Là dove era la Guidovia

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Itinerari storici
di Marco Boglione
Là dove c’era
la Guidovia…
Per raggiungere
il santuario della Madonna
della Guardia, sulle alture
di Genova, oggi si può
percorrere a piedi il
tracciato ferroviario
smantellato negli Anni
Sessanta. Un percorso
davvero unico.
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a storia del più famoso Santuario Genovese iniziò il 29 agosto del 1490, quando
ad un contadino di Livellato, Benedetto Pareto, apparve in visione la Madonna,
che gli chiese di costruire una piccola cappella sulla vetta del monte Figogna. Il
Pareto, incredulo e scettico, non obbedì alla richiesta. Una seconda apparizione della
Madonna, che lo esortò a farsi aiutare dai suoi compaesani per costruire quanto richiesto nel luogo esatto della prima apparizione, lo convinse ad iniziare l’impresa.
Venne edificata dapprima una piccola chiesetta che dopo pochi anni fu ampliata; nel
XVI secolo, grazie alla diffusione sempre più massiccia del culto della Madonna della
Guardia, ed all’intervento di Bartolomeo Ghersi che elargì una somma vinta alla lotteria, l’originaria chiesetta fu notevolmente ingrandita e affiancata da ospizi per l’ospitalità dei pellegrini che, sempre in maggior numero raggiungevano, i luoghi
dell’Apparizione. Nel XIX secolo la chiesa venne nuovamente ampliata: per far spazio alla nuova chiesa fu spianata la vetta del Monte Figogna e vennero demoliti alcuni degli ospizi esistenti. Ma il terreno scelto per la nuova costruzione era
particolarmente cedevole e dopo pochi anni le murature portanti dell’edificio si creparono. La chiesa venne demolita per ricostruirne una nuova progettata dall’ingegnere milanese Luigi Bisi di Milano con pianta a croce latina e cupola ottagonale al
centro del transetto e disposta su tre navate. L’inaugurazione della nuova chiesa avvenne il 26 maggio 1890. In occasione del giubileo dell’anno 2000 il Santuario fu
ulteriormente modificato e ampliato.
Fu grazie ad un voto fatto alla Madonna della Guardia da Carlo Corazza che iniziarono i lavori della guidovia; il Corazza infatti, privo di un polmone, si rivolse alla Ma-
L
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donna della Guardia, nella speranza di vedere migliorare le sue
condizioni di salute. Il miracolo avvenne e, in segno di ringraziamento, Corazza decise di mantenere fede al suo giuramento. Nel dicembre del 1924, fu fondata la Società Anonima
Ferrovia Santuario della Guardia con presidente ed amministratore delegato lo stesso Carlo Corazza, ed un capitale sociale di un milione di lire. L’idea di collegare il Monte Figogna
e l’adiacente Santuario con un mezzo meccanico, non era
nuova, e nasceva dalla necessità di avere una connessione rapida per il trasporto dei numerosi pellegrini
che si recavano al santuario, raggiungibile
fino ad allora esclusivamente a piedi o a
dorso di mulo, lungo i numerosi ma ripidi
sentieri che conducevano alla cima.
Molti erano stati i progetti per un collegamento tra l’allora Comune di San Quirico
in val Polcevera ed il Monte Figogna nel
Comune di Ceranesi; agli inizi del 1800 si
era pensato ad una “ferrovia a dentiera”,
idea subito abbandonata per motivi economici, passando poi al progetto di una
ferrovia simile a quella torinese di Superga, proposta scartata perché anch’essa
troppo costosa, in quanto prevedeva, tra le varie opere, una
galleria lunga circa 400 metri.
Si valutò allora di realizzare una ferrovia a trazione elettrica
con filo aereo: il progetto presentato dall’ing. Severino Picasso
il 30 maggio 1896, prevedeva uno sviluppo di circa 8.800
metri, con partenza dalla frazione di Serro nel Comune di San
Quirico. I lavori iniziarono nel 1900 ma s’interruppero quasi
subito a causa di grosse difficoltà di economiche. Qualcuno
consigliò allora di provare con un altro sistema: la funivia. La
Prima Guerra Mondiale fece però passare in secondo piano
l’esigenza di un collegamento con il Monte Figogna.
A guerra terminata si ricominciò quasi subito a parlare della
ferrovia per il Santuario della Madonna della Guardia. In quegli anni, il precursore dei trasporti italiani Alberto Laviosa,
aveva realizzato un nuovo sistema chiamato “autoguidovia”,
che abbinava la trazione mediante gomme, alla sicurezza di
avere una guida facilitata grazie al fatto che le vetture correvano su rotaie. Uno dei vantaggi maggiori di questo sistema
era quello che si potevano superare anche
forti pendenze. (Va ricordato che il Laviosa
fu anche l’inventore della “Littorina”). Era
la soluzione giusta. Nel 1925 iniziarono i
lavori per la costruzione della prima tratta
della linea della lunghezza di Mt. 8.861,
che collegava la frazione di Serro nell’ ex
Comune di San Quirico alla località Cà
Bianca in Comune di Ceranesi. L’armamento era costituito da due cordoli in calcestruzzo della larghezza di cm. 25, sui
quali si muovevano le gomme delle vetture, che erano alimentate da motori a
benzina. In corrispondenza delle località Riviera, Fontanassi, Gaiazza, Sareto, Panigone, Galleria e Piani,
erano stati predisposti degli scambi, che permettevano alle vetture di incrociarsi, previa comunicazione con telefono a batteria tra le stesse. Giunte ai capolinea, le carrozze venivano
“girate” manualmente per invertirne il senso di marcia, mediante apposite piattaforme girevoli.
Il convoglio era costituito da una motrice e da due carrozze,
queste ultime utilizzate solitamente durante i periodi estivi e di
maggiore affluenza al Santuario. Le motrici avevano 18 posti
L’armamento era
costituito da due
cordoli in calcestruzzo
della larghezza
di cm 25, sui quali si
muovevano le gomme
delle vetture
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a sedere e 40 in piedi, mentre le carrozze disponevano di 40
posti. Tutte le vetture erano dotate di un unico respingente centrale e di un sistema di aggancio simile a quello utilizzato dai
tram. La velocità media delle vetture era di 15 km all’ora.
L’inaugurazione della tratta Serro - Cà Bianca avviene il 28 luglio 1929; con un viaggio di 45 minuti circa si arrivava alla frazione Cà Bianca posta a circa due chilometri di distanza dal
Santuario. Ma la guidovia era ancora incompleta: per arrivare
in prossimità della vetta e quindi del Santuario, si doveva salire a piedi o a dorso di mulo, lungo una stretto e ripido sen-
Con l’avvento dell’anno santo del 1950,
la guidovia ebbe forse il momento
di massimo fulgore
tiero. Il tratto mancante, avrebbe dovuto attraversare terreni di
proprietà della Masseria della Guardia, che non vedeva di buon
occhio la realizzazione di quest’ ultima parte di tracciato, ritenendo che l’arrivo così a ridosso del Santuario potesse arrecare disturbo alla quiete della zona. Dopo numerose e lunghe
trattative, l’intraprendente Carlo Corazza, riuscì ad ottenere le
autorizzazioni della Masseria, a condizione che il capolinea venisse posizionato in prossimità della Cappella dell’Apparizione.
Il 23 giugno del 1934, venne completata anche l’ultima tratta
che fu inaugurata il 28 luglio 1929; la linea, tutta a binario
dida
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unico, raggiungeva così uno sviluppo complessivo di 10.594
metri, con un dislivello di circa 704 metri ed una pendenza
media del 66,5 per mille.
Con l’approssimarsi della Seconda Guerra Mondiale, a causa
dell’aumento del prezzo della benzina, la guidovia iniziò ad
avere le prime difficoltà di carattere economico. Per la sua sopravvivenza, nel 1938, due motrici furono trasformate in diesel con motori “Mercedes” che permettevano un risparmio,
rispetto alla benzina, del 30%. Con l’inizio dei bombardamenti
del 1942 sulla città di Genova, la guidovia fu utilizzata per trasferire gli sfollati nelle più sicure località dell’entroterra. Nel
1945, la guidovia ritornò al suo regolare funzionamento; sulle
vetture vennero installati freni ad aria compressa della “Westinghouse”, e montate le prime gomme della ditta italiana “Pirelli”. Proprio la fabbrica Italiana propose una vettura snodata
con gomme a camera d’aria, in luogo di quelle piene: i risultati non furono però soddisfacenti in quanto le gomme rischiavano di scoppiare durante la marcia e l’idea fu cosi
abbandonata. Con l’avvento dell’anno santo del 1950, la guidovia ebbe forse il momento di massimo fulgore trasportando
un gran numero di pellegrini al Santuario del monte Figogna,
mediante numerosi convogli speciali. I primi anni sessanta segnarono la fine della guidovia dovuta al netto calo di passeggeri che preferivano salire al santuario con il più comodo e
veloce nuovo servizio di autocorriera. Il declino fu inesorabile
e veloce: alla scadenza della concessione del 31 ottobre
1967, la ferrovia chiuse definitivamente la propria attività.
Dopo un periodo di abbandono, il percorso della guidovia, per
lo meno la seconda parte, è tornato a nuova vita grazie al comune di Ceranesi. Da Gaiazza sino al Santuario è stato inaugurato, nel 2006, il “Percorso verde ex Guidovia” con tabelloni
esplicativi della storia della Guidovia della Guardia e contrassegnato dalla FIE con il segnavia “linea due punti”.
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all’uscita autostradale di Genova
Bolzaneto della A7 Genova – Milano, si oltrepassa il Torrente Secca
percorrendo il ponte di Via Ferriere
Bruzzo e si prosegue diritto per Via San
Quirico fiancheggiando la sponda sinistra
orografica del torrente Polcevera. Dopo
circa 800 metri si svolta a sinistra attraversando il torrente grazie al ponte Tullio
Barbieri ed immettendosi in Via Romairone che dopo poche centinaia di metri
diventa Via al Santuario di Nostra Signora
della Guardia. Qui si trovava la stazione
di partenza del trenino che saliva alla
Guardia. Il tracciato della guidovia è
quindi ancora completamente percorribile, anche se in parte risulta ampliato e
asfaltato, soprattutto nella parte iniziale
nel Comune di Genova. Serro é stata stravolta dall’urbanizzazione degli ultimi anni
e l’unico fabbricato residuo della vecchia
guidovia si trova sulla destra poche centinaia di metri dall’inizio della via. A lato
del fabbricato, in corrispondenza dell’attuale tracciato stradale, vi era l’ingresso
alla stazione di partenza della guidovia,
unitamente ai fabbricati destinati a rimessaggio delle vetture e ad officina. Il
percorso prosegue quindi lungo via al
Santuario di Nostra Signora della Guardia che, con una serie infinita di curve e
controcurve, passa a valle del piccolo
paese di San Biagio, conducendo al confine con il Comune di Ceranesi; prima di
arrivare alla frazione di Gaiazza si percorre un lungo tratto denominato via ex
Strada della Guidovia, il cui tracciato
segue fedelmente il tracciato della ferrovia. In frazione Gaiazza, dove vi era uno
scambio per l’incrocio delle vetture, si riconosce un tratto dei binari ancora ben
conservato che passa dietro la trattoria
Parodi (ex trattoria della Giöstrina), già allora luogo di sosta per i passeggeri della
guidovia. In centro alla frazione inizia il
percorso pedonale: il transito è anche
ammesso alle mountain bike mentre per
tutti i veicoli a motore l’accesso è tassativamente interdetto. Si passa sotto l’arco
(326 m) che immette nel Percorso Verde
e si sale lungo il tracciato della guidovia
che si snoda dapprima rettilineo per poi
compiere un ampio tornante a sinistra
fiancheggiando alcune villette (bel panorama su Ceranesi e il versante nord della
Valpolcevera). Si prosegue quindi pressoché diritto, con piacevole vista sul versante sud-ovest, fino ad incrociare la
strada asfaltata in località Sareto (417
D
m). In questo tratto appena percorso, i cordoli e le guide metalliche sono quasi sempre evidenti, mentre la cavità centrale è
stata livellata alla sede stradale con terriccio o cemento, occultando le traversine
metalliche e il lato interno del cordolo che
tratteneva le ruote delle vetture.
A Sareto invece, per diverse centinaia di metri, il tracciato è scomparso sotto l’asfalto.
Dopo aver attraversato la strada si prosegue
diritto lungo via Piancraiolo, ritrovando la
guidovia solo dopo un trivio sterrato (procedere diritto tra gli alberi) che conduce ad
un’area di parcheggio. Si supera la sbarra
che impedisce il passaggio ai veicoli motorizzati. Da qui in avanti il percorso della
guidovia è rimasto inalterato tanto che le traversine sono spesso visibili; la salita, ha pendenza costante e tutto sommato moderata.
Questo è sicuramente il tratto più suggestivo
di tutto il percorso. Superato un torrente grazie ad un ponte, la guidovia taglia verso sudest aggiarando il versante nord del Monte
Figogna; improvvisamente si giunge presso uno spettacolare punto panoramico, opportunamente attrezzato con cartelli espli-
Vall ata e Loc alit à: Val Polcevera
Met a dell ’esc urs ion e: Il Santuario
Madonna della Guardia.
Dis live llo: 474 m. da Gaiazza
Lun ghe zza del per cor so
ped ona le: 6580 m.
Esc urs ion isti: L’Itinerario non
presenta particolari difficoltà ed è
particolarmente adatto alle famiglie
Mez zi mo tori zza ti: No
Car togr afia : Istituto Cartografico
Italiano - Genova. Scala. 1:25.000;
a”
“Comunità montana Alta Val Polcever
aldi,
E.Gu
Cartografia: G. Santagostino,
M. Gualdi
Bib liog rafi a: Storia della Guidovia
per il Santuario, Claudio Serra, Nuova
è
Editrice Genovese 2003. Attualmente
.
in preparazione la terza edizione
Improvvisamente si giunge presso uno spettacolare
punto panoramico, opportunamente attrezzato che offre
un panorama a 360°
cativi, che offre un panorama a 360° sulla val Polcevera, con - da nord - i monti Figne, Taccone, Leco e Calvo, poi sullo sfondo il gruppo dell’Antola, infine la bassa valle dominata dai forti di Genova: Diamante,
Fratello Minore, Puin, Sperone e Begato, posizionati sulle vette degli omonimi colli. Effettuato un tornante a destra, si attraversa
la prima galleria (Arpexella, 599 m), lunga 50 metri e subito dopo si apre un secondo belvedere, anch’esso con pannello
esplicativo, con veduta sulla bassa Valpolcevera. Si giunge alla seconda galleria (Cà
Bianca, 660 m), lunga 25 metri, per poi tagliare il versante nord-ovest del monte fino
a un crocevia di sentieri, con edicola votiva, all’altezza di un costone da cui si ammira il versante nord della valle (740 m).
Procediamo ora lungo il versante sud del
Monte Figogna, con il complesso del Santuario della Guardia ormai in vista, fino al
capolinea della guidovia (770 m), nello
spiazzo sottostante la cappella dell’Apparizione. Oltre l’arco, uguale a quello che abbiamo passato a Gaiazza, vari pannelli, po-
sizionati all’interno di una exe vettura sezionata, raccontano con testi e immagini la
storia della Guidovia. Svoltando a sinistra
e percorrendo una ripida salita su pavé si
raggiunge la piazza principale del Santuario (800 m). Da qui può iniziare l’interessantissima visita del complesso religioso.
Da segnalare infine che a maggio di ogni
anno si svolge la corsa in salita denominata Salita alla Guardia che percorre da
Gaiazza il percorso descritto in questo articolo. Organizzata dal Running Team
Cambiaso Risso di Genova la manifestazione in sole tre edizioni è già diventata
una classica del calendario podistico ligure. L’edizione del 2010, vinta da Armando Sanna del G.S.S. Olcese che ha
realizzato il record del percorso chiudendo
in 27’ 58”, ha visto al via ben 300 concorrenti. Non tutti corrono con lo sguardo
fisso sul cronometro; molti la prendono
con più moderatezza e la gara per loro diventa una splendida occasione per fare
camminata veloce in salita su un percorso
unico al mondo.
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