I Sempervivum di Monte Libro Aperto

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I Sempervivum di Monte Libro Aperto
I Sempervivum di Monte Libro Aperto
di Massimo Afferni
Afferni M. - I sempervivum di Monte Libro Aperto - Piante Grasse, 24 (1): 2-6, 2004.
Sempervivum arachnoideum var. bryoides
Sempervivum arachnoideum var. bryoides
Sempervivum montanum ssp. montanum
Sempervivum montanum ssp. montanum
LE PREMESSE.
Negl’incontri settimanali del giovedì mattina, tra vecchi appassionati di piante grasse, al Mercato di
Piante e Fiori nel Loggiato di via Pellicceria, nel tratto che va da Piazza della Repubblica a via
Porta Rossa in Firenze, l’amico e socio A.I.A.S. Renzo Bettini mi aveva portato a conoscenza,
facendomi vedere anche delle belle fotografie, dell’esistenza di alcune specie di Sempervivum sul
Monte Libro Aperto al confine tra la Provincia di Pistoia e quella di Modena non troppo lontano
dall’Abetone.
Messici d’accordo già all’inizio dell’anno Renzo ed io decidemmo che in primavera avremmo fatto
insieme un’escursione sul citato monte per ricercare tali succulente tipiche del continente europeo.
L’ESCURSIONE.
Fissata la data per il 4/6/03 e partiti da Firenze in auto alle 07 del mattino siamo giunti al Passo
dell’Abetone (1388 mt.) in circa due ore e subito dopo, sempre in auto, abbiamo imboccato la strada
sterrata della Forestale che porta ad uno dei sentieri, quello dalla parte del modenese, che permette
di raggiungere la cima di Monte Libro Aperto.
Parcheggiata l’auto in un piccolo spiazzo antistante una sbarra che impedisce di proseguire in auto
l’avvicinamento al nostro obbiettivo, zaino in spalla (contenente panini, acqua, giacca a vento
impermeabile in caso di pioggia, e macchina fotografica) è iniziata così la nostra vera e propria
escursione a piedi alla ricerca di Sempervivum.
La giornata è abbastanza bella anche se in cielo, in qua ed in là, vi sono alcune nuvole che se da una
parte ci davano qualche preoccupazione dall’altra ci sono state di aiuto poiché non ci hanno
permesso di camminare per lunghi tratti sotto un sole cocente cosa questa assai gradita data la
temperatura piuttosto elevata (intorno ai 28°C).
Abbiamo così proceduto in leggera salita per quasi un’ora in mezzo ad una bellissima foresta di
abeti, parlando di piante e delle nostre esperienze di coltivazione, fino a che, raggiunto un rifugio in
Località Foce della Verginetta a quota 1503 mt., ha inizio l’ascensione lungo un sentiero ben
marcato che via via che saliamo diventa sempre più stretto.
Dopo quasi un’altra ora di cammino la vegetazione cambia in quanto cessano gli abeti ed i faggi ed
ha inizio il prato di alta quota (saremo tra i 1600 ed i 1700 mt.) costituito prevalentemente da
Mirtillo (Vaccinium myrtillus).
Qui la salita diventa faticosa ed abbastanza ripida tanto che qualche volta ci fermiamo per
riprendere fiato e bere. Fa molto caldo ed io sono sudatissimo, ma finalmente si vede la cima più
alta (sono due) di Monte Libro Aperto.
In questo tratto di salita prima scorgiamo delle tane fresche poi, con nostro piacere, vediamo diverse
marmotte che si rincorrono e giocano tra di loro. Renzo Bettini, che ha una macchina fotografica
con tele obbiettivo, riesce così a fotografarle.
In mezzo ai prati di Mirtillo e con qua e là cespugli di Ginepro (Juniperus s.p.) e rocce che
affiorano tra detta vegetazione vediamo dei fiori di Gentiana s.p. dal bel colore azzurro/blù e lungo
un piccolo torrente montano piante dai bei fiori colore giallo di cui non conosciamo il nome.
Verso le undici e trenta raggiungiamo sempre più faticosamente, per la pendenza del sentiero, il
tratto di crinale che collega le due cime di Monte Libro Aperto. Ci rimane da percorrere meno di
cento metri per giungere alla cima (1937 mt.) ma la pendenza della montagna è ripidissima e la
marcia si fa, almeno per me, faticosissima tanto che ogni dieci quindici piccoli passi mi devo
fermare per prendere fiato e finalmente verso mezzogiorno con le gambe oramai molli per la fatica
giungiamo in cima al nostro monte.
Sono così stanco e sudato che nonostante mi sia seduto su dei massi rocciosi con sopra un piccolo
cespo di Sempervivum arachnoideum quasi non lo guardo nonostante la soddisfazione di averlo
individuato. Il panorama comunque è stupendo per la vista delle vallate sottostanti e per la
particolare forma di tale montagna che sembra proprio……. “un libro aperto”.
Renzo Bettini invece molto più abituato di me a camminare si è messo subito a cercare altri
Sempervivum su di un costone quasi a strapiombo rivolto ad ovest; lì ha individuato altre piante di
Sempervivum che però non riusciamo a classificare.
La cosa singolare poi è quella che i citati Sempervivum si trovano solo nel raggio di qualche decina
di metri intorno alla cima di Monte Libro Aperto, mentre al di sotto non ve ne è traccia alcuna. In
questo ristretto habitat ho individuato insieme a Renzo alcune piante di Saxifraga s.p., forse S.
paniculata o S. latina.
Dopo aver fotografato le piante citate consumiamo i nostri panini e beviamo abbondantemente,
mentre il tempo sembra un poco peggiorare. Renzo individua, anche se a distanza di qualche decina
di metri dalla vetta, nella parte scoscesa quasi a strapiombo dei bellissimi Rododendri selvatici in
avanzata fioritura, di colore rosso intenso ( si tratta di Rhododendron ferrugineum).
Raccolti un piccolo esemplare dei due Sempervivum citati, di cui mi ripromettevo di fare a casa con
calma una precisa classificazione, dopo mezza ora dall’arrivo in cima a Libro Aperto riprendiamo la
via del ritorno che, nonostante il mio timore per la forte pendenza, si è rivelata meno difficoltosa del
previsto.
Durante il ritorno fino all’automobile, durato complessivamente circa due ore e trenta, abbiamo
avvistato, assai distanziati tra di loro, quattro cespugli di Rododendro in fiore che all’andata ci
erano sfuggiti alla vista e che abbiamo così potuto fotografare comodamente da vicino.
Nella discesa ho scorto poi su di un masso una piccola pianta di Sedum dasyphyllum, l’unica altra
succulenta che ho visto durante tutta l’escursione che è durata complessivamente sei ore.
LA CLASSIFICAZIONE.
Tornato a casa la sera stessa ho invasato i due esemplari di Sempervivum e dopo averli osservati
attentamente mi sono messo a rileggere tutto ciò che è in mio possesso di riviste che trattano di
queste succulente.
Per quanto attiene S. arachnoideum ho potuto rilevare dall’articolo di Mariangela e Pierfranco
Costanzo (1987) che gli esemplari trovati, avendo rosette estremamente piccole di 4¸5 mm. di
diametro, possono ascriversi a S. arachnoideum var. bryoides, anche se alcuni autori non
considerano tale varietà valida.
Più difficoltosa è risultata invece la classificazione dell’altro Sempervivum poiché dalle descrizioni
trovate quelle ad esso più simile mi portavano a pensare potesse essere S. tectorum o S. montanum o
S. italicum anche se quest’ultimo è indicato trovarsi in alcune zone montuose dell’Italia Centrale, in
particolare nel Lazio e nell’Abruzzo, ma mai in Toscana.
Un aiuto definitivo per la determinazione di tale pianta l’ho avuto tramite il motore di ricerca lycos
cercando nel sito sempervivophilia (nel quale, tra l’altro, è indicato che sul Monte Libro Aperto si
trova S. montanum) abbinato ad un articolo di Zonneveld (1994).
Infatti il Sempervivum in parola ha una caratteristica morfologica costante tipica di S. montanum
var. montanum e cioè che i peli situati lungo il margine delle foglie (le cosiddette ciglia) non sono
mai molto più lunghi di quelli situati sulla lamina foliare sia superiore che inferiore.
BIBLIOGRAFIA
· Carelli Giovanna e Giovanni (1994) - Osservazioni su una popolazione di Sempervivum
montanum Ricci della valle Majelama nel gruppo del Monte Velino - Piante Grasse, 14(3): 63-70.
· Costanzo Mariangela e Pierfranco (1987) - Sempervivum L. & Jovibarba Opiz - Piante Grasse,
7(2): 33-45.
· Zonneveld Ben J.M. (1994) - Le varietà di Sempervivum montanum - Piante Grasse, 14 (1): 510.