akhtamar numero 167 (1 nov).pub

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akhtamar numero 167 (1 nov).pub
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Anno 8, Numero 167
Akhtamar on line
COMUNITAARMENA.IT
1 novembre 13—XCIX M.Y.
Akhtamar on line
Dove vanno gli armeni?
Diminuisce la popolazione in Armenia: c’è chi prefigura il
collasso dello stato e chi parla di complotto turco azero
Un fantasma si aggira fra
gli armeni. Uno spettro dai
contorni indefiniti, che si
insinua subdolo fra i pensieri del popolo di Hayk.
Dentro e fuori la repubblica.
Si chiama “paura della solitudine” e comincia ad attecchire sempre più spesso e
con maggior insistenza.
Terrore che lo stato armeno
si svuoti, lentamente ma
inesorabilmente, e trasformi
l’attuale Armenia in una
terra debole e popolata da
vecchi.
È qualcosa di più di un
atavico pessimismo insito
nell’animo armeno, ma è
pure qualcosa di meno di
una certezza; pur sempre un
dubbio che rode gli armeni,
soprattutto quelli della Diaspora che temeno un giorno
di ritrovarsi senza più neppure quel piccolo riferi-
mento geografico e politico.
I numeri, lo vedremo più
avanti, ci dicono che questo
timore è sostanzialmente
infondato; ma ci dicono
anche che spesso dietro le
cifre ufficiali si nasconde
una realtà ben diversa fatta
di tanta emigrazione.
Come prima, forse; o poco
più di prima. ma con processi ...
(segue pag.2)
Sommario
Dove vanno gli armeni?
1-2
Spettacolare Armenia!
3
Graziella Vigo ci racconta l’Artsakh
4
La voce dell’Artsakh
5
Armen Agop premiato a Sulmona
6
Qui Armenia
6
Bollettino interno
di
iniziativa armena
2
Akhtamar
demografici assolutamente differenti rispetto al passato.
Andiamo con ordine e partiamo prima di
tutto dalla attuale situazione.
Che l’economia armena non sia in grandissima salute è un dato di fatto; la crisi
internazionale ha colpito pesantemente
anche Yerevan ed è inutile nascondersi
dietro un dito.
Gli ultimi segnali danno un PIL in aumento e questo fa ben sperare per il futuro ma
l’ultimo triennio è stato caratterizzato da
fenomeni di recessione che hanno visto
coinvolti tutti i settori cardine dell’economia armena.
A ciò si aggiunga la situazione politica
internazionale, il perenne stato di conflitto
con l’Azerbaigian (e conseguenti spese
militari che sottraggono risorse in altri
campi), la chiusura della frontiera turca
(che sta dando conseguenze più gravi di là
del confine…).
Tutti questi fattori hanno determinato un
sensibile rallentamento della crescita economica del paese che nella prima metà del
decennio scorso viaggiava sistematicamente a doppia cifra. Ne consegue che le
minori opportunità di lavoro hanno spinto
molti giovani armeni a cercar fortuna altrove, specie in Russia.
Solo che, rispetto al passato, l’emigrazione, non è più stagionale ma spesso
definitiva; il lavoratore parte e, nella migliore delle ipotesi, si porta dietro tutta la
famiglia. Lascia l’Armenia.
Questa è una realtà che è difficile sconfessare anche se sui numeri di questo fenomeno c’è poca chiarezza.
Ora, da più parti si dice (ed è questo il
timore di cui parlavamo prima) che questa
dearmenizzazione (orribile neologismo…)
del territorio porti ad un sostanziale indebolimento della repubblica. Anzi, vi sono
molti che ritengono che questo processo
migratorio sia conseguenza di
census 1926
Gruppi etnici
Armeni
numero
743,571
%
census 1939
N
%
84.5 1,061,997
una ben precisa politica turco azera finalizzata ad un indebolimento dell’Armenia
per farne successiva terra di conquista.
Che questo possa in qualche modo essere
vero, non si discute. Nei suoi discorsi
sempre più frequentemente il dittatore
Aliyev paragona l’economia petrolifera
azera a quella armena e avanza previsioni
di conquista non solo sul piano militare.
Ma questo da un punto di vista demografico c’entra poco.
Come possiamo vedere dalla tabella a
fianco, l’Armenia - poco meno di trantamila chilometri quadrati di superficie gran
parte dei quali di difficile accessibilità ha avuto un numero di abitanti molto variabile nei suoi picchi minimi e massimi,
ma sostanzialmente stabile per periodi,
con una progressiva tendenza all’aumento
poi bilanciata da periodi di decremento.
In poche parole: l’Armenia è piccola e più
di tanti abitanti non riesce a contenere.
Con il miglioramento delle condizioni
economiche (e degli standard di vita quotidiana, pensiamo alla distribuzione del gas
o dell’acqua corrente, tanto per fare un
esempio) aumenta la “disponibilità” del
“contenitore” le cui dimensioni però rimangono invariate; cresce la densità perché si riesce a stare meglio e quindi c’è
più spazio per tutti. Ma se le condizioni,
per un qualsiasi fattore, peggiorano, ecco
allora che si fa strada l’esigenza inversa.
Questo è un processo demografico che
vale per tutti i paesi del mondo a prescindere dalla loro economia; in Italia nel
volgere di pochi decenni si è passati da un
fenomeno di emigrazione ad uno di immigrazione proprio perché le condizioni
economiche nazionale erano diverse.
Dunque in questa fase la popolazione
armena cala, ma se guardiamo al passato
census 1959
numero
%
82.8 1,551,610
census 1970
numero
%
88.0 2,208,327
census 1979
Numero
%
88.6 2,724,975
ci accorgiamo che fino agli inizi degli anni
Sessanta la popolazione della repubblica
non superava i due milioni di abitanti; ha
continuato lentamente a crescere ma ci
sono voluti venti anni per arrivare a quota
tre (nel 1980), fino a superare i tre milioni
e mezzo nel decennio anche in conseguenza delle ondate di profughi che giungevano dall’Azerbaigian da dove scappavano
per sfuggire ai massacri azeri.
Già nel 1991 la popolazione ricomincia a
scendere e dal 1994 in poi rimane oscillante intorno ai tremilioni e duecentomila
abitanti.
L’ultimo scossone (con segno meno) arriva proprio nel 2012 e gli armeni riscendono sotto la fatidica soglia dei tre milioni.
Dato singolare, figurano più maschi che
femmine mentre usualmente avviene il
contrario.
La situazione non è ottimale e non è escluso che i dati (reali) scendano ancora; ma è
un processo di assestamento naturale.
L’importante è che la repubblica sappia
crescere bene, non importa con quanti
abitanti, e faccia sentire sempre di più il
proprio peso internazionale.
Con l’aiuto della Diaspora tutta, da ogni
parte del mondo, dove ci sono armeni.
census 1989
numero
12,237
1.4
2,973
0.3
19,548
2.2
51,464
4.0
56,464
3.2
66,108
2.7
70,336
2.3
51,555
2,215
0.3
3,280
0.3
4,326
0.2
5,544
0.2
6,183
0.2
2,286
0.3
5,496
0.4
5,593
0.3
8,390
0.3
8,900
2,980
0.3
4,181
0.3
4,976
0.3
5,690
0.2
274
0.0
652
0.1
816
0.0
1,439
Azeri
76,870
8.7
130,896
10.2
107,748
6.1
335
0.0
512
0.0
1,024
18,001
2.0
3,379
0.3
4,864
Ebrei
Altri
Totale
880,464
ANNO 8, NUMERO 167
1,282,338
1.6
25,627
1,763,048
%
89.7 3,083,616
Yazidi
Kurdi
Russi
Assiri
Ukraini
Greci
Georgiani
20,481
on line
census 2001
numero
%
93.3 3,145,354
census 2011
numero
%
97.9 2,961,514
98.1
40,620
1.3
35,272
1.2
1,519
0.0
2,131
0.1
1.6
14,660
0.5
11,862
0.4
5,963
0.2
3,409
0.1
2,769
0.1
0.3
8,341
0.3
1,633
0.1
1,176
0.0
5,653
0.2
4,650
0.1
1,176
0.0
900
0.0
0.1
1,314
0.0
1,364
0.0
974
0.0
148,189
5.9
160,841
5.3
84,860
2.6
0.1
1,047
0.0
959
0.0
720
0.0
0.3
9,653
0.4
7,276
0.2
7,580
0.2
2,256
0.1
1.5
37,486
2,491,873
1.5
50,822
3,037,259
1.7
56,127
3,304,776
1.7
4,640
3,213,011
0.1
3,018,854
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Akhtamar
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SPETTACOLARE ARMENIA!
La nazionale dell’Armenia batte la Danimarca a Copenaghen, la Bulgaria in casa e va a pareggiare
contro l’Italia al San Paolo di Napoli, schizza in alto nel ranking Fifa e con tre punti in più...
E chi ci avrebbe mai creduto?
La piccola Armenia, settantesimo posto
nel ranking Fifa fino ad un paio di mesi
fa, era accreditata al ruolo di semplice
comparsa nel girone di qualificazione
per i mondiali brasiliani del 2014. Un
po’ sopra Malta, con la possibilità di
creare solo fastidio e nulla più.
Chi ci avrebbe mai creduto?
Che fino all’ultimo la compagine di
Minasyan (corrono voci che sia stato
già puntato dal calcio internazionale)
sarebbe stata in corsa per una insperata
qualificazione, che nelle partite del
torneo avrebbe rifilato a Copenaghen
quattro gol alla Danimarca (quella
stessa che tre mesi più tardi stava per
battere l’Italia), sarebbe andata vincere
a Praga, sarebbe riuscita ad imporsi
con un sofferto ma meritato dua a uno
a Yerevan sulla Bulgaria; e che il 15
ottobre scorso, a Napoli, la città di san
Gregorio Armeno, contro la corazzata
italiana, avrebbe meritato addirittura la
vittoria cogliendo comunque un prezioso pareggio.
La piccola Armenia è cresciuta; non
ancora diventata grande, ma comunque
matura e pronta ad affrontare anche le
compagini più titolate.
Difetta negli incontri casalinghi dove
ha regalato punti preziosi, anzi preziosissimi, praticamente a quasi tutte le
squadre, compresa la debole Malta.
Ecco, forse questa è l’amarezza
maggiore: un po’ più di attenzione fra
le mura amiche e i campioni armeni
ANNO 8, NUMERO 167
Movsisyan calcia di destro verso la porta di Buffon. È il primo vantaggio dell’Armenia a Napoli
starebbero già pensando allo spareggio per Brasile 2014.
Invece a Yerevan, eccezion fatta per
la partita con l’Italia (persa ma al termine di un vibrante incontro) e di
qualla vinta contro la ostica Bulgaria,
sono arrivate solo brutte notizie.
La squadra gioca bene in contropiede,
si muove velocemente, fa più fatica
quando deve costruire il gioco; e in
difesa, c’è ancora qualche disattenzione di troppo.
Ma quella armena non è più una
squadretta materasso, da prendere a
pallate. I giovani sono cresciuti, i
campioni si sono affermati, intormo
alla stella del Borussia Mkitaryan
ruotano altri bravi giocatori a comin-
ciare dall’autore del primo gol napoletano Movsisyan.
L’intelaiatura della squadra è fatta, bisogna trovare qualche altro valido elemento sopratutto in difesa. E va cambiato il gioco negli incontri casalinghi
proprio per evitare di deludere l’appassionato pubblico che si sta stringendo
sempre più intorno alla nazionale.
Le vittorie sono state salutate da
caroselli in piazza e da titoli entusiastici
dei giornali locali.
E con i successi è anche arrivata la scalata nella classifica Fifa. Un risultato
non solo di prestigio, ma sopratutto
un’occasione da non perdere per i prossimi appuntamenti intrnazionali, ossia le
qualificazioni agli Europei del 2016.
Perché stare in alto in classifica vuol
dire essere inseriti in una fascia più alta,
correre meno rischi di affrontare avversari più quotati, godere insomma di un
sorteggio più abboradabile.
Se l’Armenia è ora 38a nella classifica
mondiale, sale in classifica europea e si
piazza al 22° posto.. Quanto meno ha
guadagnato una fascia di merito rispetto
alla quarta del sorteggio Fifa.
Ed allora, sperare in una storica qualificazione ai prossimi campionati europei
non è più un sogno.
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Akhtamar
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GRAZIELLA VIGO CI RACCONTA L’ARTSAKH
Nella “Casa dei tre oci”, sita a Venezia
nell’isola della Giudecca, martedì 15
ottobre vi è stata l’inaugurazione della
mostra fotografica di Graziella Vigo,
intitolata “Karabakh” e dedicata a quella
regione dell’Armenia. All’inaugurazione era presente un folto pubblico in
grandissima parte costituito da non armeni. Nel corso dell’inaugurazione ha
preso per primo la parola il dott. Joseph
Oughourlian, direttore del fondo di
investimento Amber Capital, grazie al
cui contributo è stato possibile organizzare la mostra, e successivamente l’abate generale della Congregazione Armena Mechitarista, monsignor Elia Kilaghbian; poi è intervenuta la nota scrittrice Antonia Arslan alla quale ha fatto
seguito la baronessa Caroline Cox, vice
presidente della Camera dei Lords inglesi e grande amica degli armeni dato
che fino ad ora si è recata ben ottanta
volte nel Karabagh. Poi ha fatto seguito
l’intervento del dott. Pietro Kuciukian,
console onorario dell’Armenia a Milano
ed infine ha preso la parola Graziella
Vigo stessa.
La mostra, che rimarrà aperta fino al 10
novembre è articolata in alcune sale
dove sono esposte un centinaio di fotografie, tutte a colori, di vario forma-
to, che trattano vari aspetti del Karabagh. Vi sono immagini molto suggestive di panorami ove si vede una natura
intatta e non toccata dall’uomo; vi sono
fotografie di antichi monasteri con particolari dei loro interni e di chiese dei
primi secoli del Cristianesimo. Alcune,
come il monastero di Gandzassar, sono
degli autentici gioielli dell’architettura
armena medievale. Ma vi sono anche
molte immagini che raffigurano la vita
quotidiana del Karabagh di oggi: bambini in età scolare, anziani, donne che
lavorano. Un gruppo di fotografie tratta
della vendemmia,dato che la regione è
molto ricca di vigneti. Dalle immagini,
come dalle spiegazioni che hanno dato i
vari oratori nel corso dell’inaugurazione, sicuramente molti presenti saranno
stati invogliati a visitare quella terra
dato che essa è molto ricca di bellezze
naturali e capolavori d’arte. E la sua
popolazione, semplice e fiera, è molto
ospitale.
Un bel catalogo, con la riproduzione di
bellissime fotografie, correda questa
mostra, per la quale vale la pena fare un
viaggio a Venezia. L’ingresso è libero.
(Esse)
E, a Roma, le foto del baby boom dell’Artsakh
Nel 2008 il governo della repubblica del
Nagorno Karabakh ideò un sistema per
ripopolare un paese svuotato dalla guerra e
dalle sue distruzioni: gli incentivi alle
nascite.
La fotografa Anastasia Taylor-Lind ha
documentato il frutto di questo programma, e le immagini sono in esposizione nel
circuito mostre di Fotoleggendo 2013.
A Roma, presso la b>GalleryCafè, a
partire dal 17 ottobre, sarà possibile visitare gratuitamente la mostra “The National
womb – Il baby boom in Nagorno Karabakh”, mostra curata da Chiara Oggioni
Tiepolo e Daria Battilana.
Anastasia Taylor-Lind mostra attraverso i
suoi scatti i soggetti che hanno beneficiato
del programma di incentivo delle nascite,
che prevedeva pagamenti in denaro per le
coppie appena sposate.
ANNO 8, NUMERO 167
THE NATIONAL WOMB
fotografie di Anastasia Taylor-Lind
Dal 17 ottobre al 3 novembre, tutti i
giorni dalle 10:00 alle 22:00
(chiuso il lunedì)
b>gallery cafè
Piazza di Santa Cecilia, 16
Trastevere – Roma
www.bgallerycafe.com
“Io ho viaggiato tanto per il mondo, sempre con la macchina fotografica in mano e
una grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma l’Armenia.... l’Armenia è
stata un colpo al cuore, per non dire del
Karabakh....un viaggio nella storia e nel
tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio
delle montagne, monasteri millenari, tra
gente semplice, generosa e gentile dall’ospitalità leggendaria” .
Così Graziella Vigo, affermata fotografa
che già in passato ci aveva regalato grandi
emozioni con il suo reportage sull’Armenia.
Ora questa mostra, con relativo catalogo,
le sue splendide fotografie, aprono una
finestra sullo sconosciuto Artsakh; trasportano lo spettatore-lettore in un mondo
sconosciuto e per questo ancor più affascinante, attraverso volti, panorami idilliaci,
simboli e monumenti.
KARABAKH, IL GIARDINO SEGRETO
Casa dei tre oci - Fondamenta delle Zitelle,
43 - 30133 Giudecca, Venezia
Orari: Tutti i giorni 10.00 – 18.00 - chiuso
martedì - Ingresso gratuito
Fermata Zitelle, di fronte ai Tre Oci
Da San Zaccaria linea 2 (6 min.) | linea 4.2 (4
min.)
Da Zattere Linea 2 (8 min.)
Da piazzale Roma & dalla Ferrovia linea 4.1
(19 min.) | linea 2 (32 min.)
KARABAKH, IL GIARDINO SEGRETO
di Graziella Vigo
(2013), e 45,00
Isbn 978-88-317-1680-2
MARSILIO EDITORE
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Akhtamar
on line
la voce dell’Artsakh
Aspettando il ritorno di Hagop
Amncora non è dato sapere se e quando il
giovane soldato della repubblica del Nagorno Karabakh, Hagop Injighulyan, potrà
tornare a casa.
Il giovane ventiduenne nella notte
dell’otto agosto, al termine del suo turno
di servizio, si era clamorosamente perso e,
smarrito l’orientamento, si era ritrovato
oltre la linea di confine in territorio azero.
La fortuna di non essere stato colpito da
qualche cecchino nemico o di non essere
saltato su una mina fu grande. ma in Azerbaigian lo attendeva il consueto trattamento.
Esposizione mediatica alla tv azera e consuete forzate dichiarazioni secondo una
prassi non nuova al regime di Baku e
peraltro fuori legge per le convenzioni
internazionali.
La Croce Rossa Internazionale sta seguendo il caso. Si parla ultimamente di un
possibile trasferimento del soldato armeno
ad uno stato terzo stante la ritrosia azera
di riconsegnare il prigioniero al governo
della repubblica del Nagorno Karabakh.
SAHAKYAN INAUGURA MONUMENTO ALLA MEMORIA DEI COMBATTENTI DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE.
Il presidente ha inaugurato lo scorso 25
ottobre il memoriale nel villaggio di Avetaranots nella regione di Askeran. Presenti
autorità civili e religiose. Alcuni veterani di
guerra sono stati premiati.
IL NAGORNO KARABAKH SI PREPARA AD ESPORTARE ELETTRICITA’
La repubblica del Nagorno Karabakh è pronta ad esportare elettricità fuori dai confini
nazionali. Ne dà notizia la Commissione sui pubblici servizi che ha confermato
l’attivazione delle procedure di attivazione per l’esportazione di energia. La stessa,
tuttavia, sarà consentita solo nel momento in cui la domanda interna sarà soddisfatta. Nel
primo semestre 2013 l’Artsakh ha prodotto 93,2 milioni di kilovattora; il dato supera
l’indicatore dello scorso anno del 43%.
È evidente che la destinazione dell’energia elettrica in surplus non potrà che essere
l’Armenia essendo ovviamente impensabile un accordo con l’Azerbaigian. Per motivi
diplomatici è al momento da escludere una cessione di energia all’Iran con il quale
l’Artsakh confina.
SE I TURCHI RICONOSCONO IL
KARABAKH…
A lato, la pagina di registrazione del giornale turco Hurryet Daily che a sorpresa
riporta il Nagorno Karabakh (e pure l’Ossezia del sud e l’Abkasia) fra gli stati di
origine dei lettori.
Pare che l’ambasciata azera ad Ankara
non l’abbia presa molto bene ...
ANNO 8, NUMERO 167
ADESSO SPARANO PURE
ALL’OSCE!
Le violazioni azere del cessate il fuoco
non conoscono soluzione di continuità.
Ogni settimana il ministero della difesa
della repubblica del Nagorno Karabakh dà
notizia di episodi il cui numero oscilla
mediamente tra i duecento ed i trecento.
Si tratta di colpi sparati da lontano, da
posizioni pressoché irraggiungibili, che
salvo casi limite (e fortunatamente ridotti
nel numero) non riescono mai a raggiungere le postazioni armene.
Ma sono comunque segnali ben precisi di
una politica aggressiva, tutta incentrata sul
mito della conquista militare continuamente sbandierata dal governo dell’Azerbaigian. I riflessi pratici sono quelli di
tenere il nemico costantemente in allerta,
di limitare gli spostamenti civili lungo la
fascia di confine, dare vita ad una strategia
della tensione fine a se stessa.
Quattordicimila violazioni, una più una
meno, nel 2012; numero leggermente in
calo nel 2013.
Le aggressioni e le incursioni nel territorio
dell’Armeni del giugno dello scorso anno
avevano provocato la ferma risposta della
comunità internazionale e gli azeri erano
stati avvisati che le organizzazioni non
avrebbero più tollerato simili provocazioni.
Aliyev, capita l’antifona, si era ritirato con
la coda fra le gambe e i suoi cecchini si
limitano a colpi isolati (ogni tanto qualcuno però raggiunge l’obiettivo e nel 2013
sono già due le vittime tra i soldati armeni
…).
Non era mai successo, però, che i soldati
azeri si mettessero a sparare contro i funzionari dell’Osce che stavano eseguendo il
consueto monitoraggio lungo la linea di
confine tra Artsakh e Azerbaigian.
È incredibilmente accaduto lo scorso 17
ottobre e lì’ambasciatore Kasprzyk, rappresentante speciale del presidente Osce in
carica, ha dovuto interrompere per ragioni
di sicurezza il lavoro dei suoi collaboratori.
La provenienza azera dei colpi è fuori
discussione: una provocazione, una distrazione, o un chiaro messaggio?
Ora gli azerbaigiani sparano pure ai diplomatici internazionali chiamati a far rispettare il cessate il fuoco fra le parti.
Qualcuno ancora può dubitare da quale
parte sia la ragione?
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6
Akhtamar
Lo scultore Armen Agop premiato a Sulmona
Armen Agop ha ricevuto la medaglia del
Presidente della Repubblica Italiana il 5
ottobre in occasione della cerimonia di
chiusura della 40/a Edizione del Premio
Sulmona, rassegna internazionale di arte
contemporanea a Sulmona, Italia.
La mostra inaugurata Sabato 7 settembre
ha visto la partecipazione di centoventicinque opere d'arte, in rappresentanza di
oltre venti nazioni, tutte esposte nei musei
civici diocesani di Sulmona. La 40/a edizione del Premio Sulmona è stata organizzata dal Circolo di arte e cultura "Il Quadrivio".
La giuria era presieduta da Vittorio Sgarbi
e composta da famosi critici e storici dell'arte.
L'artista Armen Agop è arrivato in Italia
nel 2000 dopo aver vinto il Premio Roma.
Nel 2008 ha ricevuto "The Sculpture
Grant" , premio che l'organizzazione svedese KKV - B attribuisce una volta l’anno
ad un eminente scultore internazionale.
Nel 2010, ha ricevuto il premio internazio-
nale Umberto Mastroianni.
Le sue opere sono esposte in Egitto nel
Museo egiziano d'Arte Moderna del Cairo,
nel Museo all'Aperto di Assuan, nel Qatar
a Mathaf: Museo Arabo d'Arte Moderna,
in Belgio nella Villa Empain, sede della
Fondazione Boghossian, a Barge
(Piemonte, Italia) nel Giardino di Piazza
Stazione, in Florida (USA) nel Museo d’Arte Coral Springs e nel Museo dei Bozzetti di Pietrasanta (Toscana, Italia).
(info su www.armenagop.com)
Una storia
Qui Armenia
PROTOCOLLI CON INGANNO
Nel corso della sua recente visita in
Svizzera il ministro degli esteri turco
Davutoglu è ritornato sui famosi Protocolli siglati quattro anni or sono proprio
nel paese elvetico. Il ministro, ancora
una volta, ha ribadito che il documento
sarà preso in considerazione non appena
sarà risolta la questione del Nagorno
Karabakh. Queste affermazioni contrastano con la sigla dei Protocolli che
avvenne “senza precondizioni”: all’epoca la Diaspora allarmò il governo ricordando come dei turchi non ci si può
fidare. Puntualmente...
on line
AMNISTIA
Come avevamo precedentemente già
annunciato, il presidente Sargsyan ha
firmato il decreto di amnistia in occasione del ventiduesimo anniversario dell’indipendenza. In forza di tale atto 571
detenuti hanno lasciato (ci auguriamo
per sempre) le carceri armene.
STRANI CLIENTI…
In un supermercato di Ijevan (Tavush) ha
fatto la sua apparizione un intimorito sciacallo. Catturato, è stato liberato in una
zona protetta fra le montagne.
Lo spettacolo ci racconta
La storia di un paese vicino e lontano,
Di luoghi biblici e sacri,
Di un monte alto, di fiumi antichi,
Di bevande e frutti saporiti.
Ecco la narrazione,
E figure danzanti avanzano sulla scena,
E foglie ed uccelli, ed acqua e vento, e canzoni.
Entra poi un uomo,
Egli ha il passo saldo e sicuro,
Egli è alto e bruno,
Di giovanile bellezza, sguardo franco e libero.
Egli è come un dio, principe, re fiero,
In questa storia
Di fatti anche drammatici e dolorosi
Che feriscono a morte.
Ma egli è giovane ardito,
Che avanza e si muove
Misurando passi e gesti.
E la narrazione continua
Con la gioia e la promessa,
La danza della bella e vergine sposa,
Di bianco vestita e di perle adorna.
La festa del loro sposalizio riempe la scena
Con musica, canti e colori, doni e sapori.
E' il mondo che danza con la nuova Armenia,
Con questa sposa e questo sposo
Che celebrano ora e per sempre
La Vita avvenire,
Questo paese giovane ed antico,
Lontano e vicino.
Susanna Zanca
A Padova, grande successo di pubblico
per lo spettacolo “Vi racconto l’Armenia”.
Qui sopra i versi di una spettatrice dedicati
all’evento.
ANNO 8, NUMERO 167
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7
Akhtamar
on line
HAYclick
Proteste a confronto...
bollettino interno a cura di
comunitaarmena.it
YEREVAN, 23 OTTOBRE - STUDENTI IN PIAZZA
Alcune centinaia di studenti universitari sono scesi in piazza all’indomani dell’ennesimo atto di aggressione azera che è costato la vita ad un giovanissimo soldato dell’esercito armeno colpito a morte mentre percorreva in auto una strada prossima al confine.
Una lettera di protesta è stata presentata all’ufficio Osce della capitale armena.
Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A
CON IL FAVORE DEL
MINISTERO DELLA DIASPORA
il numero 168 esce il
15 novembre 2013
AVVISO AI LETTORI
Per assoluta mancanza di spazio pubblicheremo nel prossimo numero il resoconto del seminario sugli armeni tenutosi alla Sapienza di
Roma il 23 ottobre scorso.
BAKU, 12 OTTOBRE- FOLLA IN PIAZZA CONTRO IL DITTATORE
In seimila, confinati dalle autorità all’interno di uno stadio di periferia e poi comunque
caricati dalla polizia con manganelli e lacrimogeni nonostante la manifestazione fosse
stata autorizzata.
È questo che l’opposizione azera è riuscita a fare per denunciare i brogli e le violenze
che hanno caratterizzato l’ennesima elezione farsa del dittatore Aliyev. Non molto, ma
più che sufficiente per far arrivare la notizia sui media di tutto il mondo. L’Osce ha bollato negativamente la consultazione alla quale Aliyev si è presentato facendo modificare
la costituzione che gli impediva un terzo mandato.