fine delle trasmissioni!

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fine delle trasmissioni!
Fondato da Massimiliano Giacomini
SoccerLife - Settimanale sportivo nazionale gratuito sul Calcio Dilettantistico e Giovanile. Registrazione al tribunale di Roma n° 160 del 30/06/2014
Settimanale sportivo
sul calcio
dilettantistico
Gennaio 2015
Numero
6
Anno 1
FINE DELLE TRASMISSIONI!
LA GESTIONE MACALLI È ORMAI AGLI SGOCCIOLI
GRAVINA E GHIRELLI SI PRENDONO LA LEGA PRO
10
Il punto del Direttore
Gennaio 2015
di Emanuele Del Greco
[email protected]
I
l nuovo anno calcistico è cominciato un po’ come
era finito. Polemiche, errori arbitrali, riforme ancora bloccate. Si può dire la stessa cosa anche della
situazione generale del nostro paese e allora perché
preoccuparsi? Perché tutti quelli che nel 2014 sono
saliti alla ribalta nel calcio, hanno preso poltrone importanti o hanno mantenuto quelle dove erano già
più o meno saldamente ancorati, avevano promesso
esattamente il contrario, al grido di paroloni come:
Riforme! Tecnologia! Rinnovamento! Così, visto che
anche noi di SoccerLife avevamo promesso di non
guardare in faccia nessuno, è arrivato il momento
di cominciare a fare qualcosa. Per farlo abbiamo
deciso di ampliare un bel po’ il nostro raggio d’azione, idea spero gradita per i nostri lettori. Abbiamo
dunque allargato la nostra lente d’ingrandimento e
siamo finiti a sbirciare nel mondo dei professionisti.
Senza sconfessare la nostra missione, sia chiaro,
ma del resto ogni dilettante che si rispetti sogna di
arrivare tra i grandi. E allora, perché non concedere loro qualche strumento in più per sapere dove
andranno a trovarsi un giorno. L’occasione è stata
Sommario
davvero ghiotta e ce l’ha posta su un piatto d’argento l’ex direttore generale della Lega Pro Francesco
Ghirelli che negli ultimi giorni dell’anno sembra sia
riuscito mettere in ginocchio il principato di Mario
Macalli, a capo della vecchia Serie C dal 1997. La
sensazione è che la battaglia sarà dura e lunga. E
non esistono battaglie senza feriti o, peggio ancora,
senza morti. Tutto, però, dipende dalle armi che i
contendenti hanno in mano. E così abbiamo provato
a farcelo spiegare da Ghirelli in prima persona, soprattutto per capire se quelli che andranno a morire
non saranno solo i soliti coraggiosi e le prime linee
messe lì a difesa dei propri interessi, per ritrovarci
alla fine davanti alla solita storia: un bell’armistizio
che accontenti tutti e amici come prima. L’aria nel
suo caso sembra diversa e noi ce lo auguriamo. Iniziamo l’anno anche con un lungo reportage a puntate dedicato al “fantastico mondo” del sintetico per
capirne pregi e difetti, costi e risparmi, migliorie e
non. Sempre in attesa delle tanto sospirate deleghe
del Presidente della LND Belloli, vi auguriamo buon
anno e buona lettura.
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Intervista a Ghirelli
Intervista a Gravina
Intervista a Macalli
Serena, presidente del Mestre
Nusca di parla dei manti sintetici
Classifiche Serie D
Intervista a Caturano
Torneo di Viareggio
Calcio Femminile: Torres
Arte & Cultura
Torneo delle Regioni
Conferenza stampa SoccerLife
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L’ex direttore generale Francesco Ghirelli getta nel caos la Lega Pro
"MACALLI NASCONDE QUALCOSA"
Anche Tavecchio, in forte difficoltà, adotta una tattica attendista
di
Emanuele
Del Greco
F
rancesco Ghirelli, ex direttore generale della Lega
Pro, licenziato a settembre
dopo aver presentato un dossier
scottante va di nuovo all’attacco. Il motivo è semplice: il suo
carnefice, il presidente Mario
Macalli, sfiduciato dall’ultimo
Consiglio di Lega è ancora in
sella e pare proprio non voglia
mollare la poltrona. L’ex dg, che
ora si definisce un libero pensatore, è pronto a dare battaglia
per essere reintegrato.
Ghirelli, cosa sta succedendo?
«Intanto inizio da un dato rilevante per conoscenza di tutti:
nemmeno una delle società che
Macalli sostiene stiano ancora
con lui risulta essere dalla sua
parte. La situazione in cui oggi
si trova la Lega Pro è paradossale. Si prosegue senza tener
conto, né della volontà dei club,
né dei voti negativi, e ancor
meno delle lettere del Presidente Tavecchio».
Perché ci sarebbe questo distaccamento dalla realtà allora?
«Un sospetto c’è… E spero non
sia così per lui e per chi lo sostiene ancora. Ma tale testardaggine, che nega l’evidenza,
potrebbe nascondere elementi di gravità superiori a ciò che
io stesso ho evidenziato nel
dossier del 5 settembre 2014.
Dall’altro evidenzia anche che
il ruolo di delegato alle Riforme
che la FIGC gli ha dato è davvero fuori luogo. Come è possibile che questo incarico venga
dato a chi opera in sfregio alle
regole? Come si può pensare
che possa scrivere le nuove regole della FIGC chi le viola ogni
giorno cercando di sopprimere
la libera espressione dei presidenti?».
Quindi c’è anche conflitto
d’interessi secondo lei?
«Monumentale conflitto di interessi! Vuole invalidare l’assemblea che di fatto lo ha sfiduciato.
Agisce come se la Lega fosse la
Francesco Ghirelli - (Foto Archivio)
sua. E invece di prendere atto dei percorsi democratici che ne hanno determinato il risultato vede CONGIURE e
GOLPE».
Questo stallo a cosa può portare?
«In primis bisogna rendersi conto
dell’enorme danno che si sta causando ai club. Poi non parliamo del danno
dell’immagine. Il brand Lega era molto
forte fino a qualche mese fa. Ricordo
solo che nel novembre 2013 siamo stati, e io ancora c’ero, organizzatori di un
evento a Ginevra nella sede dell’ONU.
La Lega si è posta sempre duramente
contro le bande criminali internazionali
che manipolano le partite. E ora? Tutto è offuscato, vanificato. E si potrebbe
proseguire ma mi fermo. Poi, se rimanesse questo stallo, la ripercussione
potrebbe addirittura minare i già precari
equilibri di via Allegri».
Lei teme o auspica il commissariamento?
«Io auspico che qualcuno spieghi a Macalli che ha perso. Che un voto palese
e nominale non può essere rovesciato.
I numeri non ci sono più per lui. E se
il 5 gennaio scorso si fosse presentato
in Lega invece di andare in tv forse lo
avrebbe capito anche da solo…».
Lei come pensa di farglielo capire?
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«E come si fa a far capire qualcosa a
chi non vuole ascoltare. A chi ritiene
che il minimo tentativo di confronti sia
un atto terroristico. A chi convoca riunioni per “portare avanti il dibattito sugli
argomenti non approvati in precedenza…».
Questo rispetto a Mario Macalli e alla
Lega Pro. Francesco Ghirelli invece
come è messo?
«Si riferisce al mio licenziamento? Ho
fatto ricorso al Tribunale di Firenze
per essere reintegrato, ritenendo l’atto
compiuto nei miei confronti chiaramente ritorsivo».
Ritorsivo perché’?
«Il 5 settembre 2014 presentai al direttivo di Lega un dossier su aspetti seri della governance della Lega,
dopo averlo ripetutamente segnalato
a Macalli stesso nei mesi precedenti.
Facendo così pensai di salvaguardare
senza dubbio me stesso (se vengo a
conoscenza, non posso ignorare) e i
soprattutto i club».
E che succede…
«Vengo licenziato in tronco, con un
atto immediato. E di fronte a ciò che ho
subito, ho anteposto comunque e ancora una volta gli interessi generali del
calcio ai miei. Potevo, e ancora potrei,
ricavare risorse finanziarie significative
da tutto questo. Dovrei augurarmi che
rimanga Macalli se dovessi pensare ai
veramente miei interessi».
Perché non affonda il colpo allora?
«Perché amo il calcio, lo sport, l’Italia.
Non è retorica la mia. E mi sono detto
che era giunto il momento di non lamentarmi, di non mugugnare, ma di raddrizzare, ancora una volta nella mia vita,
la schiena e combattere per riformare.
Per questo ho chiesto solo il reintegro.
Con me non è possibile alcun baratto.
Posso perdere ma combatterò».
Qualcuno potrebbe pensare che stia
bluffando senza avere grandi cose
in mano per ottenere altro…
«A poker c’è un momento di verità che
si palesa allorquando qualcuno dei protagonisti della partita dice “VEDO”. Io
aspetto chi lo farà e quello sarà il momento della verità».
Perché tornare a lavorare in Lega allora?
«Perché ritengo che possa esistere
una Lega trasparente. Di certo non con
chi mi ha messo alla porta e va dicendo che sono farneticamente (Macalli,
ndr)».
La battaglia è appena cominciata. Staremo a vedere come finirà…
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GRAVINA: TEMPO SCADUTO
MACALLI PROVA A DIFENDERSI
TERREMOTO IN LEGA PRO
Gabriele Gravina, consigliere federale: “C’è bisogno di aprire
le finestre e far entrare tanta aria nuova”
L
di
Sara
sbaffi
’assemblea della Lega Pro,
composta da sessantanove
club, lo scorso 15 dicembre
non ha approvato il bilancio 2014
segnando una netta frattura. La
crisi può portare in tempi rapidi a
commissariamento e nuove elezioni. Quaranta sono le società
contrarie al presidente Macalli
che hanno votato pubblicamente
la sfiducia, appoggiando la cordata capeggiata dal consigliere
federale, ex presidente del Castel di Sangro e capodelegazione
dell’Under 21, Gabriele Gravina,
il quale, insieme all’ex dg della
Lega Pro Francesco Ghirelli, si
è fatto megafono del malcontento serpeggiante nelle società.
Macalli è apparso amareggiato
Gabriele Gravina - (Foto Archivio)
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da questa situazione e ha ribadito: «Il bilancio è perfetto, è più
pulito dell’acqua. I bilanci hanno
solo due caratteristiche, possono
essere veri o falsi. Se qualcuno
sostiene la seconda opzione ne
parleremo in sedi più opportune».
Da mesi si parlava di rapporti tesi
tra il presidente della Lega Pro e
il direttore generale Ghirelli, una
frattura che faceva presagire lo
scenario attuale: «Avevamo un
rapporto di lavoro, in quattro anni
insieme abbiamo fatto buone
cose ma quando vengono a mancare i presupposti non si può più
andare avanti». Probabile quindi che si vada a nuove elezioni,
anche se Macalli si è detto non
intenzionato a dimettersi. Il voto
dovrebbe essere indetto entro sessanta
giorni, scadenza prima della quale dovrà
comunque tenersi
una nuova assemblea per la revoca
dell’attuale consiglio
direttivo e l’elezione
della nuova Governance. Gabriele Gravina, rappresentante
del fronte del cambiamento potrebbe
candidarsi
presto
alla presidenza della
terza serie. «È finito
il tempo dei protagonismi. Testimoniare
l’attaccamento alla
propria
posizione
quando il 60-70%
delle società ti sfiduciano è un cattivo
esempio. Negli ultimi
tempi c’è stato un
cambiamento generale e chi è
sordo ne paga le conseguenze e
se ne assume le responsabilità».
Così il consigliere federale antiMacalli ha parlato della situazione in Lega Pro dopo aver chiesto
le dimissioni del presidente, dicendosi anche disponibile ad un
confronto. «Mi piace pensare - ha
detto Gravina - che l’attaccamento storico e affettivo di Macalli che
ha un forte legame con la Lega
Pro lo porti a non volere dimettersi. Evito di fare cattivi pensieri in
tal proposito. Ma dentro ogni organizzazione quando c’è un atto
di sfiducia, formale e sostanziale
come in questo caso, è doveroso
che vengano attuati i meccanismi
della democrazia». Gravina, rivale di Macalli alle ultime elezioni del
2012 quando era stato rieletto per
la quinta volta con 42 voti contro i
26 dello sfidante (percentuali ora
ribaltate dall’ultimo voto), ipotizza
una cura per i bilanci: «Applicando i normali criteri manageriali e
facendo squadra con i presidenti
delle società che sono delle eccellenze nell’imprenditoria si può
trovare una soluzione ai problemi
di bilancio. Serve una valorizzazione del brand e l’elaborazione
di progetti di marketing mettendo
a frutto l’intuizione di Ghirelli sui
diritti televisivi». Quali possono
essere i primi costi da tagliare?
«Qualche consulenza di troppo
e alcune spese generali eccessive. Come l’impegnativa gestione
della sede. Bisogna estendere il
mondo della Lega Pro alla partecipazione diretta delle società con
la massima trasparenza, aprire le
finestre per far entrare tanta aria
nuova».
Mario Macalli, presidente Lega Pro - (Foto Archivio)
I
l presidente della Lega Pro
Mario Macalli ormai alle corde
cerca di difendersi dalle accuse mosse contro di lui. A chi
gli chiede se qualcuno gli abbia
fatto un brutto scherzo risponde seccamente: «Io non ho un
problema. Faccio il Presidente
e per farlo bisogna avere il consenso delle società, questa è
la democrazia. Bisogna capire,
però, perché intervengono alcune persone e perché succedono
alcune cose. Ci sono tante cose
che vanno discusse. Ci sono accuse che non esistono e poco
serie. 32 società hanno chiesto
la convocazione di un’assemblea per chiedere un impeachment al presidente. Non è un
problema, ma questo famoso
dossier realmente cosa dice?».
Quando gli viene chiesto se lui
non rappresenta il futuro del
calcio risponde così: «Questo
è sicuro. Per ora sono ancora il
Presidente della Lega Pro, per
elezione dovrei esserlo fino al
2016».
Su Ghirelli è rammaricato: «Io ho
lavorato con lui per quasi quattro
anni, abbiamo fatto delle cose
buone. Ora nell’ultimo periodo si
era guastato qualcosa, quando
si lavora insieme bisogna avere
gli stessi intenti e questi ultimamente sono mancati. Ne sono
davvero dispiaciuto».
Riguardo ad indiscrezioni che
vedono la figura di Abodi dietro
Gravina e Ghirelli: «Non so se
c’è dietro Abodi, se c’è lui ha fatto un cattivo affare. Lui governa
un calcio con diverse importanti
società. Ognuno ha i suoi problemi e ognuno deve governare
a casa sua cercando di avere
rapporti buoni con gli altri. Io ho
avuto conflitti di natura economica con la Serie B e per litigare
bisogna sempre essere in due.
Io ho sempre cercato di far valere le ragioni dei club di Lega
Pro e oggi vengo accusato di
non portare a casa i soldi di due
anni fa, senza considerare che
il CONI ha tagliato 25 milioni di
euro. I club devono stare attenti,
perché rischiano grosso».
Riguardo al fatto che se dovesse saltare, rischierebbe anche
Carlo Tavecchio parla chiaro:
«No, non credo. Sono contento
di averlo appoggiato e che 50
club di Lega Pro abbiano votato
a suo favore». Su chi si è opposto a lui: «Al Nord mi appoggiano tanti club, così come mi appoggiano molti al Sud. Al Nord
Pavia, Albinoleffe, Lumezzane
mi hanno appoggiato, mentre
il Bassano ha votato contro. Io
non ho mai rotto le uova a nessuno. Rispetterò le decisioni di
tutti, ma mi sarebbe piaciuto che
certe rimostranze fossero state
fatte a me. Qui, invece, ci sono
troppe chiacchiere».
Una lega ormai divisa: «Mi dispiace che si sia spaccata. La
nostra forza è sempre stata
quella dell’unità, così si è rotta
l’istituzione e Ghirelli e Gravina
dovrebbero saperlo».
Sulle cause della fine del suo
rapporto con Ghirelli: «Secondo
me da parte sua il problema è
nato quando c’è stata la trattativa con la Serie B per la divisione
dei proventi. Magari, pensava ci
fosse stata sfiducia nei suoi confronti perché non la affidai a lui,
ma non era assolutamente così.
Lotito? Dire che non conta nulla
è sbagliato, ma è sbagliato anche dire che conta troppo».
Sulle squadre B o sulle multiproprietà: «Io sono sempre stato
contrario alle squadre B, in Lega
Pro non sarebbero utili a nessuno. Invece, sulle multiproprietà
c’è un’apertura della Lega e del
Consiglio Federale. Può essere
utile per dei club importanti avere altri società nelle quali mandare a giocare i calciatori».
A chi gli chiede come cambierà
la sua vita professionale risponde: «Tornerò a lavorare come
faccio da 60 anni. Farò parte di
questa grande organizzazione
che si sta facendo a Roma, cioè
la TEO che è la Terza Età Operativa. Facessero attenzione
che saremo noi della Terza Età
a rottamare loro, non il contrario».
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STEFANO SERENA:
"VOGLIO PORTARE IL MESTRE IN LEGA PRO"
Il nuovo presidente della società veneta ha le idee chiare per il futuro
Il presidente Stefano Serena - (Foto Archivio)
I
l presidente del Mestre Stefano Serena, imprenditore
classe ‘66 di Conegliano ma
mestrino di nascita, pensa in
grande. Il Mestre, al momento,
milita nella Prima Categoria veneta, nel girone H, ma il presidente ha grandi ambizioni sia a
livello tecnico che a livello manageriale.
Cosa l’ha spinta a diventare
presidente di una società di
calcio?
«Non ho mai giocato a calcio, se
non a livelli amatoriali da piccolo, però grazie alle mie amicizie
sono diventato appassionato di
pallone. I motivi principali che
mi hanno spinto a scendere in
campo sono stati la curiosità nel
vedere la passione che i miei
amici mettevano in questo sport
e il fatto che il Mestre rappresenta una città che merita palcoscenici importanti».
Da quando è diventato presidente quali sono i primi cam-
biamenti che ha apportato alla
società?
«Abbiamo rivisto l’assetto interno dal punto di vista organizzativo, cercando di dare una struttura più manageriale, affinché
ci sia un lavoro corale ed organizzato dove ognuno ha il suo
compito. Siamo l’unica società
in Italia ad avere il logo della
Unicef, per ora solo sulle maglie
delle giovanili ma dalla prossima
stagione saranno sulle mute da
gara di tutte le squadre. Credo
che sia la prima volta che succede in Italia con una società dilettantistica. Questa iniziativa è la
manifestazione del nostro impegno sociale ma non sarà l’unica,
in futuro ce ne saranno molte
altre. Tramite la nostra società
vogliamo dare un contributo sociale serio e concreto. Abbiamo
investito su pullmini nuovi per
le squadre e abbiamo riservato
grande attenzione e risorse al
settore giovanile che non esisteva prima e adesso conta 150
unità. Vogliamo dare credibilità
ed affidabilità alle persone che
lavorano per questa società».
Un bilancio sul campionato in
corso?
«Oggi siamo terzi a 4 punti dalla
testa della classifica ed essendo
ambizioso non sono molto contento. Ad inizio anno si diceva
che avremmo dominato il campionato, ma io sapevo che non
sarebbe stato così. Noi puntiamo a vincere il titolo e tutte le
competizioni che dovremmo
affrontare perché la squadra è
stata costruita per vincere. Il terzo posto è buono, ma puntiamo
in alto».
di
Andrea
Fondato
Obiettivi futuri?
«Vogliamo portare questa società fino alla Lega Pro. Mi sono
dato 5 anni di tempo per raggiungere questo obiettivo. Puntiamo
anche ad avere delle società
satellite nell’hinterland mestrino
da cui poter attingere. Unicef è
la prima tappa nel sociale a cui
seguiranno altre iniziative».
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ROBERTO NUSCA:
"I GIOCATORI SU UN CAMPO ARTIFICIALE NON RISCHIANO INFORTUNI"
Il dg della Limonta Sport chiarisce le qualità del sintetico e le questioni
sollevate sull’omologazione
S
intetico sì o sintetico no?
L’interrogativo si propone
spesso, soprattutto quando i campi della massima serie
offrono uno spettacolo degradante, generalmente per le avverse condizioni climatiche. La
tecnologia ha portato ad un’evoluzione importante dei materiali,
ma i dubbi continuano a rincorrersi. Un approfondimento sulla
tematica diventa necessario e
chi produce i campi sintetici è
il miglior referente per capire le
peculiarità del prodotto. Roberto
Nusca, direttore generale della
Limonta Sport, racconta la cre-
scita dei materiali per i campi
sintetici tra cattiva informazione
e falsi miti.
La sua società è la migliore
nel settore, qual è stata l’evoluzione negli anni dei campi
sintetici?
«L’erba sintetica ha una storia
lunga, i primi utilizzi risalgono
agli anni ’60 in Europa, ma l’evoluzione in Italia è cominciata
nel ‘70-’80 con l’introduzione nel
calcio a 5. La vera svolta, però
c’è stata nel 2000/01 con Carlo
Tavecchio, all’epoca presidente
della Lega Nazionale Dilettan-
ti, che riuscì a farsi autorizzare
in via sperimentale l’utilizzo.
In questi 15 anni l’evoluzione
del prodotto è stata altissima
passando da prodotti di prima
generazione ai nuovi che sono
sempre più simili all’erba naturale. La terza generazione è una
combinazione di erba sintetica
che consente di avere risultati
equivalenti ad un prato naturale».
A chi si può consigliare un
campo in erba sintetica?
«È consigliato a quei club che
avendo un terreno di gioco su
Stadio Manuzzi di Cesena - (Foto Archivio)
di
Fabiola
Rieti
cui si lavora molto, con la scuola calcio
e con l’attività agonistica, hanno un prato naturale che non riesce a supportare
lo sforzo. Il sintetico invece consente
un utilizzo continuo senza problemi sia
per l’attività didattica sia per le partite
nel week end».
Di che cure necessita?
«Non ha bisogno di cure particolari.
Inizialmente qualcuno aveva lanciato
il messaggio che il campo in erba sintetica era privo di manutenzione, questo è vero solo in parte. Un minimo di
manutenzione serve, ma si deve tener
conto che è irrisoria rispetto alla grande
potenzialità di utilizzo che può avere il
campo».
In serie A però c’ è ancora qualche
reticenza ad utilizzarli, secondo lei
perché?
«La nostra società ha curato il manto
dello stadio di Cesena. Fu inaugurato
quattro anni fa in occasione di un Cesena-Napoli poi il club è retrocesso e
dopo due stagioni in B è tornato nella
massima serie quest’anno. L’investimento fatto all’epoca è stato positivo,
perché dopo quattro anni non sono intervenuti sui costi del campo utilizzandolo con continuità e questo fa capire
anche la qualità tecnica di un campo
in erba artificiale. Certo in serie A sono
campi più tecnologici, dove occorre anche un po’ più di manutenzione.
10
Ci sono poi altri cinque campi in serie
B e sei in Lega Pro. Oltre agli stadi, la
maggior parte dei club ha nel proprio
centro sportivo un campo di allenamento in sintetico di supporto, che gli
permette di creare il turn over necessario per il mantenimento dei campi in
erba naturale e in caso di condizioni
atmosferiche disagevoli».
La diffidenza è solo cattiva informazione?
«Chiaramente non tutti i manti in erba
sintetica sono uguali fra di loro. Un dato
però è certo: ad oggi non ci sono report o statistiche che testimoniano un
numero diverso di infortuni sul campo
naturale e sul campo sintetico. C’è
un’adattabilità al manto, ma è anche
un aspetto tecnico professionale. Per
esempio spesso noto un’incongruenza,
perché i giocatori durante la settimana
si preparano su un campo perfetto artificiale e la domenica giocano invece su
un campo di patate. In questo caso la
tutela del giocatore è superiore su un
sintetico ed è un’affermazione provata
tecnicamente e scientificamente. E poi
anche il gesto tecnico ne guadagna».
Qualche mese fa la trasmissione Report, in onda su RaiTre, aveva affrontato la tematica dell’omologazione
dei campi sintetici in un’inchiesta,
aprendo una serie di dubbi su spese
e modalità. Quanto incide effettiva-
mente il costo dell’omologazione?
«Ho visto anche io quella trasmissione
e come operatore di settore vorrei innanzitutto manifestare la mia indignazione, perché le persone intervistate
non hanno esperienza specifica al riguardo, forse era necessario qualche
approfondimento in più. Detto questo,
l’omologazione per i professionisti costa 4000 euro l’anno, perché la Fifa impone la verifica annuale. Mentre per i
dilettanti 4000 euro ogni quattro anni,
che sono praticamente 1000 euro l’anno. Per capire meglio, c’è da dire che
una società dilettantistica, più che su
un campo in erba, gioca su un campo
in terra, perché dopo l’utilizzo frequente l’erba non cresce più. Solo la spesa
di delimitarlo è superiore all’omologazione. I vantaggi del sintetico sono la
possibilità di utilizzare il campo senza limiti, per questo consiglio a chi mi
chiede un campo artificiale di sfruttarlo
al massimo con attività continue durante tutto l’arco della giornata».
Secondo lei c’è margine per abbattere il costo dell’omologazione?
«Non so dirle, perché non è di mia
competenza, ma dell’organo federale.
Presumo che ci si possa ragionare, ma
dipende da tanti elementi di valutazione e dai controlli necessari per valutare
la qualità del campo. La cosa importante è dare al cliente finale un prodotto
che duri nel tempo, almeno dieci anni».
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N.
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Serie D
Le Classifiche
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PROSSIMO TURNO 18/01/2015
GIRONE A
Acqui - Novese
Asti - Oltrepovoghera
Borgomanero - Pro Settimo
Borgosesia - Rapallo Bogliasco
Chieri - Argentina Taggia
Cuneo - Bra
Derthona - Sestri Levante
Lavagnese - Valle d’Aosta
Sancolombano - Bellinzago
Vado - Caronnese
GIRONE D
Abano Terme - Piacenza
Bellaria Igea - Fortis Juventus
Correggese - Formigine
Este - Ribelle
Fidenza - Romagna C.
Fiorenzuola - Montemurlo
Imolese - Rimini
Mezzolara - San Paolo PD
Scandicci - Thermal Abano Teolo
V. Castelfranco - Delta P. Tolle
GIRONE G
Anziolavinio - Ostia Mare
Aprilia - Terracina
Castelli Romani - Cynthia
Fondi - Selargius
Isola Liri - Budoni
Nuorese - Sora
Olbia - Viterbese
Palestrina - Astrea
San Cesareo - Arzachena
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GIRONE B
Aurora Seriate - Pergolettese
Caravaggio - Inveruno
Castellana C. - Ciserano
Castiglione - Ciliverghe Mazzano
Lecco - Folgore Caratese
Montichiari - Sondrio
Ponte S. Pietro - Villafranca
Seregno - Olginatese
Virtusvecomp V. - Mapellobonate
GIRONE E
Colligiana - Ponsacco
Fl. Civitacastellana - Gualdo
Foligno - Pianese
Gavorrano - Bastia
Massese - Trestina
Poggibonsi - Rieti
S. Giovanni Valdarno - Siena
Sansepolcro - S. Donato Tavarnelle
Voluntas Spoleto - Villabiagio
GIRONE H
Bisceglie - Grottaglie
Brindisi - Gallipoli
Cavese - Taranto
Francavilla - Fidelis Andria
Gelbison - Rossoblu Potenza
Monospolis - San Severo
Pomigliano - Arzanese
Puteolana - Manfredonia
Scafatese - Sarnese
GIRONE C
Arzignano - Mori S. Stefano
Belluno - Tamai
Clodiense - U. Ripa
Dro - Altovicentino
Giorgione - Union Pro
Legnago - Kras Repen
Mezzocorona - Fontanafredda
Padova - Montebelluna
Sacilese - U. Triestina
GIRONE F
Amiternina - Campobasso
Celano - Chieti
Civitanovese - Vis Pesaro
Fano - Maceratese
Fermana - Recanatese
Giulianova - Sambenedettese
Jesina - S. Nicolo’
Olymp. Agnonese - Castelfidardo
Termoli - Matelica
GIRONE I
Agropoli - Leonfortese
Comp. Montalto - Noto
Frattese - Torrecuso
Hinterreggio - Battipagliese
Nuova Gioiese - Akragas
Orlandina - Roccella
P. Marcianise - Due Torri
Rende - Sorrento
Tiger Brolo - Turris Neapolis
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GIRONE A
Caronnese
Pro Settimo
Cuneo
Chieri
Lavagnese
Oltrepovoghera
Bra
Sestri Levante
Bellinzago
Borgosesia
Acqui
Argentina Taggi
Novese
Asti
Sancolombano
Vado
Derthona
Rapallo Boglias
Valle D’Aosta
Borgomanero
GIRONE D
Rimini
Correggese
Este
Delta P. Tolle
Piacenza
Fiorenzuola
Bellaria Igea
Abano Terme
Imolese
Fortis Juventus
Scandicci
Mezzolara
V. Castelfranco
Montemurlo Romagna C.
Formigine
Thermal Abano T.
Fidenza
San Paolo PD
Ribelle
GIRONE G
Castelli Romani
Viterbese
San Cesareo
Arzachena
Ostia Mare
Sora (-1)
Budoni
Aprilia
Astrea
Olbia
Nuorese
Selargius
Fondi
Cynthia
Terracina Isola Liri (-1)
Palestrina (-1)
Anziolavinio
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34
33
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30
25
25
22
22
21
21
16
12
12
5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
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12
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Pt
N.
43
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37
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21
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20
18
18
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15
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
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18
Pt
N.
42
39
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29
28
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22
22
20
18
16
15
14
11
7
1
2
3
4
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6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
GIRONE B
Pt
N.
41
39
33
33
31
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29
28
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24
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10
3
1
2
3
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8
9
10
11
12
13
14
15
16
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Pt
N.
35
35
34
31
30
29
29
28
23
23
21
19
18
17
17
14
7
5
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
GIRONE H
Pt
N.
Fidelis Andria
Rossoblu Potenza
Bisceglie
Taranto
Cavese (-5)
Brindisi
Gelbison Gallipoli
Sarnese
Francavilla
Monospolis
Manfredonia
Pomigliano
Grottaglie (-1)
Scafatese
San Severo
Arzanese
Puteolana
42
37
34
31
28
28
28
26
26
22
20
19
16
15
13
13
10
9
Seregno
Castiglione
Lecco
Sondrio
Ciserano
Inveruno
Pro Sesto
Pergolettese
Ponte S. Pietro
Virtusvecomp V.
Mapellobonate
Aurora Seriate
Villafranca
Folgore Carates
Caravaggio
Olginatese
Ciliverghe Mazz
Castellana C.
Montichiari
GIRONE E
Siena
Poggibonsi
Ponsacco
Rieti
Sansepolcro
Foligno
FL. Civitacaste
Gualdo Massese
Voluntas Spoleto
Pianese
Colligiana
S. Donato Tavar
S. Giovanni Val.
Gavorrano
Villabiagio
Triestina
Bastia
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
GIRONE C
Padova
Altovicentino
Belluno
Sacilese
U. Ripa
Montebelluna
Tamai
Clodiense
Arzignano
Fontanafredda
Union Pro
Giorgione
Legnano
Dro
Kras Repen
U. Triestina
Mori S. Stefano
Mezzocorona (-4)
GIRONE F
Maceratese
Civitanovese
Fano
Sambenedettese
Campobasso
Matelica
Chieti
Jesina
S. Nicolò
Giulianova
Amiternina
Fermana
Recanatese
Castelfidardo
Vis Pesaro
Celano
Termoli
Olymp. Agnonese
GIRONE I
Akragas
Torrecuso
Agropoli
Turris Neapolis
Rende
Leonfortese
Frattese
P. Marcianise
Hinterreggio
Roccella
Battipagliese
Due Torri
Tiger Brolo
Sorrento
Nuova Gioiese
Noto (-1)
Comp. Montalto
Orlandina (-2) Pt
41
39
36
32
29
27
26
26
25
24
22
19
17
16
11
11
7
7
Pt
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37
33
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Pt
36
35
32
31
31
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20
19
12
10
10
6
13
SALVATORE CATURANO E LA SUA
NUOVA VITA NEL MELFI
L’ex giocatore dell’Empoli racconta la sua nuova esperienza
tra le gioie del passato e le speranze per il futuro
S
di
Fabiola
Rieti
ono 18 le presenze e
6 i gol: questi i numeri
che proiettano Salvatore Caturano verso un rilancio.
L’attaccante classe ’90 sta recuperando, in questa stagione
2014/15 con la maglia del Melfi,
una continuità importante. Cresciuto nelle giovanili dell’Empoli,
aveva esordito in serie A a soli
17 anni, poi il suo percorso si è
Salvatore Caturano in azione - (Foto Archivio)
14
complicato, ma la voglia e l’umiltà di risalire non si sono esaurite
e lo portano a cercare di migliorarsi giorno dopo giorno.
«Il sogno era di raggiungere la
serie A - racconta il bomber - e
ci ero arrivato, poi l’ho persa un
po’ per strada. Tuttora spero di
fare bene quest’anno e nei prossimi per tornare a grandi livelli».
Al Melfi nel girone C di Lega
Pro si sta imponendo con perentorietà: «Ho avuto un problema familiare quest’anno,
perché è venuto a mancare mio
padre. Avevo bisogno di tranquillità e qui la sto trovando. Il
Melfi è una società piccola, ma
solida, che punta sui giovani e
mi ha permesso di recuperare
serenità. È l’ambiente giusto,
sto dimostrando grandi cose e
Salvatore Caturano
“
Per un giovane italiano è più
difficile imporsi in Italia. Purtroppo
molte società non puntano sui
settori giovanili e non lanciano
giovani dal vivaio, i ragazzi sono un
po’ penalizzati. Noi giovani siamo il
futuro”
spero di continuare su questa strada.
Ho rescisso dall’Empoli con cui avevo
ancora due anni di contratto e mi sono
messo in gioco». Però i ricordi riportano comunque al punto più alto per ora
della sua carriera: «Ricordo il mio esordio in serie A era il derby Siena-Empoli,
una partita molto sentita, quando sono
stato chiamato in causa mi tremavano
le gambe, in realtà solo a ripensarci mi
tremano ancora. È stata un’emozione
grande, indescrivibile. Quel giorno lo
ricorderò per tutta la vita».
Poi però da quel punto sono stati tanti
gli ostacoli: «Dopo l’esordio con l’Empoli sono rimasto lì, ma ho avuto un infortunio al ginocchio. Ho girato un po’
di squadre la prima è stata il Taranto,
dove ho giocato una buona stagione.
Poi però ho avuto una carriera soprattutto in Lega Pro, non sono stato molto
fortunato. L’infortunio mi ha bloccato,
ero una delle promesse del calcio italiano, però quando poi giochi per qualche
anno in Lega Pro sei identificato come
un giocatore adatto solo per quella categoria».
Tante maglie cambiate, dall’Empoli è
passato per Taranto, Viareggio, Ravenna, Andria, Nocerina, Foligno, Paganese, Casertana e Messina. Però è
la sua nuova sistemazione quella che
può portarlo ad un rilancio importante
anche se dopo aver annusato la serie A
da giovanissimo qualche rimpianto c’è:
«Tornassi indietro farei scelte diverse?
Assolutamente sì, ogni giorno mi tormento di non essere andato a giocare
altrove. A 16 anni mi voleva il Chelsea,
ma ho fatto la scelta di rimanere ad
Empoli, che era comunque una società
solida. La mia famiglia non accettava
l’idea che mi trasferissi in Inghilterra,
comunque avevo un buon rapporto con
lo staff e anche loro mi hanno convinto
a restare in Toscana. Poi in fondo con
l’Empoli sono esplosi tanti giocatori
come Vincenzo Montella, Antonio Di
Natale ed ero proiettato su quella strada lì».
Da mesi si affronta la tematica su come
risollevare il calcio italiano e dare concretezza ai nostri vivai e Salvatore Caturano ha vissuto sulla sua pelle la difficoltà di imporsi in questo mondo del
pallone: «Per un giovane italiano è più
difficile imporsi in Italia. Purtroppo molte società, escluso Empoli ed Atalanta,
non puntano sui settori giovanili e non
lanciando giovani dal vivaio, i ragazzi
sono un po’ penalizzati. Prima si cercava di più di dare spazio ai giovani, ora
meno e dispiace molto. Si deve puntare anche sulle società minori per poi
portare i propri prodotti nella massima
serie. Noi giovani siamo il futuro».
15
VIAREGGIO CUP
AL VIA IL 2 FEBBRAIO
L’organizzatore Alessandro Palagi: “Il Torneo
di Carnevale rappresenta un appuntamento
imperdibile per tutti i giovani calciatori”
Nelle foto:
- Ciro Immobile vincitore del premio
Golden Boy 2010
- Mario Balotelli capocannoniere del
torneo nel 2008
- Eder capocannoniere con l’Empoli
nel 2006
- Alberto Cerri Golden Boy nel 2014
- Bryan Cristante Golden Boy 2013
- Guido Marilungo Golden Boy 2009
- Il Milan vincitore edizione 2014
di
Andrea
Fondato
L
a Viareggio Cup 2015 è alle porte.
Dal 2 al 16 febbraio 32 squadre si
affronteranno per conquistare uno
dei trofei più ambiti e prestigiosi a livello
giovanile. Rispetto alla scorsa edizione
è diminuito il numero delle squadre partecipanti, da 36 a 32, e non ci saranno
gli ingressi delle teste di serie a partire
dagli ottavi di finale. La formula del torneo è molto semplice. I partecipanti sono
stati divisi in due gruppi (A e B), in ogni
gruppo ci sono quattro gironi da quattro
squadre l’uno. Passano le prime due di
ogni girone le quali andranno a sfidarsi
negli ottavi di finale. Oltre al premio finale
verrà premiato anche il miglior giocatore con il “Golden Boy – Viareggio Cup”,
premio istituito nel 2009 e arrivato alla
settima edizione. La scorsa stagione
a trionfare fu il Milan, allora allenato da
Filippo Inzaghi, che sconfisse in finale i
belgi dell’Anderlecht, detentori del titolo
vinto l’anno prima proprio contro il Milan,
per 3-1. Il premio Golden Boy invece fu
assegnato ad Alberto Cerri del Parma,
oggi in prestito al Virtus Lanciano in Serie B con 9 presenze e 4 reti segnate.
La Coppa Carnevale è sempre stata un
grande trampolino di lancio per i giovani
allenatori e calciatori. Basti pensare ad
alcuni nomi che negli ultimi anni hanno illuminato il palcoscenico di Viareggio. Nel
2006 con 6 reti diventò capocannoniere
Eder, oggi in forza alla Sampdoria. Nel
2008 fu Mario Balotelli, allora nella Primavera dell’Inter, a mettersi in luce con 7
reti. Nel 2010 invece fu Ciro Immobile a
trascinare la Juventus alla vittoria del titolo con 10 reti e a vincere il Golden Boy.
Anche nella passata stagione la Viareggio Cup ha ottenuto dei numeri clamorosi: 63 partite giocate, 22 stadi impegnati,
5 continenti rappresentati, 16 nazioni
presenti, 864 giocatori, 256 tra tecnici e
dirigenti accompagnatori dei club, 25.000
presenze turistiche in più stimate in Versilia, 3.500 spettatori circa presenti allo
Stadio dei Pini “Torquato Bresciani” di
Viareggio per la finale tra Milan e Anderlecht e 261.708 è stato il picco più alto di
ascolti durante la partita. La società che
si occupa dell’organizzazione di questa
prestigiosa manifestazione è lo Sporting
Club Centro Giovani Calciatori Viareggio, il suo presidente Alessandro Palagi
è costantemente al lavoro per la realizzazione di questa edizione.
Cosa rappresenta la Viareggio Cup
per i giovani calciatori?
«La Viareggio Cup rappresenta, per tutti i giovani calciatori, un appuntamento
imperdibile infatti, con i suoi 67 anni
di storia, essa rappresenta il torneo
giovanile di calcio più importante e
conosciuto al mondo. Dalla sua nascita ad oggi sono migliaia i giovani
calciatori che hanno avuto la fortuna
di giocarla. Moltissimi, proprio da
qui, hanno spiccato il volo nel calcio
professionistico. Tanti hanno indossato la maglia della loro nazionale e,
alcuni, sono diventati campioni del
mondo. Ricordo che della Naziona-
le italiana, Campione del Mondo ben 17
campioni sono passati dal “Viareggio” e,
Marcello Lippi, ha partecipato al “Viareggio” prima come giovane calciatore poi
come allenatore con Mancini e Vialli,
sempre con la Sampdoria. Dunque è indiscutibile il fatto che ogni ragazzo, per
quello che significa il “Viareggio” ambisce a parteciparvi. Da evidenziare che il
“Viareggio”, vuole essere un momento di
incontro fra giovani provenienti da paesi
diversi, con religioni e usanze diverse.
Un incontro per far nascere nuove amicizie e, nel contempo, mettere a confronto
i giovani di diverse scuole calcistiche».
Che cosa si aspetta da questa edizione del Torneo?
«Da questa edizione, mi aspetto prima
di tutto, che sia all’altezza delle aspettative, con la speranza, che anche questa,
abbia le proprie stelle come lo diventarono, Boninsegna, Scirea, Antognoni,
Totti, Cassano, Del Piero, Balotelli, per
citarne alcuni. Mi aspetto anche che il
“Viareggio” Serva da sprone alle società affinché non si perda mai d’occhio il
vivaio. Proprio lavorando sul vivaio e, naturalmente, sui giovani italiani potremo,
proiettarci verso risultati meno deludenti
per le nostre nazionali. Il Viareggio era e
rimane, tutt’oggi, un banco di prova unico per misurare il vivaio italiano con altri.
Noi del Centro Giovani Calciatori siamo
a disposizione per preparare al meglio
anche questa edizione con l’auspicio
che tutto si svolga nel segno della correttezza, della lealtà e del rispetto».
17
RINFORZI PER LA TORRES FEMMINILE
In arrivo Yoreli Rincon e Jocelyn Charette. Ma è fuori dalla Coppa Italia
N
di
Sara
Sbaffi
umeri da record: sette
scudetti, otto Coppe Italia,
due Italy Women’s Cups
e sette Supercoppe italiane. Militante in Serie A fin dal 1990 è
la squadra più titolata d’Italia.
La Torres femminile, fiera rappresentante della città di Sassari, vanta una storia iniziata
nel 1903. Se è vero che l’unione
fa la forza nel giugno 2014 ha
cambiato denominazione, entrando a far parte della società,
fino ad ora solamente maschile,
S.E.F. Torres 1903, la principale
squadra calcistica del capoluogo sardo. Un progetto tanto unico in Italia quanto lungimirante
che permette di avere più peso
presso le istituzioni e più credibilità verso gli investitori. La Torres è diventata così una società
a tutto tondo con una squadra
maschile in Lega Pro, una divisione femminile all’avanguardia
e un settore giovanile che già
oggi è secondo solo a quello del
Cagliari. A guidare il club c’è il
presidente Domenico Capitani:
“Sul fronte della femminile abbiamo cercato rinforzi importanti
che serviranno a far proseguire
nel miglior modo possibile il lavoro. Stipendi puntuali e superamento delle difficoltà legate
all’assenza di strutture saranno
il nuovo viatico per l’anno che è
appena cominciato”. E gli effetti
già si fanno sentire con l’annuncio, pochi giorni fa, dell’acquisto di due nuove giocatrici che
si uniranno al gruppo guidato
da mister Mario Pompili: Yoreli
Rincon Torres e Jocelyn Charette. Nel caso della prima, la
colombiana Yoreli, si tratta di un
vero colpo di mercato messo a
segno dalla società rossoblu in
quanto la trequartista 21enne è
stata eletta quest’anno la miglior
La squadra della Torres femminile - (Foto Archivio)
18
giocatrice sudamericana e vanta
una carriera già ricca nonostante la giovane età. Numero 10 e
capitano della nazionale colombiana che disputerà i prossimi
mondiali, la Rincon, fisico minuto ma grande tecnica e velocità,
è considerata un vero idolo sportivo in patria. Ha iniziato la sua
carriera in Brasile per approdare
nel Malmö (ora Rosengard), una
delle squadre più prestigiose al
mondo, per proseguire poi nel
campionato Usa con i New Jersey Wildcat. Formalizzato anche
l’accordo con Jocelyn Charette,
26 anni, statunitense con passaporto italiano, attaccante centrale dal fisico imponente, 1metro e
80 di altezza e grande forza fisica, cresciuta nel soccer universitario americano, ha disputato
le ultime due stagioni nel difficile
campionato svedese. Ma l’anno
non è cominciato nel migliore dei
La Torres per mister Cosco - (Foto Torres)
modi sia per le ragazze, con la sconfitta della Befana in casa contro il Mozzanica (un netto 1- 4 nella gara secca
del terzo turno) e la conseguente uscita dalla Coppa Italia sia per la squadra
maschile con il dramma dell’ex tecnico
Vincenzo Cosco costretto a lasciare la
panchina per il ritorno di una brutta malattia: “La notizia del male che è tornato
ad attaccare mister Cosco ci ha colpito
profondamente – ha detto il capitano
Betta Tona - Conosco l’ambiente della
Torres da 12 anni e il mister stava facendo un grande lavoro con il carattere
e la “fame” che deve contraddistinguere
chi gioca per questa maglia. Io, le mie
compagne e tutto lo staff siamo sicuri
che questo carattere lo porterà a vincere anche questi tempi supplementari”.
La testa delle rossoblu ora è tutta rivolta alla prossima partita dove avranno
la possibilità di prendersi una rivincita,
visto che uno scherzo del calendario le
vuole sabato di nuovo di fronte alle lombarde, questa volta per la prima gara
del campionato 2015.
Giulia Domenichetti della Torres - (Foto Archivio)
19
ALL’OMBRA DEL MONTE TABOR,
SULLE TRACCE DI LEOPARDI
Passeggiando tra l’Infinito ed il Passero solitario, tra storia
e romanticismo
TORNEO DELLE REGIONI
FABRIZIO VIASSI:
"VOGLIAMO PROPORRE UNA RAPPRESENTATIVA CON GRANDI QUALITA’ TECNICHE"
Il coordinatore delle rappresentative del Piemonte al lavoro per il Torneo delle Regioni
N
Piazza Giacomo Leopardi a Recanati - (Foto Archivio)
T
di
Marianna
De Padova
20
ra gli Appennini e l’Adriatico, lì dove la terra si ondula dolcemente, e le rocche
svettano sui colli, Recanati spicca con i suoi castelli: posto ideale
per una giornata in famiglia, dopo
l’incontro tra la Recanatese e
Giulianova, diciottesima giornata
del girone F di Serie D. Famosa
nel mondo per aver dato i natali a Giacomo Leopardi, è molto
suggestivo camminare tra le vie
del centro storico, ripercorrendo i
passi del poeta nella sua Recanati. Sono proprio le sue poesie
a fare da filo conduttore in questa
passeggiata in luoghi d’altri tempi: lungo la via principale troviamo
un susseguirsi d’importanti palazzi storici e interessanti chiese,
fino ad incontrare i siti storici leopardiani. Sulla sommità del monte Tabor troviamo il Colle dell’Infinito, con un sentiero nel verde
che accompagna il visitatore sino
al luogo dove Leopardi potrebbe aver composto il suo celebre
Infinito, e dove si suppone sia
nata anche Alla Luna, ispirata dal
panorama notturno che poteva
godere da questo colle, un panorama che ancor oggi è notevole
anche di giorno, soprattutto se
terso: possibile scorgere persino
i Monti Sibillini. All’interno del parco, inoltre, oggi troviamo anche la
Casa Mondiale della Poesia. Ma
se son le case che si vogliono visitare, allora Palazzo Leopardi è
d’obbligo. È nella piazzetta Sabato del Villaggio che ripercorriamo
i passi del giovane Giacomo: Palazzo Leopardi, un elegante edificio ristrutturato nella seconda
metà del Settecento, ancor oggi
abitata dai discendenti del poeta,
aperta al pubblico in alcuni spazi,
come la celeberrima biblioteca
del padre Monaldo Leopardi, con
i suoi oltre ventimila volumi, di cui
molti antichi e preziosi. Proprio di
fronte al palazzo di famiglia incontriamo un altro luogo simbolo
dell’opera leopardiana: la casa di
Silvia. Mentre invece è nel Palazzo Antici Mattei che ritroviamo la
casa natale di Adelaide, madre
di Giacomo. Seguendo ancora
le tracce dell’opera leopardiana, ci troviamo nel complesso di
Sant’Agostino, che ospita la torre del Passero solitario. Sempre
a Leopardi è intestata la piazza
principale di Recanati, dove troviamo il palazzo del Comune, in
stile neoclassico e la ghibellina
Torre del Borgo. Infatti la storia
di questa cittadina non è legata
esclusivamente al poeta: fondata
in epoca medievale, scavi della fine del secolo scorso hanno
portato alla luce reperti neolitici,
e due importanti necropoli del IV
millennio a.C. La storia antica di
Recanati si rintraccia anche in
Contrada Valle della Memoria, vicino alla chiesa degli Ottaviani e
non lontano dalla strada Regina:
pare che accanto alla fonte ancora attiva di Fons Episcopi, furono
martirizzati alcuni cristiani.
egli ultimi anni il Piemonte
non ha brillato nel Torneo
delle Regioni ed i risultati
deludenti hanno spinto il Comitato Regionale a puntare su una
figura di grande competenza ed
esperienza come Fabrizio Viassi.
Il tecnico di Vercelli, che è stato
nominato coordinatore delle rappresentative del calcio maschile e allenatore della selezione
Juniores, vanta un curriculum
di tutto rispetto. Allenatore con
patentino di Seconda Categoria
Uefa A, ha passato tanti anni in
Serie D alla guida di Trino, Novese, Alessandria, Cassatese
e Acquanera fino ad arrivare in
Lega Pro con la Pro Vercelli della
quale è stato anche responsabile
del settore giovanile.
tore giovanile. Abbiamo creato
un’area scouting e inserito la
categoria degli Allievi Fascia B
che prima non c’erano. Ci siamo
mossi con anticipo, abbiamo fatto
delle preselezioni visionando 150
ragazzi della categoria Juniores
e altrettanti delle altre categorie.
Da qui faremo una scrematura
fino ad arrivare a 35 per squadra.
Prima faremo delle convocazioni
per allenamenti e poi ci sarà una
partita. Abbiamo fatto un grande
lavoro di scouting, ma è difficile
visionarli tutti. Avevamo suggerito alle società di segnalare al comitato regionale i migliori ragazzi
che incontravano nelle squadre
avversarie ma non lo ha fatto
quasi nessuno, abbiamo trovato
scarsa collaborazione».
Come si sta preparando il Piemonte per il Torneo delle Regioni?
«Per prima cosa si è voluto ristrutturare in modo deciso il set-
Con quale criterio vengono
scelti i ragazzi?
«Le società scelgono i ragazzi
guardando anche in prospettiva
futura. Per me il criterio è lo stes-
so. Oltre a qualità tecniche devono avere anche qualità fisiche
e atletiche, per poter essere in
grado di affrontare una competizione in cui si giocano 3 partite in
una settimana. Puntiamo a proporre dei giocatori che possano
avere un futuro nel calcio anche
oltre il Piemonte».
Quanto hanno influito le sue
esperienze precedenti in questo lavoro?
«Hanno influito tanto, conosco
molto bene il settore giovanile.
Guardo i giovani anche in ottica futura. Magari alcuni giovani
sono forti adesso ma non hanno prospettive. Gli allenatori e
i giocatori che sono stati scelti
per questa competizione sono
stati selezionati in questa ottica.
Vorrei proporre una rappresentativa con grande qualità tecniche
e che sappia giocare a calcio.
Sono soddisfatto di questa esperienza».
di
Andrea
Fondato
REDAZIONE
Marco Mangano - Michele Stirpe - Andrea Fondato
Sara Sbaffi - Marianna De Padova - Antonio Marotta
Settimanale edito da Mind Entertainment
Registrato al Tribunale di Roma n° 160 del 30/06/2014
DIRETTORE EDITORIALE
Massimiliano Giacomini
DIRETTORE RESPONSABILE
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CAPO REDATTORE
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SOCCERLIFE:
NASCE IL NUOVO NETWORK DEDICATO AL CALCIO DILETTANTISTICO
Di seguito i punti salienti della conferenza stampa che si è tenuta in Campidoglio
“
C’è un assioma inconfutabile da
sottolineare: senza lo sport di base
non può esistere il vertice”. Così
Giovanni Malagò, il presidente del
Coni, ha scritto nel messaggio di auguri inviato a Soccer Life. Lunedì 22
dicembre 2014 il settimanale è stato
presentato ufficialmente presso la
Sala del Carroccio del Campidoglio.
Il nuovo giornale dedicato interamente al calcio dilettantistico e giovanile,
si avvale anche di canali multimediali
come il sito internet www.soccerlife.it
aggiornato sette giorni su sette e, a
breve, la web tv. La rivista nasce con
l’obiettivo di dare visibilità al vastissimo mondo di un calcio meno famoso, ma non per questo meno nobile,
da dove hanno cominciato a scrivere
anche le più grandi firme del giornalismo sportivo che oggi leggiamo o
ascoltiamo ammirati in radio e tv. È
infatti grazie ai dilettanti e al settore
giovanile che le serie superiori possono contare su calciatori, allenatori
e dirigenti di chiara bravura e professionalità. Seppur in un periodo di crisi
economica generale e in particolare
nel calcio, Soccer Life (Just Football)
è guidata dalla passione di un gruppo
22
di giovani imprenditori ed è composta
da una redazione di livello pronta a
dare risalto alla base del mondo del
pallone. Alla presentazione hanno
partecipato importanti dirigenti dello
sport e del calcio e tanti appassionati. L’editore Massimiliano Giacomini
ha spiegato cos’è Soccer Life: «Non
è una semplice rivista, è un incrocio
dove la carta stampata incontra il futuro, il web. Una cosa che ci caratterizza è che noi non diamo solo notizie, ma un giudizio, spesso tagliente,
sul mondo dilettantistico». Emanuele
Del Greco, direttore responsabile,
partendo dal messaggio del presidente del Coni ha posto l’accento
sull’intento principale della rivista:
«Racconteremo le storie di giovani
calciatori che si avvicinano a questo
mondo, delle famiglie che fanno sacrifici per farli studiare ed allenare,
giocatori che devono fare due lavori,
allenatori che cambiano spesso panchina portando figli e mogli da un posto all’altro sconvolgendo ogni volta
la propria vita, ma anche di giovani
dirigenti di periferia che sognano palcoscenici più importanti. Storie vere,
di sport quotidiano. Saremo anche
molto attenti alla politica sportiva». Alberto Mambelli, vice presidente della
LND, ha portato i saluti del presidente
Felice Belloli e ha sottolineato come
la crescita del calcio dilettantistico sia
merito anche della stampa: «La Lega
dilettanti accomuna calcio femminile,
A5, beach soccer, giovanile, dalla serie D alla terza categoria, è un mondo
enorme e sono sicuro che voi diventerete i primi nel raccontare questo
settore». Infine la giornalista Fabiola
Rieti ha letto la lettera inoltrata alla
redazione dal presidente Figc, Carlo
Tavecchio, e dal direttore generale
Michele Uva: «Con i suoi numeri il
calcio italiano rappresenta una delle
più grandi realtà sportive ed economiche d’Europa, ma ponendo la lente
d’ingrandimento sulla periferia e sul
settore giovanile, si può meglio apprezzare il grande lavoro valoriale ed
educativo che il calcio stesso svolge
in favore della società civile. L’informazione e la narrazione dei mille risvolti di questa attività rappresentano
un piacere oltre che un servizio».
di Sara Sbaffi