Rivista Madonna dello Splendore n° 18 del 22 Aprile 1999

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Rivista Madonna dello Splendore n° 18 del 22 Aprile 1999
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Rivista Madonna dello Splendore n° 18 del 22 Aprile 1999
BICENTENARIO DELLA NASCITA DELLA REPUBBLICA NAPOLETANA
GIULIANOVA TRA LE PRIME PIAZZE CHE ADERIRONO.
IN CITTÀ FU PIANTATO ANCHE UN ALBERO DELLA LIBERTÀ SIMBOLO DI UNA
RIVOLUZIONE REPRESSA NEL SANGUE
di Alfonso ALOISI
Dopo la proclamazione della Repubblica Napoletana il giorno 22 gennaio 1799 (3 piovoso anno
VII, secondo il calendario rivoluzionario mutuato dalla Francia), anche l’Abruzzo conobbe il
processo di “veloce democratizzazione”.
Infatti, sul numero del 17 piovoso dell’anno VII (5
febbraio 1799) del “Monitore Napoletano” si facevano
ammontare a circa 500 i comuni nei quali erano state
elette (o nominate) le nuove municipalità e i nuovi
organismi amministrativi o di giustizia . Gran parte di
questi comuni si trovavano in Abruzzo (allora diviso in
Citeriore e Ulteriore) dove alcuni personaggi, fin dai primi
giorni di dicembre, avevano appoggiato l’occupazione
militare francese dando vita alle istituzioni repubblicane. È
possibile affermare, da documentazione conosciuta e, con
approssimazione per difetto, che almeno 117 furono in
Abruzzo i comuni che ebbero nuove magistrature,
cinquantadue quelli che sicuramente furono amministrati
da municipalità repubblicane e che quasi tutti questi
comuni erano ubicati lungo il versante adriatico dove
meno
intenso
si
era
manifestato
il
fenomeno
dell’”insorgenza” sponsorizzato ed attuato dai fedelissimi
di Ferdinando IV (nel frattempo fuggito in Sicilia).
Tra i comuni che cambiarono pagina, vi era anche la
nostra Giulianova che anzi fu tra le prime a concretizzare
l’espressione
più
compiuta
della
festa
popolare
rivoluzionaria con la piantatura (o piantumazione) dell’Albero della Libertà, denominata anche
con l’espressione “maggi della Libertà” (da cui la più recente “maggiolata”). Alberi veri (per lo
più pioppi) sormontati da un rosso berretto frigio e adorno di bandiere, fiori, coccarde ed altri
simboli rivoluzionari. L’Albero della Libertà divenne il luogo dove le nuove magistrature
giuravano fedeltà alla nuova costituzione repubblicana, dove venivano bruciati i simboli della
“reazione” e dell’”oscurantismo” e il popolo intrecciava danze e intonava canti rivoluzionari.
Giulianova fu tra le 24 località dove fu eretto l’Albero della Libertà su cui spiccavano i colori
giallo, rosso e turchino. Così J.J. Russeau idealizzava il simbolo rivoluzionario “ … Con la
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libertà, dovunque ci sia gente, lì regna anche il benessere. Piantate in mezzo a una piazza un
palo coronato di fiori, radunatevi la gente intorno e questa sarà una festa … “ C’é ragione di
ritenere che il “Laccio d’Amore” dei tempi nostri sia una versione in chiave moderna della
scenografia dominante ai piedi dell’Albero della Libertà. In questi giorni si celebra il
bicentenario della nascita e della morte (durò scarsi sei mesi) della Repubblica Napoletana e il
giorno della festa della Madonna dello Splendore cadeva il 3 fiorile anno VII (22 aprile 1799)
secondo il calendario rivoluzionario repubblicano. Il 14 giugno 1799 cessò di esistere il
giovanissimo seme rivoluzionario e la Repubblica Napoletana fu repressa attraverso la
condanna a morte di patrioti, l’esilio e la condanna ad altre pene.
In Abruzzo, grazie al pugno di ferro di Ignazio Ferrante che rimase in regione fino al settembre
dell’800 a rappresentare gli “interessi” borbonici, vennero perseguitate a vario titolo oltre
2.000 persone!
La durissima repressione si avvalse anche della reintroduzione della tortura e furono addirittura
dichiarati nulli i precedenti accordi della resa che prevedevano per gli esponenti repubblicani la
possibilità di essere trasportati via nave fino al sicuro porto di Tolone. Una delle più grandi
trappole della storia! Tutti arrestati, processati ed in molti casi condotti al patibolo.
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