Due giovani laureati e il laser

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Due giovani laureati e il laser
32 Speciale Giovani
Dental Tribune Italian Edition - Dicembre 2013
Aiop: un’Accademia vicina ai giovani
La disciplina protesica rappresenta, nell’ambito della terapia odontoiatrica, quella fase che completa il trattamento restaurativo, una
delle più complesse per il clinico, che deve avvalersi della preziosa
collaborazione di un odontotecnico scrupoloso, ed è anche la terapia più costosa per il paziente. Nel percorso formativo dei giovani
odontoiatri solitamente si arriva a compiere le prime esperienze
cliniche in protesi solo dopo avere completato una prima fase
dedicata alla conservativa, all’endodonzia e alla preparazione iniziale parodontale. Un giovane odontoiatra che si confronta con la
realtà clinica quotidiana – sia perché ha aperto il suo studio, sia
perché collabora in realtà in cui si trova a gestire anche casi protesici – ha comunque la necessità di conoscere i principi di base della
protesi fissa. L’AIOP ha cercato di incontrare questa richiesta culturale propria dei giovani odontoiatri, sviluppando un programma
dedicato alle procedure cliniche di base della terapia protesica: la
preparazione dei monconi, la fase dei provvisori, le impronte definitive, la cementazione e il controllo occlusale. Questi argomenti
vengono trattati a rotazione in modo semplice e pratico con l’ausilio di video dimostrativi dai soci attivi dell’Accademia, con l’obbiettivo di semplificare al massimo le nozioni necessarie per limare i primi elementi dentari, per prendere un’impronta corretta,
per ribasare, rifinire e applicare un provvisorio e cementare i vari
tipi di restauri. Ci è sembrato fondamentale per un’Accademia di
elevato livello scientifico offrire anche un programma parallelo di
formazione di base, rivolto proprio ai giovani odontoiatri, da qui il
nome di AIOP Young. Il riscontro di questa iniziativa, nata un paio
d’anni fa è stato, e continua a essere, estremamente positivo, visto
l’elevato numero di partecipanti. Vorrei inoltre sottolineare che la
qualità delle informazioni presentate dai soci attivi rende questa
sezione adatta a tutti gli odontoiatri, che pur eseguendo da tempo
le terapie protesiche desiderano chiarire alcuni aspetti sulle principali procedure.
Non resta altro che augurarci di vedervi numerosi ai prossimi
eventi AIOP Young.
Dott.<Davide<Cortellini, Consigliere AIOP
Le preparazioni dentali “a finire”
la tradizione che guarda al futuro
Proponiamo di seguito una breve intervista fatta al dott. Attilio
Bedendo, relatore al Corso AIOP Young del XXXII Congresso
Internazionale AIOP, svoltosi a Bologna il 21 novembre
Dott. Bedendo, ci spiega
brevemente da cosa è
stata determinata la scelta
dell’argomento trattato (le
preparazioni dentali “a finire”, la
tradizione che guarda al futuro)?
Le preparazioni coronali verticali,
dette anche “a finire” o “a lama di coltello”, sono utilizzate da molti anni
in odontoiatria protesica sia su denti
con parodonto integro sia su pilastri
parodontalmente compromessi.
La mia formazione protesica prende origine dagli insegnamenti della
Scuola di Bologna di Porta Mascarella, dove il dott. Gianfranco di Febo ha
codificato la tecnica per le preparazioni dentali “a finire” che fanno parte del nostro bagaglio culturale.
Nella mia pratica clinica utilizzo sia
preparazioni orizzontali tipo spalla o
chamfer, sia preparazioni verticali “a
finire”, a seconda della diagnosi e del
piano di trattamento del caso specifico. Il protesista deve saper utilizzare entrambe le tecniche e adattarle
alle esigenze cliniche. In particolare,
le preparazioni “a finire”, o a lama di
coltello, presentano molti vantaggi
utili al protesista, sempre che ne conosca la tecnica di utilizzo.
Il primo vantaggio è il risparmio
di sostanza dentale che, come sappiamo, sta alla base di una corretta
preparazione e che contrasta un indebolimento del pilastro protesico
causato da una eccessiva asportazione di tessuto.
La gestione della ribasatura e della
rifinitura del provvisorio risultano
facilitate con l’utilizzo delle preparazioni verticali, sia nei casi complessi
protesico-parodontali che nei casi
semplici con parodonto integro.
L’utilizzo delle preparazioni “a finire” permette di ottimizzare il profilo
di emergenza coronale adattandolo
alla tipologia tissutale in modo da
avere una integrazione idonea tra
protesi e tessuti gengivali.
Altri vantaggi stanno nella facilità di
esecuzione dell’impronta definitiva
e nell’adeguata chiusura marginale
della corona protesica sia in vitro che
in vivo dopo cementazione.
Attualmente, la sempre maggiore attenzione alle tecniche minimamente
invasive rende la preparazione coronale verticale estremamente moderna e utilizzabile in casi selezionati,
impiegando la tecnica CAD/CAM,
con materiali estetici quali la zirconia o il disilicato di litio.
I partecipanti hanno avuto
modo di interagire con lei
attraverso una sessione di
domande per confrontarsi
sull’argomento?
Quello di Bologna è stato un vero e
proprio corso. Ha riscosso grande
successo tra i partecipanti, con i quali
c’è stata un’interazione continua; le
domande sono state molto pertinenti e, a dimostrazione dell’interesse
verso l’argomento, nella sala piena,
erano presenti anche professionisti
non giovanissimi.
Che consigli si sentirebbe di dare
ai giovani odontoiatri di oggi?
I giovani odontoiatri devono essere
animati da passione e determinazione e, per raggiungere l’eccellenza,
devono studiare e applicarsi con costanza. Il suggerimento che mi sento
di dare è quello di cercare all’interno
dell’ottimo panorama italiano una
scuola e un maestro da seguire e da
cui apprendere un metodo. Avere
una scuola alle spalle si traduce in
una solida base, di tradizione, ciò che
permette l’apertura alle tecniche e
alle innovazioni.
L’ultimo consiglio non è tanto per i
giovani, ma per i più esperti e mi rivolgo direttamente a loro: investite
sui giovani, custodite e valorizzate
la loro formazione. Rappresentano il
nostro futuro.
Due giovani laureati e il laser
In un incontro denso di soddisfazioni
L’esperienza di Matteo Olivi
Laureato in odontoiatria nel luglio 2013 all’università Victor Babes di Timisoara, in Romania, Matteo Olivi ha iniziato il suo percorso di odontoiatra, «attivamente coinvolto – dice – nella ricerca per imparare a utilizzare le tecnologie ad oggi disponibili, conoscendone pregi e limiti e
ottimizzando così i risultati. Ho scelto di condurre un’indagine attraverso la mia tesi di laurea, approfondendola con studi di microscopia elettronica – osserva – per introdurmi nel lavoro quotidiano con conoscenze
più approfondite sugli strumenti che utilizzo, come il laser, e verificando
prima i risultati operativi derivanti dal mio operato».
La ricerca, discussa come tesi, ha riscontrato interesse al punto che gli è
stata proposta l’esposizione al 5° Congresso internazionale di Laser e Biotecnologie mediche di
Timisoara (settembre 2013) dinanzi a importanti nomi dell’odontoiatria laser europea, e la conseguente pubblicazione su rivista scientifica internazionale con Impact Factor. Un percorso condiviso con il collega romano Lorenzo Dall’Asta, che ha eseguito una ricerca simile all’Università
Tor Vergata di Roma. Entrambi hanno avuto la fortuna di essere seguiti nella preparazione ed
esecuzione degli esperimenti da due esperti di laser in endodonzia, Vasilios Kaitsas e Giovanni
Olivi. La ricerca ha messo a confronto la tecnica convenzionale manuale di irrigazione in endodonzia con quella innovativa denominata PIPS (Photon Initiated Photoacustic Streaming), valutando la capacità di disinfezione di entrambe. I risultati sono interessanti, in quanto la tecnica
laser ha prodotto una disinfezione canalare pressochè assoluta e una superfice dentinale assai
pulita, priva di detriti e batteri all’esame del SEM. I dati sono risultati sovrapponibili a quelli
ottenuti da Dall’Asta a Roma e a quelli degli studi di riferimento già pubblicati.
Sviluppi futuri? «Magari una collaborazione con Dall’Asta – dice Matteo Olivi – affiancandoci
per continuare le nostre ricerche ed estendere i nostri interessi ad altre attività future».
L’esperienza di Lorenzo Dall’Asta
Laureatosi in odontoiatria all’Università Tor Vergata di Roma nel novembre del 2012, «già da studente – ricorda Lorenzo Dall’Asta – ho tentato di
unire il più possibile la parte teorica con quella pratica, in quanto nel
nostro mestiere credo necessario possedere un bagaglio di esperienza
esteso. Durante gli studi ho inoltre avuto la fortuna insieme al collega
Olivi di condurre una ricerca che mi permettesse di documentarmi e
di sperimentare nuove tecniche di lavoro nel campo specifico dell’endodonzia». Nel dettaglio questo lavoro tratta dell’utilizzo del Laser Er:YAG
nella disinfezione endodontica mediante metodica PIPS (Photon Initiated Photoacustic Streaming). Oltre ad essere stato oggetto della tesi di
laurea, è stato anche argomento, in momenti diversi, di due relazioni esposte dai due giovani ai
congressi di Timisoara e a quello della Sie a Torino. «La nostra volontà è quella di portare avanti
il lavoro di ricerca, migliorarlo dove possibile e svilupparne di nuovi, grazie alla possibilità di
collaborare con più università.»
Fra di esse la “Tor Vergata”, al cui interno Dall’Asta inizierà a svolgere un dottorato di tre anni,
«in modo che le conoscenze sugli sviluppi più recenti in odontoiatria si potranno legare alle
capacità pratiche coltivate in questi primi anni di attività professionale».
WEB ARTICLE
Dental Tribune Italian Edition - Dicembre 2013
Speciale Giovani 33
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Scelte, speranze, aspettative
di una studentessa del San Raffaele
Con l’intento di continuare a dar voce ai giovani del settore odontoiatrico, parlando di interessi, esperienze, formazione e futuro professionale, Dental Tribune
ha intervistato Roberta Grassi, una studentessa di Odontoiatria al terzo anno di corso dell’Università “Vita e Salute” del San Raffaele di Milano.
Roberta, tu non sei originaria di
Milano. Come mai la scelta di
questo polo universitario?
dentessa di Odontoiatria del terzo anno; tutti i miei sforzi
sono destinati alla laurea e a fare in modo che possa raggiungere il mio obiettivo con tanti sacrifici sì, ma senza mai
Dopo essermi documentata sui vari
percorsi formativi offerti da differenti
università italiane, il più innovativo è
risultato essere quello proposto dall’Università “Vita e Salute” del San Raffaele di Milano. Quindi ho colto l’occasione di vivere una nuova esperienza
di vita in questa città, lontano da casa
mia, a Bari.
Ci sono differenze tra il piano
di studi previsto a Milano
(tirocini, esperienze all’estero) e
quello promosso in altre facoltà
d’Italia?
Il piano di studi di Odontoiatria del
San Raffaele propone diverse offerte
del tutto innovative, come la possibilità di frequentare il reparto di Odontoiatria fin dal primo anno. Oppure
di seguire corsi tenuti da personalità
eminenti del mondo odontoiatrico,
come Paolo Malo, il quale concede agli
studenti più meritevoli l’occasione di
soggiornare e visitare una delle sue cliniche più importanti a Lisbona. O anche l’opportunità di far partecipare gli
studenti del terzo anno di Odontoiatria a un corso di sutura sui cadaveri.
Hai già partecipato a qualche
corso o stage all’estero? Ti
piacerebbe?
No, ma spero di poterlo fare presto in
modo di arricchire il mio bagaglio culturale, confrontandolo con differenti
realtà universitarie estere.
Hai già scelto quale specialità
seguire?
Non ho ancora scelto che tipo di specializzazione prenderò. Ritengo sia
troppo presto: ho ancora tre lunghi
anni dinanzi a me durante i quali
imparerò a conoscere meglio le varie opzioni che la Facoltà di Odontoiatria offre.
Nella scelta del percorso di
Odontoiatria, quanto sei stata
influenzata dall’esperienza dei
tuoi genitori?
Sono sempre stata molto orgogliosa della florida carriera di entrambi
i miei genitori, e in particolar modo
ho sempre ammirato la passione che
mettevano nel loro lavoro e quanto
questo li abbia spinti a farcela da soli.
Quindi, in un certo senso, la loro passione ha fatto crescere anche la mia; i
miei genitori mi hanno sempre spinta a scegliere un percorso di studi, di
lavoro, di vita che mi rendesse felice.
Sono stata poi io a far coincidere la
mia felicità con il “cammino” odontoiatrico che ho intrapreso.
Come vedi il tuo ingresso nel
mondo del lavoro? Cosa ti
aspetti dal futuro?
Attualmente sono una semplice stu-
perdermi per strada. Una volta laureata, mi aspetto di diventare un buon odontoiatra e magari poter seguire tanti
corsi con i migliori maestri del mestiere.
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