Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano

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Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano
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TRENTINO MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO 2017
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Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano
Il giovane sciava fuoripista con una decina di compagni. Il nivologo Beozzo: «Attenti ai rischi dopo le nevicate»
◗ PASSO DEL TONALE
L’elicottero era già in volo verso
passo del Tonale, poco dopo le
13.30, quando il capo del Soccorso alpino Adriano Alimonta che coordinava l’intervento - è
stato raggiunto da una seconda
chiamata: lo sciatore rimasto
sotto la valanga era stato estratto vivo e in buone condizioni. «Il
ragazzo era sepolto - spiega Alimonta - ma lo hanno tirato fuori
da soli. Erano una decina, impegnati su un fuoripista a lato della nera Paradiso. Sono stati molto bravi. Cessato l’allarme, l’elisoccorso è stato fatto tornare alla base. La procedura in caso di
valanghe è stata seguita correttamente: per prima cosa si chiama il soccorso».
L’ultimo bollettino neve/valanghe di Meteotrentino, emesso lunedì, invitava a fare attenzione proprio ai fuoripista: il pericolo valanghe oscillava dal grado 2 (moderato) al 3 (marcato),
dopo la caduta di 15- 30 centimetri di neve fresca andata ad
aggiungersi al manto preesistente. «Quando ci sono delle nevicate il rischio tende ad aumentare perché il manto si deve assestare», spiega il nivologo Walter
Beozzo. «La neve fresca, che si
aspettava con ansia, invita tutti
ad andare in montagna, ma ha
dei pericoli insiti. Se una persona non conosce il territorio o la
situazione precedente, può correre dei rischi». Nel bollettino prosegue l’esperto - «avevo evidenziato che bisognava stare attenti al freeride proprio per problemi localizzati: ci sono - soprattutto in quota, oltre i
2200-2500 dove esisteva un
manto nevoso precedente – delle situazioni particolari nascoste (neve a chiazze, con strati
fragili oppure vecchi accumuli
da vento) che non si riescono a
vedere sotto questa nevicata
che è stata anche abbastanza
omogenea. Quando si ha la sfortuna di capitare su questi punti
pericolosi, possono esserci slavine». Nella maggior parte dei casi, si assiste a quelli che vengono
definiti “scaricamenti”: «Sulle
rocce si vedono delle piccole valanghe a pera dove si staccano
piccole cornici accumulate dal
vento, oppure c'è della neve fresca in più che, nei tre giorni successivi a una nevicata, perde la
sua coesione e tende a scaricare
assestandosi. Questi scaricamenti possono andare a insistere su strati deboli o situazioni
particolari e procurare valanghe più ampie: il fenomeno viene chiamato metamorfismo distruttivo». Oggi sarà emesso un
nuovo bollettino: «Le condizioni dovrebbero tendere a migliorare», dice Beozzo. «Io ho fatto
un sopralluogo nella parte
orientale della provincia, sul
Col Margherita al Passo Valles, e
non la vedo così problematica,
tranne forse in alcune zone in
quota verso il Veneto. Bisogna
comunque stare attenti, perché
la possibilità di valanghe c'è
sempre, anche quando il pericolo è 1: solitamente non comporta vittime ma può causare degli
incidenti».
(l.m.)
L’elicottero
torna alla base
Il capo del
Soccorso alpino Alimonta:
hanno dato l’allarme come
previsto, poi sono riusciti
ad estrarlo da soli. Erano
accanto alla pista Paradiso
Ieri il pericolo di valanghe oscillava dal grado 2 (moderato) al 3 (marcato). In alto a destra Adriano Alimonta
Precipita per dieci metri in un crepaccio
Marmolada, disavventura (a lieto fine) per uno snowboarder mentre scattava una foto fuori pista
◗ ROCCA PIETORE
Scatta una foto del panorama
mozzafiato che c’è da Punta
Rocca, ma sotto i piedi gli si
apre una voragine nella neve e
scivola in un crepaccio per dieci metri almeno. Momenti da
brivido quelli vissuti ieri da un
22enne piemontese in Marmolada: il ragazzo che era salito
con gli impianti e si era azzardato in un fuoripista con il suo
snowboard, è rimasto rapito
dal panorama di cui si gode da
quell’altezza. Una giornata
spettacolare quella di ieri, ma
quando il ponte di neve ha ceduto il ragazzo si è ritrovato in
un crepaccio che l’ha inghiottito per una decina di metri.
Non s’è perso d’animo: è riuscito a risalire parte di quella
diagonale in cui era sprofondato, fino a tre o quattro metri
dal bordo della fessura ma più
avanti di così non riusciva ad
andare.
E, fortuna davvero ha voluto, che il suo telefonino cellulare riuscisse a prendere quel
po’ di campo per le telefonate
di emergenza. Ha così fatto il
numero del 118 e la centrale di
Pieve lo ha messo in contatto
con i tecnici del soccorso alpino che fanno servizio piste nella zona della Marmolada: «Abbiamo cercato di farci spiegare
il punto in cui si trovava. Più o
meno, sappiamo dove possono crearsi questi vuoti sotto la
neve. Lui era appena sotto la
funivia e fortuna ha voluto che
abbiamo individuato il luogo
anche abbastanza velocemente».
Individuato il “cratere” di
ghiaccio e il ragazzo, a circa
3.100 metri di quota, un soccorritore si è calato e lo ha imbragato e assicurato. Entrambi sono poi stati sollevati verso
l'alto con un sistema di paranchi. «Nella neve abbiamo fatto
dei paranchi, abbiamo formato degli ancoraggi, dei “corpi
morti” li chiamiamo: ci siamo
quindi assicurati noi e anche il
ragazzo, così siamo riusciti a risalire». Alla fine il giovane è
tornato a valle con il suo
snowboard.
Il salvataggio dello snowboarder di 22 anni finito in un crepaccio
Controlli in pista, polizie unite
Agenti italiani e polacchi insieme per rafforzare la collaborazione
◗ TRENTO
Gli agenti della polizia italiana e polacca
Nel quadro delle sempre più
strette collaborazioni internazionali di Polizia, sottoscritte
dal Capo della Polizia Gabrielli
e dal Capo della Polizia polacca Jaroslaw Szymczyk, agenti
della Polizia di Stato e omologhi polacchi effettueranno in
questi giorni pattugliamenti
congiunti nel comprensorio
sciistico del Trentino Alto Adige.
In particolare gli operatori
della polizia polacca affiancheranno il personale aggregato
presso le Questure di Trento,
Bolzano e Belluno impiegato
nel "Servizio di sicurezza e soccorso in montagna", nonché
di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, per il quale
è annualmente formato e aggiornato dal Centro addestramento alpino di Moena. La collaborazione operativa si svolgerà prevalentemente sulle
aree sciabili ad alta densità turistica con finalità di controllo
del territorio, prevenzione di
incidenti sciistici e agevolando lo scambio informativo con
le autorità locali riguardo la
presenza dei turisti dei rispettivi Paesi.
inquiria