Trends - ZWP online

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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Torino - Contiene inserti pubblicitari
Anno VI n. 5
Maggio 2010
Management
L’Assistente
A UN SITO WEB?
CHE COSA DONA EFFICACIA
IL PROFILO DELL’ASSISTENTE
DI STUDIO ODONTOIATRICO
Finora c’è stata carenza d’informazione in merito a ciò che interessa maggiormente i consumatori
e su quale sia la rispondenza dei
pazienti ai siti dedicati ai problemi dell’estetica dentale.
> pagina 8
L.A. Marino, come presidente regionale Unid-Lombardia,
esprime alcune considerazioni
sulla posizione dell’Aso, al fine di
tutelare questa qualifica professionale.
> pagina 10
Valutazione del rischio parodontale
Leonardo Trombelli,
Roberto Farina
Amici di Brugg: teoria, didattica
e mostra merceologica
Un programma congressuale
ricco di relazioni sulle più diverse
problematiche, anche complesse, della professione, viste tuttavia con spirito pratico e didattica
semplice. In queste breve descrizione è racchiusa la formula della
53a edizione degli Amici di Brugg
che si tiene a Rimini Fiera dal 27
al 29 maggio 2010. Anche le soluzioni proposte più avveniristiche
saranno spiegate in modo chiaro,
Come identificare precocemente i soggetti a rischio di
perdere denti a causa della
parodontite? La problematica
è indicata in un metodo elaborato e adottato dall’Università
di Ferrara di cui è data ampia
illustrazione in un servizio
pubblicato a pag. 12.
Il Presidente Andi:
“Passo il testimone
ma continuo
a lavorare per
Andi 2007-’10: da sinistra, Mauro Rocchetti, Bartolomeo
l’associazione” Esecutivo
Griffa, Gerardo Ghetti, Nicola Esposito, Massimo Gaggero,
Gianfranco Prada, con il Presidente uscente Roberto Callioni.
Roberto Callioni “lascia”.
Il presidente più votato nel-
Euro 3,00
la storia dell’Andi (85% di
voti nel 2007) è in procinto
di passare il testimone al
successore che verrà indicato dal Congresso Andi in
programma a Roma il 22
maggio.
Ma riafferma il suo desiderio di continuare a lavorare per l’Associazione.
Il direttore di Dental Tribune, Massimo Boccaletti,
ha posto alcune domande a
Roberto Callioni, nel corso di un’intervista “senza
veli” in merito alla nuova
nomina, che potrete leggere a pagina 4 di questo
numero.
trasformandosi da nozioni astratte
in utili suggerimenti. Argomenti diversi con un tema comune:
l’Estetica, intesa come espressione della salute orale del paziente e non come semplice cosmesi.
Arricchisce la rassegna la tradizionale mostra merceologica in
una vasta area del settore fieristico, interessante per quel professionista che vuole mantenersi
tecnologicamente aggiornato.
2
News e Commenti
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Editoriale
Gli “Amici di Brugg” e la Fad
Per non “spegnere”
Incontro a Milano con le Aziende sui nuovi criteri di assegnazione dei crediti alle attività Ecm.
la stampa
di categoria
Gentilissimi
lettrici e lettori, in questo
numero troverete una nuova sezione. Si
tratta di una
rubrica dedicata all’assistente
dentale, a pagina 10.
L’esigenza di dedicare uno
spazio sul nostro giornale a
questa figura professionale
deriva dal rilievo importante,
riconosciuto in molti congressi e corsi – anche svolti dalla
nostra Tueorservizischool –
al team operante nello studio
odontoiatrico, che per quanto
semplificato, ha al suo interno almeno un’assistente, oltre
all’odontoiatra.
Categoria difficilmente quantificabile: si stima siano circa
90 mila distribuiti (il maschile è doveroso perché non è
scontato che siano tutte donne,
anche se in larghissima maggioranza) in circa 37/38 mila
studi. Ogni odontoiatra sa
quanto un buon assistente sia
importante. Oggi, per esser
tale, ha bisogno di un’istruzione e aggiornamento diverso, ma alla pari di altre figure.
Conoscenza di tecniche, rischi
e normative, ma anche di comunicazione con il proprio
datore di lavoro, il resto dello
staff e, soprattutto, con il paziente. Il team può dare ottimi
risultati allo studio, non solo il
bravo odontoiatra o l’igienista
dentale. Obiettivo di questa
rubrica è ridefinire funzioni,
istruzione, normative, ma anche temi tecnici, sindacali e,
perché no, umani, con lo spirito di sempre e il vostro importantissimo contributo.
È doveroso segnalarvi che
questo mese il bollettino postale per il rinnovo dell’abbonamento o per i nuovi abbonati
viene spedito con una particolare enfasi: la democrazia
della stampa specializzata e
tecnica può continuare solo
grazie al contributo, se pur
contenuto, dei lettori che sottoscrivono gli abbonamenti.
Vi prego di leggere attentamente la nostra pubblicità a
pagina 9, che presenta il piano
editoriale, le uscite, i supplementi specialistici e l’aggiornamento autodidatta Ecm
Fad (vedi articolo accanto),
assai apprezzato dal Ministero come uno dei più importanti. Dal 1° aprile 2010 le tariffe
di spedizione postali sono state
aumentate del 120%.
Noi speriamo di soddisfare
le vostre aspettative e poter
ricevere questa sottoscrizione
anche per quest’anno, ringraziando di cuore chi ha già
provveduto. Continueremo il
nostro lavoro di informazione
su carta e l’aggiornamento sul
sito www.dental-tribune.com,
con qualità che, si sa, non è
gratuita.
L’Editore
Patrizia Gatto
[email protected]
Sulla Formazione a distanza, incontro a Milano il 25
marzo tra gli Amici di Brugg
e le Aziende su nuove norme e
opportunità tecnologiche.
In apertura di convegno, il
presidente degli “Amici” Mario
Iorio si è rivolto ai rappresentati aziendali sottolineando due
aspetti significativi del Convegno. Il primo è la tradizione
ultracinquantennale degli Amici nella formazione, che utilizza
una didattica semplice e tecnologie avanzate quali la Fad.
Trent’anni fa ha ricordato
– assieme al suo predecessore
Toffenetti – come, con il partner tradizionale GDS, realizzò
la “Fad dello studio accanto”,
una trasmissione in diretta
Tv da uno studio o laboratorio
attrezzati nei pressi della sala
congressuale, con uno spirito
pioneristico che ha portato alle
trasmissioni satellitari attuali.
Il secondo aspetto è dato dalla
platea composta da Aziende del
dentale con cui fare il punto.
“Siamo infatti convinti – ha
detto Iorio – che professione e
industria, aggiornamento e tecnologia siano complementari,
finalizzati al raggiungimento
di un obiettivo comune: la salute orale del paziente, non solo
acquistare e produrre. È questo
lo spirito alla base della collaborazione tra gli Amici e l’Unidi”.
Dopo il saluto del suo Presidente, Mauro Matteuzzi, è
venuto il momento delle relazioni a carattere generale sulle
novità Ecm e Fad. Quindi, l’atteso intervento di Maria Linetti, direttore della Commissione
nazionale Ecm, introdotta da
Laura Strohmenger.
La Linetti ha richiamato i
criteri di un’ottimale formazione continua: studio della letteratura, corsi pratico-clinici e
aggiornamento svolto in aule
congressuali e didattiche.
Illustrando brevemente le
novità e i criteri per l’assegnazione di crediti alle attività
Ecm, ha sottolineato l’esigenza
di una formazione equilibrata,
utile alla valorizzazione professionale e nella pratica applicata
al paziente.
L’assegnazione di crediti
appare più contenuta del passato
per attività di tipo congressuale, mentre si privilegia lo studio
individuale, o di piccoli gruppi,
e la Fad in tutte le sue espressioni, intesa anche come apprendimento autodidatta.
Il sistema di formazione continuo ha consentito di aggiornare
i professionisti grazie a 500 mila
eventi formativi con un sistema
senza eguali al mondo, giudicato con ammirazione.
Nelle prossime settimane i
primi 20-30 provider autorizzati (tra i 200 che hanno richiesto
l’autorizzazione) potranno rilasciare crediti formativi per propri eventi residenziali e Fad.
Secondo Cavallo, coordinatore del Comitato tecnico Ecm
Regioni, i provider accreditati
dalle Regioni potranno dare
crediti di tipo regionale, mentre
quelli accreditati dalla Commissione nazionale potranno
rilasciarli su scala nazionale.
Sulle sanzioni, nulla è deciso essendoci correnti diverse di
pensiero in proposito, anche se
per la Linetti un sistema sanzionatorio suonerebbe come una
sconfitta.
L’Ordine professionale è
chiamato a registrare i crediti
e valutare attraverso il dossier
formativo se l’aggiornamento sia
compatibile o meno con il percorso professionale dell’iscritto.
P. G.
A destra Mario Iorio, Presidente
degli AdB; a sinistra Mauro
Matteuzzi, Presidente Unidi.
A sinistra Maria Linetti, Direttore
ufficio formazione continua
Ministero della Salute; a destra
Laura Strohmenger, Direttore clinica
odontoiatrica Ospedale San Paolo.
L’Avv. Marco Cavallo, Coordinatore
comitato tecnico Regioni.
La sala del Convegno.
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Anno VI Numero 5, Maggio 2010
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Hanno collaborato
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Associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
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News e Commenti
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Per Elettra Dorigo
l’itineranza del Collegio
dei Docenti è “un valore”
Al Congresso nazionale dei Docenti di discipline odontostomatologiche, svoltosi a Chieti
dal 21 al 23 aprile, Dental Tribune ha dedicato due pagine di approfondimento (v. pp. 34, 35).
Elettra Dorigo.
“Una prova del nove”. Nel corso
di una breve intervista, Elettra
Dorigo, presidente del Collegio
Docenti di Odontoiatria, definisce così, con una punta di
entusiasmo, il Congresso nazionale dei Docenti di discipline
odontostomatologiche svoltosi a
Chieti dal 21 al 23 aprile presso
l’Università Gabriele d’Annunzio, all’insegna di un titolo assai
impegnativo: “Metodologie e
tecniche innovative: ricerca,
assistenza, industria per una
formazione di eccellenza”.
Prova di che, scusi?
“Della scelta itinerante fatta
l’anno scorso a Roma rivelatasi
particolarmente vincente”.
Perché?
“Perché l’itineranza è un
valore: mette in evidenza la
realtà didattica locale, favorisce
gli scambi tra colleghi docenti.
Anche gli espositori sono soddisfatti perché la movimentazione
porta l’industria a contatto col
territorio. È andata benissimo
– sottolinea la Dorigo – anche
perché Chieti non è facile da
raggiungere, eppure sono oltre i
2500 partecipanti”.
I numeri fanno piacere, ma a
Chieti c’è stata anche e soprattutto qualità: “Come ha detto in
apertura il Rettore Cuccurullo,
abbiamo provato l’orgoglio di
una odontoiatria italiana d’eccezione – dice la Dorigo – avendo
ancora una volta la conferma
della sua collocazione a livelli
più avanzati nel mondo.
Abbiamo constatato la relazione ottimale esistente tra le
discipline di base e colto l’intento di collaborare perché la ricerca si coniughi all’applicazione
clinica”. Tra i temi più significativi del Congresso, Dorigo
cita la biocompatibilità e l’utilizzo delle cellule staminali, ma
un intervento, in particolare,
ha suscitato il suo entusiasmo,
una relazione che definisce “di
prospettiva”, tenuta da Ennio
Giannì, padre nobile dell’Odontoiatria italiana.
Invece di soffermarsi sul
“come eravamo”, ha proiettato,
a 91 anni, un lucido sguardo
nel futuro con la sua relazione “Genetica e risvolti etici in
ortognatologia”, sottolineata al
termine da un’ovazione.
Peccato che essendo in apertura, la mattina del giovedì 22 il
pubblico non fosse ancora particolarmente folto, “perché – dice
la Dorigo – avrebbe meritato
infinitamente di più”.
I Collegi itineranti sono
caratterizzati da un tema che
compendia quello dell’anno precedente. Il prossimo, che verrà
affrontato a Firenze (l’Ateneo
scelto per il 2011, sempre nello stesso periodo della metà di
aprile) è la ricerca e i suoi rapporti con le associazioni scientifiche e con l’Editoria.
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News e Commenti
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Intervista senza veli a Roberto Callioni
Un Presidente in procinto di diventare ex
Dieci anni passati in “posizione apicale”: due da Vicepresidente vicario, altri due da
Segretario sindacale nazionale
e gli ultimi sei anni da Presidente Andi, condividendo l’importante incarico con quello,
ancor più prestigioso se possibile, di componente del Consiglio Superiore della Sanità,
di cui ha passato, di recente, il
testimone a Enrico Gherlone.
Come mai Roberto Callioni,
56 anni, titolare di due studi
a Bergamo, una stima largamente condivisa, “lascia” una
presidenza ormai consolidata
dopo le turbolenze che ne han
turbato la vita in passato?
Al Congresso Andi di Roma
(22 maggio), tra il presidente
più votato nella storia dell’Andi (85% di voti nel 2007) e
colui che verrà designato (i
pronostici indicano quale
nuovo presidente Gianfranco Prada), avverrà il cambio
del testimone alla guida della
maggior Associazione odontoiatrica italiana.
Il che non vuol significa
che Callioni non continuerà a
lavorare per l’Andi, mettendo
a profitto un’esperienza politico sindacale decisamente
singolare. Nel suo “palmarès”
può infatti vantare, tra l’altro,
contatti con ben sei Ministri
della Salute (Veronesi, Bindi,
Sirchia, Storace, Turco, Fazio),
un’alternanza che se è stata per
lui occasione di enorme esperienza politico-sindacale, costituisce anche la riprova, se mai
ce ne fosse bisogno, dell’instabilità politico-istituzionale che
caratterizza il nostro Paese.
Malgrado alternanze e varie
coloriture politiche, Callioni
assicura che a livello ministeriale l’attenzione per le problematiche dell’Odontoiatria
italiana, in questi anni, si è
decisamente accentuata.
Riandando con la memoria a
quei passaggi così frequenti di
poltrona, è vivo in lui il ricordo del particolare interesse del
Ministro Turco alle problematiche della categoria. Ma anche
del favore dimostrato per i
fondi integrativi “che per lei
costituivano una panacea, per
me invece un incubo”.
Con lei prese anche avvio
l’accordo
sull’Odontoiatria
sociale e sul Tariffario, in conseguenza dei quali il presidente
Andi per qualche tempo venne
letteralmente “lapidato” da
parte della categoria, ma che
egli non esista ad ascrivere tra
i meriti della trascorsa presidenza assieme ad altri eventi
di spessore. Come l’Oral Cancer Day, ad esempio, il Workshop di economia a Cernobbio
(la terza edizione si è appena
conclusa), la formazione di
un gruppo di lavoro compatto a livello presidenziale, un
palinsesto di servizi alla categoria “da far paura”, tra cui la
polizza RC sottoscritta da oltre
9 mila associati. Infine, “last
but not least”, l’incremento del
numero di soci.
L’Andi, che per la cronaca
celebra quest’anno il 65° anniversario di fondazione, conta
infatti oggi oltre 23 mila iscritti “tutti certificati” - sottolinea,
ma soprattutto “volontari”, un
aggettivo che piace molto al
presidente, soprattutto se messo a confronto con la quota di
iscrizione all’Ordine obbligatoria per legge. Si comprende
pertanto la sua soddisfazione
nel constatare che oggi sono
quasi 7 mila in più di quando,
sei anni fa, il suo mandato prese avvio.
Coefficiente esenziale della
crescita dell’Associazione e della categoria è anche l’intensa
azione mediatica (“da cantastorie” la definisce lui scherzando)
avendo sempre creduto nei rapporti coi media “sia endo che
eso” categoriali.
Prof. Adriano Piattelli
Dott.ssa Giovanna Iezzi
Dott. Roberto Pistilli
Dott. Pietro Felice
Prof. Salvatore Longoni
Dott. Cornelio Blus
LA RIGENERAZIONE
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Il nostro direttore Massimo Boccaletti con Roberto Callioni.
“Il singolo dentista – dice
Callioni – deve ben convincersi che occorre impostare un
dialogo e andare incontro ai
bisogni della gente. Altrimenti, se non si parla apertamente,
nulla cambia”.
È dura tuttavia modificare in meglio l’immagine del
dentista. Basti pensare agli
stereotipi che l’adombrano,
primo tra tutti quello di grande evasore, aggravata da una
pubblicità degli studi odontoiatrici (in Italia più numerosi
di quelli di medicina generale)
che Callioni non esita a definire “disastrosa”.
Essenziale quindi è apparso
il reclutamento di testimonial
famosi e convincenti come
Max Laudadio e più di recente, di Bruno Pizzul a specifico
sostegno, ad esempio, dell’Oral
Cancer Day, decisamente tra
le iniziative più riuscite della
presidenza Callioni, non fosse
altro per il centinaio di cancri
“intercettati” nell’ultima edizione.
Dal punto di vista di un presidente in procinto di diventare
ex, quali qualità dovrebbe avere
un bravo successore?
“Per traghettare l’Andi in un
momento così delicato, di transizione come l’attuale occorre
che sia soprattutto… una brava
persona”, commenta.
Obiettivo principale della sua
azione?
“Cercar di mantenere e accentuare, se possibile, la visibilità
in positivo della categoria”.
m.boc
Elezioni dell’esecutivo Andi:
Gianfranco Prada
candidato Presidente
Il 22 maggio, a Roma, si terranno le elezioni degli organismi
nazionali Andi da cui scaturirà il nuovo presidente.
Una scelta importante per il futuro non solo dell’Associazione,
ma di tutta l’attività professionale, essendo l’Andi divenuta interlocutore e punto di riferimento per le Istituzioni, i mass media e
le altre realtà del mondo odontoiatrico.
Candidato alla presidenza è Gianfranco Prada, Segretario sindacale nazionale negli ultimi 6 anni nell’Esecutivo
guidato da Roberto Callioni.
Per visionare il programma completo di Gianfranco Prada e degli altri
candidati all’Esecutivo, consultare il
Gianfranco Prada.
sito: www.dental-tribune.com.
6
News e Commenti
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
27 - 28 - 29 maggio
dhspota4 27-04-2010 13:24 Pagina 1
Inchiesta sulla partecipazione
a Brugg: i primi risultati
Chi viene a Rimini? A quale
età? E perché? Apparentemente
le risposte sono semplici. Tutti
sanno che “Amici di Brugg” è
un’Associazione di odontoiatria
generale e di cultura pratica:
rifugge dal nozionismo, crede
M
Y
CM MY CYdebba
CMY K fornicheC la
didattica
re modelli clinici trasponibili
immediatamente nell’attività
professionale quotidiana.
Sappiamo, inoltre, che è legata
da vincoli di amicizia e rapporti
umani solidali.
Ce n’è quanto basta? No;
secondo il Consiglio Direttivo,
un’affluenza al Congresso che
oltrepassa abbondantemente le
10.000 presenze in tre giornate
merita un surplus di indagine,
non fosse altro perché le dinamiche professionali oggi sono
complesse, la formazione si è
raffinata nei temi e nelle tecniche, e le nuove generazioni non
è detto che sentano come valori
i modelli sin qui proposti.
Occorreva dunque un sondaggio diretto per avere idee,
suggerimenti, per “progettare
insieme il nostro futuro”, come
appunto recitava lo slogan con
cui l’iniziativa venne lanciata
nel maggio scorso.
Ai partecipanti all’ultima
tornata congressuale è stato
sottoposto un questionario per
valutarne l’indice di gradimento. Che senz’altro, nei confronti
del sondaggio, è stato alto: ben
778 persone hanno risposto alle
tre facciate fitte fitte di domande con serietà e precisione.
I dati di merito sono invece
ancora in via di elaborazione e
saranno senz’altro commentati
sui media associativi.
Però qualcosa si può già dire.
L’età media – Le più alte presenze si hanno nella fascia d’età
compresa fra i 40 e i 55 anni. Al
di sotto e al di sopra si rarefanno
sensibilmente.
La provenienza – Il Nord la fa
da padrone (64%), poi il Centro
(24%) e il Sud (12). La Lombardia è la regione più rappresentata, seguono nell’ordine Emilia,
Piemonte, Toscana e Veneto.
a maggio
sarà operativo
il nuovo sito e-commerce
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[email protected]
La professione – Quasi il 70%
delle partecipazioni riguarda
gli odontoiatri: sono liberi professionisti pressoché nella totalità (solo il 4% è dipendente da
struttura pubblica). La disciplina prevalente è la conservativa,
seguono protesi ed endodonzia. Gli odontotecnici sono un
quinto degli iscritti e svolgono
l’attività in laboratori prevalentemente monoprofessionali. Una
sorpresa parziale viene dal campo degli igienisti (al 12% la loro
presenza): quasi tutti svolgono
la libera professione esclusiva,
pochi i dipendenti da struttura pubblica, nessuno da studio
odontoiatrico.
La fedeltà e il rinnovo – Le
presenze sembrano consolidate,
anche se non cristallizzate. Ben
l’80% ha all’attivo più di una
partecipazione al Congresso, ma
allo stesso tempo il 16%, che è
la percentuale di chi è venuto a
Rimini per la prima volta, non
appare affatto trascurabile.
La motivazione – Richiesti
di esprimere una terna di motivi di partecipazione, gli intervistati hanno indicato a grande
maggioranza l’abbinamento fra
congresso e mostra, quindi la
qualità del programma scientifico (confermata da percentuali
a consuntivo di valutazioni positive superiori al 70%) e, infine,
l’opportunità di incontrare amici e colleghi. A distanza: un giro
per gli stand e la piacevolezza
del luogo.
Politica Sanitaria
Italian Edition
7
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italiani soddisfatti dei servizi sanitari
Nel complesso, i cittadini italiani hanno espresso un giudizio
positivo sui servizi e sulle prestazioni erogate dal SSN.
È quanto emerge dall’indagine del Censis, commissionata
dal Ministero della Salute.
Di fronte a un bisogno,
importante e psicologicamente
destabilizzante quale è il bisogno di salute, il nostro servizio
sanitario, universale e gratuito,
comunque risponde.
Le quote più alte di fiducia
sono nella medicina generale,
sopratutto nel medico di medicina generale, primo e più importante referente (il 92% degli
intervistati esprime un giudizio
buono) e nella farmaceutica territoriale.
Quest’ultima cresce come presidio importante nell’offerta dei
servizi da quando, per effetto
della legge 69/2009, è prevista
l’erogazione di servizi come la
misurazione della pressione,
la partecipazione al servizio di
assistenza domiciliare integrata, consegna dei farmaci e dei
dispositivi medici necessari a
domicilio ecc.
Positive le opinioni sui pediatri di libera scelta (promossi al
90%). Seguono i laboratori di
analisi pubblici (84%), ambulatori e consultori pubblici (84%),
ospedali e pronto soccorso (81%),
assistenza domiciliare (72%). È
pari al 64,4% la quota degli italiani che ritengono che i servizi amministrativi della propria
Asl siano efficienti e ben organizzati, anche se un 35% invece
esprime parere negativo.
Come per altri aspetti della
Sanità, questa opinione trova d’accordo i residenti del
Nord-Ovest e Nord-Est, mentre diminuisce nettamente nel
Mezzogiorno e nel Centro.
Non sono pochi, però, i problemi legati al territorio.
Purtroppo il sistema di offerta è disomogeneo sul territorio
nazionale a svantaggio del Meridione, soprattutto per quanto
riguarda ospedali e pronto soccorso (in questo caso il giudizio
negativo supera il 26%, contro
una media nazionale del 19%).
In queste regioni si lamenta la
scarsità delle strutture di riabilitazione e dell’assistenza domiciliare.
Altro spinoso problema è
quello dei casi di malasanità.
Al Sud il 34,5% dei residenti li
ritiene frequenti (parliamo di
errori diagnostici o terapeutici
con conseguenze rilevanti per la
salute dei pazienti). Mentre nel
Nord-Est i casi di malasanità
sono ritenuti poco probabili nel
71% dei casi.
Inaspettatamente migliorato
il rapporto medico-paziente: il
76,2% dei cittadini che nell’ultimo anno ha ricevuto cure in
regime di ricovero, ritiene di
essere sempre stato puntualmente informato della propria
condizione, mentre purtroppo
è sempre alta la percentuale di
coloro che lamentano di essersi dovuti visitare privatamente o intra moenia dal medico
dell’ospedale, pur avendo già
ricevuto l’indicazione del ricove-
ro da un altro medico; la quota
sale al 46,6% tra i residenti del
Sud, e una quota non inferiore
al 30% afferma di aver dovuto
ricorrere a conoscenze personali per facilitare l’accesso in
ospedale.
Altro elemento di criticità
sono le liste di attesa correlate,
queste, al tipo di prenotazione.
I tempi risultano più contenuti se si tratta di strutture private
convenzionate (mediamente l’attesa è di 27 giorni), mentre chi
si è rivolto al CUP regionale ha
dovuto attendere 76 giorni per
l’ospedale pubblico, 78 giorni
per il poliambulatorio regionale
(quota che è calata a 50 giorni e
46 se l’utente si è recato personalmente allo sportello).
Alcuni strumenti di correzione sono stati individuati nell’indagine del Censis; tra questi
vogliamo segnalare l’audit clinico che rappresenta un modo
importante per individuare le
disfunzionalità, da collegarsi
però al gradiente di soddisfazione espresso dal cittadino.
Emanuela Medi
Management
8
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Alla ricerca degli interessi del paziente
Che cosa dona efficacia a un sito web?
I dentisti specializzati in
estetica sono dei perfezionisti.
Dedicano una particolare cura
al ripristino del sorriso, ritenendo che la miglior pubblicità
per il proprio lavoro sia il nuovo
aspetto dei loro pazienti. Finora
c’è stata carenza d’informazione in merito a ciò che interessa
maggiormente i consumatori e
su quale sia la rispondenza dei
pazienti ai siti dedicati ai problemi dell’estetica dentale. Ora
non più. All’inizio di quest’anno, durante l’assemblea annuale
dell’AACD, la Sesame Communications ha reso noti i risultati
di una ricerca di mercato che
analizza i criteri con cui i pazienti scelgono on-line un odontoiatra specializzato in estetica.
Per questo studio, la Resolution
Research – società indipendente specializzata in ricerche di
mercato – ha selezionato individui provenienti da tutti gli Stati
Uniti, di età compresa tra i 21 e
i 59 anni, con reddito familiare di almeno 60.000 $ annui, in
cerca di uno specialista in estetica, disponibili a un incontro
nel giro di 60 giorni.
Intervistatore e partecipanti
erano collegati e registrati via
telefono e Internet per un’intervista singola. In seguito, sono
stati invitati a esprimere le loro
opinioni, mentre navigavano
sui siti web, fornendo un parere
spassionato, positivo o negativo
che fosse, sulla qualità del sito,
senza coinvolgere in alcun modo
nel giudizio la società responsabile della sua progettazione.
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A
Alla fine di ogni sessione, i
potenziali pazienti hanno dato
vita a un sondaggio sull’opportunità di prendere un appuntamento con il dentista di cui
avevano visitato il sito. Con
sorpresa, è risultato che l’80%
dei siti web presi in visione dai
pazienti non erano abbastanza
convincenti da indurli a farlo.
Esaminati i risultati della ricerca, il commento è stato: “Un’indagine, rivelatrice dell’attuale
mentalità dei pazienti odontoiatrici, che merita una lunga e
attenta riflessione!”.
Si riportano ora i risultati specifici riguardanti le preferenze
del paziente e quel che piacerebbe loro trovare sul sito di uno
studio dentistico: alcune delle
scoperte fatte potrebbero veramente costituire una novità.
Gli utenti interessati all’odontoiatria estetica sono di vario
tipo: in due ricerche commissionate dalla Sesame Communications, i potenziali pazienti
odontoiatrici in generale e quelli ortodontici hanno attribuito i
più alti punteggi ai siti web che
dessero l’idea di uno studio dal
carattere più personalizzato, più
“caldo”. I potenziali pazienti di
odontoiatria estetica, invece,
guardano di più alla varietà
dei trattamenti. Il loro accesso
immediato al sito è alla pagina
delle procedure cliniche: vogliono sapere quando sia possibile
intervenire con correzioni estetiche, quali procedure specifiche
vengono adottate, quali le tempistiche. Ed esigono immagini di
confronto tra il prima e il dopo.
Qui a vincere è la realtà pratica. Vogliono, infatti, osservare
immagini di “gente comune”,
proprio come loro, giudicando
ingannevoli i siti caratterizzati da un glamour eccessivo, da
immagini patinate o da foto di
celebrità e modelle.
Un’altra caratteristica dei possibili pazienti di odontoiatria
estetica è l’impazienza. Qualsiasi cosa rallenti la navigazione o
li costringa a indugiare su come
reperire le informazioni di cui
hanno bisogno, li dirotterà probabilmente su altri siti. Lunghe
pagine di introduzione, siti flash
con piccole dimensioni, stacchi
musicali con avvio autonomo,
installazione di video, inducono
i potenziali pazienti a cliccare
sul tasto “chiudi sessione”. Altri
fattori che li conducono altrove,
sono i menù di utilizzo e navigazione troppo complicati, pagine
con eccessiva quantità di testo
e simboli. Con loro non bisogna
mai tentare la vendita, perché
iscrizioni a newsletter, coupon
promozionali e messaggi tipo
“Chiama ora!” appaiono decisamente controproducenti. Gli
utenti affermano che questo tipo
di pubblicità fa pensare loro che
il dottore sia un po’ disperato…
L’informazione invece li attrae.
Sono più propensi a chiedere un
appuntamento quando, sul sito, a
una precisa domanda corrispondono facili risposte. Vogliono
sapere quali siano le credenziali del medico, quale il livello di
formazione continua del team.
Gli utenti che cercano online informazioni sull’odontoiatria estetica sono molto
diversi da quelli di odontoiatria generale o di ortodonzia.
La loro percezione delle attuali
competenze cliniche dello studio è direttamente influenzata dalle notizie riguardanti le
moderne tecnologie ivi utilizzate. Infine, senza entrare troppo nel dettaglio di spesa, il sito
deve chiarire se si offrono possibilità di pagamento agevolate.
Dai risultati del “Cosmetic
Dentist Consumer Behavior Study” (Ricerca sui comportamenti
del paziente odontoiatrico/estetico) emerge un “Patient Rating
Appeal™”, ossia un livello di
valutazione positiva del paziente, da cui emerge l’efficacia dei
siti che trattano di estetica dentale. Questo strumento, basato
su ricerche statistiche, consente
di creare un sito personalizzato
tale da “fare la differenza” di uno
Studio, assicurando al contempo la qualità delle prestazioni.
“La ricerca condotta da Sesame è stata più che chiarificatrice. I risultati, riferiti in modo
specifico ai pazienti che si
intende raggiungere, sono stati
utilizzati per la progettazione
del mio nuovo sito web”, dice il
dr. Corky Willhite. “E il risultato ha ampiamente superato le
aspettative!”.
Con una concorrenza forte e
in costante crescita, è impor-
tante essere sempre in linea e
aggiornati. La strategia da usare per una corretta informazione al paziente deve includere
un accesso facile e sicuro a chi
si accinge a prenotare il primo
appuntamento, deve fornire
informazioni sui trattamenti,
promemoria, strumenti di confronto e indagine, ottimizzare i
motori di ricerca e il marketing
online. Tutto inizia dal sito, che
deve essere costruito per attirare
nuovi pazienti e funzionare 24
ore al giorno, 7 giorni alla settimana, per fidelizzare gli utenti.
Si invita, quindi, a scaricare
una copia gratuita del “Consumer Behavior Study” da www.
cdpatientappealrating.com/
cosmetictribune. È anche possibile richiedere un “Patient
Appeal Rating” sul proprio sito
per scoprire come viene visto
dagli utenti.
Frith Maier, Usa
Per contatti:
Frith Maier, CEO
Sesame Communications
15 South Grady Way, Ste. 420
Renton, Wa. 98057
Fax: (425) 430-0219
www.sesamecommunications.com
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Associazioni di categoria
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Con Aio a Roma
una giornata dedicata
alla prevenzione orale
L’Associazione Italiana Odontoiatri (Aio) - Sezione regionale
del Lazio, la Croce Rossa Italiana, in collaborazione con l’Università “Sapienza” di Roma,
organizzano la III giornata sulla
prevenzione orale per una visita
odontoiatrica gratuita il 22 maggio 2010 dalle 14 alle 24 a Roma,
piazza Farnese (piazza Campo dei
Fiori). Vengono visitate le persone che si recano presso le tende,
messe a disposizione dalla Cri,
ricevendo utili consigli e possibilità di partecipare a lezioni per
bambini e adulti sull’igiene orale. Vi è anche uno spazio legato:
1.alla storia dell’odontoiatria
in Italia (in particolare i 25
anni dell’Aio);
2.alla possibilità dei cittadini
di valutare se il loro odontoiatria è regolarmente iscritto
all’Ordine dei medici. Quindi
la lotta all’abusivismo oggi;
3.come risparmiare dal dentista nel periodo di crisi attuale.
Vengono inoltre premiati i
bambini che hanno partecipato
al Progetto Scuola “Sorriso Sano
e Bello” (prima e seconda elementare per il miglior disegno
e terza, quarta e quinta elementare per il miglior tema sulla
salute orale). I premi consistono
in giochi, libri e materiale per
l’igiene orale. Alla premiazione
intervengono personaggi dello
spettacolo, giornalisti e Tv.
Richiesta di “ritoccare”
gli Studi di Settore
a causa della crisi
Nonostante le molte istanze
formulate dalla maggioranza e
dall’opposizione per “sospendere” gli Studi di Settore a seguito
della grave crisi economica che
ha colpito i professionisti italiani, lo strumento verrà applicato anche per l’anno di imposta
2009. Andi si è attivata affinché
la ricaduta dell’applicazione sia
il meno negativa possibile per
gli odontoiatri. Un incontro si è
tenuto con Giampiero Malagnino, coordinatore delle professioni sanitarie nella “Commissione
degli esperti degli Studi di Settore” al Ministero dell’Economia
e delle Finanze, e i responsabili per le tematiche fiscali dei
medici, veterinari, psicologi
e ostetriche. A seguito di tale
riunione è stata elaborata una
richiesta comune presentata a
Giampiero Brunello, Amministratore Delegato della Società
per gli Studi di Settore (Sose)
nell’incontro del 18 marzo per
far applicare un correttivo individuale che tenga conto della
riduzione di incassi rispetto agli
anni 2007 e 2008 (sono stati
anche consegnati sondaggi tra i
Soci, con risultati sovrapponibili
a quelli raccolti dalle altre categorie sanitarie), della difficoltà
a incassare i crediti dai pazienti,
della riduzione dei dipendenti
9
(con applicazione anche della
cassa integrazione negli studi
professionali).
Il 31 marzo sono stati approvati dalla Commissione degli
esperti i nuovi correttivi anticrisi per adeguare gli studi di settore alla particolare congiuntura
economica registrata nel 2009
e che ha interessato, in diversa
misura, tutti i comparti economici. Gli interventi sono stati
diversificati in base alle specificità dei diversi settori e delle
realtà territoriali e prevedono:
rimodulazione dell’analisi di
“normalità economica”, “correttivi congiunturali di settore” e,
infine, “correttivi congiunturali
individuali”, che interessano la
totalità dei soggetti che presentano una condizione di significativo, sistematico declino dei
ricavi/compensi dichiarati.
I correttivi sono il frutto
di un accurato monitoraggio
dell’impatto della crisi, basato
sulla raccolta delle informazioni fornite dalle associazioni di
categoria (circa 200.000 esempi
riguardanti la totalità dei settori
economici), a loro volta incrociate con i risultati delle analisi dei
settori svolte da Banca d’Italia,
Istat, Prometeia e altri istituti di
ricerca di primaria importanza
in campo economico aziendale.
Oral Cancer Day: il 15 maggio
quarta edizione con i dentisti Andi
In programma il 15 maggio la quarta edizione
dell’Oral Cancer Day, l’iniziativa Andi nata per
sensibilizzare professionisti e cittadini alla prevenzione del tumore del cavo orale.
Da ottobre, quindi, a maggio per sdoppiare le
iniziative di prevenzione Andi in due momenti:
a maggio, attenzione al tumore del cavo orale, a
ottobre il Mese della Prevenzione.
“Una scelta che migliorerà l’effetto mediatico
delle due iniziative – spiega il Segretario generale Andi, Mauro Rocchetti – per catalizzare
l’attenzione dei cittadini, la prevenzione odontoiatrica e l’importanza di rivolgersi al dentista
per una visita preventiva”.
Quando vai dal tuo
dentista chiedi se
va tutto bene.
Togliti ogni dubbio,
riduci il rischio.
Bianchi gazebo verranno allestiti nelle piazze
(88 nel 2009) per la sensibilizzazione dei cittadini, che nelle settimane successive potranno
effettuare una visita preventiva e gratuita.
A sostenere l’iniziativa quest’anno sarà Bruno
Pizzul, il noto radiocronista televisivo. Come
già avvenuto lo scorso anno verrà realizzato uno
spot televisivo (nel 2010 fu visto da 50 milioni di
spettatori) e uno radiofonico.
10 L’Assistente
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Considerazioni sul profilo dell’Assistente
di Studio Odontoiatrico
Laura Antonia Marino Presidente Regionale Unid - Lombardia
Da un’analisi della situazione europea sul futuro del Team
Odontoiatrico e della sua composizione professionale – come
risulta dal documento European
Regional Organisation (ERO) of
the Federation Dentaire Internationale (FDI), redatto nella
riunione tenutasi a Singapore il
2 settembre 2009 e inoltre, considerato che sono prossimi gli
incontri dell’ERO per discutere
e delineare una prima ipotesi
del profilo e del percorso di formazione utile per la qualificazione dell’Assistente di Studio
Odontoiatrico (Dental Chair
Side) – riteniamo opportuno
esprimere come Unione Nazionale Igienisti Dentali il nostro
orientamento in merito.
Promuovere e suggerire in
modo significativo alle Istituzioni e Organizzazioni odontoiatriche possibili strategie, al
fine di evitare sovrapposizioni
di competenza nella definizione
del profilo delle Aso, è indispensabile per la nostra categoria.
È necessario per noi essere
fortemente coinvolti ed esigere
chiarezza e trasparenza di intenti al fine di tutelare la qualifica
professionale conseguita con un
titolo di laurea, anche per tutelare l’interesse del cittadino. Può
essere così protetta la sua salute
evitando che si creino situazioni
ingannevoli (si pensi al fenomeno dell’abusivismo imperante in
Italia). Ciò viene anche affermato dalla Federazione Dentale
Internazionale in merito all’uso
dei titoli professionali, onorifici
e accademici (FDI Draft Policy
Statement).
In questo momento di criticità, che investe tutte le professioni odontoiatriche, molti
rappresentanti di associazioni
e membri nelle Commissioni
Dentali Europee si accingono a
determinare i presupposti della
futura odontoiatria.
Le professioni che la caratterizzeranno saranno incluse nel
Team Odontoiatrico, nel quale
non risulta ancora oggi far parte
la figura professionale dell’Igienista dentale, che per competenza dovrebbe rappresentare
un profilo specialistico del team
stesso.
Al fine di poter formulare
dei suggerimenti utili, abbiamo preso in esame alcuni dati
e informazioni rilevati da un
lavoro intitolato “Un corso di
Igiene Dentale nel contesto
Europeo della Professione: l’eccellenza a confronto” (Tesi di
laurea specialistica), che riporta
una descrizione delle qualifiche
professionali in ambito odontoiatrico attualmente esistenti in
alcune Nazioni.
In questo lavoro sono state prese in esame le seguenti Nazioni:
Italia, Germania, Olanda, Gran
Bretagna (UK), in quanto significative per le loro diversità.
La Nazione che viene spesso
presa in considerazione per complessità e numero di personale
ausiliario, tipologia dei corsi di
formazione e varietà, è la Gran
Bretagna (UK).
Realtà questa che può suggerire percorsi di formazione
mirati a individuare un profilo professionale adeguato alle
attuali e future assistenti dentali in Italia.
In Gran Bretagna le figure
ausiliarie sono sei:
- infermiera odontoiatrica;
- igienisti dentali;
- terapisti dentali;
- terapista ortodontico;
- odontotecnico clinico;
- educatore alla salute orale.
A queste figure viene richiesta una formazione di base
come infermieri odontoiatrici
per poter accedere a tutti i cor-
si specialistici sopra descritti.
Viene inoltre obbligatoriamente richiesta a tutti la registrazione presso il General Dental
Council (GDC) per continuare a
lavorare legalmente.
Inoltre, viene offerta la possibilità di aumentare la propria conoscenza e competenza
mediante formazione post-certificato in corsi disponibili in
ulteriori aree specialistiche.
Non entrando nel merito delle qualifiche sopra descritte e
nelle singole aree specialistiche,
riteniamo che la registrazione e
la qualificazione professionale
debba essere garantita per competenza e percorso di formazione
svolto in tutti i paesi dell’Unione
Europea come sancito dai principi del trattato costitutivo.
È altresì opportuno che vengano però evitate sovrapposizioni di competenza nel cercare di
elaborare profili professionali e
corsi di formazione.
La sofisticazione e frammentazione eccessiva potrebbe portare nelle diverse realtà nazionali
un’ulteriore confusione e potrebbe aumentare il rischio di incentivare in Italia il fenomeno
dell’abusivismo professionale.
Riportare equilibrio e controllo della realtà odontoiatrica
presente in ogni Nazione non è
certamente cosa semplice.
Sicuramente, la scelta di
indirizzare verso un’idea di
Team Odontoiatrico nell’ambito
dell’Unione può significare la
volontà di promuovere la qualificazione di chi già lavora.
Sarebbe opportuno progettare
corsi di formazione che consentano di coniugare lavoro e studio, recuperando professionalità
esistenti a livello nazionale tramite qualificazione e relativa
registrazione presso gli Organi
competenti. Questi ultimi preventivamente individuati dalle
ogni Nazione. La definizione,
pertanto, del profilo dell’Assistente di Studio Odontoiatrico in
Italia dovrebbe condurre all’obbligo di una registrazione presso un organo preposto secondo
l’orientamento dell’ERO.
L’istituzione di corsi di qualificazione per chi già svolge questo
mestiere e di corsi di aggiornamento continuo potrebbe essere
l’iter più consono alla soluzione
del problema.
DT
pagina 11
L’Assistente
Italian Edition
DT
pagina 10
Tenuto conto del reale fabbisogno nazionale, crediamo che
l’offerta di corsi di formazione professionalizzanti possano
trovare spazio per il conseguimento di una qualificazione
di Assistente di Studio Odontoiatrico. Le strutture preposte
alla formazione, a nostro avviso,
dovrebbero essere individuate e
selezionate tra gli Enti ospedalieri, tra le strutture idonee allo
scopo didattico e clinico, già
inseriti nel contesto Sanitario
Assistenziale di comunità pubblica e/o privata.
I corsi di formazione dovrebbero garantire l’acquisizione
di competenze per un profilo
di base che tenga conto solo in
parte del modello dell’infermiere odontoiatrico (UK).
È importante agire nel rispetto delle tradizioni e delle politiche socio-sanitarie di ogni
singola realtà nazionale rappresentate nell’UE nella formulazione delle competenze di base.
il diretto controllo e responsabilità
dell’odontoiatra
ortodontista;
• area pazienti con particolari necessità per apprendere abilità comunicative
e gestionali nell’assistenza
durante trattamento odontoiatrico;
• area protesica per apprendere
abilità nell’eseguire impronte, sviluppare e rifinire
modelli studio, preparare il
bordi il registro occlusale e
porta impronte individuali,
sviluppare modelli in gesso
per mascherine sbiancanti,
attuare piccole riparazioni
di componenti acrilici di
apparecchi removibili tutto
sotto la diretto controllo e
responsabilità dell’odontoiatra e/o del protesista;
• area diagnostica per apprendere abilità nel fare radiografie
su diretto controllo e responsabilità dell’odontoiatra;
• area prevenzione per sviluppare la capacità della esposizione verbale ai fini della
prevenzione dentale.
L’infermiere odontoiatrico o,
nel nostro caso, l’Assistente di
•
Competenze di base
• Preparare e mantenere
l’ambiente clinico, incluso
lo strumentario;
• fare procedure di controllo
delle infezioni per prevenire contaminazione fisica,
chimica e microbiologica
nell’ambiente chirurgico e
di laboratorio;
• registrare il charting dentale fatto da altre persone che
lo rilevano;
• preparare, miscelare e
maneggiare altro materiale
odontoiatrico;
• dare supporto alla poltrona
durante i trattamenti;
• mantenere i registri dei
pazienti completi e ben dettagliati;
• preparare l’equipaggiamento, il materiale e il paziente
per le radiografie dentali;
• sviluppare le radiografie
dentali;
• monitorare, supportare e
rassicurare il paziente;
• dare i consigli adeguati al
profilo e alla situazione del
paziente;
• supportare il paziente e i
suoi colleghi in caso di una
emergenza medica;
• indirizzare in modo appropriato ad altri professionisti;
• attività di registrazione ed
aggiornamento dei dati della cartella clinica;
• capacità di comunicazione
con paziente e professionisti.
La possibilità di aumentare la conoscenza e competenza
mediante formazione postqualificazione potrebbe rendere
possibile la realizzazione di corsi
in aree specifiche come:
• area comunicativa e formativa, per apprendere abilità
all’utilizzo di: tecnologia
informatica audio-visivafotografica necessaria nella documentazione clinica
e informativa in merito
all’Odontoiatria;
• area chirurgica odontoiatrica e specialistica per apprendere abilità nell’assistenza
come “strumentista” e nella
rimozione delle suture sotto
il diretto controllo e responsabilità del professionista
odontoiatra;
• area ortodontica per apprendere abilità nella gestione e
assistenza del paziente sotto
DT
pagina 11
Studio Odontoiatrico non può
fare diagnosi o piani di trattamento né attuare manovre
all’interno della cavità orale
che non rientrino nelle competenze sopra elencate. Tutti gli
altri compiti sono riservati alle
figure professionali con specifica
competenza e titolo riconosciuto
nella realtà odontoiatrica della propria Nazione. Si dovrebbe
trovare, a livello di Unione Europea, un’intesa sull’uniformità dei
titoli, conformemente al percor-
so formativo e alla competenza
maturata e riconosciuta, evitando un’ulteriore proliferazione
di titoli. Concludiamo, infine,
nel suggerire che i corsi base e i
corsi post-qualificazione dovrebbero essere tenuti da professionisti con sviluppata competenza
per le aree sopra elencate. Tali
corsi dovrebbero essere attuati in un contesto di formazione realmente qualificante.
Confidando nel buon senso,
auguriamo buon lavoro.
12 Clinica & Ricerca
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Prognosi parodontale: metodo di valutazione
obiettiva e implicazioni clinico-pratiche
Leonardo Trombelli, DDS, PhD, Roberto Farina, DDS, PhD, MSc
Centro di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali, Università di Ferrara
Sommario
La valutazione del rischio è il
processo nel quale vengono effettuate stime qualitative o quantitative sulla probabilità che un
evento avverso ha di verificarsi
come risultato dell’esposizione
a specifici fattori di rischio. La
valutazione dei determinanti
del rischio in Parodontologia è
fondamentale per l’identificazione precoce dei soggetti ad alto
rischio di perdere denti a causa
della parodontite e per la formulazione di strategie preventive e
terapeutiche personalizzate che
consentano il controllo mirato
dei fattori di rischio. Scopo del
presente lavoro è illustrare il
metodo di valutazione del rischio
parodontale elaborato e adottato
dall’Università di Ferrara. Tale
metodo è di facile e rapido utilizzo e clinicamente applicabile
a qualsiasi tipologia di paziente.
Il metodo è basato sulla valutazione e sulla elaborazione
dei rischi associati a 5 fattori/
indicatori di rischio, ricavati da
dati anamnestici (fumo, diabete
mellito), da parametri parodontali clinici (numero di tasche
parodontali con profondità di
sondaggio uguale o superiore
a 5 mm, Indice di Sanguinamento al sondaggio) e parametri derivati (rapporto perdita
ossea/età). I fattori/indicatori
di rischio considerati nel metodo sono quelli maggiormente
validati dalle prove scientifiche
disponibili. L’applicazione clinica del metodo viene illustrata
mediante un caso clinico paradigmatico.
Introduzione
Che cosa significa essere a
rischio per la parodontite?
Essere a rischio per la parodontite significa avere una maggiore suscettibilità alla distruzione
dei tessuti parodontali e, quindi,
alla perdita di elementi dentari. In altre parole, i soggetti che
presentano un livello di rischio
elevato hanno, in assenza di
trattamento, maggiori probabilità di sviluppare i segni clinici
tipici della parodontite (se ancora sani) o di subire una rapida
progressione della malattia (se
già malati), rispetto a soggetti
che hanno un livello di rischio
basso.
Che cosa determina il livello di
rischio parodontale di un individuo?
Circa il 50% del rischio per la
suscettibilità alla parodontite
sembra essere spiegato dall’ereditarietà(9), mentre il rimanente
50% della variabilità è spiegato da diversi determinanti
del rischio (fattori di rischio)
ambientali o acquisiti, il cui
ruolo è stato in parte identificato in studi longitudinali(1-7).
Tra i fattori di rischio con un
background scientificamente
consolidato con la parodontite
(fattori di rischio accertati), uno
tra i più rilevanti e diffusi è rappresentato dal fumo di sigaretta,
che influenza sia l’incidenza che
la progressione della parodontite(1, 8-14). È stata dimostrata
l’esistenza di una relazione dose-
dipendente tra l’esposizione al
fumo e la severità della patologia(13, 15-18). In particolare, dati
ottenuti da studi epidemiologici
hanno rilevato livelli di rischio
aumentati per la parodontite,
con correlazione positiva rispetto alla quantità di sigarette consumate giornalmente(13,17). In
modo analogo, pazienti affetti
da diabete mellito, sia di tipo I
che di tipo II, sono caratterizzati
da una aumentata incidenza e
severità di parodontite rispetto a soggetti non diabetici(19-22).
In particolare, all’interno della
popolazione diabetica, la severità della condizione diabetica,
misurata in termini di livello di
controllo glicemico (i.e. concentrazione sierica di emoglobina
glicosilata), è un parametro correlato alla severità di distruzione dei tessuti parodontali(23-27).
Soggetti affetti da una forma di
diabete mellito caratterizzata da
uno scarso controllo metabolico,
infatti, sono a più elevato rischio
di perdere attacco clinico e denti
quando confrontati con soggetti
con sufficiente controllo metabolico(28,29).
Anche se i fattori di rischio
sono i veri determinanti del
rischio, in quanto caratterizzati
da un rapporto diretto di causalità con una aumentata suscettibilità alla parodontite, esistono
altri fattori che, pur non avendo un legame causale con la
malattia, hanno dimostrato la
capacità di predirne il decorso. Questi parametri vengono
classificati come “indicatori di
rischio”. Tra gli indicatori di
rischio, la presenza di tasche
parodontali profonde è correlata alla progressione della parodontite(30,31). Il numero di tasche
profonde 6 mm o più, infatti,
si correla con un progressivo
aumento del rischio di ulteriore
deterioramento delle condizioni
parodontali per il paziente(32).
L’evidenza scientifica, inoltre,
indica che soggetti che presentano una prevalenze del sanguinamento al sondaggio (Indice
di Sanguinamento) uguale o
inferiore al 25% sono a minore rischio di progressione della
parodontite(33). Inoltre, l’assenza
di sanguinamento al sondaggio
rappresenta un indicatore di
stabilità a medio termine delle condizioni parodontali del
paziente(34,35). Infine, tanto più
severa, estesa e precoce è la perdita di osso di sostegno causata
dalla Parodontite, tanto maggiore sarà la suscettibilità del
soggetto alla malattia stessa. E,
di conseguenza, tanto peggiore
sarà la prognosi dei denti. Pertanto, la stima della severità e
della estensione della perdita
di tessuto osseo di sostegno dei
denti, quando considerata in
relazione all’età del soggetto,
costituisce un importante indicatore del rischio del paziente.
Cosa significa valutare il livello di rischio parodontale del
paziente?
La valutazione del rischio è
stata definita come il processo
nel quale vengono effettuate
stime qualitative o quantitative
sulla probabilità che un evento
avverso ha di verificarsi come
risultato dell’esposizione a specifici fattori di rischio(36). In
Parodontologia, valutare il
livello di rischio del paziente
significa stimare la probabilità
che il paziente ha di ammalare di parodontite (se il paziente
è sano) o di peggiorare la propria condizione di malato (se è
già affetto da parodontite). La
valutazione dei determinanti
del rischio in Parodontologia
è fondamentale per l’identificazione precoce dei soggetti ad
alto rischio e la formulazione di
strategie preventive e terapeutiche personalizzate che consentano il controllo mirato dei fattori
di rischio(37).
Quali sono i vantaggi di valutare
il livello di rischio parodontale?
Determinare il livello di
rischio individuale e rendere di
questo partecipe il paziente può
avere una duplice valenza clinica. Da un lato, la obiettivazione
del livello di rischio può facilitare il grado di collaborazione del
paziente nel controllo dei fattori
che determinano il rischio, controllo ottenuto mediante modifiche dello stile di vita e mediante
indicazioni preventive e terapeutiche suggerite dall’odontoiatra o igienista dentale. Inoltre,
attraverso una obbiettiva valutazione del rischio pre e postterapia, il risultato della terapia
parodontale viene reso più facilmente comprensibile e apprezzabile da parte del paziente. Il
monitoraggio del rischio fornisce all’odontoiatra o igienista
dentale uno strumento per verificare se e quanto gli interventi
preventivi e terapeutici adottati,
attraverso la personalizzazione e
ottimizzazione di detti interventi sullo specifico paziente, abbiano effettivamente determinato
una diminuzione del rischio di
perdere denti a causa della parodontite. In altre parole, le misure adottate per intercettare la
comparsa della parodontite o per
trattarla (se già presente), possono essere tarate sul livello di
rischio individuale del paziente
con conseguente miglioramento
della loro efficacia.
La valutazione del rischio generata col metodo UniFe è limitata
ai soli denti naturali o fornisce
informazioni anche sulla prognosi degli impianti che devono
essere posizionati o che sono già
stati posizionati?
Quello che l’evidenza scientifica sembra suggerire è che i
pazienti affetti da parodontite
siano più a rischio di complicanze biologiche, quali ad esempio
la peri-implantite, e di perdita
di impianti rispetto ai pazienti
parodontalmente sani. Alcuni
dei principali determinanti del
rischio per la parodontite, infatti, influenzano anche la prognosi degli impianti. Pertanto,
anche se insufficienti a inquadrare a livello prognostico l’esito
del trattamento implantare, le
informazioni raccolte durante la
valutazione del rischio parodontale possono aiutare a individuare una categoria di pazienti
a elevato rischio di peri-implantite e perdita di impianti, sia
prima del posizionamento degli
impianti che quando gli impianti sono già stati inseriti.
Metodica UniFe per la valutazione del rischio parodontale
Quale strumento per la valutazione del rischio è opportuno scegliere?
Ad oggi, anche se i metodi
disponibili per la valutazione
del rischio parodontale si basano sulle conoscenze acquisite
circa il ruolo dei fattori/indicatori di rischio per parodontite, la
loro validazione, che dovrebbe
derivare da studi clinici controllati longitudinali, è a tutt’oggi
deficitaria, e la loro applicazione
clinica risulta talora articolata o
non immediatamente disponibile a causa della loro complessità.
Sembra ragionevole quindi, alla luce delle attuali conoscenze, utilizzare il metodo più
semplice che consenta di mantenere una buona accuratezza
e consistenza delle valutazioni
Fumo
eseguite. Nel 2007, il Centro
di Ricerca e Servizi per lo Studio delle Malattie Parodontali
dell’Università di Ferrara ha
elaborato e proposto un metodo
semplificato per la valutazione
del rischio parodontale (UniFe)
basato su 5 parametri che sono
derivati dalla anamnesi medica
del paziente e da misurazioni
cliniche(38-40).
Come si effettua la valutazione
del rischio in accordo al metodo
UniFe?
Il metodo UniFe è basato sulla valutazione di 5 fattori/indicatori di rischio la cui relazione
con la Parodontite è stata riportata in letteratura.
In particolare, il metodo considera: fumo di sigaretta, diabete mellito, numero di tasche
parodontali profonde, sanguinamento al sondaggio e rapporto perdita ossea età.
A ciascun parametro UniFe
deve essere assegnato un punteggio (“punteggio del parametro”), come illustrato nelle Tabb.
1a-e e descritto di seguito:
Tab. 1a - Il calcolo del rischio legato al fumo viene effettuato assegnando al paziente un punteggio dipendente dalla quantità di sigarette consumate giornalmente.
Tab. 1a
Diabete mellito
Tab. 1b - Il calcolo del rischio associato allo stato diabetico viene
effettuato assegnando al paziente un punteggio dipendente dalla
presenza o meno di diabete mellito e, in caso affermativo, dallo stato di compenso metabolico del diabete.
Tab. 1b
Tab. 1c
Numero di tasche ≥ 5mm
Tab. 1c - La profondità di sondaggio rappresenta la misura, in millimetri, effettuata mediante sonda parodontale, della distanza tra
margine gengivale e punto più apicale di penetrazione della sonda.
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Calcolo del rischio post-terapia causale
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Tale punto viene approssimato al fondo del solco o della tasca patologica. La profondità di sondaggio viene rilevata su ciascuno dei 6
aspetti (disto-vestibolare, vestibolare, mesio-vestibolare, disto-linguale, linguale e mesio-linguale) di ogni elemento dentario presente in
arcata. Il calcolo del rischio associato alla presenza di tasche parodontali viene effettuato assegnando al paziente un punteggio dipendente
dal numero di tasche parodontali che presentano profondità di sondaggio uguale o superiore a 5 mm rilevate durante la visita (Tab. 1c).
Sanguinamento al sondaggio
Tab. 1d - Il sanguinamento al sondaggio viene rilevato contestualmente alla misurazione della profondità di sondaggio. I siti che
presentano sanguinamento entro 10 secondi dall’inserimento della
sonda parodontale nel solco o tasca gengivale vengono considerati
positivi. Al termine della compilazione della cartella clinica, è possibile calcolare l’Indice di sanguinamento al sondaggio dividendo
il numero di siti sanguinanti per il numero totale di siti sondati e
moltiplicando il risultato per 100. Il calcolo del rischio associato al
sanguinamento al sondaggio viene effettuato assegnando al paziente un punteggio dipendente dal valore dell’Indice di Sanguinamento al Sondaggio.
Tab. 2a
Applicazione del metodo UniFe: caso clinico paradigmatico
C.G., individuo di sesso femminile di 43 anni (Fig. 1a).
In prima visita, il soggetto
presenta una forma di parodontite severa generalizzata (Figg.
1b, c) associata a diabete mellito
di tipo I. Il diabete è in trattamento con farmaci ipoglicemizzanti orali. La paziente non ha
mai fumato.
Calcolo del rischio pre-terapia
causale
Tab. 1d
Rapporto perdita ossea/età
Tab. 1e - Sul completo radiografico periapicale o sulla ortopantomografia, la perdita ossea viene stimata come il numero di denti
con una distanza dalla giunzione amelo-cementizia alla cresta ossea
≥ 4 mm su almeno un versante interprossimale (mesiale o distale).
Il calcolo del rischio associato al rapporto perdita ossea/età viene
effettuato assegnando al paziente un punteggio ottenuto dalla combinazione tra la perdita ossea e la fascia di età del paziente.
Tab. 1e
Calcolo del livello di rischio individuale
Tabb. 2a, b - Una volta assegnati i punteggi relativi a ciascuno dei
fattori/indicatori di rischio in esame, viene ricavata la somma algebrica dei singoli punteggi (Tab. 2a). Il punteggio ottenuto (numero
intero variabile da 0, livello di rischio individuale minimo, a 24,
livello di rischio individuale massimo) viene associato ad uno dei
seguenti livelli di rischio (Tab. 2b):
- livello di rischio basso: (punteggio complessivo 0-2);
- livello di rischio medio-basso: (punteggio complessivo 3-5);
- livello di rischio medio: (punteggio complessivo 6-8);
- livello di rischio medio-elevato: (punteggio complessivo 9-14);
- livello di rischio elevato: (punteggio complessivo 15-24).
Tab. 2a
In accordo al metodo UniFe,
sono stati ricavati i rischi associati ai 5 parametri in esame: (i)
durante l’anamnesi è stato registrato in cartella clinica lo stato
di non-fumatrice e il dato è stato riportato nella tabella dedicata contrassegnando il punteggio
corrispondente (punteggio =
0) (Fig. 1d); (ii) mediante gli
opportuni esami ematochimici
(concentrazione sierica di emoglobina glicosilata, HbA1c) è
stato determinato il livello di
compenso metabolico del diabete, constatando uno sufficiente
compenso metabolico (HbA1c:
6,7%). Il dato è stato riportato nella tabella corrispondente
identificandone il punteggio
(punteggio = 2) (Fig. 1e); (iii)
durante la visita parodontale
sono state rilevate e registrate
in cartella clinica le profondità
di sondaggio, segnalando (iv) i
siti sanguinanti all’inserimento
della sonda, in corrispondenza dei siti vestibolari, mesiovestibolari,
disto-vestibolari,
linguali, mesio-linguali e distolinguali di ciascun elemento
dentario (Fig. 1b). Il numero
di tasche aventi profondità di
sondaggio uguale o superiore a
5 mm (n = 49) è stato riportato
nella tabella dedicata ricavando
il relativo punteggio (punteggio
= 4) (Fig. 1f); il numero di siti
sanguinanti al sondaggio (n =
95) è stato rapportato al numero
totale di siti sondati (n = 150) e
moltiplicato per 100 ad ottenere
l’Indice di Sanguinamento del
paziente (I.S. = 63.3%), che è
stato riportato in tabella segnando anche il punteggio associato
(punteggio = 4) (Fig. 1g); (v)
sulle radiografie periapicali della paziente sono stati identificati con un calibro i siti con una
perdita di osso alveolare (misurata come distanza tra giunzione amelo-cementizia e cresta
ossea) uguale o superiore a 4
mm, mesialmente e distalmente a ciascun elemento dentario
(Fig. 1h). Il numero degli elementi dentari aventi tale entità
di perdita ossea (n = 13) è stato
incrociato con la fascia di età
del paziente (anni 43) utilizzando la tabella dedicata, a ottenere
il rischio legato a tale parametro (punteggio = 8) (Fig. 1i).
I punteggi assegnati ai 5
parametri sono stati poi riportati nella Tabella per il calcolo
del livello di rischio individuale
(punteggio = 18, rischio elevato)
(Fig. 1l).
La fase iniziale della terapia
parodontale ha previsto l’esecuzione di 4 sedute di periodontal
debridement effettuate con l’ausilio di strumenti meccanici e
manuali e corredate da un protocollo di disinfezione con utilizzo
professionale di farmaci antimicrobici. La paziente è stato motivata all’igiene orale domiciliare,
correggendo la tecnica di spazzolamento dentale (tecnica di
Bass modificata), supportando
l’uso dello spazzolino con l’uso
dello scovolino interdentale e
ricevendo istruzioni sulla metodica di spazzolamento linguale.
La paziente si è presentata
alla visita di rivalutazione, eseguita 2 mesi dopo l’esecuzione
della terapia causale, con un
aspetto e un tono dei tessuti
notevolmente migliorato (Fig.
1m). L’apparenza clinica è stata
confermata dall’esame obiettivo,
che ha rilevato una considerevole riduzione delle profondità di
sondaggio (Fig 1b). L’aggiornamento dell’anamnesi non ha
rilevato variazioni riguardanti
il fumo o il diabete (la paziente è rimasta non fumatrice e ha
mantenuto il compenso metabolico del diabete).
Seguendo le stesse procedure descritte per il calcolo del
livello di rischio individuale
del paziente prima dell’esecuzione della terapia causale,
sono stati ricavati i rischi postterapia associati ai 5 parametri
in esame: (i) è stato aggiornato lo stato di non-fumatrice,
inalterato rispetto alla prima
visita parodontale (punteggio
= 0); (ii) è stato aggiornato lo
stato di diabete in sufficiente
compenso metabolico, inalterato anch’esso, (punteggio = 2)
e contrassegnato nella apposita
tabella; (iii) durante la visita
parodontale di rivalutazione
sono state nuovamente rilevate
e registrate in cartella clinica
le profondità di sondaggio (Fig.
1b) e il numero di tasche residue con profondità di sondaggio uguale o superiore a 5 mm
(n=1) è stato riportato in tabella aggiornandone il punteggio
(punteggio = 0); (iv) durante
la rilevazione delle profondità
di sondaggio, i siti sanguinanti
sono stati registrati in cartella
clinica cerchiando il valore della profondità di sondaggio corrispondente (Fig. 1b).
È stato calcolato il nuovo
Indice di Sanguinamento del
paziente (I.S. = 12%), che è stato riportato in tabella segnando anche il punteggio associato
(punteggio = 1); (v) non è stato
ritenuto opportuno eseguire
un’indagine radiografica dopo
la terapia causale dato il periodo di osservazione limitato per
poter apprezzare radiograficamente cambiamenti delle strutture ossee parodontali.
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Fig. 1a
Fig. 1b
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Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Fig. 1d
Fig. 1c
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Fig. 1e
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Il numero degli elementi
dentari caratterizzati da perdita ossea radiografica uguale o
superiore a 4 mm è stato considerato inalterato (n=13) ed è
stato incrociato con la fascia di
età della paziente (anni 43) utilizzando la tabella dedicata, a
ottenere il rischio legato a tale
parametro (punteggio = 8).
I punteggi relativi ai rischi
dei 5 parametri sono stati
riportati nella apposita tabella e sommati (punteggio = 11)
a ottenere il livello di rischio
individuale post-terapia causale della paziente (livello di
rischio medio-elevato) (Fig. 1n).
Considerati (i) l’esito positivo
della fase causale della terapia
nel controllo rischio associato
alla presenza di tasche parodontali e del sanguinamento al
sondaggio, (ii) il soddisfacente
livello di compliance dimostrato in termini di controllo
di placca e (iii) il rischio residuo (medio-elevato) derivante dalla storia pregressa di
parodontite della paziente e
dal diabete mellito di cui era
affetta la paziente (entrambi
parametri non ulteriormente
riducibili mediante terapia), la
paziente è stata inserita in un
programma di terapia parodontale di supporto comprensiva di sessioni trimestrali di
scaling professionale, rinforzo
delle istruzioni di igiene orale
domiciliare e utilizzo periodico
di agenti antimicrobici a base
di fluoruro amminico e fluoruro stannoso.
Il metodo di valutazione del
rischio parodontale UniFe consente di mantenere un livello
di accuratezza sovrapponibile
a quello dei metodi precedenti,
pur essendo un metodo semplificato?
Uno dei sistemi di valutazione del rischio più accreditati
e diffusi, in particolar modo
negli Stati Uniti, è rappresentato dal Periodontal Assessment Tool (PAT®). PAT® è un
sistema informatico che compila, analizza e quantifica le
informazioni cliniche circa lo
stato di salute parodontale del
paziente e il relativo rischio.
PAT® è stato sviluppato da
Previser Inc. ed è disponibile
su Internet. Periodontal Assessment Tool (PAT®) è stato progettato specificamente per la
parodontite(41).
Ad oggi, PAT® è l’unico metodo di valutazione del rischio
parodontale ad essere stato
validato da studi longitudinali basati su coorti di pazienti
parodontali non trattati(42).
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Fig. 1f
Fig. 1g
Fig. 1h
Fig. 1i
DT
Fig. 1l
Fig. 1n
Fig. 1m
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Sfortunatamente, PAT® è basato su diversi parametri, ovvero
l’età del paziente, la frequenza delle visite odontoiatriche, anamnesi
positiva per consumo di tabacco,
diabete, igiene orale, storia pregressa di chirurgia parodontale
mirata alla riduzione delle profondità di sondaggio, profondità
di sondaggio (sito più profondo per
sestante), sanguinamento al sondaggio, margini di restauri al di
sotto del margine gengivale, tartaro al di sotto del margine gengivale, altezza ossea radiografica,
lesioni inter-radicolari, e difetti
ossei verticali. Inoltre, l’algoritmo
per il calcolo del rischio di PAT®
non è attualmente pubblicato. La
complessità del metodo PAT e la
sua non immediata disponibilità
hanno costituito parte del razionale per la elaborazione di metodi
più semplici come UniFe.
Nel 2009 è stato condotto uno
studio il cui obiettivo primario era
il confronto del metodo UniFe con
PAT® in un campione di pazienti
selezionato casualmente all’interno di una popolazione afferente ad
un centro specializzato nel trattamento delle malattie parodontali(43). Sulla base dei risultati dello
studio di Trombelli et al. (2009),
il confronto tra il metodo UniFe
e PAT® ha dimostrato un buon
livello di accordo tra metodi. Tali
risultati indicano che il metodo
UniFe, pur essendo un metodo
semplificato, mantiene l’accuratezza necessaria per costituire un
valido strumento clinico.
Conclusioni
La valutazione dei determinanti del rischio in Parodontologia è
fondamentale per l’identificazione
precoce dei soggetti ad alto rischio
e la formulazione di strategie preventive e terapeutiche personalizzate che consentano il controllo
mirato dei fattori di rischio. Tra
i metodi per la valutazione del
rischio attualmente disponibili,
il metodo UniFe costituisce uno
strumento di facile e rapido utilizzo, clinicamente applicabile a qualsiasi tipologia di paziente. Inoltre,
UniFe è uno strumento efficace
nell’individuazione di variazioni del rischio in seguito a terapia
parodontale, come dimostrato dal
caso clinico illustrato. Una sempre migliore conoscenza dei fattori di rischio parodontali e della
loro rilevanza specifica nel rischio
complessivo del paziente, attraverso studi longitudinali controllati e
di intervento, consentirà lo sviluppo e la validazione di metodi di
valutazione del rischio individuale sempre più accurati e affidabili.
Per informazioni chiamare 011 0463350
La bibliografia è disponibile
presso l’Editore
Trends 17
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Estrazioni semplici, prevedibili e redditizie?
Carlo De Bei, direttore tecnico di Odontoiatrica - Torino
ha intervistato Sonia Leziy, DDS, Perio Dipl., FCDS (BC), FRCD (C)
Le estrazioni sembrano essere
una delle procedure più difficili
che facciamo come dentisti.
Molti dentisti sono a disagio
a eseguire estrazioni e si appoggiano a collaboratori esterni,
perché alle volte si trovano in
situazioni difficili e imprevedibili. Noi tutti abbiamo sperimentato una brutta sensazione
quando sentiamo “lo schiocco”
di una punta della radice che
si frattura e abbiamo dovuto
rimuovere dell’osso per terminare l’estrazione. Queste eventualità portano a perdite di
tempo e, quindi, a estrazioni
non redditizie, ritardi per il programma terapeutico, stress per i
nostri pazienti e per noi.
Fig. 1 - Le pinze convenzionali
permettono di “stappare” la bottiglia,
ma non offrono un vantaggio
meccanico per rimuovere il tappo.
Fig. 2 - Le pinze Physics Forceps
applicano il vantaggio meccanico di
una leva di prima classe, in modo
simile a quella di un apribottiglie.
Oltre due anni fa mi è stato
introdotto un concetto nuovo
e rivoluzionario tramite degli
utensili per estrazione, le pinze Phyisic di Golden-Misch. Le
pinze di Misch sono un insieme
di strumenti per l’estrazione dei
denti in maniera atraumatica, che permettono un miglior
risultato dal punto di vista della
velocità, della sicurezza e della prevedibilità, cosa che con il
nostro strumentario tradizionale difficilmente potremo avere
in concomitanza. Negli ultimi
due anni, ho estratto alcune
centinaia di denti con questi
strumenti e i risultati sono stati
impressionanti. Sono in grado
di estrarre denti in maniera del
tutto atraumatica, prevedibile
e dunque redditizia. Grazie ai
principi biomeccanici applicati
a questi strumenti, non ho più il
timore di fratturare apici radicali e sono in grado di preservare nella maniera più assoluta il
margine alveolare e nella maggior parte dei casi il setto infraradicolare, con miglioramento
dell’assistenza ai pazienti. Tutto questo ha aumentato il mio
livello di fiducia nelle estrazioni
dei denti senza timore di complicazioni e in meno tempo.
Il concetto biomeccanico delle pinze Physics è incentrato
Fig. 3 - Particolare del becco e del
paraurti con gommino in teflon.
sul fatto che esse agiscono come
una leva semplice di prima classe. Una forza è applicata con il
becco sul lato linguale del dente
o della radice. La seconda forza
è applicata tramite il “paraurti”
che si trova sulla cresta alveolare in corrispondenza della
giunzione mucogengivale (Fig.
3). Le maniglie delle pinze Physics non vanno schiacciate, ma
la forza ad esse applicata deve
essere esclusivamente quella
sufficiente a mantenere il becco
a contatto del dente da estrarre.
Una forza dolce e costante di
rotazione è applicata attraverso
un piccolo movimento del polso solo (circa 3° - 4° di forza di
rotazione). Poi, una continua
pressione in questa posizione
per circa 15 secondi - 2 minuti.
A questo punto la deformazione elastica dell’osso permette
al legamento parodontale di
allungarsi e successivamente di
rilasciare il dente. Una volta che
questo accade, il dente si innalza di circa 1-2 mm rispetto alla
normale linea occlusale.
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18 Trends
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
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legamento parodontale è simile
alla deformazione dell’osso, per
cui il carico costante indebolisce
il legamento stesso. Così, un carico costante sul dente nel corso del
tempo aumenta la dimensione
dell’alveolo e diminuisce la forza
del legamento.
Quando, dopo qualche minuto, la deformazione ha ampliato
e indebolito il legamento parodontale, la Physic Forcep può
essere ruotata lentamente per
qualche altro paio di gradi per
20 - 30 secondi. Questa azione
contribuisce a favorire la rottura del legamento e di solito
innalza il dente di pochi millimetri dall’alveolo. A questo
punto il dente è scollato e pronto
per essere estratto dalla sua sede
utilizzando qualsiasi pinza da
estrazione o pinzetta chirurgica.
L’estrazione di un dente con le
Physics Forceps è simile al movimento utilizzato per stappare
una bottiglia oppure alla rimozione di un chiodo con un martello piuttosto che con un paio
di pinze. Il manico del martello
è una leva, e il becco del martello va ad agganciare il chiodo.
La testa del martello è il fulcro.
La forza di rotazione applicata
al martello è direttamente proporzionale alla lunghezza del
manico, e il chiodo viene estratto agevolmente dal legno.
A differenza di un chiodo nel
legno che ha lati paralleli e quindi ha maggiore attrito lungo il
suo corpo, un dente è conico. Se
il dente si è sollevato di pochi
millimetri, significa che le fibre
del legamento parodontale si
sono rotte e il dente può quindi
essere facilmente rimosso senza
applicare ulteriore forza.
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Il dente è ora pronto per essere
estratto dall’alveolo con una semplice pinza emostatica o con una
pinza convenzionale. Quando ho
visto la prima volta questi strumenti, ero molto interessata ai
danni potenziali che si sarebbero
potuti arrecare all’osso vestibolare. Ma appena ho appreso e applicato la tecnica corretta, mi sono
resa conto che avrei potuto davvero preservare l’osso. Questo è
molto importante per l’immediato posizionamento dell’impianto e, in generale, per mantenere
intatta la gengiva. La ragione per
cui l’osso vestibolare non viene
danneggiato è perché la forza di
compressione che viene applicata dal paraurti supporta, grazie
alla sua voluta estensione oriz-
zontale, l’osso vestibolare. Questi
strumenti vanno effettivamente
utilizzati come degli estrattori, ed
essi non sono destinati a estrarre completamente il dente dalla
sua sede. Rispettando la tecnica
raccomandata, ho scoperto che
anche con sottili ossa facciali,
esse sono in grado di preservare efficacemente l’osso. Nel mio
studio odontoiatrico, le pinze di
Misch mi hanno consentito di:
- effettuare estrazioni difficili velocemente, facilmente e
in modo atraumatico;
- estrazioni facilmente prevedibili di denti anche completamente scoronati o denti
trattati endodonticamente;
- in pratica eliminano la
necessità di lembi chirurgici, e la perdita ossea conseguente le estrazioni;
-contribuire a facilitare il
posizionamento immediato
di impianti o di altri restauri;
- ridurre il mio stress solitamente associato alle estrazioni;
- per i miei pazienti, cambiare il modo di affrontare le
estrazioni!
Le pinze di Misch sono state una gradita aggiunta al mio
strumentario chirurgico. Essendo semplici, prevedibili e atraumatiche, sono diventate il mio
strumento preferito anche per
le estrazioni più difficili.
Perché le Physics Forceps sono
sicure? La “Deformazione Pla-
stica” è un fenomeno per cui un
materiale continua a cambiare
forma nel corso del tempo sotto
un carico costante. In un dente
da estrarre, la “Deformazione
Plastica” può verificarsi sull’osso e sul legamento parodontale.
Stabilita la curva di deformazione delle ossa, e applicato un carico costante, nell’osso
avvengono nel corso del tempo
dei cambiamenti in 3 differenti
momenti: la maggioranza delle
alterazioni ossee si manifestano
entro il primo minuto, per cui la
sede della radice (alveolo) viene
modificata. Maggiore è la forza
che viene applicata, maggiore
è la deformazione dell’alveolo.
Questo processo permette al
dente di uscire dalla sua sede.
L’azione secondaria di deformazione si verifica nel corso del
tempo e permette di deformare
ulteriormente l’osso quando la
forza è applicata per un periodo che va da 1 a 5 minuti. Più
lungo è il tempo, maggiore è
la deformazione, tuttavia, può
aumentare soltanto di un 10%
- 20% rispetto alla deformazione dei primi minuti. Alla fine,
la terza fase della curva indica
che si provoca la frattura delle
ossa se il carico viene applicato
per troppo tempo. Un fenomeno
analogo si verifica nel legamento
parodontale. Le forze meccaniche applicate provocano il movimento primario del legamento
parodontale, essendo aumentato
anche lo spazio. Continuando ad
applicare la forza si avranno dei
lievi movimenti dentali addizionali. Pertanto, lo scollamento del
Perché non si provocano danni all’osso? Tutti i materiali
reagiscono all’applicazione di
carichi esterni in base alle loro
caratteristiche di resistenza alla
trazione, alla compressione e al
taglio. In generale tutti i materiali sono più deboli alle forze di
taglio che alle sollecitazioni di
compressione. L’osso ha una buona resistenza alla compressione,
è del 30% più debole alla trazione, e più debole ancora del 65%
se sollecitato a forze applicate
di taglio. Quando una forza di
rotazione è applicata dalla Physic Forcep su un dente, lo stress
sul dente e sui legamenti parodontali è un componente della
forza applicata di taglio sull’osso. La forza applicata alle gengive e all’osso dall’appoggio delle
Physics Forceps ha una superficie volutamente estesa, in questo modo invece dello sforzo di
taglio si applicherà all’osso una
semplice forza di compressione,
aiutati anche dal rivestimento
in teflon, per questo sull’osso
non vengono trasmesse sollecitazioni di taglio.
Informazioni
Fig. 4 - Discesa del dente dopo il
distacco del legamento parodontale.
Fig. 5 - La radice intatta dopo
l’avulsione.
Sonia Leziy, Praticante dal 1993, Sonia Leziy ha con-
seguito la laurea in odontoiatria presso la McGill University. La specializzazione in Parodontologia è stata completata presso la University of British Columbia nel 1993.
La dr.ssa Leziy è membro del Royal College of Dentist del
Canada, membro della ICOI e un membro della Society
of British Columbia periodontists, l’Accademia canadese
di parodontologia e la American Academy of periodontists. È un professore associato e docente di seduta clinica presso l’Università della British
Columbia e co-tutor al multi-disciplinare studio club VIP. Ha pubblicato
su estetica implantare e protocolli chirurgici, tra cui un capitolo del libro
di testo multi-disciplinare Pianificazione del trattamento, pubblicato da
Quintessence Publishing (2008).
Richard Golden, presidente e assistente profes-
sore di clinica orale e Chirurgia Maxillo-Facciale presso
l’Università di Detroit Mercy Dental School.
È anche un membro della facoltà per il Misch International Implant Institute.
Carl E. Misch, co-presidente del consiglio di amministrazione dell’Organizzazione internazionale del Congresso di Implantologia orale, la più grande organizzazione del mondo; è anche il proprietario e direttore del Misch
Implant Institute International. Dal 1984 a oggi ha formato più di 3500 dentisti provenienti da tutto il mondo.
Entrambi sono consulenti per la Physic Forcep.
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Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Valutazione clinica dell’efficacia di un antibiotico topico
nel trattamento delle pericoronariti associate a disodontiasi degli ottavi
Stefano Pagano, Benedetta Tosini, Alessandro Conversini, Guido Lombardo, Potito D’Errico
Università degli Studi di Perugia - Facoltà di Medicina e Chirurgia, Cattedra di Clinica Odontostomatologica. Titolare p.a.: prof. Potito D’Errico
Introduzione
Con il termine di “inclusione parziale o totale” si intende la mancata eruzione nella cavità
orale di un elemento dentario oltre i limiti di
tempo previsti per la sua fisiologica eruzione.
Nel caso di inclusione dei terzi molari associata a un peculiare quadro clinico, si parla di
disodontiasi dell’ottavo e pericoronarite, una
patologia infiammatoria del sacco pericoronarico (Valletta et al., 2000).
L’inclusione dentaria può essere determinata da:
- cause derivanti dal germe dentario;
- cause legate ai tessuti e organi vicini al
dente;
- cause di origine generale (Capozzi et al.,
1987).
Tra le cause derivanti dal germe dentario
vengono considerate quelle situazioni in cui il
germe stesso è posizionato lontano dal sito di
eruzione, per cui le forze eruttive sono insufficienti rispetto al percorso necessario.
Nel caso in cui ci sia la persistenza in arcata di elementi decidui oltre il periodo fisiologico di sostituzione (carenza di spazio data
dalla presenza di elementi malposti o presenza di neoformazioni che impediscono la fisiologica eruzione degli elementi), si parlerà di
cause legate a tessuti o organi vicini al dente
in inclusione.
Tra le cause di ordine generale, benché rare,
rientrano tutti quei fattori ereditari, costituzionali, disturbi di crescita e di nutrizione che presentano ripercussioni sul sistema scheletrico.
Le inclusioni dentarie possono determinare
complicanze di natura meccanica, neurologica, infettiva e, raramente, displasica, con o
senza implicazioni sistemiche.
Possono determinare malposizioni con
conseguenti diastemi, rotazioni o versioni dei
denti vicini.
In altri casi, la pressione esercitata dal dente
incluso sull’elemento adiacente può determinare rizalisi dello stesso (complicanze meccaniche). Rara è la sintomatologia neurologica
legata principalmente alla II o III branca del
trigemino. Si può avere, infine, una infiammazione del sacco pericoronarico.
La disodontiasi del terzo molare inferiore è
quella di più frequente riscontro e che più frequentemente va incontro a complicanze.
L’elevata frequenza di inclusione del terzo
molare inferiore è data da cause meccaniche
e flogistiche (Tab. 1).
Cause meccaniche
Cause flogistiche
malposizione
dell’ottavo:
ottavo in posizione
obliqua
perforazione della
mucosa gengivale
e ingresso
di microorganismi
carenza di spazio
usura sacco
pericoronarico
per attrito del terzo
mol. contro
il secondo
formazione nel
gubernaculum
di canalicoli che
permettono entrata
di germi nel sacco
permanenza di un
cappuccio mucoso
che rimane adeso
o che ricopre il dente
già erotto
Tab. 1 - Cause di disodontiasi dell’ottavo.
Per comprendere le cause meccaniche
bisogna prendere in considerazione il meccanismo di eruzione del terzo molare.
Esso ha origine dal gubernaculum dentis del
germe del secondo molare posteriormente ad
esso o da una proliferazione molto posteriore della lamina dentaria primitiva; in entrambe
le circostanze il gubernaculum è posizionato
obliquamente a livello dell’angolo mandibolare, con asse maggiore perpendicolare e
non parallelo all’asse maggiore del secondo
molare, rimanendo unito ad esso o attraverso la lamina dentaria primitiva, o attraverso il
gubernaculum dentis.
Il tragitto compiuto dal germe del III molare
è quindi lungo e tortuoso. Le alterazioni che si
possono verificare in questo momento eruttivo sono legate o a un’alterazione di questo
meccanismo con un mancato allineamento
del terzo molare che resta in posizione obliqua
o a una carenza di spazio.
Nelle cause flogistiche, invece, si ha l’ingresso di batteri nel sacco pericoronarico,
in seguito a diverse condizioni: l’ingresso di
residui alimentari e di germi nel sacco pericoronale, dopo che una cuspide perfora la
mucosa gengivale, usura del sacco pericoronarico, causata dall’attrito della corona del
terzo molare contro il secondo; formazione nel
gubernaculum di canalicoli che consentono ai
germi del cavo orale di raggiungere il sacco
pericoronarico e permanenza di un cappuccio mucoso che rimane adeso o che ricopre il
dente già erotto (Caltabiano et al., 1985).
Clinicamente si riconoscono sostanzialmente due forme di pericoronarite: acute e
croniche. Le forme acute si presentano sotto
forma di una congestiva semplice o suppurativa (Mariani et al., 2006; Gelesko et al., 2009).
La congestiva semplice è una reazione
locale che differisce dalla gengivite per la concomitanza con l’eruzione e si esaurisce definitivamente con il completamento del processo
eruttivo. Può essere caratterizzata da leggera dolenzia o dalla comparsa di dolore nella
regione retromolare esacerbato dai movimenti
masticatori; la mucosa risulta arrossata ed
edematosa, con dolore di modesta entità alla
pressione e occasionale fuoriuscita di siero
e sangue. Generalmente, tende a guarigione
spontaneamente o in seguito a terapia farmacologia, ma può evolvere nella forma suppurativa anche in assenza di sintomatologia.
La pericoronite suppurativa è una forma più
severa e può rappresentare l’evoluzione della
precedente. È caratterizzata da dolore intenso, irradiato all’orecchio (otalgia), serramento mascellare determinato dalla contrazione
antalgica del massetere e dello pterigoideo
interno, con disfagia e difficoltà masticatoria.
L’infezione può estendersi verso i pilastri faringei, la tonsilla e verso i fasci muscolari degli
elevatori. La palpazione evidenzia fuoriuscita
di materiale purulento. Può essere associata
a linfoadenite satellite localizzata nella regione
sottomascellare, soprattutto nell’angolo sottomandibolare. Tale sintomatologia può ridursi
nell’arco di pochi giorni o persistere a lungo
provocando una raccolta ascessuale sottomucosa a localizzazione diversa a seconda
della posizione del dente (Gelesko et al., 2009)
(Fig. 1).
La pericoronite cronica è caratterizzata da
una leggera dolenzia e da una linfoadenite
cronica. L’evoluzione di questa forma clinica si
associa spesso alla comparsa di complicanze
rappresentate da: granuloma posteriore, cisti
latero-coronarica, distruzione del legamento alveolo dentario, processi cariosi a carico
del 7 e 8, riassorbimento radicolare, stomatite
ulcero-membranosa all’emiarcata dell’ottavo,
Fig. 1 - Pericoronarite acuta suppurativa.
osteiti e osteoflemmoni e affollamento anteriore (Blakley et al., 2002; Bakley et al., 2007;
Paju et al., 2009).
Con il persistere della patologia suppurativa
si possono presentare complicanze a carico
del tessuti sottocutanei e sottomucosi o a
carico della mucosa.
Le complicanze dei tessuti sottocutanei e
sottomucosi dipendono dalla topografia della
raccolta ascessuale e si possono riscontrare
diverse varianti cliniche:
• disto-vestibolo-versione: l’ascesso sottomucoso è localizzato all’angolo della
mandibola. Si presenta una tumefazione
verticale parallela al massetere con trisma
per contrazione antalgica dei muscoli elevatori;
• disto-linguo-versione: si ha ascesso peritonsillare, sottotonsillare e del pilastro
anteriore con tumefazione del velo pendulo, sintomatologia algica, disfagia e
serramento;
• mesio-vestibolo-versione: questa forma
è caratterizzata dal cosiddetto “ascesso
migrante di Chompret”, e l’Hirondel che
procede dall’angolo mandibolare si manifesta nella zona dei premolari con una
tumefazione rotondeggiante, fluttuante,
dolente, con cute tesa e arrossata (Moss
et al., 2000; Gelesko et al., 2009);
• mesio-linguo-versione: in questo caso
compare un ascesso del pavimento orale
in regione sopraioidea; la diagnosi differenziale va posta con l’angina di Ludwig,
la gengivite ulcero-membranosa o neurotrofica. Generalmente è omolaterale con
comparsa di ulcerazioni gengivali. Tende a recidivare se non si interviene con
l’estrazione dell’elemento dentale (De
Boer et al., 1995; Gayle et al., 1999).
Il trattamento della disodontiasi del terzo molare prevede l’estrazione dell’elemento o la riduzione della sintomatologia
clinica e del processo infettivo che, in rapporto alla posizione dell’elemento dentale,
consente la sua conservazione in arcata.
In entrambe le scelte terapeutiche, il trattamento antibiotico ha sempre avuto il compito
di proteggere il paziente da una batteriemia
transitoria ed evitare una potenziale contaminazione batterica della ferita chirurgica (Lo
Giudice et al., 2008).
Nonostante siano state condotte diverse
ricerche in questo ambito non vi è ancora un
consenso generale sull’impiego e sulla scelta
di antibiotici da utilizzare nel trattamento del-
la patologia dell’ottavo (Zoccolo et al., 2004;
Paju et al., 2009).
Anche se gli antibiotici, infatti, assumono
un ruolo di primo piano nel trattamento delle
malattie infettive, lo sviluppo di ceppi antibiotico-resistenti desta una notevole preoccupazione, tale da limitarne il loro impiego solo nei
casi di reale necessità e, in particolare, laddove siano presenti malattie infettive in fase attiva, mirando la terapia alle tipologie microbiche
specifiche presenti nei siti da trattare.
Un’ulteriore problematica concernente la
terapia antibiotica è rappresentata dalla via di
somministrazione del farmaco, ovvero topica
o sistemica.
La somministrazione antibiotica per via
sistemica, in presenza di linfoadenite locoregionale, trisma ecc. è la terapia di elezione
anche se può determinare, come in tutte le
terapie antibiotiche per via sistemica, effetti
collaterali quali reazioni di ipersensibilità, sviluppo di resistenze batteriche, intolleranza
gastrointestinale.
Nella somministrazione topica si riducono i
rischi legati alla terapia sistemica e si dispone di livelli farmacologicamente attivi nei siti
di applicazione. Per ottenere ciò è comunque
necessario utilizzare formulazioni farmaceutiche che consentono un rilascio prolungato e
controllato di sostanza attiva nel sito di applicazione.
Per migliorare l’indice terapeutico della
somministrazione topica di antibiotico è stato
proposto il ricorso al rilascio prolungato e controllato di sostanza attiva.
La letteratura descrive tre preparazioni di
dispositivi per la somministrazione diretta di
farmaci a livello gengivale: la prima forma è
un dispositivo tipo film/slab/chip, il secondo
sistema è basato su fibre e il terzo su somministrazione in gel/soluzione.
Per i dispositivi chip, il rilascio dei farmaci è
basato sull’impiego di polimeri biodegradabili
naturali e sintetici che, però, presentano due
svantaggi: un tempo totale di rilascio troppo
breve e/o un tempo di ritenzione nel sito di
applicazione inadeguato che ne impone il fissaggio con suture o adesivi.
I limiti delle fibre monolitiche sono rappresentati dalla difficoltosa rimozione, una volta
terminato il rilascio del farmaco, che può causare irritazione e infiammazione a carico del
sito trattato.
I sistemi iniettabili, quali i gel e le soluzioni filmogene, sono applicabili facilmente con siringhe ad ago smusso e mantengono la loro
20 Trends
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
efficacia per diversi giorni, rilasciando gradualmente e localmente il principio attivo.
Questi dispositivi farmaceutici di rilascio
consentono un doppio effetto positivo: da
un lato permettono di usufruire di un’elevata
efficacia, data la maggiore concentrazione
di farmaco inoculata nel sito, e permettono il
controllo e monitoraggio della concentrazione desiderata del principio attivo nel sito di
applicazione, dall’altro consentono una riduzione degli effetti avversi (percezione di cattivo sapore, alterazione della colorazione del
dente).
Facendo riferimento alla validità dell’utilizzo
di antibiotici topici, risulta di particolare interesse l’introduzione di una soluzione antibiotica topica contenente Piperacillina sodica e
Tazobactam e da una soluzione fluida a base
alcolica (alcool etilico 95% ) in cui sono disciolte due resine acriliche alla concentrazione del
12% (amminoalchilmetacrilato copolimero,
ammonio metacrilato copolimero).
Queste resine, solidificando, rilasciano per
circa 7 giorni il principio attivo. Tale dispositivo
viene generalmente indicato nel trattamento
delle tasche parodontali, come ausilio nella
guarigione di lesioni chirurgiche e nel trattamento delle periimplantiti.
L’utilizzo di questo prodotto potrebbe presentare numerosi vantaggi in parodontologia
per il controllo delle tasche, ma anche nel
trattamento della disodontiasi dell’ottavo, da
sola e/o in associazione all’antibiotico-terapia
sistemica pre e postchirurgica in base al quadro clinico.
Materiali e Metodi
Lo scopo di questo studio è stato quello di
valutare l’utilizzo e l’efficacia di una soluzione filmogena a base di Piperacillina sodica e
Tazobactam sodico nelle disodontiasi dell’ottavo, complicate da pericoronarite acuta
semplice.
La piperacillina sodica è una penicillina
semisintetica ad ampio spettro d’azione, con
una spiccata efficacia sui batteri Gram- e
anaerobi, caratterizzata dalla presenza di un
anello beta lattamico che svolge un ruolo specifico nell’azione antibatterica. La sua azione
si manifesta penetrando all’interno della cellula batterica e acilando in modo selettivo e
irreversibile le proteine leganti le penicilline
(PBP); tali sostanze sono enzimi essenziali
della membrana microbica che hanno il compito di assicurare la sintesi del vallo batterico,
struttura protettiva alla lisi osmotica, e di guidare la forma del microrganismo nella fase
di crescita e moltiplicazione cellulare. Pertanto, in presenza di difetto di PBP, il microrganismo va incontro a processi di autolisi.
Il Tazobactam è un inibitore delle beta-lattamasi, con un Ratio Piperacillina:Tazobactam di
8:1. Tali sostanze vengono associate alla penicillina per strutture batteriche che producono
beta-lattamasi. Tali farmaci legano e inattivano
le betalattamasi e permettono alle penicilline
di entrare nella cellula batterica senza subire
la degradazione enzimatica.
Il prodotto si presenta come una soluzione
fluida a base di alcool etilico (95%) nel quale
sono disciolte due resine acriliche che, dopo
l’applicazione, solidificano rapidamente per
evaporazione dell’alcool ed assicurano un
rilascio graduale e costante dei principi attivi
per 7/10 giorni. In caso di non totale utilizzo del
prodotto è possibile conservarlo per 4 settimane a una temperatura di 4°C mentre a temperatura ambiente la sua efficacia si riduce a
1 settimana.
La sostanza è costituita da una soluzione
fluida che si applica topicamente in tasche
parodontali, su soluzioni di continuo della
mucosa dopo terapia chirurgica muco-gengivale o in presenza di processi infiammatori
gengivali o parodontali.
Ha la funzione di agire come protezione
della ferita permettendo così una più rapida
guarigione; tende infatti a formare un film che
viene ad aderire alla gengiva proteggendola
Italian Edition
così dall’inquinamento provocato dai residui
alimentari e dai batteri comunque presenti.
Il prodotto può essere applicato dall’odontoiatra all’interno delle lesioni (tasche parodontali, ferite ecc.) mediante siringa con ago
smusso e ricurvo.
Quando la soluzione filmogena viene
applicata mediante pennellino su ferite o a
protezione di suture, esplica l’azione principale proteggendo meccanicamente la ferita
mediante la formazione del film insolubile che
funge da barriera impedendo l’infiltrazione
batterica.
Sono stati osservati 42 pazienti, di cui 38
maschi e 4 femmine di età compresa tra i 22
e i 47 anni affetti da disodontiasi del III molare
con pericoronarite, la cui diagnosi è stata confermata tramite visita odontostomatologica.
In particolare, sono stati presi in considerazione pazienti che non avevano mai presentato episodi ascessuali a livello degli elementi
interessati né linfoadenopatia locoregionale
o trisma. Sono stati esclusi pazienti affetti da
diabete, cardiopatie, gravidanza, allergia da
principio attivo e suoi derivati.
Nella prima visita, dopo la raccolta di dati
anamnestici e clinici, i pazienti sono stati sottoposti a una igiene orale professionale associata a una toilette della lesione stessa.
È stata valutata l’iperemia della regione pericoronale, la dolenzia spontanea o provocata e
il gemizio di pus alla palpazione.
Si è provveduto quindi all’applicazione topica della Piperacillina e Tazobactam all’interno
dello spazio tra il cappuccio mucoso che parzialmente ricopriva il dente stesso.
La manovra di posizionamento del dispositivo medico è stata eseguita senza difficoltà inserendo l’ago al di sotto del cappuccio
mucoso e riempiendo lo spazio virtuale con la
soluzione filmogena (Figg. 2 e 3).
È stato quindi spruzzato un leggero soffio di
aria al fine di facilitare l’evaporazione dell’alcool in modo da solidificare e stabilizzare la soluzione. I pazienti sono stati invitati a mantenere
una corretta igiene orale.
Il trattamento per ogni singolo paziente
comprendeva l’applicazione della soluzione
filmogena in 3 sedute distanziate di 4 giorni
l’una dall’altra.
Sono stati quindi rivalutati sia dopo la
seconda somministrazione (dopo 8 giorni), sia
alla terza somministrazione (dopo 12 giorni)
sia dopo una settimana dalla terza somministrazione.
In queste sedute di controllo sono stati rivalutati i parametri clinici iniziali.
Risultati
L’età dei pazienti varia tra 22 e 47 anni con
una media di 34,5 anni. Dei 42 pazienti tutti
presentavano iperemia pericoronale alla prima visita.
Di questi 10 presentavano anche iperemia
loco regionale; 12 presentavano iperemia
associata a gemizio di pus in seguito a palpazione. Alla prima visita, inoltre, era presente, in
38 pazienti una lieve dolenzia esacerbata alla
palpazione, mentre 4 di questi non lamentavano sintomatologia.
La Fig. 4 mostra l’incidenza dei segni e sintomi al momento iniziale della prima visita.
dei pazienti che avevano presentato gemizio
di pus alla palpazione, segno presente in 10
pazienti come mostrato in Fig. 5.
Fig. 5 - Variazione dei segni e dei sintomi al
primo controllo.
Al secondo controllo, in dodicesima giornata, si è osservata la presenza dell’iperemia in
20 pazienti, gemizio di pus in 8 pazienti e la
presenza di dolenzia in 20 pazienti (Fig. 6).
Fig. 6 - Segni e sintomi nei pazienti al secondo
controllo.
Fig. 4 - Incidenza di segni e sintomi alla prima
visita.
Al terzo controllo, infine, ovvero ad una
settimana dalla ultima somministrazione,
i pazienti con iperemia erano 4, quelli con
dolenzia locale 5 e quelli nei quali si evidenziava ancora gemizio di pus alla palpazione 4
come mostrato in Fig. 7.
Al primo controllo, in quarta giornata, si
è osservato che su un totale di 42 pazienti,
l’iperemia era presente in 24 pazienti, mentre
la sintomatologia dolorosa era presente in 23
pazienti; si osservava anche una riduzione
Fig. 7 - Incidenza di segni e sintomi al terzo
controllo.
La Fig. 8 mostra l’andamento generale dei
sintomi nel nostro campione dalla prima visita
al terzo controllo.
Fig. 2 - Iperemia pericoronale.
Fig. 8 - Riepilogo della presenza di segni e sintomi alla prima visita e nei successivi controlli.
La sintomatologia algica e l’iperemia locoregionale subiscono una riduzione totale del
87,5% dalla prima visita al terzo controllo. La
fuoriuscita di pus alla palpazione, invece, ha
presentato un decremento del 66%.
In 4 casi, per mancanza di remissione sintomatologica, si è dovuto ricorrere a terapia
antibiotica a base di amoxicillina e acido
clavulanico (una cpr da 1 g. ogni 12 h per 5
giorni).
Fig. 3 - Applicazione della soluzione filmogena in corrispondenza della lesione.
Discussioni e Conclusioni
Scopo del nostro studio è stato quello
di valutare se il trattamento con Piperacillina sodica e Tazobactam sodico locale può
determinare un miglioramento clinico nei casi
di pericoronariti da disodontiasi dell’ottavo.
Come riportato in letteratura, si discute sulla
necessità o meno e sui vantaggi e svantaggi
dell’utilizzo di antibiotici topici rispetto a quelli
Trends 21
Italian Edition
sistemici. È importante innanzitutto precisare come una intensa sintomatologia dolorosa, assieme a un quadro clinico complesso,
ovvero forme purulente particolarmente
estese con raccolte ascessuali importanti, rappresentano indicazioni assolute alla
terapia antibiotica sistemica e successiva
estrazione chirurgica dell’ottavo.
Nelle forme iniziali con interessamento
del cappuccio mucoso, tuttavia, la somministrazione topica può apportare notevoli
vantaggi in termini di risultati e di riduzione
del quadro clinico.
Dall’analisi dei dati raccolti risulta evidente
che, in caso di sintomatologia lieve e mode-
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
rata da disodontiasi, anche se la patologia è
strettamente legata alla posizione del dente
non completamente erotto e influenzata dalle
condizioni anatomiche che ne possono derivare, la terapia topica con Piperacillina sodica
e Tazobactam sodico risulta essere efficace
e può rappresentare un valido ausilio per la
remissione dei sintomi.
Nessuno dei pazienti sottoposti all’uso della
Piperacillina e Tazobactam ha riportato casi di
intolleranza e non è stato rilevato nessun tipo
di effetto collaterale.
1.
2.
Per contatti:
Dott. Stefano Pagano - PhD
via Enrico Toti, 69
06128 - Perugia
Tel.: 349.4782430
E-mail: [email protected]
3.
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22 Trends
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Gel di EDTA al 17% nella pratica endodontica
Roberto Fornara
Socio attivo Sie, libero professionista in Magenta (MI)
L’obbiettivo della terapia canalare è quello
di sagomare e detergere i canali radicolari al
fine di svuotare l’intero contenuto endodontico
eliminando i microrganismi responsabili delle
infezioni periradicolari. Per raggiungere questo
risultato è necessario associare a una corretta
preparazione meccanica dei canali radicolari una adeguata scelta degli irriganti canalari.
Attualmente gli irriganti canalari più impiegati
in quanto supportati da un’ampia bibliografia
sono di due tipi: l’ipoclorito di sodio a varie concentrazioni (NaOCl) e i chelanti del calcio. Tra
questi ultimi, l’acido etilendiaminotetracetico o
più semplicemente EDTA è sicuramente quello
maggiormente impiegato.
È noto che l’ipoclorito di sodio (NaOCl) come
irrigante canalare svolge diverse funzioni, tra
queste le due più importanti sono:
1.dissolvimento del tessuto organico;
2.potente azione germicida/antibatterica.
I chelanti, commercializzati in diverse forme
d’impiego (pasta, liquido e gel), sono di più
recente introduzione nei protocolli di disinfezione canalare. Infatti, se da un lato l’ipoclorito
di sodio svolge principalmente la sua azione
sulla componente organica intracanalare, è
ampiamente dimostrato che non ha effetto
sulla rimozione della componente inorganica.
Quest’ultima, deriva principalmente dall’azione
meccanica degli strumenti canalari sulla dentina radicolare con conseguente formazione dello smear layer (Sen et al. Int Endod J, 1995).
Lo smear layer è uno strato amorfo di materiale organico e inorganico (trucioli di dentina e
predentina, frammenti di polpa, processi odontoblastici, residui degli irriganti impiegati, batteri
ecc.) dello spessore di 1-5 micron che “tappezza” le pareti del lume canalare.
Tra gli irriganti comunemente impiegati per
la rimozione del fango dentinale, l’EDTA sembra oggi quello più efficace (Garberoglio et al.
Oral Surg Oral Med Oral Pathol, 1994; Liolios et
Fig. 5 - Rx pre-operatoria di 24 con
carie profonda.
Fig. 6 - Rx intra-operatoria con coni di
guttaperca.
Fig. 7 - Rx post-operatoria con otturazione canalare completata.
Fig. 1 - Rx pre-operatoria di
34-35 dove si evidenzia ampia
lesione osteolitica periapicale
al 35. Fig. 2 - Rx post-operatoria.
al. Int Endod J, 1997; Berutti et al. JOE, 1997)
venendo impiegato in concentrazioni che variano dal 10% al 17%. Negli ultimi anni gli irriganti
e le procedure atte alla rimozione dello smear
layer sono stati oggetto di numerosi studi. I dati
riportati in letteratura ancor oggi non sono concordi nell’affermare che lo smear layer debba
essere rimosso. Di certo, però, è ampiamente
dimostrato che la sua rimozione permette di
ottenere una riduzione della microflora batterica e delle relative tossine riducendo così la
possibilità di sopravvivenza e riproduzione dei
batteri; inoltre, incrementa la capacità di sigillo
canalare e, in caso di medicazione intermedia,
permette al medicamento di agire più in profondità nei tubuli dentinali migliorandone l’efficacia.
Il primo impiego dell’EDTA risale al 1957
quando Nygaard-Østby (Odontol Tidskr, 1957)
ne suggeriva l’impiego nella strumentazione
dei canali calcificati sfruttando l’azione chimica
dell’EDTA che, legando gli ioni calcio, rende la
dentina più aggredibile. In commercio esistono
diversi prodotti contenenti EDTA in associazione
con altri componenti (perossido di urea, perossido di carbamide, disinfettanti e tensioattivi).
L’ultima formulazione sotto forma di gel è
stata messa in commercio da poco: EDTA gel
17% e benzalconio cloruro 0,5%. L’EDTA al
17% in gel permette un più semplice impiego
clinico rispetto ad analoghi prodotti liquidi.
Le caratteristiche che contraddistinguono il
gel di EDTA al 17% sono:
1.alta capacità lubrificante con agevolazione
della strumentazione meccanica;
2.maggiore capacità del gel di trattenere in
sospensione i detriti prodotti dall’azione
meccanica degli strumenti;
3.maggior facilità di posizionamento.
Per quanto riguarda l’azione disinfettante il
benzalconio cloruro è un noto antisettico attivo principalmente contro batteri gram positivi,
alcuni ceppi virali, protozoi e funghi. La sua attività è incrementata dalla presenza di EDTA ed
è ottimale nell’intervallo di pH compreso fra 4 e
10 (il pH del prodotto è 8 collocandosi perfettamente nel range di attività).
Un’altra importante funzione del benzalconio cloruro è quella di abbassare la tensione
superficiale favorendone la penetrazione e
l’azione detergente. Infine, la completa assenza
di perossidi (perossido di carbamide e perossido di idrogeno) risulta vantaggiosa per due
motivi principali:
1.permette di sfruttare appieno l’azione chimica dell’EDTA esaltandone le sue capacità chelanti e consentendo, in associazione
all’ipoclorito di sodio al 5%, una detersione ottimale (Bystrom et al. Int Endod J,
1985);
2.l’assenza di perossidi nella matrice collagenica e nei tubuli dentinali ne riduce la
presenza di ossigeno che sappiamo può
interferire con l’infiltrazione della resina nella dentina condizionata o inibirne la polimerizzazione con un meccanismo mediato
Fig. 3 - Rx di controllo a distanza
di un anno con miglioramento
della lesione endodontica e
completamento della fase
protesica.
da radicali liberi (Morris et al. JOE, 2001).
Una precisazione circa i tempi di contatto
dell’EDTA con la dentina canalare.
Molti lavori riportano come l’azione dell’EDTA,
per periodi troppo lunghi, possa determinare
una erosione della dentina peritubulare con
conseguente alterazione delle caratteristiche
fisiche dentinali.
Dalla letteratura scientifica non si evince un
tempo ideale d’azione, e quindi molti Autori
suggeriscono tempi di contatto EDTA-dentina
compresi tra 1 e 5 minuti, a seconda della concentrazione dell’EDTA.
Inoltre l’EDTA gel 17% può essere utilizzato
anche durante le procedure di restauro degli
elementi dentali con perni endocanalari in fibra.
I detriti inorganici che si formano sulle pareti
canalari dopo la preparazione del canale, in
previsione della cementazione dei perni, pos-
Fig. 4 - Rx di controllo a 18 mesi
con guarigione quasi completata.
sono essere rimossi con EDTA 17% gel al fine
di consentire un migliore condizionamento del
canale radicolare e quindi una migliore penetrazione del materiale composito impiegato
nella loro cementazione.
Conclusioni
Il corretto protocollo d’impiego di due soli
irriganti canalari, come l’ipoclorito di sodio e
l’EDTA, associato a una corretta strumentazione canalare e una conoscenza dell’anatomia
endodontica permettono al clinico di ottenere
un’adeguata detersione del sistema dei canali
radicolari migliorando la prognosi delle terapie
endodontiche.
Quindi, visto la facilità d’impiego del prodotto
in gel e la sua efficacia clinica, riteniamo che
l’EDTA 17% gel dovrebbe essere inserito a pieno titolo in un protocollo d’irrigazione canalare
insieme all’ipoclorito di sodio al 5%.
Roberto Fornara si è laureato con Lode in Odontoiatria e Protesi Dentaria nel 1995 presso l’Università di Pavia.
Dal 1995 al 2002 ha collaborato attivamente con un gruppo di studio pubblicando diversi lavori scientifici sui
biomateriali in odontoiatria. Dal 2008 fa parte del comitato di redazione della rivista Il Gionale di Endodonzia.
Relatore a corsi e congressi nazionali, ha collaborato dal 1997 fino al 2007 con il dottor Carlo Mangano presso
lo studio di Gravedona, collabora dal 2003 con il dottor Fabio Gorni nello studio di Milano.
Esercita la libera professione presso il suo studio di Magenta (MI).
Trends 23
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Trattamento estetico mediante ponti
e corone nei settori anteriori
Christopher G. Hüskens
Il trattamento estetico di più
elementi danneggiati (ovvero
con perdita di struttura dentale superiore al 50%) mediante
ponti e corone nei settori anteriori richiede materiali estetici
e perni per migliorare la ritenzione del moncone ricostruito.
I sistemi con perni ceramici o
rinforzati con fibre di vetro rappresentano il primo passaggio
per la creazione di una ritenzione corretta per il successivo
build-up e per la relativa corona
in ceramica integrale. La questione riguardo a quale tipo di
perno sia da preferire – in ceramica o rinforzato con fibre – è
oggetto di controversia in letteratura. I perni rinforzati con
fibre di vetro hanno l’evidente
vantaggio di assicurare una
miglior distribuzione delle forze
nella struttura dentale residua
grazie al loro modulo di elasticità simile a quello della dentina.
La cementazione adesiva del
perno alla dentina trattata endodonticamente dovrebbe aumentare la ritenzione del moncone e
migliorare la distribuzione delle
forze durante il carico, evitando
così il rischio di frattura radicolare (Freedman et al. 2008).
Da un punto di vista puramente matematico, se si utilizzano meno materiali diversi per la
cementazione adesiva, ci saranno meno interfacce varianti. Di
conseguenza, durante il restauro
della radice mediante perno, si
formeranno meno punti deboli.
L’obiettivo del caso clinico qui
documentato era quello di eseguire tutte le fasi del trattamento con un solo sistema adesivo. Il
perno è stato quindi cementato
usando ParaCore e ParaBond –
un adesivo a polimerizzazione
chimica. Il build-up del moncone è stato cementato usando solo
ParaCore – le superfici di contatto possono essere condizionate
con l’adesivo durante la preparazione del canale radicolare.
Anche la corona è stata cementata con ParaCore e ParaBond.
La forza adesiva e la resistenza
alla flessione (in questo il composito risulta ideale) tra il dente,
ParaCore, il perno e il materiale per la corona dovrebbero
raggiungere valori ottimali.
Le prove di laboratorio eseguite da Millar et al. (2008) hanno
dimostrato la validità della teoria alla base del sistema ParaCore. I test di penetrazione del
colore hanno messo in evidenza
l’eccellente sigillo e l’ottimale cementazione del margine.
Questo ha indicato un’adesione
più efficace rispetto agli altri
sistemi testati in questo studio.
Di conseguenza, questo prova
le eccellenti caratteristiche di
ParaCore per le aree di applicazione richieste, quali la cementazione del perno, il build-up
del moncone e la sua rifinitura, e infine la cementazione
del restauro. L’uso dello stesso
materiale per tutte e tre le indicazioni produce il desiderato
“interfaccia adesivo del monoblocco”. La procedura clinica
della preparazione del canale,
l’adattamento del perno e la
cementazione ecc. non differi-
scono dagli altri sistemi di perni. Il trattamento con un unico
materiale per tutte e tre le indicazioni permette di eseguire
una procedura in tempi rapidi e
con un risparmio economico. La
massima stabilità si ottiene grazie alla “interfaccia adesiva del
monoblocco” che ne risulta.
Nel caso clinico qui presentato viene illustrata la procedura
step by step.
Caso clinico
A seguito di un trauma a carico del dente 21 durante il perio-
do dell’adolescenza, il paziente
era già stato sottoposto a diversi
trattamenti prima di presentarsi in studio con un trauma su
una corona su perno moncone
(Fig. 2).
Sulla radiografia non erano
visibili linee di frattura, ma
vi era una lieve deviazione del
canale radicolare preparato per
ricevere il perno (Fig. 3). Questa
deviazione era stata incorporata quando era stato applicato il
nuovo perno (Fig. 4).
DT
pagina 26
24 Trends
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Fig. 1 - ParaCore Automix 5 ml IntroKit
Fig. 2 - Situazione preoperatoria: trauma con
perdita di ancoraggio della corona su perno
moncone (elemento 21).
Fig. 3 - Situazione preoperatoria.
Fig. 4 - Radiografia con build-up ParaCore.
Fig. 5 - Scelta del colore.
Fig. 6 - Impronta preliminare con AFFINIS
putty super soft per la corona provvisoria.
Fig. 7 - Separazione della vecchia corona in
metallo-ceramica mediante Speedster S6 cross
cut tapered fissure.
Fig. 8 - Strumento ausiliario per rimuovere la
corona (Aesculap crown remover lever).
Fig. 9 - Vecchio perno in metallo senza ritenzione. Fig. 10 - Svitamento del vecchio perno in metallo.
Fig. 11 - Rimozione del vecchio perno in metallo.
Fig. 12 - Dente 21 senza restauro.
Fig. 13 - Preparazione del canale radicolare con
frese ParaPost Drill con sequenza di dimensioni
crescente. Fig. 14 - Radicolare preparato.
Fig. 15 - Misurazione della profondità; la
profondità può aumentare di diversi millimetri. Fig. 16 - Prova del perno ParaPost Taper Lux
selezionato.
Fig. 17 - Accorciamento del perno mediante
disco diamantato DIATECH 918D-190-0.25
Fig. 18 - Perno ParaPost Taper Lux accorciato.
Fig. 19 - Pulizia e asciugatura del canale
radicolare.
Fig. 20 - Applicazione del condizionatore senza
risciacquo (NRC) - 30 secondi.
Fig. 21 - Rimozione del NRC in eccesso dal
canale mediante una punta di carta.
Fig. 22 - Asciugatura con un lieve getto d’aria
per 2 secondi.
Fig. 23 - Rapporto di miscelazione 1:1 dell’adesivo
A+B con applicazione diretta nel canale
radicolare e sulle superfici di contatto - 30 secondi. Fig. 24 - Rimozione dell’adesivo in eccesso dal
canale mediante una punta di carta.
Fig. 25 - Asciugatura con un lieve getto d’aria
per 2 secondi.
Fig. 26 - Applicazione di ParaCore direttamente
nel canale mediante Root Canal Tip.
Fig. 27 - Posizionamento del perno.
Fig. 28 - Fotopolimerizzazione per accelerare il
processo di polimerizzazione.
Trends 25
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Fig. 29 - Rimozione dell’anello del codice colore.
Fig. 30 - Il perno in posizione.
Fig. 31 - Build-up del moncone a mano libera.
Fig. 32 - Rifinitura dei contorni mediante una
spatola.
Fig. 33 - Processo di polimerizzazione accelerato
mediante una lampada fotopolimerizzatrice per
permettere la successiva preparazione immediata.
Fig. 34 - Preparazione iniziale del build-up del
moncone.
Fig. 35 - Applicazione di CoolTemp Natural
nell’impronta preliminare.
Fig. 36 - Riposizionamento dell’impronta
preliminare nel cavo orale del paziente.
Fig. 37 - Realizzazione della corona provvisoria.
Fig. 38 - Preparazione della corona provvisoria
mediante manipolo e fresa. Fig. 39 - I 2/3 della corona provvisoria vengono
riempiti con TempoSIL 2.
Fig. 40 - Cementazione della corona provvisoria.
Fig. 41 - La corona provvisoria mantiene la sua
funzione.
Fig. 42 - Facile rimozione della corona
provvisoria durante la seconda seduta.
Fig. 43 - Preparazione del moncone per
l’impronta finale.
Fig. 44 - Dente 21 completamente preparato.
Fig. 45 - Filo retrattore posizionato nel solco.
Fig. 46 - Applicazione del materiale AFFINIS
PRECIOUS light body mediante siringa.
Fig. 47 - Impronta intraorale con AFFINIS heavy
body come materiale per il portaimpronta.
Fig. 48 - Impronta a doppia miscelazione.
Fig. 49 - Applicazione di Jet Blu Bite sulla
dentizione inferiore per la registrazione del morso.
Fig. 50 - Sezione della registrazione del morso.
Fig. 51 - Ribasatura della corona provvisoria
con CoolTemp Natural.
Fig. 52 - Applicazione della corona provvisoria
sul moncone per la ribasatura.
Fig. 53 - I 2/3 della corona provvisoria vengono
riempiti con TempoSIL 2 dentina.
Fig. 54 - Corona provvisoria cementata con
cemento in eccesso.
Fig. 55 - Il materiale in eccesso viene facilmente
rimosso mediante uno scaler.
Fig. 56 - Applicazione corona provvisoria.
26 Trends
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Fig. 57 - Facile rimozione della corona
provvisoria senza lasciare nessun residuo
significativo sul moncone.
Fig. 58 - Pulizia del moncone.
Fig. 59 - Silanizzazione della corona in
ceramica secondo le istruzioni del produttore.
Fig. 60 - Applicazione del NRC - 30 secondi.
Fig. 61 - Asciugatura con un lieve getto d’aria
per 2 secondi.
Fig. 62 - Rapporto di miscelazione 1:1 dell’adesivo
A+B con applicazione diretta nel canale radicolare
e sulle superfici di contatto - 30 secondi.
Fig. 63 - Asciugatura con un lieve getto d’aria
per 2 secondi.
Fig. 64 - Accorciamento del Root Canal Oral
Tip mediante forbici per ridurre la forza di
estrusione.
Fig. 65 - Riempimento diretto del restauro con
ParaCore dentina.
Fig. 66 - Posizionamento della corona.
Fig. 67 - L’eccesso di ParaCore viene eliminato
facilmente durante la fase gel.
Fig. 68 - Controllo dell’occlusione.
Fig. 69 - La corona viene modificata a causa del
bruxismo notturno del paziente.
Fig. 70 - Restauro definitivo in situ.
Fig. 71 - Restauro definitivo in situ.
DT
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pagina 23
Dopo la scelta del colore (Fig.
5) e l’impronta preliminare
(Fig. 6), la vecchia corona con la
struttura in metallo e il perno
in metallo, che si era allentato
all’interno del canale radicolare,
sono stati rimossi (Figg. 7-12).
Il canale radicolare è stato
preparato con le frese ParaPost
Drill con sequenza di dimensioni crescente (Figg. 13, 14).
In questo caso, la lunghezza
del FiberLux selezionato doveva essere ridotta (Figg. 16-18).
Una volta completata la preparazione, il canale radicolare è
stato pulito (Fig. 19) ed è stato
applicato l’adesivo ParaBond
nel canale radicolare e su altre
superfici da restaurare (Figg.
20-25).
Il condizionamento simultaneo delle superfici elimina
la necessità di riapplicazione
dell’adesivo durante il build-up.
L’uso della diga di gomma, che
è di routine nella pratica quotidiana, in questa situazione clinica non è risultato necessario. Per
l’applicazione diretta nel canale
radicolare è possibile utilizzare
il Root Canal Tip di ParaCore
(Fig. 26). Una volta posizionato
il perno ParaPost Taper Lux nel
canale radicolare (Fig. 27), è stato fissato in posizione mediante
fotopolimerizzazione (Fig. 28).
Il build-up del moncone è stato
preparato con tecnica a mano
libera e completato con ulteriori
fasi di polimerizzazione (Figg.
29-34). Suggerimento clinico: la
conservazione in frigorifero del
materiale ne allunga il tempo
di lavorazione, il che può essere
particolarmente pratico in estate. Dopo la preparazione iniziale, è stata realizzata una corona
provvisoria con CoolTemp Natural (Figg. 35-38) e cementata
con TempoSIL 2 (Figg. 39-41).
La corona provvisoria è stata
facilmente rimossa durante il
secondo appuntamento (Fig. 42)
a cui ha fatto seguito la finalizzazione della preparazione
(Figg. 43, 44). È stata rilevata un’impronta monofase con
AFFINIS PRECIUOS light per
la riproduzione dei minimi dettagli e AFFINIS Heavy Body
come materiale per il portaimpronta. Entrambi sono siliconi
per addizione (Figg. 45-48).
Dopo la preparazione della
registrazione del morso (Figg.
49, 50), la corona provvisoria
diretta e stata ribasata (Figg. 51,
52) e ricementata con TempoSIL 2 (Figg. 53-56).
Dopo aver completato le fasi
della preparazione (Figg. 57-59),
la corona in ceramica integrale
realizzata in laboratorio è stata
cementata con tecnica adesiva
con ParaBond/ParaCore System
(Figg. 60-66). Per la cementazione, sono disponibili due tinta,
bianco e dentina.
I vantaggi di questi prodotto
diventano particolarmente evidenti in caso di corone in ceramica integrale per anteriori, in
quanto assicura la perfetta integrazione del colore nella dentizione. Dopo l’adattamento della
corona, il residuo in eccesso è
stato rimosso durante la fase gel
di polimerizzazione del materiale (Fig. 67). Una volta che il
cemento è completamente polimerizzato, il materiale in eccesso può essere facilmente rimosso
con uno scaler. Dopo aver verificato l’occlusione, il trattamento
è stato completato e il paziente
ha lasciato lo studio con il nuovo
restauro (Figg. 68-71).
Trends
Italian Edition
Un programma pratico-sperimentale
per migliorare la salute orale dei pazienti
Motivare i propri pazienti a migliorare la propria igiene orale può essere a volte
difficile. Un recente programma pratico ha mostrato incoraggianti risultati fornendo loro uno spazzolino elettrico oscillante-rotante.
Studi clinici e vita quotidiana
Il professionista dentale ha in
genere familiarità con gli studi
clinici e le evidenze cliniche,
ma a volte potrebbero sorgere
dubbi circa l’attuazione pratica
nella vita quotidiana. Quanto i
risultati ottenuti in uno studio
clinico, sotto condizioni controllate, sono riapplicabili nella
“vita reale”?
Il programma Healthy Smile
Il programma Healthy Smile di P&G è nato con lo scopo
di aiutare i dentisti, non solo
a partecipare in prima persona a un programma praticosperimentale, ma a valutarne
in modo diretto i benefici sui
pazienti. I dentisti coinvolti
sono stati invitati a selezionare
pazienti che avrebbero potuto
trarre beneficio dall’utilizzo di
uno spazzolino elettrico oscillante-rotante Oral-B. I pazienti
dovevano essere maggiorenni
con almeno 20 denti naturali ed
essere soggetti a una formazione
media di placca.
“I dentisti coinvolti nel
programma hanno osservato
un miglioramento della salute
gengivale nel 94% dei propri
pazienti”.
Convincere i pazienti a lavare
i denti più accuratamente e più
frequentemente sembra essere
un compito non facile, mentre
il feedback dei dentisti a questo
proposito è stato decisamente
incoraggiante nell’ambito del
programma P&G.
Il programma Healthy Smile
ha permesso ai dentisti di osservare un miglioramento della
salute gengivale nel 94% dei
propri pazienti.
Come spesso accade nella
vita, avendo provato in prma
persona lo spazzolino elettrico
e avendone osservato i benefi-
ci, il 97% dei dentisti coinvolti
ha dichiarato di volerlo raccomandare in futuro ai propri
pazienti. Chiaramente, avendo
potuto osservare in modo diretto il miglioramento nella salute
orale dei propri pazienti, i dentisti si sono mostrati più propensi
a raccomandarlo.
“Il 94% dei pazienti ha
ammesso che lo spazzolino
oscillante-rotante aiuta a migliorare la propria tecnica di spazzolamento”.
Il feedback dei pazienti
Il programma P&G Healthy Smile è partito da più di
un anno in Italia e i risultati
sono impressionanti. I dentisti
italiani coinvolti sono stati in
totale di 1879, coinvolgendo a
loro volta più di 5000 pazienti.
Fino ad oggi i risultati ottenuti
mostrano che una volta provato
lo spazzolino elettrico, la grande
maggioranza dei pazienti non
vuole più abbandonarlo.
Il 94% dei pazienti ha dichiarato inoltre che lo spazzolino
oscillante-rotante li ha aiutati a
migliorare la propria tecnica di
spazzolamento e che non torneranno a utilizzare lo spazzolino
manuale.
Migliorando la tecnica di
spazzolamento, l’utilizzo dello
spazzolino elettrico dovrebbe
conseguentemente aumentare
anche la motivazione dei pazienti, il che si traduce in uno spazzolamento più efficace dei denti
e una maggiore rimozione di
placca.
“Il 97% dei dentisti coinvolti
raccomanderà lo spazzolino
oscillante-rotante ai propri
pazienti”.
I vantaggi a lungo termine
Il valore di questo programma
è evidente, confermando i bene-
fici dello spazzolino oscillanterotante sulla salute gengivale
evidenziati negli studi clinici,
nella vita reale e coinvolgendo le persone nella loro routine
quotidiana.
I risultati ottenuti, senza
dubbio, suggeriscono che i professionisti dentali dovrebbero
raccomandare l’uso dello spazzolino elettrico oscillante-rotante a tutti i propri pazienti per la
loro igiene orale quotidiana.
Da questo tipo di programma
pratico-sperimentale trarranno
beneficio sia i professionisti dentali che i pazienti stessi.
Per quanto riguarda i professionisti, il miglioramento della
salute orale dei pazienti sarà
sicuramente una grande soddisfazione, specialmente dopo
anni di tentativi.
Per quanto riguarda i pazienti, invece, non solo trarranno
beneficio da una migliore salute
orale, ma si sentiranno anche
privilegiati per esser stati invitati a partecipare dal proprio
dentista a una “ricerca sulla
vita reale”.
28 Medicina alternativa
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Gli aghi possono apportare sollievo
a pazienti odontoiatrici sofferenti d’ansia
Franco Tosco
Fare il Dentista è un’impresa
Lipsia, Germania. Usare l’agopuntura può aiutare i dentisti a
curare i pazienti ansiosi: lo suggerisce una nuova ricerca dalla
Danimarca e Regno Unito.
In uno studio, pubblicato
dal gruppo del British Medical Journal a fine di marzo, gli
scienziati delle Università di
Copenaghen e Sheffield hanno rilevato che utilizzando due
specifici punti dell’agopuntura
sull’apice del capo, si diminuisce la valutazione media di
BAI (Back Anxiety Inventory)
in pazienti adulti con punteggi
oltre la metà.
Il punteggio BAI è un questionario a scelta multipla con 21
domande, usato dai medici per
misurare la gravità d’ansia di
un paziente. I pazienti vengono
suddivisi tra coloro che soffrono
di forma ansiosa leggera, moderata o grave. Gli autori di questo nuovo studio hanno basato
le loro conclusioni su 16 donne
e 4 uomini tratti da 8 gruppi di
studi medici del Regno Unito.
Tutti intorno ai quarant’anni, avevano affrontato – come
afferma il documento – il problema nell’arco di età compreso
tra i 2 e i 30 anni. L’agopuntura è stata effettuata dagli stessi
dentisti membri della British
Dental Acupuncture Society.
Secondo studi più recenti,
fino a un terzo di tutti i pazienti
dentali nei paesi industrializzati soffre di qualche forma di
ansia da dentista.
Uno su dieci ha talmente
paura dei dentisti che cessa
del tutto qualsiasi trattamento
odontoiatrico.
Gli autori dello studio dicono
che si sono fatti molti tentativi
per risolvere il problema, compresi l’uso di sedativi, tecniche
di relax e ipnosi. Ma, pur rivelandosi utili, tali trattamenti spesso richiedono notevole
dispiego di tempo e competenze
psicoterapeutiche. Avvertono,
poi, che occorrono ulteriori e più
articolate ricerche per confermare il valore dell’agopuntura
in tal genere di casi, afferman-
do tuttavia che possono in ogni
caso offrire un metodo semplice
e poco costoso ad altre possibilità di trattamento.
Daniel Zimmermann, DTI
L’odontofobia trattata
mediante agopuntura
È noto che una percentuale di
pazienti presenta un’ansia nei
confronti delle cure odontoiatriche, che va da lieve a elevata e,
in alcuni casi, si manifesta addirittura con odontofobia.
Fare il Dentista
è un’impresa
“La professione odontoiatrica è complessa, sia in se stessa
sia per l’attuale periodo storico in cui si deve esprimere”.
Questo testo suggerisce indicazioni essenziali di gestione
dello Studio odontoiatrico, per chi voglia intraprendere
questa attività e per chi intenda riorganizzarla.
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Nella pratica clinica dell’agopuntura è frequente trattare
per altri disturbi i pazienti che
riferiscono, oltre alla netta riduzione dei sintomi, un benessere
psicofisico che si traduce in differenti sensazioni: distensione,
rilassamento, tranquillità, sonnolenza. Questa osservazione è
un importante indice dell’azione
complessa dell’agopuntura. L’applicazione degli aghi induce una
serie di reazioni da parte dell’organismo che non si limita alla
riduzione dei sintomi lamentati
dal paziente, ma si traduce in
un’azione generale di riequilibrio
delle funzioni fisiche e psichiche. Partendo da questo presupposto, possiamo immaginare
quanto sia efficace l’agopuntura
quando venga applicata in modo
specifico nei casi di ansia. Ulteriore fattore di successo è l’individualizzazione della terapia,
quando è possibile; infatti, per
essere efficace dovrebbe essere
prescritta secondo le risultanze
di una approfondita visita prima del trattamento, dalla quale
scaturiscono gli elementi essenziali per una corretta diagnosi
secondo la medicina tradizionale
cinese e, quindi, una successiva
prescrizione di punti da trattare
specifici per quel paziente.
Esistono anche dei trattamenti standard di agopuntura per
l’ansia, applicati soprattutto da
chi pratica l’agopuntura secondo
la teoria moderna e occidentale.
Anche questa metodica dà risultati interessanti, e soprattutto
consentirebbe agli odontoiatri
l’acquisizione più veloce di una
tecnica terapeutica a loro non
proprio familiare.
Un’altra applicazione utile in
caso di ansia da cure odontoiatriche è l’auricoloterapia che consente, tramite l’infissione di 2/3
piccolissimi aghi per agopuntura nel padiglione auricolare, di
ottenere in quindici minuti una
discreta sedazione del paziente.
I vantaggi dell’approccio al
paziente emotivo con agopuntura sono diversi: riduzione o eliminazione degli psicofarmaci, costo
dell’attrezzatura per il dentista
molto esigua (una confezione di
aghi per agopuntura costa come
una confezione di aghi per anestesia), risultati incoraggianti.
Sarebbe interessante poter
valutare l’idea di avere a disposizione un consulente che, come
l’ortodontista o il parodontologo
o altri collaboratori, si occupi
delle varie applicazioni dell’agopuntura in odontoiatria. Non
tutti i pazienti possono essere
sottoposti a sedute di agopuntura, pertanto un colloquio pretrattamento riduce la possibilità
di effetti avversi. In linea generale, non si devono sottoporre a
sedute di agopuntura le donne
in gravidanza, i pazienti defedati, i bambini.
La casistica dei pazienti trattati per ansia nei confronti delle
prestazioni odontoiatriche e per
odontofobia non è elevata, ma
sono diverse migliaia i pazienti
affetti da ansia trattati in Cina.
Paolo Visalli
[email protected]
News Internazionali 29
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
L’amianto può essere dannoso
anche per gli stessi dentisti
New York, Usa / Lipsia,
Germania: Secondo il sito statunitense Asbestos.net, i dentisti dovrebbero essere più
consapevoli dei pericoli derivanti dall’amianto. In conseguenza
delle cure che vi vengono effettuate, negli studi si riscontrano
Limitato
l’accesso ai
farmaci
Tucson, USA: Gli studi dentistici che utilizzano prodotti
farmaceutici si sono posti il
problema del rischio dell’abuso
di farmaci, ma gli odontoiatri
possono intervenire per contribuire a ridurre l’uso illegale di
sostanze, come riferito da un
articolo su Anesthesia Progress
(2009, 56:112-113). Il dottor Joel
M. Weaver scrive che i dentisti
che ripongono troppa fiducia
nei loro dipendenti rendono
vulnerabili se stessi e il proprio
lavoro a coloro che abusano di
sostanze controllate. I dentisti
che, invece, regolamentano
l’accesso e la distribuzione di
farmaci proteggono di più la
loro pratica, i loro pazienti, i
dipendenti e anche la reputazione. Visto che è sempre più
facile attaccare le cose che
sono già state fatte, operare
alcune modifiche alle politiche di “drug-access” potrebbe
essere una buona cosa, dice il
dottor Weaver. “Anche se il
cambiamento è difficile e, di
solito, incontra sempre una
certa resistenza, il professionista attento, che riesce a fare
un passo indietro e a osservare
le debolezze (potenzialmente
fatali) nella propria pratica
quotidiana, avrà molte meno
probabilità di soccombere a
problematiche più serie”, scrive il dottor Weaver. “Alcuni
ospedali accreditati hanno
stabilito già delle regole severe per evitare il furto di farmaci, ma gli studi privati non
accreditati, senza obbligo di
controllo, sono estremamente vulnerabili alla sottrazione di farmaci e all’inganno”.
Assumendosi la responsabilità
esclusiva dell’uso di siringhe
contenenti sostanze controllate, ad esempio, i dentisti possono ridurre la possibilità di uso
di droghe illegali o di dosaggi
sbagliati. “È importante fare
affidamento solo sui professionisti autorizzati a gestire i farmaci – dice il dottor Weaver
– come medici, dentisti, infermieri e farmacisti”. Gli altri
dipendenti, che ricevono solo
una formazione professionale,
può essere più probabile che
commettano errori su dosaggi
e concentrazioni di farmaci.
“Chi dovrebbe, dunque, avere
accesso alle sostanze controllate negli studi odontoiatrici? La
risposta è semplice e ragionevole: solo i professionisti abilitati”, dice.
Robin Goodman, DTA
spesso alte concentrazioni di
fibre microscopiche che possono
penetrare nei polmoni e causare il mesotelioma, rara forma
di cancro inoperabile che si sviluppa dal rivestimento di protezione degli organi interni del
corpo. A causa di tale patologia
muoiono ogni anno 20.000 persone nel mondo. L’elevata esposizione all’amianto è un fatto
comune nei mestieri come l’edilizia, in cui c’è l rischio di inalazione da polveri cancerogene e
da fibre dall’intonaco e da altri
prodotti contenenti amianto. In
Odontoiatria, i minerali sono
spesso usati per il rivestimento di cilindri per fusione o fili
interdentali.
I dentisti sono a rischio poiché di solito lavorano confinati
in stanze ridotte e non prendono
precauzioni contro l’inalazione
delle fibre. Recenti studi hanno
riscontrato che, con il decorso
del tempo, un’esposizione giornaliera di amianto, anche a bassi livelli, in uno spazio chiuso e
in condizioni di scarsa ventilazione, potrebbe causare lesioni
alla pleura.
Il sito web indica che i sintomi
del tumore di solito non appaiono evidenti per 20-50 anni. Si
consiglia ai dentisti che pensano
di essere stati esposti all’amianto di monitorare attentamente
la loro salute e di consultarsi col
loro medico.
Daniel Zimmermann, DTI
30 News Internazionali
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Basilare il ruolo del dentista nel rilevare
i sintomi della respirazione con la bocca
NEW YORK, USA / Leipzig,
Germania: i problemi medici e
dentali associati alla respirazione
con la bocca spesso passano inosservati da parte dei professionisti
della salute, così come suggerisce
un nuovo studio dagli Stati Uniti. Le problematiche, che sono
causate da anomalie del tratto
respiratorio superiore, si verificano di solito in primavera, quando
molte persone soffrono di allergie
stagionali e al polline. I dentisti
sono invitati a verificare periodicamente i sintomi della respirazione con la bocca e le tonsille
gonfie, soprattutto nei bambini
intorno ai 5 anni di età, consiglia
l’autore. Se non trattata, la respirazione con la bocca può causare
una vasta gamma di problemi
medici come la scarsa concentrazione di ossigeno nel sangue,
la pressione alta o le apnee not-
turne. Inoltre, è stato trovato
che sia responsabile della crescita abnorme del volto, in primo
luogo nella forma della mascella
superiore e inferiore dei bambini,
portando addirittura alla “Long
Face Syndrome” [aumento della
dimensione verticale del mascel-
lare superiore, NdR], a “gummy
smiles” [denti notevolmente o
moderatamente “coperti” dalla gengiva, NdR] o altro tipo di
malocclusioni. Inoltre, le cattive
abitudini del sonno, che risultano
dalla condizione, possono influenzare negativamente la crescita e
il rendimento scolastico.
I dentisti possono essere i primi a individuare i sintomi della respirazione con la bocca, in
quanto solitamente chiedono ai
loro pazienti di tornare ogni sei
mesi, il che significa che alcune
persone vedono il loro dentista
più spesso di quanto non vedano
il proprio medico.
Il trattamento per la respirazione con la bocca può essere vantaggioso per migliorare le condizioni
sanitarie e sociali dei bambini, se
presi in tempo. Tonsille gonfie e
adenoidi possono essere rimosse
chirurgicamente da un esperto
otorinolaringoiatra e i dentisti
possono utilizzare gli apparecchi
di espansione per contribuire ad
allargare i seni nasali e aprire i
passaggi delle vie aeree nasali se
la faccia e la bocca sono strette.
Daniel Zimmermann, DTI
Denti da
latte: nel
Dna quando
cresceranno
C`è un gene dietro il dentino da latte. È caccia grossa al corredo genetico che
fa crescere o blocca i denti
nei primissimi anni di vita
e presto, secondo uno studio
pubblicato su PLoS genetics, si potrà dare un nome
ai tantissimi geni coinvolti
nelle dentizione dei neonati, sulle cui tracce si sono
messi i ricercatori dell’Imperial College di Londra.
A partire da quel pezzo di
Dna che predice la necessità
dell’apparecchio ortodontico
da adulti. Una delle varianti genetiche individuate dai
ricercatori, infatti, aumenta
del 30% la probabilità di
dovere ricorrere alla poltrona del dentista per rimettere in sesto un sorriso poco
smagliante. E anche se il
canino non spunta o spunta
più tardi, spiegano i genetisti, è perché il bambino è
portatore di una variante
genetica che ne blocca la
dentizione nel primo anno
di vita.
Fonte:
Il Sole 24 ore - Salute24
Notizie dalla Aziende
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Per visionare altre Notizie dalle Aziende, cliccate sul nostro sito www.dental-tribune.com
Naturalmente sterilizzatrici
Da più di vent’anni, Mocom
rappresenta un sicuro punto di
riferimento nell’ambito della
sterilizzazione. L’ottimizzazione dei processi produttivi e la
riconosciuta competenza tecnologica permettono a Mocom
di proporre prodotti innovativi
e in grado di rispondere alle
diverse esigenze dello studio
odontoiatrico. Una produzione
di qualità testimoniata dalla
certificazione ISO 9001 e ISO
13485, e dalle certificazioni CE,
FDA e cCSAus ottenute sulla
gamma Millennium.
Anni di esperienza, una tecnologia considerata lo stato
dell’arte nel campo della sterilizzazione, l’utilizzo di materiali di alta qualità e la ricerca
di soluzioni sempre più attente
alle richieste dei professionisti
hanno permesso a Mocom di
divenire uno dei leader a livello mondiale nella produzione di
piccole sterilizzatrici.
Le autoclavi Millennium sono
dotate di un potente generatore
di vapore brevettato che permette una generazione istantanea di
vapore saturo di elevata qualità.
L’impianto idraulico combinato
all’utilizzo della pompa del vuoto permette un’estrema rapidità
dei cicli e un notevole risparmio
idrico. Inoltre, grazie al sistema
opzionale di demineralizzazione
e alla pompa dell’acqua ausiliaria, l’autoclave gestisce in modo
completamente autonomo il
carico e lo scarico dell’acqua.
Il generatore di vapore e la
pompa del vuoto a doppia testa
altamente performante permettono di avere cicli di tipo B per
strumenti cavi e porosi in meno
di 30 minuti. Le autoclavi Millennium permettono di eseguire 11 cicli senza tempi di attesa,
con un importante risparmio
di tempo e di energia. Infatti, i diversi programmi hanno
numero di pulsazioni di vuoto
e durata dell’asciugatura diversificati in base al tipo di materiale da sterilizzare. Inoltre, a
fine ciclo l’autoclave passa alla
modalità stand by, con possibilità di autospegnimento.
La camera di sterilizzazione è
interamente realizzata in acciaio inox elettrolucidato, garantendo così un’elevata qualità e
una maggior durata nel tempo.
All’interno, il cestello inox ruotabile può alloggiare 5 vassoi o 3
cassette. È inoltre disponibile un
cestello opzionale per le cassette
specifiche per implantologia.
Per migliorare il passaggio del
vapore all’interno della camera e
di conseguenza l’asciugatura del
carico, le autoclavi sono dotate
di pratici vassoi in filo d’acciaio.
Inoltre, grazie all’esclusivo sistema di asciugatura intelligente,
l’autoclave determina automaticamente il tipo di trattamento
corretto in base alla quantità di
carico. In questo modo, a fine
ciclo si ha la garanzia di avere
sempre a disposizione strumenti
perfettamente asciutti. Le autoclavi Mocom consentono di scegliere il modo di archiviazione
dei dati dei cicli effettuati più
consono alle esigenze dello studio. Infatti, i dati possono essere
31
stampati su supporto cartaceo
oppure registrati in forma digitale su pen drive USB. La porta
USB, con pen drive in dotazione,
rappresenta il modo più pratico,
sicuro e moderno di trasferimento dei dati per l’archiviazione su computer.
Per informazioni:
MOCOM Srl
Via delle Azalee, 1
20090 Buccinasco (Mi)
Tel.: 02.45701505
Fax: 02.48840514
www.mocom.it
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Notizie dalle Aziende
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Abutment Snappy™ 4.0 e 5.5
Ideale per protesi posteriori
è disponibile ora in 2 altezze
Nobel Biocare ha il piacere di
annunciare l’ampliamento della gamma di Snappy Abutment
con l’aggiunta di abutment con
altezza maggiore. Snappy Abutment sarà disponibile nelle due
altezze di 4,0 e 5,5 mm.
Grazie al suo design e profilo, consente l’uso clinico senza
alcuna modifica.
Inoltre, il transfer per
impronta snap-on in dotazione assicura una rilevazione più
semplice dell’impronta. Snappy
Abutment è una soluzione protesica facile da usare, ideale per
protesi posteriori, soprattutto
in caso di arcate parzialmente
edentule e per protesi singole.
Facilità d’uso
Snappy Abutment è facile da
usare e assicura una precisione
ottimale.
Inoltre, tutti i componenti
protesici e i singoli elementi necessari per la procedura, come l’abutment, la vite
dell’abutment, il transfer per
impronta, la cappetta di guarigione e quella provvisoria sono
compresi un un’unica confezione. Quindi, Snappy Abutment
risulta economico, permette di
ridurre i tempi operativi e rappresenta una soluzione protesica altamente funzionale.
Procedura efficiente
Snappy Abutment viene
applicato sull’impianto e la
vite viene serrata con un torque di 35 Ncm con il cacciavite
Unigrip e il cricchetto protesico. Una volta che l’abutment è
stato fissato, si applica il transfer d’impronta, in modo che la
freccia sul transfer sia orientata vestibolarmente.
Il materiale d’impronta viene quindi iniettato attorno al
transfer e si procede con il rilevamento dell’impronta.
Questa tecnica permette di
rilevare impronte molto precise dello Snappy Abutment e
della linea di finitura, senza
necessità di fili retrattori.
Il laboratorio può quindi utilizzare la replica dell’abutment
per preparare la protesi definitiva. Inoltre, è inclusa anche
Fig. 1- Lo Snappy Abutment è
identificato dal codice 4 o 5, in
base alla sua altezza. Lo Snappy
Abutment è disponibile per tutti i
sistemi implantari Nobel Biocare e
per tutti i diametri di piattaforma
NP, RP, WP e 6.0.
Fig. 2 - La nuova confezione dello
Snappy Abutment contiene tutti i
componenti necessari, compresi
l’abutment finale, il transfer
d’impronta e la cappetta provvisoria
per la realizzazione della protesi
provvisoria.
una cappetta provvisoria per
la realizzazione della protesi
provvisoria, in modo che il
paziente possa lasciare lo studio con un dente funzionale.
La corona definitiva viene
preparata con tecnica convenzionale. A questo scopo,
NobelProcera™ offre un’ampia gamma di soluzioni per
tutte le indicazioni, estetiche
ed economiche.
Modelli e dimensioni
La nuova confezione di
Snappy Abutment contiene
tutti i componenti necessari, compresi l’abutment finale, il transfer d’impronta e
la cappetta provvisoria per
la realizzazione della protesi
provvisoria.
I componenti disponibili
sono identificati dal codice 4 o
5, in base all’altezza dell’abutment utilizzato: Snappy Abutment 4.0 o Snappy Abutment
5.5. Snappy Abutment è
disponibile per tutti i sistemi implantari Nobel Biocare,
NobelReplace, Brånemark,
NobelActive e per tutti i diametri di piattaforma NP, RP,
WP e 6.0.
Per informazioni:
Nobel Biocare Holding AG
Dr. Kai Klimek, DDS
Global Manager Market
Communication
Postfach
CH - 8058 Zürich - Airport
Tel.: +41.(0).43 211 42 40
Fax: +41.(0).43 211 42 42
E-mail: kai.klimek@
nobelbiocare.com
Ago brunito per le suture
sintetiche: alta resistenza
e miglior penetrabilità
La gamma di suture Sweden & Martina comprende una
combinazione di fili naturali,
sintetici assorbibili e non riassorbibili, ed aghi cilindrici,
taglienti e tapercut di varie
lunghezze,
accuratamente
selezionati per rispondere alle
esigenze più evolute del settore odontoiatrico sulla base di
precisi criteri di rapporto fra
dimensione degli aghi e calibro
del filo.
Gli aghi tradizionali sono
realizzati in acciaio chirurgico AISI316, ideale per l’elevata
resistenza, la duttilità e l’elevato grado di penetrazione.
Innovazione della gamma
Sweden & Martina è l’ago nero,
sempre in AISI della serie 300,
ma ancora più resistente e trattato con un particolare processo di indurimento che ne rende
la superficie brunita.
L’ago nero garantisce valori
di resistenza maggiori e una
miglior penetrabilità. Inoltre,
la brunitura lo rende facilmente visibile anche nei siti sanguinolenti.
Gli aghi neri sono montati
nei fili sintetici non assorbibili: Sofilum, Polisoft, Polimid,
Polinyl.
Altra novità è presentata dall’ago Tapercut, a corpo
cilindrico appiattito, per una
miglior presa con il porta aghi,
e punta diamante (quadrangolare) che garantisce una ancora
miglior capacità di penetrazione e fluidità.
Tutti gli aghi Sweden &
Martina, inoltre, si definiscono traumatici, per la specifica
morfologia della coda dell’ago
“a canale” chiuso, attraverso il
quale il filo si unisce perfettamente alla cruna dell’ago, senza creare lo scalino tipico tra
il margine estremo dell’ago e
l’inizio del filo.
Tra i fili sintetici assorbibili (Resorb, Resorb Fast) e non
riassorbibili (Sofilum, Polisoft,
Polimid, Polinyl), Polimid è una
delle suture più apprezzate per
le sue qualità e performance.
Realizzata in filamenti ritorti
di poliammide 6 e rivestita da
una guaina in poliammide di
colore nero, viene considerata
uno pseudo-monofilamento in
virtù della struttura interna e
del rivestimento superficiale.
Polimid unisce quindi i vantaggi del plurifilamento, quali maneggevolezza, facilità e
tenuta del nodo, ai benefici del
monofilamento, quali l’elevata
resistenza tensile, l’atraumaticità superficiale e l’acapillarità.
La guaina di rivestimento conferisce infatti al filo un’ottima
scorrevolezza e l’assenza di reazioni infiammatorie tissutali
anche in caso di lunghi periodi
di permanenza in sito.
Indicato in tutti i trattamenti
di chirurgia orale, è particolarmente apprezzato per estrazione di premolari e molari, ottavi
inclusi, suturazione di lembi
totali e parziali, ferite infette.
Per informazioni:
Sweden & Martina Spa
Via Veneto, 10
35020 - Due Carrare (PD)
Tel.: 049.9124300
www.sweden-martina.com
Sani System Polti
La sanificazione in ambiente odontoiatrico
Durante le cure odontoiatriche, l’utilizzo della strumentazione specifica genera aerosol in
cui possono essere potenzialmente presenti e veicolati organismi
patogeni che aumentano il rischio
di infezioni crociate. L’aerosol
si deposita su tutte le superfici
esposte, anche quelle più nascoste, ma gli strumenti di sanificazione abitualmente in uso – spray
disinfettanti e salviette imbevute – non riescono a raggiungere
fessure e interstizi che, invece,
rappresentano l’habitat ideale
per la proliferazione dei microrganismi. Sani System Polti è in
grado di garantire una sanificazione totale ed efficace dell’area
contaminata, in quanto il getto
di vapore è in grado di arrivare
dappertutto, portando la carica
microbica a livelli di sicurezza.
La sua particolarità risiede nel
vapore: un vapore saturo secco
surriscaldato ad alta temperatu-
ra (fino 180 °C) che, in combinazione con il sanificante HPMed,
permette di abbattere in pochi
secondi la carica batterica, fungina e virale delle superfici e
tessuti su cui viene applicato. La
miscela di vapore e HPM ed è
inoltre atossica e non irritante e
il vapore è così secco che evapora
in pochi secondi: si evita così la
necessità di ripasso o asciugatura
delle superfici dopo il trattamento e si annullano i relativi tempi
di attesa. Sani System Polti è un
dispositivo medico di classe 2 A
destinato a uso professionale.
Per informazioni:
Polti Medical Division
Via Ferloni, 83
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Tel.: 031.939111/ 031.939215
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La TueorServiziSchool ha come obiettivo principale
quello di organizzare attività di formazione professionale e di aggiornamento scientifico e tecnologico in
odontoiatria. Grazie a un’offerta ampia e strutturata
propone ai professionisti del dentale corsi programmati
e monotematici, nelle varie discipline odontoiatriche, di
comunicazione e management, avvalendosi della collaborazione di molti relatori di fama nazionale e internazione. Il numero limitato di partecipanti all’interattività con
il relatore e i colleghi consente di raggiungere l’obiettivo
di immediata applicazione nel proprio Studio dell’apprendimento, così come auspicato nei recenti criteri di
assegnazione dei crediti ECM. In collaborazione con la
Tu.e.or. che organizza Corsi ECM FAD (Formazione a
distanza autodidatta).
foto by Carola murari
TUEORsERvIzISCHOOL
lunedì 7 giugno
Corso di Estetica
(5 crediti ECm)
La biorivitalizzazione e la bioristrutturazione nel terzo inferiore
del volto: dal miglioramento della
texture al ripristino dei volumi
Relatore: dott. A. Redaelli
sabato 22 maggio
Corso base
sabato 12 giugno
Corso base di patologia orale
e laserterapia
Corso
di Psicologia
Relatore: prof. G.M. Gaeta
La gestione del paziente,
senso di colpa
e preventivo
(In fase di accreditamento ECm
per la categoria degli odontoiatri)
PROGRAMMA
I Sessione MATTINA
Medicina Orale
• Cenni di Anatomia, Fisiologia e Immunologia
delle mucose orali
Relatrice: dott.ssa P. Cascarano
INFORMAZIONI GENERALI
• Approccio diagnostico al paziente con malattie
del cavo orale
Sedi dei corsi
Centro Studi S. Carlo
via Monte di Pietà, 1
Torino
• La diagnosi differenziale
• La diagnostica di laboratorio e strumentale
• Le malattie di più frequente riscontro al cavo orale
• Manifestazioni Orali in corso di patologie sistemiche
• Lesioni Precancerose e Cancro
• Il controllo del dolore in Medicina Orale
• La nevralgia trigeminale e il dolore facciale atipico
• La gestione dei pazienti con patologie sistemiche
• Il paziente Diabetico; il paziente Epatopatico
• La gestione dei pazienti a rischio:
- il paziente a rischio Cardiologico
- il paziente a rischio Emorragico
- il paziente Allergico
• Valutazione e diagnosi delle razioni allergiche
ai materiali di comune utilizzo odontoiatrico
• La gestione dell’igiene professionale della profilassi
e del mantenimento dei pazienti a rischio
venerdì 18 giugno
sbiancamento
Corso interattivo teorico-pratico
(In fase di accreditamento ECm
per la categoria degli odontoiatri)
Protocolli operativi differenziati del team
odontoiatrico nelle tecniche di sbiancamento domiciliari e professionali
Relatrice: prof.ssa G.M. Nardi
• La gestione dell’igiene professionale della
profilassi e del mantenimento dei pazienti
con malattie del cavo orale
• Farmacologia orale
• La terapia
• Il controllo delle infezioni e il rischio biologico
II Sessione POMERIGGIO
L’utilizzo dei laser in Odontoiatria
• Principi di fisica applicata all’utilizzo dei laser
in Odontoiatria
• Le interazioni biologiche laser-tessuti
• I campi di applicazione in odontoiatria:
Odontoiatria conservativa; Endodonzia
• Trattamento delle patologie infettive
• Trattamento delle patologie mucose
• Chirurgia dei tessuti molli
• Chirurgia dei tessuti duri
• Trattamento delle lesioni precancerose
• Trattamento del cancro
• Terapia fotodinamica
• Resurfacing (Trattamento Periorale)
sabato 19 giugno
Corso teorico-pratico
Cad-Cam
(4 crediti ECm)
Alla scoperta del pianeta
CAD-CAM in protesi estetica
Relatori: dott. G. Aiazzi e sig. A. Torella
oppure
Tueor Servizi Srl (3° piano)
Corso Sebastopoli, 225
10137 - Torino
Segreteria organizzativa
Tueor Servizi Srl (3° piano)
Corso Sebastopoli, 225
10137 - Torino (TO)
Tel. 011 0463350 - 011 19715665
Fax 011 19715882
Cel. 393 9339699
www.tueor.com
[email protected]
INFORMAZIONI EXTRA
La segreteria è a disposizione
per il servizio di viaggi
e prenotazioni alberghiere.
Inoltre a richiesta
programmi turistici personalizzati
e servizio di Personal Shopper.
Per maggiori informazioni
chiamare 011 0463350.
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34 Speciale Collegio dei Docenti
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
A Chieti, Congresso di esperti “ex cathedra”
delle discipline odontostomatologiche
I più importanti temi inerenti l’odontoiatria, con particolare riguardo ai rapporti con il
mondo dell’industria, sono stati
al centro dell’atteso Congresso svoltosi nel Dipartimento
di Scienze odontostomatologiche dell’Università degli Studi
“Gabriele d’Annunzio” di Chie-
ti, struttura all’avanguardia per
ricerca, formazione e clinica.
Una “tre giorni” dinamica
(dal 21 al 23 aprile), con un format rinnovato. Dopo la tavola
rotonda sulle sinergie tra Corso
di laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria e quello
di laurea magistrale in Medici-
na e Chirurgia, l’inaugurazione del Congresso, avvenuta il
21, ha dato il via a importanti
sessioni articolatesi in momenti di workshop. In connubio tra
applicazioni cliniche e ricerca
su genetica, un breve un richiamo ai numerosi argomenti
trattati: risvolti etici in orto-
gnatologia, biocompatibilità,
applicazioni cliniche con cellule
staminali; implantologia, protesi, ortognatodonzia; genetica e
risvolti etici in ortognatologia.
Tra gli altri, i determinanti
nella salute orale del bambino;
le nuove tecnologie nella pratica
clinica ortodontica; attualità in
tema di adesione smalto-dentinale; l’odontoiatria tra scienza e mercato. Ravvivato dalla
presenza anche di illustri ospiti provenienti da Canada, Stati
Uniti, Spagna e Francia, il Congresso è stato anche un’occasione irripetibile di confronto tra
vari modelli didattici europei.
I denti?
Naturali
sino alla fine
L’attuale generazione sarà
forse la prima a mantenere,
nella maggioranza dei casi,
i propri denti naturali fino
alla fine della propria vita.
Presentati al Congresso
dei Docenti a Chieti, gli ultimi dati sulla salute orale dei
bambini. Dati confortanti e
supportati delle indicazioni
fornite dal Progetto Europeo EGOIHID (European
Global Oral Health Indicators Development Phase II).
“La salute orale e dentale
sta migliorando visibilmente in molti Paesi”, ha detto
Laura Strohmenger (Università di Milano).
“In quelli industrializzati, l’attuale generazione
sarà forse la prima a mantenere, nella maggioranza
dei casi, i propri denti naturali fino alla fine della vita,
grazie alla diffusione e uso
di acqua ricca di fluoro e di
dentifrici”.
Segnali di speranza, dunque, anche se l’attuale situazione non è delle più rosee:
secondo l’Organizzazione
mondiale della Sanità (Oms)
– ha ricordato Strohmenger
– i cambiamenti rapidi dello stile di vita, che hanno
portato in molti Paesi alla
diffusione di diete ricche di
zuccheri e alti consumi di
alcol e tabacco, sono all’origine di molte patologie
croniche. Comportamenti
particolarmente determinanti nella salute orale e
dentale, che si profila come
uno dei maggiori problemi
di salute pubblica per l’alta
prevalenza in ogni regione
del mondo e per il fatto che,
come molte altre malattie,
il carico principale pesa
soprattutto sulle fasce più
svantaggiate della popolazione”. Importante sottolineare che avere un buono
stato di salute orale è molto
più che avere denti sani: si
tratta, infatti, di una condizione che influenza tutto lo
stato di salute e di benessere della persona e può avere
effetti anche molto pesanti
sulla vita quotidiana degli
individui.
Fonte: Ufficio stampa
Collegio dei Docenti
Speciale Collegio dei Docenti 35
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Piace agli studenti di odontoiatria
il maggior Ateneo d’Europa (“Sapienza”)
Il Congresso nazionale dei
docenti di discipline odontostomatologiche, svoltosi a Chieti,
è stato occasione per divulgare
i dati relativi alle metodiche
di valutazione del gradimento degli studenti del corso di
Laurea di odontoiatria e protesi dentaria dell’Università di
Roma “Sapienza”. La maggior
parte ha espresso un giudizio positivo ad alcune domande tipo: il docente espone gli
argomenti in modo chiaro? Le
lezioni sono utili a preparare
l’esame? Il docente stimola/
motiva l’interesse per la disciplina? Le lezioni chiariscono
l’utilità dei contenuti proposti
per la formazione scientificoprofessionale? Le conoscenze
preliminari sono risultate sufficienti per la comprensione degli
argomenti trattati? Un grande
numero di ragazzi ha risposto
in modo favorevole.
I Nuclei di Valutazione di
Facoltà acquisiscono ormai
periodicamente, mantenendone
l’anonimato, le opinioni degli
studenti frequentanti sulle attività didattiche e trasmettono
un’apposita relazione, entro il 30
aprile di ciascun anno, al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR)
e al Comitato Nazionale per la
Valutazione del Sistema Universitario. La composizione e il
ruolo dei Nuclei di valutazione
degli Atenei sono disciplinati
principalmente dalla l. 379/99,
che li obbliga ad adottare sistemi di valutazione interna della
gestione amministrativa, delle
attività didattiche e di ricerca,
degli interventi per il diritto
allo studio, verificando, anche
mediante l’analisi comparativa dei costi e dei rendimenti,
il corretto utilizzo delle risorse pubbliche, la produttività
della ricerca e della didattica,
nonché l’imparzialità e il buon
andamento dell’azione amministrativa. “La misura della
qualità nella didattica offerta
– ha spiegato la professoressa Antonella Polimeni della
Sapienza di Roma e che da anni
si occupa delle metodiche di
valutazione – ha come obiettivo
il miglioramento delle attività
d’insegnamento e delle condizioni di apprendimento e si colloca nell’ambito della gestione e
dell’organizzazione del processo formativo di una struttura
didattica.
“La valutazione – ha aggiunto
– assume pieno valore strategico alla luce del nuovo sistema di
finanziamento degli Atenei, che
prevede l’assegnazione del Fondo Ordinario in base ai risultati
delle attività specifiche svolte,
in termini di processi formativi
e prodotti di ricerca scientifica.
Lo strumento principale che
permette di valutare il grado di
soddisfazione degli studenti nei
confronti della didattica offerta
è il questionario, somministrato nelle ultime settimane, prima della conclusione dei corsi, e
coinvolge tutti gli studenti presenti nelle aule”.
Fonte: Ufficio Stampa
Collegio docenti
Il Congresso del Collegio Docenti è:
1. delle sinergie per definire un patto di crescita;
2.del confronto per una didattica di eccellenza;
3. degli uomini liberi capaci senza condizionamenti di
mettersi continuamente in gioco per trasformare i problemi in opportunità;
4. in grado di stimolare le migliori energie nel rispetto
degli interessi comuni e al servizio della comunità;
5. del disincanto, ma anche dell’utopia, per dare nuove,
concrete speranze ai giovani che hanno il coraggio di
battersi per un futuro diverso.
36 Dental Meeting & Congressi
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
Un Master universitario
per divenire opinion leader
A due anni dall’ingresso della “Sapienza” di Roma e dell’Università di Parma, nell’Emdola (European Master Degree on Oral
Laser Application) abbiamo incontrato, alla pubblicazione del
bando della nuova edizione, Antonella Polimeni – Direttore di
Dipartimento di Scienze odontostomatologiche della “Sapienza”
– e Mauro Bonanini – Presidente del Clospd, coordinatore della
Sezione di Odontostomatologia all’Università di Parma, insieme
ai rispettivi Direttori del Master, Umberto Romeo (Roma) e Paolo Vescovi (Parma). Il Master in Science del programma Emdola
è stato insignito del Premio “Lifelong Learnign Award” (vedi DT
giugno 2007) dall’UE come miglior programma di formazione
post-laurea fra altri 120 di diverse discipline facenti parte del
programma “Socrates”. La medaglia di bronzo è stata assegnata
al Master per l’alta qualità scientifica, allo scambio e collaborazione fra le Università unite nel Progetto.
Attualmente, in Italia esistono
numerosi Master universitari di I e II livello nelle diverse
discipline dell’Odontoiatria.
Questo si distingue dagli altri
in quanto europeo? In che cosa
è da considerarsi tale?
La globalizzazione
ha coinvolto anche la comunità
scientifica e accademica.
La volontà di scambio e collaborazione scientifica tra le Università di vari Paesi d’Europa ha
inevitabilmente maturato questa
formazione post-laurea, dove sei
diverse Università europee offro-
Polimeni:
no lo stesso programma coerente
e aggiornato. Obiettivo principale
è riunire e confrontare le diverse
preparazioni e ricerche delle sei
sedi per offrire un programma
unico nell’applicazione laser in
Odontoiatria, con docenti che si
alternano fra le sedi.
Bonanini: Il progetto è iniziato nel
biennio 2006-2008 in Europa, con
il Coordinatore generale Sammir
Nammour dell’Università di Liegi (Belgio), con altre due sedi universitarie di Nizza (Francia, Jean
Paul Rocca) e Aachen (Germania,
Norbert Gutknecht). Il ciclo successivo, avviato nel settembre 2008,
ha visto coinvolte anche la Spagna
(Barcellona) e l’Italia con Parma
e Roma. Durante i primi due anni
di corso si sono alternati incontri
a carattere teorico-pratico, attività
clinica in reparto e stage all’estero.
In accordo con gli Organi accademici organizzatori, si sono previsti
scambi di docenti, di studenti e
momenti comuni tra le Università
europee appartenenti al Progetto. I seminari sono tenuti dai più
importanti specialisti internazionali in inglese o francese.
A settembre avrà inizio la 2a
edizione del Master. Alla luce
dell’esperienza della 1a edizione, in via di conclusione, quali le vostre considerazioni, a
distanza di due anni?
Vescovi: La soddisfazione dei
partecipanti, confermata dai questionari consegnati durante i vari
incontri, è stata molto alta. L’elevato livello scientifico raggiunto
ha consentito ad alcuni masterizzandi di presentare lavori e
casi clinici personali in Congressi
nazionali ed esteri. L’istituzione
del Master ha anche ampliato i
contatti internazionali e allargato
le proposte formative della nostra
Sezione e del Dipartimento. Inoltre, si è creato tra il gruppo docente e gli allievi (e tra loro stessi) un
UNIvERsITÀ dEglI
sTUdI dI PaRma
European Master Degree on Oral Laser Applications
EC reference: 28133 –IC- 1- 2004-1-BE- ERASMUS- PROGUC-2
Master di II livello
“LASER IN ODONTOSTOMATOLOGIA”
SETT. 2010 / OTT. 2012 - 60 CFU ALL’ANNO
Un Master Europeo teorico-pratico che vede coinvolte
SEI UNIVERSITÀ APPARTENENTI ALLA COMUNITÀ
EUROPEA in Partnership.
Saranno trattati in 13 incontri mensili i seguenti argomenti:
- Ottica e la Fisica del Laser
- Interazione Laser-Tessuti
- La sicurezza e la proprietà del Laser
- Laser in Conservativa e in Endodonzia
- Laser in Chirurgia Orale, Paradontologia e Implantologia
- Low Level Laser Therapy
Sedi del Master:
“Sapienza”
Università di Roma
Dipartimento di Scienze
Odontostomatologiche
Per informazioni:
• [email protected][email protected]
Tel: 0649918165
w3.uniroma1.it/emdolarome
Università
degli Studi di Parma
- Laser e Patologia della Mucosa Orale
- Laser in Estetica Dentale e Facciale
- Laser in Protesi (Clinica e Laboratorio)
- Aspetti medico-legali, commerciali e comunicazione
- La documentazione fotografica
- Fondamenti di Statistica e Ricerca Bibliografica
Il Programma prevede un tirocinio pratico svolto presso
il Dipartimento dell’Università, la preparazione della tesi
e stage in alcune delle sedi Universitarie in Partnership.
Per informazioni:
• [email protected][email protected]
Tel: 0521986722
www.emdolaserparma.it
NUMERO PARTECIPANTI:
12 MAX PER CIASCUNA SEDE
In Partnership con
UNIVERSITÀ DI LIEGI, Belgio • UNIVERSITÀ DI NIZZA, Francia • UNIVERSITÀ DI AACHEEN, Germania • UNIVERSITÀ DI BARCELLONA, Spagna
Il gruppo
Emdola
di Roma.
Il gruppo
Emdola
di Parma.
ottimo rapporto personale grazie
agli stage organizzati, che ha
favorito l’approfondimento delle
materie anche dopo le lezioni.
Romeo: Come tutte le novità,
anche il primo Master Europeo
di Laser in Odontostomatologia,
ormai al termine, ha rappresentato un po’ una sfida per tutti noi.
Quando nel 2007 fummo interpellati per unirci al progetto Emdola,
già in essere tra le Università di
Nizza, Liegi e Aachen, non possiamo nascondere che in noi era
ben presente il livello delle difficoltà cui andavamo incontro sotto
il profilo scientifico e puramente
organizzativo. Il lavoro è stato
notevole per quanto riguarda il
cammino compiuto dai nostri studenti, che abbiamo visto maturare in questi mesi fino a livelli di
assoluta qualità; ma, soprattutto,
ci piace sottolineare gli ottimi
riscontri ottenuti dagli iscritti che
hanno avuto modo di confrontarsi,
con risultati lusinghieri, con colleghi italiani e stranieri nel Convegno nazionale Silo e al Congresso
europeo Wfld di Istanbul del 2009
e in quello mondiale, svoltosi di
recente a Dubai.
Quali le prospettive professionali dei corsisti al completamento dei due anni del
Master?
Vescovi: Al termine del ciclo
di studi, e dopo il superamento
dell’esame finale con l’elaborazione di una tesi di ricerca, dalle
Università italiane di Parma e
Roma verrà rilasciato un diploma di Master universitario di 2°
livello in “Laser in Odontostomatologia” e, congiuntamente dalle
Sedi universitarie aderenti al Progetto europeo, il titolo di “European Master Degree on Oral Laser
Applications”. I professionisti con
tale formazione specialistica rappresenteranno
indubbiamente
degli opinion leader del settore e
punti di riferimento scientifico e
clinico in Europa.
Quali gli argomenti trattati nei
primi tredici incontri mensili?
Romeo: I singoli incontri durano
3 giorni (dal giovedì al sabato)
e, in una prima fase, mirano ad
arricchire le conoscenze sulla fisica del laser, partendo dall’ottica
fino all’interazione dei laser con
i tessuti biologici. Nella seconda
parte degli incontri, invece, saranno approfondite le tematiche sulle
applicazioni del laser nelle varie
discipline odontostomatologiche,
illustrandone vantaggi e odierni limiti. Il programma prevede
anche una formazione su argomenti extra-clinici, quali la realizzazione di una documentazione
fotografica clinica, la preparazione di una ricerca bibliografica,
per arrivare alla strutturazione
di un articolo scientifico. Obiettivo del Master, quindi, è formare
colleghi esperti nell’impiego clinico del laser, ma anche potenziali
ricercatori del settore.
Delle sei Università europee
facenti parte della partnership,
quattro sono di diversi Paesi
e due italiane. Perché questa
scelta di svolgere lo stesso programma di studi in due Università dello stesso Paese?
La richiesta di alta
formazione nel campo dell’Odontoiatria in Italia è in continua
crescita. Per dare l’opportunità
a un maggior numero di candidati di partecipare a questo
Master (attualmente l’unico), la
Commissione Europea ha deciso
di coinvolgere nel progetto due
Università italiane (solo 12 partecipanti per ciascuna sede). Naturalmente al Master di Roma si
iscrivono maggiormente candidati provenienti dal Centro-Sud,
e a Parma dal Nord Italia.
Bonanini: Nonostante il core curriculum del Master sia comune
in tutte le Università aderenti,
così come stabilito dalla Commissione Europea per favorire lo
scambio di studenti e omogeneizzare la formazione scientifica,
ogni singola sede può comunque
dare maggior approfondimento a
un campo specifico in virtù delle
risorse e della propria esperienza
scientifica.
Polimeri:
Infi ne, a chi è rivolto il Master
e quali i requisiti per accedere
al Programma?
Vescovi: Per decisione comune con
il Comitato Esecutivo dell’Emdola, verrà ammesso un massimo di
12 allievi per ogni sede. Questo per
assicurare una corretta formazione teorico-pratica e poter seguire
adeguatamente ogni lavoro di
ricerca nell’elaborazione della
Master Thesis. Il corso è rivolto a
tutti i laureati in Odontoiatria o
in Medicina e Chirurgia esercenti
l’Odontoiatria che mirano a una
formazione specialistica nell’impiego del laser nelle diverse branche dell’Odontostomatologia.
Romeo: Il Master è rivolto a tutti
i colleghi che hanno conseguito la
laurea specialistica in Odontoiatria e Protesi Dentaria, in Medicina e Chirurgia, ai laureati delle
professioni sanitarie con laurea
specialistica e, infine, a chi è in
possesso di titolo equipollente conseguito all’estero e riconosciuto
idoneo nel nostro Paese.
Roly Kornblit
Coordinatore scientifico
Emdola - Roma
Per informazioni:
Emdola
Tel.: 06.49918165
http://w3.uniroma1.it/emdolarome
Dental Meeting & Congressi 37
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
All’orizzonte di Roma le nuove frontiere
dell’implantologia odontoiatrica
Il 9 e 10 aprile scorsi si è
tenuto a Roma, presso il
Grand Hotel Palazzo Carpegna, il Congresso dal
titolo: “L’eccellenza in implantoprotesi: nuovi orizzonti”, organizzato da ClassImplant. L’evento ha visto
come speaker d’eccezione
il professor Carl Misch, uno
dei più conosciuti chirurghi
orali a livello mondiale.
Hanno preceduto il congresso
tre corsi: uno, teorico-pratico,
di “chirurgia guidata software
assistita”, argomento trattato
dai dottori Barcali e Ceccherini,
coadiuvati dall’ingegner Ivani,
per quanto concerne gli aspetti
prettamente informatici (durante il corso si è potuto conoscere e
testare il nuovo sistema “ClassImplant 3D”); il secondo corso,
tenuto dal dottor Maffei sulle
tecniche di sutura in chirurgia
orale; infine, il corso sull’utilizzo del microscopio operato-
Corrente
e Abundo
in Brasile
Relatori Giuseppe Corrente, Roberto Abundo, si
apre il 30 agosto 2010 nella
Clinica Integrata American Fix - San Paolo, Brasile
un corso pratico su paziente di chirurgia plastica
parodontale. I progressi
avuti negli ultimi anni
da parte della chirurgia
parodontale e implantare
riconoscono fondamentalmente nell’avvento delle
procedure rigenerative il
loro principale motore.
Tuttavia, qualunque tecnica chirurgica in ambito
orale può ottenere l’auspicabile successo solo se la
relativa gestione dei tessuti molli viene eseguita
in maniera impeccabile.
Poiché tutte le tecniche
relative al management di
tali tessuti non sono altro
che l’applicazione ripetitiva di protocolli chirurgici propri della chirurgia
mucogengivale/plastica
parodontale, è stato messo
a punto questo programma
pratico su paziente di fullimmersion nelle tecniche
in questione, certi che se
ne potranno giovare non
solo i cultori dell’estetica
odontoiatrica a 360°, ma
anche e soprattutto coloro
che, nella parodontologia e
nell’implantologia, ambiscono a risultati di eccellenza assoluta, limitando
al massimo eventuali possibili complicanze.
rio a cura dei dottori Graziani
e Guida, con esercitazioni su
microscopi Kaps. Il congresso,
ha visto partecipare relatori
di ottimo livello (il prof. Grassi, il prof. Sammartino, il prof.
Trombelli, il prof. Covani, solo
alcuni dei nomi presenti), oltre
a una nutrita schiera di docenti
delle università romane. Particolare apprezzamento hanno
avuto le relazioni di due giovani
speaker, il dr. Davide Farronato da Milano e il dr. Vincenzo
Iorio Siciliano da Napoli. Notevole attesa fra il pubblico del dr.
Carl Misch, che ha focalizzato
l’attenzione sui piani di trattamento e sulle soluzioni cliniche
disponibili, nel trattamento dei
pazienti totalmente edentuli,
sia a livello della arcata superiore che della mandibola. La
mattinata si è conclusa con il
prof. Seeberger con una presentazione sulla inserzione degli
impianti con trattamento di
superficie LaserLok in siti infetti e sulla prognosi a cui questi
vanno incontro.
Apprezzata la relazione di parodontologia del prof. Trombelli.
38 Dental Meeting & Congressi
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Italian Edition
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SORRISO E SORRISI: APPARATO STOMATOGNATICO E
PSICHE
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di Roma “Sapienza” - Dipartimento di scienze Odontostomatologiche
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ENDO RESTORATIVE
DENTISTRY - VI CONGRESSO NAZIONALE
-Data: 23-25 settembre
-Dove: Teatro Congressi Pietro
d’Abano - Abano Terme
-Contatti: Rossella Tosello
Sweden & Martina Spa
-Tel.: 049.9124300
-Fax: 049.9124290
-E-mail: rtosello@
sweden-martina.com
Dental Meeting & Congressi 39
Italian Edition
Anno VI n. 5 - Maggio 2010
Infopoint
38° EXPODENTAL
-Data: 7-9 ottobre
-Dove: Fiera Roma
-Contatti: Promunidi Srl
v.le Enrico Forlanini, 23
Milano
-Tel.: 02.700612
-E-mail: expodental@
expodental.it
SICOI – XX CONGRESSO
INTERNAZIONALE
INNOVAZIONI BIOLOGICHE
E TECNOLOGICHE IN
CHIRURGIA IMPLANTARE
-Data: 8-9 ottobre
-Dove: Ata Hotel Executive
Milano
-Contatti: Medicina Viva
-Tel.: 0521.290191
-Fax: 0521.291314
-E-mail: [email protected]
-Web: www.mvcongressi.it
EUROPA
CORSO TEORICO-PRATICO:
“TECNICHE CHIRURGICHE
PREIMPLANTARI CON
DISSEZIONI SU CADAVERE”
-Data: 27-29 maggio
-Dove: Parigi (Francia)
-Contatti: Geistlich Biomate-
rials Italia Srl – Ufficio eventi
-Tel.: 0445.376266
-Fax: 0445.370433
-E-mail: [email protected]
-Web: www.geistlich.it
3° CONGRESSO
INTERNAZIONALE
CAMLOG
-Data: 10-12 giugno
-Dove: Liederhalle di
Stoccarda (Germania)
-Contatti: Camlog Foundation
-E-mail: foundation@
camlog.com
-Web: www.camlogfoundation.
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CEDE 2010 - CENTRAL EUROPEAN DENTAL EXIBITION
-Data: 23-25 settembre
-Dove: Poznan (Polonia)
-Contatti: Exactus
-Tel.: +48.42.6322866
-Fax: +48.42.6322859
-E-mail: [email protected]
-Web: www.cede.pl
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ASSOCIATION FOR
OSSEOINTEGRATION
CLINICAL CONTROVERSIE
IN IMPLANT DENTISTRY
-Data: 6-9 ottobre
-Dove: Glasgow (Scozia)
-Contatti: EAO 2010
c/o Colloquium - Paris
-Tel.: +33.(0).1.44641515
-Fax: +33.(0).1.44641516
-E-mail: eao2010@
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DENTAL SHOW
-Data: 22-26 marzo 2011
-Dove: Cologne (Germania)
-Tel.: +49 2218210
-Fax: +49 2218212826
-E-mail: [email protected]
-Web: www.ids-cologne.de
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DENTAL MEETING
-Data: 2-5 settembre
-Dove: Salvador de Bahia
-Data: 26 novembre
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-Tel.: +33 450405050
-E-mail: congress@
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-Web: www.fdiworldental.org
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