A. Béguinot. 1656. Saponaria bellidifolia Sm. Spie, bot, I, p. 5 (1791

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A. Béguinot. 1656. Saponaria bellidifolia Sm. Spie, bot, I, p. 5 (1791
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FI.OltA I T A L I C A E S S I C C A T A
la S- Dalmàsi Boiss. e S. mesoyitana Boiss. dell'Asia Minore e S. ocymoides L., l'entità ad area più. vasta che comprende Italia, Spagna,
Francia (p. p.), Svizzera, Austria Tirolo, Carinzia e Carniolia (p. p.).
Secondo lo Scharfetter la dispersione di S. ealabrica sarebbe avvenuta in un' epoca (il Miocene) « in der die Balkaulander noch in
Zusammenhang mit Italien gestanden haben ». Essa e le altre nominate avrebbero conservato l'area una volta conquistata, mentre
la S. ocy moides avrebbe seguitato a diffondersi anche nel pliocene e
durante il quaternario ed avanza, specialmente verso Nord, anche
attualmente, comparendo come neo-inquilina nelle formazioni aperte.
Cosi nel Cantone di Glarus sopra il « Segnes-pass » si sarebbe diffusa solo negli ultimi 50-70 anni. Ne conclude che questa specie
è un • esempio classico di diffusione attuale. Ciò sensibilmente coincide
colle vedute sulla disseminazione ed emigrazione espresse in un recente mio lavoro (« Atti Accad. Ven.-Trent.-Istr., a. V [1912] » ) ,
l'esempio citato mostrando come nell'ambito di un genere ed anzi
in uno stesso gruppo di specie affini, alcuna hanno conquistato l'area
in condizioni diverse dalle attuali, mantenendola, ma una si trovi
tuttora nel periodo di espansione, all'ampliamento dell'area concorrendo anche il trasporto occasionale a distanza.
A. Béguinot.
1 6 5 6 . Saponaria bellidifolia Sm. Spie, bot, I, p. 5 (1791-92).
Loc. Aprutium. — Prov. di Aquila: in rupestribus herbosis
montis Moncone a Lava roscia, alt. 2700 no., solo calcareo.
— Jnl. 1908.
M. Guadagno.
Oss. — Questa specie fu scoperta dal Colonna (Ecphr., p. 152)
sugli «altissima juga, supra villani Flaminianam Aequicolis Marerij Comitatus, Z>
, Serrone, loco dicto, quod est super cilium montis»
in un luogo « supra montem parvus et angustus, in quo aliae sunt rariores plantae, de quibus alias, herbidus parum, atque planus,
quem diligit pianta haec, nec alibi invenimus ». Insigne documento
fitogeografico che l'alta zona del nostro Appennino centrale ha in
comune con la Balcania e la Grecia, possedendo, inoltre, una stazione isolatissima nell'Aveyron in Francia « pelouses rocailleuses,
fentes et pied des rochers à la devèze de Lapanouse de Cernon »
(Rouy et F o u c , FI. de France., I l i , p. 154). Come per S. ealabrica
(cfr. il n. 1655) i recenti studiosi del genere propendono per ammettere che l'espansione della specie sia avvenuta nel miocene e
che il frazionamento dell'attuale area sia in rapporto con il glaciale,
essendosi essa mantenuta là dove l'influenza di questo periodo si è
fatta sentire in maniera attenuata. L'ipotesi, quindi, che si tratti
di un relitto preglaciale s'impone come quella che ha più dati di
probabilità e di verosomiglianza.
A. Béguinot.