Ora ci preoccupiamo di più dell`ambiente U L L A 120.000 5.000.000
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Ora ci preoccupiamo di più dell`ambiente U L L A 120.000 5.000.000
10 VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2011 GioiaTauro:bloccati un anno nel porto Sono tornati a casa gli 11 marittimi che erano a bordo della «MyTiger» Amianto: in Italia fuorilegge, ma fa 3mila morti l’anno GIOIA TAURO. Dopo circa un anno sono ritornati a casa gli 11 marittimi della nave "Mv Tiger", ferma nel porto di Gioia Tauro.Tutto è iniziato lo scorso dicembre quando, per problemi alla pompa, la nave non era riuscita a scaricare tutto il cemento dalla stiva ai silos. Inutili i i tentativi messi in atto per risolvere il problema. Parte del carico è rimasto nella stiva della nave e con esso anche la speranza dell’equipaggio di riprendere la navigazione. «In questi lunghi mesi – spiega il cappellano del porto, don Natale Ioculano – i volontari della locale "Stella Maris" sono stati la casa di questi marinai, la famiglia, gli amici e per le istituzioni il tramite tra loro e l’equipaggio». Un periodo in cui, peraltro, non sono mancati momenti difficili «soprattutto quando sopraggiungeva la tentazione di reagire secondo l’istinto ma la reale solidarietà dei volontari – spiega ancora il sacerdote – ha fatto si che prevalesse la ragione». In questo è stato molto «importante» l’aiuto prestato dall’Ufficio per la pastorale marittima della Fondazione Migrantes. TORINO. Un killer che si Raffaele Iaria © RIPRODUZIONE RISERVATA I CONSUMI E LE SCELTE nasconde in tubature, rotaie, rivestimenti di tetti e garage. È l’amianto, che miete circa 3mila vittime ogni anno in Italia, 1.200 per mesotelioma, il tumore “marker” dell’esposizione a questo minerale. L’impiego dell’amianto è stato bandito dal nostro Paese da quasi 20 anni ma ne restano nell’ambiente 5 quintali per ogni cittadino, 32 milioni di tonnellate. Il problema dello smaltimento è uno dei più attuali e preoccupa gli oncologi riuniti alla II Consensus Conference sul mesotelioma, al via ieri a Torino. Oltre 120mila volontari mobilitati in tutta Italia per raccogliere cibo da destinare a chi è più in Ora ci preoccupiamo di più dell’ambiente Presentato a Milano il sondaggio Siemens "Check up alla tua città": inquinamento e traffico i mali maggiori. Il Sud sta peggio MILANO. Se è vero che la crisi economica si conferma come il principale motivo di preoccupazione per sei italiani su dieci, parallelamente però sta crescendo la sensibilità e l’attenzione per l’ambiente. Gli italiani vogliono città più vivibili, in cui sia più facile muoversi, dove l’aria sia meno inquinata e non si debba fare i conti, ogni giorno, con i rifiuti sparsi per strada. Per questo motivo chiedono alle amministrazioni locali di migliorare il sistema di trasporto pubblico (43%), il sistema di raccolta dei rifiuti (32%) o di realizzare più piste ciclabili (31%). È quanto emerge dal sondaggio online "Check up alla tua città", realizzato da Siemens Italia e presentato ieri a Milano. «La sostenibilità ambientale, prepotentemente entrata nelle agende delle amministrazioni locali, è il tema principale anche per i cittadini di tutta Italia – commenta Federico Golla, amministratore delegato di Siemens Italia –. Il sondaggio conferma come e quanto i cittadini stiano mostrando un crescente livello di sensibilizzazione alle istanze verdi». Il punto di partenza è la crescente consapevolezza che l’inquinamento ambientale (con tutti i corollari annessi, dall’asma alle bronchiti croniche) deriva in prima battuta dal traffico: ne è convinto il 63% del campione. Da qui la richiesta di potenziare il trasporto pubblico che, agli occhi dei cittadini, rappresenta il modo migliore per rendere la città più vivibile. Gli italiani, soprattutto chi vive al Sud, giudicano la rete di autobus e metro insufficiente (49% difficoltà. L’anno scorso ne sono state raccolte oltre 9mila tonnellate, date a un milione e mezzo di poveri n piccolo aiuto che diventa una montagna. Un sacchetto che diventa un magazzino. Domani in tutti i supermercati di Italia va in scena la quindicesima edizione della colletta alimentare. Che quest’anno, alla luce della crisi e del momento economico più che mai difficile attraversato dal nostro Paese, si tinge di colori e sfumature nuove. I poveri da aiutare sono tantissimi: 3 milioni in condizioni di necessità assoluta (e cioè, secondo l’ultima indagine Istat 2010, incapaci di acquistare beni e servizi essenziali); e poi 8 milioni e 272mila, vale a dire il 13,8% dell’intera popolazione, in povertà «relativa» (si tratta delle famiglie che non riescono a spendere più di 990 euro al mese ogni due componenti). Hanno i volti insospettabili dei vicini di casa, dei compagni di scuola, dei colleghi di lavoro. E chiedono aiuto. Domani sarà l’occasione per rispondere. Con lo schema, ormai consolidato, ideato dalla Fondazione Banco alimentare Onlus nel 1997: chi farà la spesa negli 8.600 supermercati e negozi disseminati su tutto il territorio nazionale potrà donare parte dei prodotti acquistati per rispondere al bisogno di chi vive in situazione di povertà. Basterà rac- U cogliere il tradizionale sacchetto giallo e rivolgersi ai plotoni di volontari che affolleranno banchi e stand per indicare i prodotti più utili e, all’occorrenza, per aiutare a trasportarli. Piccoli aiuti che, messi insieme, nel 2010 sono diventati un colosso di 9.400 tonnellate e che hanno sfamato un milione e mezzo di persone ospitate dalle oltre ottomila strutture caritative cui il cibo raccolto dall’iniziativa è destinato. Tra le gocce di solidarietà, anche quest’anno ci saranno quelle raccolte nelle carceri: da San Vittore, Opera, Monza, Bollate fino ai penitenziari di Padova e di Enna. Anche i detenuti, che hanno diritto a una piccola spesa mensile, daranno il loro contibuto alla colletta. E quest’anno alcuni di loro usciranno in permesso per unirsi ai 120mila volontari impegnati nei magazzini Simone «Il bisogno degli altri mi “chiama” A spalare come nei supermercati» DA GENOVA a colletta per rispondere a una provocazione. La stessa che appena tre settimane fa l’ha “chiamato” da casa – zona Quarto di Genova –, l’ha messo davanti alla porta degli amici e dei compagni d’università, infine l’ha portato là, nel fango e nella disperazione di via Ultimo a destra, Simone Ferregiano, stravolta dall’alluvione. Simone Frega, 19 anni, l’instancabile voglia di darsi La voglia di aiutare, lo studente da fare per gli altri l’ha imparata da piccolo, quando l’ha imparata dalla colletta. Fra sua madre gli metteva in gli “angeli del fango” di Genova, mano il sacchetto del Banco alimentare e se lo portava a far domani sarà al supermercato la spesa “buona”. «È da allora, che sento quella provocazione – spiega –. Quella a muoversi, a darsi da fare, a non rimanere fermi di fronte alla debolezza degli altri e al loro bisogno». E così Simone, fermo, non lo è stato mai. Prima l’Abruzzo, poi l’organizzazione di aiuti da spedire a Thaiti dall’università, ai primi di novembre il reclutamento improvvisato di una squadra di amici. Volti sorridenti e vestiti zozzi, eccoli tra le centinaia di “angeli del fango”: «Son sempre stato convinto che con le piccole cose si possono stravolgere le vite delle persone – spiega ancora –. La colletta m’è sempre piaciuta per quello: il piccolo dono per uno è quello cambia la vita di un altro». Quest’anno Simone sarà il capo-équipe in un grosso supermercato di Genova. Mansioni: gestione dei volontari, compilazione della modulistica, registrazione dei prodotti. E poi la cosa più bella, «quella che mi da di più: incontrare le persone, farle seguire, spiegare loro il significato del gesto che compiono». Gesti compiuti con un estusiasmo che prmai è diventato contagioso: «Non ho un amico che prima o poi sia riuscito a convincere a venire con me. E i miei genitori? Nonostante l’età, finiscono sempre per arrivare allo stand». (V. D.) L © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA I VOLONTARI IMPEGNATI NELL’INIZIATIVA 5.000.000 GLI ITALIANI CHE ACQUISTANO CIBO PER CHI NON PUÒ FARLO Domani la quindicesima colletta alimentare Quasi 9mila i negozi e i supermercati coinvolti Anche quest’anno i detenuti in campo. E tra le novità arrivano le tecnologie e la Rete Ilaria Sesana 120.000 La sfida della carità? Parte dalla spesa DA MILANO VIVIANA DALOISO dato nazionale, 58% nel Mezzogiorno). Le città, inoltre, presentano grossi problemi di viabilità, legati in primis all’insufficiente viabilità di accesso (lo evidenzia il 51% del campione) ma c’è anche chi lamenta la difficoltà a spostarsi in bicicletta (41%, ma al 54% al Sud). Mentre, per quanto riguarda la gestione del verde pubblico (soprattutto per la mancanza di fondi) il 46% del campione sottolinea la mancanza di manutenzione e il 39% punta il dito contro la concentrazione di parchi e giardini in aree limitate. Il sondaggio evidenzia poi l’attenzione per la risorsa acqua: il 79% sottolinea come principale problema i troppi sprechi legati alla sua gestione. 9.400 di raccolta e nei supermercati: 4 dal carcere di Opera, 8 da quello di Parma, senza contare le decine di ex detenuti a Torino. Molte le novità “tecnologiche” legate all’evento. Cliccando su www.bancoalimentare.it è possibile scaricare gratuitamente applicazioni per l’iPhone che consentono di scoprire quali sono i punti vendita aderenti all’iniziativa, trovare sulla mappa i supermercati più vicini mentre si è in movimento, seguire la “bussola” fino a destinazione, scattare foto e condividerle con gli amici sui social network Facebook e Flickr, mostrando cosa succede nello stesso momento in tutta la “rete” della solidarietà italiana. Per sapere, invece, cosa comprare per chi ha bisogno c’è una funzione “lista della spesa” che serve da promemoria al supermercato: una versione tecnologica del foglietto di carta, utilizzabile in qualsiasi momento dell’anno. Sono poi disponibili informazioni sulla povertà in Italia e sulla Rete Banco Alimentare, impegnata quotidianamente nel recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari. E per chi vuol andare oltre il sacchetto, si possono fare donazioni e di dare disponibilità come volontario per tutto l’anno. Obiettivo: contagiare. LE TONNELLATE DI CIBO DONATO E RACCOLTO DURANTE L’EDIZIONE 2010 8.159 LE STRUTTURE CARITATIVE AIUTATE (1.400.000 POVERI IN ITALIA) © RIPRODUZIONE RISERVATA Maria «Ho visto quante cose arrivavano E in un momento sono cambiata» Antonio «Con la mia spesa ho reimparato ad amare gli altri. Anche in cella» DA MILANO DA MILANO a colletta, Maria Bond, l’ha imparata prima dell’italiano. L’anno scorso, appena arrivata da Chicago per insegnare come madrelingua nei licei milanesi, s’è vista venire incontro un gruppo rumoroso di studenti, volantini alla mano: «Prof, domani c’è la colletta, partecipa?». Certo, di Food Bank Maria aveva già sentito parlare in America: «Il Banco là fa moltissimo – spiega –, ma lo fa in silenzio e non attraverso mobilitazioni Maria Bond che coinvolgano le persone comuni». Incuriosita, Maria prende i volantini e ne parla a qualche collega insegnante. La Da Chicago a Milano, “notizia” è che oltre a partecipare concretamente (facendo la spesa) può l’insegnante di inglese anche fare la volontaria. E così Maria, 23 ha partecipato alla anni, si ritrova“scaraventata” in un magazzino, a dirigere i pacchi che vanno e giornata nel 2010: vengono, «a sistemare la pasta con la pasta, «Ora so il significato le scatolette con le scatolette. Alla fine, ho imparato anche a guidare il muletto». di Provvidenza» Un’esperienza che l’ha cambiata, in un giorno soltanto: «È stato incredibile per me vedere quante cose arrivavano. Tutte quelle cose per persone che non hanno cose, che non hanno nulla». La chiamerebbe Provvidenza, se trovasse il termine in italiano. E l’incontro con la Provvidenza ti cambia, eccome: «Ho avuto la sensazione di contribuire a quel flusso concreto di solidarietà, e mi sono sentita bene. Non come quando si fa volontariato per dire alla propria coscienza "ok, ti sei dedicato un po’ agli altri, bravo". No, lo ripeto, qui ci sono cose, è concreto quello che facciamo». Quest’anno Maria sarà volontaria in un supermercato. Ha preso coraggio, perché parla meglio l’italiano, e vuole provare a raccontare di persona a chi incontra cosa vuol dire «lavorare per la Provvidenza».(V.D.) ntonio è detenuto a San Vittore da molti anni. «Per diversi reati», dice, e poi resta in silenzio. Non vuole parlare del passato, perché in qualche modo prodigioso dall’anno scorso guarda al futuro. Si guarda attorno. «Merito della colletta – racconta –. In questa mia detenzione ho avuto modo di conoscere diverse realtà del volontariato, finché una di queste, l’associazione "Incontro e presenza", ha incominciato a farmi confrontare sulla vita e sui valori che mi ha donato, spiegandomi come questi ultimi debbano essere messi anche in pratica». Già, la pratica. Ma che pratica puoi fare, dietro le sbarre? Guardare all’altro Che cosa vuol dire, per uno che Donare, e fare del non l’ha mai conosciuta, la parola solidarietà? Antonio l’ha imparato bene, anche se non si quando gli hanno parlato per la ha nulla. Un carcerato prima volta della Giornata della colletta alimentare. «Immaginate racconta il suo voi, uno come me – esclama speciale contributo Antonio –, che non ha nulla, scoprire che può donare qualcosa all’iniziativa del Banco a un altro più bisognoso di me...». È l’idea dell’associazione "Incontro e presenza", che l’anno scorso per la prima volta ha visto i detenuti contribuire con parte della (seppur piccola) spesa mensile cui hanno diritto. «Questa esperienza è stata vissuta da tutti i detenuti con grande amore e sacrificio – continua Antonio –. Sapere che noi, proprio noi possiamo fare qualcosa per qualcun’altro è bellissimo». E poi la colletta alimentare e l’iniziativa benefica del Banco sono diventate argomento per discutere e confrontarsi, anche in cella: «Spesso mi capita di raccontare di questa cosa a chi è appena arrivato, o non vi partecipa. Spero che le mie parole possano far assaporare loro il bello dell’amore verso l’altro. A me sembra di averlo reimparato!». (V. D.) © RIPRODUZIONE RISERVATA © RIPRODUZIONE RISERVATA L A