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IRRIGAZIONE
MARIA DE PASQUALE
AFD Dipartimento di Chirurgia e Ortopedia S. Rita/CBH Bari
ET APS Bari
Cos’è l’irrigazione
E’ una tecnica molto semplice, destinata ai portatori di colostomia sinistra, che
consiste nello svuotare l’intestino del suo contenuto.
Questa pratica fa parte di un processo riabilitativo post-operatorio del
colostomizzato, al quale va inoltre assicurata un’assistenza psicologica,
l’informazione, il coinvolgimento attivo nella corretta gestione dello stoma e
l’avvio ad un giusto iter dietologico.
Ma perché il colostomizzato dovrebbe seguire questo percorso riabilitativo?
Gli obiettivi sono diversi e sicuramente assicurano, con i vantaggi che ne
derivano, un confort quotidiano che accresce la tranquillità nella vita sociale,
professionale ed affettiva.
Obiettivi:
- regolare il ritmo dell’evacuazione
- educare l’intestino a funzionare ad ore fisse o probabili
- reinserimento sociale
Quindi l’irrigazione agisce sulla consistenza delle feci, rendendole morbide, il
volume idrico dilata e distende il colon stimolando così la peristalsi e
l’evacuazione, portando l’intestino al riposo ed una continenza di 24/48 ore.
Vantaggi:
- evacuazioni ad intervalli regolari
- riduzione della formazione di gas e rumori intestinali
- minor incidenza delle dermatiti peristomali
- riduzione dei costi della stomia
- utilizzo di mini sacche
- utilizzo di vestiti di uso corrente
- miglioramento dei rapporti sociali
- migliore qualità di vita
Di fronte a tutti questi vantaggi, la rigidità negli orari e la necessità di avere il
tempo utile per l’esecuzione, sono svantaggi che si possono tranquillamente
superare con una buona organizzazione.
Purtroppo non tutti gli stomizzati possono eseguire tale metodica.
Le controindicazioni possono essere legate al tipo di stomia, a patologie legate al
colon (morbo di Crohn, diverticolite, enterite da radio terapia), a condizioni
generali (come l’inabilità fisica e psichica).
Altre controindicazioni (relative) vanno valutate con il paziente: colon irritabile,
chemio e radio terapia, condizioni igienico-sanitarie precarie, rifiuto del paziente,
complicanze stomali.
Si consiglia sempre di eseguire l’irrigazione alla stessa ora dopo i pasti (mattina o
sera), facendo attenzione nell’ evitare le complicanze che possono derivare da una
scorretta procedura, come quelle gravi quali la perforazione e l’ustione o lievi
quale sindrome vagale, coliche-crampi addominale, stomiti e sanguinamenti.
E’ naturale che queste complicanze potranno essere evitate con una corretta
esecuzione della metodica.
A tale scopo, potrebbe essere giovevole per il paziente, la visione di materiale
audio-visivo prima della prima esecuzione. Tali informazioni alleggerirebbero
inoltre le ansie causate delle tante domande e paure che assillano il paziente.
Utile al momento dell’esecuzione, sarà tenere a portata di mano tutto l’occorrente
onde evitare disagi:
un set di irrigazione (che il SSN assicura gratuitamente presentando una
prescrizione) composto da sacca graduata con gancio per essere appesa, tubo
collettore munito di regolatore ed indicatore di flusso, cono che si raccorda al
tubo collettore, mollette, sacca di drenaggio con apertura in alto e basso.
La posizione da tenere, seduta (sul water o sgabello) o in piedi (con il livello
inferiore della sacca a livello della spalla), coricata o semi sdraiata, la può
scegliere il paziente come più gli è comodo.
Passiamo quindi alla esecuzione: va riempita la sacca con 700- 1500 ml di acqua
tiepida (in base al peso del paziente), eliminare aria dal tubo collettore, appendere
la sacca alla parete 8° ad un supporto), applicare la sacca di svuotamento,
lubrificare il dito ed esplorare lo stoma.
Questa esplorazione serve per accertarsi in quale direzione posizionare il cono,
affinché l’irrigazione riesca al meglio ed anche per controllare che non ci siano
ostacoli (feci solide o parete intestinale) al posizionamento del cono, la cui
introduzione non và assolutamente forzata.
Posizionare l’estremità inferiore della sacca di svuotamento nel water.
Lubrificare quindi il cono ed introdurlo nello stoma tenendolo delicatamente e
non forzatamente premuto.
Aprire il morsetto del tubo e far defluire l’acqua in 5 – 10 minuti.
Fermarsi in caso di crampi o di difficoltà del deflusso, lasciando nel caso scaricare
il contenuto intestinale e verificando la corretta posizione del cono e l’altezza
della sacca, quindi riprendere.
Terminata l’introduzione dell’acqua, rimuovere il cono, chiudere l’estremità
superiore ed attendere l’evacuazione.
Attendere dai 20 ai 30 minuti. Nell’attesa si possono fare piccoli esercizi di
piegamento, massaggi addominali, alcune persone chiudono l’estremità inferiore
del sacchetto e si dedicano alle faccende domestiche.
Dopo 3 - 4 scariche si può procedere ad apparecchiare la stomia con il dispositivo
post irrigazione e a ripulire il set.
Nessuna preoccupazione deve destare il verificarsi di una ritenzione parziale di
acqua, dovuta ad insufficiente volume di acqua o all’introduzione lenta o alla
stipsi oppure ad una ipotonia intestinale.
Con quale periodicità l’esecuzione?
Nella prima settimana l’esecuzione viene fatta quotidianamente, poi consigliabile
ogni 48 ore, alcuni la effettuano ogni 24 – 72 ore.
Dopo l’intervento, quando cominciare?
Da una settimana a due mesi dopo, valutando le condizioni generali del paziente.
Concludendo, l’irrigazione è una metodica ben tollerata e di facile
apprendimento, che all’inizio può sembrare complicata e spaventare il paziente,
che se tranquillizzato sui rischi quasi inesistenti, a fronte invece dei vantaggi
notevoli, potrà scoprire una migliore qualità di vita.