Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano
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Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano
Copia di 6f7359ec2a883146426e391c02de4332 TRENTINO MERCOLEDÌ 8 FEBBRAIO 2017 ■ Indirizzo viaSanseverino,29-Trento ■ Centralino 0461/885111 ■ Fax 0461/235022 14 ■ Abbonamenti 0471/904252 ■ Pubblicità 0461/383711 ■ RadioTaxi 0461/930002 econsms 3409949655 ■ e-mail: [email protected] » Travolto dalla valanga, gli amici lo salvano Il giovane sciava fuoripista con una decina di compagni. Il nivologo Beozzo: «Attenti ai rischi dopo le nevicate» ◗ PASSO DEL TONALE L’elicottero era già in volo verso passo del Tonale, poco dopo le 13.30, quando il capo del Soccorso alpino Adriano Alimonta che coordinava l’intervento - è stato raggiunto da una seconda chiamata: lo sciatore rimasto sotto la valanga era stato estratto vivo e in buone condizioni. «Il ragazzo era sepolto - spiega Alimonta - ma lo hanno tirato fuori da soli. Erano una decina, impegnati su un fuoripista a lato della nera Paradiso. Sono stati molto bravi. Cessato l’allarme, l’elisoccorso è stato fatto tornare alla base. La procedura in caso di valanghe è stata seguita correttamente: per prima cosa si chiama il soccorso». L’ultimo bollettino neve/valanghe di Meteotrentino, emesso lunedì, invitava a fare attenzione proprio ai fuoripista: il pericolo valanghe oscillava dal grado 2 (moderato) al 3 (marcato), dopo la caduta di 15- 30 centimetri di neve fresca andata ad aggiungersi al manto preesistente. «Quando ci sono delle nevicate il rischio tende ad aumentare perché il manto si deve assestare», spiega il nivologo Walter Beozzo. «La neve fresca, che si aspettava con ansia, invita tutti ad andare in montagna, ma ha dei pericoli insiti. Se una persona non conosce il territorio o la situazione precedente, può correre dei rischi». Nel bollettino prosegue l’esperto - «avevo evidenziato che bisognava stare attenti al freeride proprio per problemi localizzati: ci sono - soprattutto in quota, oltre i 2200-2500 dove esisteva un manto nevoso precedente – delle situazioni particolari nascoste (neve a chiazze, con strati fragili oppure vecchi accumuli da vento) che non si riescono a vedere sotto questa nevicata che è stata anche abbastanza omogenea. Quando si ha la sfortuna di capitare su questi punti pericolosi, possono esserci slavine». Nella maggior parte dei casi, si assiste a quelli che vengono definiti “scaricamenti”: «Sulle rocce si vedono delle piccole valanghe a pera dove si staccano piccole cornici accumulate dal vento, oppure c'è della neve fresca in più che, nei tre giorni successivi a una nevicata, perde la sua coesione e tende a scaricare assestandosi. Questi scaricamenti possono andare a insistere su strati deboli o situazioni particolari e procurare valanghe più ampie: il fenomeno viene chiamato metamorfismo distruttivo». Oggi sarà emesso un nuovo bollettino: «Le condizioni dovrebbero tendere a migliorare», dice Beozzo. «Io ho fatto un sopralluogo nella parte orientale della provincia, sul Col Margherita al Passo Valles, e non la vedo così problematica, tranne forse in alcune zone in quota verso il Veneto. Bisogna comunque stare attenti, perché la possibilità di valanghe c'è sempre, anche quando il pericolo è 1: solitamente non comporta vittime ma può causare degli incidenti». (l.m.) L’elicottero torna alla base Il capo del Soccorso alpino Alimonta: hanno dato l’allarme come previsto, poi sono riusciti ad estrarlo da soli. Erano accanto alla pista Paradiso Ieri il pericolo di valanghe oscillava dal grado 2 (moderato) al 3 (marcato). In alto a destra Adriano Alimonta Precipita per dieci metri in un crepaccio Marmolada, disavventura (a lieto fine) per uno snowboarder mentre scattava una foto fuori pista ◗ ROCCA PIETORE Scatta una foto del panorama mozzafiato che c’è da Punta Rocca, ma sotto i piedi gli si apre una voragine nella neve e scivola in un crepaccio per dieci metri almeno. Momenti da brivido quelli vissuti ieri da un 22enne piemontese in Marmolada: il ragazzo che era salito con gli impianti e si era azzardato in un fuoripista con il suo snowboard, è rimasto rapito dal panorama di cui si gode da quell’altezza. Una giornata spettacolare quella di ieri, ma quando il ponte di neve ha ceduto il ragazzo si è ritrovato in un crepaccio che l’ha inghiottito per una decina di metri. Non s’è perso d’animo: è riuscito a risalire parte di quella diagonale in cui era sprofondato, fino a tre o quattro metri dal bordo della fessura ma più avanti di così non riusciva ad andare. E, fortuna davvero ha voluto, che il suo telefonino cellulare riuscisse a prendere quel po’ di campo per le telefonate di emergenza. Ha così fatto il numero del 118 e la centrale di Pieve lo ha messo in contatto con i tecnici del soccorso alpino che fanno servizio piste nella zona della Marmolada: «Abbiamo cercato di farci spiegare il punto in cui si trovava. Più o meno, sappiamo dove possono crearsi questi vuoti sotto la neve. Lui era appena sotto la funivia e fortuna ha voluto che abbiamo individuato il luogo anche abbastanza velocemente». Individuato il “cratere” di ghiaccio e il ragazzo, a circa 3.100 metri di quota, un soccorritore si è calato e lo ha imbragato e assicurato. Entrambi sono poi stati sollevati verso l'alto con un sistema di paranchi. «Nella neve abbiamo fatto dei paranchi, abbiamo formato degli ancoraggi, dei “corpi morti” li chiamiamo: ci siamo quindi assicurati noi e anche il ragazzo, così siamo riusciti a risalire». Alla fine il giovane è tornato a valle con il suo snowboard. Il salvataggio dello snowboarder di 22 anni finito in un crepaccio Controlli in pista, polizie unite Agenti italiani e polacchi insieme per rafforzare la collaborazione ◗ TRENTO Gli agenti della polizia italiana e polacca Nel quadro delle sempre più strette collaborazioni internazionali di Polizia, sottoscritte dal Capo della Polizia Gabrielli e dal Capo della Polizia polacca Jaroslaw Szymczyk, agenti della Polizia di Stato e omologhi polacchi effettueranno in questi giorni pattugliamenti congiunti nel comprensorio sciistico del Trentino Alto Adige. In particolare gli operatori della polizia polacca affiancheranno il personale aggregato presso le Questure di Trento, Bolzano e Belluno impiegato nel "Servizio di sicurezza e soccorso in montagna", nonché di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica, per il quale è annualmente formato e aggiornato dal Centro addestramento alpino di Moena. La collaborazione operativa si svolgerà prevalentemente sulle aree sciabili ad alta densità turistica con finalità di controllo del territorio, prevenzione di incidenti sciistici e agevolando lo scambio informativo con le autorità locali riguardo la presenza dei turisti dei rispettivi Paesi. inquiria