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INDAGINI SULLA MOBILITA' DEI LAVORATORI OCCUPATI
La città di San Donato per la sua posizione geografica e per il suo recente sviluppo avvenuto in
gran parte in concomitanza con quello del polo ENI, presenta delle peculiarità che influenzano
fortemente le dinamiche dei flussi di mobilità per lavoro. San Donato confina con Milano e si
trova interessata da due importanti vie di accesso al capoluogo: è attraversata a est dalla via
Emilia ed è lambita a ovest dalla statale paullese.
San Donato è collegata al capoluogo lombardo e alle sue stazioni ferroviarie con la linea 3 della
Metropolitana. È collegata attraverso la linea 3 della metropolitana e bus extraurbani con la
vicina stazione di Milano-Rogoredo da cui si diramano le direttrici Milano – Genova e Milano –
Bologna. Il sistema di trasporti urbani è orientato a collegare efficacemente il terminale della
metropolitana e la stazione di Milano-Rogoredo con i luoghi di lavoro all’interno della città.
San Donato ha una estensione relativamente limitata (12,83 Kmq), ciò consente ai residenti
spostamenti molto brevi. Un dato indicativo: il 65% dei residenti deve coprire una distanza per
raggiungere il luogo di lavoro inferiore o uguale a 2 km. Inoltre, la recente edificazione di
buona parte del suo tessuto urbano ha consentito di prevedere piste ciclabili su buona parte
del reticolo stradale.
Per quanto riguarda i flussi di provenienza sul territorio di San Donato sono rilevabili almeno
tre tipologie di percorso:
•
La prima, di corto raggio, riguarda i lavoratori residenti e coloro che
provengono dai comuni nelle immediate vicinanze: questa rappresenta il 42% del
campione. I tempi di percorrenza oscillano mediamente tra un minimo di 12 e un
massimo di 30 minuti.
•
La seconda, di medio-lungo raggio, caratterizzata da tempi medi di
percorrenza oltre i 40 minuti, rappresentata dal 53% del campione.
•
Ed infine la terza componente costituita dai lavoratori che impiegano
mediamente per gli spostamenti casa-lavoro più di un’ora e mezza (5% del
campione).
Dall’analisi degli orari di lavoro emerge una relativa flessibilità sia in entrata sia, in
modo ancor più marcato, in uscita. La fascia di ingresso va dalle 8.00 alle 9.00, con una
maggiore concentrazione tra le 8.15 e le 8.30. La fascia di uscita è più ampia e va dalle 17.00
alle 19.00, con una forte concentrazione tra le 17 e le 17.30 e una graduale attenuazione fino
alle 19.00.
Anche se ci sono notevoli differenze in ordine alla diverse provenienze, è utile proporre un
quadro generale sulle modalità di spostamento. Prevale nettamente l’uso dell’auto,
complessivamente il 55,5% degli intervistati compie l’intero tratto casa-lavoro con l’auto
privata, la quasi totalità dei quali usa l’auto come conducente.
Prendendo poi in esame il trasporto pubblico extraurbano, per la particolarità della posizione di
San Donato il mezzo pubblico più usato è il bus extraurbano (14%) che consente un
collegamento diretto con la città. La Metropolitana è il secondo mezzo pubblico di ingresso
in San Donato, complessivamente utilizzata dal 13% dei rispondenti. Il treno è usato
complessivamente dal 7,5% del campione, di cui un terzo arriva alla stazione di MilanoRogoredo e prosegue con il bus verso San Donato, e i due terzi arrivano nelle altre stazioni di
Milano e proseguono verso San Donato con la metropolitana.
Il trasporto pubblico che consente l’accesso a San Donato è prevalentemente
intermodale: chi arriva in San Donato con il treno o con la metropolitana, per il 42% usa 3 o
più mezzi di trasporto (pubblici o privati), mentre chi arriva con il bus extra-urbano solo per il
16,6% ne usa più di uno. Questa differenza è in parte giustificata dal fatto che chi arriva in
San Donato con un bus extra-urbano molto raramente deve poi prendere un altro mezzo per
raggiungere il posto di lavoro, invece un terzo circa di coloro che arrivano a San Donato in
metropolitana e due terzi di coloro che arrivano direttamente con il treno devono
successivamente prendere un bus per recarsi al lavoro.
L’analisi ha messo in luce alcune linee di tendenza generali che in chiave esplicativa possono
efficacemente essere messe a confronto.
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Complessivamente possiamo affermare che il fattore tempo è il criterio
fondamentale nella scelta della modalità di spostamento, ma vi sono delle
particolari sottolineature in ordine alla provenienza e al mezzo di trasporto utilizzato.
•
L’uso dell’auto privata L’uso dell’auto cresce al diminuire della distanza,
sono cioè le zone più vicine quelle da cui provengono i flussi maggiori di lavoratori che
usano l’auto. In controtendenza si colloca San Donato, in cui abbiamo una consistente
quota di modalità di spostamento leggere (bici e a piedi). Per quanto riguarda le zone
più lontane l’auto è particolarmente diffusa laddove mancano collegamenti diretti o i
mezzi pubblici non sono molto competitivi in termini di tempo.
•
Le motivazioni alla base della scelta di spostarsi con l’auto ci sono due
motivazioni divergenti. Possiamo infatti distinguere tra: coloro che hanno come
motivazione principale l’autonomia di movimento. L’uso dell’auto come risposta
all’esigenza di autonomia negli spostamenti è maggiormente diffuso tra coloro che
hanno uno spostamento breve (residenti a San Donato o nei comuni limitrofi) coloro che
indicano come motivazione principale la mancanza di una alternativa efficiente ai
mezzi pubblici. Il 43,3% di coloro che usano l’auto indica come motivazione la
mancanza di mezzi pubblici o la mancanza di un collegamento diretto con San Donato.
Tale quota è massima (superiore al 60%) tra chi risiede nella provincia di Milano oltre
la cerchia dei comuni limitrofi, tra chi viene dalle province di Pavia e Piacenza. Infine,
complessivamente l’auto è scelta in virtù del fatto che consente tempi di
spostamento più brevi.
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A proposito dell’uso di mezzi pubblici ritroviamo la tendenza opposta rispetto a
quella evidenziata nell’uso dell’auto: al crescere della distanza aumenta la quota di
coloro che utilizzano i mezzi pubblici. In ogni zona di provenienza c’è una modalità
di spostamento pubblico che prevale nettamente sugli altri: da Milano è la
metropolitana; dalla 3° cerchia di comuni e dagli altri comuni della provincia di Milano è
la metropolitana associata al treno o ad altri mezzi di trasporto; dalle province di Pavia,
Cremona e Piacenza, seppur con quote diverse, è il bus extraurbano; dalla provincia di
Lodi è il treno. Le aree più lontane da San Donato in cui è minore l’uso dei mezzi
pubblici sono quelle in corrispondenza delle quali, come detto, vi è una quota maggiore
di lavoratori che dichiarano di recarsi al lavoro con l’auto per mancanza di mezzi
pubblici. L’economicità è la principale motivazione nell’uso dei mezzi pubblici,
con quote superiori al 60% per i mezzi di trasporto extraurbani. Anche il tempo di
spostamento è un elemento centrale per quanto riguarda i mezzi pubblici:
l’utilizzo dei mezzi pubblici è infatti più diffuso nelle zone in cui questi sono
maggiormente competitivi rispetto all’auto in termini di durata del viaggio. Coloro che
utilizzano i mezzi pubblici non sembrano rinunciare al comfort ed alla sicurezza degli
spostamenti, ma questi due fattori sembrano costituire un vantaggio soprattutto per gli
spostamenti più lunghi. Il 29,4% di chi usa mezzi pubblici extraurbani indica la
sicurezza tra le motivazioni e il 18,2% il comfort. In conclusione, i mezzi pubblici si
fanno preferire, all’auto: quando i loro tempi di spostamento sono vicini a
quelli dell’auto; quando la distanza da coprire è lunga, per cui il viaggio con i
mezzi pubblici è più vantaggioso anche in termini economici, di sicurezza e di
comfort. Mentre per quanto riguarda gli spostamenti dei residenti l’auto è il mezzo di
trasporto più diffuso, complessivamente usa l’auto privata il 60,6% di essi, anche
quando le distanze da coprire sono molto brevi.
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4Più di un terzo dei residenti intervistati va al lavoro a piedi (25,7%) o
in bicicletta (9,7%). La diffusione di modalità di spostamento leggere (a piedi o in
bicicletta) è favorita dall’estensione territoriale relativamente limitata della città. Si
rileva un uso molto limitato del trasporto pubblico: complessivamente si sposta con il
trasporto pubblico il 3,6%, dei residenti. Il criterio di scelta nettamente più diffuso tra i
residenti è l’autonomia di movimento (60,9% complessivamente, 62,6% tra coloro che
usano l’auto). Per i residenti l’autonomia di movimento garantisce spostamenti veloci
riducendo tempi di attesa e percorsi (la durata del viaggio è la seconda motivazione dei
residenti, 34,4%).
La vicinanza al luogo di lavoro consente di associare allo
spostamento casa-lavoro attività di cura e di tempo libero, che necessitano di
spostamenti autonomi e veloci. Coloro che si spostano a piedi o in bicicletta motivano la
loro scelta con la velocità dello spostamento, ma percepiscono vantaggi anche in
termini di autonomia di movimento e di economicità. Il trasporto pubblico è meno
utilizzato perché è svantaggioso sia in termini di tempo, sia in termini di autonomia di
movimento.
Sono presenti elementi di criticità.
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La ricerca ha evidenziato ampie fasce di intervistati disponibili a forme di
trasporto alternativo all’auto, c’è un’apprezzabile propensione al
cambiamento. Facendo riferimento alle considerazioni sintetiche sopra esposte e alle
osservazioni degli intervistati, abbiamo cercato di focalizzare i principali elementi di
criticità emersi dall’indagine.
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La zona in cui sembra più difficile intervenire è quella a più corto raggio:
San Donato, i comuni limitrofi, la zona sud-est di Milano e la 2° cerchia di Comuni. In
queste zone i lavoratori sono meno disposti a rinunciare all’autonomia di movimento
offerta dall’auto. I mezzi pubblici sono considerati poco competitivi non solo in termini
di autonomia, ma anche in termini di tempo, trattandosi principalmente di trasporti su
gomma che subiscono il traffico delle vie di accesso a Milano. Poiché è ampia la fascia di
coloro che non sono disposti a rinunciare all’auto occorre indirizzare interventi e
comunicazione verso coloro che potenzialmente sono più disponibili, puntando su
specifiche categorie, segmentando gli interventi. Ad esempio, ampliando le piste ciclabili
anche su percorsi a medio raggio, verso la cerchia dei paesi limitrofi i cui collegamenti
sono fortemente penalizzati dal traffico sulle arterie in ingresso a Milano.
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Per quanto riguarda il trasporto a più ampio raggio, la carenza maggiore sembra
la mancanza di collegamenti diretti, in particolare in alcune zone. Il collegamento tra il
capolinea della Metropolitana e la stazione di Rogoredo con la città e, più in generale, il
trasporto pubblico urbano appare inadeguato alle esigenze dei lavoratori. Questi
collegamenti intermodali, rivestono un’importanza strategica notevole per il sistema di
trasporti sandonatese. I lavoratori non percepiscono un trasporto pubblico
urbano calibrato sulle loro esigenze: sembra presentarsi una dualità tra trasporti
per i residenti e trasporti per i pendolari.
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Le priorità indicate dagli intervistati sono: percorsi più diretti; maggiore
attenzione agli orari e alla loro affidabilità; frequenze adeguate ai tempi di lavoro
(navette); un’azione di comunicazione e di informazione più attenta e mirata sugli orari
e sui percorsi;
infine, un altro aspetto problematico appare il problema dei costi: i
lavoratori che arrivano da fuori percepiscono la tariffa urbana come un aggiunta alle
spese di viaggio, e sembrano considerare eccessivo il costo del bus-urbano in rapporto
alla distanza percorsa.
Un’indagine generale come questa non è in grado di individuare aree di criticità specifiche o
soluzioni più precise, ma offre delle tracce argomentate sulle quali indirizzare analisi più
dettagliate ed ulteriori approfondimenti. A strumenti di rilevazione quantitativi, come la
presente indagine, vanno possibilmente affiancate metodologie più qualitative che sappiano
individuare e affrontare problemi più specifici a seconda dei tipi di target considerati, operando
con esperienze di progettazione partecipata che coinvolgano direttamente i destinatari nella
fase di analisi e di ideazione dei servizi.