fine delle trasmissioni!
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Fondato da Massimiliano Giacomini SoccerLife - Settimanale sportivo nazionale gratuito sul Calcio Dilettantistico e Giovanile. Registrazione al tribunale di Roma n° 160 del 30/06/2014 Settimanale sportivo sul calcio dilettantistico Gennaio 2015 Numero 6 Anno 1 FINE DELLE TRASMISSIONI! LA GESTIONE MACALLI È ORMAI AGLI SGOCCIOLI GRAVINA E GHIRELLI SI PRENDONO LA LEGA PRO 10 Il punto del Direttore Gennaio 2015 di Emanuele Del Greco [email protected] I l nuovo anno calcistico è cominciato un po’ come era finito. Polemiche, errori arbitrali, riforme ancora bloccate. Si può dire la stessa cosa anche della situazione generale del nostro paese e allora perché preoccuparsi? Perché tutti quelli che nel 2014 sono saliti alla ribalta nel calcio, hanno preso poltrone importanti o hanno mantenuto quelle dove erano già più o meno saldamente ancorati, avevano promesso esattamente il contrario, al grido di paroloni come: Riforme! Tecnologia! Rinnovamento! Così, visto che anche noi di SoccerLife avevamo promesso di non guardare in faccia nessuno, è arrivato il momento di cominciare a fare qualcosa. Per farlo abbiamo deciso di ampliare un bel po’ il nostro raggio d’azione, idea spero gradita per i nostri lettori. Abbiamo dunque allargato la nostra lente d’ingrandimento e siamo finiti a sbirciare nel mondo dei professionisti. Senza sconfessare la nostra missione, sia chiaro, ma del resto ogni dilettante che si rispetti sogna di arrivare tra i grandi. E allora, perché non concedere loro qualche strumento in più per sapere dove andranno a trovarsi un giorno. L’occasione è stata Sommario davvero ghiotta e ce l’ha posta su un piatto d’argento l’ex direttore generale della Lega Pro Francesco Ghirelli che negli ultimi giorni dell’anno sembra sia riuscito mettere in ginocchio il principato di Mario Macalli, a capo della vecchia Serie C dal 1997. La sensazione è che la battaglia sarà dura e lunga. E non esistono battaglie senza feriti o, peggio ancora, senza morti. Tutto, però, dipende dalle armi che i contendenti hanno in mano. E così abbiamo provato a farcelo spiegare da Ghirelli in prima persona, soprattutto per capire se quelli che andranno a morire non saranno solo i soliti coraggiosi e le prime linee messe lì a difesa dei propri interessi, per ritrovarci alla fine davanti alla solita storia: un bell’armistizio che accontenti tutti e amici come prima. L’aria nel suo caso sembra diversa e noi ce lo auguriamo. Iniziamo l’anno anche con un lungo reportage a puntate dedicato al “fantastico mondo” del sintetico per capirne pregi e difetti, costi e risparmi, migliorie e non. Sempre in attesa delle tanto sospirate deleghe del Presidente della LND Belloli, vi auguriamo buon anno e buona lettura. Pag. 4 Pag. 6 Pag. 7 Pag.9 Pag. 10 Pag. 12 Pag. 14 Pag. 16 Pag. 18 Pag. 20 Pag. 21 Pag. 22 Intervista a Ghirelli Intervista a Gravina Intervista a Macalli Serena, presidente del Mestre Nusca di parla dei manti sintetici Classifiche Serie D Intervista a Caturano Torneo di Viareggio Calcio Femminile: Torres Arte & Cultura Torneo delle Regioni Conferenza stampa SoccerLife 3 L’ex direttore generale Francesco Ghirelli getta nel caos la Lega Pro "MACALLI NASCONDE QUALCOSA" Anche Tavecchio, in forte difficoltà, adotta una tattica attendista di Emanuele Del Greco F rancesco Ghirelli, ex direttore generale della Lega Pro, licenziato a settembre dopo aver presentato un dossier scottante va di nuovo all’attacco. Il motivo è semplice: il suo carnefice, il presidente Mario Macalli, sfiduciato dall’ultimo Consiglio di Lega è ancora in sella e pare proprio non voglia mollare la poltrona. L’ex dg, che ora si definisce un libero pensatore, è pronto a dare battaglia per essere reintegrato. Ghirelli, cosa sta succedendo? «Intanto inizio da un dato rilevante per conoscenza di tutti: nemmeno una delle società che Macalli sostiene stiano ancora con lui risulta essere dalla sua parte. La situazione in cui oggi si trova la Lega Pro è paradossale. Si prosegue senza tener conto, né della volontà dei club, né dei voti negativi, e ancor meno delle lettere del Presidente Tavecchio». Perché ci sarebbe questo distaccamento dalla realtà allora? «Un sospetto c’è… E spero non sia così per lui e per chi lo sostiene ancora. Ma tale testardaggine, che nega l’evidenza, potrebbe nascondere elementi di gravità superiori a ciò che io stesso ho evidenziato nel dossier del 5 settembre 2014. Dall’altro evidenzia anche che il ruolo di delegato alle Riforme che la FIGC gli ha dato è davvero fuori luogo. Come è possibile che questo incarico venga dato a chi opera in sfregio alle regole? Come si può pensare che possa scrivere le nuove regole della FIGC chi le viola ogni giorno cercando di sopprimere la libera espressione dei presidenti?». Quindi c’è anche conflitto d’interessi secondo lei? «Monumentale conflitto di interessi! Vuole invalidare l’assemblea che di fatto lo ha sfiduciato. Agisce come se la Lega fosse la Francesco Ghirelli - (Foto Archivio) sua. E invece di prendere atto dei percorsi democratici che ne hanno determinato il risultato vede CONGIURE e GOLPE». Questo stallo a cosa può portare? «In primis bisogna rendersi conto dell’enorme danno che si sta causando ai club. Poi non parliamo del danno dell’immagine. Il brand Lega era molto forte fino a qualche mese fa. Ricordo solo che nel novembre 2013 siamo stati, e io ancora c’ero, organizzatori di un evento a Ginevra nella sede dell’ONU. La Lega si è posta sempre duramente contro le bande criminali internazionali che manipolano le partite. E ora? Tutto è offuscato, vanificato. E si potrebbe proseguire ma mi fermo. Poi, se rimanesse questo stallo, la ripercussione potrebbe addirittura minare i già precari equilibri di via Allegri». Lei teme o auspica il commissariamento? «Io auspico che qualcuno spieghi a Macalli che ha perso. Che un voto palese e nominale non può essere rovesciato. I numeri non ci sono più per lui. E se il 5 gennaio scorso si fosse presentato in Lega invece di andare in tv forse lo avrebbe capito anche da solo…». Lei come pensa di farglielo capire? 4 «E come si fa a far capire qualcosa a chi non vuole ascoltare. A chi ritiene che il minimo tentativo di confronti sia un atto terroristico. A chi convoca riunioni per “portare avanti il dibattito sugli argomenti non approvati in precedenza…». Questo rispetto a Mario Macalli e alla Lega Pro. Francesco Ghirelli invece come è messo? «Si riferisce al mio licenziamento? Ho fatto ricorso al Tribunale di Firenze per essere reintegrato, ritenendo l’atto compiuto nei miei confronti chiaramente ritorsivo». Ritorsivo perché’? «Il 5 settembre 2014 presentai al direttivo di Lega un dossier su aspetti seri della governance della Lega, dopo averlo ripetutamente segnalato a Macalli stesso nei mesi precedenti. Facendo così pensai di salvaguardare senza dubbio me stesso (se vengo a conoscenza, non posso ignorare) e i soprattutto i club». E che succede… «Vengo licenziato in tronco, con un atto immediato. E di fronte a ciò che ho subito, ho anteposto comunque e ancora una volta gli interessi generali del calcio ai miei. Potevo, e ancora potrei, ricavare risorse finanziarie significative da tutto questo. Dovrei augurarmi che rimanga Macalli se dovessi pensare ai veramente miei interessi». Perché non affonda il colpo allora? «Perché amo il calcio, lo sport, l’Italia. Non è retorica la mia. E mi sono detto che era giunto il momento di non lamentarmi, di non mugugnare, ma di raddrizzare, ancora una volta nella mia vita, la schiena e combattere per riformare. Per questo ho chiesto solo il reintegro. Con me non è possibile alcun baratto. Posso perdere ma combatterò». Qualcuno potrebbe pensare che stia bluffando senza avere grandi cose in mano per ottenere altro… «A poker c’è un momento di verità che si palesa allorquando qualcuno dei protagonisti della partita dice “VEDO”. Io aspetto chi lo farà e quello sarà il momento della verità». Perché tornare a lavorare in Lega allora? «Perché ritengo che possa esistere una Lega trasparente. Di certo non con chi mi ha messo alla porta e va dicendo che sono farneticamente (Macalli, ndr)». La battaglia è appena cominciata. Staremo a vedere come finirà… 5 GRAVINA: TEMPO SCADUTO MACALLI PROVA A DIFENDERSI TERREMOTO IN LEGA PRO Gabriele Gravina, consigliere federale: “C’è bisogno di aprire le finestre e far entrare tanta aria nuova” L di Sara sbaffi ’assemblea della Lega Pro, composta da sessantanove club, lo scorso 15 dicembre non ha approvato il bilancio 2014 segnando una netta frattura. La crisi può portare in tempi rapidi a commissariamento e nuove elezioni. Quaranta sono le società contrarie al presidente Macalli che hanno votato pubblicamente la sfiducia, appoggiando la cordata capeggiata dal consigliere federale, ex presidente del Castel di Sangro e capodelegazione dell’Under 21, Gabriele Gravina, il quale, insieme all’ex dg della Lega Pro Francesco Ghirelli, si è fatto megafono del malcontento serpeggiante nelle società. Macalli è apparso amareggiato Gabriele Gravina - (Foto Archivio) 6 da questa situazione e ha ribadito: «Il bilancio è perfetto, è più pulito dell’acqua. I bilanci hanno solo due caratteristiche, possono essere veri o falsi. Se qualcuno sostiene la seconda opzione ne parleremo in sedi più opportune». Da mesi si parlava di rapporti tesi tra il presidente della Lega Pro e il direttore generale Ghirelli, una frattura che faceva presagire lo scenario attuale: «Avevamo un rapporto di lavoro, in quattro anni insieme abbiamo fatto buone cose ma quando vengono a mancare i presupposti non si può più andare avanti». Probabile quindi che si vada a nuove elezioni, anche se Macalli si è detto non intenzionato a dimettersi. Il voto dovrebbe essere indetto entro sessanta giorni, scadenza prima della quale dovrà comunque tenersi una nuova assemblea per la revoca dell’attuale consiglio direttivo e l’elezione della nuova Governance. Gabriele Gravina, rappresentante del fronte del cambiamento potrebbe candidarsi presto alla presidenza della terza serie. «È finito il tempo dei protagonismi. Testimoniare l’attaccamento alla propria posizione quando il 60-70% delle società ti sfiduciano è un cattivo esempio. Negli ultimi tempi c’è stato un cambiamento generale e chi è sordo ne paga le conseguenze e se ne assume le responsabilità». Così il consigliere federale antiMacalli ha parlato della situazione in Lega Pro dopo aver chiesto le dimissioni del presidente, dicendosi anche disponibile ad un confronto. «Mi piace pensare - ha detto Gravina - che l’attaccamento storico e affettivo di Macalli che ha un forte legame con la Lega Pro lo porti a non volere dimettersi. Evito di fare cattivi pensieri in tal proposito. Ma dentro ogni organizzazione quando c’è un atto di sfiducia, formale e sostanziale come in questo caso, è doveroso che vengano attuati i meccanismi della democrazia». Gravina, rivale di Macalli alle ultime elezioni del 2012 quando era stato rieletto per la quinta volta con 42 voti contro i 26 dello sfidante (percentuali ora ribaltate dall’ultimo voto), ipotizza una cura per i bilanci: «Applicando i normali criteri manageriali e facendo squadra con i presidenti delle società che sono delle eccellenze nell’imprenditoria si può trovare una soluzione ai problemi di bilancio. Serve una valorizzazione del brand e l’elaborazione di progetti di marketing mettendo a frutto l’intuizione di Ghirelli sui diritti televisivi». Quali possono essere i primi costi da tagliare? «Qualche consulenza di troppo e alcune spese generali eccessive. Come l’impegnativa gestione della sede. Bisogna estendere il mondo della Lega Pro alla partecipazione diretta delle società con la massima trasparenza, aprire le finestre per far entrare tanta aria nuova». Mario Macalli, presidente Lega Pro - (Foto Archivio) I l presidente della Lega Pro Mario Macalli ormai alle corde cerca di difendersi dalle accuse mosse contro di lui. A chi gli chiede se qualcuno gli abbia fatto un brutto scherzo risponde seccamente: «Io non ho un problema. Faccio il Presidente e per farlo bisogna avere il consenso delle società, questa è la democrazia. Bisogna capire, però, perché intervengono alcune persone e perché succedono alcune cose. Ci sono tante cose che vanno discusse. Ci sono accuse che non esistono e poco serie. 32 società hanno chiesto la convocazione di un’assemblea per chiedere un impeachment al presidente. Non è un problema, ma questo famoso dossier realmente cosa dice?». Quando gli viene chiesto se lui non rappresenta il futuro del calcio risponde così: «Questo è sicuro. Per ora sono ancora il Presidente della Lega Pro, per elezione dovrei esserlo fino al 2016». Su Ghirelli è rammaricato: «Io ho lavorato con lui per quasi quattro anni, abbiamo fatto delle cose buone. Ora nell’ultimo periodo si era guastato qualcosa, quando si lavora insieme bisogna avere gli stessi intenti e questi ultimamente sono mancati. Ne sono davvero dispiaciuto». Riguardo ad indiscrezioni che vedono la figura di Abodi dietro Gravina e Ghirelli: «Non so se c’è dietro Abodi, se c’è lui ha fatto un cattivo affare. Lui governa un calcio con diverse importanti società. Ognuno ha i suoi problemi e ognuno deve governare a casa sua cercando di avere rapporti buoni con gli altri. Io ho avuto conflitti di natura economica con la Serie B e per litigare bisogna sempre essere in due. Io ho sempre cercato di far valere le ragioni dei club di Lega Pro e oggi vengo accusato di non portare a casa i soldi di due anni fa, senza considerare che il CONI ha tagliato 25 milioni di euro. I club devono stare attenti, perché rischiano grosso». Riguardo al fatto che se dovesse saltare, rischierebbe anche Carlo Tavecchio parla chiaro: «No, non credo. Sono contento di averlo appoggiato e che 50 club di Lega Pro abbiano votato a suo favore». Su chi si è opposto a lui: «Al Nord mi appoggiano tanti club, così come mi appoggiano molti al Sud. Al Nord Pavia, Albinoleffe, Lumezzane mi hanno appoggiato, mentre il Bassano ha votato contro. Io non ho mai rotto le uova a nessuno. Rispetterò le decisioni di tutti, ma mi sarebbe piaciuto che certe rimostranze fossero state fatte a me. Qui, invece, ci sono troppe chiacchiere». Una lega ormai divisa: «Mi dispiace che si sia spaccata. La nostra forza è sempre stata quella dell’unità, così si è rotta l’istituzione e Ghirelli e Gravina dovrebbero saperlo». Sulle cause della fine del suo rapporto con Ghirelli: «Secondo me da parte sua il problema è nato quando c’è stata la trattativa con la Serie B per la divisione dei proventi. Magari, pensava ci fosse stata sfiducia nei suoi confronti perché non la affidai a lui, ma non era assolutamente così. Lotito? Dire che non conta nulla è sbagliato, ma è sbagliato anche dire che conta troppo». Sulle squadre B o sulle multiproprietà: «Io sono sempre stato contrario alle squadre B, in Lega Pro non sarebbero utili a nessuno. Invece, sulle multiproprietà c’è un’apertura della Lega e del Consiglio Federale. Può essere utile per dei club importanti avere altri società nelle quali mandare a giocare i calciatori». A chi gli chiede come cambierà la sua vita professionale risponde: «Tornerò a lavorare come faccio da 60 anni. Farò parte di questa grande organizzazione che si sta facendo a Roma, cioè la TEO che è la Terza Età Operativa. Facessero attenzione che saremo noi della Terza Età a rottamare loro, non il contrario». 7 STEFANO SERENA: "VOGLIO PORTARE IL MESTRE IN LEGA PRO" Il nuovo presidente della società veneta ha le idee chiare per il futuro Il presidente Stefano Serena - (Foto Archivio) I l presidente del Mestre Stefano Serena, imprenditore classe ‘66 di Conegliano ma mestrino di nascita, pensa in grande. Il Mestre, al momento, milita nella Prima Categoria veneta, nel girone H, ma il presidente ha grandi ambizioni sia a livello tecnico che a livello manageriale. Cosa l’ha spinta a diventare presidente di una società di calcio? «Non ho mai giocato a calcio, se non a livelli amatoriali da piccolo, però grazie alle mie amicizie sono diventato appassionato di pallone. I motivi principali che mi hanno spinto a scendere in campo sono stati la curiosità nel vedere la passione che i miei amici mettevano in questo sport e il fatto che il Mestre rappresenta una città che merita palcoscenici importanti». Da quando è diventato presidente quali sono i primi cam- biamenti che ha apportato alla società? «Abbiamo rivisto l’assetto interno dal punto di vista organizzativo, cercando di dare una struttura più manageriale, affinché ci sia un lavoro corale ed organizzato dove ognuno ha il suo compito. Siamo l’unica società in Italia ad avere il logo della Unicef, per ora solo sulle maglie delle giovanili ma dalla prossima stagione saranno sulle mute da gara di tutte le squadre. Credo che sia la prima volta che succede in Italia con una società dilettantistica. Questa iniziativa è la manifestazione del nostro impegno sociale ma non sarà l’unica, in futuro ce ne saranno molte altre. Tramite la nostra società vogliamo dare un contributo sociale serio e concreto. Abbiamo investito su pullmini nuovi per le squadre e abbiamo riservato grande attenzione e risorse al settore giovanile che non esisteva prima e adesso conta 150 unità. Vogliamo dare credibilità ed affidabilità alle persone che lavorano per questa società». Un bilancio sul campionato in corso? «Oggi siamo terzi a 4 punti dalla testa della classifica ed essendo ambizioso non sono molto contento. Ad inizio anno si diceva che avremmo dominato il campionato, ma io sapevo che non sarebbe stato così. Noi puntiamo a vincere il titolo e tutte le competizioni che dovremmo affrontare perché la squadra è stata costruita per vincere. Il terzo posto è buono, ma puntiamo in alto». di Andrea Fondato Obiettivi futuri? «Vogliamo portare questa società fino alla Lega Pro. Mi sono dato 5 anni di tempo per raggiungere questo obiettivo. Puntiamo anche ad avere delle società satellite nell’hinterland mestrino da cui poter attingere. Unicef è la prima tappa nel sociale a cui seguiranno altre iniziative». 9 ROBERTO NUSCA: "I GIOCATORI SU UN CAMPO ARTIFICIALE NON RISCHIANO INFORTUNI" Il dg della Limonta Sport chiarisce le qualità del sintetico e le questioni sollevate sull’omologazione S intetico sì o sintetico no? L’interrogativo si propone spesso, soprattutto quando i campi della massima serie offrono uno spettacolo degradante, generalmente per le avverse condizioni climatiche. La tecnologia ha portato ad un’evoluzione importante dei materiali, ma i dubbi continuano a rincorrersi. Un approfondimento sulla tematica diventa necessario e chi produce i campi sintetici è il miglior referente per capire le peculiarità del prodotto. Roberto Nusca, direttore generale della Limonta Sport, racconta la cre- scita dei materiali per i campi sintetici tra cattiva informazione e falsi miti. La sua società è la migliore nel settore, qual è stata l’evoluzione negli anni dei campi sintetici? «L’erba sintetica ha una storia lunga, i primi utilizzi risalgono agli anni ’60 in Europa, ma l’evoluzione in Italia è cominciata nel ‘70-’80 con l’introduzione nel calcio a 5. La vera svolta, però c’è stata nel 2000/01 con Carlo Tavecchio, all’epoca presidente della Lega Nazionale Dilettan- ti, che riuscì a farsi autorizzare in via sperimentale l’utilizzo. In questi 15 anni l’evoluzione del prodotto è stata altissima passando da prodotti di prima generazione ai nuovi che sono sempre più simili all’erba naturale. La terza generazione è una combinazione di erba sintetica che consente di avere risultati equivalenti ad un prato naturale». A chi si può consigliare un campo in erba sintetica? «È consigliato a quei club che avendo un terreno di gioco su Stadio Manuzzi di Cesena - (Foto Archivio) di Fabiola Rieti cui si lavora molto, con la scuola calcio e con l’attività agonistica, hanno un prato naturale che non riesce a supportare lo sforzo. Il sintetico invece consente un utilizzo continuo senza problemi sia per l’attività didattica sia per le partite nel week end». Di che cure necessita? «Non ha bisogno di cure particolari. Inizialmente qualcuno aveva lanciato il messaggio che il campo in erba sintetica era privo di manutenzione, questo è vero solo in parte. Un minimo di manutenzione serve, ma si deve tener conto che è irrisoria rispetto alla grande potenzialità di utilizzo che può avere il campo». In serie A però c’ è ancora qualche reticenza ad utilizzarli, secondo lei perché? «La nostra società ha curato il manto dello stadio di Cesena. Fu inaugurato quattro anni fa in occasione di un Cesena-Napoli poi il club è retrocesso e dopo due stagioni in B è tornato nella massima serie quest’anno. L’investimento fatto all’epoca è stato positivo, perché dopo quattro anni non sono intervenuti sui costi del campo utilizzandolo con continuità e questo fa capire anche la qualità tecnica di un campo in erba artificiale. Certo in serie A sono campi più tecnologici, dove occorre anche un po’ più di manutenzione. 10 Ci sono poi altri cinque campi in serie B e sei in Lega Pro. Oltre agli stadi, la maggior parte dei club ha nel proprio centro sportivo un campo di allenamento in sintetico di supporto, che gli permette di creare il turn over necessario per il mantenimento dei campi in erba naturale e in caso di condizioni atmosferiche disagevoli». La diffidenza è solo cattiva informazione? «Chiaramente non tutti i manti in erba sintetica sono uguali fra di loro. Un dato però è certo: ad oggi non ci sono report o statistiche che testimoniano un numero diverso di infortuni sul campo naturale e sul campo sintetico. C’è un’adattabilità al manto, ma è anche un aspetto tecnico professionale. Per esempio spesso noto un’incongruenza, perché i giocatori durante la settimana si preparano su un campo perfetto artificiale e la domenica giocano invece su un campo di patate. In questo caso la tutela del giocatore è superiore su un sintetico ed è un’affermazione provata tecnicamente e scientificamente. E poi anche il gesto tecnico ne guadagna». Qualche mese fa la trasmissione Report, in onda su RaiTre, aveva affrontato la tematica dell’omologazione dei campi sintetici in un’inchiesta, aprendo una serie di dubbi su spese e modalità. Quanto incide effettiva- mente il costo dell’omologazione? «Ho visto anche io quella trasmissione e come operatore di settore vorrei innanzitutto manifestare la mia indignazione, perché le persone intervistate non hanno esperienza specifica al riguardo, forse era necessario qualche approfondimento in più. Detto questo, l’omologazione per i professionisti costa 4000 euro l’anno, perché la Fifa impone la verifica annuale. Mentre per i dilettanti 4000 euro ogni quattro anni, che sono praticamente 1000 euro l’anno. Per capire meglio, c’è da dire che una società dilettantistica, più che su un campo in erba, gioca su un campo in terra, perché dopo l’utilizzo frequente l’erba non cresce più. Solo la spesa di delimitarlo è superiore all’omologazione. I vantaggi del sintetico sono la possibilità di utilizzare il campo senza limiti, per questo consiglio a chi mi chiede un campo artificiale di sfruttarlo al massimo con attività continue durante tutto l’arco della giornata». Secondo lei c’è margine per abbattere il costo dell’omologazione? «Non so dirle, perché non è di mia competenza, ma dell’organo federale. Presumo che ci si possa ragionare, ma dipende da tanti elementi di valutazione e dai controlli necessari per valutare la qualità del campo. La cosa importante è dare al cliente finale un prodotto che duri nel tempo, almeno dieci anni». 11 N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 Serie D Le Classifiche N. PROSSIMO TURNO 18/01/2015 GIRONE A Acqui - Novese Asti - Oltrepovoghera Borgomanero - Pro Settimo Borgosesia - Rapallo Bogliasco Chieri - Argentina Taggia Cuneo - Bra Derthona - Sestri Levante Lavagnese - Valle d’Aosta Sancolombano - Bellinzago Vado - Caronnese GIRONE D Abano Terme - Piacenza Bellaria Igea - Fortis Juventus Correggese - Formigine Este - Ribelle Fidenza - Romagna C. Fiorenzuola - Montemurlo Imolese - Rimini Mezzolara - San Paolo PD Scandicci - Thermal Abano Teolo V. Castelfranco - Delta P. Tolle GIRONE G Anziolavinio - Ostia Mare Aprilia - Terracina Castelli Romani - Cynthia Fondi - Selargius Isola Liri - Budoni Nuorese - Sora Olbia - Viterbese Palestrina - Astrea San Cesareo - Arzachena 12 GIRONE B Aurora Seriate - Pergolettese Caravaggio - Inveruno Castellana C. - Ciserano Castiglione - Ciliverghe Mazzano Lecco - Folgore Caratese Montichiari - Sondrio Ponte S. Pietro - Villafranca Seregno - Olginatese Virtusvecomp V. - Mapellobonate GIRONE E Colligiana - Ponsacco Fl. Civitacastellana - Gualdo Foligno - Pianese Gavorrano - Bastia Massese - Trestina Poggibonsi - Rieti S. Giovanni Valdarno - Siena Sansepolcro - S. Donato Tavarnelle Voluntas Spoleto - Villabiagio GIRONE H Bisceglie - Grottaglie Brindisi - Gallipoli Cavese - Taranto Francavilla - Fidelis Andria Gelbison - Rossoblu Potenza Monospolis - San Severo Pomigliano - Arzanese Puteolana - Manfredonia Scafatese - Sarnese GIRONE C Arzignano - Mori S. Stefano Belluno - Tamai Clodiense - U. Ripa Dro - Altovicentino Giorgione - Union Pro Legnago - Kras Repen Mezzocorona - Fontanafredda Padova - Montebelluna Sacilese - U. Triestina GIRONE F Amiternina - Campobasso Celano - Chieti Civitanovese - Vis Pesaro Fano - Maceratese Fermana - Recanatese Giulianova - Sambenedettese Jesina - S. Nicolo’ Olymp. Agnonese - Castelfidardo Termoli - Matelica GIRONE I Agropoli - Leonfortese Comp. Montalto - Noto Frattese - Torrecuso Hinterreggio - Battipagliese Nuova Gioiese - Akragas Orlandina - Roccella P. Marcianise - Due Torri Rende - Sorrento Tiger Brolo - Turris Neapolis 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 GIRONE A Caronnese Pro Settimo Cuneo Chieri Lavagnese Oltrepovoghera Bra Sestri Levante Bellinzago Borgosesia Acqui Argentina Taggi Novese Asti Sancolombano Vado Derthona Rapallo Boglias Valle D’Aosta Borgomanero GIRONE D Rimini Correggese Este Delta P. Tolle Piacenza Fiorenzuola Bellaria Igea Abano Terme Imolese Fortis Juventus Scandicci Mezzolara V. Castelfranco Montemurlo Romagna C. Formigine Thermal Abano T. Fidenza San Paolo PD Ribelle GIRONE G Castelli Romani Viterbese San Cesareo Arzachena Ostia Mare Sora (-1) Budoni Aprilia Astrea Olbia Nuorese Selargius Fondi Cynthia Terracina Isola Liri (-1) Palestrina (-1) Anziolavinio Pt N. 39 37 36 35 34 34 33 32 30 30 25 25 22 22 21 21 16 12 12 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Pt N. 43 42 37 37 31 29 28 27 26 24 22 21 21 20 20 18 18 17 15 15 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Pt N. 42 39 32 29 28 27 25 24 23 22 22 20 18 16 15 14 11 7 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 GIRONE B Pt N. 41 39 33 33 31 29 29 28 26 25 24 23 20 19 19 19 18 10 3 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 Pt N. 35 35 34 31 30 29 29 28 23 23 21 19 18 17 17 14 7 5 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 GIRONE H Pt N. Fidelis Andria Rossoblu Potenza Bisceglie Taranto Cavese (-5) Brindisi Gelbison Gallipoli Sarnese Francavilla Monospolis Manfredonia Pomigliano Grottaglie (-1) Scafatese San Severo Arzanese Puteolana 42 37 34 31 28 28 28 26 26 22 20 19 16 15 13 13 10 9 Seregno Castiglione Lecco Sondrio Ciserano Inveruno Pro Sesto Pergolettese Ponte S. Pietro Virtusvecomp V. Mapellobonate Aurora Seriate Villafranca Folgore Carates Caravaggio Olginatese Ciliverghe Mazz Castellana C. Montichiari GIRONE E Siena Poggibonsi Ponsacco Rieti Sansepolcro Foligno FL. Civitacaste Gualdo Massese Voluntas Spoleto Pianese Colligiana S. Donato Tavar S. Giovanni Val. Gavorrano Villabiagio Triestina Bastia 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 GIRONE C Padova Altovicentino Belluno Sacilese U. Ripa Montebelluna Tamai Clodiense Arzignano Fontanafredda Union Pro Giorgione Legnano Dro Kras Repen U. Triestina Mori S. Stefano Mezzocorona (-4) GIRONE F Maceratese Civitanovese Fano Sambenedettese Campobasso Matelica Chieti Jesina S. Nicolò Giulianova Amiternina Fermana Recanatese Castelfidardo Vis Pesaro Celano Termoli Olymp. Agnonese GIRONE I Akragas Torrecuso Agropoli Turris Neapolis Rende Leonfortese Frattese P. Marcianise Hinterreggio Roccella Battipagliese Due Torri Tiger Brolo Sorrento Nuova Gioiese Noto (-1) Comp. Montalto Orlandina (-2) Pt 41 39 36 32 29 27 26 26 25 24 22 19 17 16 11 11 7 7 Pt 39 37 37 33 29 28 26 25 25 20 19 19 18 16 12 11 11 10 Pt 36 35 32 31 31 27 27 26 25 24 22 22 20 19 12 10 10 6 13 SALVATORE CATURANO E LA SUA NUOVA VITA NEL MELFI L’ex giocatore dell’Empoli racconta la sua nuova esperienza tra le gioie del passato e le speranze per il futuro S di Fabiola Rieti ono 18 le presenze e 6 i gol: questi i numeri che proiettano Salvatore Caturano verso un rilancio. L’attaccante classe ’90 sta recuperando, in questa stagione 2014/15 con la maglia del Melfi, una continuità importante. Cresciuto nelle giovanili dell’Empoli, aveva esordito in serie A a soli 17 anni, poi il suo percorso si è Salvatore Caturano in azione - (Foto Archivio) 14 complicato, ma la voglia e l’umiltà di risalire non si sono esaurite e lo portano a cercare di migliorarsi giorno dopo giorno. «Il sogno era di raggiungere la serie A - racconta il bomber - e ci ero arrivato, poi l’ho persa un po’ per strada. Tuttora spero di fare bene quest’anno e nei prossimi per tornare a grandi livelli». Al Melfi nel girone C di Lega Pro si sta imponendo con perentorietà: «Ho avuto un problema familiare quest’anno, perché è venuto a mancare mio padre. Avevo bisogno di tranquillità e qui la sto trovando. Il Melfi è una società piccola, ma solida, che punta sui giovani e mi ha permesso di recuperare serenità. È l’ambiente giusto, sto dimostrando grandi cose e Salvatore Caturano “ Per un giovane italiano è più difficile imporsi in Italia. Purtroppo molte società non puntano sui settori giovanili e non lanciano giovani dal vivaio, i ragazzi sono un po’ penalizzati. Noi giovani siamo il futuro” spero di continuare su questa strada. Ho rescisso dall’Empoli con cui avevo ancora due anni di contratto e mi sono messo in gioco». Però i ricordi riportano comunque al punto più alto per ora della sua carriera: «Ricordo il mio esordio in serie A era il derby Siena-Empoli, una partita molto sentita, quando sono stato chiamato in causa mi tremavano le gambe, in realtà solo a ripensarci mi tremano ancora. È stata un’emozione grande, indescrivibile. Quel giorno lo ricorderò per tutta la vita». Poi però da quel punto sono stati tanti gli ostacoli: «Dopo l’esordio con l’Empoli sono rimasto lì, ma ho avuto un infortunio al ginocchio. Ho girato un po’ di squadre la prima è stata il Taranto, dove ho giocato una buona stagione. Poi però ho avuto una carriera soprattutto in Lega Pro, non sono stato molto fortunato. L’infortunio mi ha bloccato, ero una delle promesse del calcio italiano, però quando poi giochi per qualche anno in Lega Pro sei identificato come un giocatore adatto solo per quella categoria». Tante maglie cambiate, dall’Empoli è passato per Taranto, Viareggio, Ravenna, Andria, Nocerina, Foligno, Paganese, Casertana e Messina. Però è la sua nuova sistemazione quella che può portarlo ad un rilancio importante anche se dopo aver annusato la serie A da giovanissimo qualche rimpianto c’è: «Tornassi indietro farei scelte diverse? Assolutamente sì, ogni giorno mi tormento di non essere andato a giocare altrove. A 16 anni mi voleva il Chelsea, ma ho fatto la scelta di rimanere ad Empoli, che era comunque una società solida. La mia famiglia non accettava l’idea che mi trasferissi in Inghilterra, comunque avevo un buon rapporto con lo staff e anche loro mi hanno convinto a restare in Toscana. Poi in fondo con l’Empoli sono esplosi tanti giocatori come Vincenzo Montella, Antonio Di Natale ed ero proiettato su quella strada lì». Da mesi si affronta la tematica su come risollevare il calcio italiano e dare concretezza ai nostri vivai e Salvatore Caturano ha vissuto sulla sua pelle la difficoltà di imporsi in questo mondo del pallone: «Per un giovane italiano è più difficile imporsi in Italia. Purtroppo molte società, escluso Empoli ed Atalanta, non puntano sui settori giovanili e non lanciando giovani dal vivaio, i ragazzi sono un po’ penalizzati. Prima si cercava di più di dare spazio ai giovani, ora meno e dispiace molto. Si deve puntare anche sulle società minori per poi portare i propri prodotti nella massima serie. Noi giovani siamo il futuro». 15 VIAREGGIO CUP AL VIA IL 2 FEBBRAIO L’organizzatore Alessandro Palagi: “Il Torneo di Carnevale rappresenta un appuntamento imperdibile per tutti i giovani calciatori” Nelle foto: - Ciro Immobile vincitore del premio Golden Boy 2010 - Mario Balotelli capocannoniere del torneo nel 2008 - Eder capocannoniere con l’Empoli nel 2006 - Alberto Cerri Golden Boy nel 2014 - Bryan Cristante Golden Boy 2013 - Guido Marilungo Golden Boy 2009 - Il Milan vincitore edizione 2014 di Andrea Fondato L a Viareggio Cup 2015 è alle porte. Dal 2 al 16 febbraio 32 squadre si affronteranno per conquistare uno dei trofei più ambiti e prestigiosi a livello giovanile. Rispetto alla scorsa edizione è diminuito il numero delle squadre partecipanti, da 36 a 32, e non ci saranno gli ingressi delle teste di serie a partire dagli ottavi di finale. La formula del torneo è molto semplice. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi (A e B), in ogni gruppo ci sono quattro gironi da quattro squadre l’uno. Passano le prime due di ogni girone le quali andranno a sfidarsi negli ottavi di finale. Oltre al premio finale verrà premiato anche il miglior giocatore con il “Golden Boy – Viareggio Cup”, premio istituito nel 2009 e arrivato alla settima edizione. La scorsa stagione a trionfare fu il Milan, allora allenato da Filippo Inzaghi, che sconfisse in finale i belgi dell’Anderlecht, detentori del titolo vinto l’anno prima proprio contro il Milan, per 3-1. Il premio Golden Boy invece fu assegnato ad Alberto Cerri del Parma, oggi in prestito al Virtus Lanciano in Serie B con 9 presenze e 4 reti segnate. La Coppa Carnevale è sempre stata un grande trampolino di lancio per i giovani allenatori e calciatori. Basti pensare ad alcuni nomi che negli ultimi anni hanno illuminato il palcoscenico di Viareggio. Nel 2006 con 6 reti diventò capocannoniere Eder, oggi in forza alla Sampdoria. Nel 2008 fu Mario Balotelli, allora nella Primavera dell’Inter, a mettersi in luce con 7 reti. Nel 2010 invece fu Ciro Immobile a trascinare la Juventus alla vittoria del titolo con 10 reti e a vincere il Golden Boy. Anche nella passata stagione la Viareggio Cup ha ottenuto dei numeri clamorosi: 63 partite giocate, 22 stadi impegnati, 5 continenti rappresentati, 16 nazioni presenti, 864 giocatori, 256 tra tecnici e dirigenti accompagnatori dei club, 25.000 presenze turistiche in più stimate in Versilia, 3.500 spettatori circa presenti allo Stadio dei Pini “Torquato Bresciani” di Viareggio per la finale tra Milan e Anderlecht e 261.708 è stato il picco più alto di ascolti durante la partita. La società che si occupa dell’organizzazione di questa prestigiosa manifestazione è lo Sporting Club Centro Giovani Calciatori Viareggio, il suo presidente Alessandro Palagi è costantemente al lavoro per la realizzazione di questa edizione. Cosa rappresenta la Viareggio Cup per i giovani calciatori? «La Viareggio Cup rappresenta, per tutti i giovani calciatori, un appuntamento imperdibile infatti, con i suoi 67 anni di storia, essa rappresenta il torneo giovanile di calcio più importante e conosciuto al mondo. Dalla sua nascita ad oggi sono migliaia i giovani calciatori che hanno avuto la fortuna di giocarla. Moltissimi, proprio da qui, hanno spiccato il volo nel calcio professionistico. Tanti hanno indossato la maglia della loro nazionale e, alcuni, sono diventati campioni del mondo. Ricordo che della Naziona- le italiana, Campione del Mondo ben 17 campioni sono passati dal “Viareggio” e, Marcello Lippi, ha partecipato al “Viareggio” prima come giovane calciatore poi come allenatore con Mancini e Vialli, sempre con la Sampdoria. Dunque è indiscutibile il fatto che ogni ragazzo, per quello che significa il “Viareggio” ambisce a parteciparvi. Da evidenziare che il “Viareggio”, vuole essere un momento di incontro fra giovani provenienti da paesi diversi, con religioni e usanze diverse. Un incontro per far nascere nuove amicizie e, nel contempo, mettere a confronto i giovani di diverse scuole calcistiche». Che cosa si aspetta da questa edizione del Torneo? «Da questa edizione, mi aspetto prima di tutto, che sia all’altezza delle aspettative, con la speranza, che anche questa, abbia le proprie stelle come lo diventarono, Boninsegna, Scirea, Antognoni, Totti, Cassano, Del Piero, Balotelli, per citarne alcuni. Mi aspetto anche che il “Viareggio” Serva da sprone alle società affinché non si perda mai d’occhio il vivaio. Proprio lavorando sul vivaio e, naturalmente, sui giovani italiani potremo, proiettarci verso risultati meno deludenti per le nostre nazionali. Il Viareggio era e rimane, tutt’oggi, un banco di prova unico per misurare il vivaio italiano con altri. Noi del Centro Giovani Calciatori siamo a disposizione per preparare al meglio anche questa edizione con l’auspicio che tutto si svolga nel segno della correttezza, della lealtà e del rispetto». 17 RINFORZI PER LA TORRES FEMMINILE In arrivo Yoreli Rincon e Jocelyn Charette. Ma è fuori dalla Coppa Italia N di Sara Sbaffi umeri da record: sette scudetti, otto Coppe Italia, due Italy Women’s Cups e sette Supercoppe italiane. Militante in Serie A fin dal 1990 è la squadra più titolata d’Italia. La Torres femminile, fiera rappresentante della città di Sassari, vanta una storia iniziata nel 1903. Se è vero che l’unione fa la forza nel giugno 2014 ha cambiato denominazione, entrando a far parte della società, fino ad ora solamente maschile, S.E.F. Torres 1903, la principale squadra calcistica del capoluogo sardo. Un progetto tanto unico in Italia quanto lungimirante che permette di avere più peso presso le istituzioni e più credibilità verso gli investitori. La Torres è diventata così una società a tutto tondo con una squadra maschile in Lega Pro, una divisione femminile all’avanguardia e un settore giovanile che già oggi è secondo solo a quello del Cagliari. A guidare il club c’è il presidente Domenico Capitani: “Sul fronte della femminile abbiamo cercato rinforzi importanti che serviranno a far proseguire nel miglior modo possibile il lavoro. Stipendi puntuali e superamento delle difficoltà legate all’assenza di strutture saranno il nuovo viatico per l’anno che è appena cominciato”. E gli effetti già si fanno sentire con l’annuncio, pochi giorni fa, dell’acquisto di due nuove giocatrici che si uniranno al gruppo guidato da mister Mario Pompili: Yoreli Rincon Torres e Jocelyn Charette. Nel caso della prima, la colombiana Yoreli, si tratta di un vero colpo di mercato messo a segno dalla società rossoblu in quanto la trequartista 21enne è stata eletta quest’anno la miglior La squadra della Torres femminile - (Foto Archivio) 18 giocatrice sudamericana e vanta una carriera già ricca nonostante la giovane età. Numero 10 e capitano della nazionale colombiana che disputerà i prossimi mondiali, la Rincon, fisico minuto ma grande tecnica e velocità, è considerata un vero idolo sportivo in patria. Ha iniziato la sua carriera in Brasile per approdare nel Malmö (ora Rosengard), una delle squadre più prestigiose al mondo, per proseguire poi nel campionato Usa con i New Jersey Wildcat. Formalizzato anche l’accordo con Jocelyn Charette, 26 anni, statunitense con passaporto italiano, attaccante centrale dal fisico imponente, 1metro e 80 di altezza e grande forza fisica, cresciuta nel soccer universitario americano, ha disputato le ultime due stagioni nel difficile campionato svedese. Ma l’anno non è cominciato nel migliore dei La Torres per mister Cosco - (Foto Torres) modi sia per le ragazze, con la sconfitta della Befana in casa contro il Mozzanica (un netto 1- 4 nella gara secca del terzo turno) e la conseguente uscita dalla Coppa Italia sia per la squadra maschile con il dramma dell’ex tecnico Vincenzo Cosco costretto a lasciare la panchina per il ritorno di una brutta malattia: “La notizia del male che è tornato ad attaccare mister Cosco ci ha colpito profondamente – ha detto il capitano Betta Tona - Conosco l’ambiente della Torres da 12 anni e il mister stava facendo un grande lavoro con il carattere e la “fame” che deve contraddistinguere chi gioca per questa maglia. Io, le mie compagne e tutto lo staff siamo sicuri che questo carattere lo porterà a vincere anche questi tempi supplementari”. La testa delle rossoblu ora è tutta rivolta alla prossima partita dove avranno la possibilità di prendersi una rivincita, visto che uno scherzo del calendario le vuole sabato di nuovo di fronte alle lombarde, questa volta per la prima gara del campionato 2015. Giulia Domenichetti della Torres - (Foto Archivio) 19 ALL’OMBRA DEL MONTE TABOR, SULLE TRACCE DI LEOPARDI Passeggiando tra l’Infinito ed il Passero solitario, tra storia e romanticismo TORNEO DELLE REGIONI FABRIZIO VIASSI: "VOGLIAMO PROPORRE UNA RAPPRESENTATIVA CON GRANDI QUALITA’ TECNICHE" Il coordinatore delle rappresentative del Piemonte al lavoro per il Torneo delle Regioni N Piazza Giacomo Leopardi a Recanati - (Foto Archivio) T di Marianna De Padova 20 ra gli Appennini e l’Adriatico, lì dove la terra si ondula dolcemente, e le rocche svettano sui colli, Recanati spicca con i suoi castelli: posto ideale per una giornata in famiglia, dopo l’incontro tra la Recanatese e Giulianova, diciottesima giornata del girone F di Serie D. Famosa nel mondo per aver dato i natali a Giacomo Leopardi, è molto suggestivo camminare tra le vie del centro storico, ripercorrendo i passi del poeta nella sua Recanati. Sono proprio le sue poesie a fare da filo conduttore in questa passeggiata in luoghi d’altri tempi: lungo la via principale troviamo un susseguirsi d’importanti palazzi storici e interessanti chiese, fino ad incontrare i siti storici leopardiani. Sulla sommità del monte Tabor troviamo il Colle dell’Infinito, con un sentiero nel verde che accompagna il visitatore sino al luogo dove Leopardi potrebbe aver composto il suo celebre Infinito, e dove si suppone sia nata anche Alla Luna, ispirata dal panorama notturno che poteva godere da questo colle, un panorama che ancor oggi è notevole anche di giorno, soprattutto se terso: possibile scorgere persino i Monti Sibillini. All’interno del parco, inoltre, oggi troviamo anche la Casa Mondiale della Poesia. Ma se son le case che si vogliono visitare, allora Palazzo Leopardi è d’obbligo. È nella piazzetta Sabato del Villaggio che ripercorriamo i passi del giovane Giacomo: Palazzo Leopardi, un elegante edificio ristrutturato nella seconda metà del Settecento, ancor oggi abitata dai discendenti del poeta, aperta al pubblico in alcuni spazi, come la celeberrima biblioteca del padre Monaldo Leopardi, con i suoi oltre ventimila volumi, di cui molti antichi e preziosi. Proprio di fronte al palazzo di famiglia incontriamo un altro luogo simbolo dell’opera leopardiana: la casa di Silvia. Mentre invece è nel Palazzo Antici Mattei che ritroviamo la casa natale di Adelaide, madre di Giacomo. Seguendo ancora le tracce dell’opera leopardiana, ci troviamo nel complesso di Sant’Agostino, che ospita la torre del Passero solitario. Sempre a Leopardi è intestata la piazza principale di Recanati, dove troviamo il palazzo del Comune, in stile neoclassico e la ghibellina Torre del Borgo. Infatti la storia di questa cittadina non è legata esclusivamente al poeta: fondata in epoca medievale, scavi della fine del secolo scorso hanno portato alla luce reperti neolitici, e due importanti necropoli del IV millennio a.C. La storia antica di Recanati si rintraccia anche in Contrada Valle della Memoria, vicino alla chiesa degli Ottaviani e non lontano dalla strada Regina: pare che accanto alla fonte ancora attiva di Fons Episcopi, furono martirizzati alcuni cristiani. egli ultimi anni il Piemonte non ha brillato nel Torneo delle Regioni ed i risultati deludenti hanno spinto il Comitato Regionale a puntare su una figura di grande competenza ed esperienza come Fabrizio Viassi. Il tecnico di Vercelli, che è stato nominato coordinatore delle rappresentative del calcio maschile e allenatore della selezione Juniores, vanta un curriculum di tutto rispetto. Allenatore con patentino di Seconda Categoria Uefa A, ha passato tanti anni in Serie D alla guida di Trino, Novese, Alessandria, Cassatese e Acquanera fino ad arrivare in Lega Pro con la Pro Vercelli della quale è stato anche responsabile del settore giovanile. tore giovanile. Abbiamo creato un’area scouting e inserito la categoria degli Allievi Fascia B che prima non c’erano. Ci siamo mossi con anticipo, abbiamo fatto delle preselezioni visionando 150 ragazzi della categoria Juniores e altrettanti delle altre categorie. Da qui faremo una scrematura fino ad arrivare a 35 per squadra. Prima faremo delle convocazioni per allenamenti e poi ci sarà una partita. Abbiamo fatto un grande lavoro di scouting, ma è difficile visionarli tutti. Avevamo suggerito alle società di segnalare al comitato regionale i migliori ragazzi che incontravano nelle squadre avversarie ma non lo ha fatto quasi nessuno, abbiamo trovato scarsa collaborazione». Come si sta preparando il Piemonte per il Torneo delle Regioni? «Per prima cosa si è voluto ristrutturare in modo deciso il set- Con quale criterio vengono scelti i ragazzi? «Le società scelgono i ragazzi guardando anche in prospettiva futura. Per me il criterio è lo stes- so. Oltre a qualità tecniche devono avere anche qualità fisiche e atletiche, per poter essere in grado di affrontare una competizione in cui si giocano 3 partite in una settimana. Puntiamo a proporre dei giocatori che possano avere un futuro nel calcio anche oltre il Piemonte». Quanto hanno influito le sue esperienze precedenti in questo lavoro? «Hanno influito tanto, conosco molto bene il settore giovanile. Guardo i giovani anche in ottica futura. Magari alcuni giovani sono forti adesso ma non hanno prospettive. Gli allenatori e i giocatori che sono stati scelti per questa competizione sono stati selezionati in questa ottica. Vorrei proporre una rappresentativa con grande qualità tecniche e che sappia giocare a calcio. Sono soddisfatto di questa esperienza». di Andrea Fondato REDAZIONE Marco Mangano - Michele Stirpe - Andrea Fondato Sara Sbaffi - Marianna De Padova - Antonio Marotta Settimanale edito da Mind Entertainment Registrato al Tribunale di Roma n° 160 del 30/06/2014 DIRETTORE EDITORIALE Massimiliano Giacomini DIRETTORE RESPONSABILE Emanuele Del Greco CAPO REDATTORE Fabiola Rieti RESPONSABILE WEB E SOCIAL Roberto Fiorillo - Attilio Lieto STAMPA AGF srl Via di Vigna Girelli, 81 - Roma IMPAGINAZIONE E GRAFICA Luigi Cardarelli - [email protected] Concessionaria pubblicitria MG Services PER LA VOSTRA PUBBLICITA’: 329,0694614 / 392.4686231 Il presente Qr Code ti indirizzerà direttamente al link di YouTube grazie della conferenza stampa SOCCERLIFE: NASCE IL NUOVO NETWORK DEDICATO AL CALCIO DILETTANTISTICO Di seguito i punti salienti della conferenza stampa che si è tenuta in Campidoglio “ C’è un assioma inconfutabile da sottolineare: senza lo sport di base non può esistere il vertice”. Così Giovanni Malagò, il presidente del Coni, ha scritto nel messaggio di auguri inviato a Soccer Life. Lunedì 22 dicembre 2014 il settimanale è stato presentato ufficialmente presso la Sala del Carroccio del Campidoglio. Il nuovo giornale dedicato interamente al calcio dilettantistico e giovanile, si avvale anche di canali multimediali come il sito internet www.soccerlife.it aggiornato sette giorni su sette e, a breve, la web tv. La rivista nasce con l’obiettivo di dare visibilità al vastissimo mondo di un calcio meno famoso, ma non per questo meno nobile, da dove hanno cominciato a scrivere anche le più grandi firme del giornalismo sportivo che oggi leggiamo o ascoltiamo ammirati in radio e tv. È infatti grazie ai dilettanti e al settore giovanile che le serie superiori possono contare su calciatori, allenatori e dirigenti di chiara bravura e professionalità. Seppur in un periodo di crisi economica generale e in particolare nel calcio, Soccer Life (Just Football) è guidata dalla passione di un gruppo 22 di giovani imprenditori ed è composta da una redazione di livello pronta a dare risalto alla base del mondo del pallone. Alla presentazione hanno partecipato importanti dirigenti dello sport e del calcio e tanti appassionati. L’editore Massimiliano Giacomini ha spiegato cos’è Soccer Life: «Non è una semplice rivista, è un incrocio dove la carta stampata incontra il futuro, il web. Una cosa che ci caratterizza è che noi non diamo solo notizie, ma un giudizio, spesso tagliente, sul mondo dilettantistico». Emanuele Del Greco, direttore responsabile, partendo dal messaggio del presidente del Coni ha posto l’accento sull’intento principale della rivista: «Racconteremo le storie di giovani calciatori che si avvicinano a questo mondo, delle famiglie che fanno sacrifici per farli studiare ed allenare, giocatori che devono fare due lavori, allenatori che cambiano spesso panchina portando figli e mogli da un posto all’altro sconvolgendo ogni volta la propria vita, ma anche di giovani dirigenti di periferia che sognano palcoscenici più importanti. Storie vere, di sport quotidiano. Saremo anche molto attenti alla politica sportiva». Alberto Mambelli, vice presidente della LND, ha portato i saluti del presidente Felice Belloli e ha sottolineato come la crescita del calcio dilettantistico sia merito anche della stampa: «La Lega dilettanti accomuna calcio femminile, A5, beach soccer, giovanile, dalla serie D alla terza categoria, è un mondo enorme e sono sicuro che voi diventerete i primi nel raccontare questo settore». Infine la giornalista Fabiola Rieti ha letto la lettera inoltrata alla redazione dal presidente Figc, Carlo Tavecchio, e dal direttore generale Michele Uva: «Con i suoi numeri il calcio italiano rappresenta una delle più grandi realtà sportive ed economiche d’Europa, ma ponendo la lente d’ingrandimento sulla periferia e sul settore giovanile, si può meglio apprezzare il grande lavoro valoriale ed educativo che il calcio stesso svolge in favore della società civile. L’informazione e la narrazione dei mille risvolti di questa attività rappresentano un piacere oltre che un servizio». di Sara Sbaffi