la biodiversita - Provincia di Padova

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la biodiversita - Provincia di Padova
capitolo 6
LA BIODIVERSITA'
La Conferenza di Rio de Janeiro (giugno 1992), con
la Convenzione sulla Diversità Biologica, ha definito la
biodiversità come “la variabilità degli organismi viventi
inclusi […] gli ecosistemi terrestri, marini e gli altri
ecosistemi acquatici e i complessi ecologici dei quali
fanno parte; essa comprende la diversità all’interno di
ogni specie, tra le specie e degli ecosistemi”.
La conservazione e il miglioramento del patrimonio
naturale mondiale dipendono strettamente dal
mantenimento di tale diversità biologica ed è per questo
motivo che la tutela della biodiversità appare come un
obiettivo globale dal quale nessuno Stato può esimersi.
La Regione Veneto ha pertanto emanato una serie di
leggi e decreti a garanzia di tale obiettivo.
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99
CAPITOLO 6
Tab.6.1:
principali riferimenti
normativi regionali
L.R. n. 53 del 15/11/1974 - Norme per la tutela di alcune specie della fauna inferiore e della flora
R.R. n. 7 del 5/08/1977 - Regolamento di esecuzione della legge regionale 15 novembre 1974, n. 53. - Norme per la tutela di alcune
specie della fauna inferiore e della flora
L.R. n. 40 del 16/08/1984 - Nuove norme per la istituzione di parchi e riserve naturali regionali
L.R. n. 38 del 10/10/1989 - Norme per l’istituzione del parco regionale dei Colli Euganei
L.R. n. 12 del 30/01/1990 - Norme per l’istituzione del parco naturale della Lessinia
L.R. n. 21 del 22/03/1990 - Norme per l’istituzione del parco delle Dolomiti d’Ampezzo
L.R. n. 8 del 28/01/1991 - Norme per l’istituzione del parco naturale regionale del Fiume Sile
L.R. n. 50 del 9/12/1993 - Norme per la protezione della fauna selvatica e per il prelievo venatorio
L.R. n. 36 del 08/09/1997 - Norme per l’istituzione del parco regionale del Delta del Po
D.G.R. n. 1130 del 06/05/2002 - Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. Rete ecologica Natura 2000. Revisione Siti di Importanza
Comunitaria relativi alla Regione biogeografica alpina
D.G.R. n. 1522 del 07/06/2002 - D.G.R. n. 1130 del 06/05/2002 ad oggetto “Direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE. Rete ecologica Natura
2000. Revisione Siti di Importanza Comunitaria relativi alla Regione biogeografica alpina.” Modifica allegati B e D in adeguamento ad
ulteriori osservazioni tecniche formulate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
L.R. n. 20 del 09/08/2002 - Tutela e valorizzazione degli alberi monumentali
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
ARPAV – Area Ricerca
e Informazione –
Servizio Comunicazione
ed Educazione
Ambientale]
6.1
D.G.R. n. 2803 del 04/10/2002 - Attuazione direttiva comunitaria 92/43/CEE e D.P.R. 357/1997. Guida metodologica per la valutazione
di incidenza. Procedure e modalità operative
D.G.R. n. 448 del 21/02/2003 - Rete ecologica Natura 2000. Revisione Siti di Importanza Comunitaria (SIC) relativi alla Regione
biogeografica continentale. Ridefinizione cartografica dei SIC della Regione Veneto in seguito alla applicazione delle perimetrazioni su
Carta Tecnica Regionale alla scala 1:10.000
D.G.R. n. 449 del 21/02/2003 - Rete ecologica Natura 2000. Revisione delle Zone di Protezione Speciale (ZPS)
Il sistema delle aree naturali
protette e delle zone umide della
provincia di Padova
Nella provincia di Padova, accanto ai ben noti Parco
Regionale dei Colli Euganei e del Sile, esistono una serie
di aree naturali protette, oasi, riserve, aree di rispetto e
zone di popolamento e cattura, che portano la superficie
protetta totale della provincia a 39.993,17 ettari.
A PAT 5 2 8
R
D
J
ßà
AREE UMIDE DI INTERESSE INTERNAZIONALE
ecosistemi
Tra le aree naturali protette elencate nella tabella
sovrastante, la maggior parte risultano essere aree
umide; si tratta per lo più di aree relitte, ultime superstiti
di un territorio che un tempo era attraversato da
numerosi corsi d’acqua e aree paludose bonificate in
tempi più o meno recenti.
L’importanza ecologica delle aree umide è ormai
riconosciuta a livello globale; esse rappresentano infatti
veri e propri serbatoi di biodiversità ed è per questo che
100
la loro permanenza sul territorio, un tempo considerata
inutile (rubavano spazio all’agricoltura) e anche dannosa
(erano considerate zone malariche e insalubri), ora è
sempre più tutelata come testimoniano i vari interventi
di riqualifica effettuati lungo gli argini del fiume Adige e
di alcuni corsi d’acqua minori nel territorio della Bassa
Padovana nonché la costituzione del parco della Palude
Onara (vedi relativo capitolo).
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la biodiversità
Aree protette
Comune
Tipo
Tab.6.2:
parchi e aree
naturali protette in
provincia di Padova
Oasi del Sile
Piombino Dese
Art. 10-11 L.R. 50/93
Sorgenti del Tergola e Palude di Onara
Tombolo
Art. 10-11 L.R. 50/93
Medio corso del Brenta
Carmignano di Brenta, Grantorto, Piazzola
sul Brenta, Campo San Martino, Curtarolo,
Limena, Vigodarzere, Cadoneghe
Piano Territoriale di Settore del
Medio Corso del Brenta
Villa Kerian
Mestrino
Art. 10-11 L.R. 50/93
Le Vallette
Ospedaletto Euganeo (località Valli)
Art. 11 L.R. 50/93
Cave di Rubano
Rubano
Art. 10-11 L.R. 50/93
Terme Euganee
Abano Terme
Art. 10-11 L.R. 50/93
Ex-Polveriera
Albignasego
Art. 10-11 L.R. 50/93
Colli Euganei
Abano Terme Arquà Petrarca, Baone, Battaglia
Terme Cervarese Santa Croce, Cinto Euganeo,
Este, Galzignano Terme, Lozzo Atestino,
Monselice, Montegrotto Terme, Rovolon,
Teolo, Torreglia, Vò
Parco regionaleL.R. 38/89
Valle Millecampi
Codevigo
Art. 10 L.R. 50/93
Golena del Fratta
Megliadino San Fidenzio, Megliadino San
Vitale, Piacenza d’Adige
Art. 10 L.R. 50/93
Bacino Valgrande - Lavacci
Granze, Sant’Urbano, Villa Estense
Art. 11-21 L.R. 50/93
Bosco di San Siro
Bagnoli di Sopra (località San Siro)
Formazioni vegetali protette
Piano Faunistico Venatorio
Parco Naturale dell’Adige
Barbona
biotopo di interesse provinciale
(P.T.C.P)
Golena dell’Adige
Castelbaldo
Art. 10-11 L.R. 50/93
Area marginale di Piacenza d’Adige
Piacenza d’Adige
Art. 10-11 L.R. 50/93
Area marginale di Montagnana
Montagnana (località Palù)
biotopo di interesse provinciale
P.T.C.P
Golena del Biancolino
Due Carrare (località Pontemanco)
area con formazioni vegetali
rilevanti, portatrice di valori
ecologici (P.A.T.I.)
Golena e scolo Frattesina
Vighizzolo d’Este (località La Colonna)
Art. 10-11 L.R. 50/93
[Fonte:
Elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Servizio Parchi,
Provincia di Padova]
e x A N PA 4 11
P
D
L
ßà
DISPERSIONE DELLE AREE PROTETTE
ecositemi
Attualmente uno dei problemi principali cui devono far
fronte le aree naturali protette, oltre all’inquinamento
delle acque, del suolo e dell’aria, è quello dell’isolamento.
Si tratta infatti perlopiù di aree di ridotte dimensioni, site
all’interno di territori fortemente antropizzati e con i quali
non esistono connessioni ecologiche.
e x A N PA 4 08
P
ND
PRESSIONE DA POPOLAMENTO PER LE
AREE PROTETTE
ecositemi
A PAT 5 2 7
P
ND
PRESSIONE DA INFRASTRUTTURE DI
COMUNICAZIONE IN AREE PROTETTE
ecositemi
101
CAPITOLO 6
e x A N PA 4 09
P
PRESSIONE DA ATTIVITÀ ECONOMICHE
PER LE AREE PROTETTE
ND
ecositemi
e x A N PA 4 10
P
PRESSIONE DA CONSUMI ENERGETICI
PER LE AREE PROTETTE
ND
ecositemi
I tre precedenti indicatori riguardano tutti la pressione
antropica
(popolamento,
infrastrutture,
attività
economiche e consumi energetici) che le aree naturali
protette subiscono. Considerata la realtà provinciale
padovana, la valutazione di tutti questi indicatori
risulterebbe estremamente importante per l’analisi della
situazione della biodiversità. Attualmente però non sono
disponibili dati a riguardo, né puntuali, né provinciali, se
non i dati raccolti nell’ambito di Natura 2000 di cui si
parla di seguito (paragrafo 6.1.1), sebbene un’analisi in
tal senso potrebbe rivelarsi utile anche nell’ottica di una
futura pianificazione del territorio.
OCSE 59
R
D
J
ä
% DI AREE PROTETTE
biodiversità e paesaggio
OCSE 90
R
D
J
ä
% DELLE FORESTE PROTETTE IN %
DI AREA FORESTATA
foreste
L’applicazione della nuova D.G.R. 1180/06 determina
un incremento della superficie protetta della provincia
nonché un incremento della percentuale delle foreste
protette rispetto al totale della copertura forestale poiché
le nuove aree S.I.C. si trovano proprio nell’area forestale
dei Colli Euganei.
OCSE 53
S
D
J
ä
SPECIE MINACCIATE DI ESTINZIONE
SUL TOTALE DI NUMERO DI SPECIE
specie
Per quanto riguarda le specie di uccelli nidificanti
minacciate di estinzione presenti nel territorio padovano,
dal 1997, quando erano 108 di cui molte in forte declino,
si assiste ad una netta ripresa. In particolare, alcune
specie considerate rare o non presenti affatto sono
tornate a ripopolare il territorio provinciale; tra queste
citiamo il falco pellegrino (Falco peregrinus), il gheppio
(Falco tinnunculus), il falco lodaiolo (Falco subbuteo), lo
sparviere (Accipiter nisus) e il colombaccio (Colomba
palumbus) [Servizio Caccia e Pesca, Settore Ambiente
della Provincia di Padova].
102
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la biodiversità
e x A N PA 3 44
S
D
L
?
NUMERO DI SPECIE NATURALIZZATE
DIVENTATE INVASIVE
specie
Per contro, si nota la presenza spesso nociva di alcune
specie naturalizzate ora divenute invasive. Tra i pesci
sono da segnalare il siluro (Silurus glanis), il rodeo
amaro (Rodeo sericeus), la pseudorasbora (Pseudorasbora
parva) e il carassio (Carassius aurarus). Tra gli uccelli
invece, la diffusione del cigno reale (Cygnus olor) inizia
a creare problemi alla fauna locale. Responsabile di
numerosi danni alle colture agricole e agli habitat è, tra i
mammiferi, la nutria (Myocastor corpus) [Servizio Caccia e
Pesca, Settore Ambiente della Provincia di Padova].
e x A N PA 4 31
S
D
J
ä
CONNETTIVITÀ DELLA RETE ECOLOGICA
NAZIONALE- Indice di connettività
ecosistemi
Nel marzo 2004 si è svolto a Padova il convegno
“Infrastrutture verdi” che aveva l’obiettivo di promuovere
la conoscenza della “Rete ecologica” provinciale. Il
tentativo era quello di sensibilizzare gli attori della
pianificazione nel considerare la realizzazione di questa
Rete Ecologica tra gli elementi principali dei nuovi
piani di assetto del territorio. La tendenza provinciale
va comunque nella direzione di una sempre maggiore
attenzione nei confronti della tutela della connettività
ecologica, che nella provincia di Padova si realizza
anche attraverso il ripristino di aree verdi urbane,
la valorizzazione degli argini fluviali e delle aree di
connessione tra città e campagna, che tornano ad essere
fruibili sia per i cittadini che per le specie animali locali
e migratorie.
Il concetto di diversità paesistica, elemento fondamentale
della tutela della biodiversità, è spesso associato, in
ambiti antropizzati, a quello di uso del suolo. Come
meglio specificato nel capitolo relativo, l’utilizzo del suolo
nel territorio provinciale mostra un’ampia destinazione
dello stesso a coltivazioni cerealicole e un aumento
della superficie occupata da costruzioni e infrastrutture,
elementi questi che riducono sensibilmente la diversità
paesistica.
e x A N PA 4 29
S
D
L
æ
DIVERSITÀ PAESISTICA a livello provinciale
ecositemi
A PAT 4 1 6
S
D
J
ßà
La pianificazione delle aree protette presenti sul territorio
padovano, viene realizzata all’interno di differenti
strumenti di programmazione del territorio.
Se il Parco Regionale dei Colli Euganei è dotato di un
Piano Ambientale proprio, dal 1998 periodicamente
aggiornato, la pianificazione delle altre aree naturali
protette è affidata a una serie di strumenti pianificatori
non specifici, che comunque forniscono una serie di linee
guida per la gestione di tali aree, tra cui ad esempio
il piano faunistico venatorio e alcuni piani territoriali di
settore.
GRADO DI PIANIFICAZIONE DELLE AP
Linee di assetto del territorio
ecosistemi
103
CAPITOLO 6
La Provincia di Padova si è dotata negli ultimi anni di una
serie di piani territoriali che hanno come obiettivi, tra gli
altri, anche la tutela ambientale.
Tra i piani attualmente attivi ricordiamo:
• Piano di Settore del Territorio della “Saccisica”
• Piano di Settore del Territorio della “Bassa
Padovana”
• Piano Territoriale di Settore del Medio Corso
del Brenta
• Piano del Parco Regionale dei Colli Euganei.
Attualmente poi è stato adottato ed è in fase di
approvazione il P.T.C.P. della Provincia di Padova che ha
valenza di piano paesistico. Possiamo quindi affermare
che la situazione della pianificazione paesistica mostra
un trend positivo negli ultimi anni.
6.1.1
La rete NATURA 2000
La Direttiva 92/79/CEE “Habitat”, emanata dal Consiglio
dei Ministri dell’Unione Europea, individua in tutto
il territorio dell’Unione un sistema di aree naturali e
seminaturali di grande valore naturalistico denominato
Rete Natura 2000.
Tale Rete è costituita da differenti ambiti territoriali
caratterizzati da un’alta valenza ecologica: Siti di
Interesse Comunitario (S.I.C.) che diverranno Zone
Speciali di Conservazione (Z.S.C.) e Zone di Protezione
Speciale (Z.P.S.). La designazione di tali aree avviene in
funzione della presenza e rappresentatività sul territorio
di habitat e specie animali e vegetali indicati negli allegati
I e II della Direttiva “Habitat” e di specie di cui all’allegato
I della Direttiva 79/409/CEE “Uccelli” e delle altre specie
migratrici che tornano regolarmente in Italia.
104
Il 18 aprile 2006, la Giunta Regionale del Veneto ha
emanato la Delibera n. 1180, che aggiorna il numero e la
perimetrazione delle aree S.I.C. e Z.P.S. della Regione.
In particolare nel territorio della Provincia di Padova la
D.G.R. 1180/06 prevede:
- la costituzione di una nuova area S.I.C.
IT3260017 “Colli Euganei - Monte Lozzo - Monte
Ricco”, che viene a coincidere con la Z.P.S.;
- la conseguente eliminazione dei S.I.C.
IT3260010, IT3260011 e IT3260019, ora
sostituiti dalla nuova area IT3260017;
- la conferma dell’elenco delle Zone di Protezione
Speciale.
Attualmente le aree S.I.C. e Z.P.S. nella provincia di
Padova sono così suddivise:
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la biodiversità
6.2
Codice sito
Nome
Superficie (ha)
Comuni
Z.P.S.
S.I.C.
IT3240028
Fiume Sile dalle
sorgenti a Treviso
Ovest
1.505
Piombino Dese
X
IT3250030
Laguna medioinferiore di
Venezia
26.385
Codevigo
X
IT3210042
Fiume Adige tra
Verona Est e
Badia Polesine
1.569
Masi, Castelbaldo
X
IT3220040
Bosco di Dueville
e risorgive
limitrofe
699
IT3260017
Colli Euganei
– Monte Lozzo
– Monte Ricco
IT3260018
Grave e Zone
umide della
Brenta
IT3260022
San Pietro in Gù, Gazzo
X
X
15.096
Abano Terme, Arquà Petrarca,
Baone, Battaglia Terme, Cervarese
Santa Croce, Cinto Euganeo, Este,
Galzignano Terme, Lozzo Atestino,
Monselice, Montegrotto Terme,
Rovolon, Teolo, Torreggia, Vò
X
X
3.862
Campo San Martino, Carmignano
di Brenta, Cittadella, Curtarolo,
Fontaniva, Grantorto, Limena,
Padova, Piazzola sul Brenta, San
Giorgio in Bosco, Vigodarzere
X
X
Palude di Onara
e corso d’acqua
di risorgiva S.
Girolamo
150
Cittadella, San Giorgio in Bosco,
Tombolo
X
IT3260023
Muson vecchio,
sorgenti e roggia
Acqualonga
21
Camposampiero, Loreggia, San
Martino di Lupari
X
IT3240011
Sile: sorgenti,
paludi di Morgano
e S. Cristina
62
Piombino Dese
X
IT3250039
Valli e Barene
della Laguna
medio-inferiore di
Venezia
9.386
Codevigo
X
IT3260001
Palude di Onara
133
Cittadella, San Giorgio in Bosco,
Tombolo
X
IT3260020
Le Vallette
13
Ospedaletto Euganeo
X
IT3260021
Bacino Val Grande
– Lavacci
51
Granze, Sant’Urbano, Vescovana,
Villa Estense
X
già area
protetta da
altre leggi
Parco
regionale
Tab.6.3:
aree S.I.C. e
Z.P.S. ricadenti
nel territorio della
provincia di Padova
Parco
regionale
Riserva
naturalistica
Parco
regionale
Riserva
naturalistica
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Regione Veneto
- Assessorato alle
politiche per il
territorio - Autorità
Rete Natura 2000
- Direzione Urbanistica
e Beni Ambientali.
Rete Natura 2000,
normativa e cartografia
di riferimento]
I sistemi forestali
I sistemi forestali rappresentano, insieme alle aree
umide, gli ambienti più ricchi di biodiversità e per questo,
sebbene nel territorio provinciale non siano ampiamente
rappresentati (7.415 ettari secondo la Carta Forestale
Regionale del 2000), si è deciso di dedicarvi attenzione
in questo Rapporto.
Il 71% della copertura forestale del territorio padovano
è rappresentato da quella sita nell’area dei colli Euganei
dove i tipi forestali presenti sono indicati nella sottostante
tabella dove si riporta quale sia anche la rispettiva
superficie occupata e la percentuale rispetto al totale.
105
CAPITOLO 6
Tab.6.4:
principali tipi
forestali presenti
TIPI FORESTALI
SUPERFICIE (ha)
%
Ostrio-querceto a scotano
825,07
15,60
Castagneto dei substrati magmatici
1583,45
29,93
Rovereto dei substrati magmatici
142,83
2,70
Querceto dei substrati magmatici con elementi mediterranei
507,20
9,59
Pseudomacchia
113,24
2,14
5,20
0,10
Querco-carpineto collinare
Orno-ostrieto con leccio
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
del Piano di Riordino
Forestale del Parco
Regionale dei Colli
Euganei]
6,90
0,13
Robinieto misto
696,90
13,17
Robinieto puro
1309,13
24,74
Rimboschimento
100,29
1,90
Superficie boscata
5290,21
100,00
OCSE 85
P
K
D
RAPPORTO TRA INCREMENTO ED UTILIZZAZIONI
æ
foreste
OCSE 87
P
K
D
AREA, PROVVIGIONE E DISTRIBUZIONE FORESTE
æ
foreste
OCSE 88
P
K
D
% DI FORESTE DEGRADATE O IN SITUAZIONE
DI DISTURBO RISPETTO AL TOTALE
æ
foreste
Fig.6.1:
andamento quantità
legnose soggette
a taglio per annata
silvana
70000
60000
50000
40000
30000
20000
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
del Parco Regionale dei
Colli Euganei]
106
10000
0
2002-03
2003-04
2004-05
2005-06
R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l 'A m b i e n t e - P r o v i n c i a d i Pa d o v a - 2 0 0 6
la biodiversità
Lo stato dei boschi dell’area del parco dei colli Euganei
appare complessivamente buono sebbene esistano
alcune realtà in profondo stato di deperimento. Si tratta
in particolare dei boschi siti nelle zone più ripide e di più
difficile accesso dove, negli ultimi anni, il numero dei
tagli degli alberi si è notevolmente ridotto. Nell’annata
2000-01 i permessi rilasciati per il taglio di bosco sono
stati 403, mentre nell’annata 2005-06 solo 269.
Dal 2001, si sono poi allungati i turni di esecuzione dei
tagli per le varie tipologie forestali al fine di migliorare
la stabilità e pertanto la qualità dei boschi; la realtà
locale dei colli Euganei però non ha subito particolari
miglioramenti in seguito a tale azione, infatti le
6.2.1
caratteristiche del terreno (in alcuni punti estremamente
ripido e poco potente) non sono idonee a esemplari di
grandi dimensioni che, in molti casi, sono sradicati dalle
precipitazioni. Pertanto l’allungamento dei turni dei tagli
non ha ottenuto l’effetto auspicato, anzi ha provocato un
ulteriore deterioramento dei boschi più isolati.
La riduzione dei tagli e l’allungamento dei turni ha messo
poi in evidenza un ulteriore problema: il 90% dei boschi
a castagno è costituito da piante vecchie, ammalate
di cancro corticale e quindi in condizioni di profondo
deperimento. Il cancro corticale è una fitopatia che
interessa in particolare gli esemplari più vecchi e che
quindi era tenuta sotto controllo dai tagli periodici.
Gli incendi boschivi
Nel territorio provinciale, l’area forestale maggiormente
colpita dagli incendi forestali è quella che ricade all’interno
del Parco Regionale dei Colli Euganei, ragion per cui la
Direzione Regionale Forestale fornisce dati statistici sugli
incendi solo riguardo all’area dei Colli Euganei.
OCSE 86
P
J
D
INCENDI: numero degli eventi ed area incendiata
ä
foreste
Fig.6.2:
numero degli
incendi
2001 - 2006
25
20
15
10
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
Servizio Forestale
Regionale per le
Province di Padova e
Rovigo]
5
0
2001
2002
2003
2004
2005
2006
Dal grafico si nota come il numero degli incendi sia
350costante negli ultimi anni sebbene
rimasto pressoché
in corrispondenza dell’estate del 2003 si sia assistito ad
300
un vertiginoso aumento degli incendi (4 a luglio, 10 ad
agosto e 3 a settembre). Tale incremento pare sia da
250
attribuire non solo all’eccezionale andamento climatico
di quell’anno, ma soprattutto a cause umane; si ritiene
200
infatti che la causa dolosa sia la più probabile per la
maggior parte degli incendi.
Violazioni
accertate
in materia
di caccia
Violazioni
accertate
in materia
di pesca
150
100
50
107
0
2001
2002
2003
2004
2005
CAPITOLO 6
6.3
La caccia e la pesca
Il secondo Piano Faunistico Venatorio Provinciale,
che è attualmente in fase di approvazione da parte
della Regione Veneto, ha il compito di provvedere
all’attuazione degli obiettivi di tutela del patrimonio
faunistico e di coordinamento del prelievo venatorio,
rispettando le attività agricole che caratterizzano in
25
maniera diffusa il territorio della nostra Provincia.
Le indicazioni del Piano, pur essendo di natura
principalmente20venatoria, forniscono anche dettagli
riguardo a precisi interventi di riqualificazione ambientale
15
e di tutela paesaggistica,
in particolare nell’ambiente
agrario che più di altri ha subito pesanti processi
di depauperamento.
Tra gli interventi ricordiamo lo
10
sfalcio tardivo dei prati, l’alternanza prato coltura a
perdere (mais, miglio, girasole), l’aratura tardiva dei
residui colturali, il mancato diserbo della vegetazione
spontanea ai bordi degli appezzamenti e delle scoline,
la realizzazione di prati umidi, la realizzazione di prati
da sovescio.
L’attuale Piano Faunistico Venatorio individua 8
aree omogenee per caratteristiche ambientali e
territoriali gestite da altrettante strutture associative
note come Ambiti Territoriali di Caccia: Cittadellese,
Camposampierese, Dese, Montagnanese, Monselicese
Estense, Conservano, Piovese, Lagunare Vallivo.
5
e x A N PA 3 59
P
Fig.6.3:
violazioni accertate
in materia di caccia
e pesca
2001 - 2005
0
D
2001
J
2002
ßà
2003
2004
CONTROLLO DELL’ATTIVITA’ VENATORIA
2005
2006
350
300
Violazioni
accertate
in materia
di caccia
Violazioni
accertate
in materia
di pesca
250
200
150
100
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
Polizia Provinciale
Padova]
50
0
2001
2002
2003
Secondo i dati3000
relativi all’attività di controllo venatorio
in provincia di Padova, forniti dal Corpo Forestale dello
Stato, nell’anno2500
2005 si sono verificate due sole infrazioni
sanzionate che si riferiscono a violazioni della legge
2000
157/92 “Norme
per la protezione della fauna selvatica
omeoterma e per il prelievo venatorio” e della legge
regionale del 1500
Veneto 50/93 “Norme per la protezione
della fauna selvatica e per il prelievo venatorio”.
Il grafico in figura
10006.3 riporta i dati forniti dal Comando
provinciale di Polizia: si nota come il numero delle
infrazioni in materia
di caccia cali dal 2004 al 2005
500
passando da 305 a 184. Si assiste invece ad un
andamento inverso per quanto riguarda la pesca, con
0
un incremento delle infrazioni dal 2004 (65 infrazioni
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
riscontrate) al 2005 (136 infrazioni riscontrate).
108
caccia e pesca
2004
2005
2005/06
2000/01
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l 'A m b i e n t e - P r o v i n c i a d i Pa d o v a - 2 0 0 6
30 000
la biodiversità
e x A N PA 3 63
R
D
L
ßà
SPECIE CACCIABILI E CONVENZIONI INTERNAZIONALI
specie
Il calendario faunistico venatorio per l’annata 2006/07
prevede un numero di specie cacciabili sostanzialmente
invariato rispetto ai calendari delle precedenti stagioni.
Tra le specie cacciabili, che vengono riportate nel
paragrafo 6.3 con il loro rispettivo periodo di caccia,
nessuna è inclusa nelle Direttive “Uccelli” o “Habitat”.
Specie cacciabili
Nome volgare
Periodo di caccia
Perdix perdix
Phasianus colchicus
Coturnix coturnix
Alauda arvensis
Scolopax rusticula
Starna
Fagiano
Quaglia
Allodola
Beccaccia
dal 17 settembre 2006 al 31 dicembre 2006
Turdus merula
Streptopelia turtur
Merlo
Tortora
dal 17 settembre 2006 al 16 dicembre 2006
Garrulus glandarius
Pica pica
Corvus corone
Corvus corone cornix
Ghiandaia
Gazza
Cornacchia nera
Cornacchia grigia
dal 17 settembre 2006 al 15 gennaio 2007
Anas platyrhynchos
Fulica atra
Gallinula chloropus
Anas crecca
Anas clipeata
Aythyia ferina
Aythyia fuligula
Turdus pilaris
Turdus philomelos
Turdus iliacus
Anas strepera
Rallus aquaticus
Anas Penelope
Anas acuta
Anas querquedula
Gallinago gallinago
Columba palumbus
Lymnocryptes minimum
Vanellus vanellus
Vulpes vulpes
Germano reale
Folaga
Gallinella d’acqua
Alzavola
Mestolone
Moriglione
Moretta
Cesena
Tordo bottaccio
Tordo sassello
Canapiglia
Porciglione
Fischione
Codone
Marzaiola
Beccaccino
Colombaccio
Frullino
Pavoncella
Volpe
dal 17 settembre 2006 al 31 gennaio 2007
Lepus europaeus
Oryctolagus cuniculus
Lepre comune
Coniglio selvatico
dal 17 settembre 2006 al 30 novembre 2006
Alectoris rufa
Pernice rossa
dal 17 settembre 2006 al 31 dicembre 2006
esclusivamente nelle Aziende agri-turistico-venatorie
Dama Dama
Rupicapra rupicapra
Capreolus capreolus
Cervus elaphus
Ovis musimon
Lepus timidus
Lagopus mutus
Tetrao tetrix
Alectoris graeca
Daino
Camoscio alpino
Capriolo
Cervo
Muflone
Lepre bianca
Pernice bianca
Fagiano di monte
Coturnice
dal 1 ottobre 2006 al 30 novembre 2006
Tab.6.5:
specie cacciabili
nel territorio
padovano in base al
calendario venatorio
2006/07
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su dati
Provincia di Padova
– Settore Ambiente,
Servizio Caccia e
Pesca]
Si segnala poi un periodo di pre-caccia nei giorni 2, 3,
9, 10 e 16 settembre 2006 che interessa Turdus merula,
Streptopelia turtur, Garrulus glandarius, Pica pica, Corvus
corone e Corvus corone cornix.
109
Violazioni
accertate
in materia
di caccia
Violazioni
accertate
in materia
di pesca
250
CAPITOLO 6
200
150
100
A PAT 5 2 2
P
50
0
D
2001
Fig.6.4:
numero di soci per
A.T.C. nelle annate
2000/01 e 2005/06
K 2002
ä
2003
2004
PRESSIONE VENATORIA
2005
natura e biodiversità
3000
2500
2000
2005/06
1500
2000/01
1000
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Servizio Caccia
e Pesca, Settore
Ambiente - Provincia di
Padova]
500
0
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
Come si nota dal grafico, l’ultima annata venatoria 2005/
2006 registra in 6 A.T.C. su 8 un calo del numero di soci
30 000
rispetto a quanto registrato nell’annata 2000/01.
Fig.6.5:
superficie cacciabile
per A.T.C. nelle
annate 2000/01 e
2005/06
30.000
25.000
20.000
2005/06
15.000
2000/01
10.000
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Servizio Caccia
e Pesca, Provincia di
Padova]
5.000
0
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
Anche la superficie cacciabile per A.T.C. diminuisce
nell’ultima annata rispetto al 2000/01 in 6 ambiti su 8.
La pressione venatoria (calcolata come numero di
cacciatori sulla superficie cacciabile) viene riportata in
30.000
figura 6.6 per ciascun ambito territoriale di caccia; i
valori si riferiscono alle annate 2000/2001 e 2005/06.
La pressione 25.000
venatoria totale su tutto il territorio
cacciabile della provincia risulta pari a 0,059. Per quanto
20.000 regionale e nazionale gli ultimi dati
riguarda la situazione
di cui si dispone sono aggiornati al 1999 (annuario dei
dati ambientali15.000
APAT) e sono rispettivamente 0,033 e
0,038.
2005/06
2000/01
10.000
110
5.000
R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l 'A m b i e n t e - P r o v i n c i a d i Pa d o v a - 2 0 0 6
0
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
25.000
la biodiversità
20.000
2005/06
15.000
2000/01
10.000
Fig.6.6:
pressione venatoria
per A.T.C. nelle
annate 2000/01 e
2005/06
0,18
5.000
0,16
0,14
0
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
0,12
0,1
2005/2006
0,08
2000/2001
0,06
30.000
0,04
0,02
25.000
0
20.000
ATC1
ATC2
ATC3
ATC4
ATC5
ATC6
ATC7
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Servizio Caccia
e Pesca, Provincia di
Padova]
ATC8
2005/06
15.000
2000/01
10.000
e x A N PA 3 61
P
5.000
L
D
0
ATC 1
ATC 2
TERRITORIO CACCIABILE E TERRITORIO PROTETTO
ßà
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
caccia e pesca
Fig.6.7:
percentuale (in
ettari) di territorio
protetto e cacciabile
negli 8 A.T.C.
nell’annata 2005/06
100%
80%
60%
area protetta
area cacciabile
40%
20%
[Fonte:
elaborazione Agenda
21 Consulting su
dati Servizio Caccia
e Pesca, Provincia di
Padova]
0%
ATC 1
ATC 2
ATC 3
ATC 4
ATC 5
ATC 6
ATC 7
ATC 8
La percentuale di area protetta rispetto a quella cacciabile
rimane sostanzialmente costante negli ultimi anni. L’alta
percentuale protetta che si evidenzia negli A.T.C. 5 e 8 è
dovuta alla presenza rispettivamente del Parco Regionale
dei Colli Euganei e dell’Oasi Millecampi.
e x A N PA 3 64
P
D
J
ä
OPERAZIONI DI RIPOPOLAMENTO
caccia e pesca
111
CAPITOLO 6
Le
operazioni
di
ripopolamento
interessano
principalmente lepri e fagiani e secondariamente le
starne.
Il ripopolamento delle lepri avviene con esemplari
provenienti dall’est Europa e con esemplari locali
provenienti dalle zone di ripopolamento dei vari ambiti
territoriali e da allevamenti. Nel 1998 gli esemplari
di lepre di cattura erano 400, mentre sono diventati
1.300 nell’ultima stagione 2005/2006. Si tratta di un
fenomeno di particolare rilievo poiché determina un calo
del numero di esemplari importati dall’estero con una
conseguente diminuzione del rischio malattie.
I fagiani provengono da allevamenti locali e dalle zone di
ripopolamento dove, negli ultimi anni, si è assistito alla
formazione di popolazioni autoriproducentesi di fagiani,
fatto che testimonia le buone condizioni di vita di tali
animali.
Dal 2002 è in atto nel territorio provinciale un progetto
di reintroduzione della starna, specie di elevato interesse
naturalistico e faunistico-venatorio, scomparsa da tempo
dal territorio che era presente all’inizio del 1900 in tutta
la Pianura Padana. Il progetto sta dando discreti risultati
testimoniati dalla presenza di brigate naturali venutesi a
creare da coppie che si sono riprodotte sul territorio.
Un altro progetto di ripopolamento attualmente in atto,
interessa lo Storione cobice, che si sta reintroducendo
all’interno di alcuni corsi d’acqua (Adige e Bacchiglione)
della provincia di Padova.
Il progetto prevede l’immissione di circa 30000 esemplari
nel loro antico areale di distribuzione che comprendeva
i principali fiumi del Nord Italia, in collaborazione con le
Province di Venezia, Treviso, Rovigo, Verona, Ferrara. La
reintroduzione della specie è inserita in un progetto Life
Natura cofinanziato dalla UE.
Nell’ultimo decennio, l’introduzione illegale di cinghiali
nel territorio del parco Colli Euganei ha provocato
numerosi e consistenti danni alle popolazione residente
all’interno del parco.
In particolare si stima che dal 2003 a oggi i danni
ammontino a oltre 100 mila euro e che le catture di
cinghiali negli ultimi 5 anni si attestino intorno ai 350
esemplari.
I comuni maggiormente colpiti da tale emergenza
risultano essere: Cinto Euganeo, Baone, Galzignano e
Arquà Petrarca.
Nel settembre 2006, in concomitanza con l’attivazione
di un numero verde per le segnalazioni di avvistamenti,
danni e problemi relativi ai cinghiali, è partito un progetto
di monitoraggio della popolazione di questi suini presenti
sul territorio, che vede la collaborazione dell’Ente parco
con l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica e che
prevede l’utilizzo di telecamere sensibili al calore.
Il programma operativo del progetto dell’INFS prevede
tre fasi.
La prima riguarda l’indagine conoscitiva della popolazione
del cinghiale, con tecniche adatte al particolare contesto
dei Colli, che offrendo boschi, rifugi, tane, riserve idriche
e colture a volontà appare particolarmente ostico al
monitoraggio degli animali.
Sfruttando i dati già esistenti si predisporrà un
sistema informativo territoriale, relativo ai danni e
alle caratteristiche degli animali così da creare mappe
geografiche tematiche che possano indicare, ad esempio,
le aree a rischio di danneggiamento.
La seconda fase riguarderà invece lo studio dei livelli
di conoscenza delle aspettative e delle attitudini dei
residenti e dei turisti nei confronti della fauna selvatica.
Le terza e conclusiva fase del progetto consisterà nella
definizione di una strategia di gestione del cinghiale
attraverso un piano sperimentale, da realizzare entro la
fine dell’anno 2006 e un piano di gestione “a regime”
elaborato sulla base dei dati raccolti nel triennio da
predisporre entro dicembre 2009.
e x A N PA 3 56
P
D
J
FERMO PESCA
ßà
caccia e pesca
Il regolamento per l’esercizio della pesca nelle acque
interne della provincia di Padova individua tre diverse
aree di pesca:
- ZONA A – salmonicola: comprende tutte le
acque situate a nord della linea di demarcazione
che si identifica con le seguenti strade: S.P.
Camisano - Piazzola sul Brenta; S.P. Piazzola
sul Brenta - Campo San Martino; S.P. Campo
San Martino - San Giorgio delle Pertiche; S.S.
307 Camposampiero - Loreggia sino ai confini
provinciali con Treviso. È inoltre compreso il
fiume Sile, con tutti gli affluenti laterali, in tutto il
territorio comunale di Piombino Dese.
- ZONA B – ciprinicola: comprende tutte le
acque provinciali esistenti a valle della ZONA A
112
con esclusione di quelle definite alla successiva
ZONA C.
- ZONA C – salmastra: comprende tutte le
acque poste nella parte della Laguna di Venezia
ricadente entro i limiti del territorio della provincia
di Padova, così come delimitata dagli appositi
cippi numerati e pali in cemento.
Nella ZONA A la pesca è sospesa dall’ultima settimana
di settembre fino al primo sabato di marzo; mentre nella
ZONA B i periodi di fermo variano in funzione dei cicli
biologici delle varie specie presenti.
R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l 'A m b i e n t e - P r o v i n c i a d i Pa d o v a - 2 0 0 6
la biodiversità
Scheda di sintesi
Paragrafo
6.1
ä
6.1
?
6.1
ßà
6.3
ßà
6.1
ßà
6.1
æ
6.1
ä
6.1
ßà
6.1
-
6.1
-
-
6.1
-
-
-
6.1
ND
-
-
-
6.1
P
D
æ
6.2
Percentuale di foreste degradate o in situazione
di disturbo rispetto al totale
P
D
æ
6.2
86
Incendi: numero degli eventi ed area incendiata
P
D
359
Controllo dell’attività venatoria
P
D
522
Pressione venatoria
P
D
361
Territorio cacciabile e territorio protetto
P
D
-
ex ANPA
364
Operazioni di ripopolamento
P
D
ex ANPA
356
Fermo pesca
P
D
J
J
K
K
K
J
J
K
L
J
J
6.2
D
J
J
J
K
J
L
æ
P
Stato
2006
ä
Stato
2001
6.1
Qualità
dati
ä
Tipologia
Trend
In questo capitolo sono stati trattati 24 indicatori
considerati rilevanti per definire lo stato della biodiversità
nel territorio provinciale.
In sintesi si può affermare che la situazione della
biodiversità nella provincia di Padova è generalmente
buona sebbene esistano alcune criticità legate all’alta
presenza di cacciatori e agli impatti antropici che, in
un’area così densamente popolata, sono difficilmente
arginabili.
OCSE
59
% di aree protette
R
D
OCSE
90
% delle foreste protette in % all’area forestata
R
D
OCSE
53
Specie minacciate di estinzione sul totale di
numero di specie
J
K
S
D
-
ex ANPA
344
Numero di specie naturalizzate diventate
invasive
S
D
ex ANPA
363
Specie cacciabili e convenzioni internazionali
R
D
APAT
528
Aree umide di interesse internazionale
R
D
APAT
416
Grado di pianificazione delle AP - Linee di
assetto del territorio
J
J
J
S
D
-
ex ANPA
429
Diversità paesistica a livello provinciale
S
D
-
ex ANPA
431
Connettività della rete ecologica nazionale Indice di connettività
S
D
-
ex ANPA
411
Dispersione delle aree protette
P
D
-
J
J
J
L
L
J
J
L
J
L
ex ANPA
408
Pressione da popolamento per le aree protette
P
ND
-
-
ex ANPA
409
Pressione da attività economiche per le aree
protette
P
ND
-
ex ANPA
410
Pressione da consumi energetici per le aree
protette
P
ND
APAT
527
Pressione da infrastrutture di comunicazione in
aree protette
P
OCSE
85
Rapporto tra incremento ed utilizzazioni
OCSE
87
Area, provvigione e distribuzione delle foreste
OCSE
88
OCSE
ex ANPA
APAT
ex ANPA
Set
Codice
Nome
ä
6.2.1
ßà
6.3
ä
6.3
ßà
6.3
ä
6.3
ßà
6.3
113
CAPITOLO 6
114
Azioni, tendenze future e
sostenibilità
Bibliografia
La tutela della biodiversità è, come abbiamo detto,
uno degli elementi fondamentali per la conservazione
dell’ambiente; è per questo motivo che sia la Regione
Veneto che la stessa Provincia di Padova hanno
attivato e dovranno attivare una serie di azioni volte
al mantenimento della diversità specifica animale e
vegetale all’interno del loro territorio.
Al fine di poter attivare specifiche azioni di tutela è
indispensabile avere innanzitutto un quadro dettagliato
della situazione in essere, da accompagnare a una
descrizione di come invece essa “dovrebbe essere”.
È per questo che diventa necessario istituire un sistema
di monitoraggio efficiente e puntuale finalizzato alla
conservazione delle componenti naturalistiche del
territorio. Tale sistema si potrà realizzare solo attraverso
l’individuazione di indici e indicatori ad hoc in grado di
fornire periodicamente e costantemente dati circa la
situazione della biodiversità locale.
Tali informazioni ottenute dovranno poi essere di facile
consultazione e comprensione in modo tale da poter
essere utilizzate da tutti gli enti e i soggetti interessati.
Accanto ad un attento monitoraggio dello stato di fatto
risulta importante anche attuare una formazione e
un’informazione adeguate, al fine di evidenziare a tutti
i livelli l’importanza del rispetto e della conservazione
della biodiversità come strumento di garanzia della
tutela ambientale.
Piano faunistico venatorio 2003-2008, Provincia di
Padova
2004, ARPAV Agenzia regionale per la Prevenzione
e Protezione ambientale del Veneto – Area ricerca e
Informazione, Servizio Comunicazione ed Educazione
Ambientale “A proposito di…. Conservazione della
Natura”
1992, Convenzione sulla Diversità Biologica
Siti internet
www.provincia.padova.it
www.arpa.veneto.it
www.parcocollieuganei.it
www.regione.veneto.it
R a p p o r t o s u l l o S t a t o d e l l 'A m b i e n t e - P r o v i n c i a d i Pa d o v a - 2 0 0 6
@