fine di farci conferire i rifiuti in maniera autonoma
e nei tempi che ci erano più comodi, ma purtroppo
(guarda caso) non sarà pronta prima di settembre.
“L’assobar di Ladispoli dice no a questo atto di irresponsabilità e di incapacità da parte dell’amministrazione comunale che sta dimostrandosi incapace di gestire logisticamente , il problema della raccolta presso
le attività commerciali”.
23 aprile 2015. Arriva puntuale la replica del Comune di Ladispoli. Non partire con la raccolta differenziata su tutto il territorio comunale equivarrebbe ad uno
sforamento delle previsioni di spesa e ad un aumento
del costo totale della Tari. La mancata entrata a regime
della rd nel centro cittadino si ripercuoterebbe quindi
su tutta la collettività, compreso chi già differenzia. La
modalità di raccolta proposta, dicono inoltre dal Comune, è la più equa ed economica, ed i costi sono gli
stessi che sosterrebbe il Comune stesso. Il sistema è
inoltre studiato per far pagare il rifiuto realmente prodotto e permettere agli esercenti di scegliere se smaltire i rifiuti anche con altre ditte autorizzate.
«Quello dell’80% non è uno sconto» comunica l’amministrazione, spiegando che è un abbattimento della tariffa dovuto al fatto che l’utenza sosterrà direttamente
alcuni costi in base al tipo di servizio che sceglierà di
utilizzare e alla quantità di rifiuto prodotto. «La pesatura dei rifiuti sarà informatizzata ad ogni conferimento:
é possibile controllare il peso del rifiuto conferito diviso
per le varie tipologie».
30 aprile 2015 Assobar. Raccolta firme e pronti a
denunciare il comune. Scrive M. Nica: “Praticamente
deserta la prima riunione per spiegare come si fa la differenziata poco più di una trentina di persone presenti
per ascoltare come dobbiamo fare la spesa per fare
meno rifiuti possibili (ma come le attività commerciali
si devono organizzare per dividerli durante la stagione
nessuno lo sa .....E soprattutto nessuno c’è lo dice )”.
Si dicono pronti a denunciare l’amministrazione ladispolana. “Abbiamo raccolto le firme di tutti i commercianti e
siamo pronti a denunciare il comune davanti al giudice ordinario e contestualmente al giudice tributario.
30 aprile 2015. Un secondo comunicato Assobar “Veniamo accusati di non avere senso di responsabilità da
parte del sindaco ma tutti i commercianti che da ottobre
hanno cominciato la differenziata hanno dimostrato il contrario ...ed erano in attesa di un’area a loro dedicata che invece il comune non è riuscita a darci … questo ci avrebbe
permesso risparmiarci i passaggi per il ritiro che invece ora
siamo costretti a sottoscrivere .
Protocolleremo una proposta che risolverebbe gran parte
dei problemi … speriamo soltanto che la stessa responsabilità la dimostri l’amministrazione per il bene dei commercianti e dei cittadini ......vedremo ....
3 Maggio 2015. Intanto su facebook arrivano le prime
critiche alle due parti: il Municipio che non dà le risposte
volute, il rappresentante di Assobar (delegato comunale)
che si contrappone alle della Pubblica Amministrazione
che rappresenta.
15 maggio Termine della distribuzione del kit
Difficile trovare un punto d’incontro che soddisfi tutti. Ormai di tempo a disposizione per un accordo ne è rimasto veramente poco. Tra meno di una settimana il porta a
porta sarà esteso anche al centro cittadino. Probabilmente
solo il tempo ci dirà chi aveva ragione.
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14 I Baraondanews L’ospite
Cerveteri - campo di mare, LA trattativa.
Dalle ruspe alle betoniere? Metri cubi fattore X
Botta risposta col sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci sulla questione del grosso accordo
con la società Ostilia, sul futuro dei balneari e sul conflitto politico in corso a Cerveteri.
Di Eugenio Vallone
Buongiorno Sindaco, si è ripreso fisicamente e psicologicamente dall’aggressione subita per mano di uno
dei balneari di Campo di Mare durante una riunione in
Comune? Ha poi optato per il ritiro della denuncia nei
confronti dell’aggressore?
Mi sono ripreso subito, anche se il dispiacere per l’episodio è stato molto forte, visto che da tre anni stiamo lavorando al fianco dei Balneari per tutelarli. Come annunciato, ritirerò quanto prima la querela presentata a seguito di
quell’episodio.
E’ innegabile che si stia vivendo un momento di tensione: il 5 Maggio e il 12 Maggio l’ufficiale giudiziario del tribunale di Civitavecchia si potrebbe presentare a Campo
di Mare per picchettare, delimitandola, l’area Demaniale
da quella di proprietà Ostilia in ragione di una sentenza
del suddetto tribunale che vede l’Ostilia vincitrice nella
diatriba. Potrebbe demarcare una distinzione e sottolineare i punti di contatto tra le 2 questioni: quella balneare vs quella edilizia, a Campo di Mare?
Forte di una sentenza esecutiva emessa dal tribunale,
Ostilia ha diritto di chiedere il rilascio dei 4 stabilimenti interessati dal provvedimento. Ciononostante, a seguito di
precisa richiesta da parte della nostra Amministrazione, la
società non procederà allo sgombero della aree. Gli stabilimenti potranno esercitare l’attività per tutta la stagione
estiva. È un impegno che avevamo preso con l’Assobalneari già nel 2014. Infatti è per questo che all’inizio del
2015 ho organizzato un incontro fra Ostilia e Assobalneari
in cui tale impegno è stato reso confermato dalla società.
La vicenda degli stabilimenti, comunque, è soltanto una
delle tante questioni che riguardano Campo di Mare e su
cui intendiamo dare una risposta.
Nella riunione da Lei organizzata, insieme ai balneari,
nelle sedi dell’Ostilia a Roma nelle scorse settimane,
cosa emerse? Gli stabilimenti ritenuti parzialmente abusivi verranno demoliti dalle ruspe o, a parte il ricorso dei
balneari, ci sono delle ulteriori soluzioni da adottare per
frenare Ostilia?
L’incontro si è svolto all’inizio del 2015. Prima volta nella
storia storia della nostra città in cui un’Amministrazione
comunale ha promosso e realizzato un incontro simile. E
già questo risponderebbe a chi, da giorni, strumentalizza i
problemi per farsi campagna elettorale. La sentenza da diritto ad Ostilia di vedere la liberazione immediata delle are;
il ricorso presentato da alcuni
degli stabilimenti si discuterà
a novembre, e il tribunale
non ha concesso nessuna
sospensiva. Senza la nostra
mediazione la stagione balneare sarebbe sicuramente
saltata. Ora, tutto è archiviato
a dopo l’estate.
Perchè Lei esce allo scoperIn foto Sindaco Pascucci
to con la Sua trattativa con
l’Ostilia, solo dopo che un comitato a Lei ostile parla alla
stampa delle Sue “trattative segrete”?
Questo fantomatico “comitato” non fa che dire cose false.
Come ha dimostrato anche uno dei suoi fondatori, Pio De
Angelis, nel corso della conferenza stampa di giovedì 30
aprile. È arrivato in ritardo e, senza ascoltare, ha preso parola dicendo una serie di inesattezze. Dopo aver parlato se
n’è subito andato via, senza nemmeno ascoltare le risposte. Per fortuna ci ha pensato lui stesso a ricordare che nel
1986 (quando io avevo 4 anni) lui era Vicesindaco di Cerveteri. Infatti è da allora che non ha risolto nessuno dei problemi di cui ancora oggi parliamo. Veniamo alle presunte
“trattative segrete”. Da tre anni sto lavorando per chiudere
un accordo con Ostilia e da tre anni ne parlo nella sede
istituzionale del Consiglio comunale, sulla stampa, negli incontri pubblici con i cittadini e persino sui social-network,
affinché sia noto a tutti. E non c’è da meravigliarsi, Campo
di Mare è uno dei primi punti del Programma Elettorale.
Addirittura, durante l’assemblea pubblica con i cittadini di
Campo di Mare del 6 dicembre 2014, al bar Da Franco,
davanti alla stampa e di centinaia di persone mostrai una
tavola grafica della bozza dell’accordo con Ostilia. Solo i
bugiardi possono parlare di atti segreti. E sempre con l’unico scopo di farsi pubblicità.
Le mire urbanistiche del privato come si inseriscono nella risoluzione anche della vicenda dei balneari? Il lepre
sta sotto al calcinaccio?
La situazione dei Balneari è soltanto una delle questioni
aperte di Campo di Mare. Forse una delle più semplici da
affrontare. Ben più complesso è trovare un accordo tra le
aspettative economiche di Ostilia, che è proprietaria delle
aree, e le richieste di servizi indispensabili alla popolazione
di Campo di Mare, gravemente carenti o mancanti. In 40
anni di totale abbandono le vecchie Amministrazioni comunali non si sono mai preoccupate di far valere i diritti dei
Cittadini. L’ex sindaco Ciogli, che parla di trattative con
il cappello in mano, dovrebbe ricordare che ha ottenuto
solo la sistemazione di un muretto e l’istallazione di qualche barriera anti-camper. Transando sugli interessi. Sciocchezze. Nei nostri primi due anni siamo riusciti a far mettere a posto Piazza Prima Rosa (l’area simbolo del degrado
di Campo di Mare), ad attivare un bus-navetta dal Lungomare alla Necropoli, e a far realizzare un nuovo percorso
di accesso alla Stazione FS. Tutto ciò senza cedere nulla
in cambio. Senza firmare niente. Senza ipotecare niente.
Solamente con l’impegno, la diplomazia e la vera e seria
attenzione verso gli interessi della collettività. Se si fosse
stati in grado di fare questo anche in passato, sicuramente
oggi Campo di Mare non sarebbe in queste condizioni.
La società Ostilia - se la trattativa che mette oggi sul
piatto della bilancia anche i pochi stabilimenti balneari
non si chiudesse- sarebbe legittimata, benché nell’area
insista anche la disciplina demaniale, a chiudere anche
parte delle spiagge libere lasciando solo un varco per il
passaggio a piedi?
Altra menzogna diffusa ad arte dal “comitato dei bugiardi”.
La sentenza non fa nessun riferimento alle spiagge pubbliche. Nemmeno un accenno. È noto a tutti che un tratto
della spiaggia di Cerveteri sia di fatto una proprietà privata,
ed infatti ogni Atto del Comune (come i Piani di Utilizzazione degli Arenili) parte dalla linea demaniale, oggi collocata
circa a metà strada tra il muretto e la battigia. Ostilia ha
oggi gli stessi diritti di sempre. La sentenza non gli dà nessun vantaggio sulle spiagge libere. E, infatti, non sono mai
state recintate. E non lo saranno mai!
Il famigerato cippo rinvenuto in corrispondenza del muretto posto a limite tra spiaggia e parcheggio è indicatore della linea demaniale, oppure secondo Lei è una pietra
posizionata a ‘mo di provocazione?
Non sta a me stabilirlo. Posso soltanto dire che la mia attività politica si è da sempre concentrata sulla necessità di
arretrare la linea demaniale. Da quando ero Vicesindaco, 5
anni fa, l’ho ribadito in ogni sede. E non perché appaiono
misteriosi cippi alla notizia dell’arrivo dell’ufficiale giudiziario, ma piuttosto per lo spaventoso fenomeno erosivo
che ha mangiato più della metà della spiaggia. Purtroppo
sembra che la Capitaneria di Porto non sia d’accordo con
noi e che gli Enti preposti non ci stiano ascoltando. Noi
continueremo a chiedere l’arretramento della linea.
L’Ostilia è ancora titolare della lottizzazione della Marina. Cosa ha impedito e sta impedendo a Cerveteri di
acquisire quegli immobili (spuntati senza disciplina urbanistica) a patrimonio comunale? Sarebbe vantaggioso,
siamo proprio sicuri?
Altra leggenda metropolitana. Da anni sento dire che il Comune potrebbe acquisire gli immobili di Campo di Mare.
Ma come mai, allora, non esiste nessun documento che
permette di farlo? Anzi, ricordiamo che tutti gli immobili
ci cui si parla sono oggetto di condono edilizio. I meno
informati non sanno che ciò blocca tutti gli altri procedimenti. Quelle case sono tutte vendute a privati cittadini: a
persone che hanno speso i risparmi di una vita e che non
sanno che fine farà la propria casa. Nessuno in tutti questi
anni si è mai occupato di loro. Come mai nessuno parla di
queste famiglie? Ora faccio io una domanda: pensate che
per Ostilia sarebbe un problema se il Comune acquisisse delle abitazioni già vendute a privati cittadini? Io penso
proprio di no.
Sulla base dei trascorsi e delle sentenze emesse negli
anni sia dal Tar (n. 2099 del 1986 e n. 636 del 1988) che
dal Consiglio di Stato (n.211 del 1997), ed in relazione
alle indagini della Corte dei Conti per presunto danno
erariale, la trattativa tra Comune ed Ostilia non dovrebbe
trovare in vantaggio il Comune? Al Comune converrebbe
rilevare immobili abusivi, con ulteriori costi da sobbarcarsi nel tempo, ammesso che la sanatoria sia fattibile in
relazione alla non applicata convenzione del 91?
Credo di averle già risposto. Però aggiungo che la convenzione firmata da Comune e Ostilia nel 1991 non è mai
stata fatta rispettare. Ma è ancora validissima, checché ne
dicano i soliti male informati. Io, come Sindaco, intendo
assolutamente farla rispettare.
Nel 2006 l’Ostilia proponeva a Suo zio, Antonio Brazzini,
allora sindaco, 360.000 nuovi metri cubi da edificare. La
trattativa si arenò: Lei che seguì la vicenda da consigliere potrebbe spiegare il perchè?
Io fui uno dei principali avversari di quell’accordo. E questo
fu uno dei motivi che decretò la fine di quell’Amministrazione. Sono convinto che i metri cubi da edificare fossero
oggettivamente troppi e non si può pensare di stravolgere
la natura di Campo di Mare, trasformarla in un quartiere
dormitorio. L’espansione residenziale deve essere molto
contenuta. Inoltre gli obblighi che Ostilia ha contratto con
il Comune nella convenzione del 1991 non possono essere
in nessun modo oggetto di nuove trattative. Vanno realizzati punto e basta. Parliamo di strade, reti, cessioni di aree
16 I Baraondanews L’ospite
importanti, della realizzazione di una scuola. Ma per la realizzazione di nuove edificazioni serve prima prevedere altre
opere pubbliche. La “proposta Brazzini” invece prevedeva
a fronte delle nuove edificazioni una contropartita di poco
superiore a quanto già previsto dalla convenzione del’91.
Una enorme nuova colata di cemento, fuori da ogni norma
urbanistica, a fronte di quasi nulla. Tra l’altro, se anche il
Comune l’avesse votata, la Regione Lazio l’avrebbe immediatamente cestinata.
La trattativa fu ripresa poi nel 2013, anche allora fu vicina ad un risultato, poi andò di nuovo a bagno: l’ Ostilia
cambiò le carte in tavola? Propose una colata di cemento senza servizi? Ad oggi cosa è cambiato rispetto alle
“velleità” di soli 2 anni fa?
Dopo un anno di lavoro, fatto di riunioni estenuanti, eravamo vicini a un accordo definitivo. Era il dicembre del 2013.
Successe però qualcosa all’interno della società e, senza
nessun preavviso, Ostilia portò sul nostro tavolo una proposta che stravolgeva completamente il lavoro fatto fino
a quel momento. L’interlocutore che aveva avuto fino ad
allora rapporti con il nostro Comune fu messo da parte.
Come ricorderete dalle mie dichiarazioni sulla stampa ebbi
in quei giorni una reazione molto forte contro Ostilia. Poi
però tornammo a sederci intorno ad un tavolo e oggi, dopo
un altro anno di lavoro, siamo vicini a un accordo definitivo. Diversamente dal passato, però, questa volta ho voluto
incontrare direttamente e regolarmente i vertici della società, proprio per evitare che ad un certo punto di potesse
nuovamente ricominciare tutto da capo.
L’ex sindaco Ciogli la accusa di star conducendo in queste ore con l’Ostilia una trattativa “col cappello in mano”.
Come interpreta questa dura affermazione e sulla base
di quali elementi a suo avviso l’ex sindaco la espone in
questi termini alla stampa?
Ciogli, da qualche tempo, come altri esponenti del PD di
Cerveteri, parla senza avere la cognizione di quello che
sta accadendo. L’ex sindaco non può conoscere né i termini della trattativa, né gli strumenti urbanistici che stiamo adottando. Certo, è bene ripeterlo, lui ottenne il rifacimento di un muretto e l’istallazione di qualche barriera
anti-camper, e in cambio rinunciò agli interessi dovuti per
il danno ambientale (tra l’altro anch’io condivisi quella proposta, allora, perché l’ex sindaco la seppe presentare assai bene). In tre anni alla guida del Comune, però, senza
fare una concessione neppure minima, abbiamo ottenuto
da Ostilia più di 100.000 euro a favore della collettività. C’è
una bella differenza. A questo aggiungiamo la tutela, del
tutto inedita, dell’attività degli stabilimenti balneari. Perché
non l’ha fatto Ciogli? Perché ha fatto tutte quelle concessioni all’Ostilia? Forse il cappello in mano lo aveva lui. L’ex
sindaco mi accusa di aver demolito il lavoro fatto da lui
e di non aver dato continuità alla sua attività, però evita
di entrare nel merito delle questioni. Si riferisce forse alla
delibera sulla Zona Artigianale, che era illegittima e che la
Regione Lazio ci ha chiesto di rifare, altrimenti l’opera non
sarebbe mai partita? In quell’occasione abbiamo dovuto
fare tutto da capo. Oppure si riferisce alla delibera della
Cafire, quella della famosa inchiesta giudiziaria. Ovviamente abbiamo annullato quell’atto, visto che la contropartita
era stata dichiarata non congrua dal tecnico del Comune.
La vecchia Amministrazione l’aveva votata nonostante il
parere tecnico negativo. Qualche lettore forse ricorderà la
mazzetta da 375.000 euro che ci volevano elargire per il
nostro voto favorevole. Oppure, ancora, Ciogli si riferisce
al Piano della 167. Ma bisognerebbe dire che, contro ogni
norma e contro ogni logica, quel piano prevedeva edificazioni a macchia di leopardo nelle nostre campagne. Non
ci sono precedenti in tutta la Penisola. Ultimo aspetto: abbiamo lottato da anni contro il mega-centro commerciale
alla Beca. E lo abbiamo fermato quando tutti dicevano
(Ciogli per primo) che non ci saremmo mai riusciti. Forse
è per questo l’ex sindaco aveva spianato la strada a questo stupro del nostro territorio. Per fortuna siamo arrivati
in tempo.
Il Lungomare di Cerenova è selvaggio e, se non fosse
per i privati, abbandonato: chi dovrebbe occuparsi delle
aree comuni in futuro? Che tipo di sviluppo Lei auspicherebbe?
Campo di Mare è un gioiello. È l’unico tratto di costa tra
Roma e la Toscana a non avere i palazzi sulle spiagge.
Dal mare si vedono i monti della Tolfa e la Necropoli della
Banditaccia. Paradossalmente, è stata quasi una fortuna
che le Amministrazioni di prima siano state incapaci di risolvere la questione. Forse, altrimenti, avremmo i palazzi
sul mare anche noi. Ma non possiamo ignorare il degrado.
Frutto di 40 anni di completo disinteresse. Lo sappiamo:
fino a che il Comune non diventerà proprietario delle aree
e dei servizi, le cose non cambieranno. Sono convinto che
riusciremo a trovare un accordo con la società per valorizzare Campo di Mare e definirne la manutenzione per i
prossimi anni.
160 mila e rotti metri cubi di cemento (giusto?) che Lei
baratterebbe con l’Ostilia in cambio della titolarità del
Comune su Campo di mare, rappresentano una coerente contropartita?
Fino a che la proposta non sarà protocollata e definitiva,
non parlo di numeri. L’idea è però molto semplice. Vogliamo che siano rispettati tutti gli obblighi della convenzione
del 1991. Ostilia deve realizzare delle opere, e queste le
consideriamo acquisite. In cambio delle nuove edificazioni, invece, vanno previste altre contropartite. Il territorio va
tutelato.
Che tipo di interventi urbanistici Lei prevede? Palazzi su
palazzine? Dati i trascorsi, Lei si fida pienamente ed è
tranquillo? Chi sono i Suoi interlocutori ad oggi?
Mia nonna mi ha insegnato che “fidarsi è bene, non fi-
Baraondanews L’ospite I 17
darsi è meglio”. Qui non si tratta di fiducia. Va tutto scritto nero su bianco e votato in Aula Consiliare. Nessun
aspetto va trascurato. È per questo che lavoriamo da 3
anni senza sosta. Non parliamo soltanto di “quanto”, ma
soprattutto di “come”. Le tipologie insediative sono più
importanti delle quantità. Come le posso già anticipare
che abbiamo chiesto che una parte della cubatura sia
destinata a una struttura alberghiera. Vogliamo o no diventare una città turistica?
La forte opposizione alla sua amministrazione a Cerveteri
crede derivi da un disegno occulto con una regia invisibile,
oppure la Sua popolarità sta subendo un declino anche a
causa delle gravi difficoltà nelle quali ancora riversa Cerveteri come altri comuni vicini?
Stiamo toccando “interessi” importanti e lasciando da
parte “i poteri forti”. Non era mai successo prima. Abbiamo bloccato il centro commerciale, annullato una 167 che
toccava terreni “arcinoti”, abbiamo impedito un impianto a
biogas, ci siamo battuti contro la discarica a Pizzo del Prete e per la chiusura di Cupinoro. Abbiamo redatto le linee
guida del nuovo Piano Regolatore Generale (che presenteremo a breve) e lo abbiamo fatto senza condizionamenti. È
normale che qualcuno in questi anni si sia indispettito. Ma
i cittadini devono domandarsi chi è ad essere indispettito,
e perché. Cosa è cambiato rispetto al passato? A tutto
ciò, però, va aggiunto che è un momento difficilissimo per
i Comuni italiani. Quest’anno abbiamo subito il più grosso
taglio di risorse della storia d’Italia. Dal punto di vista degli
Enti locali, il Governo Renzi è il peggior governo di sempre. La gente è esasperata dalla crisi economica. Ma, mi
creda, nonostante questo, moltissimi cittadini collaborano
con noi e ci danno sostegno quotidiano. Fra due anni le
urne decideranno se siamo stati bravi o meno. È questo il
bello della Democrazia.
Se Lei completasse il mandato si ricandiderebbe a sindaco di Cerveteri o spera in una carriera extraterritoriale? La chiusura della trattativa con l’Ostilia, per com’è
fatta la politica oggi, crede Le farebbe curriculum?
Il mio sogno è di riunire Cerveteri e Ladispoli in un unico
Comune. I vantaggi di questa scelta sarebbero enormi. Sto
lavorando da tempo a questo progetto e vorrei continuare anche nei prossimi anni. Non so se questo sia o meno
compatibile con l’incarico da Sindaco. Ritengo però altrettanto importante mantenere l’impegno con i cittadini e non
escludo una ricandidatura. Ma credo che sia presto per
dirlo. Di certo è una decisione che prenderò insieme alla
mia Maggioranza.
20 I Baraondanews Ospite
“Ladispoli non merita
un pericoloso salto nel buio”
Gino Ciogli parla a ruota libera di Cerveteri, di Pascucci,
del Pd e di un suo eventuale ritorno sulla scena politica
di Eugenio Vallone
G
ino Ciogli, ex sindaco per due mandati a Ladispoli segnandone la storia politica, e solo per
mezzo mandato a Cerveteri: in cosa differiscono
principalmente i due contesti politici?
“A Ladispoli sono i partiti che dettano le regole della
politica, interpretando da oltre venti anni il pensiero e le
aspettative dei cittadini. A Cerveteri spesso sono famiglie
e gruppi economici che tentano di influenzare l’esito delle
elezioni. Col sottoscritto non ci riuscirono, ecco uno dei
motivi della prematura caduta della mia amministrazione”.
L’attuale sindaco Pascucci, all’epoca nominato suo vice
in terra etrusca, che tipo di responsabilità (politica) si
porta dietro nella fine prematura di quella breve stagione
amministrativa? Quali interessi divergenti e su quali principali questioni si è determinato lo strappo? Si può parlare di voltagabbana o tradimento politico? Un consiglio
al giovane Pascucci che in fondo è stato politicamente
allevato nella sua “scuola” se la sente ancora di offrirlo?
“In parte ho risposto sopra. Riguardo al giovane Pascucci è stato uno degli artefici dello scioglimento anticipato
del Consiglio comunale, ha saputo cavalcare l’onda del
giustizialismo che oltre tre anni fa pervadeva la politica a
Cerveteri. Lo strappo, di fatto, è iniziato pochi giorni dopo
la vittoria della nostra coalizione alle elezioni comunali, il
gruppo di Pascucci iniziò a mettersi di traverso su tutto.
Per esperienza personale posso assicurare che è un ragazzo bravo e intelligente. Ma posso anche affermare che
dal punto di vista personale e politico - e la sua storia insegna – è assolutamente inaffidabile”.
L’inchiesta giudiziaria che la vede coinvolta insieme ad
altri politici e funzionari di Cerveteri come crede culminerà? Si attendono prossimamente ulteriori step?
Lo stare sotto la lente della magistratura ha cambiato
per qualche verso il suo approccio alla politica ed alla
vita in genere?
“Per ovvi motivi preferisco non parlare di un processo in
corso. Posso però ribadire la mia fiducia nella magistratura
e nella giustizia e ricordare che non ho chiesto il rito abbreviato perché desidero che il dibattimento porti alla luce la
mia totale estraneità alla vicenda. L’approccio alla politica
è cambiato nella misura in cui alcuni “politici” usano strumentalmente la vicenda giudiziaria che mi vede coinvolto.
La mia vita privata, paradossalmente, riceve dei riflessi positivi dall’accaduto: amici veri e familiari mi sono vicini e mi
esprimono la loro stima e il loro affetto, altri li ho persi, e
non aggiungo altro …”
Sul fronte urbanistico: il prg di Ladispoli non vede Luce
dai tempi in cui lei era sindaco. Gino Ciogli, che ben conosce i meandri della materia e della macchina amministrativa soggiacente, è ancora possibilista od essendo
crollato l’interesse ad edificare crede che la politica abbia bisogno di nuove vie per trasformare i pani in pesci?
“È evidente che Ladispoli abbia bisogno di un piano regolatore dato che il vigente strumento urbanistico è vecchio
Baraondanews Ospite I 21
di 40 anni. Altrettanto innegabile è che questa città deve
essere vivibile e conquistare e difendere gli spazi pubblici
commisurati alla potenzialità abitativa già espressa. Perché – non lo dimentichiamo – Ladispoli non ha nemmeno
il minimo previsto dagli standard urbanistici. Senza una
profonda riforma della politica di redistribuzione dei fondi
tra stato, regione e comuni, la nostra Ladispoli è destinata
a “galleggiare” al limite della sussistenza. Ci trattano come
un comune di diecimila abitanti, ignorando arrogantemente che siamo oltre i 50 mila! Si può percorrere la strada
della cosiddetta edilizia contrattata, ma prima di fare ciò è
necessario che il Parlamento detti regole certe all’interno
delle quali ci si possa muovere in piena trasparenza!”.
Le operazioni di piano integrato e centro commerciale
messe in cantiere all’entrata nord di Ladispoli le vede
positivamente?
“Rispondo con una domanda: se il Comune non avesse
avuto la disponibilità di quelle aree, che cosa sarebbe
successo? Mi do anche una risposta: sarebbe andato in
bancarotta!”.
Della punta di Palo non si parla più: tutto congelato? Che
è successo?
Chiedo scusa, ma non sono sufficientemente padrone della materia, quindi non so rispondere.
L’errore principale dell’amministrazione Paliotta in questo
secondo mandato, se ne individua...
“Stando in mezzo alla gente avverto la difficoltà della classe politica di riuscire a condividere con i propri concittadini,
con i propri elettori i problemi che ci sono e le strade che
si stanno percorrendo per risolverli. Bisogna comunicare,
spiegare, condividere! Ma, soprattutto, bisogna ascoltare!”
L’errore principale dell’amministrazione Pascucci se ne
individua...
”Consideratelo già fatto!”.
Cerveteri, questione Ostilia e lungomare di Campo di
Mare, dov’è il lepre? Potrebbe darci una sua personale
lettura circa il gioco che il sindaco di Cerveteri sta portando avanti?
“Non sono abituato a fare dietrologia: questa domanda rivolgetela al sindaco Pascucci. Posso solo aggiungere che
non bisogna andare a trattare con l’Ostilia con il cappello
in mano! Fino a prova contraria, sono loro ad aver commesso il reato di lottizzazione abusiva!”
Cerveteri, da zona artigianale a centro commerciale: una
sua lettura...
“La prematura caduta della mia amministrazione aveva
comunque lasciato in eredità importanti atti già avviati e/o
conclusi: la variante della 167, la variante della zona artigianale, il contratto con Italgas - che ha portato milioni
nelle casse del comune, l’affidamento dell’incarico della
redazione del PUCG (cioè della variante generale al PRG),
in foto Gino Ciogli
la conferenza di servizi nell’ambito dei “Patti Territoriali”.
Ma l’amministrazione Pascucci ha demolito tutto! Anni
di lavoro e denaro pubblico andati in fumo! Chissà, forse
devo ricredermi sulla intelligenza del ragazzo! Ah, dimenticavo, consideratelo già fatto!”
Tra gli attuali consiglieri di maggioranza: la figura che
meglio potrebbe incarnare il ruolo di sindaco a Ladispoli
alle prossime amministrative nel centro sinistra? E nel
centro destra?
“Nel centro sinistra saranno le primarie a decidere il leader della coalizione. Ma, prima ancora, bisognerà cercare,
comporre e definire le alleanze intorno ad un programma
elettorale che tracci il futuro della città. Nel centro destra?
Non chiedetelo a me!”
Lei esclude una sua ricandidatura o comunque un ruolo
di peso nel futuro assetto amministrativo di Ladispoli?
E di Cerveteri? “Cerveteri può contare su di me a sostegno di una classe politica di centro sinistra che si sta
formando nelle temperie di vicende che hanno prodotto
aspre divisioni. Ladispoli è la città che ho avuto l’onore di
amministrare per quasi due lustri. Ho contribuito alla fondazione del Partito democratico – lo dico per segnare la
mia posizione nello scacchiere politico - e spero di poter
contribuire a definire il quadro delle alleanze ed il programma elettorale di cui ho parlato prima. Ho già detto che nel
centro sinistra i ruoli si definiscono rispettando un percorso condiviso. Tutti dobbiamo impegnarci fin da ora per
evitare che Ladispoli faccia un pericoloso salto nel buio
amministrativo”.
24 I Baraondanews Nel Territorio
Campo di Mare
rimane a secco?
Nell’ignavia generale gli abitanti
della frazione di Cerveteri
continuano a penare
Mentre nuove colate cementizie divengono
moneta di scambio per ristabilire l’ordine
che si era precostituito in 25anni di disordine
burocratico, gli abitanti della marina sono
costretti ad elemosinare il diritto all’acqua.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente.
Segue:Come già segnalatovi a Gennaio, oggi 30/04/2015
è il sesto mese consecutivo, cioè dal Novembre 2014,
che immancabilmente tutte le sere dalle 23 fino alle 05.30
del mattino, qui a Campo di Mare manca l’acqua. Inutile
dilungarsi sul perché, ormai è roba da voltastomaco; ho
telefonato varie volte all’Ostilia ma per le puttane tristi, gli
ignari cornuti, i personaggi in cerca d’autore, i coglioni che
pagano le tasse, la risposta è sempre la stessa: “Telefoni a
questo, telefoni a quello..”, una sfilza di “non sappiamo”.
Insomma, la solita eterna litania all’italiana dello
scaricabarile. Se potete, fate qualcosa! Cordiali saluti.
Caro lettore, la ringraziamo per la segnalazione. Confidiamo
che le autorità competenti possano presto ripristinare
una corretta servizio distribuzione dell’acqua potabile.
Nei prossimi giorni cercheremo di avere risposte più
soddisfacenti di quelle ha ricevuto Lei. Cordiali saluti
La Redazione
26 I Baraondanews Nel Territorio
Un tranquillo
1 maggio di paura
Ritrovate le tre ragazze che erano
partite per una scampagnata.
Con il calare della sera
non hanno ritrovato la strada
Sono state ritrovate verso le 23,00 le tre ragazze minorenni, età compresa tra i 14 e i 16
anni, di Cerveteri che si erano disperse nella
macchia di Valle Pelosa. E’ stato grande lo
spavento da parte della famiglia ma fortunatamente è finito tutto bene anche grazie alla
rete di telefonia mobile che copriva l’area e alla
buona sorte. Le ragazze infatti avevano il telefonino cellulare grazie al quale hanno potuto
contattare i Vigili del Fuoco per dare dei punti
di riferimento precisi ed essere rintracciate.
Gli uomini della stazione di Cerenova, affiancati dai volontari della Protezione Civile, hanno
raggiunto a notte fonda le tre minori e le hanno
accompagnate alla caserma dei Carabinieri di
Cerveteri dove stavano ad aspettarle i genitori.
aspettarle i genitori.
Baraondanews Nel Territorio I 27
MARINA DI CERVETERI,
SVENTATI TRE FURTI
IN UNA NOTTE
Uno degli interventi dei Carabinieri stimolato
da un cittadino del Controllo del Vicinato
Nottata proficua per i Carabinieri della stazione
di Campo di Mare che sono riusciti a catturare
ben tre ladri, colti in flagranza di reato. Due i relativi tentativi di furto, di cui uno sventato grazie alla segnalazione di un cittadino collegato
al Controllo del Vicinato. Rapido l’intervento
dei CC che ha permesso la cattura di due ladri.
Il terzo ladro è stato invece colto sul fatto a
poca distanza. Fuga riuscita, invece, per i ladri
che stavano dando l’assalto al bar nei pressi
dell’ufficio postale. Anche in questo caso la
segnalazione alla stazione dei Carabinieri è arrivata dalla cittadinanza.
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36 I Baraondanews Nel Territorio
Guardia Giurata pestata
mentre controllava gli oleodotti
In corso le indagini per individuare gli aggressori.
Intanto la questione assume vari risvolti
E
’ stato ridotto quasi in coma
l’uomo che vigilava gli oleodotti dell’Eni in qualità di
guardia giurata, è stato aggredito da
sconosciuti. L’intervento era stato stimolato dallo scattare dell’allarme di
una grata, ma al suo arrivo c’è stata
l’aggressione da parte di un gruppo
composto da quattro o cinque persone. I malviventi si sono accaniti sulla guardia giurata lasciandola priva
di sensi a terra e procurandogli la
frattura di alcune costole. Le indagini
dei Carabinieri sono in corso.
Dichiara in un comunicato il sindaco di Fiumicinio Esterino Montino:
“Desidero esprimere la mia solidarietà alla guardia giurata aggredita
brutalmente nei giorni scorsi...L’ho
detto e ripetuto più volte anche
in passato: il nostro territorio e
le condotte che lo attraversano
sono sotto attacco. Servono misure straordinarie contro i ‘vampiri di carburante’, individui privi
di scrupoli e pronti a tutto, anche
a provocare un disastro come quello
accaduto nei canali di Maccarese o a
ridurre in fin di vita chi compie il proprio dovere per salvaguardare l’ambiente e la salute pubblica....”
Poche ore dopo arriva il comunicato del sindacato autonomo delle
guardie giurate...Ci chiediamo se il
Collega ­ destinato all’intervento su
teleallarme di un’infrastruttura critica possibile oggetto delle mire di
criminali comuni ma anche di terroristi fosse stato dotato di tutti gli
strumenti di protezione e degli altri
necessari per svolgere, in condizione di scarsa illuminazione e di
solitudine, il suo difficile lavoro.
Ma, ancor prima, ci chiediamo se
a Roma, come in altre città italiane
dove la criminalità è più aggressiva,
le norme per lo svolgimento dei
servizi di vigilanza siano tuttora
adeguate...”
40 I Baraondanews Storie
Don luigi, vi racconto la mia bracciano
Identità di comunità mancante, sacche di povertà ma anche solidarietà:
il panorama dalla parrocchia del Santissimo Salvatore
D
on Luigi è parroco della chiesa
del Santissimo Salvatore, nella
parte nuova di Bracciano, dal
2008. All’arrivo ha trovato una realtà
tipica dei luoghi urbanizzati da poco:
storture dovute agli abusi (condomini
al posto di villini), alla mancanza di
servizi (le scuole elementari hanno
una sola sezione, e i bambini stanno
dentro un prefabbricato) e un tessuto
sociale da formare. «Gli abitanti,
esattamente come me, non sono
quasi mai del posto - dice Don Luigi
- esodati romani o persone venute
qui per le caserme». Per questo
la parrocchia, nella mancanza di
occasioni di aggregazione, vuole
essere un punto di incontro. «Ho
trovato una comunità bisognosa di
identità. Alcuni nuclei familiari tendono
a non integrarsi, consapevoli che non
vivranno qui per sempre». Il quartiere
è giovane, gli anziani sono pochi e
generalmente isolatissimi, «strappati
dai loro luoghi di provenienza. Solo
grazie alla tradizionale benedizione
delle case riesco a raggiungere
anche queste realtà». Presenti grandi
sacche di povertà in un quartiere
decisamente popolare: in alcuni
condomini l’80% degli occupanti è
abusivo. In questo contesto generale
lo sviluppo di un nutrito gruppo
Caritas ah costituito una sorpresa
molto positiva. Parlando dei ragazzi
Luigi afferma di non aver notato casi
estremi di bullismo o eccessivamente
preoccupanti, anche se le famiglie
li lasciano spesso a loro stessi o
demandano l’educazione ad altri
servizi (scuola, palestra, corsi vari).
Scarsa, in ogni caso, la disponibilità a
intraprendere cammini di volontariato
o fede. Quando gli si chiedono le
cose veramente negative che ha
direttamente esperito nel quartiere,
cita solo due casi limite: quello di una
ragazza fragile che è stata oggetto
di violenza nell’indifferenza generale
e quello di un uomo agli arresti
domiciliari che picchia la moglie fuori
casa. «Tutti vedono ma nessuno
dice niente, e convincere la signora
a denunciare il marito è stato fin’ora
impossibile».
La presenza della parrocchia si fa
sentire anche grazie alle numerose
attività che vi si svolgono: per due
anni è stato ospitato un teatro di
marionette, mentre ora ci sono 2
gruppi di propedeutica teatrale,
un coro della parrocchia e una
scuola di musica che ha dato vita
ad un’orchestra di bambini, oltre a
gruppi che vengono la mattina a fare
ginnastica e occasionali concerti di
solidarietà e saggi di natale e fine
anno organizzati dalle scuole. Il
campo di calcetto il giorno è aperto
per i bambini, mentre la sera si affitta
per partite. Nel tendone si ospitano
feste di compleanno o incontri di
associazioni del quartiere. «Dico di
no solo a gruppi tendenzialmente
troppo politicizzati». A tal proposito
un incontro del Pd nel corso del quale
sono state affisse alcune bandiere
all’esterno del tendone ha destato
più di una polemica. «Doveva essere
una riunione chiusa, e mi dispiace per
quanto accaduto con le bandiere».
Lo stesso spazio è stato in passato
negato a Fermiamo Cupinoro per
le sue riunioni. Un comportamento
contraddittorio per molti, che Don
Luigi spiega così: «Se il comitato
di quartiere invita il sindaco a
confrontarsi con i cittadini non ho
difficoltà a concedere lo spazio, ma
se un gruppo viene per organizzare
una protesta non mi sento di affidare
la sala. Andrei contro quanti, in
parrocchia, la pensano diversamente.
Quello del Pd era un incontro una
tantum, mentre Fermiamo Cupinoro
fece richiesta per incontri pubblici
e ripetuti. Anche se personalmente
appoggio la loro lotta, il mio ruolo
deve essere di equilibrio. Così come
non posso lasciar mettere bandiere,
non posso nemmeno prendere
parte». Volgendo lo sguardo al
futuro Don Luigi confessa che a
preoccuparlo è il disagio lavorativo
ed economico, difronte ai quali le
istituzioni faticano a trovare soluzioni.
«Io qui ho l’unica stanza sul territorio
per alloggio notturno: due letti ed
un piccolo bagno. Si valuta ciascun
caso per periodi di circa 11 giorni:
l’ospite, generalmente un senzatetto,
entra la sera, si può lavare e la
mattina alle 9 esce. L’altra risposta
che abbiamo è la ridistribuzione di
oggetti e vestiti. Per 60 nuclei familiari
in difficoltà distribuiamo un pacco
di alimenti al mese, e poi ci sono i
pranzi sociali il cui scopo non è tanto
quello di sfamare, come facciamo
con il gruppo Caritas, ma di creare
integrazione e comunità: persone con
disagi e solitudini vengono invitate per
stare insieme a quanti, facendo una
piccola offerta, offrono loro il pranzo.
Sono eventi che si autosostengono
e che riuniscono 50-120 persone».
Ma oltre a questo la parrocchia offre
strumenti anche di tipo economico:
«facciamo microcredito e prestiti
d’onore che si restituiscono senza
interessi e senza compulsione per la
restituzione. Strumenti che per ora
però sono insufficienti. Mi piacerebbe
creare dei gruppi di autosostegno
per dipendenze di qualsiasi genere o
esperienze di ogni tipo (depressione,
perdita di un figlio), ma funzionano
solo se il bacino di utenza è molto
ampio». Ritrovare la capacità di amare
la propria terra, questo l’auspicio
con cui Don Luigi ci saluta, facendo
riferimento all’obesità demografica
cui realtà come Bracciano sono
andate incontro nel loro periodo
di massima espansione e che ha
creato contesti sociali identici in
luoghi diversissimi tra loro, fatti di
isolamento, mancanza di servizi e
di identità comunitaria, in cui l’unico
luogo di aggregazione riconosciuto
diventa il centro commerciale.
46 I Baraondanews Memorie
“IO, FEDELE STORICO DI LADISPOLI”
Aldo Ercoli ricorda “Don Erio”
ed altri personaggi della nostra città
I
o nato a Roma e trasferitomi a Ladispoli, per lavoro, saltuariamente nel
1975 e poi stabilmente nel 1972,
devo ritenermi uno dei pochi “storici” rimasti della vita di questa città?
Prima villaggio di pescatori nel 1988,
poi centro turistico – agricolo ed infine cittadina per diventare , ora, Città
balneare con almeno 45.000 residenti
alle porte della Capitale. Se lo faccio,
lo “storico”, è perché ho dei validi elementi per farlo, tanti quanto le frecce
contenute in una capiente “feretra” di
un pellerossa indiano.
Lo faccio perché sono stato sollecitato in quest’ opera da Marcello
Guidolotti, insigne esempio di Ladispolano che qui è nato. “continuate
tu, Paris e Paliotta a scrivere di Ladispoli “ mi diceva alcuni anni prima
della sua dipartita terrestre. Lo faccio
perché nel 1986, ho scritto il primo
libro della storia di questa Città (Ladispoli Centenaria) nata nel 1888. Lo
faccio perché decine e decine sono
stati gli articoli pubblicati su “La Città” prima e poi “La voce” poi, sempre
diretti da Alberto Sava, mio amico da
sempre. Lo faccio perché grazie alle
mie ricerche, pubblicate anche da un
quotidiano regionale quale il “Centro”
in Abruzzo, ho localizzato l’allora vecchia stazione di Ladispoli. Quella in
cui è nato l’attuale Sindaco, ora al di
là della ferrovia, proprio di fronte alla
grande cisterna d’acqua degli ultimi
anni del 1800. Ricordo che fotografai
anche l’antico lampone ove Gabriele
D’Annunzio e Barbara Leoni (“ la Barbara romana”) si scambiavano gli ultimi baci prima di incontrarsi e recarsi a
Roma. Ora è molto più grande di quei
lontani tempi (1886), ricordati dal mio
maestro letterario Ivon De Begnac. E’
ancora rivolta, l’abitazione, alle spalle
della strada ferrata affinchè i viaggiatori non dovessero sorbirsi tutto quel
fumo derivante dalla fermata a Palo
Laziale. Se scrivo, quale cittadino
“orundo”, acquisito, è anche perché
ho curato qui tre o quattro generazioni
e raccolto l’invito di uno scrittore locale, quale Sergio Paris, mio paziente
per più di trenta anni, a raccontare,
attraverso i suoi scritti e le sue memorie, le vicende locali. Eppure a lui,
a Sergio, non sono mai stati dedicati
né una strada ma nemmeno un vicolo
a fondo chiuso.
Da “Ladispoli con i capelli bianchi”
a “Misteri di Ladispoli” Sergio Paris
ha scritto molto, quale autodidatta,
quanto Corrado Melone. Spero che
“in cielo” ci si ricordi di lui. Scrivo su
Ladispoli perché sono stato io il primo, dopo 20 anni di assenza, a riportare l’attuale festa del Santo Patrono.
Si proprio quel S. Giuseppe Lavoratore, con una statua donata alla cittadina, dall’allora Pro-Loco (1996) di
cui ero Presidente. Nessuno o forse
pochi veri ladispolani se lo ricordano.
in foto Aldo Ercoli
Poi un cittadino me ne donò un’altra.
Due statue di S. Giuseppe regalai allora alla Chiesa del S. Rosario. Eppure
non ho mai ricevuto almeno un “grazie” né da parte degli ecclesiastici né
dai politici. A me bastava solo quello.
Vivevo e vivo del mio lavoro. L’unica
battaglia vinta fu quella in nome di un
semplice prete “ in odore di Santità”.
Quel Don Eleuterio Anceschi, meglio
conosciuto come “Don Erio”, a cui,
su mia continua sollecitazione, il Sindaco Enzo Paliotta e la sua giunta,
vollero dedicare un vialetto tra due –
tre Scuole, dai nomi più conosciuti, a
fondo chiuso. Lo troverete in via Castellammare di Stabia, dopo il Liceo
Pertini e prima delle Scuole elementari e medie, avvolto nel più completo
silenzio di stampa. Ma che importa!!
Sono le gioie festose dei ragazzi a
dare vita e ricordo perenne a colui che
fece molto per questa nostra città.
Di Aldo Ercoli
50 I Baraondanews Salute
CIBI SPAZZATURA E CANCRO,
PREOCCUPANTE BINOMIO
Dott. Daniele Segnini,
Biologo Nutrizionista
8 Consigli per stare in salute e ridurre il rischio
dell’insorgere di gravi patologie
T
roppo dolce, troppo grasso e troppo salato: questa
la caratteristica di gran parte del cibo-spazzatura presente nei fast-food e negli scaffali dei
supermercati. Nei centri di ricerca
dell’industria alimentare si studia come
provocare quello stato di appagamento
che
spinge
ad
un
consumo
compulsivo
di
un alimento: lo chiamano il “punto di
beatitudine”, in inglese bliss point.
I colossi alimentari e le catene di
fast-food mettono nei loro prodotti il
quantitativo esatto di zucchero, grassi, sale capace di generare nei centri
del piacere del consumatore un
bisogno incontrollabile a ripetere
l’esperienza. Con meccanismi neurologici non molto diversi da quelli delle
sigarette e della altre droghe scatta
una forma di dipendenza che permette
di vendere quantitativi enormi di
patatine, merendine, snack salati,
prodotti da forno e altro ancora.
A questi tre eccessi nel nostro modo
di mangiare (troppo dolce, troppo
grasso, troppo salato) va necessariamente
aggiunto il quarto eccesso: troppe
proteine. La nostra alimentazione
iperproteica prevede troppe proteine
animali - rispetto a quelle vegetalie troppa carne rossa e troppe carni
conservate – rispetto ai modesti consumi di pesce di mare.
Eppure nel più importante studio di
popolazione degli ultimi anni (studio
Epic, 2005) il consumo di carne è
fortemente associato al cancro del
colon-retto: con due etti di carne al
giorno – un consumo anomalo in Italia
ma quasi normale in altri paesi o in
certe fasce di popolazione – il rischio
di tumore dell’intestino è doppio.
Nei nostri pasti oltre al troppo c’è anche il troppo poco. Il pensiero corre
alle porzioni di frutta e verdura. Quanti riescono a mangiarne
effettivamente le 5 o 7 raccomandate? Eppure con questi prodotti vegetali
si abbattono i rischi di moltissime malattie, si riduce il peso e lo si
mantiene, si contrasta l’eccesso di
cibi acidificanti (formaggi e carni in
particolare) e di cibi con alto tenore
di sodio (formaggi, salumi, prodotti
da forno)
In Europa gli esperti del Codice Europeo contro il Cancro (Ecac) hanno
tradotto tutti questi “troppo” in un
semplice elenco di comportamenti
protettivi. La prima indicazione è
quella di eliminare il tabacco e fare in
modo che nessuno fumi intorno a noi,
per l’estrema pericolosità del fumo
passivo; la seconda riguarda il troppo alcol che molti bevono senza
preoccupazioni: l’Ecac invita a ridurre al minimo il consumo di alcol; per
la troppa sedentarietà c’è la raccomandazione a fare tutti i giorni 30’ di
esercizio fisico, mantenendo un peso
corporeo sano (né troppo magri né
troppo grassi). Sull’alimentazione
otto consigli per stare in salute e
ridurre il rischio di cancro: 1) consu-
mare cereali integrali (pane, pasta e
riso); 2) consumare legumi (quotidianamente come fonte di proteine e di
fibre); 3) consumare verdure e frutta; 4) limitare i cibi molto calorici
(ricchi di zucchero e grassi); 5) limitare le carni rosse; 6) limitare i
cibi ricchi di sale; 7) evitare le bevande zuccherate (aranciate, coca-cola
e simili); 8) evitare le carni conservate.
L’ultimo troppo dei nostri giorni riguarda quelle persone – il cui numero
sembra in costante aumento - troppo preoccupate dalla ricerca di
un’alimentazione sana; in analogia
all’anoressia – che rifiuta il cibo in
quanto tale - si è coniato il termine ortoressia, per indicare il rifiuto
del cibo che presenti qualsiasi tipo di
rischio chimico o biologico. Appare
evidente che oggi è difficilissimo alimentarsi senza correre rischi, ma il
rischio di un’impossibile alimentazione sana e genuina al 100% è quello di
mangiare solo le 3, 4 cose da produzioni controllate. Che fare, allora? La
risposta io personalmente l’ho trovata
tanti anni fa nelle parole di Gregory
Bateson, uno dei grandi della biologia e della scienza del ‘900. La sua
visione del mondo mi sembra sempre più valida sia nel mio lavoro di
nutrizionista sia nelle scelte - alimentari e non – che quotidianamente
compio. La natura – diceva Bateson – non
ama né troppo né troppo poco: la
natura ama le quantità ottimali.
54 I Baraondanews Casi e Casotti
Bracciano - Il giardino che non c’è,
inghiottito dal degrado e dall’indifferenzA
Da angolo di paradiso a ricettacolo di sporcizia.
Un esempio (da non seguire) di come un’opera pubblica può essere abbandonata
Esiste a Bracciano un giardino che non c'è. Si tratta
del giardino di via del Lago che nel 1971 il principe
Livio Odescalchi donò ai cittadini di Bracciano. Il
regalo rimase ignorato per oltre 30 anni quando, nel
2006, l'amministrazione Negri/Riccioni ne completò il
restauro donandolo alla cittadinanza. L'operazione aveva
comportato un recupero meticoloso dell'ambiente, arredato
da panchine, un'area per i cani, illuminazione, sistema di
irrigazione, fontanelle e giochi per bambini. Chiuso nel
2011 per motivi di sicurezza (dalla rupe sovrastante, di
proprietà degli Odescalchi, si verificarono crolli di rami e
grossi fusti) il giardino rimase preda dell'abbandono totale,
e nulla di quello che un tempo fù si presenta oggi alla vista
del visitatore. Gia nel 2013 l'Ass. Salviamo Bracciano ne
lamentò il degrado, denunciando l'incedere dei rovi e il
danneggiamento del muro di delimitazione, così come
il cedimento della recinzione che delimitava lo spazio
verde dalla rupe sovrastante, piegata dal peso di tronchi
caduti e radici libere di agire. In tutta risposta il Comune
annunciava che si stavano investendo 1800 euro per un
intervento che avrebbe dovuto portare, tra le altre cose, ad
un'indagine fitostatica delle piante della rupe che davano
verso il giardino, con la compilazione di una scheda
per ciascuna pianta che ne indicasse problematiche e
interventi necessari per la messa in sicurezza. A quasi
due anni di distanza da quella comunicazione, però, nulla
si è saputo di queste indagini e nulla è cambiato, se non
in peggio. Il muro originale che delimita l'area dei giardini
dalla strada in un punto è quasi definitivamente crollato,
tanto che è possibile attraversarlo con la stessa difficoltà
con cui si sale su
un
normalissimo
gradino. Il Comune,
in corrispondenza
del
varco,
ha
affisso un cartello
che
indica
il
pericolo di crolli,
ma di fatto la via è
libera. All'interno il giardino si presenta in avanzato stato
di abbandono. Panchine e lampioni fanno mostra dei
numerosi atti vandalici subiti, dalle scritte ai deliberati
danneggiamenti. Copiosa è l'immondizia che si è
accumulata in più punti (bottiglie di vino e birra, pacchetti
di sigarette vuoti), tanto da lasciar pensare che il luogo sia
in realtà frequentato in maniera quasi abituale, sebbene
abusiva. Una delle panchine è stata completamente
ricoperta dalla chioma, ormai secca, di un albero caduto
dalla rupe sovrastante, mentre un secondo albero caduto
dà mostra di se nella parte alta dei giardini. Un epilogo
davvero triste per quello che solo 9 anni fa era un angolo di
paradiso, recuperato grazie a fondi pubblici, gli stessi che
contestualmente avevano consegnato alla cittadinanza
anche la discesa-scorciatoia pedonale al lago, attualmente
in un analogo stato di abbandono. Restiamo in attesa di
sapere quali siano le intenzioni dell'amministrazione per
questo bene pubblico, e quali siano stati gli esiti delle
indagini di due anni fa, già forse troppo datate per evitarne
una ripetizione.
>>> Segue su baraondanews.it
58 I Baraondanews L’opinione
Se la relazione tra questi bisogni fondamentali non trova un equilibrio
si genera un caos che non soddisfa il contratto che ognuno ha ereditato dalla nascita
Vivere in una comunità significa acERE IN
UN KIBBUTZ
cettare delle regole e condividere de-
Se la relazione tra questi bisogni fon-
gruppi di residenti uniti da un’ideo-
damentali non trova un equilibrio si
logia comune, organizzate in un si-
gli impegni, riconoscere una gerarchia
genera un caos che non soddisfa il
stema di regole egualitaristiche dove
di comando e un sistema elettivo che
contratto che ognuno di noi ha eredi-
ogni membro lavora per gli altri e ri-
definiamo democrazia. La storia e
tato dalla nascita: accettazione degli
ceve i frutti del lavoro altrui evitando
molti illustri pensatori ci hanno dimo-
obblighi sociali in cambio di sicurezza
gli obblighi del consumismo. Ma non
strato come la demos crazia non sia
e benessere e del fatto che anche la
sappiamo quanti di noi sono pronti
legata al concetto di libertà, benché
propria opinione sia presa in conside-
per il socialismo reale.
l’uso del termine venga spesso confu-
razione. Quando non c’è armonia tra
Oppure possiamo organizzaci in Co-
so. Quella che definiamo libertà in re-
questi fattori, ognuno è spinto a non
munità chiuse come negli USA, dove
altà è un “contratto sociale” (J.Rous-
rispettare il proprio ruolo: la società si
in un determinato territorio si insedia-
seau) tra individui che compongono
disgrega, i cittadini diventano disob-
no delle vere e proprie cittadine con
un’aggregazione tenuta insieme da
bedienti e la politica diventa dispotica
modelli di collettività garantiti da un
regole per disporre dei vantaggi del-
e inconcludente. Si genera una frattu-
sistema di regole, cosicché tutti quelli
la vita di gruppo. Invece, quella che
ra irriparabile. Così, nonostante nella
che ne fanno parte possono vivere in
definiamo democrazia (comando del
maggior parte di noi alberga il deside-
un città idilliaca.
popolo) è la prevalenza di un modo di
rio di vivere in una civiltà ordinata, giu-
Può divenire una strada percorribile
intendere la società rispetto ad altri.
sta e coerente, i nostri comportamenti
nel futuro di nazioni multietniche pa-
Quando l’esecutivo di una democra-
non corrispondono ad un disegno che
ralizzate dalla disobbedienza civile e
zia perde la capacità di mediare con
sappia mettere in ordine i diritti con i
da norme troppo estese e complesse
le minoranze, si realizza una dittatura
doveri. Forse perchè siamo indolenti
per essere accettate senza un’ideolo-
della maggioranza (A. Tocqueville).
o perché siamo convinti che lo Stato
gia di fondo.
Un po’ quello che sta avvenendo in
ha troppe regole ed osservarle tutte
L’altra strada, per governati e gover-
gran parte delle nazioni del mondo
ci metterebbe in una condizione di
nanti, è quella di porre maggior at-
civilizzato. D’altra parte ci si aspetta
debolezza rispetto ad una larga parte
tenzione ai propri doveri e impegnarsi
che un esecutivo sappia garantire la
della società che trae vantaggi dalle
a rifondare lo stato di diritto. Anche
governance e un percorso di rifor-
sue lacune e sguazza nelle sue paludi.
questa una strada molto tortuosa.
me che i meccanismi costituzionali
Potremmo anche decidere di vivere
del 1900 non riescono più a gantire.
come in un kibbutz, fatto di piccoli
dp
60 I Baraondanews Focus
CERVETERI-LADISPOLI, S.O.S. POSTO DI PRIMO INTERVENTO
Quale potenziamento? I sanitari continuano ad affrontare emergenze quotidiane
in quello che non è un pronto soccorso. Le guardie mediche sostituiscono gli ospedalieri.
I mezzi sono limitati. Intanto 500 mila euro spesi per la casa della salute.
Di Eugenio Vallone
Proviamo a chiarire gli equivoci terminologici, relativi al gergo, sul presidio
sanitario di via Aurelia tra Cerveteri e
Ladispoli. Con le sigle si identificano in:
- Pit (presidio integrato territoriale, interamente considerato).
- Poliambulatorio (settore adibito a
visite specialistiche ed ambulatoriali
in convenzione al servizio sanitario
nazionale)
- PPI (posto primo intervento).
Parliamo di quest’ultimo. Delle difficoltà e delle condizioni (a giudicare
dalle segnalazioni che ci giungono)
abbastanza gravi, in cui riversa appunto Il posto di primo intervento è’ stato detto pochi giorni fa che “Il
posto di primo intervento non è un
pronto soccorso”.
L’assunto è stato pronunciato a mezzo stampa proprio dal presidente
della Asl Rm F dott. Giuseppe Quintavalle.
La dichiarazione ha destato qualche
sconcerto tra la cittadinanza e non
poche perplessità tra gli osservatori:
la fisionomia assunta dal dibattito in
corso spesso tende ad allontanarsi dalla realtà. Nella verità dei fatti,
a parte le classificazioni, i problemi
non sono frutto di catalogazioni ma di
esperienze quotidiane e vissute.
E la “travagliata” vita in provincia ci
suggerisce qual’è il reale ruolo del primo soccorso\intervento nella nostra
quotidianità.
Tralasciando per un attimo la sola
presenza di una singola ambulanza
spesso senza medico a bordo, ed
un auto medica che non è operativa
in notturno, constatiamo i numeri.
Solo nel 2014 il primo intervento ha
di fatto “soccorso” 59 codici Rossi e
641 gialli, oltre ai 10.163 verdi.
Non è da assimilare, di fatto, almeno
di concetto ad un pronto soccorso,
una struttura che affronta quotidiane
urgenze in un territorio dove il più vicino ospedale dista svariati kilometri? Guardiamo ai codici: colori che si trasformano con il passar delle ore, e
non si possono trattare coi numeretti,
ma solo con un pronto intervento ed
una gerarchia immediata di priorità.
- Cod. Rossi: ad es. edema polmonare, shock, infarto o grave alterazione
cardiaca
- Cod. Gialli: ad es. dolore toracico,
importante reazione allergica con rischio degenerazione
- Cod.Verdi: ad es. politrauma (caduta
da un altezza di circa tre metri, o incidente stradale, o incidente domestico con ferite, ustioni e\o contusioni)
62 I Baraondanews Focus
Insomma, questi sono gli interventi all’ordine del giorno eseguiti, con mezzi limitatissimi, dal p.p.i.
la realtà e la casistica dimostrano che una rapida diagnosi può
salvare la vita. Agire in tempo
appare
dunque
fondamentale.
Ma per le amministrazioni i PPI non
deve considerarsi un pronto soccorso. Certo, in un vero pronto soccorso
i mezzi ed il personale sarebbero ben
diversi. Ma come può un medico in
servizio compiere omissione di soccorso se ad esempio un malato grave
si reca nel posto di primo intervento
ed ha bisogno di immediatezza (come
sarà probabilmente già successo)?
Nel PPI, in seguito al nuovo assetto,
si apprende che i medici in servizio sono sì quelli che dispone il servizio sanitario nazionale, ma sono
tutti, attualmente, medici ospedalieri? La risposta non è affermativa.
In altre parole: una guardia medica
od un medico di famiglia può essere
pronto, sotto il profilo formativo, ad
affrontare codici rossi e codici gialli,
tra l’altro con mezzi limitati rispetto ad
un normale pronto soccorso?
Le nozze coi fichi secchi, soprattutto
nel comparto sanitario, non si possono fare.
Anche la politica locale inizia a temere per un declassamento del
P.P.I. che resta al centro del dibattito e delle discussioni anche a livello
sovra comunale. Una cosa curiosa:
sul sito della Asl Rm f e’ pubblicato
l’albo aziendale; non riusciamo a trovarvi la struttura del p.p.i. Forse abbiamo sbagliato criterio di ricerca?
Un generale sospetto permane, nonostante le rassicurazioni che del tutto
non convincono: la volontà, nel futuro,
è quella di non fornire più il primo intervento per urgenze ed emergenze e
declinare ad altre funzioni il presidio?
Si dice che il “pit verrà potenziato”,
ma dall’osservazione della odierna
realtà si fatica a comprendere in qual
senso. Se potenziare significa non so-
vraccaricare altri pronto soccorso ben
venga... Ma con strumenti e personale idoneo…
Sintomatico e’ ad esempio il caso
delle ‘semplici’ radiografie: il personale del primo intervento non può
fruire del comparto radiologia perché
“riservato” ai pazienti ambulatoriali
(dell’attiguo poliambulatorio), quindi
se vuoi una lastra devi andare altrove
nonostante il macchinario sia a pochi
passi.
Il problema macroscopico, fatto di
tanti piccoli problemi, è comunque
uno e riassumibile nell’ennesimo quesito: di fronte ad un caso grave che
bussa al pit, un medico di famiglia o
di continuità assistenziale (dunque
non ospedaliero) e’ in grado di disporre l’intervento? O al paziente gli si
risponde che non è un pronto soccorso a costo di metterne a repentaglio
la vita stessa? In realtà all’interno del
servizio di primo soccorso il pit possiede ancora una parte d’organico
medico ed infermieristico ospedaliero. Nell’ultimo periodo apprendiamo però
che sono stati trasferiti due medici a
Civitavecchia, non sappiamo per
quali ragioni tecniche, per sostituirli
. Ma non con altrettanti medici ospedalieri, bensì con personale di continuità assistenziale (guardia medica).
Questo si intende per potenziamento
del primo intervento? Era stato anche annunciato che Il primo soccorso
verrà attivato e dunque potenziato 7
giorni su 7. (In realtà apprendiamo che
il servizio è già attivo 7 giorni su 7).
In tutta questa mareggiata dove si
può dire tutto ed il contrario, c’è una
domanda alla quale neanche i partiti trovano risposta: ‘strategicamente, in un contesto sanitario di deficit
territoriale - con 100.000 abitanti
che bussano alle porte e che rischia
di tramutarsi pertanto in emergenza – qual è il profondo senso di
spendere 500 Mila euro solo per lo
start up di una casa della salute? E
senza nulla toglierle: Lo si farà senza lasciare indietro altri comparti?
Sarebbe poi curioso conoscere i
dati sull’eventuale incremento delle emergenze dei codici gialli e rossi
nel corso degli anni: rappresenterebbe un ottimo indicatore circa i
reali bisogni della città e dei suoi
cittadini, che spesso, magari, possono non coincidere coi bisogni della
politica (volendo restare moderati).
Il Dott. Quintavalle, presidente ASL
RMF, ha specificato nel corso del
convegno voluto dal PD Ladispoli e
Cerveteri, su alcune delle tante questioni: in relazione alla trasformazione
dell’Ospedale di Bracciano a seguito
dell’operazione congiunta tra unità sanitaria locale e Regione Lazio,
il pres. ha di fatto escluso a priori la
attuale possibilità che il presidio di
Ladispoli possa in futuro assumere
i connotati di un pronto soccorso in
piena regola. Il p.p.i. di Ladispoli, per
diventare tale, dovrebbe essere inserito in una differente struttura (ospedaliera), sottolinea la dirigenza ASL. Il
potenziamento per come lo si intende sotto il profilo dell’approccio alla
vasta utenza, non pare al momento,
dunque, rientrare nei piani. L’attenzione e le risorse sono concentrate
evidentemente altrove. Ma c’è anche
chi nei cassetti dovrebbe ancora detenere il progetto di Ospedale a Ladispoli (un po’ ingiallito già sul nascere).
64 I Baraondanews Moda
Moda e tecnologia. L’era delle app
Pianificazione intelligente del guardaroba e acquisti online. La moda invade anche la rete
di Davide G.
N
ell’ambito
dell’e-commerce
Zalando si è imposto come
uno dei marchi di riferimento per quanto concerne la vendita
di scarpe, abbigliamento, borse, accessori e altro ancora. All’interno del
catalogo sono presenti brand di livello internazionale, fra i quali troviamo
Calvin Klein, Adidas, Tommy Hilfiger,
Timberland, Zign, Tamaris ed altri marchi di successo. Una scalata fulminea
quella compiuta da Zalando, azienda
nata solamente sette anni fa a Berlino
e capace di diffondersi in breve tempo in tutta Europa; l’arrivo in Italia è
datato 2012 e grazie allo store dedicato è possibile fare shopping seduti
comodamente davanti al proprio pc.
Ma non è tutto: grazie all’app di Zalando è possibile fare shopping in
modo ancora più comodo e soprattutto dovunque, utilizzando il proprio
tablet o lo smartphone ma pure, ovviamente, l’iPad e l’iPhone della Apple. Utilizzando l’applicazione di Zalando - che ha debuttato ufficialmente
durante la scorsa estate - si potranno
svolgere tutte le operazione che si
effettuano di solito tramite il sito web
con dei semplici e veloci “tap” sul display del proprio dispositivo mobile.
In tal modo sarà possibile fare shopping in qualunque momento della
giornata e ovunque ci si trovi, sem-
plicemente attivando l’applicazione,
che permetterà di accedere a tutti i
prodotti presenti nel sito di Zalando.
Altra app molto diffusa è Stylebook
che consente di condividere con tutti i contatti ogni nuovo abbinamento.
Attraverso l’importazione delle foto
degli abiti, questa app è in grado di
abbinarle fra loro al meglio, sulla base
dell’evento al quale stiamo andando.
Purtroppo questa app è disponibile a
pagamento per iOs.
È doveroso parlare anche di Fashion Freax Street Style. Attraverso
questa app possiamo fotografare gli
indumenti indossati dai passanti, direttamente su strada, e conservare
quelle foto all’interno della app per
poter trarre spunto dagli outfit altrui.
Possiamo anche usare questa app
quando andiamo a fare compere da
sole: basterà fotografare come ci sta
l’abito e condividere con le amiche
per capire se fare l’acquisto o meno.
Ultima ma non meno importante è
Closet. Un vero e proprio database
che contiene tutti gli indumenti che
abbiamo nel guardaroba. In questo
modo potremmo pianificare gli outfit
per tutta la settimana, sfruttando al
meglio ogni indumento accoppiandolo in maniera efficace. In questo modo
evitiamo anche di scordare qualche
capo nell’armadio!
App immancabili nello smartphone
dei maniaci dello shopping, che si
rivelano utili anche per coloro che
maniaci non sono, ma a cui la comodità dell’acquisto mobile e della
gestione dello stesso non dispiace.
La tecnologia ci fa sfruttare al meglio le idee e le nostre potenzialità
e, dato che ognuno o quasi ha uno
smartphone in tasca, perché non
sfruttare appieno questa possibilità?
66 I Baraondanews Ambiente
Trasformare i rifiuti in risorsa:
dall’Enea alla Bracciano Ambiente,
le vie d’uscita dal sistema delle emergenze
Prospettive a portata nell’immediato futuro,
tra indicazioni dell’UE, legislazione italiana e tecnologie in fase di sperimentazione
di Maurizio Archilei
S
e si parla di rifiuti la prima
cosa a cui si associa questo
concetto è ormai la parola
“emergenza” o “problema” mentre, se
si pensa ad una soluzione, sembra che
non si possa uscire dalla logica della
discarica, in virtù del ragionamento
secondo il quale «da qualche parte
li dovremo pur mettere». Eppure
pochi sanno che l’Unione Europea
ha stabilito una “gerarchia dei rifiuti”,
«un “ordine di priorità” di ciò che
costituisce “la migliore opzione
ambientale nella normativa e nella
politica dei rifiuti”». In breve, tale
gerarchia prevede al primo posto
la prevenzione, che riguarda uno
studio dei prodotti per far si che il loro
ciclo di vita possa estendersi, anche
attraverso il riuso. Al secondo posto
c’è la preparazione per il riutilizzo da
ottenere senza trattamenti. E’ poi il
turno del riciclo, che invece prevede il
trattamento dei rifiuti per l’ottenimento
di prodotti diversi. Segue il recupero,
anche energetico. Ultima fase è
lo smaltimento, come quello in
discarica, per il quale la direttiva
europea specifica che si deve trattare
dell’ultima opzione, assolutamente da
non promuovere. Al fine di rendere
realizzabile questa gerarchia, l’UE
raccomanda di istituire regimi di
raccolta
differenziata,
elemento
imprescindibile per l’attivarsi dei
comportamenti virtuosi che abbiamo
elencato. Ma anche il ripensamento
dei materiali e dei prodotti a monte
diventa fondamentale. “Eco-design,
e responsabilità dei produttori” sono
due concetti che l’UE utilizza indicando
la strada nell’incoraggiamento, da
parte degli stati membri, di una
nuova progettazione dei prodotti,
nonchè nella responsabilizzazione
dei produttori, che possono essere
chiamati a farsi carico della gestione
dei propri prodotti dopo il loro ciclo
di vita. Se si volesse immaginare
un sistema di gestione del rifiuto
virtuoso, insomma, non si dovrebbero
compiere enormi sforzi, dato che
la strada è già indicata. Eppure in
Italia non solo non viene seguita, ma
non viene nemmeno pubblicizzata.
Per avere cognizione di cosa è
attalmente allo studio riguardo questa
materia, siamo andati presso il centro
ricerche dell’Enea Casaccia, dove
un team di ricercatori sta lavorando
in particolare sui diversi sistemi per
il trattamento dei rifiuti organici.
Oltre il 70% dei rifiuti urbani è di tipo
organico. Tali rifiuti costano in media,
nelle regioni centro meridionali, 321
euro a tonnellata, più di qualsiasi
altra tipologia di rifiuto urbano. La
soluzione industriale al momento più
in voga, si sa, è quella degli impianti
a biogas, che processano la frazione
organica in modalità anaerobica
(senza ossigeno) ricavandone metano
e producendo un materiale di scarto
chiamato “digestato”, da molti
considerato ricettacolo di numerosi
agenti patogeni.
Gli impianti di questo tipo sono
molto costosi e, come è dimostrato
dai numerosi incidenti, pericolosi.
Ma quello che in pochi sanno è che
il digestato necessita di un ulteriore
processo di compostaggio. Il biogas,
quindi, non esclude la presenza degli
impianti di compostaggio, che invece
possono essergli completamente
alternativi. In questi impianti, infatti,
>>> segue a pagina 68
68 I Baraondanews Ambiente
meno costosi dei precedenti, i
materiali organici vengono trattati
in modalità aerobica (in presenza di
ossigeno) e in circa 90 giorni ciò che
si produce è terriccio di qualità per
l’agricoltura, utile ai terreni perchè
ricco di carbonio e con proprietà
anti desertificanti. Nessun pericolo,
nessuno spreco, nessuno scarto
e risparmio economico. Questa
tecnologia è in via di sviluppo, e
all’Enea stanno raccogliendo dati
sul funzionamento di compostiere
“di quartiere” o “di condominio” per
circa 100 persone, la cui applicazione
sarebbe ancora più vantaggiosa
per le comunità, dal momento che
la frazione organica nemmeno
entrerebbe nel sistema di gestione
dei rifiuti, limitando nettamente i
costi per l’intera collettività. I rifiuti
conferiti, se si diffondesse questo
sistema di trattamento a Km0, si
ridurrebbero almeno del 50%. Un
modello del genere è già in funzione
presso San Giovanni in Tuscia,
paese di 1300 abitanti, ma anche a
Messina è in fase di sperimentazione
un
sistema
di
compostaggio
collettivo. Un sistema da incentivare,
secondo i ricercatori Enea. Cosa
che accadrà con l’approvazione del
Collegato Ambiente il cui testo, al
momento, non prevede l’obbligo
di autorizzazioni per l’installazione
di impianti di compostaggio con
capacità inferiore alle 80 tonnellate
Una delle compostiere di comunità in prova nel centro ENEA.
l’anno. Secondo la legislazione
attuale, inoltre, se chi produce rifiuto,
lo tratta e utilizza il compost prodotto
è lo stesso soggetto, già oggi non ci
sarebbe bisogno di autorizzazioni.
Le prospettive per chi produce
impianti simili sembrerebbero essere
rosee, tanto che anche l’AMA sta
sviluppando dei propri macchinari.
Con il supporto legislativo adeguato
e delle PA il mercato potrebbe
esplodere. Ci si domanda, allora, se
questa potrebbe essere una strada
anche per il rilancio della Bracciano
Ambiente (BA), azienda che di
occasioni ne ha già perse moltissime.
Reverse Vending (macchine che
danno buoni spesa in cambio di
materiali da riciclo), Tariffa Puntuale
(bollette direttamente proporzionali
alla volumetria di rifiuto prodotto) e
RAEE (recupero materiali, metalli e
riuso di pezzi di tecnologie digitali)
potrebbero, secondo i ricercatori,
essere tre attività accessibili a realtà
come quella della BA e utili per un
suo rilancio. Fornire Bracciano di
30-40 compostiere di comunità
(magari prodotte proprio dalla BA che
aggancerebbe per tempo un settore
destinato all’espansione) sarebbe un
buon punto di partenza che concilia
rispetto per l’ambiente, risparmio per
la comunità e rilancio economico.
70 I Baraondanews Condomini
INTERVISTA A RAFFAELE OREFICE
La raccolta porta a porta arriva nei condomini.
Cosa fare?
Incontriamo Raffaele Orefice amministratore di diversi condomini a Ladispoli.
Gli sottoponiamo alcune domande in merito all’ampliamento
della raccolta porta a porta che sta raggiungendo il centro cittadino.
Buongiorno Raffaele, come si stanno organizzando i
condomini da Lei amministrati in virtù dell’estensione
del porta a porta nel centro della citta’? Buongiorno a
voi. La raccolta porta a porta pian piano sta coinvolgendo
il centro cittadino. E’ un’operazione che richiede molta
attenzione da parte di tutti: amministratori condominiali,
operatori , comune e cittadini.
La nostra città è pronta per affrontare questa sfida?Il
nuovo sistema di raccolta dei rifiuti provocherà all’inizio
delle difficoltà per l’organizzazione delle famiglie,
dell’amministrazione comunale e dei condomini. Rimango
comunque fiducioso che con i dovuti tempi, come
avvenuto già in centinaia di comuni del nostro Paese,
l’abitudine farà diventare estremamente semplice ciò che
oggi sembra complicato.
Come sta affrontando, da amministratore, il passaggio
al porta a porta? Personalmente, quando la ditta Massimi
consegna i carrellati, la prima cosa che faccio è inviare una
lettera di domande e risposte ai condomini per prepararli
in anticipo. Ricevo molte telefonate di persone un po’
disorientate ma questo rientra nella norma.
Quali sono le difficoltà che le vengono segnalate? Il
problema maggiore che si presenta è che molti condomini
non conferiscono correttamente i rifiuti provocando
l’accumulo degli stessi per intere giornate.
In più mi trovo spesso a ribadire che i rifiuti devono essere
lasciati la sera prima del ritiro e non in qualsiasi momento
della giornata.
Ma la differenziazione avviene in modo corretto? Dipende.
Per plastica, carta e vetro non ci sono grossi problemi. Le
difficoltà aumentano, per esempio, per il conferimento
di rifiuti come pannolini o pannoloni che devono essere
introdotti in un bidone rosso di piccole dimensioni che
deve essere richiesto a Massimi dagli interessati.
E se rubassero i carrellati ? Intanto ricordiamo che I
Baraondanews Condomini I 71
contenitori sono affidati in comodato e il cittadino ha
l’obbligo di sporgere regolare denuncia alle autorità
competenti (Polizia, Carabinieri) e comunicarla all’azienda
di servizio, la quale provvederà alla consegna di un nuovo
contenitore.
E’ vero che i carrellati devono essere esposti sul suolo
pubblico prima di essere svuotati? Attualmente il
trasporto dei carrellati rappresenta uno dei problemi più
complicati da risolvere: mi sto organizzando per affidare
tale compito alle imprese che compiono le pulizie delle
parti comuni nei Condominii ove tale servizio viene svolto,
altrimenti il trasporto dovrà essere regolato direttamente
dai condomini.
Che cosa fanno precisamente queste ditte? In base
all’esperienza maturata a Ladispoli, dove a Luglio u.s.
era già iniziata la raccolta, ritengo che sarà necessario
prevedere - a meno che i condòmini non siano in grado
di auto gestirsi - ad un’ulteriore spesa di almeno € 50,00
mensili per ogni scala da saldare alla ditta incaricata del
suddetto trasporto e della pulizia periodica dei carrellati.
Tale lavoro non è certamente faticoso ma è sicuramente
vincolante perché richiede un impegno quotidiano di sei
giorni a settimana.
Per finire. Si parla spesso di sanzioni, pensa che multare
i condomini negligenti sia la strada giusta?
IL metodo punitivo a volte può servire, ma non dev’essere
la soluzione. Meglio sensibilizzare e informare i cittadini
ed entrare nell’ottica che differenziare è un dovere verso
l’ambiente e la nostra città. E’ solo questione di tempo e
fiducia. Grazie Raffaele per il tempo che ci ha dedicato.
Grazie a voi.
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74 I Baraondanews Spettacolo
“Continuate a credere
in ciò che sognate”
Intervista a Martina Giammarini, la ballerina di Ladispoli finalista a Italia’s Got Talent
“Devo la mia forza alla mia
famiglia, al mio fidanzato, ai
miei amici e ovviamente alla
danza. I nostri limiti fisici non
devono fermare le nostre
passioni”
Ciao
Martina
e
innanzitutto
complimenti. Le tue esibizioni hanno
stupito non solo i quattro giudici,
non solo Ladispoli, ma praticamente
tutta
l’Italia.
Te
l’aspettavi?
No, affatto. Non credevo che i giudici
potessero emozionarsi fino a quel
punto, è stata una gioia immensa.
Com’è stato andare in televisione
e danzare davanti a tutte quelle
persone? Che sensazioni hai
provato?
E’ stata una sensazione unica. Ero
molto tesa, ma nel momento in cui
sono salita sul palco è sparito tutto.
La tensione ha lasciato spazio alla
mia voglia di ballare e di raccontare
la mia storia.
Com’è nata l’idea di partecipare
a
Italia’s
Got
Talent?
E’ successo tutto per caso. Incontrai
una persona che lavorava al
programma e che mi spinse a mandare
un video. Io lo inviai, ma inizialmente
solo per vedere ciò che sarebbe
successo. Da lì, poi, è cominciata
questa fantastica avventura.
Quali sono i tuoi progetti futuri? Cosa
pensi di fare nel caso quest’avventura
proseguisse nel migliore dei modi?
I miei progetti per ora non sono
cambiati. Voglio continuare a fare
quello che faccio, cioè il mio lavoro e
la mia passione, e continuare a farlo
bene. Poi si vedrà. Amo vivere giorno
per giorno.
Prima dell’esibizione hai giustamente
sottolineato di non aver mai
considerato il tuo problema come un
“problema”. E tutti hanno visto che era
la verità. Da dove arriva tutta questa
forza interiore, oltre che dalla danza?
La mia forza, oltre che alla danza,
la devo alla mia famiglia, al mio
fidanzato, ai miei amici e a tuttò
ciò che mi sta intorno. A chi mi
ha trasmesso questa magnifica
passione, a chi mi ha sempre
sostenuto. E alla bellezza della vita,
un dono troppo bello per sprecarlo a
piangere e autocommiserarsi.
Sei
anche
un’insegnante.
Cosa
significa
trasmettere
ai più piccoli il tuo talento?
Trasmettere la tua passione ai
bambini piccoli è la cosa più bella del
mondo. Vedere la loro gioia e il loro
impegno è magnifico. E se lo faccio è
solo grazie alla mia prima insegnante,
nonchè direttrice della palestra Nexus
di Ladispoli, Roberta, che mi è stata
sempre accanto e non ha mai smesso
di credere in me.
Qual è il tuo consiglio per chi come
te deve affrontare certe sfide?
Io non posso dare consigli, posso
solo dire che un limite fisico non
deve limitare la propria passione, e
soprattutto la propria vita. Bisogna
credere in tuttò ciò che si fa. Non a
caso il mio motto è sempre stato:
credi nella forza dei tuoi sogni e loro
diventeranno realtà.
MARTINA IN FINALE: Un grande
successo di pubblico e tanto
entusiasmo per Ladispoli; Martina
si era esibita nella prima delle due
manche in cui era stata divisa la
semifinale, rimettendosi in gioco
con quella grinta e quella sicurezza
che tutti già conoscevano e che
stavolta le sono valse l’accesso alle
finali del 14 maggio. In particolare è
stata Luciana Littizzetto a premere il
Golden Buzzer, il tasto che consente
ai giudici di promuovere direttamente
i concorrenti alla fase successiva.
Insieme a Martina accedono alla finale
anche Gaggi, i Vanity Crew, Cisky,
Tony Bonji e Caterina. Questo gruppo
si contenderà la vittoria con i finalisti
uscenti dalla seconda manche.
Valerio Dieni
Baraondanews Bene Comune I 79
LADISPOLI, AL VIA LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
ANCHE NEL CENTRO CITTADINO.
Istruzioni per l’uso ed incontri informativi in programma
La notizia dell’avvio della differenziata al centro di
Ladispoli nel mese di Maggio aveva scatenato l’ira dei
commercianti dellAssobar che non hanno usato mezze
parole per criticare la scelta del Comune di Ladispoli. Con
una lettera inviata all’amministrazione, gli esercenti hanno
evidenziato il disagio ed i dubbi di una categoria che
teme l’implosione a causa sia della difficoltà oggettiva alla
raccolta differenziata nel cuore di Ladispoli in piena estate,
sia per la dilagante inciviltà di chi trasforma le strade in
discariche.
“Riteniamo che sia un suicidio far partire la differenziata
a Maggio”, aveva detto Marco Nica, presidente Assobar
(LA POLEMICA A PAGINA 8-9). La replica del Comune
di Ladispoli arrivava immediata: “non partire con la RD su
tutto il territorio comunale equivarrebbe ad uno sforamento
delle previsioni di spesa e ad un aumento del costo totale
della Tari. La mancata entrata a regime della rd nel centro
cittadino si ripercuoterebbe quindi su tutta la collettività,
compreso chi già differenzia. La modalità di raccolta
proposta è la più equa ed economica, ed i costi sono
gli stessi che sosterrebbe il Comune stesso. Il sistema è
inoltre studiato per far pagare il rifiuto realmente prodotto
e permettere agli esercenti di scegliere se smaltire i rifiuti
anche con altre ditte autorizzate”. «Quello dell’80% non è uno sconto» aveva poi
precisato l’amministrazione, spiegando che si tratta di
un abbattimento della tariffa dovuto al fatto che l’utenza
sosterrà direttamente alcuni costi in base al tipo di
servizio che sceglierà di utilizzare e alla quantità di rifiuto
prodotto. «La pesatura dei rifiuti sarà informatizzata
ad ogni conferimento: é possibile controllare il peso
del rifiuto conferito diviso per le varie tipologie».
Anche sul punto dei sacchi da 25Kg l’amministrazione
ribatte: «è quanto prevede la normativa sulla
sicurezza dei lavoratori (cosa che dovrebbe essere
nota
soprattutto
agli
operatori
commerciali)».
«Resta difficile immaginare un rifiuto differenziato
prodotto all’interno della giornata che possa provocare
un “aria malsana” - replicano ancora dal municipio,
ribadendo che - uno dei motivi per il quale si è stabilito
di mettere in campo diverse tipologie di servizio è
proprio per soddisfare le esigenze delle varie categorie
commerciali». In sostanza si fa presente che ciascuno
potrà scegliere le soluzioni più opportune per il ritiro
dei propri rifiuti (in base al nuovo piano di gestione).
Difesa anche la scelta delle modalità con cui viene effettuato
lo spazzamento delle strade, motivato da ragioni di risparmio
e quiete pubblica, che non sarebbe possibile tutelare se
lo spazzamento avvenisse di notte e/o manualmente.
«Le attività a Ladispoli sono oltre 1500 - sottolinea il
Comune - e la grande maggioranza è ben lieta, finalmente,
di pagare per quello che realmente produce e non per ciò
che producono gli altri».
Ma le rassicurazioni evidentemente non bastano ad una
parte della categoria: resta alta la preoccupazione di
Assobar che in una nota minaccia azioni legali contro il
Comune oltre ad una raccolta firme.
ISTRUZIONI PER I CITTADINI In previsione dell’avvio
della raccolta porta a porta nel centro cittadino previsto
80 I Baraondanews Ambiente
quindi per la seconda metà di maggio, senza revoche
o slittamenti, gli abitanti potranno ritirate i kit per la
differenziata presso il Centro di Raccolta Comunale di
via degli Aironi. La distribuzione del materiale avviene il
mercoledì dalle ore 9 alle 18 mentre da lunedì 4 maggio
fino a venerdì 15 maggio, con lo stesso orario, il kit potrà
essere ritirato dal lunedì al venerdì. Per ritirare il kit occorre
presentarsi con la tessera sanitaria dell’intestatario
dell’utenza della tassa dei rifiuti. Per la presentazione delle
corrette modalità per effettuare la raccolta differenziata
porta a porta sono stati fissati 7 incontri rivolti ai cittadini
che si terranno, tutti con inizio alle ore 17,30: i prossimi
martedì 5 maggio presso lo stabilimento balneare Sun Bay lungomare Regina Elena 5, mercoledì 6 maggio presso
l’aula consiliare, giovedì 7 maggio presso la chiesa del
Sacro Cuore in via dei Fiordalisi, venerdì 8 maggio presso
l’aula consiliare e lunedì 11 maggio presso il ristorante
La Reggia in via dell’Acquedotto Statua. Durante gli
incontri pubblici non saranno consegnati i kit. Inoltre a
disposizione degli utenti ci saranno dei punti informativi.
Più in particolare mercoledì 13 maggio nei pressi di
piazza Rossellini, giovedì 14 maggio presso la Stazione
ferroviaria, venerdì 15 maggio nei pressi del mercato
giornaliero in via Odescalchi, martedì 19 maggio nei pressi
del supermercato Sma in via Napoli, giovedì 21 maggio nei
presso di piazza Rossellini e venerdì 22 maggio nei pressi
del supermercato Carrefour in via Ancona. L’orario dei
punti informativi è dalle 10 alle 13. 82 I Baraondanews La proposta
Come si possono pagare le tasse senza soldi
Nello “Sblocca Italia” una norma che viene incontro ad amministratori e cittadini
L
a legge si adatta sempre di più ai tempi che corrono. Così, all’interno del decreto “Sbolcca Italia” è
stata introdotta una novità, da Novembre già legge,
che dà la possibilità ai cittadini in difficoltà economiche di
poter pagare una parte delle imposte scambiandole con
ore lavorative: riduzione delle tasse in cambio di servizi al
Comune. Si tratta di un vero e proprio BARATTO AMMINISTRATIVO, difatti è questo il nome che gli si è dato.
Il primo Comune a discuterne è stato quello di Vasto, in
Abruzzo, dove 5 consiglieri lo hanno proposto ed ora deve
essere accettato dal consiglio. L’idea piace e si sta diffondendo da Nord (a Monza 500 persone sono state coinvolte) all’Italia insulare. In Sardegna sono ben 4 i comuni interessati: Guspini, Sardarea, Isili e Quart Sant’Elena. I servizi
da “barattare” sono la pulizia delle aree comuni, la sorveglianza, l’assistenza alle scolaresche.Perché non proporlo
anche nei nostri comuni? Siamo sicuri che ci sono persone
senza lavoro o in pensione che farebbero volentieri qualcosa per se stesse e per la collettività. Se poi gli fosse concesso un piccolo vantaggio a livello di sgravi, ad esempio
sull’imposta per i rifiuti, il loro prezioso contributo potrebbe essere utile ad un comprensorio che intende rilanciare
l’accoglienza turistica. D’altra parte, ben sappiamo come
i Comuni della neo nata Etruria Meridionale siano carenti
negli organici per espletare adeguatamente servizi fondamentali come la sorveglianza o la pulizia delle aree verdi e
degli arenili.
David Paris
84 I Baraondanews Curiosità
Non è birra ma urina
Ad Agra si pratica quotidianamente
l’urinoterapia, la scienza che sostiene
che bere la pipì fa bene
INVIARE MESSAGGI MENTRE
SI GUIDA E’ PERICOLOSO…
AGRA (India) – Non si tratta di un’altra puntata della
trasmissione di malattie strane, si tratta di scienza
bella e buona quella che sostiene che bere la pipì fa
bene. È chiamata urinoterapia ed è un tipo di medicina alternativa a qulle tradizionali. Nonostante il
senso comune ti implori di non proseguire la lettura, è stato dimostrato che il consumo di urina cura
moltissimi disturbi: fatica cronica, intestino irritabile, forfora, depressione, inestetismi della pelle. A
testimonianza di ciò, c’è il caso del 42enne di nome
Jairam che bevendo un bicchiere al giorno dell’urina della sua mucca è riuscito a curarsi il diabete che
progressivamente è diminuito. Poi anche gli stessi
monaci locali indù hanno cominciato a spingere a
bere l’urina di mucca: secondo loro tra le patologie
che l’urina di mucca sarebbe in grado di guarire c’è
il cancro, tumori, tubercolosi ed anche calvizie. L’unica accortezza che raccomandano è di bere esclusivamente urina di una mucca vergine, raccolta alle
prime ore della giornata.
Un cartellone geniale!
Se vuoi altri consigli mandaci
subito un sms
Uno dei messaggi più importanti per gli
automobilisti è
che inviare SMS
mentre si guida
è
pericoloso.
Come
potete
osservare dalla
foto questo messaggio è stato scritto su un cartello gigante di un’autostrada. Il problema è che sotto l’importante scritta “Inviare SMS mentre sei alla
guida UCCIDE” c’è un’altra scritta che dice “Se vuoi
avere altri consigli per la tua sicurezza invia un SMS
al numero…”.
Un cartellone geniale.
Baraondanews Sport I 87
Etruria in Vela 2015
Ripartono le regate...anche a Ladispoli
Alla fine di giugno isseranno nuovamente le vele dell’Etruria. Anche questo anno la manifestazione sarà patrocinata dalla Regione
Lazio, dalla Federazione italiana
vela, dalla Capitaneria di Porto,
dall’Associazione italiana cultura
e sport ente di promozione riconosciuto dal Coni e dai Comuni di
Ladispoli e Cerveteri.
La manifestazione, arrivata alla
sua terza edizione, conferma tutti
gli aspetti sociali ed agonistici destinati alla promozione della vela
nell’Etruria.
Grande novità di quest’anno
sarà la regata nazionale destinata ai catamarani Classe A che si
svolgerà a fine luglio a Marina di
San Nicola. Anche quest’anno,
dopo le due tappe zonali svolte la
passata edizione, Etruria in Vela
appunta nella storia velica di questo territorio un evento nazionale
mai svoltosi prima nei nostri mari.
Sarà l’occasione non solo per
veder competere regatanti provenienti da tutta Italia, ma anche per
far conoscere il nostro splendido
territorio e le sue grandi risorse.
Molte altre ancora le novità, nei
prossimi giorni nuovi aggiornamenti.
Vi ricordiamo il sito internet www.
etruriainvela.it e la pagina facebook dedicata.
Date delle regate:
- 21 giugno, “Memorial Marco
Marinetti”, Ladispoli - Lungoma-
re Regina Elena, Associazione
Velica Ladispoli in collaborazione
con Asd Amici del mare e Stabilimento Molto
- 12 luglio, “Vele a Cerveteri”,
Campo di mare - Cerveteri, Associazione Nautica Campo di Mare
- 24/25/26 luglio, regata “Nazionale ClasseA”, Marina di San Nicola - Ladispoli, Circolo Nautico
Punta Rossa in collaborazione
con Associazione Velica Marina
San Nicola
- 9 agosto, “Memorial Branchini-Anella”, Marina di San Nicola
- Ladispoli, A.s.d Club il Castello,
- 30 agosto, “Memorial Ugo Placidi”, Marina di San Nicola - Ladispoli, Associazione Velica San
Nicola.
Baraondanews
Baraondanews
L’ospite
Sport I 89
MARCO GREGORI,
AI VERTICI DEL
WINDSURF MONDIALE
Ho gareggiato bene, ma il livello era troppo differente:
loro vivono e si allenano alle Hawaii...io a Ladispoli…
La passione per il mare, il vento, ma soprattutto onde e
una tavola a vela hanno portato un nostro concittadino fino
a Capo Verde, per l’importante evento
“Goya Pro Cabo Verde”.
Marco Gregori, 40 anni tra pochi mesi ha fatto delle sue
passioni il proprio lavoro.
Oggi è un istruttore della Federazione italiana vela e
dell’International surfing association ed attualmente
insegna a Marina di San Nicola per trasmettere la propria
passione agli altri, specialmente ai bambini.
Fondatore dell’Associazione Velica Ladispoli ed del Trofeo
Etruria in Vela che negli ultimi anni ha visto regate in tutto
il nostro comprensorio.
<< Buongiorno Marco, abbiamo seguito a distanza i
risultati delle tue prestazioni sportive. Ora che però sei qui,
puoi raccontaci dal vivo com’è andata>>
<<A Marzo ho partecipato ad una competizione di livello
internazionale, il Goya Pro Caboverde. La tappa fa
parte dell’American windsurf tour un circuito di gare a
livello mondiale dove partecipano i più forti windsurfisti
del mondo. La mia storica presenza nelle isole di Capo
Verde e la grande amicizia con tutti i locals ha fatto si
che l’organizzazione mi invitasse a partecipare. Non avevo
mai fatto una competizione di windsurf e partecipare ad un
evento così importante con tantissimi professionisti è stato
per me un grande risultato personale ed una esperienza
indimenticabile. << Accennavi al fatto che qualcosa nello
svolgimento della competizione è stato modificato…>>
Sì, purtroppo le condizioni meteo-marine non hanno
consentito, come sarebbe dovuto essere, lo svolgimento
del contest a Ponta Preta spot con onde grandi e potenti
da me conosciute molto bene. Infatti la gara si è svolta
in uno spot al Nord dell’isola con vento fotonico e onda
piccola, condizioni abbastanza insolite per Capo Verde.
Nelle due batterie che ho disputato mi sono posizionato
sempre terzo, avendo modo di competere con campioni
come Kevin Pritchard, Boujmaa Guilloul, Camille Juban
che poi ha vinto il contest in una tiratissima finale con il
brasiliano Kauli Seadi. Ho gareggiato bene, ma il livello era
troppo differente: loro vivono e si allenano alle Hawaii...
io a Ladispoli… Comunque sono onorato di aver avuto
modo di competere con grandi professionisti che mi
hanno accolto tra loro con grande amicizia durante questa
esperienza che non dimenticherò. Colgo l’occasione per
ringraziare i miei sponsor: Fanatic, Northsails, Ion, Insane
e FlyTap>>.
dp
Baraondanews Kasi I 91
Gli effetti della differenziata su Ladispoli
Guai a tornare a casa con 5 chili di cozze che l’amico disoccupato ti ha regalato...
Il primo impatto é l’incredulità.
Non vedere più i cassonetti colmi
di sacchetti colorati farà vacillare
l’orgoglio cittadino. Saremo assaliti
dalla malinconia perchè nulla sarà
come prima. Perdere l’abitudine di
lanciare il sacchetto da 3 metri per
dire “E vai! Anche stasera 3 punti sul
tabellone” ci lascerà l’amaro in bocca.
Avremo un senso vuoto quando
penseremo a quanto era bello portare
il pezzettino di grasso per fare “micio
micio” al gattino appollaiato sopra la
spazzatura.
Il vero psicodramma però è in famiglia.
Quando dopo cena tua moglie ti
chiede: “Amore! Secondo te come
si deve differenziare il vasetto dello
yogurt che ha lasciato Alessandro?”
E tu da pirla “Beh, è semplice: il
cartoncino lo strappi e lo metti nella
carta, il vasetto lo risciacqui e lo metti
nella plastica, la stagnola invece la
pulisci e la metti nei metalli”. E lei...:
“Amore, quanto sei istruito... Allora
fallo tu mentre io accartoccio le
bottiglie dell’acqua?!”
Perfino le abitudini alimentari non
saranno più le stesse. Guai a tornare
a casa con 5 chili di cozze che l’amico
disoccupato ti ha regalato. “’Ma sei
pazzo!? Ora ci rimani tu per tre giorni
con la puzza di pesce marcio!”
E mentre intorno al balcone
volteggiano
i
gabbiani
attratti
dall’odore dell’ultimo piatto di
cozze della tua vita, anche i rapporti
di
buon
vicinato
vacilleranno
inesorabilmente...
Quando nei condomini si dovrà
decidere chi porta fuori il secchione
comune dell’indifferenziato. La prima
volta lo farà Luigi, lui è sempre così
carino e cerca in tutti i modi di piacere
agli altri. Dopo qualche mese, a forza
di alzarsi presto , Luigi si ammalerà
e allora sarà indetta una riunione
straordinaria e selezionati gli uomini
di sana e robusta costituzione per
rimpiazzare a turno Luigi, che a
questo punto capirà che è meglio
darsi malato. Infine, dopo qualche
settimana di defezioni si cambierà
lo statuto del condominio e sarà
aggiunto un comma all’articolo 8 nel
quale saranno inasprite le pene per i
disertori.
L’arrivo del composter. Ce ne sono
di 2 tipi: domestico e “campestre”.
- Il primo è uno strano oggetto di
forma cubica: ci metti dentro un piatto
di riso e ne esce fuori un sacchetto da
5 Kg confezionato con tanto di codice
a barre.
- L’altro è quello della “defunta”
Provincia di Roma, dato in comodato
d’uso gratuito a “Case Sparse” di
Ladispoli. Le istruzioni sono chiare:
inserire gli scarti nella botola in alto
e smucinare il più possibile con una
freccia di plastica. Ricordare ogni
2 settimane di cospargere l’umido
con una polverina magica. Risultato
promesso: 1/2 kg di terriccio per un
vasettino di gerani. Risultati reali dopo
6 mesi: una colonia di ratti giganti che
se non gli porti la cotoletta ti vengono
a bussare alla porta di casa.
Microdiscariche
in
mezzatria.
Cambia l’economia rurale e non
saranno più i contadini a portare la
frutta ai fruttaroli, ma i fruttaroli che
preferiranno portare cassette e frutti
marci al contadino: dalla valle degli
orti alla valle delle buste.
E poi le feste. I compleanni dei
bambini nelle ludoteche con tutti quei
rifiuti...: bottiglie, carta e cartoni da far
ritirare a peso d’oro. Nuovi Tariffari:
Affitto della Sala € 70, animatore € 50,
buffet € 80 €, ritiro dell’indifferenziato
€ 100 (2 PIOTTE delle vecchie lire) per
un bidone, 150 € per 2 bidoni.
E i giochi dei bambini, ne vogliamo
parlare...? Ecco la scena: siamo alla
fine della festa. Si scartano i regali.
Tutti in cerchio pronti a fare fotografie
al bambino che sta per scartare i
regali .... “A tre tutti insieme: uno...
due.... tre....:
INCARCA LA CARTA…, INCARCA LA
CARTA…., INCARCA LA CARTA…
A parte gli scherzi, BUONA
DIFFERENZIATA A TUTTI!
dp
92 I Baraondanews Annunci
EDITORE
Studio4 Soc. Coop.
Direttore Responsabile
Maurizio Archilei
Vice Direttore
Orazio Paliotta
REGITRAZIONE PRESSO
IL TRIBUNALE DI
CIVITAVECCHIA
N.4 DEL 13/06/11
Sede in via S.F. D’ Assisi, 2
00062 Bracciano (Rm)
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L’Oroscopo
Maggio 2015
Ariete. L’essere influenzati
dalla luna nuova non favorisce certo un sottotono, prima
sembrate rassicuranti ma poi,
come in un crescendo, trascinate tutti in un torrente
di entusiasmo e di ottimismo
ed il prossimo non tarda ad
appiopparvi apprezzamenti e
lusinghe.
Toro. Circondati dai vostri affetti e dalle vostre amicizie vi
trastullate tranquilli nella sfera
affettiva e non vi rendete conto
che la tranquillità non sempre
va a braccetto con la redditività e, quindi, per quest’ultima
dovete attendere tempi migliori.
Gemelli. Il single potrebbe trovare un’attrazione improvvisa
per una vecchia conoscenza,
l’interruttore sarà un’inattesa
gentilezza o un saggio consiglio. Per chi vive già un rapporto di coppia: vivacità sentimentale e un ritrovato feeling.
Comunicazioni soft.
Cancro. Un rapporto difficile, pieno di contenziosi, ora è
giunto il momento di cambiare atteggiamento o definire se
è un rapporto che vi appartiene oppure no. Coraggio e intuito vi guideranno verso scelte
sagge oppure saprete trovare
quesiti da porgere ai quali
spetta una risposta certa.
Leone.
Riappacificazioni
all’orizzonte: sarete come
i guerrieri che amano confrontarsi alla pari ma, capaci
di trasformare un semplice
scambio di opinioni in una
diatriba dalla fine incerta. Un
controllo ai freni inibitori potrà solo migliorare il vostro
rapporto affettivo.
Vergine. Potete nutrire qualsiasi ambizione, lo schieramento astrale vi consente di
effettuare scelte per il futuro
che potrebbero concretizzare
vecchi progetti; il periodo potrebbe essere favorevole.
Bilancia. L’umore dondolante vi manda in altalena
oppure è l’altalena la causa
dell’umore: diciamo che la
sfera sentimentale appare
un po’ opacizzata e necessita
di un’immediata lucidatura,
lo fate a giorni alterni e la
situazione sta assumendo le
sembianze di un’abitudine:
game over, si inizia una nuova partita.
Scorpione. Un episodio del
passato che forse avevate
rimosso ma che in un modo
o nell’altro vi ha intimamente segnato, potrebbe
avere un ritorno di fiamma.
Non permettete al nervosismo di farla da padrone ma
reagite con calma e pazienza. Momenti intensi nella
coppia.
Sagittario. Un leggero malessere sul posto di lavoro e
qualche sbalzo d’umore denotano un periodo non proprio
roseo ma, non rassegnatevi, è
solo un sovraccarico di impegni che passerà non appena
imparerete a comunicare di
più con le persone che fanno
fatica a seguirvi.
Capricorno. Cercate di non
travolgere chi vi circonda,
forse sarà opportuno moderare l’impulsività nelle
relazioni familiari e personali evitando che la vostra
autorevolezza si trasformi
in autoritarismo. Il tepore di
maggio contribuirà a dare un
ritmo più tranquillo alla vostra vita.
Acquario. Non vi mancano
certamente progetti nella
vita privata e nel lavoro con
risultati positivi: tendenza a
compiersi una lenta ma proficua realizzazione delle aspirazioni che vi stanno più a
cuore. Rapporti che nascono
o si ricompongono nel segno
di una rinnovata sensualità.
Pesci. La vostra naturale
ricerca della perfezione è
temporaneamente
accantonata grazie all’energia fisica e mentale che vi rende
ambiziosi e decisi. In amore
riaffiorano attimi di intensa
emozione e desiderio misti a
simpatia vincente. Riprendete un’attività fisica che avevate abbandonato.