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SEZIONE ARTICOLI
LA CONVENZIONE DI LANZAROTE: UNO STRUMENTO INTERNAZIONALE PER LA
TUTELA DEI MINORI di Carmela Grimaldi*
L’Italia potrà finalmente avvalersi di uno strumento fondamentale di prevenzione, protezione e
contrasto dei frequenti casi di abuso e sfruttamento sessuale che avvengono a danno dei minori.
Il Senato, il 19 settembre scorso, ha approvato il disegno di legge di "Ratifica ed esecuzione della
Convenzione del Consiglio d'Europa sulla protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso
sessuale" (adottata a Lanzarote il 25 ottobre 2007).
La Convenzione di Lanzarote è un documento con il quale i paesi aderenti si impegnano a rafforzare
la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, adottando criteri e misure comuni
sia per la prevenzione del fenomeno, sia per il perseguimento dei rei, nonché per la tutela delle
vittime.
Unificando la legislazione degli Stati si riuscirà più efficacemente a contrastare quei reati che, come
la pedopornografia, sempre più spesso vengono compiuti con l'ausilio delle moderne tecnologie e
che spesso si caratterizzano proprio per essere consumati al di fuori dai confini nazionali del paese
d’origine.
La ratifica della Convenzione di Lanzarote costituisce il primo strumento internazionale attraverso
il quale gli abusi sessuali contro i minori diventano reati, compresi quelli che hanno luogo
all’interno della famiglia, con l’uso della forza, della coercizione e delle minacce.
La Convenzione delinea misure preventive che comprendono anche lo screening, il reclutamento e
l’addestramento di personale che lavora a stretto contatto coi minori, inoltre stabilisce programmi di
supporto alle vittime attraverso l’istituzione di centri di aiuto via telefono o via internet .
Gli stessi minori, soprattutto nel corso della loro istruzione primaria e secondaria, hanno il diritto ad
essere informati dei rischi di sfruttamento e dei mezzi di tutela. Ove sia necessario questo percorso
di informazione viene svolto in collaborazione con le famiglie.
Tra le novità più importanti introdotte dalla Convenzione di Lanzarote è l'introduzione di due nuovi
reati: l'istigazione a pratiche di pedofilia/ pedo-pornografia e l'adescamento di minorenni attraverso
il web.
È punito "chiunque, con qualsiasi mezzo, anche telematico, e con qualsiasi forma di espressione,
pubblicamente istiga a commettere reati di prostituzione minorile, di pornografia minorile e
detenzione di materiale pedo-pornografico, di violenza sessuale nei confronti di bambini e di
corruzione".
È ritenuto reato anche l'adescamento dei minori tramite web: oggi è identificato con il termine di
reato di “grooming” e si riferisce specificamente alla tecnica usata da molti pedofili di adescare i
minori attraverso l’uso delle nuove tecnologie per conquistare la loro fiducia fino ad arrivare a
chiedere un incontro.
Spesso i pedofili sono degli “insospettabili”: persone vicine alla famiglia o che contattano il minore
attraverso la rete. Hanno un obiettivo preciso: sono lucidi e determinati nell’avvicinare e ottenere le
confidenze dei bambini, senza uscire allo scoperto finché non saranno riusciti nel loro intento.
L’amicizia, i regali, il gioco, sono questi gli elementi che il pedofilo utilizza per avvicinare un
minore e accaparrarsi la sua fiducia. Il pedofilo si mostra come una persona simpatica, magari
giocherellona, affettuosa e seducente.
Il web è diventato un territorio davvero fertile per i pedofili che trovano nuovi canali di
comunicazione per entrare in contatto coi minori, spesso fingendosi un coetaneo con l’obiettivo di
ottenere un numero di telefono o invitandolo in chat video, confidando sull’anonimato che internet
e il cellulare gli garantiscono.
Un mix di curiosità e imprudenza può spingere bambini e adolescenti ad avventurarsi, senza la
giusta consapevolezza su internet oppure ad utilizzare ingenuamente il cellulare, entrando così in
contatto con interlocutori sconosciuti.
Spesso dietro nickname e falsi profili sui social network si celano malintenzionati o, ancor peggio,
pedofili. Per questo chat, social network e altri siti di interazione sociale vanno utilizzati dai minori
sempre con la supervisione di un adulto, in grado di sospettare se dietro un dialogo, apparentemente
innocente, possano celarsi dei pericoli.
In tal senso è importante spiegare al bambino che non deve mai fornire i propri dati a persone
conosciute online: dove abita, il suo numero di telefono o il nome della sua scuola.
A partire dai cinque anni, quando i bambini hanno sviluppato consapevolezza del proprio corpo,
bisogna iniziare a parlare con delicatezza dell’esistenza dei pedofili, evitando di alimentare in loro
paura e sfiducia nel prossimo. Importante è anche osservare i disegni dei bambini chiedendo loro
cosa rappresentano, spesso i bambini sono confusi, si sentono in colpa e liberano le loro emozioni
attraverso il disegno. Per l’interpretazione del disegno è sempre meglio rivolgersi ad uno
specialista. È un diritto dei minori essere tutelati da ogni forma di violenza sessuale ed è un dovere
della nostra società tutelarli perché i minori sono quelle persone nelle quali ogni forma di violenza
subita segna uno stato di paura e un condizionamento psicologico che permane per tutta la vita.
*assistente sociale