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ALTO ADIGE GIOVEDÌ 18 SETTEMBRE 2014
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ECONOMIA Bolzano
»
Microgate, dai cronometri
alla cura del Parkinson
L’AZIENDA INNOVAZIONE & RICERCA
I fratelli Biasi impegnati in un progetto di recupero dopo gravi traumi cerebrali
Gori, ingegnere aeronautico, lavora ad apparecchiature medicali all’avanguardia
di Antonella Mattioli
L’Unione invita le pmi a utilizzare le risorse del fondo professionale nazionale
◗ BOLZANO
il fondo nazionale for.te
Avrebbe potuto andare in America, con una borsa di studio, a
lavorare nella galleria del vento.
Decise di rischiare accettando
l’offerta di Roberto Biasi, compagno di corso alla facoltà di Ingegneria aeronautica, che assieme al fratello Vinicio stava creando le premesse per fondare
la Microgate, la società bolzanina specializzata nell’alta tecnologia applicata a telescopi e cronometri. Federico Gori, 46 anni, che oggi ha anche una partecipazione nelle società dei fratelli bolzanini, non si è mai pentito di quella scelta: «Questa è
una piccola azienda che si confronta sui mercati internazionali con colossi che hanno a disposizione milioni di dollari per la
ricerca. La nostra forza sono soprattutto le idee: la soddisfazione, per quanto mi riguarda, è
vederle nascere e poi poterle
sviluppare». Oggi sta lavorando
a due importanti ricerche: una
per migliorare e accelerare il recupero di pazienti che abbiano
riportato gravi commozioni cerebrali, l’altra riguarda i malati
di Parkinson.
Lo sport. È Gori il motore di Micro Photon Devices, specializzata nelle apparecchiature medicali. Entrambe le società lavorano soprattutto con l’estero - per
Microgate l'export rappresenta
l'82%, il 99% per la Micro Photon Devices - scelta strategica
che ha consentito alle aziende
che hanno 36 dipendenti di
non sentire la crisi.
All’origine dello sviluppo delle apparecchiature medicali c’è
innanzitutto la passione per lo
sport. Roberto faceva gare di
sci, quando non c’erano i cronometri, e gli organizzatori dovevano tirare un filo dal cancel-
Sviluppo professionale,
ci sono 48 milioni per i corsi
proprie capacità lavorative –
precisa quindi Amort – è coIl successo economico e la for- munque nell’interesse anche
za innovativa dell’Alto Adige degli stessi collaboratori. Esso,
dipendono in larga misura dal- infatti, offre loro più chance di
la qualificazione professionale occupazione e carriera, con la
dei lavoratori. A questo propo- possibilità di incrementare le
sito l’Unione commercio turi- proprie competenze secondo
smo servizi Alto Adige ricorda le proprie ambizioni e seconche il fondo professionale na- do i propri obiettivi professiozionale «For.Te», mette a di- nali». I contributi vengono erosposizione delle imprese ade- gati per la formazione contirenti un contributo pari a 48 nua, i corsi, gli aggiornamenti
milioni euro per corsi di forma- e la conversione di competenzione organizze professiozati a livello
nali, le iniziaPossono
richiedere
aziendale.
tive per la pail contributo
L’Unione inrità di genere,
vita le impre- le aziende fino a 149
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qualità e delprofessionale nei servizi o in altri
la soddisfaziodei propri col- settori economici
ne della clienlaboratori.
tela. Possono
«Le conofare richiesta
scenze – afferma il presidente del contributo le aziende da 1
dell’Unione Walter Amort – so- a 149 dipendenti che siano
no un fattore di fondamentale iscritte al fondo e che siano atimportanza per lo sviluppo di tive nel commercio, nel turiun’azienda. La concorrenza è smo, nei servizi o in altri settosempre più forte, gli standard ri economici». For.te. è il fontecnici e organizzativi cambia- do paritetico nazionale per la
no di continuo. Se le aziende formazione professionale nel
vogliono mantenere il succes- settore del commercio e dei
so sul mercato devono punta- servizi. Incentiva la formaziore su innovazione e incremen- ne e lo sviluppo delle competo della produttività. Di qui la tenze degli addetti al settore
necessità di avere dei collabo- terziario e contribuisce pertanratori disposti a una crescita to alla competitività delle
professionale continua. Un aziende. Info: 0471 310 324,
adeguamento costante delle [email protected]).
◗ BOLZANO
L’ingegner Federico Gori e (sulla destra) Vinicio Biasi (Foto Mirco Minisini)
letto di partenza fino all’arrivo.
«È così - ricorda Vinicio Biasi che mise a punto un sistema
che, grazie ad un segnale radio,
eliminava quel maledetto filo».
Qualcuno, nel mondo delle società sportive, cominciò a chiedere di acquistare i cronometri
di nuova generazione e Vinicio,
la mente commerciale del team, colse al volo quell’opportunità per lasciare il lavoro di venditore di auto nella concessionaria Renault del padre “che dici - odiavo”. «Di giorno ero in
concessionaria - ricorda - la sera in una soffitta di via Druso assieme a mio fratello facevamo i
primi cronometri».
È in quella soffitta che è nata
l’idea di mettere a punto dei sistemi che consentissero di te-
alla camera di commercio
Successione d’impresa, le novità
stare e poi migliorare le prestazioni degli atleti. «Oggi - spiega
Gori - squadre come Milan, Juve, Real Madrid, Barcellona,
Bayern Monaco, atleti di livello
internazionale oltre alle forze
speciali dell’esercito americano fanno i test con le nostre apparecchiature . Abbiamo un
rapporto di collaborazione ormai consolidato anche con il
comitato olimpico americano».
Il Parkinson. Da lì l’intuizione
che attraverso l’analisi del movimento, fatta in ambito clinico
e sempre attraverso sofisticate
apparecchiature, si possa migliorare e accelerare anche il recupero di quanti riportano gravi traumi a livello cerebrale: «A
questo progetto stiamo collaborando con un team americano.
Negli States, dove football e
rugby sono discipline molto diffuse, ci sono centri dedicati a
questa problematica. Si sta lavorando all’elaborazioni di protocolli innovativi». L’altro studio dal quale, nel giro di un paio
d’anni non prima, Gori si aspetta interessanti risultati è quello
sui malati di Parkinson.
«Il progetto - spiega - che è
condotto in collaborazione con
Eurac, Politecnico di Milano e
università di Cambridge, ha come obiettivo quello di mettere a
punto delle apparecchiature
che consentano al neurologo di
capire nel giro di poco l’efficacia dei farmaci nel trattamento
di un paziente affetto da Parkinson».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
artigiani
Cna: pmi «strozzate» dalle tasse
Corrarati: il bonus di 80 euro va dato agli imprenditori individuali
◗ BOLZANO
■ ■ Il passaggio di un’azienda da una generazione all’altra – la
cosiddetta successione d’impresa – è stato al centro di un incontro ieri alla Camera di commercio. Alcuni imprenditori hanno
parlato delle loro esperienze personali.
Gli artigiani sottolineano, una
volta di più, di essere strozzati
dalle tasse e chiedono misure
concrete per uscire dal tunnel
anche al Governo. Tra le proposte più interessanti c’è anche quella di poter estendere
progressivamente il bonus di
80 euro agli imprenditori individuali.
«La legge di stabilità 2015 deve essere l’occasione per ridurre, concretamente, la pressione fiscale sugli artigiani e sulle
piccole imprese», a dichiararlo
è il presidente della Cna Clau-
dio Corrarati, commentando i
dati dell'Osservatorio Cna sulla tassazione.
«Le piccole imprese sostengono un prelievo complessivo
che, in alcuni comuni, supera
il 74%. Una pressione fiscale
intollerabile, generata soprattutto dalle iniquità del sistema
fiscale. Non è più accettabile»
sottolinea Corrarati «che per il
medesimo reddito di 20.000
euro all’anno una impresa individuale debba pagare circa
2.300 euro in più di tasse rispetto ad un lavoratore dipendente. Ci aspettiamo che siano
adottate rapidamente misure
per azzerare questi squilibri.»
Per il Presidente della Cna
sono necessari interventi in
tempi brevi per: la progressiva
estensione agli imprenditori
individuali ed ai professionisti
delle detrazioni o del bonus di
80 euro previsto per i lavoratori dipendenti; l’innalzamento
a 25 mila euro della franchigia
Irap, ora a 10.500 euro.
«La copertura di queste operazioni deve arrivare dal
“fondo taglia tasse”, alimentato dalle entrate provenienti
dalla lotta all’evasione e dalla
riduzione della spesa pubblica
improduttiva. Va sottolineato,
infine» conclude Corrarati «come in un paese in recessione,
certificato prima dall’Ocse e
poi da S&P aumentare la tassazione sui consumi attraverso
l’aumento delle aliquote Iva
sui beni e servizi di prima necessità è un autogol contro la
crescita posto che la stragrande maggioranza delle piccole
imprese produce per il mercato interno, e peserebbe soprattutto sulle famiglie sulle quali
grava già un carico fiscale annuo medio di oltre 15 mila euro, tra Irpef e le relative addizionali locali, le ritenute, le accise, il bollo auto, il canone
Rai, la tassa sui rifiuti, i contributi a carico del lavoratore e
molto altro ancora». Resta da
capire dove possano essere reperite queste «nuove risorse».
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