Tanzania 2014 SCHEDA TANZANIA - CEFA Volontari

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Tanzania 2014 SCHEDA TANZANIA - CEFA Volontari
CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Tanzania 2014
SCHEDA TANZANIA - CEFA
Volontari richiesti : N 2
SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: DAR es SALAAM
INTRODUZIONE
FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo
realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di
contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo, al superamento di quelle
condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potuti essere, sono o sono stati fonte di conflitti e di
maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti
così intesi e volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della
solidarietà internazionale, Volontari nel mondo FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni
XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha presentato nel febbraio del 2007 all’UNSC il progetto madre “Caschi
Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di
costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale,
etnico…) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti, attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo. I
conflitti infatti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, dove i diritti umani non sono tutelati, i processi
decisionali non sono democratici e partecipati e dove alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto
di servizio civile vuole essere una ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione
della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore
terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il
degrado ambientale; e che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione,
mediazione e di riconoscimento della positività dell’altro.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA
IL PROGETTO:
TANZANIA
La Repubblica Unita di Tanzania è nata il 25 aprile 1964 dall’unione del Tanganica e dell’isola di Zanzibar.
Tanzania. Questa è una nazione pacifica e, grazie alla stabilità della sua leadership politica, ha saputo
evitare il coinvolgimento nei numerosi conflitti che hanno infiammato i Paesi confinanti, svolgendo anzi un
ruolo chiave nella prevenzione dell’escalation della violenza e nella cooperazione regionale. Dal 1977 il
Paese è stato governato dal partito unico Chama cha Mapinduzi (CCM) – Partito della Rivoluzione - guidato
dal "padre della patria" Julius Nyerere. Il movimento è di ispirazione socialista e nasce dalla fusione dei fronti
di liberazione nazionali del Tanganika e di Zanzibar. Nyerere ha governato fino al 1985, quando lascia il
Governo ad Ali Hassan Mwiniy, che ha guidato il paese fino alle elezioni del 1995, le prime aperte ad altri
partiti. Da questa tornata elettorale il CCM è risultato comunque vincitore e il 23 novembre ha assunto la
carica di Presidente della Repubblica e Capo del Governo Benjamin Mkapa, poi riconfermato nel 2005.
Attualmente è presidente Jakaya Mrisho Kikwete, che ha vinto le elezioni del 2005 e del 2010.
Nel corso degli anni la Tanzania è stata sempre in prima linea nella lotta all’apartheid e ha dato un contributo
significativo alla decolonizzazione del continente africano. Durante gli anni novanta, al Paese è stato
richiesto in modo particolare di svolgere un ruolo di mediazione nei conflitti armati dei vicini Ruanda e
Burundi ed ha accolto moltissimi rifugiati dall'Angola e dal Ruanda. Inoltre, è stato la sede della prima
conferenza regionale sui rifugiati ruandesi dopo l'offensiva militare lanciata nell'ottobre 1990 dai ribelli del
Fronte Patriottico Ruandese (FPR).
La Tanzania si trova fra i 10 Paesi più poveri del mondo: infatti il 65,6% della popolazione vive sotto la soglia
di povertà e nella classifica di indice di sviluppo umano si colloca al 152° posto con un indice dello 0,466.
Inoltre il tasso medio annuo di inflazione tra il 1990 e il 2012 è del 12,7%. Nonostante l’economia nel 2012
sia cresciuta del 6,5%, grazie all’aumento del prezzo dell’oro, la maggior parte della popolazione è rimasta
esclusa dai conseguenti benefici e sono aumentate in maniera preoccupante la disoccupazione giovanile e
le disparità di reddito. (Dati UNICEF2012)
L’economia è tuttora fortemente dipendente dal settore agricolo, che impegna il 40% della popolazione
attiva. Ciononostante il 15,8% della popolazione risulta sottopeso e c’è una fortissima disparità tra le aree
urbane e quelle rurali. La bassa produttività del settore rurale deriva principalmente dagli inadeguati
investimenti sulle infrastrutture, l’accesso limitato al credito e ai fattori di produzione, la tecnologia limitata.
Questi fattori fanno si che in alcune regioni addirittura il 45% della popolazione sia in condizioni di
insicurezza alimentare. Inoltre, la classe dirigente del Paese ha intrapreso una politica di perseguimento di
alcuni obiettivi centrali cercando di coniugare lo sviluppo con la tutela del territorio. La Tanzania ha infatti
mantenuto intatto la maggior parte del suo patrimonio naturale (moltissimo a confronto con altri paesi
africani) e attualmente è una delle nazioni con più alta biodiversità del globo e con un alto numero di specie
animali e di piante, di cui molti endemici. Nonostante ciò molte aree forestali sono a rischio deforestazione, a
causa della forte pressione demografica di cui soffrono le aree adiacenti a queste zone e della poca
consapevolezza da parte della popolazione non autoctona dell’importanza della foresta.
Una delle sfide più importanti che la Tanzania sta affrontando negli ultimi anni, è quella riguardante il settore
sanitario, che presenta diverse criticità, tra le quali spiccano l’insufficienza di strutture e di personale e la
corruzione. In più il virus dell’HIV colpisce ancora il 5,1% della popolazione (tasso che si è sensibilmente
ridotto rispetto al 9,4% del 2000). (Dati UNDP 2012)
Per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani, fonti non ufficiali riportano abusi durante le elezioni del 2010 a
Zanzibar anche da parte delle forze dell’ordine. Organizzazioni locali per i diritti umani hanno registrato
inoltre notizie di torture e maltrattamenti all’interno delle carceri del Paese da parte degli agenti di sicurezza
nei confronti dei carcerati. Inoltre, continuano ad essere praticate in molte zone della terraferma le
mutilazioni genitali femminili, sebbene la pratica sia fuorilegge per le ragazze al di sotto dei 18 anni. A
questo proposito, il Comitato dei diritti umani delle Nazioni Unite ha espresso preoccupazione riguardo
all’aumento della violenza di genere, soprattutto in ambiente domestico, ed al mancato perseguimento
giudiziario dei colpevoli di tali violenze. Sono frequenti anche gli attacchi a persone albine. (Dati Amnesty
International 2012)
Infine, nonostante il 6,2% della spesa pubblica venga investito nell’educazione, meno della metà degli iscritti
termina l'educazione elementare e meno del 6% accede alla scuola secondaria. Oltre a ciò, la qualità
dell’istruzione è molto bassa. Il dato più preoccupante è quello che riguarda l’alfabetizzazione: solo il 67%
della popolazione, infatti, sa leggere e scrivere.
DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:
CEFA Onlus è una ONG che promuove programmi finalizzati allo sviluppo sostenibile delle regioni rurali dei
Paesi in Via di Sviluppo, attivando azioni rivolte ai settori agricolo, zootecnico, dell'energia e della tutela
ambientale, della difesa e recupero delle acque, a cui si associano attività specifiche di animazione sociale,
formazione e di educazione igienico-sanitaria. CEFA assegna priorità al raggiungimento dell'autosufficienza
alimentare ed alla risposta ai bisogni primari delle popolazioni. Ogni progetto cerca di coniugare insieme
interventi direttamente produttivi con azioni rivolte alla crescita culturale e sociale, assegnando particolare
importanza alle capacità organizzative in senso democratico delle comunità coinvolte dove svolge progetti di
promozione sociale, economica e sanitaria in stretta collaborazione con le comunità locali, le autorità civili e
religiose.
CEFA – ONLUS è attiva da circa 35 anni in Tanzania con due tipologie di programmi: interventi di sviluppo
rurale integrato ed interventi finalizzati alla lotta alla povertà in contesti urbani. I progetti realizzati nel corso
degli anni hanno incluso attività riguardanti il settore agricolo, zootecnico, dell'energia e della tutela
ambientale, della difesa e recupero delle acque, educazione, servizi sociali, formazione professionale ed
inserimento lavorativo.
In Tanzania CEFA opera in tre regioni: Njombe, Iringa e Dar es Salaam. Si tratta per lo più di programmi
integrati composti da interventi su più fronti. Tra le più significative attività realizzate, si segnalano, suddivise
per settore di intervento:
¾ Infrastrutture: 3 acquedotti, riabilitazione di strade rurali, scuole e dispensari medici, realizzazione di
tre mini centrali idroelettriche.
¾ Settore agricolo: formazione, input e servizi avanzati per l’agricoltura, l’allevamento e lo sfruttamento
forestale, interventi volti a razionalizzare le tecniche ed a minimizzare l’impatto sull’ambiente
conseguente all’uso del suolo;
¾ Trasformazione agro-alimentare: realizzazione di un mangimificio, una latteria-caseificio, un impianto
per la trasformazione della carne suina e della frutta;
¾ Educazione: Realizzazione di asili di villaggio, biblioteche, un centro diurno per bambini disabili;
¾ Formazione professionale: avvio di laboratori artigianali (falegnamerie, sartorie, maglierie); corsi di
formazione professionale per disabili (cucina ed house-keeping; panificazione; giardinaggio;
falegnameria);
¾
¾
Impresa sociale: supporto ad attività imprenditoriali che impiegano disabili e loro familiari (impresa di
catering; produzione di gioielli e soft toys);
Promozione sociale e sanitaria: campagne di sensibilizzazione indirizzate a scuole e famiglie e
miranti alla promozione di una sana e corretta alimentazione, l’igiene e la prevenzione delle
principali malattie infantili; campagne di sensibilizzazione miranti a favorire l’integrazione socioeconomica delle persone disabili e dei loro familiari.
Partner
Nella sede DAR ES SALAAM (CEFA 116934):
¾ Vipaji Vijana Foundation. Creata nel 2006, la Vipaji Foundation ha l’obiettivo di promuovere l’arte
in Tanzania, supportando giovani artisti locali. La fondazione ha una lunga esperienza in materia di
organizzazione di formazioni rivolte a giovani artisti tanzaniani provenienti da contesti di disagio,
scambi culturali con altri paesi africani ed europei, allestimento di mostre ed eventi culturali. Tra
quest’ultimi vale la pena menzionare il Visa 2 Dance Festival, uno degli eventi più importanti del
calendario culturale di Dar es Salaam. La collaborazione con il CEFA é iniziata nel 2012 con
l’ideazione congiunta di una proposta di progetto intitolata “Art Against Poverty - Structural support to
the cultural sector in Kenya e Tanzania”. Proposta che é stata approvata e finanziata dal
Segretariato dei Paesi ACP e dalla Commissione Europea nell’ambito del programma “ACP-EU
Support Programme for the ACP Cultural Sector”. A gennaio del 2014 la collaborazione tra i due
organismi é entrata nel vivo, con l’avvio del progetto appena menzionato. L’iniziativa prevede la
realizzazione di numerose attività a supporto di 150 giovani artisti di Dar es Salaam provenienti da
contesti vulnerabili.
¾ CCBRT – Comprehensive Community Based Rehabilitation Tanzania. ONG tanzaniana fondata
nel 1994, con oltre un milione di beneficiari l’anno é il più importante fornitore di servizi medicoriabilitativi per disabili del Paese. Oltre ad un ospedale per la disabilità gestisce:
• 13 unità territoriali per servizi di riabilitazione su base comunitaria a Dar es Salaam e Moshi;
• un centro di formazione ed un ufficio di advocacy per i diritti dei disabili.
La collaborazione con CEFA risale al 2008 e si é consolidata durante l’implementazione di due
progetti finanziati dall’UE e focalizzati sulla disabilitá. Nell’ambito del progetto “Art Against Poverty” il
CCBRT collaborerá alla realizzazione di un programma sperimentale di clown, music and art therapy
all’interno del proprio ospedale. Il programma prevedrá impiego dei giovani artisti formati nell’ambito
del progetto.
¾ Alliance Française e Goethe Istitut. Gli istituti di cultura francese e tedesco sono due tra le realtà
più attive all’interno del panorama artistico-culturale di Dar es Salaam. Entrambi svolgono
un’importante funzione di supporto nei confronti degli artisti locali, offrendo loro spazi e mezzi per
potersi esibire e farsi conoscere. La collaborazione con CEFA è nata al momento della definizione
della proposta di progetto “Art Against Poverty”. Entrambi gli istituti stanno collaborando
all’implementazione dell’iniziativa, partecipando alla selezione dei beneficiari, fornendo consulenze
tecniche e supporto logistico all’organizzazione di eventi culturali miranti a promuovere i giovani
artisti tanzaniani coinvolti nel progetto.
NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35
GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 6
MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:
I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.
EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:
Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:
¾ elevato spirito di adattabilità;
¾ flessibilità oraria;
¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;
¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di
riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi
sociali, ambientali e di tutela della salute;
¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già
programmati e previsti dal progetto;
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
partecipazione a situazioni di vita comunitaria;
rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;
trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di
assegnazione;
partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà
internazionale al termine della permanenza all’estero;
scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali
locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;
partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.
partecipare alla valutazione finale progettuale
PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
DAR ES SALAAM (CEFA 116934)
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle
seguenti condizioni di rischio.
Rischi politici e di ordine pubblico:
¾ MICROCRIMINALITA’: per quanto riguarda Dar Es Salaam la zona più frequentata dagli stranieri e
conseguentemente più presa di mira da scippatori, borseggiatori e piccoli ma pericolosi criminali e’
quella di “Msasani Peninsula”. Si consiglia in quella zona prudenza particolare in quanto tali attacchi
a volte sono avvenuti in modo brutale risolvendosi con danni considerevoli alle persone. Lungo le
strade, soprattutto extraurbane si sono verificate aggressioni a mano armata a scopo di rapina con
sottrazione di valori e di autoveicoli. Le aggressioni a danno di turisti sono in continua crescita anche
nella capitale e a volte si sono concluse con il ferimento delle vittime.
¾ MANIFESTAZIONI DI PROTESTA: possibili disordini legati alle elezioni presidenziali previste nel
dicembre del 2015.
Rischi sanitari:
¾ febbre dengue e la dengue emorragica,
¾ malattie endemiche causate dalla puntura di zanzare infette.
¾ malaria, colera, tifo, paratifo, epatiti virali a, b, c, tetano.
¾ l’AIDS è molto diffuso ed è la seconda causa di morte dopo la malaria.
¾ tubercolosi.
¾
Altri Rischi:
¾ insicurezza stradale, con rischi d’incidenti durante i trasferimenti nel contesto urbano ed extraurbano
ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI
VOLONTARI A FRONTE:
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine
pubblico
RISCHIO
ACCORGIMENTO
¾ Ogni spostamento locale dei/delle volontari/e sarà pianificato con gli
operatori responsabili;
¾ Ai/alle volontari/e saranno sconsigliati spostamenti dopo nelle ore
MICROCRIMINALITÀ’
notturne. Inoltre, sarà sconsigliato recarsi solo/a in zone isolate della
città di intervento, e in altre possibili aree del Paese considerate a
rischio.
¾ i/le volontari/e saranno invitati/e a non circolare da solo/a e a non
portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi
quantitativi di denaro;
¾ i/le volontari/e saranno invitati/e a dotarsi di fotocopie dei propri
documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.
¾ i/le volontari/e riceveranno istruzioni specifiche al loro arrivo nel Paese
sul comportamento da adottare in caso di furto o rapina.
MANIFESTAZIONI DI
PROTESTA
Ai volontari è richiesto di tenere un atteggiamento di equidistanza tra le
varie posizione politiche espresse nel paese d’invio.
Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:
RISCHIO
ACCORGIMENTO
¾ Prima della partenza i volontari sono invitati a effettuare le
vaccinazioni consigliate dall’OMS per la Tanzania quali Epatite A, B
ed E Febbre Gialla, Tetano, Colera.
¾ saranno forniti ai volontari accorgimenti igienico sanitari relativi al tipo
di contesto in cui si svolgerà il servizio (uso di acqua da fonti sicure,
utilizzo di zanzariere, ecc.).
¾ si consiglia ai volontari il rispetto delle regole fondamentali di igiene,
nonché di evitare cibi crudi, latte non pastorizzato, bevande con
ghiaccio;
¾ si consiglia ai volontari di bere acqua minerale sigillata, mangiare
frutta sbucciata ed evitare verdure crude;
¾ si sconsigliano ai volontari i bagni in laghi e fiumi.
¾ si consiglia ai volontari di adottare tutte le misure precauzionali contro
la MALARIA e la FEBBRE DENGUE (repellenti, zanzariere ai letti ed
alle finestre, coprire braccia e gambe dopo il tramonto), nel dettaglio:
• indossare abiti di colore chiaro (i colori scuri ed accesi attirano gli
insetti) con maniche lunghe e pantaloni lunghi, che coprano la
maggior parte del corpo;
• evitare l'uso di profumi (attirano gli insetti);
IN GENERALE PER I
• applicare sulla pelle esposta durante il giorno, ed in particolare dal
RISCHI SANITARI
tramonto all'alba, prodotti repellenti per gli insetti a base di n,ndietil-n-toluamide o di kbr (noto anche come bayrepel o icaridina),
ripetendo l'applicazione in caso di sudorazione intensa ogni 2-3
ore. I repellenti per gli insetti e gli insetticidi a base di piretroidi
possono essere spruzzati direttamente sugli abiti;
• gli alloggi dei volontari saranno dotati di zanzariere;
• usare zanzariere sopra il letto, rimboccandone i margini sotto il
materasso, verificandone le condizioni e controllando che non ci
siano zanzare al loro interno; è utile impregnare le zanzariere con
insetticidi a base di permetrina;
• spruzzare insetticidi a base di piretro o di permetrina nelle stanze
di soggiorno o utilizzare diffusori di insetticida operanti a corrente
elettrica.
FEBBRE DENGUE: i volontari non dovranno assumere alcuna medicina
prima di aver consultato un medico, e soprattutto, non devono assumere
aspirina o farmaci a base di acido acetilsalicilico. Sarà consigliato ai
volontari di assumere una compressa al giorno di "COMPLESSO B",
contenente vitamine che vengono espulse per via cutanea e che
allontanano le zanzare (le zanzare tendono a pungere soprattutto
all’imbrunire ed all’alba, ma il rischio è costante).
I centri ospedalieri più vicini sono:
¾ IST Clinic, situato a meno di 2 km dall’area di progetto. Raggiungibile in 5 minuti in auto (taxi). Di
seguito i recapiti della clinica: IST Clinic – Po Box 2651 – Dar es Salaam Telephone numbers:
• +255-(0)22-2601307 +255 –(0)22-2601308,
• Mobile number: + 255- (0)784-783393,
• Fax number: + 255-(0)22-2600127
• Emergency 24 hour number: +255-(0)754-783393
PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL
PROGETTO:
Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono
soggetti alle seguenti condizioni di disagio:
¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste
coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle
controparti locali che delle istituzioni locali;
¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal
vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)
¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare
o/e ritardare le attività previste dal progetto
¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è
sempre continuo ed assicuratO.
DESCRIZIONE SEDE
DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:
TANZANIA – DAR ES SALAAM
La città di Dar es Salaam è situata al centro della costa orientale della parte continentale della Tanzania.
Con un’area di 1.350 km² occupa lo 0,19% della superficie del Paese, ospitando 2.489.800 abitanti. Il
territorio municipale é delimitato a nord dal fiume Mpiji e a sud dal fiume Mzinga. Ad ovest la cittá si estende
fino alle Pugu hills, mentre ad est arriva fino alle rive dell’Oceano Indiano.
Capitale economica della Tanzania, con oltre 4 milioni di abitanti ed un tasso di crescita annuo della
popolazione dell’8%, Dar es Salaam non é solo la città più popolosa del Paese, ma anche una delle città in
più rapida espansione dell’intero continente africano. I dati forniti da UN-HABITAT rivelano che dal 2002 al
2012 la popolazione di Dar es Salaam è cresciuta del 75%, mentre le aree urbanizzate sono cresciute del
150%. Le autorità municipali finora sono state sostanzialmente incapaci di gestire questa rapida espansione,
alimentata perlopiù da un flusso di migrazione interna dalle aree rurali del paese. Secondo la Banca
Mondiale il 70% della popolazione vive in insediamenti informali che mancano di adeguate infrastrutture e
servizi. Questa situazione sta comportando un rapido degrado del contesto urbano ed un’accesa
competizione per l’accesso all’acqua ed alla terra. L’accesso all’acqua potabile ed ad adeguati servizi
igienico-sanitari rappresentano due dei principali problemi vissuti dalle fasce più povere della popolazione
urbana e contribuiscono alla diffusione di svariate malattie, tra cui il colera, la malaria e la filariasi;
specialmente durante le inondazioni, che negli anni recenti si sono fatte più frequenti, per via di una cattiva
gestione del territorio. Inoltre meno del 3% dei rifiuti solidi della città, viene raccolto a causa della mancanza
di mezzi adeguati e un inadeguato processo di cost recovery. La maggior parte dei rifiuti sono bruciati, e / o
smaltiti nelle strade, pratiche che creano potenziali rischi per la salute.
Sempre secondo la Banca Mondiale oltre il 50% degli abitanti di Dar es Salaam vive con circa 1 dollaro al
giorno. Il 75% della popolazione che vive negli insediamenti informali é disoccupata o sotto-impiegata. La
principale fonte di reddito per queste famiglie deriva da attività legate all’economia informale. Tra il 1992 ed il
2000 il tasso d’occupazione a Dar es Salaam è sceso dal 64% al 42%, mentre nello stesso periodo la
popolazione impiegata in un lavoro autonomo é salita dal 29% al 43%. Lavoro autonomo che però nel 38%
dei casi non permette di superare la soglia di povertà. Tra le fasce più colpite figurano principalmente le
donne ed i giovani. É soprattutto tra quest’ultimi che si stanno acuendo fenomeni di devianza sociale (abuso
di stupefacenti, attività illecite) catalizzate dalla mancanza di opportunità di realizzazione da un punto di vista
economico e sociale.
Dar es Salaam si caratterizza per un forte divario fra i quartieri più ricchi e quelli più poveri e popolari. La
città è composta da tre distretti: Ilala, Temeke e Kinondoni.
Su tutto l territorio di Dar Es Salaam sarà realizzato il progetto del CEFA (116934).
Nel territorio di Dar Es Salaam il CEFA (116934) interviene nel settore Educazione e Istruzione.
DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:
EDUCAZIONE E ISTRUZIONE
Negli ultimi 10 anni ricercatori ed agenzie internazionali hanno riconosciuto ed enfatizzato l’importanza della
cultura nei processi di sviluppo.
La Tanzania riconosce l’importanza di investire in questo settore ed ha aderito ad alcune importanti
convenzioni internazionali: la “Convention on the Protection and Promotion of the Diversity of Cultural
Expressions (UNESCO 2005) ” e “The indigenous cultural convention” (UNESCO 2003), l’Universal
Declaration on Cultural Diversity (UDCD).
Il Governo Tanzaniano attraverso la collaborazione con l’ East African Commission of Culture and Sport
intende supportare l’implementazione del protocollo siglato ad Arusha nel 2007 che intende costituire un
“Consiglio permanente di Cultura e Sport nei paesi dell’Africa dell’Est”. Il Consiglio ha l’intento di articolare e
sviluppare una strategia che miri ad ottimizzare il potenziale economico del settore culturale con particolare
riferimento alla creazione di opportunità lavorative per gli operatori dell’arte e nello stesso tempo favorire
processi di inclusione sociale. Il Governo tanzaniano è consapevole del ruolo vitale giocato dalla cultura
nell’ambito di un processo di sviluppo sostenibile. Non solo in termini di crescita economica, ma anche come
principale strumento per il conseguimento di un’esistenza più soddisfacente da un punto di vista intellettuale,
emotivo, morale e spirituale.
Non esistono studi o statistiche ufficiali relative al ruolo ed all’impatto del settore culturale sull’economia del
Paese e la regolamentazione del settore culturale risale al 1997 (Cultural Policy). Le autorità nazionali si
sono limitate unicamente a riconoscere ad esso la possibilità di incrementare il proprio peso all’interno
dell’economia nazionale. Nonostante l’esistenza di questa prospettiva, sono diversi i fattori che impediscono
al settore cultuale tanzaniano di esprimere appieno il proprio potenziale. La scarsa professionalità, la
mancanza di attrezzature e d’investimenti pubblici e privati sono tutti elementi che contribuiscono a creare
l’attuale situazione.
Dar es Salaam, in particolare i distretti di Temeke e Kinondoni, presentano una vivace proposta culturale,
ricca di artisti ed associazioni impegnate nella promozione della cultura e delle arti. La varietà dei gruppi
spazia da forma di arte tradizionale fino ad espressioni di arte contemporanea.
Il più recente studio di fattibilità progettuale realizzato da CEFA ha coinvolto oltre 30 gruppi/associazioni
operanti nei due distretti, per un totale di circa 400 artisti. I settori di attività artistica maggiormente
frequentati risultano essere: il settore delle arti visive (pittura, scultura, fotografia), il teatro, la musica e la
danza. Questo studio ha rivelato la sostanziale l’assenza di programmi di formazione pubblici miranti a
migliorare le capacità artistiche e organizzative degli artisti coinvolti. Un dato particolarmente significativo
riguarda la provenienza sociale degli intervistati: dei circa 400 artisti intervistati, oltre la metà (53% circa)
appartengono o provengono da gruppi sociali vulnerabili: persone disabili, una ampia percentuale di persone
malate di Hiv/Aids, ragazzi/e di strada. Un fattore che accomuna la loro attività è quello di realizzare prodotti
artistici, dalla musica alla danza al teatro, alla fotografia, che hanno come tema alcune problematiche sociali.
Tra esse emergono: la sicurezza nella città, la violenza di genere, la rappresentazione di condizioni di vita di
gruppi vulnerabili (in particolare per persone disabili e ragazzi di strada), la piaga della disoccupazione, la
micro-criminalità crescente.
Sono viceversa poco attivi specialisti in forme di produzione artistica legate ad attività di clown terapia, arte
terapia, o applicanti le metodologia del teatro dell’oppresso. Per questo genere di forme di intervento
artistico risulta al contrario, un’elevata richiesta da istituti ospedalieri operanti a Dar es Salaam, come il
CCBRT Disability Hospital (www.ccbrt.or.tz), e da associazione come “Tumaini la maisha”
(www.tumainilamaisha.org) che opera all’interno dell’ospedale Muhimbili con i bambini malati di cancro,
entrambi interessati ad attivare servizi innovativi per i loro piccoli pazienti.
Questi dati indicano che l’arte in un contesto sociale come quello di Dar es Salaam oltre ad avere un
significativo impatto sociale, è un importante strumento di prevenzione ed un terreno fertile dove potere
investire in educazione e formazione.
Il progetto ha un approccio trasversale ed unisce attività di formazione, capacity building e promozione
rivolte a gruppi di artisti appartenenti a background vulnerabili ad azioni di advocacy con il Ministero della
Cultura tanzaniano con lo scopo di agevolare un processo legislativo che tuteli e supporti gli operatori del
settore dell’arte.
Nel settore Educazione e Istruzione il CEFA (116934) interviene nel territorio di Dar es Salaam con i
seguenti destinatari diretti e beneficiari.
Destinatari diretti:
¾ 150 artisti, di età compresa tra i 18 ed i 35 anni. L’iniziativa concentrerà la propria attenzione
principalmente su giovani artisti provenienti da contesti di disagio (persone disabili, ragazzi di strada,
ecc) con l’intento di promuovere l’arte e la cultura come strumenti di emancipazione sociale ed
economica.
¾
Il progetto prevede il coinvolgimento dei funzionari e del personale del Ministero della Cultura e di
BASATA (Baraza la Sanaa la Taifa), il National Arts Council tanzaniano: un’agenzia governativa che
si occupa della promozione e dello sviluppo dell’arte in Tanzania.
Beneficiari:
¾ Ca. 3.000 persone: gli operatori del settore culturale tanzaniano (artisti, impresari, maestranze, ecc)
che beneficeranno delle video-formazioni realizzate nell’ambito dell’attivitàdi capacity building e da
un più moderno ed efficiente quadro normativo.
¾ Oltre 5.000 persone appartenenti a gruppi vulnerabili: (bambini disabili, bambini ospedalizzati,
famiglie marginalizzate ...) che beneficeranno delle nuove competenze acquisite dai gruppi artistici
coinvolti nel progetto. Il previsto programma di capacity building infatti includerà delle sessioni
speciali dedicate al teatro partecipativo, clown, arte e musica terapia.
OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:
DAR ES SALAAM (CEFA 116934):
¾ Rafforzare l’impatto sociale del settore culturale in Tanzania, attraverso la formazione di 150 giovani
artisti, provenienti da contesti di disagio sociale di Dar Es Salaam, fornendo loro gli strumenti
necessari per consolidare la loro attività artistica;
¾ Rafforzare la collaborazione tra i giovani artisti e le istituzioni preposte alla promozione e tutela del
settore culturale nella città di Dar Es Salaam;
¾ Rafforzare il contributo del settore cultura nella lotta alla riduzione della povertà e per l’integrazione
sociale nella città di Dar Es Salaam.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO:
Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi
DAR ES SALAAM (CEFA 116934):
Azione 1. Supporto a 150 giovani artisti tanzaniani provenienti da contesti di disagio attraverso un
programma di capacity building.
1. Realizzazione di un programma di formazione multi-disciplinare rivolto ai giovani artisti tanzaniani
della durata di 12 mesi. Il programma di formazione è realizzato attraverso 3 moduli didattici:
a) tecnico/artistico (diversificazione delle proposte artistiche, introduzione di tecniche ed
elementi innovativi e nuove metodologie);
b) manageriale;
c) marketing.
2. Misure di sostegno a supporto dei gruppi di artisti coinvolti nel progetto: l’azione sosterrà gli artisti
nella realizzazione di materiali promozionali quali: biglietti da visita, t-shirt, brochure, realizzazione di
portfolio.
3. Programma di 5 incontri di scambio con gruppi di artisti provenienti dal Kenya. Nell’ambito di un
programma internazionale che opera con le stesse finalità nella città di Nairobi, sono previste visite
di scambio tra giovani artisti kenyoti e tanzaniani per promuovere forme di “mutual-learning”,
networking e iniziative di team building.
Azione 2. Promozione delle proposte culturali dei 150 giovani artisti coinvolti nel progetto.
1. Mappatura degli operatori del settore culturale presenti a Dar Es Salam;
2. Organizzazione di eventi settimanali culturali miranti a promuovere i gruppi di artisti coinvolti nel
progetto. Verranno organizzati una serie di eventi promozionali con l’intento di facilitare i contatti tra i
potenziali donatori, impresari, amatori dell’arte con i gruppi di artisti. Gli eventi saranno ospitati da
alcuni centri culturali di Dar es Salaam (Alliance Francaise, Goethe-Institut e Nafasi Artcentre),
importanti conoscitori del tessuto culturale della città ed esperti nell’organizzazione di eventi culturali
3. Realizzazione di programmi sperimentali di clown, arte e musica terapia da realizzarsi
settimanalmente presso il reparto pediatrico del CCBRT disability hospital e presso l’associazione
“tumaini la maisha” che opera all’interno dell’ospedale Muhimbili con i bambini malati di cancro.
Azione 3. Contributo alla Revisione del quadro normativo regolante il settore culturale in Tanzania
1. Redazione di un report contenete l’analisi delle politiche e delle normative regolanti il settore
culturale tanzaniano.
2. Partecipazione agli incontri quindicinali di un tavolo di coordinamento per le politiche culturali di Dar
es Salaam per elaborare una nuova proposta di aggiornamento delle politiche del settore culturale e
predisposizione di una petizione da sottoporre al ministero della cultura tanzaniano. Al tavolo di
coordinamento parteciperanno i direttori dei dipartimenti culturali, le organizzazioni della società
civile, le autorità locali e i rappresentanti dei giovani artisti.
3. Realizzazione di un convegno regionale sulle politiche culturali in Africa dell’est. Si organizzerà un
meeting tra persone influenti e i sottocomitati organizzati con lo scopo di aggiornare la policy; in
particolare si inviteranno i segretari di gabinetto dei ministeri della cultura di Kenya e Tanzania, i
direttori dei dipartimenti culturali, rappresentanti delle agenzie delle Nazioni Unite che si occupano di
cultura (in particolare l’UNESCO).
Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la
specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività
¾
¾
¾
¾
¾
¾
1 esperto in gestione di progetti di sviluppo in ambito sociale (Azioni 1, 2 e 3)
1 Esperto del settore culturale tanzaniano (Azioni 1, 2 e 3)
1 responsabile amministrativo (Azioni 1, 2 e 3)
1 Responsabile Economic Empowerment (Azioni 1 e 2)
5 consulenti/formatori (Azioni 1 e 2)
1 Esperto legislativo in ambito culturale (Azione 3)
Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:
DAR ES SALAAM (CEFA 116934)
Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Affiancamento nella gestione dei programmi di formazione multidisciplinari;
¾ Supporto e collaborazione nella realizzazione di materiali promozionali;
¾ Supporto all’organizzazione di eventi culturali miranti a promuovere i gruppi di artisti coinvolti nel
progetto;
¾ Collaborazione nella mappatura degli operatori del settore culturale di Dar Es Salaam;
¾ Supporto all’organizzazione delle attività sperimentali di clown, arte e musica terapia da realizzarsi
nel reparto pediatrico del CCBRT disability hospital.
¾ Supporto in occasione del programma di scambio con i giovani artisti dal Kenya.
¾ Collaborazione all’attività di analisi delle politiche e delle normative regolanti il settore culturale
tanzaniano;
¾ Collaborazione alla realizzazione di un convegno regionale sulle politiche culturali in Africa dell’est.
Il volontario/a in servizio civile n°2 sarà di supporto nelle seguenti attività:
¾ Collaborazione nella diffusione di attrezzature e materiali di supporto alle attività dei giovani artisti;
¾ Affiancamento nella gestione dei programmi di formazione multidisciplinari;
¾ Collaborazione nella mappatura degli operatori del settore culturale di Dar Es Salaam
¾ Supporto in occasione del programma di scambio con i giovani artisti dal Kenya;
¾
Collaborazione all’attività di analisi delle politiche e delle normative regolanti il settore culturale
tanzaniano;
¾
Affiancamento alle attività finalizzate alla realizzazione di una campagna di advocacy rivolta al
Ministero della Cultura tanzaniano e volta al miglioramento del quadro normativo esistente.
Assistenza nell’organizzazione degli eventi culturali miranti a promuovere i giovani artisti beneficiari
del progetto.
Collaborazione alla realizzazione di un convegno regionale sulle politiche culturali in Africa dell’est
¾
¾
REQUISITI:
I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili
requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari
andranno ad implementare:
Generici:
¾ Esperienza nel mondo del volontariato;
¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;
¾ Competenze informatiche di base e di Internet.
Specifici:
DAR ES SALAAM (CEFA 116934):
Volontario/a n°1-2
¾ Preferenziale titolo di studio attinente all'ambito artistico o della comunicazione
¾ Buona conoscenza della lingua inglese
¾ Preferenziale esperienza, anche su base volontaria, in ambito socio-educativo
DOVE INVIARE LA CANDIDATURA
¾
¾
tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo
sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede
delle domande)
ENTE
CITTA’
CEFA
Bologna
INDIRIZZO
Via Lame 118,
40122
TELEFONO
SITO
051.520285
www.cefaonlus.it
tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la
documentazione richiesta in formato pdf, a [email protected] e avendo cura di specificare
nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN
AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).
Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC
• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),
• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it",
utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.