akhtamar numero 167 (1 nov).pub
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1 Anno 8, Numero 167 Akhtamar on line COMUNITAARMENA.IT 1 novembre 13—XCIX M.Y. Akhtamar on line Dove vanno gli armeni? Diminuisce la popolazione in Armenia: c’è chi prefigura il collasso dello stato e chi parla di complotto turco azero Un fantasma si aggira fra gli armeni. Uno spettro dai contorni indefiniti, che si insinua subdolo fra i pensieri del popolo di Hayk. Dentro e fuori la repubblica. Si chiama “paura della solitudine” e comincia ad attecchire sempre più spesso e con maggior insistenza. Terrore che lo stato armeno si svuoti, lentamente ma inesorabilmente, e trasformi l’attuale Armenia in una terra debole e popolata da vecchi. È qualcosa di più di un atavico pessimismo insito nell’animo armeno, ma è pure qualcosa di meno di una certezza; pur sempre un dubbio che rode gli armeni, soprattutto quelli della Diaspora che temeno un giorno di ritrovarsi senza più neppure quel piccolo riferi- mento geografico e politico. I numeri, lo vedremo più avanti, ci dicono che questo timore è sostanzialmente infondato; ma ci dicono anche che spesso dietro le cifre ufficiali si nasconde una realtà ben diversa fatta di tanta emigrazione. Come prima, forse; o poco più di prima. ma con processi ... (segue pag.2) Sommario Dove vanno gli armeni? 1-2 Spettacolare Armenia! 3 Graziella Vigo ci racconta l’Artsakh 4 La voce dell’Artsakh 5 Armen Agop premiato a Sulmona 6 Qui Armenia 6 Bollettino interno di iniziativa armena 2 Akhtamar demografici assolutamente differenti rispetto al passato. Andiamo con ordine e partiamo prima di tutto dalla attuale situazione. Che l’economia armena non sia in grandissima salute è un dato di fatto; la crisi internazionale ha colpito pesantemente anche Yerevan ed è inutile nascondersi dietro un dito. Gli ultimi segnali danno un PIL in aumento e questo fa ben sperare per il futuro ma l’ultimo triennio è stato caratterizzato da fenomeni di recessione che hanno visto coinvolti tutti i settori cardine dell’economia armena. A ciò si aggiunga la situazione politica internazionale, il perenne stato di conflitto con l’Azerbaigian (e conseguenti spese militari che sottraggono risorse in altri campi), la chiusura della frontiera turca (che sta dando conseguenze più gravi di là del confine…). Tutti questi fattori hanno determinato un sensibile rallentamento della crescita economica del paese che nella prima metà del decennio scorso viaggiava sistematicamente a doppia cifra. Ne consegue che le minori opportunità di lavoro hanno spinto molti giovani armeni a cercar fortuna altrove, specie in Russia. Solo che, rispetto al passato, l’emigrazione, non è più stagionale ma spesso definitiva; il lavoratore parte e, nella migliore delle ipotesi, si porta dietro tutta la famiglia. Lascia l’Armenia. Questa è una realtà che è difficile sconfessare anche se sui numeri di questo fenomeno c’è poca chiarezza. Ora, da più parti si dice (ed è questo il timore di cui parlavamo prima) che questa dearmenizzazione (orribile neologismo…) del territorio porti ad un sostanziale indebolimento della repubblica. Anzi, vi sono molti che ritengono che questo processo migratorio sia conseguenza di census 1926 Gruppi etnici Armeni numero 743,571 % census 1939 N % 84.5 1,061,997 una ben precisa politica turco azera finalizzata ad un indebolimento dell’Armenia per farne successiva terra di conquista. Che questo possa in qualche modo essere vero, non si discute. Nei suoi discorsi sempre più frequentemente il dittatore Aliyev paragona l’economia petrolifera azera a quella armena e avanza previsioni di conquista non solo sul piano militare. Ma questo da un punto di vista demografico c’entra poco. Come possiamo vedere dalla tabella a fianco, l’Armenia - poco meno di trantamila chilometri quadrati di superficie gran parte dei quali di difficile accessibilità ha avuto un numero di abitanti molto variabile nei suoi picchi minimi e massimi, ma sostanzialmente stabile per periodi, con una progressiva tendenza all’aumento poi bilanciata da periodi di decremento. In poche parole: l’Armenia è piccola e più di tanti abitanti non riesce a contenere. Con il miglioramento delle condizioni economiche (e degli standard di vita quotidiana, pensiamo alla distribuzione del gas o dell’acqua corrente, tanto per fare un esempio) aumenta la “disponibilità” del “contenitore” le cui dimensioni però rimangono invariate; cresce la densità perché si riesce a stare meglio e quindi c’è più spazio per tutti. Ma se le condizioni, per un qualsiasi fattore, peggiorano, ecco allora che si fa strada l’esigenza inversa. Questo è un processo demografico che vale per tutti i paesi del mondo a prescindere dalla loro economia; in Italia nel volgere di pochi decenni si è passati da un fenomeno di emigrazione ad uno di immigrazione proprio perché le condizioni economiche nazionale erano diverse. Dunque in questa fase la popolazione armena cala, ma se guardiamo al passato census 1959 numero % 82.8 1,551,610 census 1970 numero % 88.0 2,208,327 census 1979 Numero % 88.6 2,724,975 ci accorgiamo che fino agli inizi degli anni Sessanta la popolazione della repubblica non superava i due milioni di abitanti; ha continuato lentamente a crescere ma ci sono voluti venti anni per arrivare a quota tre (nel 1980), fino a superare i tre milioni e mezzo nel decennio anche in conseguenza delle ondate di profughi che giungevano dall’Azerbaigian da dove scappavano per sfuggire ai massacri azeri. Già nel 1991 la popolazione ricomincia a scendere e dal 1994 in poi rimane oscillante intorno ai tremilioni e duecentomila abitanti. L’ultimo scossone (con segno meno) arriva proprio nel 2012 e gli armeni riscendono sotto la fatidica soglia dei tre milioni. Dato singolare, figurano più maschi che femmine mentre usualmente avviene il contrario. La situazione non è ottimale e non è escluso che i dati (reali) scendano ancora; ma è un processo di assestamento naturale. L’importante è che la repubblica sappia crescere bene, non importa con quanti abitanti, e faccia sentire sempre di più il proprio peso internazionale. Con l’aiuto della Diaspora tutta, da ogni parte del mondo, dove ci sono armeni. census 1989 numero 12,237 1.4 2,973 0.3 19,548 2.2 51,464 4.0 56,464 3.2 66,108 2.7 70,336 2.3 51,555 2,215 0.3 3,280 0.3 4,326 0.2 5,544 0.2 6,183 0.2 2,286 0.3 5,496 0.4 5,593 0.3 8,390 0.3 8,900 2,980 0.3 4,181 0.3 4,976 0.3 5,690 0.2 274 0.0 652 0.1 816 0.0 1,439 Azeri 76,870 8.7 130,896 10.2 107,748 6.1 335 0.0 512 0.0 1,024 18,001 2.0 3,379 0.3 4,864 Ebrei Altri Totale 880,464 ANNO 8, NUMERO 167 1,282,338 1.6 25,627 1,763,048 % 89.7 3,083,616 Yazidi Kurdi Russi Assiri Ukraini Greci Georgiani 20,481 on line census 2001 numero % 93.3 3,145,354 census 2011 numero % 97.9 2,961,514 98.1 40,620 1.3 35,272 1.2 1,519 0.0 2,131 0.1 1.6 14,660 0.5 11,862 0.4 5,963 0.2 3,409 0.1 2,769 0.1 0.3 8,341 0.3 1,633 0.1 1,176 0.0 5,653 0.2 4,650 0.1 1,176 0.0 900 0.0 0.1 1,314 0.0 1,364 0.0 974 0.0 148,189 5.9 160,841 5.3 84,860 2.6 0.1 1,047 0.0 959 0.0 720 0.0 0.3 9,653 0.4 7,276 0.2 7,580 0.2 2,256 0.1 1.5 37,486 2,491,873 1.5 50,822 3,037,259 1.7 56,127 3,304,776 1.7 4,640 3,213,011 0.1 3,018,854 Pagina 2 3 Akhtamar on line SPETTACOLARE ARMENIA! La nazionale dell’Armenia batte la Danimarca a Copenaghen, la Bulgaria in casa e va a pareggiare contro l’Italia al San Paolo di Napoli, schizza in alto nel ranking Fifa e con tre punti in più... E chi ci avrebbe mai creduto? La piccola Armenia, settantesimo posto nel ranking Fifa fino ad un paio di mesi fa, era accreditata al ruolo di semplice comparsa nel girone di qualificazione per i mondiali brasiliani del 2014. Un po’ sopra Malta, con la possibilità di creare solo fastidio e nulla più. Chi ci avrebbe mai creduto? Che fino all’ultimo la compagine di Minasyan (corrono voci che sia stato già puntato dal calcio internazionale) sarebbe stata in corsa per una insperata qualificazione, che nelle partite del torneo avrebbe rifilato a Copenaghen quattro gol alla Danimarca (quella stessa che tre mesi più tardi stava per battere l’Italia), sarebbe andata vincere a Praga, sarebbe riuscita ad imporsi con un sofferto ma meritato dua a uno a Yerevan sulla Bulgaria; e che il 15 ottobre scorso, a Napoli, la città di san Gregorio Armeno, contro la corazzata italiana, avrebbe meritato addirittura la vittoria cogliendo comunque un prezioso pareggio. La piccola Armenia è cresciuta; non ancora diventata grande, ma comunque matura e pronta ad affrontare anche le compagini più titolate. Difetta negli incontri casalinghi dove ha regalato punti preziosi, anzi preziosissimi, praticamente a quasi tutte le squadre, compresa la debole Malta. Ecco, forse questa è l’amarezza maggiore: un po’ più di attenzione fra le mura amiche e i campioni armeni ANNO 8, NUMERO 167 Movsisyan calcia di destro verso la porta di Buffon. È il primo vantaggio dell’Armenia a Napoli starebbero già pensando allo spareggio per Brasile 2014. Invece a Yerevan, eccezion fatta per la partita con l’Italia (persa ma al termine di un vibrante incontro) e di qualla vinta contro la ostica Bulgaria, sono arrivate solo brutte notizie. La squadra gioca bene in contropiede, si muove velocemente, fa più fatica quando deve costruire il gioco; e in difesa, c’è ancora qualche disattenzione di troppo. Ma quella armena non è più una squadretta materasso, da prendere a pallate. I giovani sono cresciuti, i campioni si sono affermati, intormo alla stella del Borussia Mkitaryan ruotano altri bravi giocatori a comin- ciare dall’autore del primo gol napoletano Movsisyan. L’intelaiatura della squadra è fatta, bisogna trovare qualche altro valido elemento sopratutto in difesa. E va cambiato il gioco negli incontri casalinghi proprio per evitare di deludere l’appassionato pubblico che si sta stringendo sempre più intorno alla nazionale. Le vittorie sono state salutate da caroselli in piazza e da titoli entusiastici dei giornali locali. E con i successi è anche arrivata la scalata nella classifica Fifa. Un risultato non solo di prestigio, ma sopratutto un’occasione da non perdere per i prossimi appuntamenti intrnazionali, ossia le qualificazioni agli Europei del 2016. Perché stare in alto in classifica vuol dire essere inseriti in una fascia più alta, correre meno rischi di affrontare avversari più quotati, godere insomma di un sorteggio più abboradabile. Se l’Armenia è ora 38a nella classifica mondiale, sale in classifica europea e si piazza al 22° posto.. Quanto meno ha guadagnato una fascia di merito rispetto alla quarta del sorteggio Fifa. Ed allora, sperare in una storica qualificazione ai prossimi campionati europei non è più un sogno. Pagina 3 4 Akhtamar on line GRAZIELLA VIGO CI RACCONTA L’ARTSAKH Nella “Casa dei tre oci”, sita a Venezia nell’isola della Giudecca, martedì 15 ottobre vi è stata l’inaugurazione della mostra fotografica di Graziella Vigo, intitolata “Karabakh” e dedicata a quella regione dell’Armenia. All’inaugurazione era presente un folto pubblico in grandissima parte costituito da non armeni. Nel corso dell’inaugurazione ha preso per primo la parola il dott. Joseph Oughourlian, direttore del fondo di investimento Amber Capital, grazie al cui contributo è stato possibile organizzare la mostra, e successivamente l’abate generale della Congregazione Armena Mechitarista, monsignor Elia Kilaghbian; poi è intervenuta la nota scrittrice Antonia Arslan alla quale ha fatto seguito la baronessa Caroline Cox, vice presidente della Camera dei Lords inglesi e grande amica degli armeni dato che fino ad ora si è recata ben ottanta volte nel Karabagh. Poi ha fatto seguito l’intervento del dott. Pietro Kuciukian, console onorario dell’Armenia a Milano ed infine ha preso la parola Graziella Vigo stessa. La mostra, che rimarrà aperta fino al 10 novembre è articolata in alcune sale dove sono esposte un centinaio di fotografie, tutte a colori, di vario forma- to, che trattano vari aspetti del Karabagh. Vi sono immagini molto suggestive di panorami ove si vede una natura intatta e non toccata dall’uomo; vi sono fotografie di antichi monasteri con particolari dei loro interni e di chiese dei primi secoli del Cristianesimo. Alcune, come il monastero di Gandzassar, sono degli autentici gioielli dell’architettura armena medievale. Ma vi sono anche molte immagini che raffigurano la vita quotidiana del Karabagh di oggi: bambini in età scolare, anziani, donne che lavorano. Un gruppo di fotografie tratta della vendemmia,dato che la regione è molto ricca di vigneti. Dalle immagini, come dalle spiegazioni che hanno dato i vari oratori nel corso dell’inaugurazione, sicuramente molti presenti saranno stati invogliati a visitare quella terra dato che essa è molto ricca di bellezze naturali e capolavori d’arte. E la sua popolazione, semplice e fiera, è molto ospitale. Un bel catalogo, con la riproduzione di bellissime fotografie, correda questa mostra, per la quale vale la pena fare un viaggio a Venezia. L’ingresso è libero. (Esse) E, a Roma, le foto del baby boom dell’Artsakh Nel 2008 il governo della repubblica del Nagorno Karabakh ideò un sistema per ripopolare un paese svuotato dalla guerra e dalle sue distruzioni: gli incentivi alle nascite. La fotografa Anastasia Taylor-Lind ha documentato il frutto di questo programma, e le immagini sono in esposizione nel circuito mostre di Fotoleggendo 2013. A Roma, presso la b>GalleryCafè, a partire dal 17 ottobre, sarà possibile visitare gratuitamente la mostra “The National womb – Il baby boom in Nagorno Karabakh”, mostra curata da Chiara Oggioni Tiepolo e Daria Battilana. Anastasia Taylor-Lind mostra attraverso i suoi scatti i soggetti che hanno beneficiato del programma di incentivo delle nascite, che prevedeva pagamenti in denaro per le coppie appena sposate. ANNO 8, NUMERO 167 THE NATIONAL WOMB fotografie di Anastasia Taylor-Lind Dal 17 ottobre al 3 novembre, tutti i giorni dalle 10:00 alle 22:00 (chiuso il lunedì) b>gallery cafè Piazza di Santa Cecilia, 16 Trastevere – Roma www.bgallerycafe.com “Io ho viaggiato tanto per il mondo, sempre con la macchina fotografica in mano e una grande curiosità davanti alle più diverse realtà ma l’Armenia.... l’Armenia è stata un colpo al cuore, per non dire del Karabakh....un viaggio nella storia e nel tempo, un viaggio dell'anima nel silenzio delle montagne, monasteri millenari, tra gente semplice, generosa e gentile dall’ospitalità leggendaria” . Così Graziella Vigo, affermata fotografa che già in passato ci aveva regalato grandi emozioni con il suo reportage sull’Armenia. Ora questa mostra, con relativo catalogo, le sue splendide fotografie, aprono una finestra sullo sconosciuto Artsakh; trasportano lo spettatore-lettore in un mondo sconosciuto e per questo ancor più affascinante, attraverso volti, panorami idilliaci, simboli e monumenti. KARABAKH, IL GIARDINO SEGRETO Casa dei tre oci - Fondamenta delle Zitelle, 43 - 30133 Giudecca, Venezia Orari: Tutti i giorni 10.00 – 18.00 - chiuso martedì - Ingresso gratuito Fermata Zitelle, di fronte ai Tre Oci Da San Zaccaria linea 2 (6 min.) | linea 4.2 (4 min.) Da Zattere Linea 2 (8 min.) Da piazzale Roma & dalla Ferrovia linea 4.1 (19 min.) | linea 2 (32 min.) KARABAKH, IL GIARDINO SEGRETO di Graziella Vigo (2013), e 45,00 Isbn 978-88-317-1680-2 MARSILIO EDITORE Pagina 4 5 Akhtamar on line la voce dell’Artsakh Aspettando il ritorno di Hagop Amncora non è dato sapere se e quando il giovane soldato della repubblica del Nagorno Karabakh, Hagop Injighulyan, potrà tornare a casa. Il giovane ventiduenne nella notte dell’otto agosto, al termine del suo turno di servizio, si era clamorosamente perso e, smarrito l’orientamento, si era ritrovato oltre la linea di confine in territorio azero. La fortuna di non essere stato colpito da qualche cecchino nemico o di non essere saltato su una mina fu grande. ma in Azerbaigian lo attendeva il consueto trattamento. Esposizione mediatica alla tv azera e consuete forzate dichiarazioni secondo una prassi non nuova al regime di Baku e peraltro fuori legge per le convenzioni internazionali. La Croce Rossa Internazionale sta seguendo il caso. Si parla ultimamente di un possibile trasferimento del soldato armeno ad uno stato terzo stante la ritrosia azera di riconsegnare il prigioniero al governo della repubblica del Nagorno Karabakh. SAHAKYAN INAUGURA MONUMENTO ALLA MEMORIA DEI COMBATTENTI DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE. Il presidente ha inaugurato lo scorso 25 ottobre il memoriale nel villaggio di Avetaranots nella regione di Askeran. Presenti autorità civili e religiose. Alcuni veterani di guerra sono stati premiati. IL NAGORNO KARABAKH SI PREPARA AD ESPORTARE ELETTRICITA’ La repubblica del Nagorno Karabakh è pronta ad esportare elettricità fuori dai confini nazionali. Ne dà notizia la Commissione sui pubblici servizi che ha confermato l’attivazione delle procedure di attivazione per l’esportazione di energia. La stessa, tuttavia, sarà consentita solo nel momento in cui la domanda interna sarà soddisfatta. Nel primo semestre 2013 l’Artsakh ha prodotto 93,2 milioni di kilovattora; il dato supera l’indicatore dello scorso anno del 43%. È evidente che la destinazione dell’energia elettrica in surplus non potrà che essere l’Armenia essendo ovviamente impensabile un accordo con l’Azerbaigian. Per motivi diplomatici è al momento da escludere una cessione di energia all’Iran con il quale l’Artsakh confina. SE I TURCHI RICONOSCONO IL KARABAKH… A lato, la pagina di registrazione del giornale turco Hurryet Daily che a sorpresa riporta il Nagorno Karabakh (e pure l’Ossezia del sud e l’Abkasia) fra gli stati di origine dei lettori. Pare che l’ambasciata azera ad Ankara non l’abbia presa molto bene ... ANNO 8, NUMERO 167 ADESSO SPARANO PURE ALL’OSCE! Le violazioni azere del cessate il fuoco non conoscono soluzione di continuità. Ogni settimana il ministero della difesa della repubblica del Nagorno Karabakh dà notizia di episodi il cui numero oscilla mediamente tra i duecento ed i trecento. Si tratta di colpi sparati da lontano, da posizioni pressoché irraggiungibili, che salvo casi limite (e fortunatamente ridotti nel numero) non riescono mai a raggiungere le postazioni armene. Ma sono comunque segnali ben precisi di una politica aggressiva, tutta incentrata sul mito della conquista militare continuamente sbandierata dal governo dell’Azerbaigian. I riflessi pratici sono quelli di tenere il nemico costantemente in allerta, di limitare gli spostamenti civili lungo la fascia di confine, dare vita ad una strategia della tensione fine a se stessa. Quattordicimila violazioni, una più una meno, nel 2012; numero leggermente in calo nel 2013. Le aggressioni e le incursioni nel territorio dell’Armeni del giugno dello scorso anno avevano provocato la ferma risposta della comunità internazionale e gli azeri erano stati avvisati che le organizzazioni non avrebbero più tollerato simili provocazioni. Aliyev, capita l’antifona, si era ritirato con la coda fra le gambe e i suoi cecchini si limitano a colpi isolati (ogni tanto qualcuno però raggiunge l’obiettivo e nel 2013 sono già due le vittime tra i soldati armeni …). Non era mai successo, però, che i soldati azeri si mettessero a sparare contro i funzionari dell’Osce che stavano eseguendo il consueto monitoraggio lungo la linea di confine tra Artsakh e Azerbaigian. È incredibilmente accaduto lo scorso 17 ottobre e lì’ambasciatore Kasprzyk, rappresentante speciale del presidente Osce in carica, ha dovuto interrompere per ragioni di sicurezza il lavoro dei suoi collaboratori. La provenienza azera dei colpi è fuori discussione: una provocazione, una distrazione, o un chiaro messaggio? Ora gli azerbaigiani sparano pure ai diplomatici internazionali chiamati a far rispettare il cessate il fuoco fra le parti. Qualcuno ancora può dubitare da quale parte sia la ragione? Pagina 5 6 Akhtamar Lo scultore Armen Agop premiato a Sulmona Armen Agop ha ricevuto la medaglia del Presidente della Repubblica Italiana il 5 ottobre in occasione della cerimonia di chiusura della 40/a Edizione del Premio Sulmona, rassegna internazionale di arte contemporanea a Sulmona, Italia. La mostra inaugurata Sabato 7 settembre ha visto la partecipazione di centoventicinque opere d'arte, in rappresentanza di oltre venti nazioni, tutte esposte nei musei civici diocesani di Sulmona. La 40/a edizione del Premio Sulmona è stata organizzata dal Circolo di arte e cultura "Il Quadrivio". La giuria era presieduta da Vittorio Sgarbi e composta da famosi critici e storici dell'arte. L'artista Armen Agop è arrivato in Italia nel 2000 dopo aver vinto il Premio Roma. Nel 2008 ha ricevuto "The Sculpture Grant" , premio che l'organizzazione svedese KKV - B attribuisce una volta l’anno ad un eminente scultore internazionale. Nel 2010, ha ricevuto il premio internazio- nale Umberto Mastroianni. Le sue opere sono esposte in Egitto nel Museo egiziano d'Arte Moderna del Cairo, nel Museo all'Aperto di Assuan, nel Qatar a Mathaf: Museo Arabo d'Arte Moderna, in Belgio nella Villa Empain, sede della Fondazione Boghossian, a Barge (Piemonte, Italia) nel Giardino di Piazza Stazione, in Florida (USA) nel Museo d’Arte Coral Springs e nel Museo dei Bozzetti di Pietrasanta (Toscana, Italia). (info su www.armenagop.com) Una storia Qui Armenia PROTOCOLLI CON INGANNO Nel corso della sua recente visita in Svizzera il ministro degli esteri turco Davutoglu è ritornato sui famosi Protocolli siglati quattro anni or sono proprio nel paese elvetico. Il ministro, ancora una volta, ha ribadito che il documento sarà preso in considerazione non appena sarà risolta la questione del Nagorno Karabakh. Queste affermazioni contrastano con la sigla dei Protocolli che avvenne “senza precondizioni”: all’epoca la Diaspora allarmò il governo ricordando come dei turchi non ci si può fidare. Puntualmente... on line AMNISTIA Come avevamo precedentemente già annunciato, il presidente Sargsyan ha firmato il decreto di amnistia in occasione del ventiduesimo anniversario dell’indipendenza. In forza di tale atto 571 detenuti hanno lasciato (ci auguriamo per sempre) le carceri armene. STRANI CLIENTI… In un supermercato di Ijevan (Tavush) ha fatto la sua apparizione un intimorito sciacallo. Catturato, è stato liberato in una zona protetta fra le montagne. Lo spettacolo ci racconta La storia di un paese vicino e lontano, Di luoghi biblici e sacri, Di un monte alto, di fiumi antichi, Di bevande e frutti saporiti. Ecco la narrazione, E figure danzanti avanzano sulla scena, E foglie ed uccelli, ed acqua e vento, e canzoni. Entra poi un uomo, Egli ha il passo saldo e sicuro, Egli è alto e bruno, Di giovanile bellezza, sguardo franco e libero. Egli è come un dio, principe, re fiero, In questa storia Di fatti anche drammatici e dolorosi Che feriscono a morte. Ma egli è giovane ardito, Che avanza e si muove Misurando passi e gesti. E la narrazione continua Con la gioia e la promessa, La danza della bella e vergine sposa, Di bianco vestita e di perle adorna. La festa del loro sposalizio riempe la scena Con musica, canti e colori, doni e sapori. E' il mondo che danza con la nuova Armenia, Con questa sposa e questo sposo Che celebrano ora e per sempre La Vita avvenire, Questo paese giovane ed antico, Lontano e vicino. Susanna Zanca A Padova, grande successo di pubblico per lo spettacolo “Vi racconto l’Armenia”. Qui sopra i versi di una spettatrice dedicati all’evento. ANNO 8, NUMERO 167 Pagina 6 7 Akhtamar on line HAYclick Proteste a confronto... bollettino interno a cura di comunitaarmena.it YEREVAN, 23 OTTOBRE - STUDENTI IN PIAZZA Alcune centinaia di studenti universitari sono scesi in piazza all’indomani dell’ennesimo atto di aggressione azera che è costato la vita ad un giovanissimo soldato dell’esercito armeno colpito a morte mentre percorreva in auto una strada prossima al confine. Una lettera di protesta è stata presentata all’ufficio Osce della capitale armena. Q U E S T A P U B B L I C A Z I ON E E ’ E D I T A CON IL FAVORE DEL MINISTERO DELLA DIASPORA il numero 168 esce il 15 novembre 2013 AVVISO AI LETTORI Per assoluta mancanza di spazio pubblicheremo nel prossimo numero il resoconto del seminario sugli armeni tenutosi alla Sapienza di Roma il 23 ottobre scorso. BAKU, 12 OTTOBRE- FOLLA IN PIAZZA CONTRO IL DITTATORE In seimila, confinati dalle autorità all’interno di uno stadio di periferia e poi comunque caricati dalla polizia con manganelli e lacrimogeni nonostante la manifestazione fosse stata autorizzata. È questo che l’opposizione azera è riuscita a fare per denunciare i brogli e le violenze che hanno caratterizzato l’ennesima elezione farsa del dittatore Aliyev. Non molto, ma più che sufficiente per far arrivare la notizia sui media di tutto il mondo. L’Osce ha bollato negativamente la consultazione alla quale Aliyev si è presentato facendo modificare la costituzione che gli impediva un terzo mandato.