nosografia ed epidemiologia dei dsa in italia

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nosografia ed epidemiologia dei dsa in italia
NOSOGRAFIA ED EPIDEMIOLOGIA
DEI D.S.A. IN ITALIA
Dott.ssa Michela Lopez
Responsabile clinica centro D.S.A., Giovinazzo
www.cooperativasocialearco.it
[email protected]
COSA NON SONO I DSA?
• NON sono UNA MALATTIA
• NON sono conseguenza di UN BLOCCO PSICOLOGICO
• NON sono conseguenza di UN BLOCCO EDUCATIVO
• NON sono conseguenza di UN BLOCCO RELAZIONALE
• NON sono dovuti a DEFICIT DI INTELLIGENZA
• NON sono dovuti a DEFICIT SENSORIALI
COSA SONO I DSA?
I D.S.A:
-si manifestano in età scolare come una difficoltà di
lettura, scrittura e processamento matematico;
-tali abilità non possono essere svolte in modo corretto
e fluente per una difficoltà di automatizzazione dei
processi di letto-scrittura e calcolo;
-i D.S.A. si manifestano in assenza di disturbi
sensoriali, cognitivi, neurologici, relazionali.
(definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condivisa
dall’Associazione Italiana Dislessia)
CARATTERISTICHE
• SPECIFICITÀ: riguardano aspetti specifici dell’apprendimento
• DISCREPANZA tra abilità cognitive (età mentale) e abilità relative
ad ambiti specifici
• DISTURBI EVOLUTIVI: si manifestano in età evolutiva e il deficit
riguarda lo sviluppo di abilità mai acquisite e non perse a causa di
eventi traumatici
• ORIGINE GENETICA
• DIVERSA ESPRESSIVITA’ DEL DISTURBO NELLE VARIE FASI
• INSTABILITÀ (i dislessici lavorano sempre al limite delle loro risorse
attentive)
DUNQUE I DSA……..
-
si manifestano in soggetti normodotati, con normali capacità intellettive e sociali;
-
riguardano ambiti specifici dell’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo);
-
sono di origine costituzionale, cioè fanno parte del corredo genetico del soggetto;
-
non sono facilmente pronosticabili prima dell’età scolare;
-
accompagnano il soggetto nel corso dello sviluppo (“dislessia evolutiva”)
-
non sono guaribili, ma le conseguenze funzionali si modificano attraverso adeguate
misure rieducative e didattiche;
-
spesso sono accompagnati da manifestazioni psicologiche e relazionali disturbate
(disturbi della condotta) e associati disturbi dell’attenzione e iperattività.
FACCIAMO UN PO’ DI
CHIAREZZA…
•DISLESSIA EVOLUTIVA (DE)
•DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO
(DSA)
•SINDROME DISLESSICA
Sono 3 modi per indicare una sindrome che, nella
maggior parte dei casi, non riguarda solamente la
lettura (dislessia) ma anche l’ambito della scrittura
e del calcolo
DISLESSIA EVOLUTIVA ≠
DISLESSIA ACQUISITA
DISLESSIA EVOLUTIVA:
primaria, costituzionale, legata a
cause esistenti fin dalla nascita,
sebbene si manifesti solitamente con
l’inizio della scuola; permane nel
corso dello sviluppo
MANCA LA POSSIBILITÀ DI
AUTOMATIZZARE ALCUNE
ABILITÀ PER VIA DI ANOMALIE
NELLE STRUTTURE CEREBRALI
CHE CONDIZIONANO FIN
DALLA NASCITA LA VITA
DEL BAMBINO
DISLESSIA ACQUISITA:
secondaria a traumi o lesioni
cerebrale che danneggia un’area
cerebrali specifiche impedendone il
corretto funzionamento funzione
PERDITA DI UNA FUNZIONE
PRECEDENTEMENTE ACQUISITA,
PUÒ COMPARIRE A QUALSIASI
ETÀ.
:
Caratteristiche fondamentali
1
PER DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO
SI INTENDE
UNA DISABILITÀ GRAVE DELL’APPRENDIMENTO
DELLA LINGUA SCRITTA (CAPACITÀ DI LEGGERE E
SCRIVERE) E DEL PROCESSAMENTO
MATEMATICO:
difficoltà sia nell’apprendimento delle regole che nella
capacità di utilizzarle una volta acquisite (stabilizzazione)
COS’E’ UNA DISABILITÀ?
O.M.S: “RIDUZIONE O PERDITA DI CAPACITÀ
FUNZIONALI CONSEGUENTI A UNA MENOMAZIONE”
(ad. Es: perdita di capacità motorie in seguito a danno
cerebrale)
E SE UNA DISABILITÀ NON E’ RICONDUCIBILE AD
ALCUNA MENOMAZIONE?
Solitamente la si giustifica con mancanza di esercizio, di
volontà, di motivazione
RIDEFINIAMO…
• ABILITÀ: capacità di mettere in atto una serie di azioni,
spesso in sequenza tra loro, in modo rapido ed
efficiente, per raggiungere uno scopo col minimo
dispendio di risorse
COME SI ACQUISISCE?
Prerequisiti o predisposizione di partenza
Esposizione agli stimoli adeguati
Esercizio (a parità di condizioni tanto più frequente è
l’esercizio tanto più rapida l’acquisizione)
DISABILITÀ
INCAPACITÀ DI COSTRUIRSI UNA ROUTINE DI
AZIONI CHE RENDA FACILE IL
RAGGIUNGIMENTO DI UN DETERMINATO
SCOPO.
Può dipendere da 3 condizioni:
-Mancanza dei prerequisiti di partenza
-Scarsa esposizione agli stimoli
-Mancanza di esercizio (allenamento)
DUNQUE….
- STIMOLAZIONE ADEGUATA
- ESERCIZIO ADEGUATO
DOBBIAMO PENSARE CHE CI SIANO DELLE
CARENZE NELLA PREDISPOSIZIONE DI BASE,
SCARSAMENTECONTROLLABILE RISPETTO
ALLE ALTRE 2 CONDIZIONI
COSI’ NEI DSA:
-
POICHÈ VI È UNA CONDIZIONE DI PARTENZA DEFICITARIA, LE
STIMOLAZIONI E L’ESERCIZIO NON SONO SUFFICIENTI PER
RENDERE STABILE L’APPRENDIMENTO: necessità di una
stimolazione più intensa e di esercizio quotidiano
-
GROSSO DISPENDIO DI ENERGIE NELLO SVOLGIMENTO DI
COMPITI PER ALTRI AUTOMATICI: i dislessici lavorano sempre al
limite delle risorse attentive
-
CONSEGUENZE NEGATIVE ANCHE SULLE COMPETENZE
METACOGNITIVE (es. automonitoraggio e autocorrezione)
:
Caratteristiche fondamentali
2
I DSA NON SONO UNA MALATTIA, MA
PIUTTOSTO UNA DISFUNZIONE
CONGENITA DI ALCUNE AREE DEL
SISTEMA NERVOSO CENTRALE:
in questo senso, dunque, non vi è una cura
:
Caratteristiche fondamentali
3
I DSA NON SONO ATTRIBUIBILI:
- A MENOMAZIONI SENSORIALI (vista, udito..)
-
A SCARSA INTELLIGENZA (mentre a lungo termine vi può essere
una compromissione delle abilità cognitive secondaria al disturbo
specifico)
-
A PROBLEMI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI (che potrebbero
invece esserne un effetto)
-
A PROBLEMI SOCIO-CULTURALI (i DSA sono diffusi in egual
modo tra le diverse classi socio economiche)
:
Caratteristiche fondamentali
4
I DSA HANNO UN PATTERN DI ESPRESSIVITÀ CHE SI
MODIFICA NEL TEMPO, IN RELAZIONE:
-ALLE DIVERSE RICHIESTE DELL’AMBIENTE SOCIOEDUCATIVO,
- ALLE DIVERSE FASI DELL’APPRENDIMENTO DELLA
LETTO-SCRITTURA,
-AI DIVERSI COMPENSI FUNZIONALI CHE I SOGGETTI,
AUTONOMAMENTE O IN RIABILITAZIONE, METTONO
IN ATTO
:
Caratteristiche fondamentali
5
I DSA SI MANIFESTANO CON GRADI
DIVERSI DI DIFFICOLTÀ E INTACCANO
DIFFERENTI ABILITÀ:
ogni dislessico è diverso da un altro!
“LA DISLESSIA È UNA COMBINAZIONE
UNICA DI TALENTI E INEFFICIENZE,
CAPACITÀ
CAPACITÀ E DIFFICOLTÀ”
DIFFICOLTÀ”
• impossibilità di trovare un dislessico
uguale ad un altro
• importante programmare l’intervento in
base alle caratteristiche del singolo
• importante valutare i punti di forza
individuali
SOTTOTIPI DI DSA
• DISLESSIA
(“disturbo specifico che si manifesta come una difficoltà nell’imparare a leggere, in particolare nella
decifrazione dei segni linguistici, ovvero nella correttezza e nella rapidità della lettura”)
• DISGRAFIA
(“disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nella realizzazione grafica”)
• DISORTOGRAFIA
(“disturbo specifico di scrittura che si manifesta in difficoltà nei processi linguistici di transcodifica”)
• DISCALCULIA
(“disturbo specifico che si manifesta con una difficoltà negli automatismi del calcolo e
nell’elaborazione dei numeri”)
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DEI D.S.A. IN ITALIA
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FATTORI DI RISCHIO
(generici)
• PRESENZA DI DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO IN
FAMIGLIA (anche in assenza di diagnosi)
• CAMBIAMENTO DI UMORE NEL BAMBINO IN
RELAZIONE ALL’INIZIO DELLA SCUOLA
• OPPOSITIVITÀ DURANTE DETERMINATI COMPITI
PIUTTOSTO CHE ALTRI
INDICATORI DI RISCHIO
•
ETÀ PRESCOLARE
SUPERATI I 3 ANNI IL BAMBINO MOSTRA DIFFICOLTÀ FONOLOGICHE (es.
tavolo = tabolo; farfalla = tafalla)
•
LA FREQUENZA DEL NIDO O DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA NON HA
INFLUENZATO LA RISOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ LINGUISTICHE
•
DIFFICOLTÀ NEI GIOCHI METAFONOLOGICI (es. rime, un bastimento carico di….)
•
DIFFICOLTÀ NELLA DENOMINAZIONE RAPIDA (es. denominazione rapida di
colori)
•
CARENZE NELLA MEMORIA A BREVE TERMINE FONOLOGICA (ripetizione di
suoni, numeri, parole)
•
DIFFICOLTÀ GRAFICHE (DISEGNO, PREGRAFISMO)
•
GOFFAGINE E DIFFICOLTÀ NELLA MOTRICITÀ FINE
INDICATORI DI RISCHIO
FINE PRIMA ELEMENTARE
•
IL BAMBINO MOSTRA DIFFICOLTÀ NELL’ASSOCIARE UN SUONO A UN
SEGNO (e viceversa)
•
LA LETTURA E LA SCRITTURA SONO MOLTO LENTE, STENTATE
•
LA GRAFIA IN STAMPATO MAIUSCOLO NON È FACILMENTE
LEGGIBILE
•
NON RIESCE A RICONOSCERE PICCOLE QUANTITÀ
•
NON RIESCE A LEGGERE E SCRIVERE NUMERI ENTRO IL 10
•
NON RIESCE A SVOLGERE SEMPLICI CALCOLI ENTRO IL 10 (ANCHE
COL SUPPORTO DI OGGETTI)
INDICATORI DI RISCHIO:
DIFFICOLTÀ DI LETTURA:
• lentezza ed esitazioni
• difficoltà nel riconoscimento di diversi caratteri
tipografici
• confusione tra lettere simili fonologicamente o
morfologicamente
• omissione, inversione, aggiunta di lettere e sillabe
• perdita della riga e salto della parola
• distanza dal testo e postura particolare per leggere
• comprensione del testo (?)
INDICATORI DI RISCHIO
DIFFICOLTÀ DI SCRITTURA:
SCRITTURA
• lentezza
• difficoltà nel copiare dalla lavagna e nel dettato
• difficoltà ad usare armoniosamente lo spazio del foglio
• confusione tra i diversi caratteri tipografici
• confusione tra lettere simili (es. p-b, d-b, m-n)
• omissione, inversione, aggiunta di lettere e sillabe
• disgrafia (macroscrittura e microscrittura)
• errori ortografici: gruppi consonantici complessi, digrammi ortografici
(sc, gl), doppie, accenti, uso dell’h, apostrofo.
• uso della punteggiatura inadeguato o assente
• difficoltà nel costruire testi lessicalmente ricchi e sintatticamente
complessi
INDICATORI DI RISCHIO
DIFFICOLTÀ NEL CALCOLO:
CALCOLO
• errori nella copia, nella scrittura e nella lettura di numeri (es. 13-31)
• numerazioni orali (avanti e reverse)
• calcoli a mente e fatti aritmetici
• memorizzazione delle procedure del calcolo nelle 4 operazioni
• memorizzazione delle tabelline
• discriminazione di segni grafici
• memorizzazione dei termini delle figure geometriche, delle formule
• problem solving aritmetico (?)
INDICATORI DI RISCHIO
ALTRE DIFFICOLTÀ:
• difficoltà a imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario
• difficoltà nella memorizzazione di filastrocche e poesie
• difficoltà nella memorizzazione e nel recupero funzionale delle
sequenze automatiche (mesi, giorni, stagioni…)
• problemi di memoria a breve termine
• difficoltà di orientamento temporo-spaziale
• difficoltà di attenzione, distraibilità, affaticamento
• difficoltà nell’apprendimento delle lingue straniere (in particolare
nella componente ortografica più che orale)
• difficoltà nella lettura della musica
• goffaggine, difficoltà nella motricità fine, problemi di discriminazione
dx/sx
EPIDEMIOLOGIA
-
le difficoltà di apprendimento scolastico riguardano il 10-20% della
popolazione in età scolare
-
la prevalenza dei disturbi specifici di apprendimento (dislessia,
disgrafia e disortografia, discalculia) viene posta dalla maggioranza
degli autori tra il 2 ed il 10%
-
in Italia, dove esiste un sistema linguistico trasparente, la
prevalenza viene valutata tra il 2,5 e il 10 % a seconda degli a autori
Stella, Levi e Soresi: 2,5-3,5 % ; Curci e Ruggerini (3.65%); Mazzotta
(4.35%) e Tressoldi (5-10%).
- prevalenza nel sesso maschile (rapporto M/F = 3/1)
EPIDEMIOLOGIA
secondo il DSM IV
• AUTISMO: 2-20 CASI SU 10000
• RITARDO MENTALE: 1 CASO SU 100
• BALBUZIE 0,8-1 CASO SU 100
• DISTURBO ESPRESSIVO DEL LINGUAGGIO:
3-7 CASI SU 100 (in età scolare)
• DSA: 2-10 CASI SU 100
(IN ITALIA CIRCA 5%)
EZIOLOGIA
•1^ ipotesi: nei soggetti affetti da DSA vi è
stata una fase durante la quale è stata
inadeguata l’acquisizione di presupposti
importanti (ad esempio, per la lettura, può
essere stata deficitaria l’acquisizione dello
sviluppo spaziale, fonologico, motorio etc.):
questa fase è poi stata superata ma ha
determinato, a distanza, l’effetto patologico
EZIOLOGIA
•2^ ipotesi (attualmente la più accreditata):
i DSA sono la conseguenza funzionale di
una peculiare struttura neurobiologica
che comporta probabilmente un deficit di
transcodifica unico per i diversi ambiti della
lettura, della scrittura e del calcolo, che
potrebbe essere identificato nell’alterazione
dei tempi di processamento degli stimoli
visivi e acustici
A SOSTEGNO DELL’IPOTESI
BIOLOGICA….
• FAMILIARITÀ: il rischio di dislessia per i parenti
di primo grado si colloca tra il 35% e il 65%.
• STUDI SUI GEMELLI:
GEMELLI maggiore concordanza di
sintomi di DSA nei gemelli monozigoti (dal 71%
al 100%) rispetto ai gemelli eterozigoti (49-52%).
• PREDOMINANZA NEL SESSO MASCHILE:
MASCHILE
differenza sensibile di incidenza fra i due sessi
(mas vs fem = 3:1)
ALTERAZIONE STRUTTURALI E FUNZIONALI
NEL CERVELLO DI INDIVIDUI DISLESSICI
• Studi autoptici: differenze a livello del corpo genicolato
laterale del talamo (diversa distribuzione di cellule
piccole e grandi)
• Tecniche neuroradiologiche (TAC e RMN): anomalie
strutturali nella distribuzione delle asimmetrie tra
emisfero dx ed emisfero sx
• Tecniche neuroradiologiche (RMF e PET):
anomalie funzionali: riduzione del metabolismo del
glucosio e anomalie nel flusso cerebrale dell’emisfero sx;
attivazione di aree differenti durante i compiti di natura
fonologica)
Suggestiva convergenza di dati neuroanatomici
e neurofisiologici a favore di un’organizzazione e
di un funzionamento cerebrale atipici in pazienti
con dislessia evolutiva
MA AL DI LÀ DELLE CAUSE
E’ ESSENZIALE INDIVIDUARE I
PROCESSI DEFICITARI
per allestire di un percorso riabilitativo
individualizzato ed efficace.
• Dagli studi funzionali emerge:
L’alterazione di alcuni gruppi di cellule>>> la loro
capacità di sincronizzare gli eventi potrebbe
essere alterata, per cui tutto ciò che è troppo
veloce non verrà eseguito correttamente.
• Dunque >>>> spesso il dono più bello che
possiamo fare al ragazzo con DSA è quello del
tempo: il tempo di comprendere la richiesta e il
tempo di organizzare la sua risposta.
IL DISLESSICO HA TEMPI DIVERSI!
DIVERSI
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COMORBIDITÀ
• Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (sintomi
di inattenzione, iperattività, impulsività) che potenzia le
difficoltà nell’adattamento scolastico e talora costituisce
l’unico aspetto recepito dall’ambiente sociale ;
• Disturbo Oppositivo-Provocatorio: favorisce il
disadattamento scolastico e talvolta può essere
secondario ad esperienze frustranti vissute dal bambino a
causa di insuccessi nella didattica ;
• Disturbi della Condotta e inerenti all’area della devianza
sociale, eventualmente associati ad abuso di sostanze e
comportamenti delinquenziali spesso in rapporto con
situazioni scadenti sul piano di vita sociale.
COMORBIDITÀ
• Disturbi d’ansia nelle varie articolazioni: attacchi di
panico, disturbo di ansia di separazione, fobie semplici,
fobia sociale. Questi disturbi possono condurre a ritiro da
scuola, per periodi transitori o prolungati, ed
interferiscono sulle possibilità di trattamento e recupero
delle difficoltà nel settore didattico;
• Disturbi somatoformi, anch’essi possibili espressioni di
reazioni secondarie agli insuccessi e alle frustrazioni in
campo didattico, possono generare disadattamento e
ritiro scolastico;
• Disturbi dell’umore, secondari a disturbi specifici
dell’apprendimento o componente di disturbi aspecifici,
possono condurre a ritiro sociale e a comparsa di idee
suicide.
L’evoluzione nel tempo
EVOLUZIONE A DISTANZA DELLA DIFFICOLTÀ NEGLI
APPRENDIMENTI SPECIFICI (letto-scrittura)
• Miglioramento del controllo del linguaggio scritto (inteso
come acquisizione dei meccanismi di decodifica), con
miglioramento nella correttezza più significativo rispetto
a quello nella velocità
• Permanenza delle difficoltà di controllo delle regole più
complesse (ad es. ortografiche), solitamente fino alla
fine della scuola media
• Miglioramento nell’elaborazione dei testi (grazie anche
ad un maggiore controllo della tecnica)
• No grossi cambiamenti nella comprensione
PERSISTENZA DI DIFFICOLTÀ QUALI:
• Difficoltà a prendere appunti
(“Quando scrivo è come se il mio cervello andasse più
veloce della mia mano”)
• Persistere di una brutta grafia
• Cali di attenzione (soprattutto durante compiti di lettoscrittura)
• Povertà lessicale nell’elaborazione testuale (tendenza ad
usare solo le parole che si conoscono con certezza, testi
brevi, più tempo per l’autocorrezione)
Esiti psico-sociali
• Frequente abbandono scolastico alla fine della scuola
dell’obbligo
• Minore chance sul lavoro degli adulti con DSA (anche
perché spesso scelgono corsi di studi meno impegnativi)
• Minor autostima, ansia, insicurezza
preoccupazioni per la carriera
e
maggiori
• Dichiarata insoddisfazione rispetto al percorso scolastico
indipendentemente dagli studi intrapresi
EVOLUZIONE DEL DISAGIO PSICOLOGICO:
miglioramento dello stato di benessere in età
adulta
• Riduzione del disagio psicologico, dell’ansia,
della depressione alla fine del periodo scolare,
grazie al diminuire della pressione e delle
richieste ambientali
• Affinamento delle strategie di compensazione,
grazie alla maggior consapevolezza dei propri
limiti e punti di forza: alcune ricerche
sottolineano un nesso tra i risultati ottenuti e il
riconoscimento delle proprie difficoltà
•
Elisa, 28 anni, laureata in storia, consulente finanziaria: “ora con i numeri ci
lavoro quotidianamente e la calcolatrice mi è di grande aiuto. A volte sbaglio e
non sempre riesco a correggermi … allora mi scuso e dico che ho avuto un
momento di stanchezza. Insomma, me la cavo”
•
Patrik, 24 anni, laureando in ingegneria meccanica: “certe volte sono
disinnamorato. Ci metto tanto lavoro nelle relazioni e mi torna il commento che il
lavoro è buono, ma grammatica e ortografia lasciano a desiderare”
•
Peter 42 anni, laureato in storia dell’arte: “grazie alla psicoterapia all’università
mi ero in un certo senso liberato dalle negatività. Mi restava il problema di
prendere appunti e scrivere, ma ho messo a punto varie strategie”
•
Mattia, 43 anni, restauratore: “ Da poco tempo a mio figlio è stata fatta la
diagnosi di dislessia e finalmente ho saputo dare un nome alle difficoltà che
anche io ho sempre avuto”
•
Fabio, 25 anni, studente in psicologia e barista: “ora che conosco il mio vero
problema voglio provare a superarlo ma con qualche riserva: se un giorno
dovessi capire che la mia strada si interrompe non affronterò più le frustrazioni,
non ho più risorse per affrontare le mie difficoltà, farò altre cose, lavori manuali,
ma continuare così no, non credo di riuscirci”
P., 24 anni
IO: Se la tua dislessia ti avesse lasciato qualcosa di
buono, cosa sarebbe?
P:…..forse….beh…..posso dire che
LA DISLESSIA MI HA INSEGNATO A
PRENDERE SCHIAFFI SENZA SENTIRE
DOLORE
BIBLIOGRAFIA
• Lopez L., Le basi biologiche della dislessia
(www.aiditalia.org)
• Stella G. (2001), IN CLASSE CON UN ALLIEVO
CON DISORDINI DELL’APPRENDIMENTO,
Milano, Fabbri Editori;
• LEGGE 8 ottobre 2010, n. 170 – Nuove norme
in materia di disturbi specifici di apprendimento
in ambito scolastico