Omelia 26.12.2015 - S. Stefano S. Stefano, primo martire cristiano
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Omelia 26.12.2015 - S. Stefano S. Stefano, primo martire cristiano
Omelia 26.12.2015 - S. Stefano S. Stefano, primo martire cristiano. Tante volte, nel meditare figure che han dato la vita per il Signore vien da chiedermi: il cristiano è più l’uomo del dialogo o del martirio? E’ più l’uomo dell’intesa, dell’accordo o più della contrapposizione? Dico così perché il martirio c’è quando un’intesa non è stata raggiunta, quando il dialogo è cessato, quando è finito lo spazio per la trattazione. E in questo caso, il cristiano non volendo passare alle armi, non volendo colpire nessuno, accetta lui di venire colpito o addirittura ucciso e diviene martire. Se dal dialogo viene fuori l’intesa non c’è sangue, non c’è martirio, non ci sono morti. Se invece a nessuna intesa si arriva, la parola passa alle maniere forti e può esserci chi paga con la vita. Non è questo un dilemma facile da dirimere e anche la vita stessa della Chiesa nel passato e nel presente è accompagnata come da due filoni, uno un po’ più crociato e uno un po’ più dialogico. Anche in mezzo a noi cristiani di S. Ilario c’è chi è per un cristianesimo più identitario e militante e chi è per un cristianesimo più dialogico. E il rischio di ambedue le posizioni è di tirare per la giacchetta il Vangelo dalla propria parte: chi è per la militanza ama precisare che Gesù non disse “Andate e dialogate” ma “Andate e annunciate”, mentre chi è per un confronto convinto col mondo ama citare Gesù quando disse: “Chi non è contro di noi è per noi.” Come stanno dunque le cose? Da che parte bisogna stare? Nella mia risposta mi limito a offrire due spunti di riflessione: 1) Noi cristiani non parteggiamo per nessuno, noi stiamo dalla parte di Cristo. Siamo partigiani di Gesù. E per questo dobbiamo essere più bravi nel citare il Vangelo in ogni sua parte e non solo in quelle a noi più congeniali. 2) A proposito di dialogo o martirio, anche qui non c’è da preferire l’uno o l’altro ma è l’amore che deve venire preferito. E’ l’amore per il Vangelo e per ogni uomo che ti porta a volte a preferire il dialogo, altre volte a preferire il martirio. Che Stefano ci regali il suo discernimento! Visto però che noi oggi 26/12 ricordiamo un martire, la nostra attenzione e preghiera va a tutti coloro che in questo momento sono perseguitati a causa della fede. Sono tantissimi i martiri di oggi. E proprio ieri, giorno di Natale, a Betlemme mentre il patriarca cattolico di Gerusalemme si recava nella Basilica della Natività a celebrare la Messa e a tenere un mirabile discorso di pace, la sua auto veniva presa a sassate dai nemici della pace. Signore accompagna con la tua forza coloro che pagano con la vita la fede in Te e rendi tutti noi artefici di pace.