062_65 Solo 5 ore_PESCA IN

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062_65 Solo 5 ore_PESCA IN
TECNICA
Testo e foto di Donato Corrente
Attrezzatura specifica, esche
velocissime e qualche trucco per
riuscire anche in poco tempo a
catturare qualche bel pesce.
Solo 5 ore
Q
uesta volta parleremo di
sessioni lampo per tutti
quelli come me che non
hanno abbastanza tempo libero da dedicare alla propria passione a causa del
troppo lavoro o perchè per doveri familiari la nostra presenza a casa diventa indi-
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spensabile. Quando la voglia d’immergere le lenze è irrefrenabile, l’unica soluzione per noi carpisti sono le pescate veloci.
Detto questo, cerchiamo di approfondire
quei pochi punti fondamentali che dovremo seguire alla lettera per la buona riuscita della nostra breve sessione:
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scelta del settore
■ quale attrezzatura scegliere
■ pasturazione ad azione veloce e di
precisione
■ mimetismo e comportamento sulla
sponda
La scelta del settore
Occorre conoscere come i pesci si comportano durante le stagioni per riuscire
ad avere qualche possibilità in più nell’intento di raggiungere il nostro obiettivo, catturare almeno un pesce. Le carpe
cercano zone ben ossigenate, probabil-
mente vicino allo sbocco di
fiumi e canali o lungo rive ombreggiate dagli alberi dove trovano riparo dai raggi di sole.
Infine, non dimentichiamoci
che le acque correnti sono
sempre più generose in catture rispetto alle acque ferme,
poiché l’acqua non raggiunge
mai temperature così elevate
da fermare le carpe anche nelle ore più calde della giornata.
Rechiamoci sulle sponde e cerchiamo di non fermarci nei soliti spot frequentati da tutti e
ormai bruciati a causa degli
svariati chilogrammi di esche
gettate il più delle volte senza
senso. Non facciamoci spaventare dalla folta vegetazione e
cerchiamo di non essere pigri
quando per raggiungere la postazione occorre fare un piccolo tragitto a piedi, un po’ di
moto fa sempre bene. Talvolta
dietro una serie di selvaggi cespugli o di tortuosi sentieri si
nascondono gli spot migliori
dove le carpe si sentono davvero protette e non hanno mai
visto un rig. Osserviamo dove
presenti ostacoli semi sommersi, giri d‘acqua e sponde ripide
quasi a formare una tettoia
sull’acqua e scattiamo anche
qualche foto che ci permetterà
più tardi di ricordare l’hot spot trovato.
Quale attrezzatura
scegliere
Una volta trovato il posto giusto, magari
poco frequentato o addirittura vergine,
non ci resta che scegliere l’attrezzatura
specifica che ci permetta di raggiungerlo
senza dover fare una grande fatica. Sceglieremo una tipologia di canne composte da più sezioni fino e dalla lunghezza
compresa tra i 3 e i 3,60 mt oppure opteremo per delle buone telescopiche. La
comodità delle canne in più sezioni è che
smontate e riposte nei loro tubi in cordura occupano davvero pochissimo spazio,
da 60 a 70 cm, senza rinunciare ad una
buona azione parabolico/progressiva.
Possiamo utilizzare anche canne da barca da 10 piedi poiché, grazie alla loro dimensione ridotta, si prestano bene al
nostro scopo. I mulinelli devono avere
una grande forza nel recupero per non
permettere alle nostre prede di rifugiarsi
nel primo ostacolo disponibile. La bobina sarà riempita con un buon nylon dello
0,35 - 0,40 mm di diametro e obbligatorio l’uso di uno spezzone di shock leader
sempre in nylon dello 0,60 mm di lunghezza pari al doppio della canna. Porteremo con noi anche una piccola borsa tipo quella che utilizziamo per il nostro
computer portatile, ma con alcune sostanziali differenze. come quella di avere
un tavolino integrato e piccoli e medi
scomparti dove potremo alloggiare comodamente la minuteria essenziale. A
corredo porteremo con noi un guadino
con il manico in due sezioni che infileremo in una comoda sacca insieme alla rete, due picchetti, un treppiede per alloggiarvi una macchina fotografica e per finire l’indispensabile materassino a piscina che ci agevolerà nel momento della
foto, oltre a esserne contenta anche la
nostra amata carpa.
Pasturazione ad azione
veloce e di precisione
Quando non possiamo permetterci, come nel nostro caso, di pasturare uno
spot sistematicamente e per più giorni,
dobbiamo sfruttare il poco tempo a nostra disposizione per creare vicino ai nostri rig una zona attrattiva a 360°. Per fare questo utilizzeremo gli stick che si costruiscono per mezzo di una rete stretta
avvolta su di un tubo in plastica nel quale inseriremo sfarinati di vario tipo, boilies spezzettate, granaglie, pellet e tutto
quello che la nostra fantasia ci suggerirà.
Cercheremo di prepararne una decina,
anche se per una sessione lampo, dalle
cinque alle sei ore, ne porteremo con noi
solamente tre o quattro: i rimanenti potremo tranquillamente congelarli per
una pescata futura. Consiglio di utilizza63
■
■ La Canna Shimano Exage S.T.C. in
5 sezioni, davvero comoda da
trasportare. sotto: un mix davvero
attraente per i nostri stick con robin
red e farina di cocco.
■ Sotto gli arbusti che protendono in acqua le carpe ci passano sicuramente: lanciamoci
un nostro innesco.
■ Diversifichiamo la costruzione dei nostri terminali in base alle esche che impiegheremo.
Accanto: tutto quello che davvero ci occorre per una sessione lampo.
re come base dello stick-mix
lo stesso impiegato per le
boilies e tagliarlo con farina
di cocco e robin red. In accoppiata agli stick prepareremo sempre a casa alcuni piccoli stringer con quattro o
cinque boilies che verranno
legati direttamente sull’amo
o attorno allo stick stesso. La
parte rimanente del composto possiamo utilizzarla an-
che per creare delle palle di
pastura che inseriremo in sacchetti di pva da legare successivamente all’amo. Una
volta collegato lo stick e lo
stringer sul terminale lanceremo la nostra insidia che verrà
recuperata solo una volta a
metà sessione. Raggiunto il
fondo, la retina si scioglierà
lentamente rilasciando tante
particelle attrattive intorno al
nostro innesco. Riguardo alle
boilies da impiegare, prima
ho citato due ingredienti: la
farina di cocco e il robin red
che inseriremo anche nel nostro mix. A fine cottura,
esclusivamente fatta a vapore, passiamo le nostre palline
ancora calde all’interno di un
recipiente dove precedentemente avremo inserito qualche cucchiaio di cacao in polvere o lo stesso robin red.
Una volta asciutte, noteremo
sulle nostre esche una crosticina che in acqua, sciogliendosi, darà vita a una nuvoletta davvero attrattiva.
■ Un terminale pronto al lancio formato da uno
stick al quale è stato legato intorno un piccolo
stinger, molto invitante.
Cose da non fare
Titolettone 60-65 battute
Titolettone 60-65 battute
Mimetismo e
comportamento
sulla sponda
Concludendo il nostro percorso non possiamo non parlare di un ultimo aspetto che
da qualcuno potrà essere
considerato meno importante e che invece è da ritenersi
alla pari degli argomenti citati
prima. Se adesso conosciamo
un posticino davvero riservato dove siamo gli unici tranne
le carpe a conoscerlo, cerchiamo nel limite del possibile di arrivarci con discrezione,
facendo meno rumore possi-
bile e vestendoci con colori
che s’integrino con la vegetazione circostante. Con questo non voglio dire che ogni
volta che andremo a pesca
dobbiamo vestirci da rambo,
ma evitiamo colori accesi poiché potremo, una volta arrivati sullo spot, avere la fortuna di osservare le carpe proprio lì, vicino alla sponda, sotto qualche cespuglio che protende in acqua, e il mimetismo è d’obbligo. Dopo aver
montato le canne e collegati i
terminali con i rispettivi inneschi, procederemo nel lanciare proprio sotto i nostri piedi,
con un movimento accompagnato per non produrre più
rumore del necessario. Lasceremo le esche in pesca per
tutte le cinque o sei ore, al limite recupereremo a metà
provocare rumori inutili sulla sponda
gettare esche in acqua, utilizzare solo stick e stringer
stare lontani dalle canne
La lista della spesa
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due canne e due mulinelli
una borsa con tavolino integrato
un po’ di terminali già pronti
quattro/cinque piombi
una ventina di boilies per inneschi e stringer
tre/quattro stick
guadino
due picchetti
materassino a piscina (comodo anche per riporre
quasi tutta la nostra attrezzatura)
■ una bilancia digitale
■ TLa preparazione degli stick.
sessione per rinnovare le
esche e gli stick. A questo
punto siamo quasi alla fine
dell‘opera, non ci resta che
sederci aspettando che la nostra attenzione venga catturata dal flettersi deciso di una
delle due canne.
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