Con la piccola capanna nasce l`escursionismo

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Con la piccola capanna nasce l`escursionismo
10 locarno e valli +
Utente e-GdP: lucamata - Data e ora della consultazione: 3 aprile 2013 21:08
verzasca
40 anni fa la genesi dell’associazione “Amici del Barone”
Con la piccola capanna
nasce l’escursionismo
PAGINA A CURA DI
Teresio Valsesia
«Tutto incominciò nel 1973 nel
gruppo scout di Gordola». Giorgio Matasci fa un salto retrodatato
di 40 anni per ricordare la genesi
dell’escursionismo verzaschese. La
SEV sarebbe nata dieci anni dopo,
preceduta dall’associazione “Amici
del Barone” che aveva lo scopo di
costruire un piccolo rifugio nell’alpe più alto della valle Vogornesso.
Lui, Giorgio, aveva incominciato
a scarpinare qualche anno prima,
sotto l’ala del vescovo Ernesto Togni, a quell’epoca parroco di Tenero
e iniziatore alla montagna di tanti
giovani. Una passione che don Ernesto condivideva con loro.
Dunque in principio furono gli
“Amici del Barone”, grazie all’entusiasmo del presidente Franco
Salmina e dei fondatori: Siro Joppini, Efrem Regazzi, Remo Salmina,
Arnoldo Pura, Marco Dolci, Marco
Matasci, Ernesto Gianettoni, Tarcisio Patà, Flaminio Matasci, Siro
Gianettoni (l’alpigiano del Barone),
Aurelio Togni, Agostino Buzzini,
Romeo Ferriroli, Silvio Fioada e altri ancora. In quello stesso 1973 su
iniziativa di don Togni e di Claudio
Scascighini iniziò la tradizionale
celebrazione della Messa sugli alpi
della Verzasca. Un appuntamento
ancora vivo.
Nel frattempo Giorgio Matasci riceva l’incarico di coordinare l’alpinismo giovanile del CAS Locarno.
Lo fece per otto anni.
Nel 1976 vedeva la luce la prima
capanna del Barone, umile e defilata su quelle montagne maestose
e ancora poco frequentate. Sarebbe
stata poi ampliata e seguita da altre
quattro capanne, tutte targate SEV:
Cognora, Efra (su iniziativa di Tarcisio Mignola e Luciano Tenconi),
Borgna e Cornavosa, il compendio
finale di tanto lavoro, inaugurata
nel 2012 a completamento dei posti-tappa della Via Alta. La nascita
della SEV è datata 29 aprile 1983, a
Lavertezzo, con una trentina di soci
fondatori, riuniti attorno a un tavolo e con Lodovico Maggini, nominato primo presidente. Purtroppo
sarebbe deceduto poco dopo sul
Poncione Rosso. «Fu un momento
durissimo per tutti», ricorda Giorgio Matasci.
Ma dopo un anno di transizione
toccò a lui l’onere (e perché no?)
anche l’onore di guidare la società.
Impegno che ricopre ancora, dopo
28 anni.
Grande volontariato
speso per la valle
«Sono stati anni di passione e di
amore per la montagna, soprattutto per le quelle della nostra valle,
con molti momenti di emozioni e
La scintilla scoccata
anche grazie alla
passione del vescovo
mons. Ernesto Togni,
allora parroco di Tenero,
condivisa con un gruppo
di scout avviati da lui
alla montagna.
di soddisfazioni», confessa Giorgio
Matasci. Ma - aggiungiamo doverosamente - anche di grande lavoro.
È gente del fare quella della SEV.
Non del parlare. Il volontariato ha
connotato questi 30 anni di storia e
c’è da augurarsi che lo siano anche
i futuri, benché non appare facile,
poiché questa sta diventando merce preziosa e sempre più rara.
Non solo le capanne. Anche la
Via Alta, realizzazione concreta e
fattuale per promuovere l’escursionismo, insieme ai sentieri, alle
escursioni (in tutti i campi che vengono offerti dalla montagna). Poi le
serate (anche con alpinisti famosi
a livello internazionale), le manifestazioni, la cura particolare per i
giovani e la palestra del boulder di
Riazzino.
«Dobbiamo ringraziare tutti.
E i tutti sono davvero tanti», dice
Giorgio Matasci. Fra i dirigenti che
l’hanno affiancato, una menzione
particolare va a Fabiana Domenighini «per la passsione con la
quale si è consacarata alla SEV»
(illustrandone le attività anche con
una ricca documentazione fotografica. Poi Luciano Tenconi, braccio
operativo di tutti i lavori eseguiti
nel trentennio (senza di lui non
Cinque capanne, la
Via Alta, tanti sentieri,
proiezioni, una
palestra di bouder
molto gettonata e
l’attività per i giovani
sarebbe stato possibile raggiungere i traguardi delle capanne).
Terza colonna: Gianbeato Vetterli,
che ha seguito con grande professionalità e competenza un settore
delicato come quello finanziario.
«Senza dimenticare - aggiunge il
presidente - i volontari che hanno
seguito le capanne come guardiani
(una quindicina in tutto), in primis
Giovanni Graber, fedele a questo
compito da ben 21 anni a Cognora, al Barone e ora alla Borgna. Un
esempio per tutti».
«La chiave del successo: un comitato dinamico?», si interroga la vice
presidente Fabiana Domenighini.
GIORNALEdelPOPOLO
MERCOLEDÌ 3 APRILE 2013
C^è anche il progetto di ampliamento dlela
capanna Cògnora all’ordine del giorno della prossima assemblea della Societzz
Verso l’ampliamento
della capanna Cògnora
La copertina del libro
pubblicato dalla SEV
sulla Via Alta
della Verzasca che uscirà
alla fine di aprile.
«Sì, ma sempre sostenuto da numerosissimi soci», ricordando in particolare Marco Dolci, don Osvaldo
Gaggetta, Daria Scaroni, Rosemarie Tanner, Lorenzo Petazzi, Felice
Guidotti e Lorenza Gianettoni, questi ultimi usciti dal comitato soltanto lo scorso anno.
I trent’anni
della SEV
Il primo comitato era composto
da Lodovico Maggini, Giorgio Matasci, Daria Scaroni, Osvaldo Gaggetta, Marco Dolci e (come esterna)
Fabiana Domenighini. Recentemente sono entrati diversi giovani:
Matteo Giottonini, Maria MatasciStanga, Giulia Ramelli, Gianni Pantini ed Emanuele Carcano. Tra i collaboratori si devono citare Sandro
Romerio e Lorenzo Petraglio che
ha creato il Gruppo Giovani. Fabiana Domenighini non dimentica
nemmeno il contributo di amiche
e amici del resto del Ticino, della
Svizzera interna e della Germania.
I trent’anni della SEV saranno
sottolineati dalla pubblicazione di
un libro sulla Via Alta, dai campionati ticinesi di boulder e da un raduno (24 e 25 agosto) a Cornavosa.
Ma, al di là di queste manifestazioni, stanno le tante opere concrete,
che hanno contribuito a fare della
Verzasca una delle palestre escursionistiche più gettonate da appassionati di tutta Europa.
Dunque trent’anni spesi bene,
la presentazione
con una positiva ricaduta non soltanto di immagine, ma anche di
economia per tutta la valle. Più che
legittima quindi la soddisfazione
per Giorgio Matasci e per i dirigenti che l’hanno affiancato e per tuti i
soci.
Senza dimenticare che il presidente da sei anni è anche alla guida
della Federazione Alpinistica Ticinese. Anche questo è un riconoscimento cantonale per la “sua” SEV.
L’assemblea della Società escursionistica verzschese, in programma sabato
27 aprile alle ore 16, al mercato Coperto
di Gordola, sarà chiamata a decidere anche su una trattanda dedicata al progetto
di ampliamento della capanna Cògnora
che sorge a quasi
2.000 metri di quota,
nell’alta valle Vogornesso.
Anche questa nuova tappa operativa
conferma l’importanza e il grado di
frequentazione della
rete delle capanne
della SEV, che costituiscono non soltanto
delle mete specifiche, ma soprattutto dei
confortevoli posti-tappa per coloro che
percorrono la Via Alta.
I lavori assembleari della SEV (il 30°
appuntamento di questo genere) non
saranno soltanto l’occasione per fare il
punto sull’attività dell’anno scorso con
le varie relazioni del presidente Giorgio
Matasci (foto) e degli altri dirigenti, ma
anche dei guardiani delle altre quattro
capanne.
Sono previste inoltre le relazioni sui
Gruppi Giovani e Mini, le nomine statutarie e il programma delle attività del
30°. Al termine si terrà la presentazione
ufficiale del libro dedicato alla Via Alta
e il pomeriggio si chiuderà con un ricco
aperitivo.
Alcuni volontari davanti
alla capanna Cògnora
al tempo dei lavori
di costruzione.
Gordola, sabato 27 aprile alle 16 al Mercato coperto
Un libro dedicato alla Via Alta
Il Coro della Federazione alpinistica ticinese, nato recentemente.
Il 30° della SEV sarà sottolineato dalla pubblicazione di un libro sulla Via Alta. Non
è un’operazione autogratificante, ma un
prezioso vademecum destinato a tutti gli
escursionisti. Uno strumento di promozione di questo itinerario che corre lungo la
sponda sinistra della valle, realizzato anni
fa dalla SEV. Un autentico fiore all’occhiello, che ha ricevuto larghi apprezzamenti
e che è considerata il percorso a tappe più
impegnativo della Svizzera fra quelli escursionistici.
Ne sono autori Romano Venziani (per i testi)
e Roberto Buzzini (per le foto). Quest’ultimo è già autore di un analogo libro sulla Via
Alta della Vallemaggia. Gli abbiamo chiesto
qual è la più bella delle due traversate.
«Sono tutte e due splendide. Ma diverse fra
loro, quasi complementari. In Verzasca il
Le immagini sono del fotografo
Roberto Buzzini mentre Romano
Venziani ha scritto i testi per
accompagnare gli escursionisti
paesaggio è più selvaggio e soprattutto in
alcune tappe richiede grande concentrazione poiché rasenta l’alpinismo. La Vallemaggia invece è più paesaggistica, con
linee orografiche più modellate, ma con
dislivelli più lunghi».
Quanto tempo di lavoro?
«Avevo iniziato a percorrere la Verzasca prima della Vallemaggia, poi l’ho completata
successivamente. Tre-quattro anni, dalla
primavera all’autunno. Mi ha accompagnato spesso Giorgio Matasci, grande esperto,
che della sua valle conosce tutti i sassi. In
Verzasca ci sono ancora due alpi caricati, il
Barone e Fümegna. Quindi in queste tappe
ho documentato anche l’economia alpestre, specialmente a Fümegna dove l’attività dell’alpe si coniuga con quella turistica
della capanna. Comunque in ambedue gli
itinerari le testimonianze della vita di un
tempo sono costanti anche perché le capanne sono delle vecchie cascine che hanno cambiato destinazione».
Romano Venziani conosce bene la Via Alta
per averla percorsa più volte, sempre per
i suoi eccellenti documentari televisivi.
Come la definisce? «Una via scolpita nel
cielo».