Economia - Nuove Scuole

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Economia - Nuove Scuole
PROGRAMMA GEOGRAFIA ECONOMICA
IDONEITA’ CLASSE V
INDICE
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UNITA’ 1
Paesi industrializzati e sottosviluppati…………………..3
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UNITA’ 2
America: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e
presenza umana………………………………………….8
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UNITA’ 3
Caratteristiche fisiche sociali ed economiche di:
Canada, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Cile……………20
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UNITA’ 4
Asia: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e
presenza umana…………………………………………44
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UNITA’ 5
Caratteristiche fisiche economiche e sociali di:
Giappone, Cina, India…………………………………..47
•
UNITA’ 6
Africa: caratteristiche fisiche, climatiche idrografiche e
presenza umana…………………………………………56
•
UNITA’ 7
Caratteristiche fisiche sociali ed economiche di: Marocco,
Libia, Egitto, Nigeria……………………………………62
UNITA’ 1
PAESI INDUSTRIALIZZATI E
SOTTOSVILUPPATI
La questione nasce ufficialmente all’epoca della conferenza di
Bandung (Giava, 1955) che definì paesi del Terzo Mondo quelli
che non appartenevano né all’Occidente industrializzato né al
blocco orientale guidato dall’URSS.
Oggi il termine di Terzo Mondo non corrisponde più alle
esigenze di comprensione della situazione mondiale. Le realtà
sono infatti assai più complesse, in ogni continente e subcontinente. Si preferisce così parlare di paesi sviluppati e di
paesi sottosviluppati, o in via di sviluppo.
L’idea di sviluppo è un’idea piuttosto recente ed è un’idea che è
legata allo sviluppo del sistema capitalistico, cioè al processo di
industrializzazione che è venuta maturando in Europa a partire
dalla fine del Settecento. Tale idea è intrinseca a quella di
evoluzione, cioè alla concezione per cui la società si evolve
attraverso una serie di stadi.
La definizione di paese sottosviluppato è ovviamente relativa e
si riferisce ad una vasta gamma di caratteristiche economiche,
demografiche, sociali e politiche che non possono venire
attribuite in egual misura a tutti i paesi in oggetto. Di norma le
misure che descrivono il sottosviluppo comprendono da un lato
bassi indici di industrializzazione, di reddito procapite e di
speranza di vita, dall’altro alti indici di mortalità infantile
(congiunti a un forte incremento demografico), di dipendenza
dalle esportazioni di materie prime, di debito estero, di
analfabetismo, in un quadro di diffusa indigenza e
malnutrizione.
Storicizzato, il sottosviluppo è la conseguenza del colonialismo
e della colonizzazione e si forma quindi dopo la seconda guerra
mondiale. Un indicatore dello sviluppo molto usato è il Pil
(valore della produzione di un paese) nei settori agricolo,
industriale e dei servizi.
Nel 1990 l’ONU ha proposto di sostituire al Pil, o reddito pro
capite, un nuovo indicatore dello sviluppo, lo Human
Development Index (HDI), che tiene conto del potere di
acquisto all’interno di ciascun paese, dei tassi di analfabetismo e
della speranza di vita. L’HDI tende a far risalire nella scala paesi
come Cuba, Giamaica e Costa Rica, e a far scendere i produttori
di petrolio del Vicino Oriente.
Breve analisi dei diversi modi con i quali si è guardato al
sottosviluppo e si è agito su di esso:
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anni 50-60: In questo periodo il concetto di sottosviluppo
si configura come problema essenzialmente quantitativo,
un problema di mancanza o scarsità di alcuni fattori di
produzione (capitali, tecnologie, organizzazioni) e di basso
livello di alcuni indicatori economici (singole produzioni,
reddito procapite, pnl). Quale soluzione si afferma che
questi fattori e indicatori vanno incrementati e potenziati;
ne conseguirà un processo auto-sostenuto di crescita
economica;
anni 70: Reazione alla visione precedente da parte del
mondo socialista e tentativo di avvio di una crescita
economica fondata sulla tecnologia di Stato e la
costruzione di grandi manufatti per l’elettrificazione
(opere di idraulica nelle regioni aride di Pakistan, Egitto,
India, Irak, Cina). Ne sono seguiti dissesti idrogeologici;
anni 80: La critica agli interventi tecnologici e
l’attenzione all’aspetto ecologico prendono piede sempre
più. Soprattutto a seguito dell’incidente di Chernobil. Si
afferma il concetto di sviluppo sostenibile, ossia la
tendenza a conciliare il miglioramento della qualità della
vita delle popolazioni sottosviluppate con la conservazione
delle risorse naturali dalle quali dipenderanno le
generazioni future. Si prende atto inoltre della grave crisi
finanziaria (indebitamento dovuto a shock petrolifero del
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1973 e 1979)) dei paesi sottosviluppati. Si propongono,
quale soluzione, la riduzione dell’intervento pubblico in
economia (passaggio alla privatizzazione e rimozione dei
vincoli posti al mercato) sia all’interno dei singoli paesi
(deregulation) sia in ambito internazionale (flessibilità dei
cambi e apertura delle frontiere) e soprattutto una
riduzione delle spese sociali da parte dello stato;
posizione odierna: I paesi sottosviluppati presentano una
situazione fortemente deteriorata e le loro prospettive sono
assolutamente drammatiche: il numero di coloro che
vivono in condizioni di povertà è sceso in percentuale dal
52% (1970) al 44% (1985) ma è aumentato in valori
assoluti da 944 a 1.156 milioni. Va inoltre considerata
l’enorme crescita demografica, gli scarsi progressi
agricoli, la struttura disuguale del commercio mondiale.
Esistono tre teorie relative al sottosviluppo che propongono
diverse soluzioni.
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Teoria della modernizzazione, sorta negli anni 50,
sostiene che le principali cause del mancato sviluppo dei
paesi sottosviluppati siano interne ai paesi stessi e siano
rappresentate da inadeguatezze strutturali. Le classi sociali
che impediscono il processo di sviluppo sono le oligarchie
del passato e la burocrazia statale. Gli strumenti di
intervento sono: progettazioni fondate sulla convinzione
della possibilità della crescita di questi paesi secondo le
tappe dei paesi occidentali, con un impegno dei paesi
industrializzati per il sostegno e l’ammodernamento delle
economie dei paesi sottosviluppati. E’ implicito l’assunto
che l’esperienza storica dell’Occidente rappresenta un
modello che i paesi sottosviluppati non devono fare altro
che seguire per arrivare alla prosperità. Questo obiettivo va
raggiunto attraverso lo sviluppo tecnologico, l’adozione
delle pratiche e delle idee occidentali, il commercio estero
e gli investimenti esteri.
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Teoria della dipendenza. Sorge negli anni 50-60.
Condivide la convinzione che il tasso di crescita
economica può esser considerato una locomotrice che
produce una dinamica in tutta la società, da cui deriva
automaticamente il pieno impiego della forza lavoro e la
sua integrazione sociale. Sostiene che le relazioni attuali
fra Occidente e Terzo Mondo affondano le radici nelle
precedenti epoche del colonialismo, quando le diverse
regioni dei paesi del Terzo Mondo erano costrette a
specializzarsi nella produzione di beni primari destinati
all’esportazione per soddisfare le necessità delle potenze
coloniali. Vengono chiamate in causa anche le élites di
quei paesi nei quali i centri urbani più ricchi operano come
intermediari fra il centro capitalista e la periferia
sottosviluppata.
Teoria sub-centrica. Si caratterizza e si distingue per
essere più estremista e populista. I paesi del Sud sono
assorbiti e distorti da quelli del Nord, i quali sfruttano a
loro esclusivo vantaggio le loro risorse. I paesi ricchi
rappresentano la principale causa del sottosviluppo
insieme alla classe dominante dei paesi poveri, in un
sistema centro-periferia. Per uscire dal sottosviluppo
occorre rompere con il centro e rifiutare i modelli liberoscambisti dell’Occidente. La teoria si fonda sulla
convinzione dell’inadeguatezza dei programmi basati sulla
tecnologia e sullo sviluppo industriale. E’ meglio ricorrere
a programmi limitati e basati sull’autogestione e sulle
tecniche e organizzazioni locali perché garantiscono uno
sviluppo equo e un maggior rispetto per l’ambiente.
L’obiettivo prioritario dello sviluppo deve essere
l’eliminazione della povertà e il soddisfacimento dei
bisogni primari (cibo e riparo, ossia abitazione,
riscaldamento), e in seguito assistenza sanitaria e scuole.
Le strategie di sviluppo devono partire dal basso, cioè
devono tener conto delle tradizioni economiche e sociali e
delle vere necessità delle popolazioni dei paesi
sottosviluppati Si tratta di un principio opposto a quello
che sta alla base degli altri due (modernizzazione e
dipendenza) che invece partono dall’alto.
Nel contempo si è creata una differenziazione
strutturale nel vecchia concezione di Terzo Mondo.
Un gruppetto di paesi emergenti (tigri asiatiche,
banda dei quattro, nic: Corea sud, Taiwan,
Singapore, Hong Kong), qualche paese dell’America
latina, in particolare Brasile, Venezuela, Ecuador, i
paesi dell’OPEC (esportatori di petrolio) ha
compiuto una propria originale rivoluzione
industriale fondata sul basso costo della manodopera,
o sulla valorizzazione delle materie prime (OPEC).
Parte dell’Africa subsahariana intanto è diventata
Quarto Mondo.
Dal punto di vista delle cifre si ricorda infine che la
popolazione dei paesi sottosviluppati equivale a circa il
75% della popolazione, realizza 1/5 del reddito mondiale e
il 10% delle capacità industriali.
UNITA’ 2
AMERICA: CARATTERISTICHE FISICHE,
CLIMATICHE IDROGRAFICHE E PRESENZA
UMANA
L'America settentrionale o America del Nord è un
subcontinente dell’emisfero boreale e dell’emisfero occidentale. È
delimitato a nord dal mare glaciale artico, a est dall'oceano
Atlantico, a sud-est dal mar dei Carabi, a sud e a ovest dall'oceano
Pacifico. Il Sud America si trova a sud-est. Copre una superficie di
circa 24.709.000 km quadrati, circa il 4,8% della superficie
terrestre e circa il 16,5% delle terre emerse. Nel luglio 2007 la sua
popolazione è stata stimata in quasi 524 milioni di persone. Per
superficie è il terzo più grande continente del mondo, dopo l’Asia
e l’Africa, ed è il quarto per popolazione dopo l'Asia, l'Africa e
l'Europa. Il Nord America e il Sud America sono noti
collettivamente come le Americhe.È comunemente accettato che
Nord e Sud America siano stati così nominati in onore
dell'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci dal cartografo
tedesco Martin Waldseemüller. Vespucci fu il primo europeo a
suggerire che le Americhe non fossero le Indie Orientali, ma un
diverso territorio, precedentemente non ancora scoperto dagli
europei. Vespucci fu il primo a scoprire il Sud America,
collegando le sue scoperte con quelle di Cristoforo Colombo.
L'etimologia fu ulteriormente complicata dalla necessità dei
cartografi di arrivare ad un nome che parallelamente a quello degli
altri continenti fosse di genere femminile (ad esempio, Europa,
Asia, ecc.). La convenzione era quella di usare il cognome per la
denominazione delle scoperte, tranne nel caso dei diritti d'autore o
quando una derivazione (come nel caso di Amerigo “Vespucci"
potesse presentarsi problematica).
Gli scienziati hanno varie teorie sulle origini dei primi umani che
popolarono il Nord America. Le stesse popolazioni indigene del
continente hanno tramandato molti miti, e alcune sostengono di
essere state presenti fin dalla sua creazione.
Prima del contatto con gli europei, i nativi del Nord America si
presentavano suddivisi in diverse realtà, che andavano da piccole
tribù formate da alcuni nuclei familiari a veri e propri grandi
imperi. La vastità del territorio e la varietà degli ecosistemi hanno
contribuito a dare un certo grado di specializzazione a delle vere e
proprie “aree culturali” che hanno fondato il proprio stile di vita
sfruttando le risorse naturali presenti (ad esempio i cacciatori di
bisonti nelle Grandi Pianure, o gli agricoltori della Mesoamerica).
Le popolazioni native possono anche essere classificate secondo
la loro famiglia linguistica (ad esempio Athapascan o UtoAztecan), ma è importante notare che popoli con linguaggi simili
non sempre condivisero la stessa cultura materiale, né questo
poteva significare che fossero alleati. Gli scienziati credono che il
popolo Inuit, che si stanziò nell’artico, giunse nel Nord America
molto più tardi rispetto ad altri gruppi nativi.
Durante i millenni di popolamento del continente da parte dei
nativi, le varie culture cambiarono progressivamente ed andarono
diffondendosi.
Ad alcune delle culture meridionali si deve tra l’altro l’aver
coltivato alcuni prodotti agricoli tuttora fra i più importanti
utilizzati a livello mondiale, quali i pomodori e il mais.
A seguito dello sviluppo dell'agricoltura nel sud, molti importanti
progressi culturali furono possibili. La civiltà Maya mise a punto
un sistema di scrittura, costruì enormi piramidi, si dotò di un
calendario complesso, e sviluppò il concetto di zero circa intorno
al 400, qualche centinaio di anni dopo le popolazioni
mesopotamiche. La cultura maya era ancora presente quando
arrivarono gli spagnoli, ma politicamente la posizione dominante
era stata presa dell’Impero Azteco più a nord.
In occasione dell'arrivo degli europei nel "Nuovo Mondo" la
geografia umana del continente cambiò drasticamente. La portata
dei cambiamenti culturali fu tale che diversi gruppi linguistici si
estinsero, e altri si andarono profondamente mutando. I nomi e le
culture che i primi europei scoprirono e registrarono pertanto
furono sicuramente diverse rispetto a quelle delle generazioni che
le avevano preceduti, e ancor più rispetto a quelle ancora presenti
oggi.
Le popolazioni indigene del continente americano, tra cui i nativi
dell'Alaska, migrarono dall'Asia in una data variabile, a secondo
della ricerca, tra i 12.000 e i 40.000 anni fa. Alcune civiltà
precolombiane svilupparono un’avanzata agricoltura, una grande
architettura, ed un alto livello di società. Nel 1492, l’esploratore
genovese Cristoforo Colombo, sotto la corona spagnola, raggiunse
diversi isole dei Caraibi, contribuendo al primo contatto
dell’uomo bianco con le popolazioni indigene. Milioni di indigeni
americani morirono in seguito a causa delle epidemie portate dagli
europei.
La Mayflower con i Padri Pellegrini nel 1620.Il 2 aprile 1513 il
conquistatore spagnolo Juan Ponce de León sbarcò in una
regione che chiamò "La Florida", il primo contatto europeo
documentato su quello che sarebbero diventati gli Stati Uniti.
Degli insediamenti spagnoli nella regione, rimane solo St.
Augustine, fondata nel 1565. Altri insediamenti spagnoli vennero
creati nell’odierno sud degli Stati Uniti, attirando migliaia di
persone attraverso il Messico. I commercianti di pellicce francesi
stabilirono avamposti nella Nuova Francia nella regione dei
Grandi Laghi; successivamente la Francia si impadronì di gran
parte del Nord America, penetrando fino al Golfo del Messico. La
prima colonia inglese di una certa entità fu Jamestown, Virginia,
fondata nel 1607. Nel 1628 venne fondata la Massachusetts Bay
Colony da parte dei Puritani che portò ad un’ondata migratoria;
nel 1634 nella Nuova Inghilterra erano insediati circa 10.000
Puritani. Tra la fine degli anni ’10 del 1600 e la Rivoluzione
Americana, vennero spediti circa 50.000 detenuti nelle colonie
americane britanniche. Nel 1614 venne fondato un insediamento
olandese lungo il fiume Hudson inferiore, includendo New
Amsterdam sull’isola di Manhattan.Tensioni crescenti tra i coloni
americani e gli inglesi durante gli anni sessanta e settanta del 1700
portarono alla Guerra di indipendenza americana, combattuta dal
1775 al 1781. Il 14 giugno 1775, il Congresso continentale,
tenutosi a Filadelfia, istituì un esercito continentale sotto il
comando di George Washington. Annunciando che "tutti gli
uomini sono creati uguali" e dotati di "diritti inalienabili", il
Congresso adottò la Dichiarazione d'Indipendenza, redatta in gran
parte da Thomas Jefferson, il 4 luglio 1776. Tale data celebrata
ogni anno come il “giorno dell’Indipendenza”.
Dopo la sconfitta dell’esercito britannico da parte delle forze
americane assistite dai francesi, la Gran Bretagna riconobbe
l'indipendenza degli Stati Uniti la sovranità sul territorio
americano fino al fiume Mississippi. La Costituzione degli Stati
Uniti d'America venne ratificato nel 1788, e il primo presidente,
George Washington, entrò in carica nel 1789.
Gli atteggiamenti verso la schiavitù mutarono; una clausola nella
Costituzione protesse il commercio di schiavi africani solo fino al
1808. Il Nord abolì la schiavitù tra il 1780 e il 1804.
Acquisizioni territoriali aumentarono il desiderio americano di
espansione verso l’Ovest, richiedendo una lunga serie di guerre
indiane e politica volte a spogliare i popoli indigeni delle loro
terre. L'acquisto della Louisiana francese, sotto la guida del
Presidente Thomas Jefferson nel 1803, raddoppiò quasi la
dimensione della federazione. La guerra del 1812 contro la Gran
Bretagna rafforzò il nazionalismo. Una serie di incursioni militari
statunitensi in Florida portarono la Spagna a cedere altro territorio
lungo la costa del Golfo del Messico nel 1819. Ci fu l’annessione
della Repubblica del Texas nel 1845. Nel 1846 fu siglato il trattato
dell'Oregon con la Gran Bretagna, portando al controllo da parte
statunitense sul Nord-Ovest americano. La vittoria degli Stati
Uniti nella guerra contro il Messico nel 1848 portò all’annessione
della California e di gran parte dell’odierno Sud-ovest americano.
La corsa all'oro tra il 1848 e 1849 portarono ad un’ulteriore
migrazione verso occidente. La nuova rete ferroviaria rese più
facile il trasferimento di coloni e l'aumento dei conflitti con i nativi
americani. In mezzo secolo vennero abbattuti fino a 40 milioni di
bisonti americani per le pelli e la carne. Una risorsa primaria che
scompariva dalle pianure, causando un grave contraccolpo in
molte culture native.
La Battaglia di Gettysburg.Le tensioni tra gli Stati del Nord e
quelli del Sud aumentarono su argomenti quali il rapporto tra lo
Stato e i governi federali, come pure la diffusione della schiavitù
nei nuovi Stati membri. Abraham Lincoln fu eletto presidente nel
1860. Poco prima sette Stati schiavisti dichiararono la loro
secessione. Si arrivò alla Guerra di secessione americana iniziata
con l’attacco a Fort Sumter. Dopo la vittoria dell'Unione nel
1865, tre emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti
d'America garantirono la libertà a quasi quattro milioni di africani
americani un tempo schiavi, rendendoli cittadini, e donando loro il
diritto di voto. La guerra e la sua risoluzione portarono ad un
aumento sostanziale del potere federale.
Nel Nord, l'urbanizzazione e un afflusso senza precedenti di
immigrati provenienti dagli stati meridionali e orientali affrettò il
processo di industrializzazione. L'ondata di immigrazione durò
fino al 1929. Massicce protezioni tariffarie, la costruzione di
infrastrutture, e nuovi regolamenti bancari, incoraggiarono la
crescita economica. Nel 1867 gli Stati Uniti acquistarono l’Alaska
dalla Russia completando l’espansione continentale. Il Massacro
di Wounded Knee nel 1890 fu l'ultimo grande conflitto armato
delle Guerre Indiane. Nel 1893, la monarchia indigena del Regno
di Hawaii venne rovesciato in un colpo di stato portato avanti
dagli americani residenti; gli Stati Uniti annessero l'arcipelago nel
1898. La vittoria nella Guerra ispano-americana dello stesso anno
dimostrò che gli Stati Uniti erano oramai una potenza mondiale e
portò all’annessione di Porto Rico, Guam e delle Filippine. Le
Filippine ottennero l'indipendenza solo mezzo secolo più tardi;
Porto Rico e Guam rimangono ancora territori degli Stati Uniti
Il Nord America occupa la parte settentrionale del territorio
generalmente denominato Nuovo Mondo (l’emisfero occidentale),
le Americhe, o semplicemente l'America (che a volte è
considerata un unico continente e la porzione settentrionale, il
Nord America, un subcontinente). L’America del Nord si lega
con il Sud America presso il confine tra Colombia e Panama
secondo la maggior parte delle convenzioni. Altri individuano il
confine presso il Canale di Panama, altri ancora lo pongono
presso l’Istmo di Tehuantepec in Messico in cui separano
l'America Centrale che poggia soprattutto sulla Placca caraibica.
Prima che l’America centrale fosse sollevata, la regione era
sommersa e le isole delle Indie Orientali (Caraibi) delineavano un
ponte di terra che collegava l’America del Nord con il Sud
America attraverso la Florida e il V enezuela.
La costa continentale è lunga e irregolare. Il Golfo del Messico è
il più grande corpo idrico che rientri nel continente, seguito dalla
Baia di Hudson. Fra i principali si segnalano il Golfo di San
Lorenzo e il Golfo di California.
Numerose sono le isole al largo delle coste del continente:
principalmente l'Arcipelago artico canadese, le Grandi e le
Piccole Antille, l'Arcipelago Alexander e le Isole Aleutine. La
Groenlandia, sotto la corona danese, è l’isola più grande del
mondo. Si trova nella stessa placca tettonica (la Placca
nordamericana) e fa parte geograficamente del Nord America.
La stragrande maggioranza del Nord America poggia sulla Placca
nordamericana. Parti della California e del Messico occidentale
sono sul bordo con la Placca pacifica dove le principali zolle si
incontrano lungo la Faglia di Sant'Andrea. La maggior parte della
porzione meridionale del continente e delle isole caraibiche si
trovano nella Placca caraibica, mentre lungo le coste sudoccidentali il bordo è segnato dalla Placca di Cocos.
Il continente può essere suddiviso in quattro grandi regioni
(ciascuna delle quali contiene diverse sotto-regioni): le Grandi
Pianure che si estendono dal Golfo del Messico all'Artico
canadese; la montagne geologicamente giovani dell’ovest, che
comprendono le Montagne Rocciose, il Gran Bacino, California e
Alaska; l’altopiano dello Scudo canadese; la variegata regione
nord-orientale, che comprende i Monti Appalachi, la piana
costiera lungo il litorale atlantico, e la penisola della Florida. Il
Messico, con le sue lunghe cordigliere e altipiani, rientra in larga
parte nella regione occidentale, anche se la piana costiera orientale
si estende verso sud lungo il litorale del Golfo del Messico.
Le montagne occidentali sono divise a metà, dalle due catene
principali: le Montagne Rocciose (più a est) e le catene costiere di
California, Oregon, Washington, e Columbia Britannica. La vetta
più alta è il Monte McKinley in Alaska.
La United States Geographical Survey afferma che il centro
geografico del Nord America è "10 km a ovest di Balta, nella
Contea di Pierce nel Dakota del Nord" a circa 48°10′N
100°10′W_ / 48.167, -100.167.
Le lingue più diffuse nel Nord America sono inglese, spagnolo, e
francese. Il termine Anglo-America è utilizzato per riferirsi ai
paesi anglofoni delle Americhe: vale a dire il Canada (dove
l'inglese e il francese sono lingue ufficiali) e gli Stati Uniti
d'America. Talvolta vengono compresi il Belize e alcune isole dei
Caraibi. L’America latina è in riferimento a quella parte delle
Americhe (generalmente a sud degli Stati Uniti) dove le lingue
romanze derivate dal latino sono predominanti: per quanto
concerne il Nord America ci si riferisce pertanto alle altre
repubbliche dell'America centrale, al Messico, e alla buona parte
delle isole dei Caraibi (oltre naturalmente alla maggior parte del
Sud America).
La lingua francese ha storicamente svolto un ruolo significativo
nel Nord America e conserva una presenza distintiva in alcune
regioni. Il Canada è ufficialmente bilingue; il francese è la lingua
ufficiale della provincia canadese del Quebec ed è ufficiale
assieme all'inglese nella provincia del New Brunswick. Il francese
è lingua ufficiale anche in alcune isole delle Indie Occidentali
(Haiti, Guadalupa, Martinica, Saint Barth, Saint Martin) e a SaintPierre e Miquelon, così come in Louisiana, dove il francese è
ancora una lingua ufficiale.
Vista di Los Angeles
Socialmente e culturalmente l’America del Nord presenta una ben
definita entità. Il Canada anglofono e gli Stati Uniti hanno una
cultura e tradizioni similari essendo state entrambe ex colonie
britanniche. Un comunanza culturale e un’economica di mercato
si è sviluppata tra le due nazioni, dettato dal potere economico e
da legami storici. Analogie si possono riscontrare nella
componente linguistica spagnola del Nord America. Anche qui si
è condiviso un passato comune, come ex colonie della Spagna. In
Messico e nei paesi centroamericani in cui la civiltà Maya si è
sviluppata, le popolazioni indigene preservano ancora alcune
tradizioni. Il Québec da parte sua costituisce una regione che
presenta una cultura propria legata all'eredità coloniale francese.
Economicamente il Canada e gli Stati Uniti sono le due nazioni
più ricche e sviluppate del continente, seguite dal Messico, paese
di nuova industrializzazione. I paesi dell'America centrale e dei
Caraibi si presentano molto meno sviluppati. I più importanti
mercati comuni sono il Caribbean Community and Common
Market (CARICOM) e il North American Free Trade Agreement
(NAFTA). Recente dai paesi centro americani è stato firmato un
accordo di libero scambio il CAFTA con l’intento di migliorare la
loro situazione finanziaria.
Paesi e territori
L’America del Nord è spesso suddivisa in sottoregioni, anche se
sempre non unanimemente condivise. L’America Centrale
comprende la regione meridionale del continente, ma la sua
estremità settentrionale varia tra le fonti. Geograficamente la
regione inizia con l'Istmo di Tehuantepec in Messico (vale a dire
gli stati messicani di Campeche, Chiapas, Tabasco, Quintana Roo
e Yucatán). Le Nazioni Unite includono il Messico nell’America
Centrale (d'altro canto l'Unione Europea vi include sia il Messico
che il Belize), ma Geopoliticamente il Messico non è spesso
considerato parte del Centro America.
Il concetto di Nord America è altresì utilizzato per fare riferimento
ai paesi e ai territori più settentrionali: il Canada, gli Stati Uniti, la
Groenlandia, Bermuda, e Saint Pierre e Miquelon. Vengono
considerati distintamente dalle regioni meridionali delle Americhe,
che comprende in gran parte l'America Latina.
L'America meridionale o America del Sud è un subcontinente che
occupa la parte meridionale dell'America. Si trova interamente
nell'emisfero occidentale, e in buona parte nell'Emisfero australe,
eccezion fatta per alcune regioni situate a nord dell'Equatore
nell'Emisfero boreale. È bagnata ad ovest dall'oceano Pacifico, a
nord e ad est dall'Oceano Atlantico. L'America settentrionale e il mar
dei Caraibi si trovano a nord-ovest.
L'America del Sud fu così nominata nel 1507 dai cartografi Martin
Waldseemüller e Matthias Ringmann dopo che il navigatore
fiorentino Amerigo Vespucci, primo in Europa, suggerì che il
continente da poco scoperto non fossero le Indie Orientali, ma un
Nuovo Mondo sconosciuto agli europei.
L'America del Sud ha una superficie di 18.840.000 chilometri
quadrati, che corrisponde a quasi il 3,5% della superficie terrestre.
All'inizio del 2005 la sua popolazione è stata stimata in più di
371.090.000 di abitanti. Il Sud America pertanto è il quarto
continente in termini di superficie (dopo Asia, Africa e America del
Nord) e il quinto per popolazione (dopo Asia, Africa, Europa e
America del Nord).
l Sud America occupa la maggior parte della regione geografica
generalmente denominato Emisfero meridionale, Nuovo Mondo,
Emisfero occidentale, le Americhe o, semplicemente, l'America (a
volte è considerato come un unico continente, e il Sudamerica un
subcontinente). Il suo territorio si sviluppa a sud-est della frontiera tra
Panamá e Colombia, secondo la maggior parte delle fonti. Altri
concordano che il confine sia da porre lungo il Canale di Panamá.
Quasi tutto il Sudamerica si trova sopra la placca sudamericana.
Geopoliticamente l'intero stato di Panamá (compreso il segmento ad
est del Canale di Panamá) è generalmente considerato parte del
Nordamerica, o comunque dell'America centrale.
Sebbene molte delle isole dei Caraibi, tra cui le Piccole Antille, si
trovino sopra la placca caraibica, le isole di Aruba, Barbados,
Trinidad e Tobago fanno parte della regione settentrionale della
piattaforma continentale sudamericana. Le Antille Olandesi e le isole
prospicienti al Venezuela si trovano lungo le coste del Sud America.
Geopoliticamente gli Stati insulari e i territori d'oltremare dei Caraibi
sono generalmente considerati facenti parte del Nord America. Le
nazioni del Sud America che si affacciano sul Mar dei Caraibi (tra cui
Colombia, Venezuela, Guyana, Suriname e Guiana Francese) sono
anche denominati Sud America caraibico. Altre isole del continente
sono le Galápagos, l'Isola di Pasqua (in Oceania, ma appartenente al
Cile), l'Isola di Robinson Crusoe, Chiloé e la Terra del Fuoco.
In questo continente si trovano le più alte cascate del mondo, il Salto
Angel in Venezuela, e il più grande fiume in termini di portata
d'acqua, il Rio delle Amazzoni, e la più lunga catena montuosa, le
Ande (la cui cima più elevata è l'Aconcagua con 6.962 metri sul
livello del mare), il deserto più secco, il deserto di Atacama, la più
vasta foresta pluviale, l'Amazzonia, la più alta capitale, La Paz in
Bolivia, il più alto lago commerciale navigabile, il Lago Titicaca, e la
città più meridionale del mondo, la città di Porto Toro in Cile.
Le principali risorse minerarie sono oro, argento, rame, ferro, stagno
e petrolio. Il Sudamerica è la patria di molte specie animali uniche,
tra cui lama, anaconda, piranha, giaguaro, vigogna e tapiro. Le
foreste dell'Amazzonia comunque posseggono un elevato livello di
biodiversità.
Il paese di gran lunga più grande del Sudamerica, sia in termini di
superficie che di popolazione, è il Brasile, seguito dall'Argentina. Le
regioni che formano questo continente sono gli Stati andini, la
Guiana, il Cono Sud e il Brasile.
Clima
L'America del Sud ospita un'ampia varietà di climi: quello caldo
umido della foresta pluviale amazzonica, quello freddo secco della
Patagonia, quello arido del deserto di Atacama, quello ventoso
gelido della Terra del Fuoco. Ciò dipende da:
• L'ampiezza della latitudine che occupa il continente. La maggior
parte è compreso tra l'equatore nella parte settentrionale e il Tropico
del Capricorno, mentre la punta meridionale penetra in una regione
subartica.
• La differenza di temperatura tra i due oceani. Generalmente la
costa esposta all'Atlantico è più calda e quella sul Pacifico è più
fredda per la presenza della corrente di Humboldt.
• La presenza delle Ande, la cui temperatura varia notevolmente a
seconda dell'altitudine.
Nella regione occidentale, tra le Ande e l'Oceano Pacifico, sono
presenti alcune delle zone più umide e più aride del pianeta: Il Choco
(Colombia,
Ecuador, Perù, Panamá) e il Deserto di Atacama (Cile, Perù,
Bolivia, Argentina) rispettivamente. Il clima è generalmente tropicale:
equatoriale nella regione amazzonica, umido nella savana, steppico
nella pampa, nivale sulle ande.
Le teorie più concordi rilevano che il popolamento del Sudamerica
sia iniziato con l'arrivo dell'uomo attraverso lo Stretto di Bering,
quando si andò creando un ponte di ghiaccio tale da collegare le
estreme propaggini di Asia e Siberia con il Nordamerica. Alcuni
reperti archeologici sembrano però non confermare appieno questa
ipotesi, e portano a supporre teorie alternative di un popolamento
addirittura antecedente. Un elemento che si è posto all'attenzione di
alcuni studiosi è la grande presenza di siti archeologici nel
Sudamerica e il basso numero di questi nel nord del continente. È
improbabile che i più antichi siti nel nord siano ancora da scoprire, e
questo è sorprendente perché se le Americhe fossero state popolate
originariamente in maniera esclusiva dalla Siberia, i siti più antichi si
troverebbero indiscutibilmente nel Nordamerica.
Inoltre, alcuni studi hanno riscontrato delle differenze genetiche tra i
paleoindi sudamericani e nordamericani: i primi con tratti e lineamenti
più australoidi, i secondi con tratti più mongoloidi. Questi elementi
hanno comportato l'adesione di alcuni ricercatori all'ipotesi di un
popolamento autonomo dell'America del Sud, non più quindi dal
nord, bensì con ipotesi di arrivi dall'Australia.
Periodo precolombiano
La prima prova dell'esistenza di pratiche agricole nel Sud America
risalgono a circa il 6500 a.C., quando patate, fagioli e peperoncini
iniziarono ad essere coltivati come prodotti alimentari nelle regioni
prossime al bacino amazzonico. Altri elementi (tra cui ceramiche)
hanno dimostrato che la manioca, prodotto alimentare diffuso anche
oggi, veniva già coltivato nel 2000 a.C.
Nel corso della grandi epoche migratorie, e soprattutto dopo la
scoperta dell'agricoltura, gli antichi colonizzatori americani si
insediarono nelle regioni e nelle aree ritenute più favorevole al loro
sviluppo e al loro stile di vita. In una situazione di isolamento durati
millenni rispetto alle società del Vecchio Mondo, i popoli americani
formarono culture originali e autonome, tanto da presentare due
rivoluzioni neolitiche separate, una nella Mesoamerica e l'altra nelle
Ande nel Sudamerica che hanno dato origine a centinaia di civiltà
distinte.
I primi insediamenti e la prima cultura nota in Sud America (e nelle
Americhe in generale) furono i Valdivia lungo la costa sud-est
dell'Ecuador.
La prima civiltà si sviluppò a Norte Chico, lungo la costa peruviana.
Quella Muisca fu la principale civiltà indigene in quella che è oggi la
Colombia.
Importanti culture pre-colombiane furono: i Moche (100 a.C. – 700
d.C., presso la costa settentrionale del Perù); Tiahuanaco (100 a.C.
– 1200 d.C., in Bolivia); Cañari (nelle regioni centro-meridionali
dell'Ecuador), Paraca e Nazca (400 a.C. – 800 d.C., Perù); Wari o
Impero Huari (600 – 1200, nell Perù centro-settentrionale); l'Impero
Chimu (1300 – 1470, sulla costa peruviana settentrionale); i regni
Chachapoya e Aymaran (1000 – 1450, in Bolivia e nel Perù
meridionale).
La civiltà Inca dominò la regione delle Ande dal 1438 al 1533.
Periodo coloniale
Dal secolo XVI fino agli inizi del secolo XIX la maggior parte
dell'America Meridionale fu divisa in colonie governate
maggiormente dalla Spagna e dal Portogallo. In seguito con
l'indipendenza tali colonie si tramutarono in repubbliche, con
l'eccezione della Guiana Francese e delle Isole Falkland (e le isole
più prossime occupate dal Regno Unito), attualmente unici territori
non indipendenti.
La prima regione invasa dagli spagnoli fu Macuro, sulla punta della
penisola di Paria, nello stato di Sucre in Venezuela, a cui Cristoforo
Colombo diede il nome di Tierra de Gracia. Il primo insediamento
in questo continente fu a Cumaná (sempre nella costa del
Venezuela), mentre la prima città fu Santa Marta in Colombia.
La decolonizzazione
Nel corso del 1808 le pressioni dell'imperatore francese Napoleone
scatenarono una serie di eventi che peggiorarono ulteriormente la già
compromessa situazione spagnola. Carlo IV di Spagna abdicò al
trono in favore del figlio Ferdinando VII, il 19 marzo 1808 dopo i
moti di Aranjuez, e più tardi, il 5 maggio 1808 la Spagna Carlo IV e
di suo figlio fu costretta a cedere il trono a Napoleone che designò
suo fratello, Giuseppe I, come il nuovo re di Spagna. Questo
provocò una reazione popolare in Spagna che è conosciuta come la
Guerra d'indipendenza spagnola che, tanto in Spagna che in
Americhe, portò a costituire delle
commissioni regionali che promossero la lotta contro gli invasori
francesi al fine di riconsegnare al legittimo monarca il trono. Tuttavia,
molte di queste commissioni vennero viste con sospetto dalle autorità
spagnole, temendo che potessero essere filo-francesi. Di questo
periodo furono importanti le azioni di Antonio Nariño a Bogotà (che
aveva pubblicato la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del
cittadino), il movimento di Juan Picornell, la congiura di Manuel
Gual e José María España, e il fallimento militare della spedizione di
Francisco de Miranda in Venezuela.
Guerre di Indipendenza
Il processo della Guerre d'indipendenza ispanoamericana iniziò con
la Rivoluzione di La Paz nel 1809 nell'Alto Perù e culminò con
l'occupazione della fortezza del Callao nel 1826.
Nel 1817 il generale José de San Martín attraversò le Ande per
sconfiggere i realisti in Cile e successivamente si diresse a Lima, al
fine di colpire il centro del potere spagnolo. La spedizione subì
gravi perdite causa le situazioni estreme in cui si trovò ad operare:
l'altezza media dei picchi montuosi collocati tra i 3.000 e i 4.800
metri, le malattie, la larghezza media delle strade (talvolta anche di
soli 30 cm), la temperatura che scendeva tra i -15 e i -20 gradi
durante la notte fece sì che dei 5.400 uomini che componevano
l'esercito, ben 300 morirono lungo la strada. Arrivarono solo
5.000 muli dei 9.200 partiti, e 500 cavalli dei 1.500 iniziali. Allo
stesso tempo San Martin dirigeva le 6 colonne che attraversarono
le montagne in diversi punti, con l'obiettivo di confondere e di
disperdere le forze realiste. Quando arrivò in Cile, l'esercito
patriota sotto il comando dello stesso San Martín, trionfò nella
battaglia di Chacabuco. Con questa battaglia si iniziò a scrivere la
storia dell'emancipazione del Sudamerica. Tale azione verrà
completata da parte delle azioni militari avviate dal liberatore
Simón Bolívar nel nord del continente, che raggiunse una decisiva
vittoria nella battaglia di Boyacá.
UNITA’ 3
CARATTERISTICHE FISICHE SOCIALI ED
ECONOMICHE DI: CANADA, STATI UNITI,
BRASILE, ARGENTINA, CILE
CANADA
Il Canada è uno Stato che comprende la parte nord dell'America
settentrionale, ed è delimitato dall'Oceano Atlantico ad est, dal
Pacifico ad ovest e dall'Oceano Artico a nord. È, dopo la Russia,
il paese più esteso del mondo e confina con gli Stati Uniti
d'America a sud e a nord-ovest (Alaska).
Il Canada è uno Stato Federale che comprende dieci Province e
tre Territori, è una democrazia parlamentare e una monarchia
costituzionale, retta dalla Regina Elisabetta II del Regno Unito.
Il Canada ha ottenuto l'indipendenza dal Regno Unito attraverso
un lungo processo di emancipazione, svoltosi tra il 1867 ed il
1982.
È una nazione multiculturale e bilingue: l'inglese e il francese
sono le lingue ufficiali, con una parità di status. Tuttavia in
Canada, a causa della composizione della popolazione, formata
da numerosissime etnie, ed ai continui flussi immigratori, sono
parlate numerose altre lingue. Il bilinguismo impone al governo
federale l'obbligo di fornire servizi in entrambe le lingue
ufficiali del paese.
Il Canada è un paese industrializzato e tecnologicamente
avanzato. La sua economia diversificata si basa principalmente
sull'abbondanza di risorse naturali e sul commercio, condotto in
gran parte con gli Stati Uniti.
Gli abitanti sono detti canadesi o anche, amichevolmente,
canucks.
Il nome ebbe origine nel 1535, durante le esplorazioni lungo il
fiume San Lorenzo compiute da Jacques Cartier. Alcuni Irochesi
si riferirono al villaggio di Stadacona, la futura Québec, usando
il termine kanata (che nella loro lingua vuol dire villaggio,
comunità). Jacques Cartier utilizzò così il nome Canada per tutto
il territorio in cui si trovava il villaggio di Stadacona. Negli anni
seguenti il nome indicava sulle carte geografiche tutti i territori a
nord del fiume San Lorenzo[1].
Nei secoli XVII e XVIII il nome Canada venne utilizzato per
indicare i territori della Nuova Francia, estendendone via via
l'uso fino a ricomprendervi alcune parti degli attuali territori
statunitensi. Nel 1791, il Canada Act divise la provincia del
Québec in due parti: l'Upper Canada e il Lower Canada. Le due
colonie furono riunite nel 1841, con il nome di Provincia del
Canada.
Nel 1867, infine, il British North America Act unì Nuova Scozia
e New Brunswick a Québec e Ontario, facendone "un unico
dominio sotto il nome del Canada" (preferendo questo nome agli
altri che furono proposti: Victorialand, Borealia, Cabotia,
Tuponia - The United Provinces of North America, Superior,
Norland e Hochelaga).
Economia
L'economia del Canada, membro del G8 e dell'OCSE, è una
delle più forti nel mondo. Il Paese è tra i primi 12 per prodotto
interno lordo[13], e il suo tenore di vita supera anche quello degli
stessi Stati Uniti. Dotato di grandi risorse naturali (metalli
grezzi, gas, petrolio) e di un settore primario che ha nella
cerealicoltura e nello sfruttamento delle risorse forestali i suoi
punti di forza, ha pure un'industria ed attività terziarie molto
sviluppate.
Nel settore agricolo, si coltivano in particolare orzo, mais,
frumento, patate, avena, olio di colza, olio di girasole e soia.
Importante è anche l'allevamento, specie di bovini. I pescosi
mari attorno a Terranova sostengono un settore ittico attivo ed
efficiente.
Il Canada è al primo posto, a livello mondiale, nella produzione
di energia idroelettrica e ne esporta circa il 10% negli Stati
Uniti. Dei 566,3 miliardi di kWh prodotti nel 2003, il 59% è
generato da centrali idroelettriche, il 27% da centrali a
combustione, il 12% dalle centrali atomiche (attive 18 centrali
nucleari) e poco più del 2% dalle centrali a fonti alternative
(solare o eolico).
Le industrie principali sono quelle meccaniche (in particolare la
costruzione delle automobili, per lo più grazie ad aziende
statunitensi), quelle tessili ed alimentari, la produzione di carta,
la lavorazione del ferro e dell'acciaio, la fabbricazione di
macchinari ad alta tecnologia e di macchine utensili. Importante
è anche l'industria elettronica, legata perlopiù ai settori militare,
dei trasporti e delle telecomunicazioni. Come in tutti i paesi
sviluppati, il settore che più contribuisce al reddito nazionale è il
terziario (banche, commercio, comunicazione, turismo).
Le esportazioni principali del Canada sono i prodotti di alta
tecnologia, le automobili, il petrolio, il gas naturale, il carbone, i
metalli in genere, i prodotti agricoli e forestali. I maggiori
partner commerciali del Paese sono gli USA, la Gran Bretagna,
la Cina e il Giappone.
La principale borsa valori del paese è il Toronto Stock
Exchange, con sede a Toronto.
Cultura
Tra i simboli nazionali del Canada, cioè quei simboli che
vengono utilizzati in patria e all'estero per rappresentare il paese
e la sua gente, posizione preminente ha l'uso della foglia d'acero
il cui utilizzo risale già ai primi anni del XVIII secolo[14].
Compare ad esempio nella bandiera, nello stemma, in alcune
monete e come logo di numerose compagnie e società.
Da sempre noto come paese molto attento all'ecologia
(nonostante alcuni impianti industriali estremamente inquinanti
posti a nord della provincia dell'Alberta), il Canada porta con sé
una cultura ecologista molto presente nelle coscienze civiche
della popolazione.
Oltre ai simboli nazionali posti sugli stendardi rappresentativi,
quasi sempre indicanti animali, piante o luoghi naturali, il
Canada può fregiarsi di due simboli ecologisti molto importanti:
•
•
Greenpeace, nota organizzazione non governativa che
cerca di proteggere l'ambiente ed è stata fondata a
Vancouver nel 1971.
Grey Owl, spesso indicato come il primo ecologista della
storia, per molti anni venne creduto un nativo americano,
finché alla sua morte non si scopri che era nativo inglese e
aveva volontariamente sposato la causa pellerossa sin da
giovane.
STATI UNITI
Gli Stati Uniti d'America, comunemente abbreviati in Stati
Uniti (o States), anche conosciuti con l'acronimo USA (United
States of America), sono una repubblica federale con sistema
rappresentativo dell'America settentrionale composta da 50 stati
e un distretto federale. Confinano a nord con il Canada e a sud
con il Messico, mentre ad est e ad ovest sono bagnati
rispettivamente dall'oceano Atlantico e dall'oceano Pacifico. Le
acque territoriali dell'Alaska - lo stato più vasto - confinano con
la Russia (Stretto di Bering). Lo stato delle Hawaii è formato da
un arcipelago localizzato nel centro dell'oceano Pacifico. Il
paese possiede anche alcuni territori e zone insulari, sparsi tra il
mar dei Caraibi e il Pacifico.
Con una superficie di oltre 9,83 milioni di km² e con più di 300
milioni di abitanti, gli Stati Uniti sono il quarto paese più esteso
al mondo, e il terzo più popolato. Gli Stati Uniti sono uno dei
paesi con la maggior diversità etnica e la sua multiculturalità è il
prodotto di un'immigrazione su larga scala dai più svariati paesi
dei diversi continenti. L'economia statunitense è la più grande
del mondo, con una stima del prodotto interno lordo (PIL) nel
2008 di 14.300 miliardi di $ (che rappresenta il 23% del totale
mondiale basato sul PIL nominale e quasi il 21% del PIL
calcolato a parità di potere d'acquisto).
La federazione è stata fondata da tredici colonie del Regno
Unito situate lungo la costa atlantica. Il 4 luglio 1776, con la
Dichiarazione di indipendenza, hanno proclamato la loro
indipendenza dalla Gran Bretagna. Gli stati si ribellarono e
sconfissero i britannici nella guerra di indipendenza americana,
prima grande colonia a rivoltarsi con successo contro le leggi
coloniali.[5] Una Convenzione Federale (Convenzione di
Filadelfia) adottò l'attuale Costituzione degli Stati Uniti
d'America il 17 settembre 1787; con la ratifica, l'anno
successivo nasceva una repubblica con un forte governo
centrale. La Carta dei Diritti, che comprendeva dieci
emendamenti costituzionali per garantire molti diritti civili
fondamentali e libertà, venne ratificata nel 1791.
Nel corso del XIX secolo gli Stati Uniti acquisirono nuovi
territori da Francia, Spagna, Regno Unito, Messico e Russia,
annettendo la Repubblica del Texas e la Repubblica di Hawaii.
Le controversie tra il Sud agrario e il Nord industriale
sull'affermazione dei diritti e l'espansione dell'istituzione della
schiavitù provocarono la guerra di secessione americana del
1861. Il Nord impedì una scissione del paese e portò la fine
della schiavitù legale negli Stati Uniti. La guerra ispanoamericana e la prima guerra mondiale confermarono lo status di
potenza militare. Nel 1945 gli Stati Uniti emersero dalla seconda
guerra mondiale come il primo paese dotato di armi nucleari,
membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, e un
membro fondatore della NATO. La fine della guerra fredda, e il
conseguente crollo dell'Unione Sovietica, lasciarono gli Stati
Uniti come unica superpotenza. Ad oggi gli accademici stanno
discutendo se gli Usa stiano perdendo od abbiano già perso lo
status di superpotenza in un mondo multipolare.
Economia
Indicatori economici
Tasso di disoccupazione 9,7%Gennaio 2010
Crescita del PIL
1,9%2° quadr. 2008[
Inflazione
2,6%Gennaio 2009 su gennaio 2010[
Debito pubblico
12.433 miliardi di $25 febbraio 2010
Povertà
12,5%2007
Gli Stati Uniti hanno un sistema economico capitalista di tipo
misto, con un grande contributo delle imprese private nelle
decisioni microeconomiche, regolate però dalle scelte del
governo. Caratterizzata da alta produttività, alimentata da
abbondanti risorse naturali, e da una sviluppata rete di
infrastrutture, secondo il Fondo Monetario Internazionale,
l'economia degli Stati Uniti genera un PIL annuo di 14.300
miliardi di $, che costituisce il 23% del prodotto interno lordo
mondiale ai prezzi di mercato, e quasi il 21% del prodotto
mondiale lordo a parità di potere d'acquisto (PPA). È la più
grande economia statuale del pianeta in termini di PIL, solo il
4% in meno circa rispetto al PIL combinato di tutti i paesi
dell'Unione europea a PPA generato nel 2007. Il PIL pro capite
è l'ottavo in termini nominali e il quarto in termini di parità di
potere d'acquisto. Gli Stati Uniti sono il più grande importatore
di merci e il terzo maggiore esportatore, anche se le esportazioni
pro capite sono relativamente basse. Canada, Cina, Messico,
Giappone e Germania sono i principali partner commerciali. Le
principali merci di esportazione sono macchinari elettrici,
mentre i veicoli costituiscono la principale voce delle
importazioni.
Wall Street, dove trova sede il New York Stock Exchange,
maggiore borsa valori del mondo.
Il settore privato costituisce la maggior parte dell'economia,
mentre le attività governative partecipano al 12,4% del PIL.
L'economia è prevalentemente postindustriale, con il settore dei
servizi che contribuisce al 67,8% del PIL. Il principale settore in
termini di giro d'affari è quello del commercio all'ingrosso e al
dettaglio; in termini di reddito netto è quello della finanza e
assicurazioni.[ Gli Stati Uniti restano una potenza industriale,
con produzioni nell'industria chimica e manifatturiera leader nei
rispettivi settori. Gli Stati Uniti sono il terzo più grande
produttore di petrolio del mondo, così come il più grande
importatore di questa materia prima. È leader nella produzione
di energia elettrica e nucleare, come pure come per l'estrazione
di gas naturale, zolfo, fosfati, e sale. Sebbene l'agricoltura
rappresenti poco meno dell'1% del PIL, gli Stati Uniti sono i
migliori produttori mondiali di mais e soia. Il New York Stock
Exchange è la più grande borsa valori del mondo.Coca-Cola e
McDonald's sono i due marchi più riconosciuti a livello globale.
Nel 2005 la forza lavoro retribuita era pari a 155 milioni di
persone, di cui l'80% a tempo pieno. Secondo stime del 2009, la
maggioranza della forza lavoro, ossia il 77% del totale, era
impiegata nel settore dei servizi. Con circa 15,5 milioni di
persone, il settore dell'assistenza sanitaria e assistenza sociale
rappresentava il principale settore di occupazione. Circa il 12%
dei lavoratori è sindacalizzato, contro il 30% dell'Europa
occidentale. La Banca Mondiale classifica gli Stati Uniti nel
primo posto per facilità nell'assunzione dei lavoratori. Tra il
1973 e il 2003, le ore lavorative medie per un lavoratore
americano è cresciuto di 199 ore.[ Come risultato, gli Stati Uniti
mantengono la più alta produttività del lavoro del mondo,
sebbene non in termini di produttività per ora lavorata come fino
ai primi anni '90: i lavoratori di Norvegia, Francia, Belgio e
Lussemburgo si trovano meglio piazzati in questo indicatore.
Rispetto all'Europa, negli Stati Uniti le tasse su proprietà e
reddito delle società sono in genere più elevate, mentre il lavoro
sconta in genere aliquote fiscali più basse.
Reddito e sviluppo umano
Secondo lo United States Census Bureau, il reddito medio lordo
delle famiglie americane nel 2007 è stato di 50.233 $, con medie
che variano dai 68.080 $ nel Maryland ai 36.338 $ del
Mississippi. A parità di potere d'acquisto la media è simile ai
quella delle maggiori nazioni sviluppate. I tassi di povertà, dopo
essere scesi bruscamente durante la metà del XX secolo, si sono
stabilizzati dai primi anni '70, con l'11,15% degli americani al di
sotto della soglia di povertà, e il 58,5% che ha sperimentato
almeno un anno in condizioni di povertà tra i 25 e i 75 anni di
età. Nel 2007 ben 37,3 milioni di americani vivevano in
condizioni di povertà. Lo stato sociale è ormai tra i più austeri
nel mondo sviluppato, e tende a ridurre sia la povertà relativa
che assoluta, inferiore alla media delle nazioni ricche. Ma
mentre lo stato sociale tutela e riduce la fascia debole tra la
popolazione anziana, in proporzione poco è fatto per la fascia
più giovane. Uno studio 2007 dell'UNICEF sul benessere dei
bambini tra le 21 nazioni più industrializzate, pone gli Stati
Uniti tra gli ultimi posti.
Nonostante i forti aumenti di produttività, la bassa
disoccupazione e la bassa inflazione, gli incrementi di reddito a
partire dagli anni '80 hanno avuto una crescita lenta rispetto ai
precedenti decenni, oltre ad essere stato meno ampiamente
condivisi, e accompagnati da una maggiore insicurezza
economica.
Tra il 1947 e il 1979 il reddito medio è aumentato di oltre l'80%
nell'insieme di tutte le classi di reddito, con i redditi più bassi
cresciuti ad un ritmo più elevato rispetto a quelli elevati. Il
reddito familiare medio è aumentato dal 1980 in gran parte a
causa di un doppio reddito all'interno delle famiglie, la riduzione
del divario tra i sessi, e per il maggior numero di ore lavorate,
ma la crescita è stata più lenta e maggiormente concentrata nei
redditi più elevati. Di conseguenza, i redditi di gran lunga più
elevati, che corrispondono all'1% dei redditi, hanno generato il
21,8% del reddito totale prodotto nel paese nel 2005, cifra che è
più che raddoppiato dal 1980, rendendo gli Stati Uniti uno dei
paesi con la maggiore disparità di reddito tra nazioni sviluppate.
La ricchezza, come reddito, è estremamente concentrata: il 10%
della popolazione, la fascia più ricca, possiede il 69,8% della
ricchezza del paese, la seconda quota più elevata tra le nazioni
sviluppate. L'1% posto al vertice possiede il 33,4% del
patrimonio netto
BRASILE
Il Brasile (nome ufficiale in portoghese República Federativa
do Brasil, Repubblica Federativa del Brasile) è una repubblica
federale democratica dell'America meridionale. Confina a nord
con la Colombia, il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la
Guyana Francese, a sud con l'Uruguay e ad ovest con
l'Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù. Ad est si affaccia
sull'oceano Atlantico.
Il Paese ha come caratteristica principale la sua immensità:
un'immensità fisica, climatica, ambientale e sociale. Esso può
essere considerato un Paese in via di sviluppo, un Paese
industrializzato, postindustriale o del Terzo mondo a seconda
dell'aspetto che ne viene valutato. È in via di sviluppo in quanto
sta superando la transizione demografica, potenzia le vie di
comunicazione, esporta prodotti tropicali e minerali, e stringe
relazioni commerciali con nuove nazioni. È infine moderno e
post-industrializzato per i suoi grattacieli, per lo sviluppo delle
telecomunicazioni e della tecnologia.
Oggi si sta assistendo ad una lenta ma progressiva crescita dei
redditi, ad un aumento qualitativo delle relazioni tra le varie
regioni, ad un incremento della struttura comunicativa, tutti
fattori che consentono al Paese di crescere unitariamente,
evitando la sperequazione tra i vari Stati. Inoltre la popolazione
aumenta ragionevolmente insieme alla crescita economica,
favorita dal Mercosur (Mercato Comune del Cono Sud) e dalla
Comunità delle Nazioni del Sud America. Tutte queste premesse
unite alla forte e sicura identità nazionale, alla cultura ricca e
unitaria, pongono il Brasile in una posizione di primaria
importanza per quanto riguarda gli sviluppi futuri dell'economia
e della politica sulla scena mondiale.
Prodotto Nazionale Lordo: 1.900 trilione $ (9º posto nella
classifica mondiale).
Punti di forza: l'industria locale è ben sviluppata e assicura al
paese una posizione dominante nella regione. Immense le
risorse agricole e zootecniche (caffè, cacao, soia, mais, canna da
zucchero, bovini). Ampi giacimenti d'oro, d'argento e di ferro. È
uno dei più importanti produttori di acciaio e petrolio.
Le dissestate finanze regionali rischiano di mettere a repentaglio
la stabilità economica. Gli investimenti esteri sono frenati dalle
imposte sulle attività economiche e dalla corruzione. La
vulnerabilità dell'economia è causata dalle fluttuazione dei
prezzi delle materie prime. Nel periodo 2003-2006 Il Brasile ha
avuto una crescita economica del 3,3%, in confronto ad una
media per i paesi sviluppati del 7,3%. Il trasporto via mare è
strategico ma molti scali sono strutturalmente arretrati. Le strade
ed i quartieri residenziali delle grandi città sono abnormemente
sviluppati in rapporto alle esigenze funzionali collettive.Gli
interventi pubblici sono stati sovrabbondanti per ispirazione
grandiosa ma hanno avuto poca sintonia con le possibilità di
sviluppo. Il paese è profondamente urbanizzato ma il costo del
lavoro è alto. La lunga abitudine alla burocrazia ed al gravoso
prelievo fiscale non è stata efficacemente contrastata dal
governo riformatore di Lula da Silva, al potere dal 2002. Il
nuovo corso si è sostanzialmente saldato a quello del vecchio
apparato di potere. I programmi non si sono aggiornati alle
esigenze di mercato: in Brasile l'autorità centrale interviene
sempre con iniziative di programma unilaterale. Tuttavia le
grandi possibilità nelle forniture di biocombustibili, soia e
minerali mantengono alto l'interesse per il paese. Nel 2006 gli
investimenti sono cresciuti del 7% ed i salari del 8%. Gli
ostacoli alla liberalizzazione dell'economia continuano ad essere
forti in un contesto internazionale favorevole ad eliminarli. A
partire dal 2006 l'economia ha ripreso a crescere con un vigore
superiore (tra il 7-8%) anche grazie al nuovo progetto di
accelerazione della crescita economica, il PAC.
Risorse
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•
Produzione di energia elettrica: 59.000.000 kWh.
Pesca: 850.000 tonnellate.
Petrolio: 1.840.000 b/g.
Allevamento: pecore 18,3 milioni, capre 12,6 milioni,
bovini 183 milioni, suini 31,4 milioni.
Minerali: ferro, manganese, carbone, bauxite, nichel,
petrolio, stagno, argento, diamanti, oro.
Agricoltura
Da sola produce il 10 per cento del reddito brasiliano, ed occupa
soprattutto i territori pianeggianti della costa atlantica. Le
coltivazioni principali sono il caffè, di cui è primo esportatore al
mondo, la soia (secondo dopo gli Stati Uniti) e il frumento
(specie nel Sud), ma anche riso, mais, canna da zucchero e
cacao. La produzione è in prevalenza rivolta all'esportazione, e
ciò obbliga il paese a importare derrate alimentari per far fronte
al fabbisogno alimentare interno.
L'agricoltura del Brasile presenta ancora strutture perlopiù di
tipo coloniale: l'1% dei proprietari possiede il 40% dei terreni
coltivabili, organizzati in grandi proprietà fondiarie in cui si
pratica per lo più l'allevamento estensivo, oppure aziende
capitalistiche dedite all'agricoltura di piantagione. Esistono
anche i minifundos, piccole proprietà gestite da agricoltori più
poveri e coltivate a mais, riso, manioca e frumento.
Allevamento
Il 22% del suolo è utilizzato dalle grandi proprietà per
l'allevamento. Nell'allevamento, prevalgono i bovini, quindi
seguono suini, ovini e caprini.
Risorse minerarie
Il sottosuolo è ricco. Il Brasile fornisce il 30% delle esportazioni
mondiali di ferro. Inoltre è ricco di manganese, di zinco, oro,
stagno, pietre preziose e carbone.
Industria
In Brasile l'industria si è sviluppata solo dalla seconda metà del
XX secolo. Tuttavia la sua crescita è stata rapida, e le
produzioni si sono molto diversificate. Sostenuta anche da
capitali stranieri e presente soprattutto a San Paolo e Belo
Horizonte, vede la prevalenza dei settori metallurgico, chimico,
tessile, alimentare e dei più recenti comparti meccanico
(automobili, aerospazio) ed elettronico (radiotecnica,
microelettronica).
Trasporti
Reti autostradali: 5.000 km.
•
•
•
Reti stradali: 224.397 km.
Reti ferroviarie: 30.379 km.
Reti navigabili interne: 50.000 km.
Nelle regioni costiere la rete stradale è efficiente, mentre non lo
è nell'interno del paese, ad eccezione del Stato di Sao Paulo. Il
traffico ferroviario non è di rilevante importanza, mentre quello
aereo è presente in tutto il territorio nazionale.
Turismo
Un visitatore all'anno per ogni 55 abitanti.
Paesi di provenienza: Argentina 43%, Uruguay 9%, USA 9%,
Paraguay 5%, Germania 5%, altri 30%
Principali poli turistici:
Rio de Janeiro, San Paolo, Bahia, Foz do Iguaçu, Regione
Amazzonica, Minas Gerais, Recife e Olinda, Fortaleza, Natal,
Pantanal.
Parchi nazionali:
Cascate di Iguazu, Lençois Maranhenses, Chapada Diamantina,
Parco Marino Fernando de Noronha, Itatiaia, Serra da Capivara,
Jericoacoara, Monte Pascoal, Monte Roraima, Pau Brasil,
Tijuca, Serra dos Órgãos, Sete Cidades, Serra da Canasta,
Ubajara, Pico da Neblina, Vale do Catimbau.
Esportazioni
Stati Uniti 17,8%, Argentina 8,5%, Cina 6,1%, Paesi Bassi
4,2%, Germania 4,1% (2006)
Importazioni
Stati Uniti 16,2%, Argentina 8,8%, Cina 8,7%, Germania 7,1%,
Nigeria 4,3%, Giappone 4,2% (2006).
Povertà
29,3% dei brasiliani vivono sotto la linea di povertà. La
popolazione povera vive, soprattutto, nelle favelas delle grandi
città e nelle regioni più povere del Brasile (il Nord e il Nordest).[25] Il Brasile è un paese di contrasti tra ricchi e poveri.
Molte città nelle regioni Sud e Sud-est hanno un grande
sviluppo sociale. Per esempio, la città di São Caetano, nello
stato di San Paolo, ha un Indice di sviluppo umano di 0,919,
superiore a quello di Portogallo (0.897); di contro, la città di
Manari, nello stato del Maranhão, ha un ISU di 0,467, lo stesso
della Tanzania, nell'Africa
Ci sono anche differenze razziali: i brasiliani di origine europea
o asiatica sono più ricchi che i brasiliani di origine africana. Un
brasiliano nero guadagna la metà della retribuzione di un bianco.
I neri ed i meticci sono 65% della popolazione povera ed i
bianchi 36%.
ARGENTINA
La Repubblica Argentina è uno Stato dell'America meridionale.
Fa parte dell'America Latina o Latino America. Viene
formalmente chiamata Repubblica Argentina (in spagnolo:
República Argentina, IPA [reˈpuβlika aɾxenˈtina]). Per molti
scopi legali viene usata anche la dicitura Nación Argentina
(Nazione Argentina).
Confina a ovest e a sud con il Cile, a nord con la Bolivia e il
Paraguay, a nord-est con il Paraguay e il Brasile, a est con
l'Uruguay e l'Oceano Atlantico. Oltre un terzo della popolazione
è concentrato nella capitale Buenos Aires.
Dal punto di vista politico è una repubblica federale composta
da 23 Province (provincias) ed un Distretto Federale, le cui
competenze sono quelle di stati confederati. Oggi l'Argentina è
uno stato dal forte sviluppo economico. I suoi circa 40 milioni
di abitanti godono di un indice di sviluppo umano, reddito
procapite, livello di crescita economica e qualità della vita che
pone la nazione come una delle più sviluppate dell'America
Latina. Dopo la crisi economica del 2001, economia e governo
si sono stabilizzati e l'Argentina, forte di un nuovo periodo di
crescita, può di nuovo guardare al futuro con speranza.
Il nome "Argentina" deriva dal latino argentum (argento).
Quando i primi conquistadores spagnoli scoprirono il Río de la
Plata rimasero sbalorditi dai suoi riflessi argentei e da alcuni
ricchi ritrovamenti (infatti in italiano Rio de la Plata significa
proprio Fiume dell'Argento), e chiamarono il suo estuario Mar
Dulce ('Mare Dolce'). Le popolazioni indigene offrirono doni in
argento ai sopravissuti di un naufragio guidati da Juan Díaz de
Solís. La leggenda della Sierra del Plata - una montagna ricca di
argento - raggiunse la Spagna attorno al 1524, e il nome venne
messo su stampa per la prima volta su una mappa Veneziana del
1536. La fonte dell'argento era l'area sulla quale nel 1546
sarebbe stata fondata la città di Potosí. Una spedizione che seguì
il percorso dell'argento risalendo i fiumi Paraná e Pilcomayo,
raggiunse la fonte solo per trovarla già rivendicata da esploratori
che l'avevano raggiunta partendo da Lima, la capitale del
Viceregno.
Il nome Argentina iniziò ad essere usato estesamente nel libro
del 1612 Historia del descubrimiento, población, y conquista
del Río de la Plata (Storia della scoperta, popolamento e
conquista del Río de la Plata) di Ruy Díaz de Guzmán, in cui il
territorio veniva chiamato Tierra Argentina (Terra d'Argento).
Oggi il suo nome viene regolato dalla Costituzione Argentina la
quale nella prima parte all'articolo 35 sancisce esplicitamente
che: i nomi adottati successivamente all'insediamento del primo
governo nazionale nel 1810 come: Provincias Unidas del Rio de
la Plata (Provincie Unite del Fiume dell'Argento), Repubblica
Argentina, Confederazione Argentina e Nazione Argentina sono
tutti ufficialmente riconosciuti validi per la denominazione del
governo e del territorio di questo stato
Economia
L'economia dell'Argentina è caratterizzata da grande ricchezza e
varietà di risorse naturali, una popolazione con un elevato grado
di alfabetizzazione, un sistema agricolo ed una solida base
industriale che la pone come la nazione più sviluppata
dell'America Latina insieme al Cile. Tuttavia nell'ultimo quarto
di secolo, l'Argentina ha vissuto momenti di grave crisi
economica (2001). Attualmente è la terza potenza economica
dell'America Latina, dopo il Brasile ed il Messico, ed è la 23°
del pianeta. Il PIL procapite nel 2007 ammontava a 14.376
dollari USA, secondo in tutta l'America Latina al Cile (14.676).
Il PIL nel 2008 ammontava a 571.392 milioni di dollari USA.
La povertà nel marzo del 2008 era del 20,8% e l'indigenza era
pari al 5,9%. La disoccupazione nel quarto trimestre del 2007
era del 7,5% mentre il lavoro sommerso era pari al 6,0% della
Forza Lavoro. La moneta della nazione è il peso argentino dal
1992. Le esportazioni nel 2007 totalizzarono 55.780 milioni di
dollari mentre le importazioni ammontarono a 42.525 milioni
generando un surplus di 13.255 milioni. Il paese ha un debito
estero di 123.196 milioni di dollari (dic 2007), pari al 21,56%
Esportazioni
Nazione
Importazioni
Percentuale Nazione
Percentuale
Brasile
17,5 %
Brasile
32,6 %
Cina
9,4 %
Stati Uniti 14,2 %
Stati Uniti 7,6 %
Cina
8,7 %
Cile
6,9 %
Germania 5,7 %
Spagna
4,1 %
del PIL.
Settore Primario
L'Argentina è uno dei primi paesi al mondo per produzione
agricola e per allevamento, in particolare dei bovini. I principali
prodotti agricoli sono la soia, il mais, il frumento. Per quanto
riguarda l'allevamento, l'Argentina è uno dei maggiori
esportatori di carne bovina e ovina. Una parte consistente della
produzione agricola della nazione è destinata all'esportazione
(15%), mentre il resto è destinata come materia prima per le
industrie alimentari. Cereali, latte e carne bovina rappresentano
la base dell'alimentazione degli argentini. La Pampa rappresenta
la regione argentina dove si concentra maggiormente la
produzione agricola. L'Argentina possiede una considerevole
quantità di petrolio e gas che ha permesso lo sviluppo di una
fiorente industria petrolchimica, che insieme alla produzione di
soia e l'industria metal-meccanica costituisce la base
dell'economia argentina. L'esportazione del petrolio è pari al
20% del totale mentre il 4,6% della produzione del greggio è
destinata all'industria petrolchimica. I giacimenti petroliferi sono
concentrati nella Provincia di Neuquén. Bahia Blanca è il
principale porto dell'Argentina per l'esportazione di petrolio. La
pesca ha un ruolo marginale nell'economia del paese
sudamericano, al contrario la silvicoltura ha un ruolo
fondamentale per l'economia argentina.
Settore Secondario
L'industria manifatturiera argentina è il settore che partecipa di
più alla formazione del Prodotto Interno Lordo (17,5%).
Insieme al commercio e al settore pubblico è il settore
occupazionale più rilevante dell'Argentina, 13% nel 2007.
L'industria edile apporta il 6,7% del PIL e il 9,5%
dell'occupazione totale. l'Industria argentina si divide in agraria
e non agraria. L'industria agraria è dominata dall'industria
alimentare e lavorazione della carne. Per quanto riguarda la
produzione non agraria l'industria più importante è quella
automobilistica seguita da quella chimica, metallurgica ed infine
cartaria. L'area industriale più importante del paese si estende da
Gran Buenos Aires fino a Cordoba passando per Rosario. Altri
centri rilevanti sono Tucuman, San Luis e la Terra del Fuoco. A
causa delle privatizzazioni l'industria navale ha perso notevole
importanza e posti di lavoro.
Settore Terziario
Il turismo è una risorsa importante per la repubblica, il settore
partecipa al PIL con il 7,41%. I turisti provengono in massima
parte da altri paesi dell'America Latina, dal Nord America e
dall'Europa in particolare dall'Italia e dalla Spagna. Le principali
attrazioni sono la Patagonia, famosa per le sue montagne, laghi
di origine glaciale, ghiacciai e foreste vergini. Le Cascate
dell'Iguazú al confine con il Brasile e il Paraguay. Buenos Aires,
la metropoli, centro di cultura ed avanguardia dell'intero Cono
Sud. Mendoza e San Juan province vitivinicole. La Puna e il
treno delle nuvole nella provincia di Salta. La fauna marina
come la balena franca australe, i pinguini, i leoni marini
sudamericani (Otaria flavescens) nella provincia di Chubut. Il
Parco Nazionale El palmar e il carnevale di Gualeguaychú nella
provincia di Entre Rios. Per quanto riguarda i trasporti,
l'Argentina possiede 37.740 km di autostrade, 600.000 km di
strade municipali. Sono circa 8.500.000 gli autoveicoli circolanti
nel paese e circa 5.300.000 le automobili. La ferrovia è
sviluppata solo nella parte centrale del paese per circa 40.000
km. Sono circa 11.000 i Km navigabili. I principali porti sono
Buenos Aires, Rosario, Mar del Plata, Bahia Blanca, La Plata. Il
principale aeroporto del paese è quello di Ezeiza, a Buenos
Aires, utilizzato solo per i voli internazionali e Aeroparque, nel
centro della stessa città utilizzato per i voli nazionali e per i voli
da e per l'Uruguay. La compagnia aerea di bandiera, Aerolineas
Argentinas, dopo essere stata privatizzata è dal 2008 ritornata
sotto la gestione statale. Le principali fonti di energia elettrica
sono: idraulica, termica e nucleare.
CILE
Il Cile (in spagnolo: Chile) è un paese situato nell'estremo
sudovest del continente sudamericano. Il suo nome ufficiale è
Repubblica del Cile (República de Chile) e la sua capitale è
Santiago del Cile. Il Cile sorge su un lungo e stretto lembo di
terra conosciuto come Chile continental, tra l'Oceano Pacifico e
la Cordigliera delle Ande, che si estende tra i 17°29'57'S e i
56°32'S di latitudine. Confina a nord con il Perù, ad est con la
Bolivia e l'Argentina e al sud con lo stretto di Drake.
Possiede anche territori insulari nell'Oceano Pacifico, come le
Isole Juan Fernández, Sala y Gómez, Isole Desventuradas e
l'Isola di Pasqua (situata in Polinesia). La superficie totale del
paese è 755.838,7 km². Il Cile reclama la sovranità anche su
zona dell'Antartide di 1.250.257,6 km² denominata Territorio
Cileno Antartico e comprende i meridiani 90° e 53° Ovest fino
al Polo Sud. Questa richiesta non è stata accolta a causa della
firma al Trattato Antartico che di fatto determina la rinuncia alle
pretese territoriali nell'Antartide.
Il Cile può essere definito come un paese tricontinentale perché
si estende in Sud America, in Antartide e in Oceania. I suoi circa
17 milioni di abitanti dispongono un indice di sviluppo umano,
percentuale di globalizzazione, PIL procapite, livello di crescita
economica e qualità della vita tra i più elevati dell'America
Latina assieme ad Argentina, Uruguay, Messico e Brasile.
L'economia cilena è riconosciuta internazionalmente come una
delle più solide del subcontinente latinoamericano. Tuttavia
durante il corso della sua storia il Cile ha conosciuto diversi
periodi crisi ed altri di elevata crescita ed espansione economica.
Durante la dittatura fascista-militare del generale Augusto
Pinochet è stata applicata una politica neoliberista che è stata
profondamente modificata durante i governi della Concertación
attraverso diverse riforme sociali progressiste in campo
sanitario, previdenziale ed educazionale ed adottando la
strategia della cosiddetta economia sociale di mercato.
Dopo anni di isolamento il Cile è unm mercato aperto al mondo
con un'economia basata sull'esportazione sia di prodotti finiti sia
di materie prime.
Secondo i dati della Banca Centrale del Cile, durante il 2006, le
esportazioni hanno raggiunto i US$ 58.116 milioni aumentando
del 40,7% rispetto all'anno precedente, grazie ai diversi trattati
di libero commercio stipulati con gli Stati Uniti, Unione
Europea, Corea del Sud e Cina oltre che accordi con altri paesi
affacciati sul Pacifico e la partecipazioni a diverse
organizzazioni economiche come il Mercosur, APEC, oppure la
Comunità Andina dove è un membro associato. Le importazioni
hanno invece raggiunto i US$ 35.973 milioni.
Il PIL nominale, ha raggiunto i US$ i 145.845 milioni ed il
reddito procapite nominale i 8.875 dollari. Secondo il Fondo
Monetario Internazionale il PIL procapite nominale nel 2007 è
stato il più elevato di tutta l'America Latina. ed il secondo dopo
l'Argentina a parità di potere d'acquisto. La crescita del PIL è
intorno al 4% annuo e l'inflazione si mantiene intorno al 2,5%.
Il principale prodotto minerario esportato è il rame, di cui il Cile
soddisfa il 36% del mercato mondiale. Di importanza rilevante
ci sono anche il molibdeno, platino ed oro.
Esportazioni
Paese
Importazioni
Percentuale Paese
Percentuale
Cina
14,8 %
Stati Uniti 16,7 %
Stati Uniti
12,5 %
Cina
11,2 %
Giappone
10,5 %
Brasile
10,3 %
Paesi Bassi
5,8 %
Argentina 9,9 %
Corea del Sud 5,7 %
Italia
5,1 %
Brasile
5%
Altri
40,6 %
Altri
51,9 %
L'estrazione ramifera rappresenta il 30% delle esportazioni del
paese ma nel 1970 raggiungeva addirittura il 60%. L'impresa
nazionale Codelco Chile è delle più grandi miniere esistenti al
mondo e controlla anche vari giacimenti del paese come
Chuquicamata e El Teniente. L'estrazione è la principale attività
economica nel nord del paese: Regione di Tarapacá, Regione di
Antofagasta e la Regione di Atacama ed ha unagrande
importanza nella Regione di Coquimbo, Regione di Valparaíso,
Regione del Libertador General Bernardo O'Higgins e nella
Regione delle Magellane e dell'Antartide Cilena. Nel paese
esistono anche dei giacimenti di petrolio.
L'agricoltura e l'allevamento sono le principali attività
economiche del centro e del sud del paese. L'esportazione della
frutta e della verdura hanno raggiunto livelli storici grazie
all'apertura dei mercati europei e nordamericani oltreché asiatici
dove il Cile è uno dei principali esportatori e questo vale anche
per la silvicoltura e per la pesca. Attualmente il paese ha
superato la Norvegia per la pesca del salmone ed è il maggior
esportatore al mondo, ed uno dei più grandi produttori vinicoli.
L'industria cilena è principalmente strutturata su piccole e medie
unità ad eccezione della produzione di farina di pesce dove
viene prodotta da grandi industrie. L'industria si concentra
soprattutto intorno alla capitale Santiago e di minore intensità a
Valparaíso e Concepción. Duramente gli ultimi anni si è
sviluppata notevolmente l'industria agroalimentare ed entro il
2010 il Cile diventerà una potenza a livello mondiale in questo
settore, in particolare l'industria vinicola. Il Cile si è convertito
come una piattaforma che attira investimenti esteri per altri
paesi dell'America Latina e molte imprese internazionali si sono
insediate a Santiago. Il Cile è inoltre uno dei più grandi
investitori latinoamericano nel settore dei servizi.
Tuttavia in Cile esiste la disuguaglianza tra i generi riguardo lo
stipendio e nella partecipazione al mercato del lavoro delle
donne incide sull'economia.
La moneta ufficiale in Cile dal 1975 è il peso cileno ($).
•
•
•
•
Prodotto Nazionale Lordo: 14.673$ pro capite (40° posto
della classifica mondiale)(anno 2006).
Bilancia dei pagamenti: -594 milioni di $ (2003).
Inflazione: 2,5% (stima per il 2007).
Disoccupazione: 6,7% (stima per il 2007).
Risorse
•
•
•
Produzione di energia elettrica: 6.000.000 kw.
Pesca: 7.600.000 tonnellate.
Petrolio: 14.697 b/g.
•
•
Allevamento: pecore 3,8 milioni, capre 0,74 milioni,
bovini 3,8 milioni, suini 1,8 milioni.
Minerali: rame, nitrato di sodio, ferro, zinco, oro, argento,
manganese, zolfo, molibdeno, borace, iodio, cobalto,
carbone, petrolio, uranio.
Agricoltura
L'agricoltura e la zootecnia sono le principali attività delle
regioni del centro e del sud del paese. L'esportazione di frutta e
verdura ha raggiunto livelli storici, in apertura delle porte dei
mercati europei e asiatici, così come prodotti forestali. Si tratta
di uno dei più importanti esportadori di vino della zona.
•
•
•
Principali frutti: Vite, albicocca, cherimola, Mele, ciliegia,
avocado, lampone, fragola, mirtillo nero, limone, arancia,
melone, cocomero, ecc.
Principale verdure: patate, barbabietola, Zucca, fagioli,
lenticchie, lattuga, Pomodoro, cipolla, aglio, peperoni,
peperoncini, carote, spinacio, ecc.
Animali da allevamento : bovino, maiale, pollo, tacchino,
pecora, capra, cavallo, mulo, asino, lama, ecc.
Pesca
Elevata importanza riveste l'allevamento del salmone.
Industria
L'industria cilena è efficiente e di qualità, concentrata
soprattutto nell'area urbana di Santiago del Cile e Valparaiso.
Settore particolarmente sviluppata è l'industria alimentare.
Lavorazione di rame e altri metalli, acciaierie, tessili, alimentari,
chimiche, cartarie, metalmeccaniche, cantieristica navale.
Esportazioni
Giappone 16%, USA 15%, Regno Unito 6%, Corea del Sud 6%,
Brasile 6%, altri 51%.
Importazioni
USA 23%, Argentina 10%, Brasile 7%, Messico 6%, Giappone
6%, altri 48%.
UNITA’ 4
ASIA: CARATTERISTICHE FISICHE,
CLIMATICHE IDEROGRAFICHE E PRESENZA
UMANA
L'Asia, il più vasto dei continenti (la sua superficie è più di quattro
volte quella dell'Europa e pari a quasi un terzo di tutte le terre
emerse), si presenta nel suo complesso come una massa continentale
di grandi dimensioni, ed è la sola tra le terre emerse a essere bagnata
da tre oceani: l'Oceano Atlantico (con il Mar Glaciale Artico e il Mar
Mediterraneo), l'Oceano Indiano e il Pacifico. La massa continentale
si spinge a sud con le tre grandi penisole dell'Arabia, dell'Indiana e
dell'Indocinese. A quest'ultima seguono, come prolungamento
naturale, le isole dell'Indonesia, mentre più a est, nell'Oceano
Pacifico, vi sono grandi festoni di isole che, dalle Curili al Giappone e
alle Filippine, delimitano mari costieri. I punti estremi dell'Asia sono:
A nord Capo Čeljuskin, sulla costa siberiana (77° 40' latitudine
nord); A sud Capo Buru, all'estremità della penisola di Malacca (1°
16' latitudine nord); A ovest Capo Baba, in Asia Minore (26° 5'
longitudine est); A est Capo Orientale, sullo stretto di Bering (170°
longitudine ovest). L'asse nord-sud è di 8600 km ca., quello ovestest di 9000 km ca. L'Asia è unita all'Europa, con la quale forma una
sola massa continentale, detta Eurasia, ed è unita anche all'Africa
dall'istmo di Suez; è separata dall'America settentrionale dallo stretto
di Bering (largo 92 km); il complesso insulare indonesiano la collega
all'Australia.
L'Asia non è soltanto il continente più esteso della Terra, è anche
quello in cui più profondi sono i contrasti fisici, umani ed economici.
Il monte Everest (8844,43 m) è il punto più alto della Terra, mentre
la fossa delle Marianne quello più profondo. L'Asia si espande in
tutte e tre le zone astronomiche dell'emisfero boreale: la glaciale, la
temperata e la torrida. Di conseguenza molto forti sono i contrasti
climatici: nella Siberia settentrionale, infatti, si registrano temperature
sino a -70 °C (Verkhojansk e Ojmjakon), mentre nel deserto di Lut,
in Iran, si toccano i +54 °C all'ombra; ai piedi dell'Himalaya, a
Cherrapunji, cadono oltre 11.000 mm di pioggia all'anno, mentre
nelle aree desertiche interne del continente non piove quasi mai e vi è
pochissima umidità. In Asia si trova il più grande lago del mondo il
mar Caspio (371.000 km2), quello più profondo il Bajkal (1741 m),
in Russia, e quello più depresso, il Mar Morto (-395 m). Un
fenomeno meteorologico stagionale che colpisce sporadicamente
gran parte dell'Asia Orientale durante i mesi primaverili è quello delle
tempeste di polvere asiatiche che si origina nei deserti della
Mongolia, della Cina e del Kazakistan settentrionale.
La grande varietà di climi causa le più svariate formazioni vegetali:
dalla tundra e dalla grande foresta di conifere (taiga) delle regioni
settentrionali, alla vegetazione tropicale delle savane e delle foreste
equatoriali. Inoltre dall'Asia sono pervenute lamaggior parte delle
piante utili all'uomo, come il frumento, l'orzo, la fava, la lenticchia, il
fagiolo, l'olivo, la vite, la canna da zucchero ecc. Così pure ricca e
variata è la fauna: dalla renna e dagli animali da pelliccia al cammello,
al cavallo, alla pecora, alla tigre, alla pantera, al leone ecc.Anche nel
campo antropico si riscontrano grandi contrasti: l'Asia ha una
popolazione che rappresenta quasi i 3/5 della popolazione terrestre,
ma distribuita in modo poco uniforme: si passa dalle aree desertiche,
praticamente disabitate, a quelle della costa cinese, del Giappone e
dell'Indonesia, dove si raggiungono i 1000 ab./km2. Grandi sono le
differenze etniche.
L'Asia è stata la sede delle prime più importanti e complesse
manifestazioni culturali; in Asia vennero probabilmente messi in atto i
primi metodi di agricoltura e di allevamento, fu inventata la
metallurgia e sorsero i primi Stati; tutte le più importanti religioni
(giudaismo, cristianesimo, islamismo, induismo, buddismo) nacquero
in Asia e si diffusero in seguito in tutta la Terra. Negli immensi spazi
asiatici sono sorti e si sono sviluppati i più grandi imperi continentali
che la storia ricordi: dal persiano, all'arabo, al turco, al bizantino e
tuttora enormi sono le dimensioni di alcuni Stati asiatici, come la
Cina, che si estende per oltre 9,3 milioni di km2.
L'Asia è il continente con la maggiore altitudine media (960 m); dal
punto di vista geografico, può essere divisa in tre grandi regioni: la
regione settentrionale, pianeggiante, costituita dal bassopiano
turanico-siberiano e dal tavolato siberiano; la regione mediana, con i
giganteschi sistemi montuosi; la regione meridionale, frazionata in tre
grandi penisole. Il fiume Jenisej divide in due parti il tavolato
siberiano: l'orientale (altopiano siberiano), con bassi rilievi che
generalmente non superano i 500 m, con alcune cime più elevate
(monti Putorana, 2037 m; monti dello Jenisej, 1122 m); l'occidentale
(bassopiano siberiano), con terre pianeggianti divise dal bassopiano
turanico dalle alture della Chirghisia. La regione mediana dei grandi
sistemi montuosi comprende una fascia gigantesca di acrocori,
altipiani e di catene che si annodano nel Pamir, il "tetto del mondo".
Da occidente la grande fascia orografica presenta l'altopiano
anatolico, con a nord i monti Eusini e a sud il Tauro, l'Acrocoro
Armeno, che raggiunge i 5165 m con il monte Ararat, e si collega a
nord con il sistema dal Caucaso formato da catene parallele altissime
(Elbrus, 5633 m), e a sud-est con l'altopiano iranico chiuso tra i
monti Elbrus e i monti del Khorasan e dell'Afghanistan a nord, i monti
della Persia meridionale e del Belucistan a sud che terminano, con i
monti Sulaiman, nella pianura dell'Indo.
Da queste masse montuose si dipartono poi catene minori nella Cina
e, verso sud, nella penisola indocinese. Fra i due fasci di catene che
si dipartono dal Pamir, si stende l'altopiano di Hanhai (mare
disseccato), la cui parte orientale è occupata dal deserto di Gobi. La
regione meridionale dell'Asia presenta due grandi penisole bagnate
dall'oceano Indiano: l'Arabia e l'India, formate da tavolati con orli
montagnosi, morfologicamente simili all'Africa; il tavolato indiano
(Deccan) è orlato lungo le coste da rilievi, Ghati Occidentali e Ghati
Orientali, ed è separato dai grandi sistemi montuosi centrali dal
bassopiano indogangetico. I festoni insulari e peninsulari della parte
orientale del continente sono frammenti di catene montuose
periferiche caratterizzate dalla presenza di molti vulcani (116 attivi tra
le isole Curili e il Giappone), allineati nella cosiddetta cintura di
fuoco pacifica.
UNITA’ 5
CARATTERISTICHE FISICHE ECONOMICHE
E SOCIALI DI: GIAPPONE, CINA, INDIA
GIAPPONE
Il Giappone (日本/日本国 Nihon o Nippon, ufficialmente
Nihon-koku o Nippon-koku), è uno stato insulare dell'Asia
orientale. Situato nell'Oceano Pacifico, si trova ad est di Mar
del Giappone, Cina, Corea del Nord, Corea del Sud e Russia;
e si snoda dal Mare di Ochotsk nel nord, fino al Mar Cinese
orientale e Taiwan nel sud. I caratteri che compongono il
nome del Giappone significano "origine del sole", ed è questo
il motivo per cui è spesso identificato come la terra del Sole
nascente o il Paese del Sol levante. Il Giappone è un
arcipelago composto da 6852 isole; le 4 isole più grandi sono:
Honshū, Hokkaidō, Kyūshū e Shikoku, che da sole
rappresentano circa il 97% della superficie terrestre del
Giappone. Molte isole sono montagne, alcune di origine
vulcanica; per esempio, la vetta più alta del Giappone, il
Monte Fuji è un vulcano attivo. Con una popolazione di circa
128 milioni di individui, il Giappone risulta essere la decima
nazione più popolosa al mondo.La Grande Area di Tōkyō,
che include la città di Tōkyō e numerose prefetture
confinanti, è di fatto la più grande area metropolitana del
mondo, con oltre 30 milioni di residenti. Ricerche
archeologiche indicano che l'arcipelago è abitata dal
Paleolitico superiore. La prima menzione scritta sul Giappone
inizia con una breve apparizione in un libro di storia cinese
del primo secolo a.C. Influenze provenienti dal mondo
esterno seguirono un lungo periodo di isolamento che ha
caratterizzato profondamente la storia del Giappone. Fin
dall'adozione dell'attuale Costituzione, il Giappone mantiene
una monarchia costituzionale con un imperatore e un
parlamento eletto, la dieta. Tra le grandi potenze, il Giappone
ha la seconda maggiore economia per prodotto interno lordo
e la terza maggiore per potere d'acquisto, è anche il quarto
maggiore esportatore e il sesto maggiore importatore a livello
mondiale. Inoltre il Giappone è l'unica nazione asiatica del
G8 e attualmente è un membro non permanente del consiglio
di sicurezza delle Nazioni Unite. Sebbene il Giappone abbia
ufficialmente rinunciato al diritto di dichiarare guerra,
mantiene un moderno apparato militare utilizzato per
l'autodifesa e per missioni di pace. Il Giappone è un paese
sviluppato con uno standard di vita molto elevato (decimo a
livello mondiale), inoltre i cittadini giapponesi hanno la
maggiore aspettativa di vita al mondo è il terzo più basso
tasso di mortalità infantile.
Dopo la fine dell'isolamento feudale, avvenuta ad opera
dell'imperatore Meiji, nella seconda metà del XIX secolo
l'economia giapponese conobbe già i suoi primi sviluppi. Ma
solo a partire degli anni cinquanta decollò completamente, e da
allora ha continuato a crescere a livelli elevati.
Oggi il Giappone è la seconda potenza economica dell'Asia e la
terza a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e la Cina, con un
prodotto interno lordo di 4,4 trilioni di dollari nel 2008. Inoltre è
l'unico paese asiatico con livelli di vita superiori a quelli
occidentali.
L'economia giapponese è basata in gran parte sulle esportazioni.
Malgrado la scarsità di materie prime, il Paese dispone di un
sistema industriale tra i più imponenti ed avanzati al mondo,
soprattutto nei settori dell'automobile e dell'elettronica di
consumo. La Sony è tra le multinazionali giapponesi più note e
potenti al mondo nel campo dell'elettronica, della
comunicazione e della finanza, oltre ad essere specializzata in
vari settori attraverso le sue divisioni sparse nel mondo come
Sony BMG Music Entertainment (musica), Sony Computer
Entertainment (console, videogiochi) e Sony Pictures
Entertainment (cinema e televisione).
Altre aziende come Denon, Canon, Epson, Olympus, Sharp,
Panasonic, Hitachi, Pioneer, Casio, Nikon, Toshiba, Fujifilm,
Sanyo e Kenwood sono tra le maggiori produttrici mondiali di
apparecchi elettronici (radio, televisori, fotocamere digitali,
videocamere, computer, telefoni cellulari, lettori audio e video).
Imprese come Kawai, Pearl, Korg, Ibanez, Zoom, Tama, Roland
e Yamaha (che costruisce anche moto) sono molto rinomate nel
mercato musicale mentre Nintendo, SEGA, Capcom, Tecmo,
Mistwalker, Konami, Namco, Treasure, Square Enix e SNK
Playmore sono tra i leader del campo videoludico. Giapponesi
sono anche alcuni dei maggiori produttori di pneumatici come
Bridgestone (fornitore ufficiale del campionato di Formula 1) E
MOTO GP, Yokohama, Sumitomo e Toyo.
L'industria nipponica dell'auto è la seconda al mondo per
importanza, dopo quella statunitense, ma è molto sviluppata
anche la produzione di motociclette. Tra le principali costruttrici
di mezzi di trasporto vi sono Honda, Suzuki, Kawasaki, Toyota,
Yamaha, Mitsubishi Motors, Nissan, Mazda, Subaru e Daihatsu.
La Toyota è la prima produttrice mondiale di autovetture, sia per
numero che per fatturato. Importanti sono anche le industrie
navali, chimiche (petrolio, materie plastiche, fibre sintetiche),
metallurgiche, tessili, alimentari e dei laterizi.
Agricoltura (riso, té, patate, ortaggi) ed allevamento (bovini,
bachi da seta) hanno un ruolo marginale, benché entrambi siano
molto modernizzati. Il Giappone è il primo paese al mondo nella
pesca, esercitata soprattutto nelle acque del Pacifico. Nel settore
terziario, un posto di rilievo spetta alle attività bancarie. Di
ottimo livello sono anche i settori delle assicurazioni, della
comunicazione e dei trasporti.
La capitale Tōkyō è un importante centro finanziario di livello
mondiale, ed ospita l'importante borsa valori del Kabutocho.
Inoltre la città ha un enorme flusso di persone provenienti da
tutto il mondo, per affari e per studio ma anche per turismo. La
sua area metropolitana conta più di 35 milioni di abitanti, ed ha
un PIL di oltre 2 mila miliardi di dollari, paragonabile a quello
dell'intera Francia; nel quartiere finanziario risiede meno di
mezzo milione di persone, ma di giorno il loro flusso è di 11
milioni, dati che fanno capire l'importanza mondiale di Tōkyō.
I punti di forza sono la grande capacità produttiva, dovuta ad un
forte interesse sulla ricerca e lo sviluppo, e i buoni rapporti che
il Paese ha con gli Stati Uniti, l'Unione europea e il resto
dell'Asia orientale. Il mercato giapponese è dominato da grandi
aziende, sia locali (keiretsu) che straniere. Purtroppo il
Giappone ha anche dei punti deboli, specie sul piano finanziario,
che sono stati alla base della crisi economica negli anni novanta.
CINA
La Repubblica Popolare Cinese (cinese tradizionale:
中華人民共和國, cinese semplificato: 中华人民共和国,
pinyin: Zhōnghuá Rénmín Gònghéguó), anche nota più
semplicemente come Cina (cinese tradizionale: 中國, cinese
semplificato: 中国, pinyin: Zhōngguó, letteralmente «Paese
Centrale»), è un Paese dell'Asia orientale, il più popoloso del
mondo. La sua capitale è Pechino. Componente
dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e del Consiglio di
sicurezza, del quale è membro permanente con diritto di veto dal
1971.
La superficie della Cina è di 9.671.018 km², che ne fanno lo
Stato più esteso dell'Asia orientale: la popolazione è di
1.306.313.813, pari a circa il 20% della popolazione mondiale.
Si tratta di una Repubblica socialista governata da un partito
unico, il Partito comunista cinese, e articolata in 22 province, 5
regioni autonome, 4 comuni, e 2 regioni amministrative speciali.
La Cina confina con 14 Paesi: a nord con Russia e Mongolia; a
est con la Corea del Nord; a sud con Vietnam, Birmania, Laos,
Bhutan e Nepal; a ovest con India, Pakistan, Kazakistan,
Tagikistan, Afghanistan e Kirghizistan. Si affaccia inoltre a est
sul Mar Giallo e sul Mar Cinese Orientale e sud-est sul Mar
Cinese Meridionale.
Dal 1º ottobre del 1949 la Cina ha un sistema di governo
socialista e non va confusa con la Repubblica di Cina, più nota
come Taiwan: entrambe le entità statuali rivendicano sovranità
territoriale sull'intero territorio della Cina e delle sue isole,
benché a livello internazionale l'entità che riceve il maggior
riconoscimento sia la Repubblica Popolare Cinese.
Appartengono alla Repubblica Popolare Cinese anche le città di
Hong Kong e di Macao, che fino alla fine del XX secolo erano
le ultime colonie in terra d'Asia rispettivamente di Regno unito e
Portogallo.
L’importanza della Cina nel ventunesimo secolo si riflette in
virtù del suo ruolo come seconda potenza economica per PPP (la
terza per grandezza del PIL nominale); inoltre è membro
fondatore delle Nazioni Unite (è uno dei cinque membri
permanenti con il diritto di veto), aderisce al Shanghai
Cooperation Organisation (SCO), e fa parte del OMC,
dell'APEC, dell’ASEAN e del G20. Con l’introduzione della
riforma economica basata sul capitalismo, nel 1978 la Cina è
diventata il paese con lo sviluppo economico più veloce al
mondo, (secondo maggiore esportatore e il terzo più grande
importatore di merci). Molti studiosi hanno definito la Cina
come la nuova superpotenza militare emergente; già nel 1964
riesce a sviluppare i suoi armamenti nucleari e mantiene dalla
fine della Seconda guerra mondiale l’esercito di terra più grande
al mondo (Esercito di Liberazione Popolare), il suo budget per
la difesa (con un aumento annuale più 10%) è secondo solo a
quello degli USA. La rapida industrializzazione ha ridotto il suo
tasso di povertà dal 53% nel 1981 all'8% nel 2001. Tuttavia, la
Repubblica popolare cinese è ora di fronte a una serie di altri
problemi, tra cui il rapido invecchiamento della popolazione a
causa della politica del figlio unico, un ampliamento urbano-
rurale, uno squilibrio economico tra regione costiere e interne, e
il degrado ambientale.
La Cina rivendica l'isola di Taiwan al governo di Taipei, le isole
Ryukyu al Giappone, la provincia dell'Arunāchal Pradesh
all'India e le isole Paracel
Economia
Prodotto Interno Lordo (PIL):
a parità di poter d'acquisto: 7.916.429 milioni di
dollari (2008) (2°)
o nominale: 4.401.614 milioni di dollari (2008) (3°)
PNL pro capite:
o a parità di potere d'acquisto: 5.963 dollari (2008)
(101°)
o nominale: 3.315 dollari (2008) (105°)
Inflazione: 1,5%.
Disoccupazione: ufficialmente è a circa il 4% degli abili al
lavoro nelle aree urbane.
o
•
•
•
Il settore primario
La Cina è il primo produttore mondiale di frumento (86,1
milioni di tonnellate nel 2006), è in testa alla classifica per
produzione di riso (167,6 milioni di tonnellate) ed ha anche il
primato per le patate (66,8 milioni). Inoltre il Paese possiede
oltre 1/3 degli allevamenti mondiali di suini, ed è ai primi posti
per la pesca.
Il settore secondario
La Cina ha attirato sul proprio territorio le industrie dei paesi in
cerca di manodopera a buon mercato, diventando così l'officina
manifatturiera del mondo, in particolar modo delle imprese
asiatiche. Il paese è riuscito a mantenere ritmi sostenuti per un
arco di tempo molto lungo e nonostante una popolazione
estremamente numerosa.
Li Gongyou
ha sintetizzato quattro fasi lo sviluppo
dell'economia del suo Paese nel secolo che fa seguito alla caduta
dell'Impero Cinese (1911). La prima fase, precomunista, fino
alla proclamazione della Repubblica Popolare Cinese avvenuta
nel 1949, viene definita a economia semicoloniale e
semifeudale. La seconda, comunista vera e propria e ispirata alle
idee guida della Rivoluzione culturale, fino alle riforme di Deng
Xiaoping, è stata caratterizzata dal tentativo di realizzare
un'economia pianificata centralizzata (il primo piano
quinquennale, di stampo sovietico, fu quello 1953-1957). La
terza fase, partita con il programma delle "quattro
modernizzazioni" (agricoltura, industria, scienza e tecnica, forze
armate), è durata fino metà degli anni Novanta, e coincide con
l'apertura a un'economia socialista "quasi di mercato". Infine, la
quarta fase sarebbe cominciata nel 1995-1996, con la 5a sessione
plenaria del XIV Comitato centrale del Partito comunista cinese,
la quale ha stabilito la necessità di due fondamentali
trasformazioni socio-economiche, da realizzare entro l'anno
2010: trasformare il tradizionale sistema pianificato cinese in un
sistema di "economia socialista di mercato" (senza quasi,
stavolta), funzionante con regole di libero mercato, e
trasformare lo sviluppo economico da estensivo a intensivo. Il
che, nei termini occidentali ormai largamente mutuati anche in
Cina, significa anche puntare implicitamente allo sviluppo
sostenibile, o almeno ispirarsi idealmente a questo traguardo.
Oggi in Cina sono presenti tutte le maggiori produzioni
industriali, sia di base (acciaio, alluminio, petrolio, chimica
industriale, cemento) che manifatturiere (mezzi di trasporto,
elettronica di consumo, microelettronica, informatica, telefoni,
giocattoli, armi, abbigliamento, chimica fine, lavorazione del
legno, prodotti alimentari). Inoltre le varie attività vanno
incontro ad un rapido ammodernamento ed alla crescente
competitività internazionale, specie grazie ai bassi costi di
produzione, dovuti in gran parte alla manodopera a basso costo.
Attualmente le industrie cinesi sono in mano a grandi aziende
private e statale; in gran parte sono situate sulle coste e nelle
cosiddette "zone economiche speciali", nel Sud-Ovest. Questo è
stato il principale fattore competitivo dell'economia cinese, che
ha reso possibile la grande crescita del PIL, dovuto
principalmente alle esportazioni, piuttosto che a un vero e
proprio sviluppo del mercato interno. I prodotti costruiti e/o
assemblati in Cina a basso costo (infatti in Cina non sono
ammessi i sindacati), sono ora più presenti nei mercati europei e
mondiali, a scapito delle aziende indigene che per ovvie ragioni
possono sempre meno confrontarsi con una concorrenza così
fatta. Molte di queste sono state costrette a chiudere i propri
stabilimenti, o a trasferire la produzione appunto in Cina.
INDIA
L'India è uno stato dell'Asia meridionale, con capitale Nuova
Delhi (o New Delhi). È il settimo paese per estensione
geografica al mondo (3.287.590 km²), e il secondo più popoloso
con 1.156.897.766 abitanti (stima effettuata nel 2008), e
secondo alcune statistiche potrebbe superare la Cina nel 2037.
È bagnata dall'Oceano Indiano a sud, dal Mar Arabico a ovest, e
nel Golfo del Bengala a est, e possiede una linea costiera che si
snoda per 7.517 km. Confina con il Pakistan a ovest, Cina,
Nepal e Bhutan a nord-est, e Bangladesh e la Birmania ad est. I
suoi vicini prossimi separati dell'Oceano Indiano sono lo Sri
Lanka a sud-est, e le Maldive a sud-ovest.
Sede della Civiltà della valle dell'Indo e regione di rotte
commerciali storiche e di vasti imperi, il subcontinente indiano è
stato identificato con il suo commercio e la ricchezza culturale
per gran parte della sua lunga storia. Quattro grandi religioni del
mondo, l'Induismo, il Buddismo, il Giainismo e il Sikhismo,
sono nate qui, mentre lo Zoroastrismo, l'Ebraismo, il
Cristianesimo e l'Islam arrivarono entro il primo millennio d.C.
dando forma nella regione ad una grandissima diversità
culturale. Gradualmente annessa alla Compagnia Inglese delle
Indie Orientali dai primi decenni del XVIII secolo e colonizzata
dal Regno Unito dalla metà del XIX secolo, l'India è diventata
un moderno Stato nazionale nel 1947, dopo una lotta per
l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza
nonviolenta.
L'India è la dodicesima più grande economia del mondo in
termini nominali, e la quarta in termini di potere d'acquisto.
Riforme economiche hanno trasformato il paese nella seconda
economia a più rapida crescita (è uno dei 4 paesi a cui ci si
riferisce con l'acronimo BRIC), ma nonostante ciò il Paese
soffre ancora di alti livelli di povertà, analfabetismo e
malnutrizione. Società pluralistica, multilingue e multietnica,
l'India è altresì ricca sul piano naturale, con un'ampia diversità
di fauna selvatica e di habitat protetti.
UNITA’ 6
AFRICA: CARATTERISTICHE FISICHE,
CLIMATICHE IDROGRAFICHE E PRESENZA
UMANA
L'Africa è il terzo continente per estensione dopo l'Asia e le
Americhe. La sua superficie, pari a 30.227.467 km2, rappresenta
il 20,2% delle terre emerse del pianeta; i suoi abitanti (oltre
920.000.000 al 2005) costituiscono un settimo della popolazione
mondiale. L'Africa è delimitata a Nord dal mar Mediterraneo, a
Ovest dall'oceano Atlantico, a Sud dall'oceano Antartico e a Est
dall'oceano Indiano. A Nord-Est è separata dall'Asia
dall'artificiale Canale di Suez. È attraversata dall'equatore e
caratterizzata da una grande varietà di climi.
Il termine Africa significa "terra degli Afri", nome di alcune
genti che abitavano nel Nord Africa vicino Cartagine. Il nome
Afri è generalmente connesso con l'etimo fenicio afar,
"polvere", ma una recente teoria lo collega alla parola berbera
ifri n Qya (cioè grotta di Qya) o Ifran, che significa "grotta".
Altre etimologie proposte per l'antico nome "Africa":
• lo storico Flavio Giuseppe (Ant. 1.15) sostenne che esso
derivasse da Epher, nipote di Abramo, i cui discendenti
avrebbero invaso la Libia;
• dalla parola latina aprica ("soleggiato") di cui fa menzione
Isidoro di Siviglia nelle Etymologiae XIV.5.2. Il continente
africano è principalmente orientato su un asse nord-sud, ha una
forma tozza, dallo sviluppo costiero poco articolato,
grossomodo triangolare, allargata nella parte settentrionale che
si assottiglia in corrispondenza della zona a sud dell'Equatore. Il
continente è completamente circondato dal mare ad eccezione di
una piccola zona in corrispondenza dell'istmo di Suez, a nord è
bagnato dal mar Mediterraneo, a est dal mar Rosso e dall'oceano
Indiano, a ovest dall'oceano Atlantico. Gli unici collegamenti
con gli altri continenti sono rappresentati dalla penisola del
Sinai che lo lega all'Eurasia. Lo stretto di Gibilterra e il canale di
Sicilia lo separano dall'Europa. La distanza dal punto più
settentrionale (Ras ben Sakka, immediatamente a ovest di Cap
Blanc, in Tunisia, a 37°21' N) al punto più meridionale (Cape
Agulhas in Sudafrica, a 34°51'15" S) è pari a circa 8.000 km
mentre dal punto più occidentale (Capo Verde, a 17°33'22" O) a
quello più orientale (Ras Hafun in Somalia, 51°27'52" E) è pari
a circa 7.400 km. Lo stato più grande del continente è il Sudan
mentre quello più piccolo sono le Seychelles, un arcipelago al
largo della costa orientale. Lo stato più piccolo sulla terraferma
è invece il Gambia.
Morfologia
L'altitudine media del continente è pari a circa 600 m s.l.m.; le
aree situate a quote inferiori ai 180 m s.l.m. sono relativamente
poche, così come poche sono le zone che superano i 3000 m. Il
continente può essere diviso in due aree geografiche, una
pianeggiante situata nella parte settentrionale e la zona degli
altopiani che occupa il resto del continente.
Le montagne più alte dell'Africa si trovano sempre in prossimità
della Rift Valley: sono il Ruwenzori (5110 m di altitudine), il
Kilimangiaro (5895 m di altitudine) in Tanzania e il Monte
Kenya (5199 m di altitudine) nello stato omonimo. Questi ultimi
sono vulcani spenti, ma sulle loro cime si trovano ghiacci
perenni. A ovest c'è un altro vulcano spento, il Camerun (4071
m di altitudine).
Il settentrione
Nella parte settentrionale del continente, dall'Oceano Atlantico
fino al Mar Rosso, si estende il deserto del Sahara, il più vasto
deserto del mondo (9.000.000 km2); la sua superficie è
principalmente pianeggiante, ma vi si trovano anche rilievi che
raggiungono i 2.400 m s.l.m. A nord-ovest il deserto è
delimitato dalla catena dell'Atlante e a nord-est lo separa dal
Mediterraneo un altopiano roccioso che digrada fino al delta del
Nilo. A meridione il Sahara sfuma in un'area pianeggiante semi-
arida chiamata Sahel. Il clima è tipicamente mediterraneo al
nord,con estati calde e secche e inverni miti e umidi.
Coste e isole
Lo sviluppo costiero del continente è ridotto a lunghezza
complessiva di circa 26.000 km (L'Europa, con una superficie
tre volte inferiore, ha circa 32.000 km di coste). La costa si
presenta compatta, priva di penisole e insenature di dimensioni
rilevanti. Verso nord, sul Mar Mediterraneo, si affacciano due
importanti golfi: il Golfo della Sirte davanti alla Libia e il Golfo
di Gabes davanti alla catena dell'Atlante.
Le coste sono scoscese, con rilievi che arrivano spesso fino al
mare. Coste pianeggianti si trovano in Libia e Egitto, dove le
coste sono basse e sabbiose e spesso desertiche, così come in
Mauritania, Somalia e Namibia. Lungo le coste del Golfo di
Guinea e del Mozambico si sviluppano paludi e acquitrini, e
banchi sabbiosi rendono difficoltosa la navigazione.
L'unica isola di grandi dimensioni è il Madagascar, la quarta più
grande del mondo; isole di dimensioni minori si trovano lungo
gran parte della costa. Ci sono arcipelaghi di piccole isole sia sul
versante dell'Atlantico come: Madeira, Canarie e Capo Verde.
C'è anche un'altra isola sulla costa della Tanzania: Zanzibar.
Idrografia
In Africa vi sono vaste zone areiche, ovvero prive di corsi
d'acqua (per esempio il deserto del Sahara) e regioni endoreiche,
ovvero con corsi d'acqua che si perdono nel deserto o in paludi o
sfociano in laghi chiusi (per esempio i deserti del Namib e del
Kalahari).
La fascia centrale del continente, dove le piogge sono regolari,
forma invece una zona esoreica, ovvero con corsi d'acqua che
sfociano nel mare, principalmente nell'Oceano Atlantico, come
il fiume Niger e il fiume Congo. Il Niger (4.160 km di
lunghezza) nasce dal rilievo del Fouta Djalon e sfocia con un
grande delta nel golfo di Guinea. Il fiume Congo, di 4.200 km di
lunghezza, sfocia nell'Oceano Atlantico e dà nome alle due
repubbliche che si affacciano sulle sue rive (la Repubblica del
Congo e la Repubblica Democratica del Congo). I numerosi
affluenti del Congo (il più importante è il Kasai) formano un
enorme bacino fluviale. Nella parte più meridionale scorrono
l'Orange, che sfocia nell'Oceano Atlantico, e lo Zambesi, l'unico
grande fiume a sfociare nell'Oceano Indiano.
Il principale fiume africano è il Nilo col suo affluente Kagera,
che è stato fino a poco tempo fa anche il fiume più lungo del
mondo (6.671 km) superato recentemente dal Rio delle
Amazzoni (6.868 km). Le sue sorgenti sono nell'Africa
equatoriale, da cui provengono i due rami principali: il Nilo
Azzurro, che nasce dall'altopiano Etiopico, e il Nilo Bianco,
emissario del Lago Vittoria il cui tributario, il Kagera, origina
dagli altopiani del Burundi. Il Nilo attraversa l'Africa nordorientale e quando raggiunge il Mediterraneo sfocia con
un'ampia foce a delta. Il fiume è conosciuto per il limo, terra che
rendeva fertile la distesa sahariana e che consentì lo sviluppo
della civiltà egizia; per questo motivo l'Egitto veniva
anticamente chiamato "dono del Nilo". La costruzione della diga
di Assuan ha permesso la creazione di un ampio bacino
artificiale, il lago Nasser; la terra fertile si deposita sul fondo del
lago ed è necessario usare fertilizzanti per migliorare la resa dei
terreni.
Una lunga catena di laghi corre lungo la frattura tettonica della
Rift Valley, ai confini tra la Repubblica Democratica del Congo,
l'Uganda, la Tanzania, il Burundi e il Ruanda: i più importanti
sono il Lago Vittoria e il Lago Tanganica.
Ambienti naturali
L'Africa presenta una grande varietà di ambienti ed ecosistemi,
molti dei quali sono unici al mondo. La parte settentrionale del
continente è occupata in gran parte dal gigantesco deserto del
Sahara, mentre a sud di questo, l'ambiente predominante è la
grande savana, l'immensa distesa erbacea teatro dei grandi safari
per turisti.
Nella zona equatoriale,in particolare nel bacino del Congo,vi
sono invece le grandi foreste tropicali, estese anche su buona
parte della zona del Golfo di Guinea. Altre aree desertiche si
trovano nella zona del Corno d'Africa e nella zona sud-ovest del
continente, dove si trova il grande deserto del Kalahari.
Un' estesa foresta pluviale occupa anche la parte orientale del
Madagascar, per il resto ricoperto da savane. Paesaggi
tipicamente di alta montagna si trovano nell'altopiano Etiopico.
L'estrema parte nord-ovest del continente, la zona settentrionale
di Algeria,Tunisia e Marocco, e la punta meridionale,
presentano ambienti tipicamente mediterranei.
Clima
Il clima del continente africano è generalmente caldo, anche se
con variazioni notevoli a seconda delle zone. L'estrema porzione
settentrionale del continente ha un clima mediterraneo, con
estati secche e inverni umidi. Il resto del Nordafrica presenta un
clima desertico o semidesertico, mentre avvicinandosi
all'equatore il clima si fa tropicale, e nella zona dell'equatore è
molto umido; è qui che si registra il massimo di precipitazioni
annuali. Il clima ritorna desertico o semidesertico nelle zone del
Corno d'Africa e del Kalahari, mentre è prevalentemente
tropicale nel Madagascar. Climi di alta montagna si trovano
nella zona dell'altopiano Etiopico e sulle vette più alte come il
Kilimangiaro e il Ruwenzori. Le temperature sono generalmente
piuttosto elevate.
Fauna
L'Africa è famosa in tutto il mondo per la varietà e l'unicità
degli animali che la popolano. In Africa vivono molte specie di
Felini, come il leone, il leopardo, il serval, il ghepardo e varie
specie di gatti selvatici. Presenti anche specie di canidi come i
licaoni e gli sciacalli. Molto diffusi nelle foreste sono le grandi
scimmie antropomorfe come gli scimpanzé e i gorilla, mentre
altri primati popolano anche le praterie, come i mandrilli, le
amadriadi e le scimmie leopardo. Le grandi savane sono il regno
dei grandi erbivori come le giraffe, gli elefanti, i rinoceronti, e
delle grandi mandrie di bufali, gnu, zebre, gazzelle, impala e
antilopi di varie specie. I grandi deserti sono popolati da
dromedari, orici, fennec, viperidi. Presso i grandi fiumi vivono
ippopotami e coccodrilli.
Le savane sono percorse inoltre dagli struzzi e sorvolate da varie
specie di avvoltoi. Oltre a questi in Africa vi sono
numerosissime specie di uccelli. In particolare in Madagascar vi
è un vastissimo ecosistema unico al mondo con un numero
impressionante di volatili. Questa straordinaria fauna è entrata
nella leggenda ed ha ispirato, insieme agli spettacolari paesaggi
naturali del continente, varie opere letterarie e cinematografiche.
Questa fauna ha inoltre attirato nella storia migliaia di cacciatori
- specialmente occidentali - che hanno preso parte a
innumerevoli battute della cosiddetta caccia grossa. Fra i
personaggi più famosi sedotti dal fascino selvaggio della caccia
grossa in Africa si possono ricordare Theodore Roosevelt e
Ernest Hemingway.
Soprattutto dopo l'avvento degli Europei, la caccia è stata una
importante concausa del progressivo depauperamento della
biodiversità africana. In Africa esistono ora grandi parchi
naturali e molte aree protette per preservare le numerose specie
a rischio, ma anche queste riserve hanno grandi difficoltà a
opporsi al bracconaggio. Fra i parchi più famosi si ricordano il
Serengeti e Ngorongoro (Tanzania), lo Tsavo e il Masai Mara
(Kenya), il Kruger (Sudafrica) e il Chobe e la riserva del Delta
dell'Okavango (Botswana).
UNITA’ 7
CARATTERISTICHE FISICHE SOCIALI ED
ECONOMICHE DI: MAROCCO, LIBIA, EGITTO,
NIGERIA
MAROCCO
Il Marocco (arabo:
, Al-Mamlaka al-Maghribiyya,
"regno dell'occidente") è uno stato dell'Africa settentrionale,
nella parte occidentale della regione definita anche come
Maghreb. Deve il suo nome alla città di Marrakech.
Le sue coste sono bagnate dal Mar Mediterraneo nella parte
settentrionale e dall'Oceano Atlantico in tutto il tratto ad ovest
dello Stretto di Gibilterra.
I confini terrestri sono con la sola Algeria, ad est e sud-est, e con
il territorio del Sahara Occidentale a sud (rivendicando il
Marocco la sovranità su quest'ultimo territorio, il confine
meridionale viene dal Marocco considerato essere la
Mauritania). Si contano però anche 4 enclave spagnole nella
parte affacciata sul Mediterraneo: Ceuta, Melilla, Peñón de
Vélez de la Gomera, Peñón de Alhucemas. Anche le isole
Chafarinas, sulla costa del Mediterraneo, 45 km ad est di Melilla
appartengono alla Spagna, così come le Isole Canarie al largo
del lembo più meridionale della costa atlantica del Marocco. In
fine l'isola Perejil, uno scoglio disabitato presso lo stretto di
Gibilterra, è tutt'ora disputato tra Marocco e Spagna.
Il Marocco è una monarchia costituzionale: l'attuale monarca è
Mohammed VI e il capo del governo è Abbas El Fassi.
La lingua ufficiale del paese è l'arabo, anche se il 40% degli
abitanti parla il berbero (introdotto di recente nelle scuole ma
non riconosciuto come lingua ufficiale); il francese è una
seconda lingua diffusa ed è molto usato nell'amministrazione,
nell'educazione superiore e nei commerci.
Economia
La crescita economica, costante a partire dal 2003, ha consentito
di frenare l'emigrazione e migliorare esportazioni, infrastrutture
e afflusso di capitali esteri. In ogni caso, il Marocco resta al
127° posto su 179 secondo l'Indice di Sviluppo Umano.
Il sottosviluppo del nord del Marocco rimane una delle priorità
del paese. Il nord si trova in una posizione scomoda a causa
dell'isolamento geografico e della prevalenza delle popolazioni
berbere rispetto a quelle arabe.
Agricoltura, allevamento e pesca
I principali prodotti agricoli sono costituiti da cereali, canna da
zucchero, agrumi, legumi, pomodori, olive (il Marocco è uno
dei maggiori esportatori di olio di oliva), e dai prodotti
dell'allevamento.
Il paese, con i suoi 17 porti, è tra i maggiori produttori di pesce
nel mondo
Estrazione mineraria
L'estrazione mineraria è dominata dai fosfati rocciosi, di cui il
Marocco è tra i maggiori produttori e il principale esportatore al
mondo. I principali siti si trovano nel Sahara occidentale.
Oltre ai fosfati, nella stessa zona sono presenti riserve minerarie
di ferro e, in misura minore, di rame.
Nel paese sono presenti inoltre miniere di piombo e argento, di
cui il Marocco è al 10° posto per produzione mondiale, di
carbone (al 15° posto), oltre a oro, zinco, rame, cobalto,
manganese, antimonio.
Industria
Il settore industriale, che attualmente rappresenta più di un
quarto del prodotto interno lordo, è stato a lungo dominato dalle
industrie agro-alimentari, tessili e del cuoio. Negli ultimi
decenni il settore si è molto diversificato, con lo sviluppo in
particolare dell'industria chimica e petrolchimica, ma anche in
altri campi, dall'industria automobilistica all' informatica .
Terziario
commercio interno, finanza, servizi alle imprese, servizi alle
persone.
Turismo
Marocco
Città imperiali
• Fes
• Meknes
• Marrakech
• Rabat
Il Marocco si sta affermando come una delle maggiori mete
turistiche dell'Africa settentrionale, in particolare per quanto
riguarda il turismo organizzato. Le mete più visitate sono le
cosiddette città imperiali e il deserto del Sahara. Si può trovare:
turismo di tipo culturale (civiltà berbere, fenicia, romana, arabe,
spagnola e francese); di tipo naturale (dalle vette innevate
dell'Atlante al deserto del Shara) e balneare con le spiagge
atlantiche e mediterranee. Il numero di turisti negli ultimi anni si
valuta su poco più di cinque milioni, la metà proveniente
dall'Europa in testa Francia, Germania e Spagna.
Commercio estero
Il Marocco ha firmato nel 1996 un trattato con l'Unione
Europea, che è entrato in vigore nel 2000, con l'obiettivo di
creare entro il 2012 una zona di libero scambio nei termini del
Processo di Barcellona.
Politica economica
Il Governo è impegnato a perseguire politiche volte a favorire
una più rapida crescita economica e a ridurre la disoccupazione
e la povertà. La crescita inadeguata è stata infatti identificata, sia
dal Fondo Monetario Internazionale che dal governo, come il
principale punto di debolezza dell'economia del paese negli
ultimi dieci anni, senza considerare poi le forti disparità di
reddito presenti tra l'élite urbana e il resto della popolazione.
La Banca Mondiale e il FMI stimano che il Marocco necessiti di
un tasso di crescita medio annuo superiore al 7% per poter
intervenire in modo significativo sulla disoccupazione e la
povertà. In ogni caso, il governo ha fatto progressi riguardo ad
alcune di queste problematiche: ha realizzato significativi
miglioramenti dell'ordinamento economico attraverso il
rafforzamento dei diritti di proprietà e la riforma della normativa
sul lavoro, grazie ai quali si è assistito a un rapido incremento
della nascita di nuove aziende; ha migliorato il sistema di
supervisione del settore bancario ed ha liberalizzato i comparti
dell'energia e delle telecomunicazioni. Nel mese di gennaio
2006 è entrato in vigore un accordo di libero scambio con gli
Stati Uniti d'America, che dovrebbe portare sia ad un'espansione
delle esportazioni verso un mercato potenzialmente molto
redditizio, sia ad un aumento dei flussi di investimento in
entrata.
Il governo ha anche ammesso che per accelerare la crescita sono
necessarie ulteriori riduzioni delle tariffe doganali ed una
semplificazione del regime del commercio. Sono stati infine
identificati numerosi interventi di politica industriale volti a
ridurre i costi e incrementare la produttività dell'industria
marocchina, e le Autorità confidano che questa
razionalizzazione permetterà di raddoppiare il valore dell'output
industriale entro il 2013. Il Governo sembra ormai pronto a
lanciare anche una radicale riforma del settore agricolo per
ridurre la dipendenza dai cereali, altamente sensibili a periodi di
siccità, e aumentare la superficie coltivata con piante ad alto
valore aggiunto, come gli ulivi. Occorre però considerare che
tale politica accelererà il processo di inurbamento della
popolazione: se tale fenomeno non verrà adeguatamente gestito,
aumenterà sensibilmente il rischio dell'insorgere di tensioni
sociali e politiche
LIBIA
La Libia ufficialmente Grande Jamāhīriyya Araba di Libia
Popolare e Socialista, è uno Stato del Nordafrica. La sua capitale
è Tripoli.
Con una superficie di 1.760.000 chilometri quadrati la Libia è il
quarto paese dell'Africa per superficie, il diciassettesimo del
mondo.
La Libia occupa la parte centrale del Nordafrica, affacciandosi
sul Mar Mediterraneo intorno al Golfo della Sirte, tra il 10º ed il
25º meridiano Est. Confina a nord-ovest con la Tunisia, a ovest
con l'Algeria, a sud con il Niger e il Ciad, a sud-est col Sudan, a
est con l'Egitto.
I confini della Libia sono frutto di trattati e convenzioni stipulati
nel tempo da vari stati fra cui l'Italia, la Francia, la Gran
Bretagna e l'Egitto e seguono principalmente riferimenti
artificiali quali paralleli e meridiani e quasi mai riferimenti
naturali quali fiumi e/o montagne.
Economia
Fino agli anni cinquanta considerata uno dei paesi più poveri del
mondo, soprattutto a causa dell'improduttività del territorio, la
Libia registrava già nel 1977 il reddito annuo pro capite più
elevato del continente africano (posizione che conserva tuttora,
con 14.192 dollari nel 2010), grazie allo sfruttamento dei grandi
giacimenti di petrolio, iniziato nel 1959 e nazionalizzato dopo il
1970.
Oltre a nazionalizzare le principali risorse (il petrolio e il gas
naturale in primo luogo) e le attività produttive il nuovo regime
investì anche nello sviluppo dell'industria leggera e delle
infrastrutture e nella modernizzazione dell'agricoltura,
favorendo nel contempo l'immigrazione per sopperire alla
scarsità di manodopera. La diminuzione dei prezzi del petrolio
negli anni ottanta ha poi ridimensionato le possibilità di
sviluppo del paese, al punto che il PIL ha fatto segnare in quel
decennio un calo medio annuo del 5,4%; negli anni novanta il
quadro economico ha risentito delle sanzioni economiche
imposte alla Libia dall'ONU nel 1991, revocate nel 1997. Nel
2006 gli U.S.A. hanno cancellato la Libia dall'elenco degli stati
canaglia. La moneta è il dinaro libico.
Agricoltura
L'agricoltura ha importanza scarsa, sia per la limitatissima
superficie coltivabile (1,2% del territorio) sia per la scarsità di
acqua, anche se il governo ha investito molto sulla bonifica dei
terreni agricoli e sul reperimento di risorse idriche con opere di
sbarramento e l'utilizzo di ingenti quantità di acque fossili,
convogliate verso la costa da un sistema di tubazioni. I
principali prodotti agricoli sono i cereali, grano e orzo, coltivati
nella fascia costiera e sulle pendici settentrionali delle alture che
dominano la costa. Lungo quest'ultima crescono anche vite e
olivo, agrumi e alberi da frutta.
Nelle zone pre-desertiche cresce lo sparto utilizzato sia per la
cellulosa, sia per farne corde, stuoie e altri lavori d'intreccio; e
inoltre tabacco, arachidi, patate, ricino; dalla palma da dattero si
ricavano frutti in abbondanza. Dato il clima arido, è molto
praticato l'allevamento caprino e ovino. Poco importante la
pesca (rilevante quella delle spugne).
Industria
La base dello sviluppo economico della Libia è rappresentato
dal petrolio: le quantità da estrarre ogni anno e i relativi prezzi
di vendita sono sotto il controllo del governo e in adesione alla
strategia dell'OPEC. Il petrolio, di cui la Libia è il secondo
produttore del continente africano dopo la Nigeria, contribuisce
per oltre il 25% alla formazione del reddito nazionale e
rappresenta
la
quasi
totalità
delle
esportazioni.
I principali giacimenti petroliferi (Mabruk, Hofra, Zelten, Beda,
Raguba, Ora, Samah, Gialo, Waha, Magid, Amal, Serir, Augila)
sono collegati da oleodotti; le principali raffinerie sono a Marsa
El Brega, Tobruch, ras Lanuf, Ez Zauia. Esistono, inoltre,
cospicui giacimenti di gas naturale. Vi sono anche saline, e da
alcune zone lacustri del Fezzan si estrae il natron (carbonato di
sodio).
L'industria manifatturiera è di dimensioni assai modeste, con
impianti tessili, alimentari, del tabacco, della concia del
pellame; attività artigianali tradizionali sono la lavorazione dei
tappeti, a Misurata, e i ricami in seta e argento.
Dagli anni settanta ha avuto un notevole impulso l'edilizia, con
la costruzione di interi quartieri popolari alla periferia delle
grandi città che ha determinato il sorgere di cementifici e di
fabbriche di laterizi.
Terziario
Si sta sviluppando nel paese una rete di servizi alle imprese,
finanza, commercio interno, servizi alla persona.
Trasporti
I maggiori porti sono Tripoli, Bengasi, Marsa El Brega,
relativamente recente e destinato unicamente all'imbarco di
petrolio, Misurata e Tobruk. La rete stradale, sviluppata
soprattutto lungo la costa, è asfaltata per un terzo. È stata invece
smantellata la rete ferroviaria dei tempi coloniali.
Turismo
Per tutti gli anni settanta e ottanta il governo libico ha
scoraggiato l'afflusso turistico, una posizione che solo nei primi
anni novanta si è andata modificando. Poli di attrazione sono
l'antico nodo carovaniero di Gadames, lo spiccato carattere di
Tripoli con le sue ricche moschee e importanti resti
archeologici, dai celebri resti della fenicia e poi romana città di
Sabratha, a quelli romani di Leptis Magna a quelli ellenici e
romani di Cirene.
Commercio estero
Le sanzioni economiche in vigore dal 1991 al 1999 hanno
fortemente ridotto gli scambi commerciali della Libia, la cui
bilancia è sempre in forte attivo grazie all'esportazione di
greggio, destinato innanzitutto all'Italia (39%) e quindi a
Germania, Spagna, Turchia, Francia, Svizzera.Vengono in
cambio importati beni industriali e alimentari, anche in questo
principalmente dall'UE, Italia in testa.
Politica economica
Il piano del leader libico Muammar Gheddafi, che proponeva di
far ricevere direttamente ai cittadini le entrate petrolifere è stato
affrontato nel marzo 2009 al parlamento libico. Solo 64 dei 468
rappresentanti hanno sostenuto il piano, mentre altri 251 hanno
votato "sì, in linea di principio", ma hanno chiesto un'estensione
di tempo per l'attuazione del programma. Il piano è dunque stato
rifiutato
EGITTO
La Repubblica Araba d'Egitto è uno Stato del Nord Africa.
Include la Penisola del Sinai, il che rende l'Egitto un paese che
fa parte anche dell'Asia. La principale parte abitata del paese si
estende ai lati del fiume Nilo. Vaste aree dell'Egitto sono
coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate.
L'Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est
con il mar Rosso ed Palestina e a nord con il mar Mediterraneo.
La capitale è Il Cairo.
Economia
L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il
recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era
caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta
staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte
tuttora assoggetta, l' economia del paese alle fluttuazioni dei
mercati internazionali.
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Addetti all'agricoltura: 32%
Addetti all'industria: 22%
Addetti al terziario: 46%
Un recente rapporto del governo egiziano indica un aumento
sostanziale delle entrate dello Stato nel corso del primo semestre
dell'anno fiscale 2008-2009. Secondo i dati, i ricavi del Cairo
ammontano a 128 miliardi di sterline egiziane (circa $ 25
miliardi di euro) - un aumento del 98,5% rispetto al precedente
anno fiscale. La relazione inoltre ha indicato un aumento del
46,5% di acquisti fiscali ($ 5,7 miliardi), un 22% di aumento in
tasse doganali ($ 1,35 miliardi). Turismo, insieme con i ricavi
generati dal Canale di Suez, i trasferimenti di denaro da parte
egiziana ai lavoratori all'estero, e il Gas e le esportazioni di
petrolio, costituiscono per l'Egitto le entrate in valuta estera.[7]
Operazione Piombo Fuso a Gaza ha suscitato aspri sentimenti
anti-Israele in Egitto, molte le intimazioni a tagliare i legami
commerciali con lo Stato ebraico. Tuttavia, le organizzazioni del
mercato egiziano non hanno ceduto alle pressioni e non hanno
istituito il boicottaggio. Secondo dati egiziani, gli scambi
commerciali tra Israele ed Egitto nel 2008 sono stati stimati di
circa quattro miliardi di dollari, esclusi il gas e la benzina.
Lavoratori egiziani all'estero
La crisi finanziaria mondiale ha colpito anche l'Egitto. Secondo
uno studio pubblicato dal Centro egiziano di studi economici, le
autorità temono che circa mezzo milione di lavoratori egiziani
perderà il posto di lavoro nei paesi del Golfo entro la fine del
2009.
Settore primario
La maggior parte dei campi è irrigata artificialmente ma la Alta
Diga non permette ormai più al Nilo di fertilizzare i terreni e di
ottenere fino ai tre raccolti tradizionali che precedentemente si
potevano avere ogni anno. Le colture sono diversificate a
seconda della stagione:
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Invernali (frumento e legumi).
Estive (cotone, canna da zucchero, riso, arachidi, sesamo,
mais, papiro).
Autunnali (miglio e mais).
Industria
Grazie a petrolio e gas naturale l'industria energetica è
abbastanza sviluppata. Sono importanti anche il settore
siderurgico, meccanico e chimico. Il settore più sviluppato è
comunque quello tessile, soprattutto con la lavorazione del
cotone. La zona più industrializzata è quella tra il Cairo ed
Alessandria.
Nella città di 6th October City si sta sviluppando un forte polo
industriale dedicato alla produzione automobilistica. Qui sono
presenti molti gruppi industriali stranieri come Nissan,
Mercedes-Benz, Suzuki e la tedesca BMW attraverso la
Bavarian Auto.
Terziario
Servizi alle imprese, finanza, commercio interno, servizi alla
persona
Trasporti
Strade: 64.000 km
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•
Ferrovie: 8.600 km
Vie navigabili interne: 3.100 km
La navigazione interna (lungo il Nilo e canali ad esso collegati)
è molto intensa. Il Canale di Suez, lungo 120 chilometri, è stato
terminato nel 1869 e da allora costituisce una via di
comunicazione di somma importanza strategica. I trasporti su
gomma sono sviluppati solo nella zona della valle del Nilo.
Turismo
Il turismo, attualmente l'attività più importante del settore
terziario, ripreso dopo gli attentati degli anni novanta, vede in
Sharm el-Sheikh, Dahab, Hurghada e Marsa Alam i centri più
importanti dove sono sorti numerosi alberghi e villaggi turistici
con animazione turistica e internazionale.
Commercio estero
La bilancia commerciale egiziana è in passivo, anche perché le
esportazioni riguardano solo il petrolio, il cotone e i datteri.
Tuttavia il turismo internazionale è fonte di entrate valutarie, e
così le rimesse degli emigrati.
L'Egitto esporta il proprio gas naturale ad Israele.
Recentemente, una battaglia legale è in corso contro
l'esportazione di gas naturale dall'Egitto a Israele. Una
commissione di esperti, nominata dal tribunale egiziano che
discute una petizione contro la tratta di gas, ha presentato una
raccomandazione volta ad annullare la decisione del governo per
l'esportazione di gas naturale ai vari paesi, tra cui Israele, ad un
prezzo ridotto
NIGERIA
La Nigeria è lo stato più popolato dell'Africa e si trova nella
zona Occidentale. Confina con il Benin ad ovest, il Ciad e il
Camerun ad est, il Niger a nord e il Golfo di Guinea a sud. Le
principali città - oltre all'attuale capitale Abuja e a quella
precedente, Lagos - sono: Abeokuta, Ibadan, Port Harcourt,
Kano, Kaduna, Jos e Benin City.
Economia
L'economia nigeriana, ricca grazie al petrolio ma dipendente da
esso, per lungo tempo intralciata dall'instabilità politica, dalla
corruzione e dalle carenze nella gestione delle politiche
macroeconomiche, sta ora subendo sostanziali riforme da parte
della nuova amministrazione civile sostituitasi ai governi
militari. I precedenti governanti (militari) della Nigeria non
hanno perseguito la via della diversificazione dell'economia che
resta quindi dipendente dal settore petrolifero, che fornisce il
30% del Pil, l'85% delle esportazioni (in valore) e
approssimativamente il 65% delle entrate statali. Il settore
agricolo rimane caratterizzato prevalentemente da una
agricoltura di sussistenza che non ha potuto far fronte alle
necessità di una popolazione in rapida crescita; di conseguenza
la Nigeria, che precedentemente era un grande esportatore netto
di prodotti alimentari, ne è diventata ora un importatore.
Le risorse minerarie includono, oltre al petrolio, carbone e
stagno. I principali prodotti agricoli sono olio di palma, cocco,
agrumi, mais, cassava, yam e canna da zucchero.
Nel 1960 la Nigeria, un tempo nota come il Paese degli "oil
rivers", era il primo produttore ed esportatore mondiale di olio
di palma, ma all'inizio degli anni ottanta ne è diventato un paese
importatore. Nel 1984 ha importato 110.000 tonnellate di olio di
palma dalla Malesia e l'anno successivo ha stipulato un contratto
di approvvigionamento a lungo termine con questo Paese.
La produzione di arachidi è crollata a partire dal 1975 e gli enti
di commercializzazione dell'arachide, che nel 1972 avevano
acquistato circa 454.000 tonnellate di questo prodotto, nel 1978
ne hanno acquistate 50.
La produzione di zucchero è aumentata molto a partire dal 1961,
ma anche la sua richiesta interna e di conseguenza il saldo
esportazioni-importazioni è diminuito drasticamente fra il 1970
e il 1980.