Zuzana Licko

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Zuzana Licko
emmeellep
Emigre
breve storia di
zuzana licko e rudy vanderlans
Emigre, Zuzana Licko e Rudy Vanderlans
L’Emigre nasce come fonderia di caratteri tipografici digitali, ma oggi si occupa anche
di editoria, di progettazione grafica e di progettazione multimediale. Inoltre l'Emigre ha una
sezione interna rivolta alla musica voluta da Rudy Vanderlans e Zuzana Licko.
Rudy Vanderlans e Zuzana Licko sono i fondatori dell’Emigre. Rudy completati gli studi
presso l’accademia delle arti in Olanda, per motivi di lavoro, nel 1981, si trasferisce in California
dove conosce Zuzana Licko, sua attuale moglie. Zuzana, invece, nasce a Bratislava. All’età di
sette anni si trasferisce in America, frequenta l’università della California, a Berkeley, completando
gli studi nel 1981. Inizialmente studia architettura, ma poi, attratta dalla grafica, i suoi interessi
si spostano sulla comunicazione visiva e sulla progettazione grafica, con un interesse particolare
rivolto alla calligrafia, disciplina che inizialmente disprezza in quanto mancina.
Nel 1984, insieme a Rudy Vanderlans, fonda l’Emigre. La data di nascita non è casuale, coincide
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con l’avvento dei primi personal computer Macintosh .
Esiste, anche, un terzo membro, poco conosciuto, Tim Storback, che cura la parte
amministrativa e commerciale dell’azienda. Tim ha curato la “messa in rete” dei prodotti che
l’Emigre mette a disposizione ai diversi clienti, tra cui tutte le famiglie di caratteri tipografici.
La presenza, in Internet, 24 ore su 24, sette giorni su sette consente una fruibilità indescrivibile
dei loro prodotti in tutto il mondo. Questa politica è stata adottata anche da altre fonderie di
caratteri (Fontshop, ad esempio, con a capo Erick Spickermann e Neville Brody).
Rudy, stanco del lavoro di illustratore, fa uscire un nuovo magazine, inizialmente inteso
come giornale culturale rivolta agli artisti, ai fotografi, ai poeti e agli architetti, con il nome
Emigre. Il primo numero esce nel 1984, aveva un formato di 11,5" per 17" e nonostante il basso
numero di copie aveva ottenuto un discreto successo. Successo dovuto anche al fatto che Zuzana
Licko disegnò personalmente i caratteri tipografici usati nella rivista. Dal secondo numero la
richiesta di quelle font particolari, come Emigre, Imperator, Oakland, proveniva da molti grafici,
editori ed estimatori di caratteri. Ed è proprio dalla forte richiesta che inizia la commercializzazione
delle font.
Rudy e Zuzana lavorano insieme in questo progetto, si occupano della parte editoriale,
impaginano il magazine e fanno le interviste. Il costo non troppo alto, e, dalla 42° edizione,
l’uso della quadricromia, circa 45000 copie prodotte, lo fanno diventare un punto di riferimento
per i grafici e i progettisti. Ogni numero tratta un tema diverso, il numero 34, ad esempio, era
rivolto ai progettisti della Gran Bretagna e a David Carson.
Zuzana: “l’obiettivo del magazine è quello di capire, quindi domandarsi, cosa motiva i
progettisti a progettare, e capire quale ruolo ha la grafica nella cultura che viviamo nei nostri
giorni. La nostra filosofia si basa su un livello di comunicazione efficace in tutti i campi della
grafica. Il nostro lavoro si basa sulla tradizione del disegno tipografico ed è una risposta diretta
e moderna alla sensibilità dell’arte tipografica”,“Il Macintosh stava creando una rivoluzione
all’interno della grafica, girava tutto all’inverso, e quello era un momento buono per concentrarsi
1 L’Emigre è stata una delle prime fonderie indipendenti a puntare sulle nuove tecnologie, come quelle del personal computer.
su questo fenomeno. Invece di focalizzare sul lavoro dei progettisti e sulle loro intenzioni,
abbiamo deciso di intraprendere una strada diversa, guardare come la grafica ha effetto sulla
cultura”.
Intanto Zuzana disegnava altri caratteri, Rudy progetta altre riviste “esterne” come
Glashaus (un giornale di San Francisco), pur portando avanti, come ideatore, editore e progettista
il magazine Emigre.
Tipografia e Zuzana Licko
Al contrario di altre fonderie di caratteri tipografici, come l’Agfa e la Monotype (divenuta
poi T-26), l’Emigre “nasce dal nulla” senza fondamenti di tipografia “antica”, con idee nuove
adatte alla cultura dei nostri giorni. La forte richiesta di font dopo l’uscita del primo numero
del magazine ha dato il via alla commercializzazione dei caratteri in tutto il mondo. Questa
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esplosione ha dato una grande spinta allo sviluppo delle font . D’altro canto, però, questa
diffusione è discutibile, basti pensare a tutti gli opportunismi del caso, e alla pirateria informatica,
sfrenata, che si fa oggi delle font. È necessario, quindi, capire qual è il ruolo della tipografia,
intesa come disegno del carattere, negli ultimi tempi.
La tipografia ha subito una svolta radicale negli anni ’80. Da quell’area misteriosa, che
anche i grafici conoscevano superficialmente, la tipografia è divenuta una pratica diffusa in
milioni di case ed uffici. In tutto questo è determinante l’uso del personal computer. Nel 1984
la Apple lanciò il Macintosh, segnando l’avvento dei sistemi operativi User-Friendly, cioè con
interfacce di facile utilizzo. La Apple ha così formulato il principio del WYSIWYG (acronimo di what
you see is what you get, ciò che vedi è ciò che ottieni) consentendo non solo la gestione del
testo, ma anche l’intero ambiente del grafico.
I font, così, erano divenuti di largo utilizzo, insieme al “Mac” venivano offerte una serie
di font (caratteri digitali) integrate al sistema operativo. Caratteri concepiti per il video e non
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per la stampa .
Zuzana: “Prima che nascesse il Mac il lavoro dipendeva da una serie di progettisti. Anche
se i progettisti potevano progettare i caratteri era difficile per loro poi disporli come volevano.
Il computer permette la massima libertà progettuale. Scrivere è divenuto più semplice, le
stampanti laser sono velocissime e, grazie ad Internet, puoi diffondere le tue opinioni ovunque.”,“Il
computer e la matita sono solo degli strumenti, ognuno con le proprie pecularietà, al servizio
delle idee”.
L’Emigre ha oggi in catalogo oltre 50 famiglie di caratteri, di cui il 70% disegnato da
Zuzana Licko. Matthew Carter, medaglia d’oro AIGA nel 1995, considera il lavoro di Zuzana
estremamente originale: “C’è uno studio attento del disegno del carattere, ed è formidabile
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come riesca ad unire arte tipografica (tradizione) e media digitali. ”
1 Almeno questa esplosione ha portato l’attenzione ad un pubblico vasto dell’idea che esiste la figura del type designer, mestiere completamente
oscuro, esercitato da pochi, principalmente maschio.
2 Ad esempio, il Courier, chiaro riferimento alla macchina da scrivere, il Geneva, utilizzato dal sistema operativo per la visualizzazione dei
caratteri
3 A proposito del lavoro del type designer Carter dice: “È divertente, quando guardo indietro sul mio lavoro durante gli ultimi 12 anni, mi rendo
conto che inizialmente ho avuto la difficoltà di convincere la gente a prendere seriamente il mio lavoro, mentre ora ho la difficoltà a convincere
la gente di smettere di copiare il mio lavoro”
Tutto il lavoro di Zuzana Licko si può concentrare in questa affermazione:
Taking letterforms out of their usual context alphabetic word composition would illustrate
that letterform designs have value as indipendent forms, separate and distinct from their ability
to represent alphabetc characters.
Ovvero, il disegno delle lettere in una composizione alfabetica ha un valore indipendente,
separato e distinto dalla capacità stessa del disegno tipografico di rappresentare i caratteri
dell’alfabeto.
A proposito di alcune font disegnate da Zuzana Licko, qualche sua affermazione:
Base
“Questa serie di famiglie di caratteri è stata progettata per un uso in stampa e in video.
È stato disegnato per il sito web dell’Emigre, poi è stato scelto come carattere istituzionale
della fonderia. Il problema dei caratteri destinati al web, è un problema nuovo, abbiamo
affrontato questa sfida realizzando tre famiglie di caratteri: il Base 9, il Base 12 e il maiuscoletto.
È stato progettato calcolando l’esatta larghezza in pixel che il carattere doveva avere sullo
schermo del monitor. Questo processo è insolito, viene realizzato, in genere, alla fine della
progettazione di un carattere e non all’inizio. Pur se è stato progettato calcolando gli esatti
pixel, ci sono stati degli accorgimenti particolari nel disegno dell’occhio del carattere pensato
anche per l’uso in stampa.”
Modula
“Il Modula è stato il primo carattere ad alta risoluzione che ho progettato con il Macintosh.
Nel 1985, il computer era ancora molto grezzo, non poteva produrre delle curve molto sottili,
però era bravissimo a produrre elementi geometricamente perfetti. Come guida, ho utilizzato
il disegno bitmap dell’Imperator, applicandogli poi la perfezione geometrica che solo il computer
riusciva a dargli”
Quartet
“Il Quartet mi è stato commissionato dal direttore creativo Laurie Haycock Makela per
utilizzarlo nella sua rivista Walker Art Center’s pubblication Design Quarterly”
Variex
“Il disegno delle lettere del Variex nasce dai segni gestuali della scrittura quotidiana.
Sia le minuscole, che le maiuscole sono unite in un’unica forma, in un unico alfabeto. Ogni
carattere è definito dalle linee centrali, di peso uniforme. La variazione del peso dell’occhio del
carattere è dato dallo spessore della linea centrale.
Emigre 8, 10, 14
“L’Imperator, l’Universal, l’Oakland e i disegni del Emigre sono stati originariamente
progettati per l’uso ”a video”, a 72 punti per pollici (la risoluzione del monitor).
Poiché la risoluzione massima del monitor non tiene conto di una rappresentazione delle linee
reali del disegno questi caratteri sono stati progettati sull’unità di misura del pixel, e su i relativi
incrementi interi di quest’ultimi. La famiglia dell’Imperator è stata progettata su un controrapporto
di un pixel con due, la famiglia dell’Imperator è stata progettata su un controrapporto di un
pixel con tre, e la famiglia dell’Emigre e dell’Oakland è stata progettata su un controrapporto
di due pixel con due.”
Il Magazine e le critiche
Nel 1989 i caratteri dell’Emigre erano ormai divenuti di gran successo. Quando il lavoro
di Zuzana Licko e Rudy Vanderlans ha cominciato a ricevere l’attenzione pubblica, è stato criticato
da Massimo Vignelli con l’accusa di essere un lavoro incoerente, minaccia agli ideali modernisti
e un affronto alle nozioni universali di bellezza. Inoltre, agli inizi degli anni ’90, Massimo Vignelli
ha incriminato la rivista e le varie famiglie di caratteri di essere immondizia pura, mancante
della profondità, della perfezione, dell’eleganza e del senso della storia. Il testo e la tipografia
erano indecifrabili, così diceva Massimo Vignelli, ma Rudy e Zuzana non si sono fatti troppi
problemi ed hanno continuato il loro cammino sostenuti da altri progettisti che sfidavano i
preconcetti di tipografia e di impaginazione grafica. Licko, a tal proposito, ha risposto affermando
che questo affronto esalta la capacità della Emigre di gettare ponti su metodi, e metodologie
differenti. Allo stesso tempo Rudy e Zuzana venivano aggrediti dai loro stessi sostenitori con
l’accusa di diventare troppo, prontamente, identificabili, e quindi poco utilizzabili.
Nel 1993, la rivista RayGun proclamò sulla copertina la scritta “NO EMIGRE FONT”, come
a rivendicare l’indipendenza creativa del suo famoso Art Director David Carson. Questa affermazione
proviene anche dal fatto che la Emigre cominciava a produrre caratteri meno leggibili, ma Licko
a questa affermazione rispose con un’idea di Peter Mertens: “Gli occhi dei caratteri sono sempre
leggibili. Se alcune cose non sono leggibili, non sono lettere. Le lettere illegibili non esistono,
l’illegibilità non esiste”
Applicazioni varie
In Italia, i caratteri tipografici della Emigre, e di Zuzana Licko sono stati utilizzati da
diversi progettisti grafici per "pubblicizzare" tipologie di prodotti diversi, tra cui:
Wind, telefonia cellulare -> Triplex Sans
McDonald’s -> Triplex Sans, Triplex Sans Italic
Magna Carta -> Triplex Sans
Pavarotti&Friends -> Democratica
Vitaminic.it -> Variex Regular
E molti altri, tra cui Alleanza Nazionale, Partito Comunista Italiano, Ferrarelle, Lines Ultra, etc.