Bailo apre il nuovo outlet E gli svizzeri chiudono

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Bailo apre il nuovo outlet E gli svizzeri chiudono
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venerdì 25 ottobre 2013
ECONOMIA
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G
l'Adige
L1010401
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I soci della fallita Officina Italiana, Bailo
e Vist, hanno inaugurato ieri il negozio all’ex
Prealpina di piazza Santa Maria Maggiore
LAVORO
Attacca la Femca Cisl:Tfr e cinque mesi di
stipendi arretrati non pagati ai 38 addetti di
Officina. E a fine anno se ne va pure Albiro
IL GRUPPO
Azzoppate dai concordati
Bailo apre il nuovo outlet
E gli svizzeri chiudono Pieve
TRENTO - Ieri la Bailo di Bruno
Zotta Bailo e la Vist di Elmar
Stimpfl hanno inaugurato il nuovo Bailo Factory Outlet nell’ex
negozio Prealpina di piazza Santa Maria Maggiore. Ma mentre
Bailo riparte dal commercio, il
polo produttivo di Pieve Tesino, già colpito dal fallimento
della joint venture Bailo-Vist Officina Italiana, viene affondato
dalla chiusura della piccola e
provvisoria attività sostitutiva
avviata dagli svizzeri di Albiro
Sports, che hanno rilevato per
1,5 milioni di euro i marchi Bailo e Silvy Tricot: niente sposta-
Licenziati i 15
lavoratori di Albiro
Sports, la società
elvetica che ha
rilevato il marchio
dello scoiattolo
mento a Bolzano, stop alla produzione in Italia, licenziati i 15
addetti.
Per loro è la seconda botta a
pochi mesi dalla messa in mobilità insieme agli altri dipendenti di Officina Italiana, in tutto 38. «Per giunta - sottolinea
Marco Ravelli, segretario della
Femca Cisl - mentre i 10 assun-
ti da Albiro con contratto a termine tornano in mobilità, per i
5 assunti a tempo indeterminato c’è solo l’Aspi, l’indennità di
disoccupazione». L’attività di
Albiro, gruppo elvetico della
moda presente in tutta l’Europa centrale, si sarebbe dovuta
comunque spostare in Alto Adige perché lo stabilimento di Pieve è stato venduto al gruppo
Paterno, che intende utilizzarlo per un altro progetto. «E sarebbe stato già un problema per
i lavoratori» osserva Ravelli.
Ora invece lo stop il 31 dicembre, con le prime lettere di licenziamento già partite.
«C’è grande amarezza e fermento tra i dipendenti di Officina
Italiana che nei giorni scorsi
hanno letto dell’apertura del
Bailo Factory Outlet» si legge
in una nota di Ravelli sulle conseguenze del crac della joint
venture. «Le maestranze vantano grandi somme dei trattamenti di fine rapporto e retribuzioni arretrate da parte di Officina Italiana. Non si escludono nei prossimi giorni forme di
protesta davanti all’outlet».
Officina Italiana nasce nel 2011
ma a fine 2012 è già in crisi. «Bailo - ricorda Ravelli - ha più volte assicurato che i dipendenti
sarebbero stati tutelati dall’azienda». Il tentativo di arrivare a un concordato preventivo
fallisce e l’azienda viene dichiarata fallita il 1° agosto scorso.
«Officina Italiana - prosegue Ravelli - ha negato la correspon-
A sinistra
Bruno Zotta
Bailo
titolare
di un gruppo
sempre più
commerciale
e immobiliare
A destra
il partner
altoatesino
Elmar Stimpfl
della Vist
sione agli ex dipendenti dell’indennità di mancato preavviso,
che di norma consta in 3-6 mensilità, limitandosi ad emettere
un assegno di poco più di 1.000
euro a dipendente. Si aggiunga
che i contributi per il periodo
di preavviso risultano non versati, come si evince dall’estratto conto Inps». L’ultimo stipendio pagato è il 30% del mese di
settembre 2012. Da allora i lavoratori avanzano cinque mensilità, nonché il Tfr e perfino i
contributi a Laborfonds.
Con il fallimento i tempi si allungano e solo una parte dei
crediti dei lavoratori sarà coperta dal fondo di garanzia
Inps. Il resto dipenderà dal realizzo dell’attivo dell’azienda fallita.
F. Ter.
PENSPLAN
Le aziende in tribunale
TRENTO - Officina Italiana, joint venture nell’abbigliamento sportivo tra la trentina Bailo e l’altoatesina Vist, entra in crisi nel 2012.
Il 17 giugno di quest’anno viene presentata
al tribunale di Bolzano la proposta di concordato con riserva. Ma di fronte alla mancata presentazione del piano concordatario, il 1° agosto il tribunale dichiara il fallimento. A fine settembre è stato fatto l’inventario dei beni. Intanto il 26 settembre è
stata ammessa al concordato a Trento Natura spa, la ex Bailo spa, la società di produzione, poi trasferita a Officina, del gruppo. Natura chiude i conti 2012 con una perdita record di 9,9 milioni di euro, che porta
in profondo rosso il patrimonio netto. Lo
stato passivo è pari a 13 milioni, l’attivo, in
fase di cessione, a poco più di 5 milioni.
Le società immobiliari di Bailo
in rosso nel 2012 per 7 milioni
TRENTO - Lo stabilimento di Pieve Tesino (nella foto) è già stato venduto al gruppo Paterno, che ne prenderà possesso col
nuovo anno dopo la chiusura della piccola attività sostitutiva della Bailo, quella
della svizzera Albiro. Ma a Bailo fanno capo altri compendi immobiliari attraverso
le società Bailo Immobiliare e Prealpina.
Entrambe peraltro in profondo rosso nel
2012, per un totale vicino ai 7 milioni di
euro, a causa delle svalutazioni della società partecipata Natura spa, la ex Bailo,
finita in concordato.
Bailo Immobiliare chiude l’ultimo bilancio con una perdita di 2,2 milioni dopo la
svalutazione della partecipazione in Natura spa. La società, si legge nel bilancio,
potrebbe essere messa in liquidazione dato che l’ultimo compendio rimasto in capo, tre ettari a Celado (Castello Tesino),
gravato anche di un decreto ingiuntivo a
favore della Cassa Rurale Valsugana e Tesino, sarebbe di «imminente cessione»,
mentre si è rinunciato allo sviluppo immobiliare dell’area di Roncegno in mano
all’Immobiliare Anita di Borgo Valsugana.
Prealpina, dal canto suo, chiude il 2012
con un rosso di 4,7 milioni, anch’esso causato dalla pesante svalutazione della controllata Natura. La società possiede il negozio di piazza Santa Maria Maggiore, ora
riaperto come outlet. A bilancio è iscritto per 4,1 milioni, ma il valore di mercato
è superiore. In campo commerciale, è sempre in piedi Officina Italiana Retail, l’altra
joint venture Bailo-Vist, a cui fanno capo
negozi a Roncegno, Bassano del Grappa
e Altivole (Treviso).
F. Ter.
Il cda di Invest approva i conti al 30 settembre: valore della quota a 7.100 euro
Fondo immobiliare in recupero del 3,5%
Il presidente di Pensplan Invest sgr Stefano Tomazzoni
BOLZANO - Nei primi nove mesi del 2013 il
prezzo al quale sono state scambiate in
Borsa le quote del fondo Risparmio
Immobiliare Uno Energia, gestito da Pensplan
Invest sgr, hanno oscillato tra un minimo di
5.850 e un massimo di 7.250 euro. Ma a fine
settembre la quota vale 7.100 euro, il 3,5% in
più del trimestre precedente. Si conferma
quindi un recupero di valore del fondo dopo i
livelli minimi toccati l’anno scorso. Il volume
medio giornaliero scambiato nell’ultimo
trimestre corrisponde a 0,29 quote.
Ieri il consiglio di amministrazione di
Pensplan Invest, presieduto da Stefano
Tomazzoni, ha approvato il resoconto
intermedio di gestione al 30 settembre. Le
quote di classe A del fondo sono ammesse
alle negoziazioni sul mercato telematico
dedicato agli investment vehicles (Miv).
Il patrimonio di Uno Energia è costituito da
10 immobili del valore certificato da parte
dell’esperto indipendente Patrigest, alla data
del 30 giugno, pari a 164 milioni di euro. Nel
corso del terzo trimestre non sono avvenute
variazioni degli immobili di proprietà del
fondo. L’attività della sgr, si legge in una nota,
è stata principalmente rivolta alla
rinegoziazione dei contratti di locazione in
scadenza e alla conservazione e
valorizzazione del portafoglio immobiliare
acquisito.
In particolare, nell’immobile di Pisa sono in
corso i lavori necessari per ottenere il
Certificato prevenzione incendi (Cpi). A
Livorno è in atto l’attività di progettazione
architettonica per un progetto di
risanamento dell’immobile. Sono inoltre in
corso le verifiche per il rinnovo dei piani
triennali di manutenzione straordinaria degli
immobili di Ancona, Milano, Sesto San
Giovanni e Roma.
Per quanto riguarda i contenziosi fiscali
sull’imposta di registro sull’immobile di
Livorno e sull’indetraibilità dell’Iva
sull’acquisto di immobili, Pensplan Invest
segue l’iter dei ricorsi presentati presso la
Corte di Cassazione sulle sentenze delle
Commissioni tributarie di secondo grado di
Trento e Bolzano. Le maggiori imposte e
sanzioni accertate sono già state imputate
nell’esercizio 2012.
Aeroporto Catullo | Il Pd veronese indica il 4% della Fondazione come veicolo per l’ingresso di Venezia
Manager | A Paderno
Ict | Da Rovereto
Cariverona, cavallo di Troia di Save
Life, gli americani
ti spiegano come
essere un leader
Trilogis srl rilascia
WorldDroid 3, nato
in dialogo con Nasa
PADERNO DEL GRAPPA - Ci
sono anche manager trentini tra i partecipanti a Life
(Leadership Initiative For Excellence), scuola di leadership del Consorzio di 37 università Usa (capofila, l’Iowa),
nei weekend del 25-27 ottobre, in italiano, e del 22-24
novembre, in inglese. Si tratta di un training intensivo di
3 giorni, in forma di corso
esperienziale, che in 15 sessioni in Veneto ha già avuto
oltre 500 partecipanti da tutto il mondo. «Il leader motiva, ispira e sviluppa le persone attorno a sé», spiega
Katiuscia Baggio, di Cimba.
ROVERETO - La Trilogis srl
(software cartografico) ha
annunciato ieri il rilascio di
WorldDroid3, client per dispositivi Android che affianca la soluzione Terra3, nato
nella collaborazione con il
team Nasa che sviluppa la
tecnologia World Wind. WorldDroid3 estende la tecnologia per la visualizzazione
3D e la porta sui dispositivi
Android, introducendo le seguenti funzioni: supporto
per l’accesso a dati raster
tramite standard Wms 1.1.1
e 1.3.0.; accesso a servizi
Wms esterni; gestione layer
e table of content (toc).
WWW.LADIGE.IT
@
L0052006
Ai lettori affezionati alla
pagina di Borsa (anche
ieri un abbonato
novantaduenne ha
chiesto spiegazioni)
ribadiamo che i listini
completi della Borsa e
dei fondi di investimento
è disponibile,
aggiornata, sul sito
www.ladige.it: basta
entrare nella sezione
economia e cliccare
sull’apposito banner.
VERONA - Il prossimo lunedì
28 ottobre, rinviata sul far
del mezzogiorno anche per
consentire ai soci trentini di
prendere atto dei risultati
delle elezioni provinciali e di
capire chi comanderà dopo
Dellai-Pacher, l’assemblea
della Catullo spa sarà
chiamata a valutare
l’ingresso di Save - la società
che gestisce gli aeroporti di
Venezia e di Treviso - nella
compagine, per rilanciare le
prospettive degli scali di
Villafranca e di Montichiari
(specializzato nel cargo
merci, presso Brescia).
La Save di Marchi, com’è
noto, vorrebbe salire fino al
35%, mettendo sul piatto 25
milioni di euro, ed è il
partner industriale che il
presidente Paolo Arena e il
direttore generale Carmine
Bassetti cercano per
stabilizzare i conti in rosso
della società di cui la
Provincia di Trento è la
seconda azionista per peso.
Il primo passo, che non
richiede né la valutazione
dell’Antitrust né il parere di
Enac, è - hanno stabilito i
saggi tra cui il trentino
Raffaele De Col - la cessione
di una piccola quota che
consenta a Save di mettere
un piede nella Catullo per poi
partecipare ad un
sostanzioso aumento di
capitale sociale.
Secondo i capigruppo del Pd
veronese in Comune e in
Provincia Michele Bertucco e
Lorenzo Dalai, sarà la
Fondazione Cariverona a
cedere il proprio 4,15% a
Save. L’indiscrezione non è
stata confermata
ufficialmente, ma è
plausibile. Come è notorio
che anche diversi soci
pubblici, la Provincia di
Verona innanzitutto,
venderebbero volentieri le
quote per fare cassa.

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