2|2013 - OMCeOMI

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2|2013 - OMCeOMI
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Ordine Provinciale Medici Chirurghi
e Odontoiatri Milano
2|2013
ANNO LXVI
CHIRURGIA
AMBULATORIALE
Tavolo tecnico subito
• Un aiuto per districarsi nel labirinto della professione
• Il linguaggio dei suoni per produrre salute e benessere
• Una dimostrazione dell’ingegno umano
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Anno LXVI - 2/2013 Aprile-Giugno
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Grazia Manfredi, Pietro Marino, Arnaldo Stanislao
Migliorini, Massimo Parise, Giordano Pietro
Pochintesta, Alberto Scanni, Maria Teresa Zocchi
Commissione Albo Odontoiatri
Presidente
Giacinto Valerio Brucoli
Segretario
Ercole Romagnoli
Componenti
Nicola Balduzzi, Dino Dini, Claudio Gatti
Collegio Revisori dei Conti
Presidente
Martino Trapani
Revisori
Giuseppe Brundusino, Maria Elena Pallaroni
Revisore Supplente
Tito Pignedoli
Editoriale
Angelina e la colpa medica
2
Inchiesta
Chirurgia ambulatoriale, tavolo tecnico subito
4
Attualità
Un aiuto per districarsi nel labirinto della professione
8
L’intervista
Politiche regionali e società
12
Sanità lombarda se…
14
Attualità
“Perchè ci vuole orecchio”
16
L’esperienza
Mettersi alla prova
20
Roberto Carlo Rossi
Tiziana Azzani
Roberto Carminati
Maria Cristina Parravicini
Maria Cristina Parravicini
Fulvio Muzio
Maria Cristina Parravicini
Storia
Saluti fascisti
Ugo Garbarini
22
Luoghi simbolo
Una villa liberty donata alla sanità
24
L’intervista
Una dimostrazione dell’ingegno umano
28
Attività dell’Ordine
L’intensa attività dell’Ordine
31
Corsi ECM
39
Notizie
48
Aldo Sachero
Maria Cristina Parravicini
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
1
EDITORIALE
Roberto Carlo Rossi
Angelina e la colpa medica
A
Angelina Jolie ha fatto una “scelta”
(la stampa infatti titola “La scelta
di Angelina” – non c’è che dire, un
titolo accattivante): ha deciso di farsi
asportare il tessuto ghiandolare
mammario dopo aver saputo di
essere portatrice di un gene mutato
che l’avrebbe messa ad alto rischio
di ammalarsi di un cancro al seno.
Subito si è saputo che Miss Maine
2013, l’aspirante Miss America, una
ventiquattrenne che scoppia di salute,
ha fatto la stessa scelta, pur non
essendo a rischio elevato di ammalarsi.
Si è anche appreso che la moda si sta
diffondendo e molte ragazze e giovani
donne d’oltre oceano sono ora in lista
d’attesa per eseguire (ovviamente a
pagamento) la medesima operazione
al fine di eliminare alla radice il
rischio di ammalarsi di tumore alla
mammella. Non voglio esprimere
giudizi e comunque rispetto la volontà
altrui in una materia così delicata.
Tuttavia, mi pare indubitabile la
considerazione che sia un atto
piuttosto sprovveduto il pensare
che una certa parte del nostro
organismo possa essere asportata
evitando o allontanando la possibilità
di morire e/o di ammalarsi. Il nostro
corpo, che oltretutto non è sempre
uguale ma varia (fisiologicamente)
in funzione del tempo e del luogo
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ove soggiorniamo, non è un insieme
di molecole, ma, ovviamente, un
sistema molto più complesso.
Ma qui “il cor mi si spaura”,
come diceva Giacomo… Che
cosa caratterizza, al di là delle
spiegazioni della Biologia, un essere
vivente, animato, da un identico
cumulo di atomi di carbonio,
idrogeno, ossigeno e azoto?
Che cosa caratterizza, al di là delle
spiegazioni della Neurologia,
un essere pensante, intelligente
e autocosciente?
Molti filosofi ne hanno scritto e
molti artisti ne hanno trattato: come
non ricordare il guizzo (divino?) che
EDITORIALE
2001 Odissea nello Spazio
accompagna la salita di uno scalino
nell’evoluzione umana alla comparsa
del monolite nero della coppia
Clarke/Kubrick? Eppure, nonostante
fosse un’impresa disperata ed
ingenua, anche nel passato l’uomo
ha sempre tentato di riprodurre
artificialmente la vita. Jacques de
Vaucanson costruiva straordinari
automi nella Francia del Settecento.
C’era qualche trucco, ma la sua
maestria di geniale orologiaio
era comunque notevole. Ma
l’anatra, il flautista e gli altri
automi che egli creava erano
anche lontanamente davvero
paragonabili agli esseri viventi?
La risposta è fin troppo ovvia, ma
è altrettanto ovvio che, anche e
soprattutto nel presente, l’uomo
spesso si illude di controllare il
corpo, di eliminare la bruttezza
e l’invecchiamento, di elidere le
malattie e di essere immortale.
Il medico, allora, perde la sua
nobile connotazione di terapeuta
e diventa un tecnico qualificato,
che deve assicurare il risultato:
“il risultato positivo è una conseguenza
«statisticamente fisiologica» della
prestazione professionale diligente”
arrivava ad affermare una (incredibile)
sentenza di Cassazione del 2007!
Il pullulare di cause contro i medici
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viene anche da questo malintendere
il nostro corpo, la nostra corporeità,
in senso meccanicistico, automatico,
abiologico. Forse l’unico modo per
invertire questa tendenza è essere
al fianco dei propri pazienti, spiegare
loro, prendendosi il giusto tempo,
che, invece che farsi mutilare per
evitare l’insorgenza di malattie,
si potrebbe fare della sana
prevenzione negli stili di vita, nel
fare emergere le patologie e poi
nell’impedire che queste recidivino.
A meno che, in futuro, per
evitare di sbagliare non si
proponga l’asportazione della
corteccia cerebrale!
inchiesta
Chirurgia ambulatoriale,
tavolo tecnico subito
Tiziana Azzani
Se confermato, dal mese di giugno diversi interventi possono essere eseguiti
in ambulatorio da un solo chirurgo. Le società scientifiche, preoccupate,
chiedono un tavolo per dialogare con la Regione
“U
na proroga alla sospensiva
e l’apertura immediata di un
tavolo tecnico per definire
sulla base delle evidenze scientifiche il
reale elenco delle procedure trasferibili
in Chirurgia Ambulatoriale e l’elenco
delle procedure che possono essere
eseguite da un solo chirurgo”. È la
richiesta inviata lo scorso 8 maggio
all’Assessore alla Salute della Regione
Lombardia dal Collegio Italiano dei
Chirurghi e le società scientifiche
rappresentate in risposta alla delibera
IX-4605 pubblicata lo scorso dicembre
proprio sulla Chirurgia Ambulatoriale
e aggiornata a gennaio con la delibera
IX-4716. Con l’entrata in vigore della
delibera dal 1° giugno (nel momento in
cui scriviamo questo articolo) diversi
interventi potranno essere eseguiti in
ambulatorio, comprese le ernie.
Sono diversi i punti criticati dai
chirurghi che giudicano questa mossa
puramente amministrativa e in nessun
modo migliorativa per il sistema, tanto
meno per il paziente, esposto a maggiori
rischi per la sua sicurezza e a spese più
elevate per l’introduzione del ticket.
«In regime di spending review
comprendiamo la necessità di ridurre
gli sprechi e i ricoveri inappropriati
– afferma Paolo Dionigi, presidente
della Società Lombarda di Chirurgia. –
Ma questo è un passo che gli ospedali
della Lombardia hanno già fatto negli
ultimi anni riducendo il più possibile
i tempi di ricovero». L’avanzamento
della tecnologia ha consentito di ridurre
l’invasività di alcuni interventi e l’utilizzo
di anestesie locali o loco-regionali
con un effetto significativo sui tempi
di degenza. E così sono numerosi gli
interventi tipici della week-surgery
che si sono trasformati in day-surgery.
In quasi tutti gli ambiti della chirurgia
nel 2007 su 4,6 milioni di pazienti che
si sono sottoposti a un intervento
chirurgico, ben 1,6 milioni si sono
fermati solo una notte in ospedale. Ora
viene chiesto di fare un passo avanti:
passare molti interventi dal regime daysurgery a “chirurgia ambulatoriale”,
senza però tener conto della rapida
evoluzione della tecnica chirurgica e
dell’assistenza al paziente, con il rischio
di ridurre notevolmente la sicurezza
che è stata finora garantita sia durante
l’intervento, sia nell’immediato periodo
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post-operatorio. «Per questo la delibera
appare solo una mossa artificiosa per
tagliare in modo lineare i posti letto
accreditati sostituendoli con dei letti
tecnici che vengono computati in modo
diverso», commenta Dionigi.
Letti tecnici, ovvero?
Quello dei letti tecnici è uno dei punti
caldi della delibera, a proposito dei
quali i chirurghi chiedono spiegazioni.
«Non sappiamo cosa siano; non
sono stati definiti e in nessun modo è
stato indicato il tipo di assistenza e il
personale medico-infermieristico che
si deve garantire a questi letti tecnici»
critica Dalila Greco, responsabile
del gruppo di studio chirurgia a
degenza breve, Società Lombarda di
Chirurgia. Il dubbio che si fa largo
tra gli esponenti delle diverse società
scientifiche intervistati per questa
inchiesta è che non vi sia stata una piena
comprensione dei termini utilizzati nella
letteratura internazionale. Per chirurgia
ambulatoriale viene tradizionalmente
intesa la possibilità di trattare pazienti
che possono essere dimessi entro poche
ore; la parola ambulatory deriva infatti
inchiesta
dal latino ambulans, colui che cammina.
«L’essere dimesso entro poche ore non
significa però che questi pazienti non
debbano seguire il percorso chirurgico
che comprende pre-ricovero, giornata
di degenza comprensiva dell’intervento
e dell’assistenza, controlli a distanza.
Ovvero il percorso che garantisce una
chirurgia di qualità e sicura, guarda
caso il percorso di day-surgery come
viene attuato nei nostri ospedali italiani
– precisa Dalila Greco. – La chirurgia
ambulatoriale, oltretutto definita
a bassa complessità assistenziale
nell’immaginario dei pazienti diviene
assimilabile a quanto è definito dagli
anglosassoni office-based surgery.
Per il cittadino italiano l’ambulatorio è
notoriamente quello del del Medico di
Medicina Generale o il poliambulatorio
dell’Ospedale. Allora perché ingenerare
questa confusione?
Perché utilizzare il termine di letti tecnici
ove, al contrario della day-surgery è
possibile fermarsi una notte, ma assistiti
da chi se sono solo letti tecnici? Se si
tratta solo di cambiare denominazione,
come sono state selezionate le
patologie? Dov’è il risparmio?» si
interroga Dalila Greco. La gestione delle
complicanze potrebbe essere difficile,
se non impossibile, nelle strutture che
fanno solo chirurgia “ambulatoriale”
per le quali, secondo la delibera, sono
previsti soli letti tecnici sorvegliati da un
personale non ben definito in numero,
competenze e ruoli. In questi casi,
probabilmente, il paziente dovrà essere
spostato o si rivolgerà autonomamente
in un altro ospedale attrezzato con una
rianimazione e un reparto di chirurgia
pronto per un eventuale re-intervento.
«La decisione di dimettere un paziente
non può prescindere dal suo stato di
salute e anche dal servizio di assistenza
spostare l’assistenza sul territorio? Sono
d’accordo, ma allora prima bisogna fare
in modo che il territorio sia in grado di
assistere i pazienti. Come posso, allo
stato attuale, dimettere un paziente che
abita in una zona di provincia, lontano
dall’ospedale, affidandolo al solo medico
di base che sappiamo benissimo non
fornire l’assistenza notturna. Se succede
qualcosa, ne va della salute del paziente
e la colpa ricade direttamente sul
chirurgo», conclude Scandroglio.
Abbattimento della qualità
C’è un altro punto della delibera che
preoccupa molto ed è quello che
prevede che la chirurgia ambulatoriale,
come chirurgia minore, sia eseguita
da un unico chirurgo assistito da un
infermiere strumentista, in assenza di un
anestesista in sala, che deve però essere
reperibile. Esprime il suo dissenso
Andrea Coda, presidente dell’Italian
Society of Abdominal Hernia Surgery:
«Un punto non accettabile. L’esclusione
del secondo chirurgo è una prova che
questo elenco è stato stilato unicamente
da “amministrativi” senza alcun
confronto con le società scientifiche».
A preoccupare sono in particolare gli
interventi di riparazione delle ernie
che gli si può garantire» precisa
ombelicali e inguinali. Molto spesso
Ildo Scandroglio (Coordinatore
le ernie inguinali sono operate per via
Regionale dell’Associazione Chirurghi
laparoscopica, una tecnica che richiede
Ospedalieri Italiani) e sottolinea quanto
obbligatoriamente la collaborazione
sia importante considerare ogni
di due chirurghi. «Le possibilità sono
intervento un caso a sé. Il tempo per
due, o non si faranno più laparoscopie
la dimissione non dovrebbe essere
oppure viene implicitamente
stabilito a priori, ma dovrebbe basarsi su autorizzato dalla delibera l’aiuto da
diversi parametri capaci di interpretare
parte dell’infermiere su competenze
le singole storie dei pazienti, e quindi
non proprie, con un evidente rischio
gli score ottenuti nelle ore successive
legale. In un ottica di risparmio si
all’intervento, al grado di autonomia,
poteva prevedere piuttosto un chirurgo
il tipo di assistenza famigliare e
strutturato e uno in formazione».
territoriale garantito. «Vogliamo
Un altro fattore che ostacola l’esecuzione
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5
inchiesta
La preoccupazione degli infermieri
Anche gli infermieri di sala operatoria non condividono la delibera regionale e
chiedono una tavolo tecnico per discutere. Il punto più caldo è l’elevato rischio
professionale, in caso di contenziosi medico-legali, a cui gli infermieri di sala
rischiano di esporsi svolgendo attività non autorizzate. «Non possiamo accettare
la presenza di un solo chirurgo in sala.» si oppone Maria Caputo, presidente
dell’Associazione Infermieri Sala Operatoria, «Se il chirurgo opera, chi apre il
campo operatorio e allarga la ferita? Solitamente se ne occupa l’aiuto chirurgo.
L’infermiere strumentista anche se ben preparato non è autorizzato a sostituirsi
al chirurgo. L’unico caso in cui l’infermiere può agire in questo modo è in caso di
urgenza, quando la vita del paziente dipende dalla rapidità dell’intervento, ma non
è il caso degli interventi di cui si parla in questa delibera». Anche l’IPAVSI si mostra
preoccupata e chiede un tavolo per dialogare con l’assessorato in un contesto
multidisciplinare: «Non vogliamo chiuderci di fronte alla necessità di riorganizzare
la chirurgia. Siamo aperti ai nuovi ruoli e competenze che questo cambiamento può
richiedere agli infermieri, ma è fondamentale che vengano chiariti e riconosciuti a
livello professionale i ruoli, le responsabilità e organizzato un percorso formativo
appropriato», dichiara Giovanni Muttillo (presidente IPAVSI Milano Lodi Monza
Brianza). «È necessario delineare i protocolli di lavoro per garantire la salute
del paziente e la sicurezza di chi opera» continua Muttillo preoccupato anche
dell’effetto Decreto Balduzzi sulla responsabilità professionale «Il Decreto Balduzzi
ha depenalizzato i reati di colpa lieve con il rischio di deresponsabilizzazione
professionale. È vero che bisogna rifarsi a protocolli e linee guida, ma non è ancora
stato chiarito quali sono gli organismi deputati alla loro validazione».
ambulatoriale di un intervento d’ernia
è costituito dalla qualità dell’ambiente,
la cui asetticità, fondamentale per
l’elevato rischio di peritonite, non può
essere garantita in ambulatorio, che per
definizione è un luogo “sporco”.
Infine l’assenza dell’anestesista in sala e i
tempi rapidi di dimissione sottintendono
il ricorso alla sola anestesia locale, nella
maggior parte dei casi poco efficace
e non indicata nelle ernie ombelicali.
«È difficile che l’anestesia si propaghi
in modo efficace attraverso un tessuto
cicatriziale come l’ombelico. Ci sono
poi casi di ernie importanti, di 5 cm
e oltre, che richiedono 1-2 ore di
intervento. Infine il dolore. Dobbiamo
far soffrire il paziente solo per motivi
amministrativi?» si chiede Coda.
Il timore è un abbattimento significativo
della qualità degli interventi, con una
retrocessione dei sistemi e dell’uso della
Giovanni Muttillo,
presidente IPAVSI
Milano Lodi Monza
Brianza
Maria Caputo,
presidente
dell’Associazione
Infermieri Sala
Operatoria
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tecnologia oggi disponibile, e quindi
una riduzione importante dei risultati e
un aumento dei rischi di complicanze o
generali per la salute del paziente.
Con l’ambulatoriale si corre il rischio
di minimizzare alcuni interventi, e di
creare delle false aspettative nei pazienti,
che se tradite possono condurre al
contenzioso medico legale e quindi
aumentare il calderone che già ogni
anno conta circa 32mila richieste di
risarcimento correlate ad atti chirurgici.
«Il chirurgo viene ulteriormente caricato
di responsabilità, a fronte però di
un sistema che non garantisce il suo
operato. Quale chirurgo deciderà di
esporsi a tali rischi?» si chiede Giorgio
De Toma, Presidente della Società
Italiana di Chirurgia, palesando anche la
possibilità che alcuni chirurghi, e quindi
alcuni centri decidano di non proporre
più alcuni tipi di interventi.
inchiesta
La Delibera IX-4605
(28/12/2012) in breve
Paolo Dionigi, presidente
della Società Lombarda di
Chirurgia
Dalila Greco, responsabile
del gruppo di studio chirurgia
a degenza breve, Società
Lombarda di Chirurgia
Ildo Scandroglio, coordinatore
regionale dell’Associazione
Chirurghi Ospedalieri Italiani
Flusso informativo
Maurizio Verga, consiglio direttivo della Società
Italiana di Chirurgia Ambulatoriale e Day Surgery
Andrea Coda, presidente dell’Italian Society
of Abdominal Hernia Surgery
E con l’ambulatoriale cambia anche la
cartella clinica, che si snellisce di diversi
dati del paziente sia nel pre- che nel
post-operatorio. Il paziente teoricamente
potrà essere dimesso dall’infermiere,
senza visita da parte del chirurgo
e dell’anestesista e quindi senza
registrazione di dati di salute molto
importanti. L’archiviazione differente dei
dati produrrà inoltre un’interruzione del
flusso informativo rendendo impossibile
la valutazione statistica e qualitativa
degli interventi effettuati. «Non so quale
chirurgo si adeguerà a tali cambiamenti
ed accetterà di compilare cartelle
cliniche ambulatoriali così scarne.
Probabilmente assisteremo ad un
mantenimento dell’attuale cartella
di day-surgery rinominata ad
ambulatoriale; E allora ancora una
volta ci chiediamo dov’è il risparmio»
domanda Maurizio Verga, del
consiglio direttivo della Società Italiana
di Chirurgia Ambulatoriale e Day
Surgery e ipotizza «Il vero risparmio
non sta dietro un taglio lineare
amministrativo che comporta una
retrocessione qualitativa del lavoro e un
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7
Stabilisce un elenco di interventi
chirurgici da eseguire a partire
dal 1° giugno
- in bassa intensità operativa e
assistenziale (chirurgia ambulatoriale).
- alla presenza di un solo operatore
medico chirurgo e di un infermiere
professionale anche in regime di
ricovero ordinario. È prevista la “pronta
reperibilità” di un secondo chirurgo,
che deve quindi essere presente nella
struttura (non in sala).
- l’anestesista deve essere “prontamente
reperibile” in caso di ricorso ad anestesia
locale (non loco-regionale).
- viene specificato che la disposizione
è applicabile solo alle prestazioni non
urgenti.
aumento di costi indiretti, per il rischio
di incremento di possibili complicanze e
di oneri derivanti da contenziosi medicolegali. Il vero risparmio si ottiene
favorendo il miglioramento dell’attività
chirurgica, incentivando sia modalità
organizzative che l’uso di tecniche
e strumenti che possano realmente
abbattere i costi, riducendo così i tempi
di intervento e velocizzando il recupero
dei pazienti, ma garantendo al tempo
stesso un elevato standard qualitativo e
di sicurezza».
Dialogo
Sono dunque molte le perplessità
sollevate dalle società scientifiche
di chirurgia di fronte alla delibera
regionale IX-4605. «Non vogliamo
esprimere un NO assoluto, ma alla
Regione chiediamo una possibilità di
dialogo e confronto con l’apertura
di un tavolo tecnico.
Siamo disponibili a rivedere
l’organizzazione della chirurgia in
ospedale, ma solo se non si perde di
vista la salute e sicurezza del paziente,
in un’ottica di medicina personalizzata»
conclude Dalila Greco.
n
attualità
Un aiuto per districarsi
nel labirinto della professione
I giovani medici vogliono più Ordine
Roberto Carminati
Fra quanti formulano il giuramento d’Ippocrate è forte il desiderio
di una maggior comunicazione con l’Istituzione cui fanno capo
L’
Ordine dei Medici di
Milano visto dalla parte
di chi ha formulato il
giuramento d’Ippocrate all’inizio di
quest’anno resta un’Istituzione in grado
di assolvere a compiti importanti.
Ma fra i neo medici e l’Ente permane
una certa distanza determinata sia
dal troppo recente approccio dei
giovani alla Professione sia da lacune
nella comunicazione che Università
e Odm non riescono a colmare.
C’è però su entrambi i fronti voglia
di un riavvicinamento. In tempi di
cambiamenti vistosi e incertezze i nuovi
eredi di Esculapio chiedono uno sforzo
ulteriore verso un incremento delle
informazioni circa la tutela legale e le
evoluzioni del sistema previdenziale.
Ma talora anche una maggiore apertura
nei riguardi di discipline e culture
che paiono trascurate dall’organo di
categoria. Il presidente Roberto Carlo
Rossi apre al confronto, risponde alla
critica costruttiva e chiede una mano
agli atenei per riuscire a trasmettere
messaggi più forti e calzanti in materia
di deontologia: «Credo che i giovani
medici siano preparati a 360 gradi e
in particolare sugli aspetti clinici e
della medicina legale ma ancora molto
bisogna fare per insegnare loro alcuni
aspetti deontologici, teorici e pratici
della professione». Rossi non nega
che «a volte l’Istituzione sia vista come
uno sportello cui pagare una tassa
necessaria per lavorare» e che questo
generi «una certa indifferenza». E se
l’aspetto deontologico risulta talvolta
trascurato «è anche perché nessuno
ha mai istituito corsi specifici a tale
proposito». Si tratta di un’istanza
dominante nella quotidianità della
medicina «ma è certamente difficile
darle il giusto peso se essa non
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
8
assume un ruolo centrale anche
nell’insegnamento», ha dichiarato
Rossi. «L’Ordine», ha detto, «è il luogo
di elezione della deontologia e dei suoi
giudici che si esprimono sull’osservanza
ai doveri che deve caratterizzare il
comportamento e l’azione di ciascuno
iscritto. Si pensi solo alle incongrue
richieste che il medico riceve ogni
giorno, alle problematiche del rapporto
con le Aziende sanitarie e con gli
Ospedali. È una tematica che bisogna
saper declinare nella vita di tutti i
giorni». Rossi ha ricordato che l’Ordine
offre servizi di qualità come l’assistenza
su tributi, previdenza e giurisprudenza,
che come si vedrà suscitano presso gli
iscritti curiosità e interesse: «Ritengo la
nostra offerta molto variegata e grazie
a impiegati preparati e al lavoro di
molti consiglieri possiamo garantire
consulenze d’indirizzo piuttosto
dettagliate. Non siamo la soluzione a
ogni problema ma in linea generale
credo si riesca a venire incontro a
parecchie esigenze».
In linea con l’ultima revisione del
Codice un forte accento viene posto nel
giuramento sull’Alleanza terapeutica
che come si leggerà è percepita in
tutta la sua importanza dai giovani, in
pieno accordo con Rossi: «Non posso
che rallegrarmi dell’importanza in cui
è tenuta», ha detto, «sia perché è un
attualità
Roberto Carlo Rossi,
presidente dell’Ordine di Milano
punto essenziale e sia perché l’Ordine
di Milano ha chiesto esplicitamente
che ne venisse sottolineata la rilevanza
nel giuramento». L’Ordine di Milano
ha poi promosso da diversi anni
un registro delle Medicine non
convenzionali verso le quali nel
segno del rinnovamento alcuni degli
interpellati dopo il giuramento hanno
richiesto una maggiore apertura e
attenzione: «L’istituzione di un registro
per queste pratiche è un passaggio in
cui abbiamo sempre creduto molto», ha
detto Rossi, ricordando che pur se con
valenza soltanto informativa, «l’Ordine
di Milano è stato fra i primissimi a
provvedervi.
Per accedervi il requisito è una
preparazione approfondita in linea
con quella tutela della qualità dell’atto
medico che in futuro l’Istituzione
ordinistica dovrà sempre più tutelare»,
ha concluso Rossi.
siano i primi conservatori dello status
quo di un dialogo che talora stenta a
decollare e rendersi più fruttuosamente
frequente: «Di fatto non potrei dare un
giudizio definitivo circa il supporto che
l’Ordine dei medici è in grado di dare
ai suoi iscritti», ha esordito il 26enne
Levi, «perché sino a questo momento
le relazioni che ho intrattenuto con
l’istituzione sono state abbastanza rade.
Ma il momento storico è critico per la
nostra professione come per altre e
si annunciano o si sono verificati tagli
delle retribuzioni e aumenti d’imposta.
Su questo vorremmo esser più
informati; e dovremmo pure informarci
di più». Impiegato presso il Policlinico di
Milano Vincenzo Levi si iscrive d’ufficio
insomma al partito di quanti assegnano
all’Ente prerogative eminenti di tramite
e guida nella giungla della burocrazia.
E anche di quanti ammettono
che un parziale disinteresse in
materia legislativa e normativa stia
serpeggiando soprattutto fra le nuove
leve della professione medica. Il tempo
è però dalla loro parte: «Ritengo che il
contatto con gli organismi associativi
vada costruito passo dopo passo», ha
detto Levi, «e che con la volontà da
parte nostra e la disponibilità della sede
«Voglio un ordine trasparente
con cui dialogare di più»
Come altri dei suoi colleghi freschi
del giuramento d’Ippocrate anche
lo specializzando neurochirurgo
di origine siciliana Vincenzo Levi
chiede all’Ordine del quale fa parte
maggiore trasparenza e un infittirsi
delle comunicazioni. Ma si rende
conto di come talora i giovani medici
Vincenzo Levi, 26 anni, specializzando
in neurochirurgia al Policlinico di Milano
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
9
il desiderio possa avverarsi». La formula
del giuramento recitata all’inizio dello
scorso febbraio ha tuttavia portato
in luce istanze che sembrano stargli
particolarmente a cuore a cominciare
dai passaggi riguardanti la consulenza
legale a beneficio degli iscritti:
«Si tratta certamente di un aspetto
molto importante e in particolare nella
specialità cui mi sono indirizzato»,
ha detto il neurochirurgo, «nella
quale l’aspettativa per veri miracoli è
piuttosto alta da parte dei pazienti e
familiari, spesso a causa di informazioni
sbagliate». Ed è anche per mantenere
le speranze di tutti incanalate in uno
stretto realismo senza venir meno
ai doveri della professione che Levi
ha invece accolto di buon grado gli
incoraggiamenti rivolti all’alleanza
terapeutica coi pazienti: «È un
tema fondamentale», ha detto Levi,
«soprattutto nel mio campo e in genere
per i giovani che agiscono a stretto
contatto con i pazienti. Perché è nostro
dovere e componente essenziale
dell’attività l’attento ascolto del malato;
ma pure dei suoi parenti».
E a stimolarlo non può che essere un
valore eminentemente umano ancor
prima che scientifico e deontologico:
«La passione è decisiva», ha detto il
nuovo erede di Esculapio, «e dal mio
canto ho fatto della sentenza tutto
ciò che può fare l’uomo è muovere
le cose una vera e propria guida. La
motivazione personale è il carburante
di una specialità che almeno agli inizi è
remunerata meno di altre.
Devo dire però che un identico e
immutato amore per la neurochirurgia
lo ritrovo anche nei colleghi più anziani
da cui rubo parte del mestiere ma
che sono anche disponibilissimi a
insegnare».
attualità
reale e valida formazione in proposito».
Questo non significa che ci si trovi
dinanzi a un donchisciottesco cavaliere
solitario perché per sua stessa
ammissione Daniele Biasini ha fatto
della cooperazione in rete con altri
specialisti uno fra i cardini della sua
attività: «Trovo che l’idea di medicina
propugnata dall’Ordine e dalla
concezione occidentale contemporanea
Daniele Biasini, 32 anni, esercita la libera
della terapia sia», ha detto al Bollettino
professione ed è laureato in Psicologia e in
dell’Ordine dei Medici antiquata,
Medicina e chirurgia
parcellizzata, troppo analitica. Sembra
«Un’istituzione per la quale sono spesso scordare che dietro ogni
patologia c’è un essere umano, questa
una specie di Ufo»
è fra le critiche più importanti rivolteci
Rinnovamento e apertura. In due
dalla medicina tradizionale cinese».
parole è questo che Daniele Biasini
Biasini opera nel campo della medicina
chiede all’Ordine presso il quale ha
non convenzionale che altrove in
giurato fedeltà ai dettami ippocratici al
Europa ottiene dignità e riconoscimenti
principio dello scorso febbraio. E dal
ben superiori a quanto accade nella
quale non ritiene che il suo modo di
Penisola. Ma se è il cambiamento
concepire la medicina sia pienamente
che va cercando egli preferisce
compreso. Tutt’altro. «Non credo che
conquistarlo in Patria e all’interno
l’ultra-specializzazione del sapere
della medesima struttura dell’Ordine.
medico sia la soluzione a una domanda
clinica sempre più complessa», ha detto «Chiedo apertura al mondo con la
cessazione degli sguardi di sospetto che
il 32enne Biasini che è laureato sia in
ancora accompagnano chi come me
Psicologia sia in Medicina e chirurgia
si occupa di agopuntura ossia di una
e svolge la libera professione, «ed è
pratica riconosciuta dall’Organizzazione
una modalità che tende a far smarrire
mondiale della sanità dagli anni
la visione d’insieme, ossia la Persona
Settanta. Auspico il ritorno al cardine
nella sua interezza e unicità. Ritengo
originario della medicina, primum non
invece fondamentale abbattere le
barriere tipicamente occidentali elevate nocere. Un input che l’Ordine dovrebbe
tornare a far suo in toto sapendo che
fra corpo e mente, fra psiche e soma».
l’etimo della parola farmaco rimanda
Cura gli anziani, Biasini, senza essere
a veleno: il pharmakon è una bomba
geriatra. E i bambini pur essendo
che non colpisce solo i cattivi». Va da sé
pediatra; «o ancora gli ulcerosi senza
dirmi gastroenterologo. Curo le persone che rammentando di essere stato «un
paziente prima ancora che un medico»
perseguendo l’obiettivo di dare dignità
Biasini pone un deciso accento sull’idea
e qualità di vita ai malati. Espressioni
dell’alleanza terapeutica: «È tutto»,
usate anche da chi di fatto si dedica
ha dichiarato, «purché si coniughi
poi solo all’uno o all’altro orticello.
a percorsi di crescita personale del
In dubbio non è la buona fede dei
malato e il medico non si limiti a essere
colleghi che per lo più si occupano
prescrittore di farmaci. Il feeling con
spassionatamente e altruisticamente
l’assistito è decisivo e non si crea a suon
del malato. Credo solo che manchi una
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
10
di pastiglie che non risolvono i problemi
alla radice ma generano persone
ugualmente problematiche e fornite di
pasticche anziché d’empatia». Biasini
punta all’eliminazione del disturbo come
fonte della qualità esistenziale che ha
messo al centro della sua attività in un
mondo in cui «si vedono ancora troppi
occhi puntati sulle cartelle cliniche
piuttosto che sull’individuo bisognoso».
Ma perché il suo percorso possa
progredire sino al compimento entro un
alveo istituzionale il dialogo è essenziale:
«All’interno dell’Ordine e posti la
volontà e l’impegno di molti forse
non transita sufficiente cultura», ha
concluso, «né abbastanza innovazione.
Troppa è invece la burocrazia. Per
questo forse tuttora medici come me
non risultano catalogabili. Auspico
un intensificarsi del dialogo con
professionisti di qualsiasi estrazione
e specialità interessati a condividere
esperienze e attività con il sottoscritto».
«La capacità di comunicare
è innata e non si impara»
27 anni e un percorso di specializzazione
da anestesista iniziato da circa un anno
presso le strutture del San Raffaele di
Milano, la lombarda Isabella Savia
sembra tuttavia avere scorza, grinta
e una dose di disincanto tipici dei
veterani. E sulle qualità personali
punta parecchio: «Certamente è
corretto introdurre passaggi che nel
giuramento di Ippocrate sottolineino il
ruolo dell’alleanza terapeutica», ha detto
Isabella al Bollettino, «e anzi ritengo che
in seno all’Ordine il tema debba e possa
essere ulteriormente sviluppato. È in
primo luogo una questione di civiltà.
Nel mio piccolo ritengo di aver costruito
sempre una relazione buona coi pazienti
nel momento critico dell’anestesia ma
anche che questo dipenda più dalle mie
qualità personali che dalla formazione».
INCHIESTA
Quanto alle aspettative che Isabella
Savia nutre nei confronti dell’Ordine
presso il quale ha giurato a inizio
febbraio, in cima alla lista c’è il desiderio
di ottenere assistenza e informazioni
dettagliate: «Spero e voglio credere che
l’Istituzione voglia dimostrarsi attenta
soprattutto alle esigenze dei neo iscritti,
degli specializzandi e di chi da minor
tempo ha giurata fedeltà ai principi
deontologici che ispirano la professione.
L’impressione», ha proseguito ancora
Isabella Savia, «è che molto si debba
ancora fare per intensificare le
comunicazioni fra l’Ente e i medici. Ma
è altrettanto corretto dire che il mio
percorso è ancora agli inizi e che a mia
volta debba ancora scoprirne parecchi
aspetti». Dal lato più puramente terreno
la specializzanda che considera l’impiego
da anestesista e il percorso seguito per
giungervi come un «ottimo mix di teoria
e pratica» desidererebbe una mappa per
orientarsi nel bailamme dei mutamenti
normativi: «Anche se fino a questo
momento non ne ho avuto bisogno
credo sia importante la possibilità di
discutere collegialmente degli aspetti
legali della professione», ha detto Savia,
«anche al fine di evitare o fronteggiare
l’insorgere di problemi. Eventualità
tutt’altro che remota in una specialità
qual è la mia. E allo stesso tempo
Isabella Savia, 27 anni, specializzanda
anestesista presso l’Ospedale San Raffaele
di Milano
confido di poter contare un adeguato
aiuto in materia previdenziale e gestione
pensionistica, materia spesso oscura».
«Per il momento mi sento ancora
in un limbo»
Proprio nel segno di una maggiore
attenzione al tema dell’alleanza
terapeutica, lo specializzando in
radiodiagnostica 27enne Carmelo
Messina ha ammesso fra le righe
di avere sin qui ricevuto un buon
supporto sia dall’Ordine dei medici di
Milano sia dall’ospedale di San Donato
Milanese, ove agisce. Siciliano di
nascita e ormai meneghino d’adozione
ha infatti goduto, durante il corso di
laurea, della possibilità di accedere a
corsi specifici centrati sul rapporto fra
medico e paziente e più che all’Ente
rivolge una costruttiva critica ai colleghi
più grandi: «Vedo attorno a me giovani
molto motivati e appassionati», ha detto
Messina, «e credo sia molto importante
condividere con chi ha più esperienza
tutti gli aspetti dell’attività lavorativa,
anche quelli legati al relazionarsi col
paziente». Carmelo è giunto a scegliere
la radiodiagnostica ormai al termine
del percorso di studi e dopo un anno di
Erasmus in Spagna, giudicandola «la
più affascinante» e sentendosi meno
attratto dalle altre discipline mediche.
Ma è proprio sulla relazione con gli
assistiti che trova si manifestino le più
evidenti lacune della sua categoria:
«Nel nostro caso l’alleanza andrebbe
potenziata», ha detto Messina, «perché
esiste un buon numero di casi in cui
uno specialista in radiodiagnostica e il
malato rischiano di non incontrarsi mai,
se si escludono ad esempio metodiche
come l’ecografia. È in questo campo
che un buon radiologo deve giocare
le sue carte al meglio e far valere le
sue qualità personali e lavorative, visto
altrimenti il rarefarsi delle occasioni di
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
11
Carmelo Messina, 27 anni,
si sta specializzando in radiodiagnostica
all’Ospedale di San Donato Milanese
contatto». Nel suo rapporto con l’Ordine
dei Medici Carmelo Messina si sente
«in un limbo». «Talora i neolaureati
e coloro che da poco hanno giurato
sono figure di confine», ha detto
Messina, «il cui vissuto a contatto con
l’Istituzione è ancora troppo limitato
se si eccettua l’esame di Stato. Una
situazione che riguarda in misura
maggiore gli specializzandi perché
presso colleghi che hanno invece
optato per la libera professione vedo
che il legame con l’Odm è decisamente
più percepito». E anche se fino a oggi
non ha avvertito un forte peso della
responsabilità gravare sulle sue spalle
di medico men che 30enne Carmelo
Messina ha considerato che cosa in
prospettiva vorrebbe dall’Ordine
in futuro: «Ora per esempio non
sento un forte bisogno di assistenza
legale, dal momento che in quanto
specializzandi abbiamo responsabilità
limitate per contratto», ha detto, «ma
la tutela giuridica del professionista è
sicuramente un elemento da sviluppare.
Allo stesso tempo», ha concluso, «ritengo
importante la possibilità di accedere
a informazioni complete sul nostro
trattamento economico e pensionistico,
data la costante evoluzione dei
regolamenti in materia. Voglio un Ordine
dei medici capace in sostanza di fornirmi
un orientamento adeguato».
n
L’ intervista
Politica regionale e sanità
Maria Cristina Parravicini
Le priorità per Maria Teresa Baldini, chirurgo specialista in
microchirurgia laser, eletta al Consiglio della Regione nella
lista Maroni Presidente
“L
a politica – racconta Maria
Teresa Baldini – mi ha
sempre attirato sia in
generale, che per diffondere il concetto
di benessere psico-fisico del cittadino
basato sull’educazione alla nozione
di salute, stile di vita, prevenzione e
diagnosi precoce. Sono convinta che
un sistema sanitario efficiente debba
rispettare le esigenze del cittadino
e aiutarlo a vivere bene. La politica
potrebbe fare molto in tale ambito.
Per molti anni ho seguito la politica da
“esterna”, senza tessere di partito. La
Lega Nord mi ha da sempre attratta. Mi
interessava capire il modello di identità
da essa proposto e mi sentivo in sintonia
con molte delle sue idee. Lo scorso anno
mi sono candidata Sindaco a Forte dei
Marmi con un movimento culturale
che ho ideato, “Fuxia People”, legato
al valore della bellezza. Quest’anno
mi è stato chiesto di candidarmi nella
lista Maroni Presidente. E ora eccomi
in Regione dove spero di riuscire ad
aiutare i cittadini sia nell’ambito della
salute sia in ambiti a essa collegati. La
bellezza è anche un valore identitario
che si sta perdendo a ogni livello. Uno
dei tanti problemi di oggi, a mio avviso,
è che le persone non comprendono
spesso la propria identità. Anche
la salute è un problema di identità.
Ma anche nell’ambito della salute
la confusione regna a tutti i livelli.
Il medico deve riappropriarsi del
proprio ruolo e dalla propria dignità
professionale. Con internet e mille
altri sistemi di diffusione mediatica,
peraltro preziosi in altri ambiti, tutti si
sentono in dovere di dire la propria in
campo sanitario. Sono molti i pazienti
che mi arrivano con una diagnosi già
fatta da loro e che mi richiedono solo
un intervento che assecondi delle
idee spesso del tutto irrealistiche ed
erronee. La metodologia medica è
molto importante e si impara solo con lo
studio e con il tempo, con l’osservazione
dei bisogni dell’altro e con il farsi carico
di quei bisogni. Il benessere psicofisico non viene dall’omologazione,
ma dall’identità e conseguentemente
dalla specificità della terapia. Purtroppo
molti medici sono ormai diventati dei
meri erogatori di prestazioni di cui
magari non sono neppure convinti. Ed
è proprio dal bisogno di ridare dignità
e identità al medico e di conseguenza
anche al paziente, che nasce la mia
scelta di entrare nel sociale».
Sanità pubblica e privata
convenzionata: quale equilibrio?
«Per distinguere cosa sia il pubblico,
il privato convenzionato e il privato
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
12
puro e per cercare di trovare un giusto
equilibrio, il primo passo è quello
di lavorare con i medici. Si è invece
dato sempre più spazio ai burocrati, a
degli imprenditori che non vedono il
paziente, ma purtroppo a volte solo il
profitto e il guadagno. Personalmente,
intendo dare più spazio ai medici
e alla metodologia medica. Questo
significa anche un’attenta revisione
di equilibri economici, con compensi
adeguati a chi si occupa direttamente
di un bene primario come la salute
del cittadino. Attualmente la maggior
parte dei medici che lavora nel settore
pubblico è sotto-pagata. Il modello
del privato accreditato è certamente
interessante. In Lombardia ha portato
ad alcuni “poli” di eccellenza, ma
probabilmente si è esagerato anche
in questo ambito. Nei cosiddetti “poli
di eccellenza” il medico viene sempre
più trattato come un dipendente di
un’azienda. La realtà ospedaliera non
è mai aziendale. Le scelte che ho fatto
personalmente decidendo di lasciare
l’Istituto dei Tumori erano dovute anche
al fatto che mi sentivo spesso trattata
non più come un soggetto, ma come un
anello di una catena di montaggio. Ho
quindi riflettuto e pensato: “Se azienda
deve essere, allora io mi faccio la mia
azienda!”, cioè lavoro privatamente. È
L’ intervista
vero che un’impresa anche pubblica
deve funzionare e far tornare i conti.
A livello imprenditoriale chi investe
del denaro si aspetta giustamente un
riscontro economico. Bisogna però
tener conto di quelle che sono le entità
in gioco. Se, per così dire, noi togliamo
la testa al medico che sa decidere e
organizzare il meglio per il paziente,
salta la realtà intrinseca dell’ospedale e
restano solo i numeri, le cifre che poi a
ben vedere non tornano mai».
Sostenibilità del SSR
«Come medico ritengo che le cure non
vadano negate a nessuno. Ma aiutando
tutti e curando tutti nel modo in cui lo
si fa ora – anche i pazienti sempre più
numerosi che in Lombardia vengono
da altre Regioni o da territori extra
UE – purtroppo ormai ci rimette chi
al territorio appartiene effettivamente
avendolo costruito pagando le tasse.
Oggi la Macroregione è una mediazione
tra un federalismo vero e proprio e una
concezione dello Stato che è fallita.
Si deve quindi lavorare sul territorio e
su un determinato modo di agire per
recuperare risorse locali e dare priorità a
chi rispetta la legge e paga regolarmente
le tasse.
A mio avviso sarebbe anche importante
valutare le patologie e le loro diversità a
livello regionale. Per esempio il favismo
è molto presente in certe regioni, ma
a cosa servirebbe in Lombardia un
ospedale per il favismo? Non avrebbe
sicuramente un interesse regionale
rispetto a una Sanità che deve essere
sempre più vicina, a Km 0 come adesso
si dice, anche se – da medico – il così
detto Km 0 non mi pare fondamentale».
Da dove ripartire?
«Il settore della Sanità, e quindi della
Salute, è decisamente prioritario,
ma non è casuale che io abbia
accettato anche l’incarico per
l’Assessorato all’Agricoltura che, solo
apparentemente, è lontano dalla mia
formazione medica, infatti l’agricoltura
rientra nel discorso più generale del
benessere. Dobbiamo ripartire da una
sorta di “Rinascimento” della figura
umana che va rimessa al centro delle
nostre preoccupazioni. Il mio impegno
sarà quello di cercare di erogare
benessere per il cittadino, ma anche
per il medico che deve essere in grado
di agire in condizioni di benessere
piscologico ed economico. Non parlo
di un ritorno ai così detti “baroni” del
passato, ma di retribuzioni economiche
adeguate alle responsabilità che ogni
medico si assume». Per quanto attiene
i potenziamenti che andrebbero fatti,
Baldini dichiara: «Ci si dimentica troppo
spesso delle persone anziane e non ci si
sofferma sufficientemente sulla necessità
di offrire loro trattamenti adeguati,
anche in termini innovativi. D’altra parte
si fa anche molto poco per i giovani in
termini di prevenzione, per garantire la
loro salute e benessere. Un altro grosso
problema di oggi è la depressione che
trae origine da situazioni diverse tra cui
la carenza di cura e di cultura. Sarebbe
quindi necessario che nelle diagnosi e
nelle indicazioni – soprattutto da parte
dei MMG – ci fosse una maggiore
attenzione a questi aspetti umani».
Il ruolo della politica nelle
nomine verticistiche
«La Politica dovrebbe mettersi un po’
da parte. Le nomine politiche all’interno
degli ospedali – almeno per quello che
io ho vissuto personalmente – hanno
distrutto entità che imprimevano la
forza del gruppo, la forza e l’entusiasmo
di curare. La nostra è una di quelle
professioni in cui, se manca l’aspetto
umano manca tutto, innanzi tutto la
capacità di ascoltare. Già con il semplice
ascolto, si risolvono tanti problemi
e quesiti diagnostici. Pensiamo solo
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
13
ai costi investiti in esami strumentali
e visite specialistiche in eccesso. La
politica in campo medico dovrebbe
riportare al centro i veri tecnici, cioè i
medici capaci di agire nell’ambito del
loro settore».
«Il mio impegno in qualità di Consigliere
– conclude Maria Teresa Baldini – sarà,
come medico, quello di analizzare
le problematiche più propriamente
legate alla Medicina e alla Chirurgia.
Per esempio cercherò di analizzare in
che misura e in che modo debbano
interagire il privato (pensiamo anche
solo a quanti oggi dispongono di
assicurazioni supplementari), il pubblico
e il privato accreditato il cui rapporto
reciproco deve essere riequilibrato in un
discorso generale. Altrimenti corriamo
il pericolo di trovarci nuovamente
di fronte a un settore pubblico mal
gestito».
n
L’ intervista
Sanità lombarda se…
Maria Cristina Parravicini
Quali sarebbero state le priorità se le elezioni in Regione Lombardia
avessero avuto un altro corso: l’opinione di Alessandra Kustermann
D
irigente medico
specialista in Ostetricia
e Ginecologia, direttore
UOC Pronto Soccorso e Accettazione
Ostetrico Ginecologico, Clinica
Mangiagalli, Fondazione IRCCS Cà
Granda, candidata alle primarie per
il Partito Democratico per le scorse
elezioni regionali, Alessandra
Kustermann osserva: «Le cose che
andrebbero fatte urgentemente nella
Sanità sia in Lombardia che a livello
nazionale riguardano essenzialmente
il maggior costo della Sanità per una
popolazione che invecchia e che, di
conseguenza, presenta molte patologie
croniche, finendo con l’investire il
sociale che ha risorse sempre più
ridotte. A mio modo di vedere, il primo
grande errore che ha fatto il presidente
della regione Roberto Maroni consiste
nel non aver rispettato il programma
che si era dato in corso di campagna
elettorale, cioè l’unificazione dei due
Assessorati (politiche sociali e sanità)
perché solo in questo modo si poteva
dare una risposta ai bisogni sociali e
di salute dei cittadini che finiscono per
intersecarsi tra di loro. Ci troviamo con
la vecchia divisione che separa i due
Assessorati, con pochissime risorse
sul Sociale e risorse maggiori, ma
comunque insufficienti, sulla Sanità.
Dall’altra parte Maroni ha dichiarato di
essere disponibile a rivedere la Legge
31 di riforma della Sanità approvata
dal primo Governo Formigoni, che da
un lato ha portato qualche vantaggio
sotto il profilo dell’equiparazione tra
il pubblico e il privato accreditato,
aumentando l’offerta per favorire una
teorica libera scelta dei cittadini; ma
dall’altro ha determinato – in assenza
di una programmazione su cosa serve
veramente al territorio e ai cittadini –
un aumento della Sanità erogata dai
privati accreditati e una diminuzione
percentuale della Sanità erogata dai
soggetti pubblici. In contemporanea
però non ha chiuso i soggetti pubblici,
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
14
o comunque ha chiuso sempre troppo
pochi ospedali rispetto alla riduzione
dei posti letto prevista dalla Legge
Balduzzi. Per riuscire a tenere in piedi
un sistema sanitario complesso come
quello lombardo, è necessario arrivare
a una riduzione dei posti letto, ma
soprattutto a una ripartizione diversa
delle risorse tra pubblico e privato,
tenuto conto anche del fatto che la voce
più consistente nella Sanità è quella
degli stipendi, che ovviamente vanno
corrisposti nel pubblico (fondi erogati
dalla Regione); a sua volta la sanità
privata convenzionata è in crisi perché
il sistema dei finanziamenti su progetti
e funzioni speciali messa in piedi da
Formigoni, alla luce di una serie di
scandali, è stata rivista da Maroni. Ci
saranno quindi ancora più strutture
private (S. Raffaele, Multimedica ecc.),
ma anche piccole cliniche accreditate
che di fatto appartenegono al SSR,
che in questo momento non trovano
le risorse per andare avanti. Questo
significa che se verrà rivista la Legge
31, si dovrà dare una maggior rilevanza
al territorio, su cui vanno sviluppate le
risposte sanitarie e la prevenzione per
determinare salute ai cittadini. Ma per
questo servono risorse che possono
essere trovate solo razionalizzando
la rete ospedaliera e quella privata
L’ intervista
accreditata».
«In concreto – prosegue Kustermann
– se si desidera potenziare la sanità
territoriale e dare delle risposte globali
di salute ai cittadini, si dovrà pensare
a un luogo, una Casa della Salute, in
cui si concentrino il punto prelievo,
la specialistica ambulatoriale, ma
anche un certo numero di MMG che
godrebbero di una serie di vantaggi
(dall’affitto, agli orari ecc.); ma per
arrivare a questo, ci dovrebbe essere
la volontà da parte dei MMG e tale
possibilità dovrebbe essere prevista
nel Contratto Collettivo di lavoro. In
parallelo, deve esistere la possibilità
per i MMG di mantenere i propri
ambulatori come sono adesso. Ci
saranno poi MMG più giovani, o che
non hanno uno studio avviato, che
desidereranno lavorare all’interno della
Casa della Salute ove ci sia la possibilità
di trovare la fisioterapia, la psicoterapia
e molte altre specialità necessarie ai
loro pazienti.
Nel momento in cui si rivede questa
legge, se si vuol dare alle ASL un ruolo
di programmazione e di controllo
ma non un ruolo gestionale, a chi
si affiderebbe la responsabilità del
settore sociale? Non è pensabile che
possa essere affidata a qualcuno che
dipende dall’Assessorato alla Sanità. Si
continuerà quindi ad avere un ibrido
perché la ASL che dovrebbe fare
programmazione e controllo, in realtà
è anche quella che si occupa del sociale
che invece dovrebbe essere gestito
d’accordo con i Comuni».
Nomine dei dirigenti e politica
«Io credo che le nomine – prosegue
Kustermann – non debbano essere
politiche perché si deve ragionare
sulla competenza. Allo stato degli atti,
procederei a una proroga per un anno
degli attuali dirigenti e, solo dopo aver
rivisto la legge 31, procederei con le
nomine: facendo delle nomine quando
ancora non si è proceduto sulla legge
31, si correrebbe il rischio di nominare
una quota di direttori generali molto
superiore rispetto a quelli che alla fine
dovrebbero restare.
La mia idea è che vada concentrata
nelle mani di pochi direttori
generali una quota di ospedali e
di territori sufficienti per fare una
programmazione seria, valutando
quale sia tra il privato accreditato e il
pubblico quello che funziona meglio
per giungere a scelte manageriali
serie, che evitino doppioni e sprechi.
Procedendo con tutte le 45 nomine
(in quota Lega piuttosto che PDL, ma
anche Centro Sinistra), non si risolve
il problema. I Direttori generali non
vano scelti dalla politica ma da una
società esperta di cacciatori di teste,
a cui viene dato un mandato ben
preciso rispetto a che cosa si deve
richiedere loro e, sulla base di questo
e attraverso colloqui di selezione, deve
essere fatta una cernita di una rosa più
ristretta di nomi su cui poi competerà
alla politica decidere in via definitiva.
Inoltre la scelta dei nomi andrebbe
fatta anche su persone che al momento
non lavorano in Lombardia. A mio
avviso il ruolo dei politici è quello di
essere gli amministratori delegati scelti
dall’assemblea degli azionisti, cioè i
cittadini, e l’amministratore delegato
deve avere chiaro che deve rispondere
all’assemblea degli azionisti. Quindi
non sceglierà il direttore generale
che gli è più vicino politicamente, ma
quello che è più in grado di portare
avanti il programma che gli è stato
dato».
È corretto equiparare Sanità
e “Azienda”?
«Io non credo che la parola “azienda”
in sé abbia determinato l’errore della
riforma della sanità fatta ai tempi da De
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
15
Lorenzo, ma è sbagliato il significato
economicistico che si è dato alla
parola. Personalmente credo che in
Sanità non ci sia guadagno: se i criteri
di accreditamento sono veramente
uguali per tutti, qualunque privato
decida di investire denaro nella Sanità
accreditata non potrà guadagnare.
La parola “azienda” deve significare
buona gestione, che parta con l’idea
di fondo che si devono dare le migliori
prestazioni possibili, le più efficaci,
al numero maggiore possibile di
popolazione che ne ha bisogno. I
Pronto Soccorso costano più di quello
che rendono, anche se ci si inventa,
come in Lombardia, di far pagare
il ticket ai codici verdi; scelta che
non condivido perché significa far
pagare un bisogno serio di salute e si
rischia che pazienti senza disponibilità
economica, per risparmiare, non
ricorrano al PS anche in presenza di
sintomi gravi, con un maggior rischio
per la salute e un maggiore impegno
per i medici che si troveranno a
intervenire su una patologia che si è
aggravata proprio per la mancanza di
un primo soccorso tempestivo.
La scelta della parola “azienda” è di
per sé irrilevante; il punto piuttosto
doveva essere quello di non imporre il
pareggio di bilancio, perché è questo
che ha determinato l’errore. D’altronde
il pareggio di bilancio lo Stato se lo
è già proposto quando ha aderito
all’Europa.
Questo significa che la parola
risparmio deve entrare nella mentalità
di un amministratore pubblico, quale
anche il medico è. Ma risparmiare sugli
sprechi e sulla corruzione è una cosa,
un’altra è risparmiare sulla salute. Non
ci può essere risparmio sul farmaco,
sul ricovero, sulla radioterapia perché
il primo diritto costituzionalmente
garantito ai cittadini è quello alla
salute».
n
Attualità
“Perché ci vuole orecchio!”
Fulvio Muzio
Medico nutrizionista e musicoterapeuta Responsabile Servizio di Dietologia e Nutrizione
Clinica - A.O. Polo Universitario “Luigi Sacco”
Il linguaggio dei suoni per produrre salute e benessere
L
a Medicina e la Musica
sono arti differenti,
ma accomunate dalla
stessa finalità: il benessere dell’uomo.
Con la recente scomparsa di Enzo
Jannacci se ne è andato il più
autorevole rappresentante italiano
della categoria dei medici-musicisti. È
quindi impossibile scrivere qualcosa
sul rapporto musica- medicina se non
partendo da Jannacci.
Dal 29 marzo, giorno della sua
scomparsa, ad oggi la sua la vita e le sue
canzoni sono state passate al setaccio,
commentate e celebrate come a voler
recuperare tutte le occasioni in cui
la sua opera è stata poco compresa,
o valutata come “surrealista” o più
sommariamente “ strampalata”.
Ma la realtà è assai differente: già
negli anni cinquanta, all’inizio della
sua carriera di musicista, mentre al
festival di Sanremo imperversavano
canzoni ad alto tasso glicemico,
Jannacci si legava ai personaggi più
anticonformisti del panorama milanese
come Gaber, Fo, Celentano e Ricky
Gianco per sperimentare il binomio
della canzonetta con l’umorismo, la
satira e l’ironia. Solo molto tempo dopo
la critica osserverà come ogni sua
canzone, anche quella apparentemente
più demenziale, racchiuda un valore
aggiunto, una sorta di firma dell’autore
che ne qualifica il senso e ne trasforma
il contenuto. Ecco allora che “ Vengo
anch’io, no tu no” è l’impareggiabile
tormentone che ha accompagnato la
vita di molti di noi e al contempo è il
ritratto di una parte di umanità destinata
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
16
sempre e comunque a rimanere esclusa.
Ecco che, una serie di personaggi,
protagonisti di sue indimenticabili
canzoni come “ Veronica”, “L’Armando”,
“Giovanni telegrafista” ci rimangono
impressi per la loro carica vitale, capaci
di farci commuovere o schiattare dalle
risate come sketch di cabaret e subito
dopo darci da pensare, richiamando i
ritratti struggenti, vividi e impietosi delle
poesie di Carlo Porta. In tutte le sue
canzoni sono presenti scorci di umanità,
e come tali, contenenti la giusta dose
di tristezza e di felicità, di fragilità e di
forza, di follia e di saggezza. Eppure
Jannacci, anche se descrisse lo stesso
mondo e fosse affine alle tematiche di
altri grandi artisti come Gaber o De
Andrè, non ebbe mai, né comunicò lo
stesso sguardo disperato o sfiduciato.
Forse fu la consapevolezza in quanto
medico della antica funzione guaritrice
della musica, utilizzata per secoli allo
scopo di contribuire alla guarigione
dei malati e per ridurre il dolore e la
sofferenza, o forse fu la sua personalità
versatile e piena di vitalità.
Il suo eclettismo del resto non si limitava
solo alla musica e alla medicina: per
esempio ho conosciuto personalmente
Jannacci quando, a quindici anni,
avevo deciso di imparare il karate
iscrivendomi in una palestra di Milano;
era un novembre nebbioso dei primi
anni ’70 e alla lezione di inizio corso,
tra gli allievi c’era anche lui. Fu buffo,
perché me lo ritrovai nello spogliatoio,
in mutande, ma subito lo riconobbi e
attualità
non potevo credere ai miei occhi: mi
tornò in mente la prima volta che, pochi
anni prima, lo avevo visto in televisione,
a “Chissà chi lo sa”, una trasmissione
per ragazzi della fascia pomeridiana
della RAI. In quell’occasione Jannacci si
presentò per promuovere la sua nuova
canzone “Vengo anch’io, no tu no” in
compagnia di un enorme basso-tuba
che quasi lo sovrastava, e tra il testo
ironico e innovativo della canzone e
quel look improbabile, ne fui subito
conquistato. Così quando, quel primo
giorno di karate, il maestro Hiroshi
Shirai fece l’appello e scandì il suo
nome, la mia certezza ebbe ulteriore
conferma e l’emozione fu grandissima.
In seguito Jannacci si appassionò di
karate a tal punto che divenne cintura
nera e di ciò ne era molto orgoglioso.
A questo punto dovrei inserire anche
il karate in questa dissertazione su
musica e medicina ma non sono
troppo sicuro che la sua finalità sia il
benessere dell’uomo, per cui non ne
farò menzione.
Effetti terapeutici della musica
La musica è definibile in vari modi; è
una scienza, dato che risponde a ben
precise leggi della fisica; ma è anche
un’arte, dato che proprio attraverso
la combinazione di parametri fisici è
possibile esprimere stati d’animo e
comunicare emozioni e sentimenti.
E proprio per il fatto che con la musica
si possa comunicare, essa può essere
considerata a pieno titolo un linguaggio,
alternativo a quello verbale, ma non
meno potente.
Ma la musica è stata utilizzata fino
dall’antichità anche allo scopo di
produrre processi di guarigione.
Le origini di questo utilizzo sono
affascinanti: come risulta dallo studio
delle mitologie e delle cosmogonie più
antiche, la musica e il suono in genere
è sempre stata posta all’origine di
tutto l’universo, e quindi considerata
per millenni il canale privilegiato di
collegamento con le divinità e rimedio
per eccellenza dei mali. E proprio
la nascita dell’universo, come noi
la interpretiamo oggi, a partire dal
famoso Big Bang, si collega in modo
sorprendente a queste antichissime
interpretazioni della genesi del
mondo. La convinzione che la musica
avesse effetti terapeutici deriva in
sostanza dall’idea dell’unità vibratoria
dell’universo, una concezione
sostanzialmente univoca che trascende
le singole religioni, culture, filosofie.
Secondo queste antiche teorie anche
gli organi interni vibrano a frequenze
specifiche e ogni malattia è espressione
di un disordine interno: con l’utilizzo
della musica era quindi possibile
riportare l’organismo alle frequenze
originarie, ristabilendo l’equilibrio.
Musicoterapia…
Solo con la nascita della musicoterapia,
come oggi la conosciamo, è iniziato lo
studio degli effetti della musica sulla
salute attraverso interventi basati
sull’evidenza scientifica. L’origine
della musicoterapia, così come oggi la
conosciamo, è fatta risalire al termine
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
17
della prima guerra mondiale quando
alcuni musicisti iniziarono a girare per
i “Veteran Hospitals” della nazione
americana suonando per i reduci che
soffrivano di forme sia fisiche che
psichiche di trauma post-bellico. Dato
che fu subito evidente una risposta
positiva di questi pazienti alla musica,
i medici e gli infermieri iniziarono
a richiedere alle amministrazioni
degli ospedali di formalizzare questi
interventi, così da fornire questo servizio
in modo continuativo.
Successivamente gli ospedali
stabilirono l’obbligo di un training
formale nell’utilizzo della musica a
scopo terapeutico, concetto che si
è evoluto in veri e propri diplomi di
studio. Il primo corso per diploma
in musicoterapia al mondo fu tenuto
alla Università Statale del Michigan
nel 1944; attualmente negli Stati Uniti
più di 5 mila musicoterapisti lavorano
in ospedali, reparti di riabilitazione,
istituzioni mediche e scolastiche,
cliniche, case di riposo, carceri, scuole,
nidi e case private, e una gran mole
di ricerca clinica viene condotta allo
scopo di approfondire il legame tra
musica e processi di guarigione dalla
malattia. Si è così dimostrato che la
musica è in grado di produrre benefici
fisiologici, attraverso il sistema nervoso
vegetativo influenzando ad esempio la
pressione sanguigna, il battito cardiaco,
AttuAlità
la respirazione, la tensione muscolare; e
psicologici attraverso la sua attività sul
sistema limbico, riducendo il livello di
ansia e migliorando il tono dell’umore.
Inoltre la musica, stimola indirettamente
la produzione di beta-endorfine,
che, grazie alla loro azione calmante
e anestetica, regalano uno stato di
benessere a tutto l’organismo.
I campi di applicazione della
musicoterapia spaziano da quello della
salute, in termini di prevenzione (ad
esempio musicoterapia in gravidanza;
infanzia; scuola; anti-stress), terapia
(musicoterapia per l’autismo, psicosi,
nevrosi, disturbi psico-somatici),
riabilitazione (nei deficit mentali e
motori e handicap di vario tipo) e
sostegno (pazienti anziani nelle RSU,
pazienti terminali negli hospice, in coma
nelle rianimazioni ecc.), a quelli del
benessere con lo scopo di raggiungere
semplicemente un migliore equilibrio e
armonia psico-fisica.
…e musicoterapie
Oggi vi sono diversi modelli di
musicoterapia, diverse scuole,
che hanno prodotto diverse
musicoterapie, con un ampio spettro
che va dall’approccio pedagogico,
a quello psicoterapeutico a quello
psicoacustico. Di questi modelli,
almeno 5 sono riconosciuti a livello
mondiale. I modelli spaziano da
quelli più sbilanciati sul versante
“psichico” a quelli più rivolti al versante
“organico”, con tutte le possibili
collocazioni intermedie; alcuni pongono
maggiormente l’accento sui processi
psicodinamici, altri su quelli biologiconeurofisiologici, altri ancora fanno
riferimento a visioni comportamentiste,
cognitiviste, umanistiche. Una
importante distinzione esiste poi tra
musicoterapia passiva o recettiva, che
si basa sull’ascolto musicale guidato
e musicoterapia attiva, che prevede
l’esecuzione e la produzione musicale.
Il modello Benenzon è uno dei più
apprezzati e diffusi, e si rifà al metodo
dello studioso sudamericano Rolando
Benenzon. Alla base delle teorie
legate a questo modello c’è il concetto
dell’ISO che si riferisce all’identità
sonora individuale, ossia l’insieme degli
archetipi sonori propri dell’individuo
e le esperienze sonore a lui familiari.
Dobbiamo pensare che da ancor prima
della nascita si sedimentano in noi dei
suoni che costituiranno poi il nostro “Io
sonoro” che verrà nel tempo arricchito
dalle ulteriori esperienze sonore
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
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Secondo questo modello che è di
tipo psicoterapico, gli operatori di
musicoterapia utilizzano dei codici
alternativi rispetto a quelli verbali
per cercare di aprire attraverso il
suono, la musica, e il movimento, dei
canali di comunicazione nel mondo
interno dell’individuo. Il modello di
Musicoterapia Umanistica arricchisce
questo approccio fondandolo sulla
RELAZIONE, sull’ascolto empatico e
sull’utilizzo della musica come mezzo
per sviluppare le risorse insite nella
persona, partendo dal presupposto che
ognuno ha già in sé tutte le potenzialità
per superare le difficoltà nelle quali si
trova. Vi sono poi altri approcci, molto
diversi da quello appena descritto:
uno dei più interessanti è quello che fa
riferimento alle teorie psicoacustiche.
La psicoacustica è lo studio della
psicologia della percezione acustica, che
si basa sulle caratteristiche del nostro
apparato uditivo. Bisogna partire dal
concetto che un suono, quando arriva
alla nostra coscienza, non è lo stesso
che è entrato nelle nostre orecchie, ma
una forma elaborata dal nostro sistema
nervoso e dalle funzioni psichiche ad
esso connesse. Ad esempio un grido
quando entra nelle nostre orecchie è un
semplice suono, ma quando raggiunge
la corteccia cerebrale è stato rielaborato
in un segnale di allarme.
Dobbiamo quindi distinguere una fase
legata all’orecchio e al nervo acustico,
una fase che si collega soprattutto a
funzioni talamiche, dove il suono viene
elaborato ed infine una fase in cui il
suono giunge alla corteccia cerebrale
(in centri che si trovano in prossimità
dell’area del linguaggio), e qui si verifica
finalmente il processo dell’ascolto,
AttuAlità
con un coinvolgimento globale del
nostro sistema nervoso e delle funzioni
psichiche ad esso connesse. Qui il suono
viene caricato
di connotazioni esperienziali, viene cioè
intellettualizzato. La psicoacustica sfrutta
anche le limitazioni del nostro apparato
uditivo. In questo senso, un esempio
di applicazione basata su questi limiti
è rappresentata dalla tecnologia MP3,
che sacrifica parte dell’informazione
audio originale per risparmiare
memoria. Sacrifica però solo quella
parte dell’informazione sonora che
non verrebbe comunque percepita
dall’ascoltatore, in quanto fuori dalla
soglia di udibilità dell’orecchio umano,
ottenendo così grande risparmio di
dati con qualità percepibile quasi
invariata. Un’altra tecnica che fa
capo alla psicoacustica è quella dei
“battiti binaurali” meglio noti come
“binaural beats”: si tratta di una tecnica
elaborata nel 1973 da Gerald Oster, un
ricercatore del Mount Sinai School of
Medicine di New York, che consiste
nel somministrare sequenze di toni
leggermente sfasati tra loro attraverso
ad una cuffia stereofonica. Presto si
vide che i campi di applicazione di
questa metodologia erano molteplici:
oltre ad avere una particolare influenza
sul rilassamento, essa era in grado
di sviluppare capacità creative, e
poteva risultare utile nella terapia delle
emicranie, per la cura dell’insonnia, per
il controllo di ansia e depressione.
l’ascolto terapeutico
La musica appare quindi in grado di
influire sulla nostra attività cerebrale e
anche sulle nostre funzioni cognitive:
a questo proposito un famoso e
controverso esperimento pubblicato
sulla rivista scientifica “Nature” ha
evidenziato come la musica di Mozart
sia in grado di migliorare la percezione
spaziale e la capacità di espressione. Ma
perché proprio la musica di Mozart?
L’ipotesi formulata da Gordon Shaw,
uno degli autori dell’esperimento
appena citato, è che oltre alle incredibili
doti logiche, mnestiche, e musicali
di cui era dotato Mozart, il musicista
componeva in giovane età, sfruttando
al massimo le capacità di fissazione
spazio-temporale di una corteccia
cerebrale in fase evolutiva, cioè al
culmine delle sue potenzialità
percettive e creative. Alfred Tomatis,
uno dei maggiori studiosi del suono
dal punto di vista medico, sostiene che
l’ascolto della musica mozartiana è in
grado di favorire l’organizzazione dei
circuiti neuronali, rafforzando i
processi cognitivi e creativi
dell’emisfero destro.
A questo punto potremmo domandarci
se, per un ascolto terapeutico, abbia
senso ascoltare solo la musica di
Mozart. Ovviamente no. Ma allora,
volendosi avvicinare ad un ascolto
terapeutico, che tipo di musica
dovremmo privilegiare?
Consultando delle pubblicazioni di
musicoterapia si possono ricavare le
indicazioni più disparate: c’è chi ritiene
che la musica più adatta sia quella
classica, chi sostiene che il genere più
indicato è invece il jazz, chi propende
per la new-age, e così via.
In realtà è probabile che quasi tutta
la musica sia indicata e che contenga
in sé delle valenze terapeutiche. È
quindi difficile elencare quali siano i
brani in assoluto più terapeutici, anche
perché ci sono musiche che, per motivi
in parte misteriosi, appartengono
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
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esclusivamente a noi, e producono solo
in noi effetti fisici e soprattutto psichici,
che difficilmente possiamo condividere
con qualcun altro. Esemplificativo
è a questo proposito il caso di un
diciottenne che pochi anni or sono si
è risvegliato dal coma ascoltando una
canzone del suo cantante preferito,
Antonello Venditti. Come possiamo
negare che in questo caso la musica
di Venditti abbia esplicato importanti
effetti terapeutici?
Tornado al tema di quale musica
ascoltare, probabilmente la cosa
migliore è quella di lasciarsi inizialmente
andare al proprio intuito, e solo in un
secondo momento mettere a fuoco una
ricerca più mirata. Sicuramente l’aiuto
di un musicoterapeuta esperto potrebbe
essere inizialmente di aiuto per guidare
alla scoperta della propria “musica
terapeutica”, ma come criterio generico
è consigliabile utilizzare inizialmente
musica mai ascoltata prima, e di
carattere strumentale.
In definitiva la musica risulta essere
un mezzo efficace, oltreché molto
gradevole, per contribuire alla nostra
salute e al nostro benessere.
Oggi tutti abbiamo la possibilità
di ascoltare musica e quindi di
beneficiarne anche se, il più delle
volte, il nostro ascolto avviene in modo
distratto, durante lo svolgimento di
altre attività. Al contrario, beneficiare
in profondità della musica significa
soprattutto saperla ascoltare e per un
ascolto terapeutico è di fondamentale
importanza trovarsi in uno stato di
predisposizione fisica e psichica: la
migliore preparazione all’ascolto è
quindi fatta di respirazione,
tranquillità, e soprattutto atteggiamento
non-critico nei confronti del suono. ■
esperienza
Mettersi alla prova
Maria Cristina Parravicini
Afghanistan, valle del Panjshir.
L’esperienza di Monica Moneta con Emergency
M
onica Moneta, neo
specializzata in Ostetricia
e Ginecologia, ha
sempre svolto la sua attività presso
l’Ospedale San Paolo e, come ricorda
nel corso del nostro incontro, «con un
paio di interruzioni dovute a esperienze
all’estero: una alla fine del 2009 in Senegal
e l’altra a cavallo tra il 2011 e il 2012 in
Afghanistan».
Quali sono state le motivazioni
che l’hanno spinta a una scelta –
come l’ultima in ordine di tempo –
per molti versi così estrema?
«In entrambi i casi era la ricerca di una
medicina diversa rispetto a quella che
vivo nella quotidianità, così impregnata
di burocrazia e così in antitesi con la
mia scarsa propensione alla routine. A
questo va aggiunta la curiosità di vivere
il mio lavoro in un ambiente diverso e di
mettermi alla prova. La scelta dei luoghi
è stata casuale nel senso che il Senegal
mi è stato proposto da una collega che
a sua volta aveva fatto un esperienza in
quel paese, mentre l’esperienza presso
Emergency, in Afghanistan, mi è stata
proposta dalla professoressa Annamaria
Marconi a cui avevo manifestato
il mio desiderio di partire nuovamente. In
entrambi i casi la mia permanenza è stata
di circa sei mesi».
Ma al di là del desiderio di evadere
dalla burocrazia e dalla routine,
quale è stata l’esigenza più intima
che l’ha spinta a partire?
«Certamente il desiderio di mettermi alla
prova in condizioni estreme. Non si tratta
di «buonismo» o di tentativi di risolvere
situazioni irrisolvibili, per di più in sei
mesi, ma certamente – anche se può
apparire un paradosso – una scelta un po’
egoistica. Mi infastidiva e mi infastidisce
anche oggi quando, chi conosce le mie
scelte, le loda nel senso di «bontà e
coraggio» perché, paradossalmente, è
proprio il contrario; infatti ne ho tratto
vantaggio innanzi tutto io che, da queste
esperienze, sono tornata molto arricchita
e anche con la speranza di avere lasciato
qualcosa, soprattutto nel periodo
trascorso in Afghanistan, in termini di
formazione».
L’esperienza in Afghanistan
«L’ospedale (uno dei tre che Emergency
ha creato in Afghanistan) – racconta
Moneta – era nella valle del Panjsheer
a Nord di Kabul ed è l’unico tra questi
che dispone del reparto di maternità; a
questo reparto afferiscono un enorme
numero di donne e questo comporta
un’intensa attività clinica. In quel periodo
ero l’unica ginecologa – non c’erano
senior e l’unica era rimasta meno di
un mese – e questo comportava una
reperibilità sette giorni su sette e 24
ore su 24. L’attività di emergenza era
prevalente, quella elettiva cercavamo di
limarla il più possibile per evitare di non
poter sopperire all’emergenza. In questa
struttura, il reparto di maternità dispone
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
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della sala parto, sala operatoria e un
ambulatorio per i controlli in gravidanza
e per controlli ginecologici. Ovviamente
c’è molta attività di emergenza, in parte
dovuta a una cultura che ancora non ha
messo grandi radici nella consuetudine
a periodiche visite di controllo durante la
gravidanza, e in parte dovuta al fatto che
queste donne vivono in villaggi sperduti
nelle valli, per cui diventa difficile la
visita mensile o altri controlli. Questo
fa sì che arrivino quando si trovano in
condizioni spesso drammatiche. Quello
di Emergency è soprattutto un centro
di riferimento in quanto spesso queste
donne decidono di rivolgersi al centro
più vicino, salvo poi essere mandate da
noi». «L’esperienza clinica – sottolinea
Moneta – è decisamente formativa ma,
esperienza
nello stesso tempo, è pura adrenalina
per tutto il periodo di permanenza salvo
poi, quando si ritorna, non averne più;
E questo rende il ritorno complicato.
Mi è stato infatti difficile ritornare alla
routine». Venendo al tessuto sociale della
società afgana, chiediamo a Monica
Moneta quale fosse l’approccio con le
pazienti e le loro famiglie: «Le donne
in generale – racconta – si dimostrano
particolarmente riconoscenti, ma quello
che certamente è più interessante è
l’approccio di un medico donna giovane
con il marito. Infatti ogni decisione,
quale che sia, deve essere accettata
dal marito o dal parente maschio più
prossimo; questo ha comportato che
spesso mi sia trovata a scontrarmi con i
mariti, anche se l’autorità di un medico
viene in ogni caso riconosciuta, anche se
donna. È anche vero però che ci si deve
far rispettare e saper gestire le situazioni
in maniera diversa. Aggiungo che gli
uomini medici in maternità non possono
neanche entrare e, nel caso di necessità
per un consulto, si deve chiedere il
permesso all’uomo di famiglia (marito,
padre, fratello ecc.)».
Quali tra le esperienze vissute laggiù
resteranno vive per sempre nella sua
memoria?
«Sono state tante – ricorda Moneta –
ma due ne ricordo in particolare. Una
riguarda l’unica donna ricoverata e
morta durante il ricovero. Questo caso
ha rappresentato per me un cruccio
perché è arrivata con un distacco di
placenta; aveva perso molto sangue a
casa, il feto era morto e abbiamo dovuto
fare un cesareo per ragioni cliniche.
Dopo l’intervento si sono manifestate
complicanze post operatorie (anuria)
e, nonostante gli sforzi congiunti con
altri colleghi, non c’è stato più nulla
da fare e l’abbiamo trasferita a Kabul
con la speranza che lì riuscissero
a gestire la situazione. Durante il
trasporto purtroppo la donna è morta.
Ho vissuto quell’episodio come un
fallimento, ma soprattutto è stato il tempo
passato al fianco della donna durante
la notte a rendere il nostro rapporto
particolarmente empatico. L’altro
episodio riguarda una donna giovane,
a sua volta con una situazione ostetrica
un po’ difficile: doveva partorire il feto
a 24 settimane, con placenta previa
centrale e frequenti emorragie che
avevano comportato diversi ricoveri.
Poiché il feto era vivo, si preferiva
tenere la donna sotto osservazione con
la speranza che l’emorragia cessasse.
Iniziato il travaglio abbiamo deciso di
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farla partorire evitando il cesareo data
la dimensione dell’utero; durante tutto il
tempo del travaglio, si è venuto a creare
un rapporto molto stretto tra me e la
donna che richiedeva la mia presenza
costantemente. Un fatto abbastanza
atipico perché, normalmente, la
partoriente ha un rapporto preferenziale
con l’ostetrica più che con il medico che
interviene solo in determinati casi. Sono
quindi rimasta con lei fino al parto: un
giorno e mezzo emotivamente molto
complesso da gestire che ha stretto
il rapporto tra me e la paziente tanto
che, dopo la dimissione, questa donna
è venuta a trovarmi altre due volte
accompagnata dal marito».
Lei vede la possibilità di ripetere
in futuro esperienze analoghe?
«È una domanda a cui fatico a dare una
risposta» conclude Monica Moneta e
aggiunge: «Una volta tornata alla routine,
l’inquietudine rimane, come pure il
desiderio di realizzarsi altrove. È un
momento un po’ particolare della mia vita
in cui sento la necessità di piantare delle
radici, e partire adesso sarebbe un po’
come scappare, resta però un’opportunità
da riprendere in considerazione una volta
trovati i propri punti cardine, il proprio
ubi consistam».
n
storia
Saluti fascisti
Ugo Garbarini
Antichi documenti, testimonianza di tempi andati, ma anche
specchio di un’Italia che sembra non cambiare mai
A
differenza di molti Ordini
della penisola che, per
diversi motivi, hanno saputo conservare
i documenti della propria esistenza
ormai ultracentenaria, quello di
Milano ben poco ha salvato: la guerra,
l’incuria forse, i frequenti traslochi, la
mancanza del piacere di conoscere le
proprie radici, anche il difetto di un
sano provincialismo, hanno fatto sì che,
rovistando tra vecchie carte salvate
da un alluvione delle cantine, si siano
trovati solo vecchi registri, enormi per
grandezza (42 x 47 cm) scritti con penna
e pennino con una calligrafia che, ricca
di svolazzi, spesso ha reso faticoso
il riconoscimento dei nostri antichi
iscritti: come nei codici conservati nei
conventi, il culto della prima lettera,
quasi miniata, con svolazzi e codazzi, ha
reso talora faticoso il riconoscimento
del casato di appartenenza del medico.
Nell’attuale fase di smaterializzazione
informatica della documentazione
ordinistica, capita ogni tanto di trovare
ancora qualche carta del tempo che fu
e piace al curioso, qual è il sottoscritto,
leggere e rivivere le vicende e i
comportamenti dei colleghi dei tempi
passati, dei reggitori dell’Ordine prima,
del Sindacato Nazionale Medici Fascisti
poi. Per alcuni versi, nel bene e nel
male, nihil novi… e questo non è che
lo specchio di un’Italia che non cambia
mai, anche dopo una guerra che ne
causò la pressoché totale distruzione.
Sacra auri fames
Siamo nel 1939, la guerra è lontanavicina, il “sottoscritto fascista (tessera
1921) F.B.” espone, alla Federazione
dei Fasci di Combattimento di Milano
nella persona di un componente del
direttorio, una triste storia: ricoverato
al Granelli nel 1938 per “una violenta
polmonite”, tanto bene fu curato dal
primario e dall’assistente G.A., che,
dopo la dimissione, “ancora bisognoso
di cure” si recò da quest’ultimo, nel
suo studio a Porta Genova perché
sapeva che era “anche dottore della
mutua” (quale non è dato di sapere
posto che l’INAM ebbe il suo battesimo
di legge nel 1943). Il professore non
ne volle sapere e l’esponente dovette
“pagare numerosissime visite”. Ma il
giustiziere delle sue finanze proseguì
la spremitura, ordinando ben quindici
iniezioni endovenose da “egli stesso
eseguite” al termine delle quali gli
consigliò la terapia più idonea (due
settimane in montagna). Il conto fu
di £ 150 (le medicine le portava il
convalescente) che F.B. promise di fargli
avere al ritorno dalla cura montana.
Promessa non mantenuta perché
dissanguato (metaforicamente) dalla
malattia e dalla necessità di mantenere
moglie e tre figlioletti. Preceduta da
una minacciosa (?) visita della sorella
del medico, giunse l’ingiunzione di
pagamento della Regia Pretura per una
cifra ormai di £ 256. Il medico non si
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
22
commosse neppure per le preghiere
della madre del convalescente che
aveva tentato un accomodamento.
Seguì il sequestro di “tutti i mobili” della
sua abitazione che, di lì a pochi giorni,
sarebbero stati messi all’asta. “È umano
tutto ciò?” si chiedeva angosciato l’ex
convalescente ora ancor più malato,
pur disposto a pagare frazionatamente
il suo debito con versamenti mensili.
Per questo si rivolgeva alla “giustizia
fascista”. Ringraziando “Mi permetta
salutare fascisticamente”, concludeva il
disperato camerata.
L’esposto era datato 5 maggio 1939.
Nella quarta del foglio tipo protocollo,
la scrittura obliqua, (con matita rossa:
forse un resistente ante litteram?)
con tratti decisi alla “Dux”, firmata da
un membro certamente influente del
direttorio della succitata Federazione,
chiedeva imperativamente che si
sospendessero gli atti giudiziari.
L’11 maggio, XVII E.F, la giustizia
fascista si mosse: lettera al prof. A.C,
raccomandante, nella quale il segretario
storia
DOTT. Gigolò
del Sindacato Provinciale Medici
(piazza Duomo 20) comunicava che il
sequestro era stato evitato per rinuncia
al pignoramento dietro promessa di
rateizzazione del debito. Seguiva, il 17
maggio 1939, lettera del raccomandante
che ringraziava il Segretario per quello
che aveva potuto fare per l’operaio F.B.
da me segnalato”.
Nel fascicolo personale del nostro
iscritto, salvatosi dall’alluvione delle
cantine, il cui casato ha dato molti e
anche illustri medici, si hanno ancora
notizie relative a delle richieste, tramite
sindacato fascista, per “potere usufruire
di qualunque treno” di una certa linea
per svolgere il proprio lavoro (?) e per
avere il permesso, avendone necessità,
di acquistare una bicicletta per
l’espletamento del servizio sanitario (!).
Il credito forzosamente pagatogli a
rate, le inspiegabili successive richieste
(siamo nel 1943 in piena guerra) ci fanno
porre il quesito, che rimarrà senza
risposta, se lo stesso dopo il ’45 sia stato
considerato vittima del regime.
n
È il 22 aprile 1939. Venti di guerra soffiano
anche in Italia. Mussolini tentenna, vorrebbe
ma non vuole. Il popolo non può esprimersi,
anche se, poco più di un anno dopo, il 10
giugno 1940, piazza Venezia è piena di folle(i)
urlanti che plaudono alla guerra. L’opinione
generale e quella che, dopo la “blitzkrieg”
e con gli otto milioni di baionette, la guerra
sarà una guerricciola e si limiterà ad una
passeggiata al di là delle Alpi occidentali.
In questo clima guerresco, la vita continua e
l’amore ha sempre la sua parte anche quando
è sbagliato.
Giovanna P. prende coraggio e penna e,
con bella grafia, dal profondo sud, scrive e
invia una lettera alla Spettabile Federazione
Fascista dei Medici di Milano. Intinto il
pennino nelle sue lacrime, espone la sua
triste storia. Nel dicembre 1926, ebbe la
sventura di conoscere il signor Luigi M. che
“apparteneva ad umile famiglia di contadini
che non aveva la possibilità finanziaria di fargli
proseguire gli studi intrapresi. Egli avvicina
l’esponente e facendo dichiarazioni d’amore
e promesse di matrimonio, riuscì a farsi
sostenere decorosamente presso la Regia
Università di Siena fino a completare gli studi e
a conseguire la laurea in medicina e chirurgia”.
La poveretta, di cui sarebbe malignamente
interessante conoscere l’aspetto, possiede,
pronta a metterle a disposizione, tutte le lettere
di amore con le promesse di matrimonio
assieme alle continue richieste di lirette per
poter “far fronte alle esigenze dei suoi studi”.
Tra un bacetto (fisico o solo epistolare?) e
altro, la pecunia sborsata ammonta alla
fine a £ 38.000 delle quali solo 11.000 (forse
cominciava ad avvertire qualche dubbio circa
l’intensità dell’amore) coperte da cambiali.
Luigi si laurea ma ecco che, non solo dimentica
le promesse di matrimonio ma “rivelandosi
un volgare truffaldino” non accenna neppure
lontanamente alla restituzione del malloppo
che Giovanna aveva racimolato, frutto delle
sue economie “con una vita di privazioni, di
stenti e di sacrifici enormi privandosi della
proprietà paterna e materna”. A questo punto
la storia assume un aspetto doloroso e non
possiamo non simpatizzare per questa povera,
infelice e ingenua ragazza. E come risponde il
“truffaldino”? Ostentando con “spudoratezza
e sfrontatezza… il distintivo del P.N.F” e
fuggendo, con la scusa di arruolarsi per la
guerra nell’Africa Orientale, alla conquista,
questa volta, non del cuore di una ragazza, ma
dell’Abissinia. Nel 1934, tramite la Federazione
Fascista di Foggia, il lamento dell’abbandonata
arriva a quella di Siena che risponde, con
grande soddisfazione della Giovanna, che
il “truffaldino” ha riconosciuto il proprio
debito ma, consiglia la Federazione senese,
è opportuno non infastidirlo ora che sta
compiendo il proprio dovere in Africa Orientale.
Al suo ritorno in Patria, Giovanna riprende il
suo tiro al bersaglio: il “collega” riconosce il
proprio debito, anzi cerca di risolverlo “per la
sua moralità e per la sua posizione sociale”,
facendo intervenire un amico conterraneo della
“sposa mancata”, scomparendo poi del tutto
quando viene a conoscenza dell’ammontare
del debito stesso nel frattempo cresciuto per
gli interessi. Giovanna Holmes non demorde
e tramite la Federazione della sua città,
quindi del Sindacato Fascista di Siena, viene a
conoscenza che il fedifrago si trova ora iscritto
a quello di Milano e risiede anche in una via
centrale della città. Chiede quindi giustizia
e la punizione del medico. Il 27 aprile 1939,
il medico viene convocato per il 1° maggio
(allora non era festa) dal segretario provinciale.
Sempre per comunicazioni che lo riguardano,
è riconvocato, non essendosi presentato, per
l’8 maggio seguente. C’è un intervallo di tempo
considerevole perché la corrispondenza si
interrompe fino al 16 febbraio 1941 quando il
medico “truffaldino” invia un succinto biglietto
al Sindacato “Informo codesto sindacato
medico che in data 13 c.m. sono stato
mobilitato ed assegnato al 1°treno ospedale
in qualità di ufficiale medico”. Decisamente un
medico guerriero oltre che disonesto.
Avrà in qualche modo riscattato il suo
riprovevole comportamento? Di lui non si ha
più alcuna notizia. Si spera solo che il riscatto,
se mai ottenuto, non lo sia stato con il non
essere più ritornato dai fronti di guerra.
Due vicende negative oggi sicuramente fuori moda: un medico che arrivasse a pignorare i
mobili per un credito non soddisfatto avrebbe gli onori (meglio i disonori) dei famosi media
e finirebbe alla pena della gogna e della reprimenda del proprio Ordine.
Una signorina come la Giovanna credo sia introvabile nel clima attuale in cui la figura del
medico è socialmente declassata. Se esistesse ancora, lei finirebbe in mano allo psichiatra
ma il medico forse, chissà, a San Vittore.
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
23
luoghi simbolo
Una villa liberty donata alla sanità
Aldo Sachero
L’Istituto Villa Marelli, storica struttura di sanità pubblica milanese
L’
imprenditore Ercole
Marelli, alla fine del
primo decennio del
1900, vuole una prestigiosa abitazione in
prossimità di Milano e acquista un lotto
di terreno di oltre 7.000 mq a nord della
città, non lontano dal borgo di Niguarda.
venne rilasciata la licenza di abitabilità
a casa finita. L’edificio è composto
dalla villa padronale di 3 piani, la cui
facciata, orientata a sud-est, si alza al
culmine di una piccola collina artificiale,
dall’abitazione del custode a lato del
cancello di entrata, da un piccolo parco
Figura 1: Villa Marelli che si eleva dalla campagna circostante
Il toponimo dell’epoca era “vialone
per Monza”: sarebbe, poi, divenuto via
Abbadesse e successivamente viale
Zara. Il progetto della villa, a firma
dell’architetto Cesare Mazzocchi,
allora trentacinquenne, ottenne la
licenza edilizia nel 1911 e già nel 1913
nel retro a nord-ovest in cui vi era un
rustico di servizio, abbattuto negli anni
‘70. Un viale che circonda il giardino
anteriore, ellittico, e due scale laterali
che scendono fino al piano stradale
dell’entrata consentono di accedere
all’imponente ingresso. Lo stile Liberty
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
24
della Villa è sobrio ed elegante. I motivi
delle decorazioni architettoniche sono
ripetuti in tutte le opere accessorie
(finestre, porte, finestroni delle verande,
ferri battuti e colonne del muro di
cinta, cancelli, ringhiere dello scalone
interno e delle balaustre), dando una
piacevole sensazione di armonia estetica.
L’Architetto Mazzocchi, morto nel 1945,
ha lasciato altre opere notevoli in Milano:
casa Barelli in corso Venezia 7, l’edificio
della Società Gondrand in via Pontaccio
21, della Ditta Cusini (oggi Ufficio Postale)
in via Dell’Orso 11 e il Teatro del Popolo
della Società Umanitaria. Nel 1919 Ercole
Marelli dona la Villa all’Istituto Pro Feriti
Cerebrali di Guerra con la finalità di dare
assistenza ai reduci con interventi di cura
e riabilitazione. Lo dirige, dal 1918, il prof.
Carlo Besta e diverrà, alcuni anni dopo,
sede del primo Istituto di Neurologia
dell’Università di Milano con il nome di
“Istituto Neurologico Vittorio Emanuele
III”. A seguito della costruzione, all’inizio
degli anni ‘30, dell’attuale Istituto Besta
in via Celoria, Villa Marelli fu acquistata
dalla Provincia di Milano il 31/7/1931 per
la cifra di £. 2.000.000. Affittata al Comune
di Milano e al Consorzio Provinciale
Antitubercolare, il 23/4/1937 fu venduta
dalla Provincia allo stesso Consorzio
(presidente Gr.Uff.Ing. Mario Belloni)
per la medesima cifra dell’ acquisto. Da
luoghi simbolo
Figura 2. Un gruppo di Medici davanti all’ingresso padronale tra i quali si riconosce il direttore,
prof. Carlo Besta
allora ha svolto e svolge tutt’ora attività di
diagnosi e cura della tubercolosi e delle
malattie cronico-degenerative del torace
quale Presidio extra-ospedaliero.
Le immagini, tratte da una pubblicazione
dell’Istituto Neurologico Nazionale
“Carlo Besta” del 1993, rappresentano
Villa Marelli che si eleva dalla campagna
circostante (figura 1), un gruppo di
Medici davanti all’ingresso padronale tra
i quali si riconosce il direttore, prof. Carlo
Besta (figura 2), il Re Vittorio Emanuele
III (figura 3) che scende la scalinata
antistante la villa, tutt’ora esistente e
in uso, dopo una visita ai ricoverati
e, l’allora Capo del Governo Benito
Mussolini (figura 4).
Centro Diagnostico Provinciale
Antitubercolare
Va ricordato che, dopo la prima
guerra mondiale e nei decenni
successivi, la tubercolosi polmonare ed
extrapolmonare fu uno dei problemi
sanitari più importanti in Italia definito
di rilevanza sociale per la diffusione
epidemica della malattia, ad andamento
lento e prolungato, gravata da una
alta mortalità in assenza di terapie
efficaci. Come in altri Paesi del mondo
Occidentale, il Governo Italiano
predispose quella che oggi di direbbe
una “task – force” per contrastare
l’epidemia. L’atto più significativo a livello
sociale fu la costituzione, nel 1927, dei
“Consorzi Provinciali Antitubercolari”
con l’obbligo per tutte le Provincie e
i Comuni di consorziarsi, unitamente
ad altri Soggetti pubblici e privati
che desiderassero aderire con atto
volontario, versando ciascuno una quota
annuale per abitante a formare il fondo
economico (oggi diremmo il budget)
necessario per il funzionamento della
Struttura.
L’ articolazione organizzativa fu
innovativa e, almeno nei territori in cui le
Amministrazioni vollero impegnarsi per
il buon funzionamento della Istituzione,
si dimostrò efficace nel ridurre i tassi
di incidenza della tubercolosi, e della
mortalità conseguente, ed efficiente
nel contenere i costi entro i limiti
del finanziamento erogato. La “carta
vincente” era rappresentata da un
modello operativo costituito da una rete
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
25
di ambulatori di primo livello distribuiti
sul territorio Cittadino e Provinciale (i
Dispensari Antitubercolari), dotati di
una strumentazione e di una èquipe
minime ed essenziali (un apparecchio
per radioscopia del torace, poi
schermografia, un medico tisiologo,
una assistente sanitaria e un tecnico) e
collegati funzionalmente con un Centro
Diagnostico Provinciale, di regola
allocato nel capoluogo (per Milano la
Villa Marelli), dotato di un consistente
organico Medico e Infermieristico
nonché di strumentazione di secondo
livello, completa e complessa in grado
di esaminare quotidianamente tutti i
pazienti inviati dai vari Dispensari e
accertare in modo esaustivo il sospetto
diagnostico. A sua volta il Centro
Diagnostico attivava canali privilegiati
con gli Ospedali Sanatoriali od Ordinari
in tutti i pazienti il cui problema clinico
fosse tale da richiedere interventi di
terzo livello diagnostico o terapeutico in
regime di degenza.
L’efficacia della Struttura era determinata
dal suo primo livello che raggiungeva
capillarmente tutta la popolazione,
sia per la facilità di accesso dovuta
alla vicinanza del Dispensario alla
abitazione degli Utenti sia per la attività
di prevenzione primaria e secondaria
che le Assistenti Sanitarie svolgevano
non solo presso le collettività (scuole,
luoghi di lavoro, luoghi di cura e di
assistenza) ma anche tramite visite
domiciliari per la verifica delle condizioni
igieniche e sociali degli esposti a rischio,
convincendoli ad aderire agli interventi
profilattici, aiutando le famiglie dei
malati agli adempimenti burocratici per
ottenere i sussidi economici previsti
dalla normativa, svolgendo opera di
educazione sanitaria e di miglioramento
luoghi simbolo
Figura 3. Re Vittorio Emanuele III che scende
la scalinata antistante la villa dopo una visita
ai ricoverati
delle condizioni di vita. L’efficienza della
Struttura era garantita da una parte
dalla funzione di “filtro” esercitata dagli
ambulatori di primo livello, con bassi
costi, e dall’altra grazie alla distribuzione
dei maggiori costi del Centro
Diagnostico Provinciale su un numero
sufficientemente elevato di pazienti
che quotidianamente vi pervenivano e
per un bacino di utenza molto ampio (il
territorio di tutta la Provincia). Il risultato
fu la progressiva riduzione dei malati e
dei contagiati, ulteriormente accelerata,
dopo il 1950, dall’avvento degli antibiotici
antitubercolari e delle conseguenti
procedure di cura e chemioprofilassi.
Per contro, la attività diagnostica e di
osservazione capillare della popolazione
evidenziava il suo invecchiamento e il
rapido aumento delle malattie del torace
di tipo degenerativo e neoplastico,
che divenne imponente a partire dagli
anni ’60. Tali patologie, assai diffuse, ad
andamento cronico ed evolutivo, a lenta
progressione verso la morte o stati più
o meno severi di invalidità, con scarse o
nulle possibilità di cura efficace, ricalcano
il profilo che aveva la Tubercolosi in era
pre-antibiotica tanto da essere definite
(come lo era stata la Tbc) “malattie di
rilevanza sociale”.
Il modello organizzativo e operativo
dei vecchi “Consorzi Provinciali
Antitubercolari” si è presto rivelato
appropriato per le funzioni di
prevenzione primaria e secondaria di
questa “nuova” epidemia, nonché per
la diagnosi precoce, la cura dei malati
e il loro mantenimento in controllo
periodico programmato (followup). A questo compito le Strutture
antitubercolari erano particolarmente
preparate, dovendo tenere sotto costante
monitoraggio clinico e radiologico i
“guariti” dalla Tbc, per i quali il rischio
di recidive (e conseguente diffusione del
contagio) era sempre in agguato.
La “riconversione”
Alcuni Consorzi Antitubercolari,
in particolare quello di Milano, si
“riconvertirono” verso il trattamento di
tutte le malattie cronico-degenerative del
torace nel corso della seconda metà degli
anni ’60 e prima metà degli anni ’70.
Ne derivò lo sviluppo di una metodologia
di approccio dei pazienti di tipo integrato
e multidisciplinare, con la disponibilità
e messa in campo “in tempo reale” di
diverse metodiche strumentali e pareri
clinici per garantire al paziente un unico
percorso diagnostico rapido, privo di
barriere “burocratiche” e in grado (in
[bollettino OMCeOMI] 2/2012
26
tutti i casi in cui ciò è possibile) di fornire
la risposta diagnostica e terapeutica
esaustiva. La progressiva crescita della
domanda assistenziale e la necessità di
adeguarvi gli spazi e la strumentazione,
indusse l’Ente all’ampliamento della
Struttura utilizzando un’area adiacente
alla Villa Storica e di proprietà
provinciale. Nel 1975 venne terminato il
nuovo corpo di fabbricato, progettato e
costruito dall’architetto Osvaldo Fantini.
Il metodo operativo sopra descritto e
tutt’ora adottato a Villa Marelli e incontra
notevole apprezzamento sia da parte dei
pazienti sia dei loro Medici di Medicina
Generale che trovano con tempestività
la risposta al quesito diagnostico e la
pratica indicazione di cura.
La bontà di questa modalità organizzativa
e operativa, fortemente difesa dagli
Operatori della Struttura, è stata
sempre salvaguardata nei vari passaggi
istituzionali che sono avvenuti a partire
dal 1980: afferimento dei Dispensari
periferici alle USSL, secondo il dettato
della Legge 833 istitutiva del Servizio
Sanitario Nazionale. Trasformazione
del Centro Diagnostico Provinciale
in Presidio Specialistico Multizonale
Extrasospedaliero sede, dal 1993 e sotto
la Direzione del Dr. Paolo Mantellini, del
Centro Regionale di Riferimento per il
controllo della Tubercolosi. Afferimento
alla Azienda USSL 37 nel 1995.
Afferimento alla Azienda Ospedaliera
Niguarda dal 1/1/1988 in ottemperanza
alla Legge Regionale 31 del 11/7/1997.
A metà degli anni ’60, l’allora
direttore del Consorzio Provinciale
Antitubercolare prof. Aldo Giobbi, con
straordinaria lungimiranza, intuì che
lo studio della patologia del torace, in
particolare se condotto con metodica
radiologica, avrebbe fatto emergere
luoghi simbolo
anomalie e malattie cardiache, sia nei
bambini sia negli adulti. Va ricordato
che in quegli anni erano usati, a scopo
di prevenzione secondaria per la Tbc,
screening di massa schermografici
presso le comunità scolastiche e
lavorative.
Attivò una collaborazione con la già
prestigiosa Scuola Cardiologica di
Niguarda chiedendo e ottenendo che
il prof. Fausto Rovelli lavorasse a Villa
Marelli come Consulente Cardiologo
per Pazienti, bambini e adulti, selezionati
dalla metodica schermografica in quanto
portatori di anomalie della forma o del
volume dell’ombra cardiaca. Alcuni
di questi casi furono operati dal prof.
Angelo De Gasperis e, dopo di lui, dagli
altri Cardiochirurghi di Niguarda.
Alla fine degli anni ’60 la casistica
cardiologica emergente dagli screening
schermografici e dalla attività diagnostica
pneumologica divenne di tale rilievo
da indurre il prof. Giobbi a istituire, in
accordo con gli Organi Amministrativi
del Consorzio, un vero e proprio Servizio
di Cardiologia, operante con Medici
Dipendenti e con una attività quotidiana
e non più limitata a consulenze
settimanali.
Dopo l’accorpamento di Villa Marelli
alla Azienda Ospedaliera Niguarda,
attuale “proprietaria” anche degli
edifici, avvenuto nel 1998, la Direzione
Ospedaliera ha inserito il Servizio di
Cardiologia nel Dipartimento “De
Gasperis” con la denominazione di
Struttura Complessa Cardiologia 5
(ora Struttura Semplice Dipartimentale
Cardiologia 5) affidandole il compito
di rispondere a tutta la domanda
cardiologica ambulatoriale proveniente
dal Territorio. L’ attività Pneumologica,
di grande rilevanza sia per la quantità di
Figura 4. Benito Mussolini, allora Capo del Governo, scende la scalinata antistante la villa
Pazienti esaminati sia per la complessità
del loro impegno clinico, si avvale
della ricca dotazione radiologica e del
Servizio di fisiopatologia e allergologia
respiratoria, operanti nella Sede di Viale
Zara, nonché dell’integrazione in rete con
le strutture diagnostiche e di degenza
intraospedaliere.
Il Centro di Riferimento Regionale
per la Tubercolosi ha assunto sempre
maggiore importanza con il progressivo
aumento del numero di Cittadini
Stranieri Immigrati, alcuni dei quali
particolarmente suscettibili all’infezione
tubercolare per le caratteristiche
epidemiologiche della malattia nei Paesi
di origine.
Oggi rappresenta il più importante
Presidio di sanità pubblica per garantire
il controllo della malattia e impedirne la
[bollettino OMCeOMI] 2/2012
27
diffusione nel territorio lombardo. Come
si vede, il modello che aveva determinato
e determina tutt’ora il successo della
lotta alla malattia tubercolare, continua
a dimostrarsi utile e moderno per la
prevenzione e la cura di molte delle
malattie croniche su base degenerativa,
ivi comprese le cardiopatie, che hanno
oggi i caratteri di una vera e propria
“epidemia”.
Peraltro i cambiamenti organizzati e
istituzionali, avvenuti nel tempo, sono
stati spesso interpretati opportunità
per realizzare una rete di continuità
assistenziale garantendo ai pazienti il
passaggio “guidato” dall’approccio più
semplice del primo livello ambulatoriale
a quello, quando necessario, più
complesso del terzo livello di ricovero
ordinario e viceversa.
n
L’ intervista
Una dimostrazione
dell’ingegno umano
Maria Cristina Parravicini
Il chirurgo vascolare deve essere il più dotato di fantasia
e deve avere molte frecce al proprio arco così da saper
adoperare quelle giuste al momento giusto
Piergiorgio Settembrini, direttore
dal 2005 della Scuola di Specializzazione
in Chirurgia Vascolare dell’Università
degli Studi di Milano e direttore della
Divisione di Chirurgia Vascolare
dell’Ospedale S. Carlo Borromeo dal
1997, si laurea con lode in Medicina e
Chirurgia all’Università degli Studi di
Padova a 24 anni. Nel 1970, entra a far
parte dell’Istituto di Patologia Chirurgica
dell’Università di Padova diretto da
Giuseppe Pezzuoli, che seguirà nel
1979 come aiuto alla Clinica Chirugica
dell’Università di Milano. Nel 1990 vince
il concorso per professore ordinario.
Ma come è nata la scelta della Chirurgia
Vascolare? Settembrini ricorda che «nel
1968, quando mi sono laureato, si faceva
Chirurgia Generale perché ancora non
c’erano tutte le specialità e sub-specialità
come la vascolare, toracica, maxillofacciale, plastica. Poiché il periodo era
molto fervido e in evoluzione, andai
dal prof. Pezzuoli, mio maestro, che,
avendo un reparto di 110 letti, aveva
organizzato delle sezioni di giovani
medici che dovevano occuparsi dei
nuovi aspetti della Chirurgia: Chirurgia
vita. Questa aterosclerosi porta
inesorabilmente all’ostruzione delle
arterie e alla comparsa di quadri
ischemici agli arti inferiori. La malattia
viene “potenziata” a livello vasale dalla
coesistenza di diabete e insufficienza
renale cronica. Quarant’anni fa non
si vedevano dializzati ottantenni,
mentre oggi vediamo pazienti che
vivono discretamente anche dopo
venti/trenta anni di dialisi. Purtroppo
questa insufficienza renale e la stessa
dialisi comportano l’alterazione del
metabolismo del calcio, che va a
depositarsi nelle pareti delle arterie,
in particolare nelle coronarie, con
conseguenze facilmente immaginabili
(infarto miocardico). Da circa dieci
anni sono state introdotte le protesi
endovascolari per l’aneurisma dell’aorta.
Traguardi raggiunti
Relativamente semplici da inserire
Quali sono oggi i traguardi della
(attraverso l’arteria femorale), possono
Chirurgia Vascolare? «Oggi riviviamo
una situazione di guerra con gli incidenti tuttavia deteriorarsi nel giro di pochi
anni: in tal caso si rende necessario
stradali – osserva Settembrini – ma
un ulteriore intervento tradizionale.
soprattutto abbiamo a che fare con
Ovviamente dietro a questi progetti
la malattia aterosclerotica, che si
c’è l’industria che spinge perché le
manifesta sempre più pesantemente
endoprotesi vengano usate in maniera
con il sensibile allungamento della
Polmonare, Vascolare, dell’ipertensione
portale. Quest’ultima era allora assai
frequente in seguito all’ampia diffusione
dell’etilismo e conseguente cirrosi
epatica. «Personalmente mi posso
vantare – all’epoca avevo 24 anni – di
essere stato uno dei primi in Italia ad
avere il coraggio di toccare le arterie.
Non dimentichiamo che la paura atavica
del chirurgo è l’emorragia, tanto che
gran parte degli strumenti chirurgici
erano stati ideati e sono ancora utilizzati
per fermare l’emorragia. La Chirurgia
Vascolare mi ha affascinato in primo
luogo come storia, perché è la classica
dimostrazione dell’ingegno umano,
cioè di dove esso può arrivare pur in
mancanza di strumenti tecnici».
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
28
L’ intervista
estensiva. Bisogna tuttavia tener
presente che il loro costo è elevato
(da 7mila a 12mila euro), soprattutto
quando vengono realizzate per il singolo
paziente “su misura”, arrivando intorno
a 30-35mila euro. Personalmente
ritengo che vada utilizzato il buon senso;
avendo io vissuto la Chirurgia Vascolare
dall’inizio, ritengo che il chirurgo
vascolare debba essere il più dotato di
fantasia e avere molte frecce al proprio
arco così da sapere adoperare quella
giusta al momento giusto».
Sostenibilità del welfare
I costi del welfare così come sono,
continueranno a essere sostenibili?
Settembrini sottolinea che «In Chirurgia
è importante fare una corretta selezione
dei pazienti così che tutti possano avere
il meglio. Se per esempio abbiamo di
fronte una persona di sessant’anni, in
ottime condizioni generali ma con un
aneurisma della aorta, è consigliabile
eseguire l’intervento tradizionale,
in primo luogo perché ha un costo
minimo e, secondariamente, perché
la sua durata nel tempo è assicurata
per sempre poiché la protesi viene
suturata con ago e filo (l’unico rischio
è l’infezione, assai rara). Infatti vedo
pazienti in follow up dopo venticinque
anni. Se invece ho un paziente
ultraottuagenario con un grandissimo
aneurisma, quindi con un’aspettativa di
vita breve, sarà consigliabile ricorrere
a una endoprotesi. Ma non bisogna
generalizzare; io credo infatti che quello
che si sta perdendo oggi è la cura
della persona: non ci troviamo infatti
all’interno di una catena di montaggio
e questo significa che ogni volta va fatta
una valutazione su ciò che è meglio per
il singolo paziente, senza perderne di
vista anche gli aspetti più propriamente
caratteriali che, notoriamente, possono
influenzare in negativo il decorso post
operatorio».
Scuole di specialità: tra teoria
e pratica
Quale messaggio affiderebbe oggi a
un giovane neo laureato in Medicina
che manifesti la volontà di diventare
Chirurgo Vascolare? «Và dove ti porta il
cuore, per rifarsi a un libro di Susanna
Tamaro. Quello che io dico ai giovani
è di frequentare la sala anatomica
perché la comprensione dell’anatomia
come si ha quando si apre un cadavere
non è rappresentabile in nessun libro.
In secondo luogo gli consiglierei di
frequentare un reparto in cui si pratica
un certo tipo di chirurgia. Perché io dico
che la chirurgia vascolare è in assoluto
la più bella? In primo luogo perché il
sangue va in tutti i distretti corporei
e quindi il chirurgo vascolare dovrà
essere in grado di mettere mano al collo,
nel torace, nell’addome e negli arti. Ed è
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
29
importante osservare, perché assistere
a come viene ripristinato il flusso del
sangue che in un tratto si è interrotto
è esaltante, è il senso della vita che
procede. La mia piccola soddisfazione
è che, occupandomi anche della
Scuola di Specialità, constato che
aver “confidenza” con le arterie è un
aspetto della chirurgia vascolare molto
richiesto. Al momento ho un notevole
numero di giovani che vogliono venire
a frequentare e io questi ragazzi li
porto rapidamente in sala operatoria.
Quest’anno se ne sono presentati due,
rispettivamente da Roma e da Bari, e
devo dire che sono entusiasti perché
non solo assistono, ma lavorano anche».
Se è vero che gli specializzandi in genere
lamentano la scarsa preparazione
pratica a fronte di un’ottima
preparazione teorica, alla Scuola di
Specialità di Settembrini le cose vanno
in tutt’altra direzione: «Qui la pratica la
fanno e sono io che li aiuto. La cosa più
bella per un Professore non consiste
solo nel professare la propria dottrina,
L’ intervista
ma nell’aiutare a crescere. Infatti se
si aiuta in modo da plasmare bravi
chirurghi, si è adempiuto non solo il
proprio dovere, ma anche il proprio
compito istituzionale. Quando sedici
anni fa ho messo in piedi questo reparto,
ho trovato alcuni collaboratori di scarso
livello, mentre adesso ne ho almeno
quattro che mi possono sostituire a tutti
i livelli. Questa è la vera soddisfazione
perché quando si sono fatte migliaia di
interventi è ora di insegnare agli altri».
A questo proposito Erika, neolaureata
in Medicina e Chirurgia e attualmente
presso il Dipartimento di Settembrini
ricorda: «Sono venuta qui perché
cercavo un posto in cui ci fosse
maggiore attenzione nei confronti
dei giovani medici, un posto in cui le
giovani donne fossero introdotte alla
chirurgia senza discriminazioni e per
il momento l’ho trovato qui (Erika è in
lista d’attesa per la Scuola di Specialità)».
Settembrini aggiunge che: «Ci sono
sempre più donne che si iscrivono alla
specialità e, rispetto ai maschi, sono
determinatissime. Arrivano dove hanno
programmato di arrivare. Infatti una
donna che decide di fare Chirurgia,
deve avere una determinazione
notevole. Va poi anche aggiunto che
queste giovani donne sono molto
interessate alla ricerca. Il mio vanto è di
non lasciarle abbandonate a se stesse
a compilare cartelle cliniche, ma dare
loro del lavoro da svolgere». «A questo
contribuisce anche la conoscenza
personale», sottolinea Settembrini e
aggiunge: «Questi ragazzi vengono
da realtà dove il Direttore “svolazza”
e, prima di essere ammessi alla sua
presenza, devono fare una lunga
anticamera». Settembrini ricorda poi
come «non solo questi giovani medici,
ma anche molti pazienti si rivolgono a
noi dopo aver letto il nostro sito internet
(www.chirurgiavascolaremilano.it) in
cui è riportato il mio e nostro lavoro: la
descrizione degli interventi, i risultati, i
nomi e le fotografie con cenni biografici
del direttore e dei medici. È importante
oggi saper trasmettere anche il senso
dell’appartenenza che ho cercato di fare
con i miei molti allievi. Ma se si accentra
tutto intorno alla propria figura, non ci
sarà nessuno che ti rimpiangerà».
Venendo alla ricerca, alle biotecnologie,
ai farmaci e al bilancio in termini di
SSN, Settembrini osserva che: «O si
fa come in Inghilterra dove dopo gli
ottant’anni non si può più praticare
nessuna terapia che abbia meno del
20% di probabilità di riuscita, o gli
interventi e le terapie si praticano a
pagamento. Poiché noi siamo sull’altro
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
30
versante, per cui tutti possono avere una
speranza, questo comporta costi ingenti.
Oggi infatti, trattare chirurgicamente
un anziano, o anche il grande anziano,
e poi riabilitarlo, ha un costo enorme; si
tratta di una decisione politica. Siamo
d’accordo perché una vita vale più
di qualsiasi cosa ma, più la medicina
progredisce, più aumenta il numero
degli anziani. Se non si prendono dei
provvedimenti seri, corriamo il rischio di
avere una medicina di serie A per chi ha
disponibilità economiche buone, e una
di serie B o C per gli altri, e questo non
è giusto. In Lombardia, per esempio,
l’aver aperto i cordoni della borsa a tutti
e senza nessun controllo, ha portato
a commettere grossi errori come la
mancanza di controllo sui ricoveri, sugli
interventi eseguiti, con quale indice di
mortalità ecc. È vero che partorire alla
Mangiagalli dove avvengono 7/8mila
parti l’anno dà una maggiore sicurezza,
però si incorre nell’altro rischio della
catena di montaggio, dove l’errore
può capitare per l’eccessiva sicurezza.
Il mio maestro diceva che gli errori si
commettono all’inizio della carriera, poi
segue un periodo di stabilizzazione in
cui si è padroni del proprio lavoro, ma
arrivati alla fine si possono rifare degli
errori per un eccesso di sicurezza. E non
bisogna mai essere troppo sicuri perché
ci si deve sempre aspettare la sorpresa:
quando si apre il corpo umano non c’è
un’anomalia, ci sono delle variabili. Da
qui l’importanza della sala anatomica
e dell’autopsia per il medico; infatti
quando muore un paziente, andare a
vedere cosa è successo è fondamentale.
E questa è l’eterna curiosità che muove
la ricerca e che fa sì che non ci si possa
mai accontentare della spiegazione più
banale».
n
attività dell’Ordine
l’intensa attività dell’Ordine
Un breve resoconto delle molteplici iniziative intraprese
dall’OMCeO di Milano nel 2012
• BOllettinO
richiesta di trasparenza da parte dell’ENPAM e dimissioni di
Parodi, sulla situazione lavorativa dei giovani medici, sulle
precarietà del Decreto Balduzzi e sul SISS. Sui quotidiani
milanesi sono stati pubblicati articoli sull’area C. Queste
notizie sono state riprese e pubblicate anche su siti di
informazione online come Quotidianosanità.it, Doctor33 e
affaritaliani.it.
Anche nel 2012 sono stati pubblicati quattro numeri del
Bollettino per un totale di 44 articoli. Sono state pubblicate
interviste a Silvio Scarone, ordinario di Psichiatria
dell’Università di Milano, a Luigi Tesio, professore ordinario
di Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università degli
Studi di Milano, a Roberto Carlo Rossi sull’abolizione dei
concorsi pubblici, a Giuseppe Genduso sulle Macro Attività
Ambulatoriali ad Alta Complessità(MAC), a suor Annamaria
Villa che da 15 anni dirige la struttura San Francesco per
i Poveri di Milano e a Massimo Cugno docente presso
l’Università di Milano – Dipartimento di Medicina Interna sui
test relativi al superamento dell’Esame di Stato. Sono stati
pubblicati 4 articoli sui luoghi simbolo della sanità milanese,
3 articoli nella finestra sull’odontoiatria. È stato dato ampio
spazio agli ECM dell’Ordine. Sono stati pubblicati i primi 4
racconti classificati al concorso letterario bandito dall’ Ordine.
Sei consiglieri hanno fornito contributi pubblicati nel corso
dell’anno. Sono stati recensiti 6 libri.
• GiUraMentO neO iSCritti
Hanno prestato Giuramento 370 Medici Chirurghi e 38
Odontoiatri in 10 diverse riunioni presso la sede dell’Ordine
durante le quali il Presidente, dopo aver illustrato gli aspetti
peculiari della professione e aver fatto leggere ad uno degli
astanti il giuramento consegna il tesserino di appartenenza
all’Ordine e copia del Codice Deontologico.
• 50° di laUrea
La cerimonia di consegna della medaglia d’oro a tutti i
Colleghi che hanno raggiunto i 50 anni di laurea si è tenuta l’ 8
giugno presso la Sala Convegni dell’Ospedale Militare. Sono
stati premiati 136 Colleghi che, accompagnati dai familiari,
hanno poi festeggiato con un brindisi con i componenti il
Consiglio questa tappa importante della professione. L’attuale
Consiglio, ha valutato l’opportunità della consegna della
medaglia, che rappresenta un riconoscimento di attività
professionale correttamente svolta, anche a chi, nel corso
degli anni di iscrizione, ha avuto procedimenti disciplinari.
Si è deliberato che, al momento della stesura dell’elenco dei
laureati da 50 anni, verranno esclusi coloro che hanno subito
un provvedimento disciplinare definitivo di sospensione
dall’esercizio professionale o di radiazione, verranno invece
inclusi coloro i cui procedimenti disciplinari si sono conclusi
con l’irrogazione della sanzione dell’avvertimento o della
censura.
• neWSletter
Nel corso del 2012 sono state inviate 44 newsletter per un
totale di 175 notizie. Gli argomenti più trattati sono stati:
Legge Balduzzi, ENPAM, Pec, ECM.
Durante l’anno si è provveduto, a seguito di mancato recapito
delle newsletter, ad individuare ed eliminare gli indirizzi mail
errati o non più utilizzati. Ogni iscritto poi è stato contattato e
messo in grado di fornire l’indirizzo esatto al quale ricevere le
comunicazioni e l’indirizzario ad oggi è aggiornato.
• StaMPa d’inFOrMaZiOne
Nel Corso del 2012 sono state pubblicate su diversi quotidiani
(Repubblica, Corriere della Sera, Giornale) interviste
rilasciate dal presidente in tema di concorsi pubblici, sulla
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
31
attività dell’Ordine
• COnvenZiOne tra l’UniverSità deGli StUdi
di MilanO e l’OMCeO
professionale espletate. Questo perché il Direttore Generale,
in una lettera ai dipendenti, aveva comunicato che l’Azienda
avrebbe provveduto ad una specie di “autoassicurazione” per
porre rimedio al sempre più esoso costo delle polizze delle
compagnie di assicurazione. Il CCNL impone alle aziende
una adeguata copertura assicurativa di responsabilità civile
e l’Ordine paventa che questo sistema di autoassicurazione
venga attuato anche da altre direzioni di Aziende ospedaliere
della Lombardia con la conseguente perdita, per i medici,
della copertura assicurativa sul rischio professionale. I vertici
dell’Azienda milanese hanno precisato che l’Ente ha dovuto
percorrere tale strada per ragioni oggettive quali il recesso
della Compagnia di assicurazione, il divieto normativo di
affidare o prorogare i contratti senza gara e l’espletamento di
una gara regionale aggregata. I responsabili dell’Ente hanno
altresì assicurato l’Ordine sulla loro volontà di attivare tutte
le loro risorse umane e professionali per trovare adeguate
soluzioni.
Il Preside dell’Università degli Studi di Milano ha fatto
pervenire all’Ente la bozza dell’accordo convenzionale per
l’attuazione del tirocinio pratico valutativo di Medicina
Generale, parte integrante dell’Esame di Stato di abilitazione
all’esercizio di Medico Chirurgo. L’accordo firmato nel 2008
era scaduto il 31/12/2011. Considerato che non ci sono stati
ostacoli nell’attuazione di quanto a suo tempo sottoscritto
e che è interesse comune dei due Enti interessati che la
formazione e l’accesso alla professione di Medico Chirurgo
avvengano secondo standard di qualità sempre più elevati,
l’accordo convenzionale con l’Università è stato rinnovato
nello stesso schema del precedente.
• COMUniCaZiOne ai PaZienti del COStO
Per PreStaZiOni erOGate
Una delibera Regionale ha stabilito che dal 1° marzo,
terminato il ricovero o la prestazione specialistica, ai pazienti
debba essere consegnato un attestato che contenga il valore,
espresso in euro, del “rimborso corrisposto mediamente
agli ospedali lombardi per il costo sostenuto per tipologie
di attività e di prestazioni simili a quelle di cui il paziente
ha usufruito durante il ricovero”. Il Consiglio dell’Ordine,
nella seduta del 13 marzo, ha rilevato in tale delibera aspetti
di conflitto con l’attuale Codice di Deontologia Medica in
quanto, pur ritenendo in linea di massima corretto che il
Medico utilizzi nella maniera più appropriata le risorse a
disposizione,il Consiglio ha voluto puntualizzare che quello
che deve sempre prevalere è l’interesse primario di cura
che costituisce la base dell’alleanza terapeutica tra medico e
paziente. Il Consiglio ha ritenuto non etico che venga esposto
al cittadino/paziente il costo delle singole prestazioni erogate,
questo anche per ragioni di umanità e di opportunità ed ha
esposto alle Istituzioni regionali le proprie perplessità.
Successivamente, il Comitato Etico Nazionale, con una sua
delibera, ha sostanzialmente dato ragione alle osservazioni
avanzate dall’Ordine di Milano.
• COnveGnO enPaM
L’Ordine ha organizzato sabato 12 maggio un meeting sulla
previdenza che ha visto una vasta partecipazione di medici
interessati alle problematiche previdenziali anche alla luce
dei nuovi Regolamenti attuati a seguito di recenti normative.
L’evento dal titolo “ENPAM a domanda risponde” ha visto
la partecipazione, in qualità di relatori, del presidente
dell’ENPAM Oliveti e del vice presidente Malagnino e
l’intervento di numerosi iscritti che hanno avuto modo
di esprimere ai vertici dell’Ente le criticità rilevate nella
risoluzione dei loro quesiti pensionistici da parte degli uffici
centrali. Sono stati mossi rilievi alla conduzione dell’Ente, in
particolar modo sui fatti che hanno portato all’apertura di una
indagine della Magistratura. Il presidente Oliveti ha offerto
la massima collaborazione dell’Ente per la risoluzione dei
problemi pratici degli iscritti che hanno ribadito la necessità
di un ufficio ENPAM decentrato a Milano e ha risposto alle
richieste di chiarimenti sulla gestione dell’Ente.
• SPOrtellO Maternità
• PrOBleMa aUtOaSSiCUraZiOne aZiende
OSPedaliere MilanO e PrOvinCia
È proseguita nel corso del 2012 l’attività dello sportello
maternità a cura della Commissione Pari Opportunità.
Tale servizio, che ha la finalità di fornire comunicazioni e
informazioni sulla normativa inerente la maternità in relazione
alla professione medica e odontoiatrica, ha incontrato
l’interesse e il favore delle iscritte: sono state infatti numerose
le richieste di informazioni alla quali si è provveduto a fornire
L’Ordine ha indirizzato ai vertici di una Azienda Ospedaliera di
Milano una lettera chiedendo un sollecito intervento sul grave
problema segnalato dagli iscritti in merito ad accordi stipulati
contro i danni da responsabilità professionale e verso terzi e
contro gli infortuni subiti a causa e in occasione dell’attività
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
32
attività dell’Ordine
saper compilare un certificato medico, alla segnalazione
di problemi di scarsa formazione pratica durante i corsi di
specializzazione, soprattutto quelli di area chirurgica ma
anche del corso triennale di Medicina Generale. Rilevante
è stata la sollecitazione in ambito di ricerca/offerta di lavoro
per chi è in attesa del concorso di specializzazione, e per chi è
già specialista ma in attesa di concorsi pubblici o di selezione
in ambito libero professionale. I neo-laureati richiedono
spesso supporto in ambito assicurativo per una corretta
tutela legale in ambito professionale. È inoltre alto il numero
di richieste di orientamento per la scelta oculata di un corso
di specializzazione o di formazione post-laurea correlata alle
possibilità attuali di trovare un lavoro in Italia o all’estero, vista
la crisi che ha investito il nostro Paese.
risposte via mail e telefoniche. Tali informazioni si rendono
spesso necessarie in quanto gli Enti Previdenziali preposti
alla tutela della maternità e la relativa normative sono diversi
a seconda delle diversi tipologie di attività medica svolta
(medico dipendente di struttura pubblica o privata, medico
convenzionato, specialista ambulatoriale, libera professionista,
specializzanda, medico iscritto alla scuola di formazione in
medicina generale). La richiesta di informazioni può essere
inoltrata tramite e-mail, indicando oltre al quesito dettagliato,
l’attività svolta, la sede o l’ente presso il quale questa viene
svolta, un recapito telefonico oppure è possibile fissare un
appuntamento presso la sede dell’Ordine.
• SPOrtellO Per il CittadinO
L’attività svolta dallo sportello del cittadino, il servizio offerto
da qualche anno ai cittadini da parte dell’Ordine dei Medici
di Milano, ha visto nel corso del 2012 un notevole incremento
dei contatti. Da qualche decina del 2011 si è passato a 167
contatti telefonici del 2012. Le consulenze hanno riguardato
principalmente problematiche relative:
A) prescrivibilità a carico del SSR di alcuni farmaci soggetti a
prescrizioni limitative (noteAIFA)
B) normativa riguardante la certificazione dell’assenza per
malattia per le sue modalità telematiche andate a regime
C) trascrivibilità di prestazioni consigliate dai Medici
Specialisti da parte dei Medici di Base
D) invalidità civile.
Proprio la frequenza con la quale vengono poste questioni
inerenti l’invalidità civile ha indotto l’Ordine a incontrare i
Patronati per chiarire alcune modalità tecniche relative alla
presentazione della domanda per l’invalidità civile che ancora
sembrano ingenerare problemi. È allo studio la possibilità
di produrre un evento ECM (quindi, ovviamente, diretto ai
Medici certificatori) e un opuscolo informativo in formato
elettronico diretto a Medici (ed operatori del settore).
Si ritiene che il Servizio offerto per quanto ancora poco noto
ai Cittadini sarà sempre più utilizzato data la complessità delle
problematiche connesse con il SS regionale lombardo.
• COntinUità aSSiStenZiale
Lo sportello Continuità assistenziale ha offerto ai colleghi
consulenza sulle possibilità occupazionali, le procedure
contrattuali e ha offerto collaborazione nella gestione delle
problematiche che possono insorgere tra Azienda e operatori
sanitari. Sono stati richiesti pareri riguardo alla stesura di
certificazioni di buona salute per operatori scolastici, attività
sportiva agonistica e non e sulle problematiche legate
agli orari di apertura degli studi, alle visite domiciliari e
all’eventuale loro obbligatorietà.
• MediCi OSPedalieri
Nell’anno 2012 è stata effettuata dalla vicepresidenza
un’attività’ rivolta prevalentemente verso i medici ospedalieri
del servizio sanitario nazionale, della medicina ospedaliera
accreditata,degli IRCCS, di strutture IPAB,di strutture
RSA; I medici che si sono rivolti al nostro Ordine hanno
posto problemi che riguardavano tematiche contrattuali
e di consulenza a vario titolo, anche su argomenti non
strettamente connessi al rapporto di lavoro. I temi affrontati
possono essere così riassunti:
1. chiarimenti e spiegazioni su particolari argomenti
riguardanti alcuni capitoli del contratto collettivo di lavoro;
2. concorsi e mobilità. In particolare questa tematica ha
riguardato una fascia di età compresa tra i 30/35- 45 anni
(30-35%);
3. problemi relativi alla problematica assicurativa per la
responsabilità professionale (40-45%);
4. rapporto e, talvolta, contenzioso con le amministrazioni
ospedaliere (30%).
Quest’ultimo aspetto ha registrato un aumento dovuto
• SPOrtellO GiOvani MediCi
Consapevoli delle difficoltà che i neo-laureati incontrano
all’inizio della loro carriera professionale, il Consiglio
dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di
Milano ha attivato uno “SPORTELLO dedicato ai Giovani
Medici”. Nel corso del 2012 si sono rivolti circa un centinaio
di giovani colleghi per consulti svariati e di ogni tipo, da come
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
33
attività dell’Ordine
sui problemi della famiglia del malato e della interazione
tra questa e il medico, l’altra sui bisogni più generali della
comunità cittadina in rapporto alla malattia e alla sofferenza.
Quest’ultimo percorso ha già visto la interlocuzione
dell’Ordine con componenti amministrative della città
(Assessore alla sicurezza e Assessore al welfare) con le quali
costruire momenti ad hoc. Si è in attesa di riscontri e incontri
per poterli realizzare entro l’anno prossimo.
ad una maggiore precarietà nel settore sia pubblico che
privato convenzionato. In merito è stato riscontrato che una
elevata percentuale di medici spesso ignora la normativa che
regolamenta il rapporto di lavoro ed i propri diritti.
Un gran numero di medici si è rivolto al nostro ordine
lamentando conflittualità con i colleghi sul posto di lavoro.
Un possibile dato percentuale, approssimativo, può essere
stimato nella misura del 25% di coloro che hanno avuto
accesso ai nostri uffici. Un fenomeno preoccupante:circa
di 50-60% dei medici che hanno richiesto una consulenza
o un chiarimento hanno dichiarato insoddisfazione e
disaffezione ambientale sul luogo di lavoro e intravedono il
raggiungimento dell’età pensionabile come una “liberazione”.
Altri quesiti e chiarimenti sono stati posti in merito alle
seguenti problematiche:
- norme che regolamentano il periodo di aspettativa per
maternità o per interruzione del lavoro per cause diverse;
- norme che regolamentano i periodi di ferie e recuperi di ore
lavorative effettuate oltre il normale orario di lavoro;
- norme che regolamentano i concorsi;
- spiegazioni e chiarimenti in merito agli ultimi provvedimenti
legislativi (vedi decreto Monti e Fornero).
Nell’ultimo trimestre del 2012 sono state moltiplici le richieste
di chiarimento in merito alla legge Balduzzi per quanto
riguarda il problema assicurativo e,in modo particolare,
le nuove norme che regolamentano l’attività’ liberoprofessionale dei medici ospedalieri del SSN.
• COMMiSSiOne aGGiOrnaMentO
PrOFeSSiOnale e FOrMaZiOne
Il lavoro della Commissione si è sviluppato su tre precise
direttive:
- attività routinaria relativa alla verifica di Convegni di
aggiornamento coordinati e presentati da alcuni Iscritti su
tematiche di vario genere
- istituzione di un gruppo di lavoro sulla Comunicazione e sul
rapporto Medico-Paziente
- creazione di un gruppo di lavoro per l’istituzione di una
Scuola di Deontologia Medica ed Etica Comportamentale.
Relativamente al primo punto si è cercato di verificare
i contenuti, di adattarli al meglio per il perseguimento
dell’attività formativa, di incontrare alcuni Coordinatori e
concordare modalità di presentazione. Si è inoltre operato
perché alcuni Convegni si realizzassero all’interno di strutture
ospedaliere o assistenziali nell’obiettivo di coinvolgere gli
operatori delle stesse.
Si è svolta inoltre un’attività di tipo propositivo superando le
consuetudini che vedevano
l’Ordine come semplice organo di ratifica delle iniziative,
suggerendo argomenti e modalità nuove di formazione
(presentazione di casi clinici, tematiche di carattere legale
e amministrativo, responsabilità delle Direzioni Sanitarie,
valore e limite della prognosi, ecc). Abbiamo incontrato
Direttori Generali di Aziende Ospedaliere, di Istituti di
carattere scientifico e realtà universitarie per aprire dialoghi
collaborativi. Il Gruppo di Lavoro sulla comunicazione e
sul rapporto medico-paziente ha formulato una proposta
di aggiornamento e di educazione della popolazione su
tematiche di prevenzione in fase di organizzazione e di verifica
presso le Istituzioni comunali.
• COMMiSSiOne CUre Palliative e teraPia
del dOlOre
La Commissione Cure Palliative e Terapia del Dolore si è
concentrata soprattutto su quest’ultimo aspetto partendo
dal presupposto che il problema dell’impiego di oppioidi e
la traduzione nella pratica della legge 38 presentano ancora
delle criticità. Il lavoro svolto attraverso approfonditi incontri
della commissione con esperti del settore, già impegnati
da tempo in attività formative sull’argomento, ha portato
alla elaborazione di due eventi: il primo per focalizzare i
principali articoli della legge 38, approfondire la costituzione
di reti antidolore, presentare i risultati di recenti indagini; il
secondo sull’uso ragionato dell’impiego di oppioidi in casi
clinici particolari. Qui la interattività su alcuni casi clinici, è
parsa strumento idoneo di formazione. Tra gli obiettivi futuri
della commissione vi è l’approfondimento di varie tematiche
relative alla palliazione oltre al tema dolore. A tale proposito
due sono le strade che la commissione vorrebbe aprire: una
• SCUOla di deOntOlOGia MediCa ed etiCa
del COMPOrtaMentO PrOFeSSiOnale
L’esigenza che i medici riprendano in mano la consapevolezza
delle radici della loro professione, unita alla profondità del
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
34
attività dell’Ordine
vuoi informatici vuoi fisico/materiali, ai dati ed ai locali
dell’Ente.
dibattito sulle problematiche etiche e culturali che sottendono
alle loro scelte cliniche, si prefigura ormai come una necessità
inderogabile. La preparazione culturale interdisciplinare su
argomenti di filosofia e bioetica, logica diagnostica e scienze
umane applicate alla medicina, consente di affrontare con una
migliore comprensione del proprio ruolo le problematiche
di lavoro e di immaginare soluzioni appropriate per gli
interrogativi e le criticità del presente e del futuro prossimi.
Da qui la opportunità di creare una Scuola con corsi serali
della durata di quattro mesi presso questo Ordine.
La durata delle lezioni, la complessità degli argomenti trattati,
l’interdisciplinarietà degli stessi, potrebbero essere in
grado di soddisfare con un solo Corso tutto il debito formativo
annuale. La Scuola si rivolge a tutti i Medici e gli Odontoiatri
iscritti all’Ordine di Milano (non più di 30 per corso inseriti
con criterio cronologico di presentazione delle domande).
• reGOlaMentO COnCeSSiOne aGevOlaZiOni
iSCritti
Per venire incontro alle numerose richieste avanzate dagli
iscritti, oltre che per offrir loro servizi ed opportunità
seppur senza coinvolgere direttamente l’Ente, che resta
estraneo quindi da qualsivoglia transazione e quindi da
responsabilità e oneri economici, sono state definite dal
Consiglio alcune linee guida di indirizzo e coordinamento
che aziende e società fornitrici di beni e/o servizi devono
adottare per poter presentare offerte commerciali che siano
vantaggiose per gli iscritti agli Albi. La delibera, trasmessa
alla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri ex art. 35 D.P.R. 221/1950, non ha trovato
opposizione alcuna divenendo così esecutiva.
• 9° CenSiMentO Generale dell’indUStria
e dei ServiZi iStat
• reCeSSO COnvenZiOne iStitUtO BanCariO
L’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
di Milano è stato individuato da ISTAT tra i destinatari del
9° Censimento Generale dell’Industria e dei Servizi, la cui
rilevazione si è svolta in due fasi con la compilazione di
tre questionari. Le domande erano per la maggior parte
volte a conoscere in merito agli aspetti procedurali adottati
dall’Ente per l’evasione delle pratiche amministrative, senza
comunque che ciò potesse comportare responsabilità alcuna
in capo all’incaricato individuato o al Legale Rappresentante
dell’Istituzione ove ciò non fosse pienamente conforme a
quanto previsto dalla normativa vigente (come specificato
nel corso di un incontro con un Funzionario Istat tenutosi a
Milano in Prefettura il 29 ottobre 2012).
L’avvicendamento, a far data dal 1° gennaio 2012, del nuovo
Consiglio Direttivo, le difficoltà riscontrate nella gestione e
rendicontazione dei bollettini MAV utilizzati per permettere
agli iscritti di versare la dovuta quota annuale nonché le
nuove e conseguenti esigenze emerse nella riscossione del
tributo hanno comportato la necessità di interfacciarsi, in
modo più proficuo per una corretta gestione amministrativa,
con l’Istituto bancario in allora incaricato. Le numerose
riunioni svoltesi in tal senso non hanno portato, però, a
soluzioni gestionali adeguate. Per tale motivo il Consiglio
ha ritenuto opportuno avvalersi di una clausola risolutiva
inserita nella Convenzione firmata a suo tempo con l’Istituto,
concedendosi così l’opportunità, altrimenti preclusa, di
vagliare altre proposte gestionali avanzate da altri Istituti
Bancari che sono stati invitati a presentare offerte di gestione
dei fondi e contabilità ed invio dei MAV. Il Consiglio, dopo
aver analiticamente valutato oltre ai rapporti costi-benefici
anche la qualità dei servizi offerti nelle proposte presentate,
ha deliberato di sottoscrivere nuova Convenzione con altro
Istituto.
• dPS
In forza dell’art. 45, comma 1, lett. c) del D.L. 5/2012 intitolato
“Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e
di sviluppo”, che prevede l’eliminazione dell’obbligo di
predisporre ed aggiornare il Documento Programmatico
sulla Sicurezza entro il 31 marzo di ogni anno nonché
l’abrogazione, ai sensi della lettera d), di alcune delle
disposizioni inerenti il disciplinare tecnico in materia di
misure minime di sicurezza, si è emessa delibera in tal senso
pur decidendo di mantenere
il Documento già in precedenza redatto e proseguire nei suoi
aggiornamenti, là ove necessario. E infatti nel corso dell’anno
si è provveduto ad apportare modifiche in merito agli accessi,
• deCertiFiCaZiOne
L’emissione da parte del Ministro della Pubblica
amministrazione e della Semplificazione della Direttiva n.
14/2011 (in tema di “decertificazione” nei rapporti tra PP.AA.)
ha visto l’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli
Odontoiatri di Milano impegnato a migliorare ulteriormente
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
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attività dell’ordine
ha spinto l’Ente a cercare un contatto diretto con il Tribunale
di Milano e con l’Ufficio competente, per poter velocizzare
le procedure di controllo richieste dal legislatore. In
accoglimento alla nostra richiesta, il Tribunale ha inviato
un’applicazione informatica scaricata la quale l’Ente sarà in
grado di procedere alla richiesta massiva dei Certificati del
Casellario Giudiziale (al momento la procedura esclude i
Certificati dei Carichi Pendenti) ottenendo veloce riscontro
(max 2 giorni lavorativi).
gli scambi di informazioni già in essere con Pubbliche
Amministrazioni richiedenti: è stato individuato un ufficio
responsabile per tutte le attività volte a gestire la trasmissione
di dati o l’accesso agli stessi da parte della P.A. ed inserito sul
sito istituzionale un nuovo settore dedicato esclusivamente
alle PP.AA. bisognose di verifiche e conferme, e ciò anche in
ossequio all’art. 15, comma 1, L. 183/2011 che ha introdotto tali
innovazioni a far data dal 1° gennaio 2012.
• ATTIVAZIONE PROCEDURA MASSIVA
PER RICHIESTA CERTIFICAZIONE
• AZIONI RISARCITORIE ANCHE IN SEDE PENALE
La necessità di verificare autocertificazioni rese da iscritti o
da iscrivendi, in ossequio alla L. 183/2011 sopra richiamata,
Come già accaduto in passato l’ente allorché soggetti iscritti
e anche non iscritti nel loro operare determinano con
PROGETTI OBIETTIVO ASSEGNATI AL PERSONALE NEL CORSO DELL’ANNO 2012
RAZIONALIZZAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE CARTACEA
Questo progetto obiettivo
assegnato al personale,
annunciato nella seduta
di Consiglio del 21/2/2012,
costituisce la prima fase
nella pianificazione della
dematerializzazione dell’archivio
cartaceo dell’Ordine. Ciò in
ossequio a quanto stabilito
dal legislatore che ha previsto
il progressivo incremento
della gestione documentale
informatizzata all’interno della
Pubblica Amministrazione e la
sostituzione dei supporti
tradizionali della
documentazione
amministrativa in favore del
documento informatico (Codice
della Amministrazione Digitale
D.Lgs 7/3/2005 n. 82).
L’Ente infatti dovrà essere
in grado di fornire servizi di
certificazione e di gestione dei
documenti a livello informatico
garantendo la sicurezza e
l’integrità dei dati, e l’accesso
diretto ai soli soggetti che ne
hanno diritto, in modo da non
In primo luogo sono state
considerate n. 3.479 posizioni
afferenti a iscritti deceduti
o cancellati e la relativa
documentazione è stata
valutata e risolta. Si è passati
poi a valutare le altre circa
18.000 cartelle nominative e
la documentazione contenuta,
diversa per formato, natura e
contenuto, è stata analizzata
e catalogata per potere,
in seguito, attribuendo a
ciascun documento dei
codici di riferimento che
lo identificheranno e lo
assoceranno agli altri documenti
che formano la stessa pratica,
arrivare alla costituzione di un
fascicolo informatico relativo
ad ogni iscritto. Tutto il lavoro
svolto dal personale in questa
fase ha inoltre rappresentato un
significativo allegerimento delle
masse documentali afferenti
alla numerosità degli iscritti
rendendo infinitamente più
agevole l’accesso alle posizioni
vive e vitali eliminando le
violare la legge sulla privacy.
In questa prima fase l’Ente ha
proceduto alla valutazione dei
documenti e degli atti cartacei
dei quali è obbligatoria o
opportuna la conservazione
per potere poi procedere in una
seconda fase, al loro recupero
su supporto informatico e alla
predisposizione dei conseguenti
piani di sostituzione degli archivi
cartacei con archivi informatici.
Il progetto obiettivo ha
riguardato la valutazione di tutta
la documentazione cartacea
esistente per arrivare alla sua
sostituzione con opportune
registrazioni informatiche
scartando la documentazione
non soggetta a tutela per il suo
interesse storico-culturale.
I partecipanti al progetto hanno
proceduto al dettagliato esame
di 22.000 cartelle nominative
contenenti documentazione
varia (in media 15 fogli per
cartella), riferite ad altrettanti
iscritti all’Ordine, distribuite in
21 armadi.
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
36
duplicazioni. Questo progetto
obiettivo, iniziato nel mese di
aprile e concluso nella prima
decade del mese di gennaio
2013, ha visto la partecipazione
di n. 8 dipendenti: Ballan,
Colombo, Ferrari, Floris,
Garbarini, Gualtieri, Lai, Parrotta
Tutto il personale interessato
ha svolto gli incarichi affidati
con diligenza e precisione
utilizzando un esiguo numero di
ore di lavoro straordinario.
SOLLECITI QUOTA ISCRIZIONE
Nel corso del mese giugno
sono stati fatti controlli sullo
stato di pagamento delle quote
di iscrizione per l’anno 2012
inviate tramite MAV nel mese
di febbraio. Risultavano non
pagate circa 1700 quote perciò
da sollecitare entro il 30/6;
Si è proceduto al controllo di
quanti iscritti potevano essere
invitati al pagamento tramite
e-mail e si è provveduto ad
inviarne circa 800, i rimanenti
inviti sono stati stampati,
attività dell’ordine
sanitari per omicidio volontario per dolo eventuale.
Si è deliberato di agire nei confronti di un soggetto imputato
di avere per moltissimi anni recitato professione di medico
specialista in cardiologia senza neppure aver conseguito la
laurea in medicina e chirurgia.
comportamenti di penale rilievo danni di natura
patrimoniale e non patrimoniale delibera di promuovere
azione risarcitoria nei loro confronti costituendosi parte civile
nel procedimento penale a carico degli stessi.
In particolare si è deliberato di agire nei confronti
di numerosi soggetti imputati per comportamenti dannosi
per l’ente per incrementato lavoro amministrativo e per danni
all’immagine dell’ente stesso. Trattasi di una
complessa vicenda ancora sub judice relativa all’iscrizione
all’Albo Odontoiatri di soggetti sprovvisti di validi titoli di
studio.
Si è deliberato di agire nei confronti dei responsabili nel
processo cosiddetto Santa Rita bis che vede imputati alcuni
imbustati e consegnati per il
recapito tramite posta celere.
Il 27/6 è stata convocata una
riunione del personale nel
corso della quale sono state
individuate le modalità per una
efficace organizzazione delle
procedure derivanti dall’invio di
detti solleciti e in dettaglio:
- Risposte telefoniche alle
richieste di chiarimento degli
iscritti destinatari di sollecito,
- Invio sollecito per posta
ordinaria qualora la mail non
avesse raggiunto il destinatario
o non fosse stata letta
- Rimozione dal data base
dell’indirizzo mail non valido e
richiesta all’iscritto tramite posta
di aggiornamento dell’indirizzo
mail e, al contempo,
segnalazione dell’obbligatorietà
del della comunicazione
dell’indirizzo PEC
- In caso di restituzione della
lettera, invio richiesta al
Comune per accertamento di
eventuale cambio di residenza
dell’iscritto per poi rinviare il
sollecito pagamento quota e la
richiesta aggiornamento dati per
l’anagrafica
- Aggiornamento delle variazioni
• PROBLEMATICHE SUL DIRITTO ALL’ACCESSO
L’Ordine ha deliberato di resistere al ricorso proposto
al TAR da un soggetto avverso il diniego opposto
dall’Ente alla richiesta di accesso su atti contenenti dati
sensibilissimi di natura sanitaria detenuti nell’ambito
della prima fase prodromica ad una eventuale apertura di
procedimento disciplinare. n
per essere gestiti con le
stese modalità implementate
con la gestione dell’ufficio
amministrazione. Gestione
dei rendicontati, attualmente
non registrata nel sistema,
con dati forniti da Equitalia o
in caso contrario modificando
la gestione de pagamenti per
consentire manualmente le
rendicontazioni. Generazione
automatica delle lettere di
sollecito bonario per tutti gli
iscritti che presentano almeno
una morosità protocollandole
direttamente ed inviandole
tramite e mail o PEC
Gestione dei fascicoli degli
iscritti morosi: registrazione
in uno storico di tutte le
comunicazioni e le azioni
intraprese per la gestione
della morosità dell’iscritto
con collegamento diretto in
Anagrafica. Il programma
informatico derivato da questo
studio di fattibilità è stato prima
testato e poi reso operativo
dal 9/11/2012. Per poter
procedere alla cancellazione
per morosità nel pagamento del
contributo di iscrizione si devono
osservare delle procedure di
comunicate (nuovi indirizzi
e-mail, di recapito postale
o trascrizione dei numeri
telefonici) su IAM. Si è stabilito
di monitorare l’effettiva congrua
ripartizione delle procedure
tra tutto il personale che, in
relazione alle mansioni svolte,
si è dichiarato disponibile a
fornire il proprio contributo
all’aggiornamento dei dati.
Dal mese di giugno si è altresì
proceduto, nel corso di riunioni
tra il personale addetto e i
consulenti informatici, ad
analizzare tutte le correlazioni
di interfaccia con il controllo
e la gestione delle morosità
allo scopo di implementare,
nell’anagrafica IAM, un nuovo
programma informatico con
le seguenti modifiche e nuove
funzioni:
Gestione dei pagamenti
delle quote - aggiunta di
ulteriori informazioni nella
visualizzazione delle morosità
anche pregresse con link diretto
alla scheda anagrafica
Gestione storico pre 2010 –
modifica in anagrafica dello
stato dei pagamenti relativi
agli anni precedenti al 2010
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
37
ricerca della validità attuale
dell’indirizzo attraverso
richiesta di conferma ai Comuni
interessati, per poi procedere
alla convocazione dell’iscritto
tramite Raccomandata A.R. (la
cancellazione non può essere
pronunciata se non dopo aver
sentito l’interessato. - art. 11
D.Lgs. 13/9/1946 n.233). In
caso l’iscritto non si presenti, si
procederà alla sua convocazione
tramite ufficiale giudiziario che
potrà essere reiterata se la
prima notifica non viene ritirata
da alcuno e solo dopo la notifica
mediante affissione alla casa
comunale si potrà procedere alla
cancellazione dell’iscritto per
morosità e irreperibilità.
Attualmente sono in corso di
convocazione ex art. 11 tramite
ufficiale giudiziario n. 14
Colleghi e tramite Racc. A.R. a
n. 122, tutti hanno in carico più
annualità non pagate.
Dal gennaio di quest’anno ad
oggi sono stati cancellati per
morosità e/o irreperibilità n.
12 iscritti. Totale degli iscritti
morosi (persone fisiche)
dall’anno 2000 all’anno 2012 n.
831 pari al 3,45%.
attività dell’ordine
QUALCHE NUMERO SU ATTIVITà SVOLTE nell’ANNO 2012
Iscrizioni Albo Medici n. 452 di
cui 314 di prima iscrizione (tra
cui n.13 cittadini comunitari e
n. 4 extracomunitari) e n.137
di provenienti da altri Ordini
provinciali.
Iscrizioni Albo Odontoiatri n. 77
di cui 42 di prima iscrizione (tra
cui 2 di cittadini comunitari e n.
1 cittadino extracomunitario con
reciprocità) ; n 15 di provenienti
da altri Ordini provinciali e n. 20
doppie iscrizioni.
Cancellazioni Albo Medici n.338
di cui n.148 per decesso – n. 88
trasferimento ad altro Ordine
provinciale – n. 22 trasferimento
residenza all’estero – n.73
rinunce all’iscrizione – n. 7
morosità e irreperibilità
Cancellazioni Albo Odontoiatri
n. 55 di cui n. 13 per decesso
– n.14 trasferimento ad
altro Ordine provinciale – n.
1 trasferimento residenza
all’estero – n. 24 rinunce
all’iscrizione n. 3 morosità e
irreperibilità Iscrizioni Elenco
Psicoterapeuti n. 15
Dati protocollo in entrata n.
12.352
Dati protocollo in uscita
n. 8.131
E-Mail pervenute n. 20.789
E-Mail inviate n. 12.219
PEC pervenute n. 8.474
PEC inviate n. 1.252
Portal-feedback entrata n. 541
Totale generale e mail + pec
+feedback in entrata in uscita
10.267
Comunicazioni Cambi indirizzo
n. 833
Tesserini di iscrizione emessi
(compresi i duplicati) n. 877
Certificati di iscrizione emessi
(compresi Good Standing) n.
3.747
Certificati on line richiesti
tramite sito web n. 1.499
Pass auto e vetrofanie rilasciati
Generale in sede n. 98
Documentazione protocollata
ed assegnata all’ufficio del
Consigliere Medicina Generale
n. 360 (n. 340 esposti + n. 20
varie).
Accessi del Tesoriere in sede
n. 133
Procedimenti disciplinari
celebrati Albo Medici : n. 39
Ricorsi presentati dai medici
alla CCEPSS al termine del
procedimento n. 9
Procedimenti disciplinari
celebrati Albo Odontoiatri n.29
Ricorsi presentati dagli
odontoiatri alla CCEPSS al
termine del procedimento n. 5
Medici convocati a seguito di
esposti pervenuti n. 180 di cui n.
40 ex art. 39
Odontoiatri convocati a seguito
di esposti pervenuti n. 110 di cui
n. 34 ex art. 39
Patrocini concessi dal Consiglio
per Corsi o Manifestazioni n. 78
Il Presidente o un Consigliere
dell’Ordine è sempre presente
all’inaugurazione dei Convegni
patrocinati dall’Ordine.
Convegni residenziali ECM n. 22
per n. 88,4 crediti assegnati e un
totale di n. 1.887 partecipanti
ENPAM
Domande di pensione
presentate e/o sussidi e/ o
invalidità n. 614
Risposte a richieste informazioni
protocollate in uscita n. 607
Casi esaminati dalla
Commissione Invalidità n. 19
Area giuridica–amministrativa
Documentazione protocollata ed
evasa n. 293 comprese e-mail
riguardanti vari quesiti: Accesso
agli atti amministrativi, Direzione
Sanitaria, PEC, Problematiche
generali inerenti la professione,
procedimenti disciplinari.
L’area giuridica assiste la
Commissione Medica in
n. 1.451
Riunioni di Consiglio n. 14
Riunioni di Commissione Medica
n. 16
Riunioni Commissione
Odontoiatri n. 18 (oltre n. 40
riunioni del mercoledì in cui i
componenti la Commissione
sono a disposizione dei Colleghi
o del pubblico e all’esame della
documentazione assegnata)
Riunione Collegio dei revisori dei
Conti n. 6
Riunioni Commissioni
ordinistiche n. 32
Accessi del Presidente in sede
n. 173 – Appuntamenti fissati
con il Presidente n. 200.
Presenze del Presidente a
Convegni, Congressi, Riunioni
istituzionali n. 66
Documentazione protocollata
ed assegnata all’ufficio del
Presidente n. 460- convocazioni
ex art. 39 n. 34)
Accessi del Presidente CAO in
sede n. 120
Documentazione protocollata
ed assegnata all’ufficio del
Presidente e alla Commissione
Odontoiatri n. 516 (n. 102 esposti
+ n. 414 varie)
Accessi del Vice Presidente in
sede n. 92
Presenze del Vice Presidente a
convegni e Congressi n. 18
Documentazione protocollata
ed assegnata all’ufficio del Vice
Presidente n.137 (n. 37 esposti
+ n. 100 varie e di consulenza
ospedaliera)
Accessi del Consigliere
Segretario in sede n. 63
Presenze del Consigliere
Segretario a Convegni e riunioni
in Regione Lombardia n. 15
Documentazione protocollata
ed assegnata all’ufficio del
Consigliere Segretario n. 268 (n.
200 esposti + 68 varie)
Accessi Consigliere Medicina
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
38
ogni fase del procedimento
disciplinare.
Pubblicità Sanitaria
Documentazione protocollata ed
evasa n. 261 di cui 204 richieste
di pareri preventivi ed esposti, n.
57 varie.
Convocazioni a seguito esposto
n. 24
Presenze Consigliere Segretario
per consulenze in materia di
pubblicità sanitaria ai Colleghi
n. 50
Iscrizione Registri Medicine
non convenzionali
Omotossiciologia n. 18;
Omeopatia n. 18; Agopuntura
n.24; Ayurvedica n.2; Medicina
ad indirizzo Estetico n. 14;
Fitoterapia n. 8; Medicina
Antroposofica n. 3.
Consulenti esterni:
appuntamenti fissati dal
centralino dell’Ordine
Legale: n. 197 (oltre alle
consulenze telefoniche)
Fiscale: n. 259 (oltre alle
consulenze telefoniche)
Previdenziale e Contratti:
n. 22 – Giovani Medici n. 57
Contabilità gestione quote
iscritti
Quote iscritte a Mav n. 23.661, n.
84 pagate in sede, n. n. 29 altre
modalità di pagamento
Solleciti inviati a seguito di
controllo pagamenti non
effettuati:
giugno 2012 n. 1.640 (n. 835
per posta e n. 805 e-mail)
settembre 2012 n.280 mail e
n.55 PEC
ottobre 2012 n. 539 per posta
Posizioni di morosità risultanti
per la quota 2012 n. 354
Posizioni di morosità risultanti
per la quota 2011 n. 143
Posizioni di morosità risultanti
per la quota 2010 n. 66
Sgravi quote n. 95
Visti equità rilasciati n. 57
corsi ECM
Avvertenza per le iscrizioni agli eventi ECM dell’Ordine dei
Medici e degli Odontoiatri di Milano
AVVISO IMPORTANTE
Da lunedì 18 marzo 2013, l’iscrizione agli eventi ECM dell’Ordine si
realizza unicamente attraverso la procedura informatica.
Pertanto non potranno più essere accettate iscrizioni tramite l’invio di schede a mezzo fax o via e-mail.
La nuova procedura pertanto si articola come segue: è necessario
accedere all’area riservata del sito www.omceomi.it
Per chi non fosse ancora registrato all’area riservata riportiamo il link con la procedura di registrazione:
http://www.omceomi.it/Home/Security/RegisterAutomatic.aspx.
I Medici e gli Odontoiatri così registrati al sito potranno entrare nell’area riservata con
le proprie credenziali (codice fiscale e password) e cliccare su “Eventi ECM disponibili”
all’interno della sezione “Servizi personali” e seguire le istruzioni riportate.
ruoli, responsabilità ed esperienze
Sabato 5 ottobre 2013 - ore 9.00-13.00
Sabato 12 ottobre 2013 - ore 9.00-14.00
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
• 1. La professione medica: ricerca
di senso e bisogno di cura
Aperto alle associazioni di volontariato
e famigliari di pazienti
Sabato 15 giugno 2013 - ore 8.30-13.30
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
• 6. Gli accertamenti sanitari e le valutazioni
nel settore dell’invalidità civile a tre anni dalle
modifiche legislative: operatori a confronto
Sabato 19 ottobre 2013 - ore 8.30-13.30
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
• 2. I disturbi del comportamento alimentare
Sabato 14 settembre 2013 - ore 8.15-14.00
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
• 3. Carcinoma polmonare: come cambia l’approccio
al paziente nell’era della diagnosi precoce
Nuove acquisizioni in tema di valutazione del caso
clinico e strategie terapeutiche innovative
Sabato 21 settembre 2013 - ore 8.30-13.30
Istituto Clinico Humanitas
Via Manzoni, 56 - Rozzano (Milano)
• 7. Osteoporosi: prevenzione e rischio frattura
Sabato 26 ottobre 2013 - ore 8.30-13.45
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
• 4. Le Strutture Intermedie a supporto
del paziente anziano e fragile
Sabato 28 Settembre 2013 - 8.15 -13.30
Istituto Palazzolo
via Don Luigi Palazzolo, 21 - Milano
• 5. Continuità Ospedale e Territorio:
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
39
corsi ECM
1
La professione medica: ricerca di senso e bisogno di cura
Aperto alle associazioni di volontariato e famigliari di pazienti
Sabato 15 giugno 2013 - ore 8.30-13.30
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
COORDINATORI
Dott. Alberto Cozzi
MMG a Milano
Responsabile Nazionale Medici OFTAL
Consigliere AMCI Milano
Dott. Alberto Scanni
Primario Emerito di Oncologia - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano
Consigliere Ordine dei Medici di Milano
PROGRAMMA
8.30-9.00 Registrazione Partecipanti
10.45-11.00
Intervallo
9.00-9.15 Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato
11.00-11.30
Suor Annamaria Villa
Responsabile Poliambulatorio Opera
San Francesco - Milano
Un poliambulatorio a servizio
degli ultimi
MODERATORE
Dott. Francesco Ognibene
Giornalista di “Avvenire”
9.15-9.45
11.30-12.00 Dott. Angelo Mantovani
Coordinatore Scientifico progetto DAMA
Accanto al malato nelle corsie
dell’ospedale
Prof. Daniele Bruzzone
Docente di Scienze della Formazione Università Cattolica di Milano
Presidente Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana
Tecnici della vita o esperti di umanità?
12.00-12.30 Dott. Alberto Cozzi
La Medicina Generale: da cura primaria a osservatorio privilegiato
dell’uomo
9.45-10.15 Prof. Giorgio Lambertenghi Deliliers
Ematologo - Università degli Studi di Milano
Past President AMCI Milano
“Prendersi cura”: il medico fra competenza e sensibilità
10.15-10.45 Dott.ssa Francesca Manera
Consulente - Chirurgia Endocrino-senologica A.O. San Paolo - Milano
Medico OFTAL Milano
L’esperienza di una “buona medicina”: il pellegrinaggio a Lourdes con i malati
12.30-13.00
Dibattito
13.00-13.30
Compilazione schede di valutazione
e di verifica
n. 100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
• ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA •
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
40
corsi ECM
2
I disturbi del comportamento alimentare
Sabato 14 settembre 2013 - ore 8.15-14.00
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
COORDINATORE
Dott.ssa Maria Gabriella Gentile
Primario Emerito Centro per la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare
A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
PROGRAMMA
8.15-8.45
Registrazione Partecipanti
8.45-9.00
Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano
o di altro Consigliere da lui delegato
MODERATORI
Dott.ssa Maria Gabriella Gentile
Dott.ssa Maria Grazia Manfredi
MMG a Milano - Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano
9.00-9.45
Dott.ssa Maria Gabriella Gentile
L’importanza dell’identificazione precoce
Criteri diagnostici e strategie terapeutiche
Discussione
9.45-10.30
Dott.ssa Maria Enrica Bettinelli
Responsabile Settore Materno Infantile - Asl di Milano
Il ruolo del pediatra nella prevenzione dei disturbi alimentari
Discussione
10.30-11.45
Prof.ssa Valeria Ugazio
Docente di Psicoterapia - Università degli Studi di Bergamo
Direttore Scientifico European Institute of Systemic Relational Therapies - Milano
La famiglia nel percorso di cura
Discussione
11.45-12.00
Intervallo
12.00-13.15
Dott.ssa Maria Gabriella Gentile
Dott.ssa Maria Giulia Manna
S.C. di Dietetica e Nutrizione Clinica - Centro per la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare
A.O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano
Presentazione e discussione di casi clinici
13.15-14.00
Discussione e compilazione schede di valutazione e di verifica
n. 100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
• ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA •
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
41
corsi ECM
3
Carcinoma polmonare: come cambia l’approccio al paziente nell’era
della diagnosi precoce
Nuove acquisizioni in tema di valutazione del caso clinico e strategie
terapeutiche innovative
COORDINATORE
Dott. Maurizio Infante
Responsabile Sezione Ricerca Clinica in Oncologia Toracica - U.O. di Chirurgia Toracica
Istituto Clinico Humanitas - Milano
PARTE I - ore 9.25-10.10
DISTINGUERE UN NODULO INNOCENTE
DA UN TUMORE POLMONARE
PROGRAMMA
8.30-9.00
Registrazione Partecipanti
9.00-9.10
Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri
di Milano o di altro Consigliere
da lui delegato
9.10-9.15
Dott. Armando Santoro
Responsabile U.O. di Oncologia Medica
Direttore Cancer Center - I.C.H. - Milano
Introduzione al tema
Dott. Maurizio Infante
Cosa ci hanno insegnato gli studi
sulla diagnosi precoce
9.15-9.25
Dott. Marco Alloisio
Responsabile U.O. di Chirurgia Toracica - I.C.H. - Milano
Prognosi del paziente con carcinoma polmonare: quello che si sa
Dott. Fabio Lutman
Responsabile Sezione TC - U.O. di
Radiologia TC - I.C.H. - Milano
Biopsia percutanea TAC-guidata:
strumento affidabile in mani esperte
MODERATORI
Dott. Giorgio Brambilla
Senior Consultant Dipartimento Diagnostica
per Immagini - I.C.H. - Milano
Dott. Marco Alloisio
Dott. Giorgio Ferraroli
Dirigente Medico U.O. di Chirurgia
Toracica - I.C.H. - Milano
Dott. Edoardo Bottoni
Specializzando U.O. di Chirurgia Toracica - I.C.H. - Milano
Biopsia endoscopica e chirurgica:
come, quando, perché
Discussione
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
42
corsi ECM
Sabato 21 settembre 2013 - ore 8.30-13.30
Istituto Clinico Humanitas
Via Manzoni, 56 - Rozzano (Milano)
PARTE III - ore 11.30-12.45
MANAGEMENT MODERNO DEL PAZIENTE
CON TUMORE POLMONARE
PARTE II - ore 10.10-11.15
TUMORI POLMONARI LENTI E AGGRESSIVI
MODERATORI
Dott. Marco Alloisio
Dott. Armando Santoro
MODERATORI
Dott. Michele Ciccarelli
Responsabile U.O. di Pneumologia - I.C.H. - Milano
Dott.ssa Maddalena Lettino
Responsabile U.O. di Cardiologia Clinica-I.C.H. -Milano
Dott. Daoud Rahal
Responsabile Sezione di Diagnostica
Istocitopatologica Ambulatoriale
U.O. di Anatomia Patologica - I.C.H. - Milano
Istologia e comportamento biologico
Dott.ssa Maddalena Lettino
Introduzione
Dott. Alfonso Marchianó
Responsabile U.O. di Diagnostica Radiologica
2 - Istituto Nazionale dei Tumori di Milano
Noduli polmonari: analisi TAC in 2D e 3D
Dott.ssa Daniela Pini
Dirigente Medico U.O. di Cardiologia
Clinica - I.C.H. - Milano
Stimare i rischi e i benefici
Dott. Arturo Chiti
Responsabile U.O. di Medicina Nucleare - I.C.H. - Milano
Il valore aggiunto della PET nella
valutazione dei noduli polmonari isolati
Dott. Maurizio Infante
Management chirurgico del paziente con
tumore polmonare nell’era moderna
Dott.ssa Marta Scorsetti
Responsabile U.O. di Radioterapia - I.C.H. - Milano
Terapie alternative per il carcinoma
polmonare operabile?
Dott. Armando Santoro
Aree di incertezza e conclusioni
Discussione
11.15-11.30 Intervallo
Dott.ssa Emanuela Mencaglia
Psicologa U.O. di Oncologia - I.C.H. - Milano
Profili psicologici del paziente e del medico
Discussione
12.45-13.00 Conclusioni
13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica
n. 100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
• ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA •
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
43
corsi ECM
4
Le Strutture Intermedie a supporto del paziente anziano e fragile
Sabato 28 Settembre 2013 - 8.15 -13.30
Istituto Palazzolo
via Don Luigi Palazzolo, 21 - Milano
COORDINATORI
Dott. Renzo Augusto Bagarolo
Direttore Sanitario Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
Dott.ssa Maria Teresa Zocchi
Consigliere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano
Referente Commissione Pari Opportunità OMCeO Milano
11.00-11.20Dott. Pierluigi Gnocchi
Responsabile Medicina e Sub-Acuti Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
1° caso: paziente in cure Sub - Acute
PROGRAMMA
8.15-8.45
Registrazione dei Partecipanti
8.45-9.00
Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato
9.00-9.45
Dott. Renzo Augusto Bagarolo
Le Strutture Intermedie fra Ospedale e Territorio
9.45-10.15
Dott. Roberto Caprioli
Responsabile Attività Sanitarie e Socio-Sanitarie - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
La Struttura Intermedia in ambito sanitario
11.20-11.40 Dott. Geremia Giordano
Responsabile Riabilitazione Intensiva Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
2° caso: paziente in
Riabilitazione Specialistica
11.40-12.00Dott.ssa Giovanna Spannocchi
Responsabile Riabilitazione Estensiva Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
3° caso: paziente in Riabilitazione Generale e Geriatrica
10.15-10.45 Dott.ssa Jolanda Bisceglia
Responsabile Struttura Complessa Fragilità - Asl di Milano
La Struttura Intermedia in ambito socio-sanitario
12.00-12.20Dott. Paolo Innocente Banfi
Responsabile Nucleo SLA e Servizio di Fisiopatologia Respiratoria
Istituto Palazzolo - Polo Lombardia 2
Fondazione Don Carlo Gnocchi Onlus - Milano
4° caso: paziente affetto da SLA in lungo assistenza
10.45-11.00Intervallo
CASI CLINICI
12.20-13.00Discussione dei casi presentati
MODERATORI
Dott. Renzo Augusto Bagarolo
Dott.ssa Maria Teresa Zocchi
13.00-13.30Compilazione schede di
valutazione e di verifica
n. 80 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
• ISCRIZIONI SOLO TRAMITE LA NUOVA PROCEDURA INFORMATICA •
[bollettino OMCeOMI] 2/2013
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corsi ECM
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Continuità Ospedale e Territorio: ruoli, responsabilità ed esperienze
Sabato 5 ottobre 2013 - ore 9.00-13.00
Sabato 12 ottobre 2013 - ore 9.00-14.00
Sala Girardi - PIME - Via Mosè Bianchi 94 - Milano
COORDINATORE SCIENTIFICO
Dott.ssa Patricia Crollari
Direttore Sanitario Aziendale - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano
SABATO 5 OTTOBRE 2013
SABATO 12 OTTOBRE 2013
MODERATORE
Prof. Paolo Moroni
Direttore Generale - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano
MODERATORE
Dott.ssa Daniela Troiano
Direttore Generale A.O. di Pavia
PROGRAMMA
9.00-9.30
Registrazione Partecipanti
PROGRAMMA
9.00-9.30
Registrazione Partecipanti
9.30-9.45
TRATTARE L’EMERGENZA/URGENZA
Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano o di altro Consigliere da lui delegato
9.30-10.00
IL DIRETTORE SANITARIO NEL SISTEMA PUBBLICO IN
REGIONE LOMBARDIA
9.45-10.30
10.00-10.30 Dott.ssa Patricia Crollari
Un nuovo modello di integrazione Ospedale e
Territorio: Ambulatorio “Codici Bianchi”
Dott. Marco Bosio
Direttore Sanitario - A.O. di Desio e Vimercate
Funzioni del DSA e del DMP delle A.O.
IL PASSAGGIO DELLE CURE TRA OSPEDALE E TERRITORIO
10.30-10.45 Intervallo
10.45-11.30
10.30-11.00
Dott.ssa Emanuela Marinello
Direttore Sanitario - A.O. Ospedale San Carlo Borromeo - Milano
Funzioni del DSA di ASL
IL DIRETTORE SANITARIO DELLE STRUTTURE PRIVATE
IN REGIONE LOMBARDIA
11.30-12.00
Dott. Giovanni Sesana
Responsabile AAT 118 Milano
Il Sistema dell’Emergenza/Urgenza in Milano
e Provincia
Dott. Francesco Rossi
Direttore del Dipartimento di Medicina - P.O.
di Melegnano A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano
Dott.ssa Cristina Papetti
Direttore Medico di Presidio P.O. Vizzolo Predabissi - A.O. Ospedale di Circolo di Melegnano
Il punto di vista dell’Azienda Ospedaliera:
le cure sub-acute
11.00-11.15Intervallo
Dott. Francesco Della Croce
Direttore Sanitario - IRCCS
Istituto Ortopedico Galeazzi - Milano
Funzioni dei Direttori Sanitari delle
Strutture private accreditate e non
12.00-13.00Discussione
11.15-11.45
Dott.ssa Emanuela Marinello
Il punto di vista della ASL: l’esperienza sui CreG
11.45-12.15
Dott. Luigi Di Caprio
MMG a Milano Tesoriere Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano
Il punto di vista del Medico di famiglia:
le Associazioni
12.15-13.15Discussione
13.15-14.00 Compilazione schede di valutazione e di verifica
n.100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
PER OTTENERE I CREDITI ECM È NECESSARIO PARTECIPARE AD ENTRAMBE LE GIORNATE
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corsi ECM
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Gli accertamenti sanitari e le valutazioni nel settore dell’invalidità civile
a tre anni dalle modifiche legislative: operatori a confronto
Sabato 19 ottobre 2013 - ore 8.30-13.30
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
COORDINATORE
Dott. Luigi Di Caprio
Tesoriere dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano
MMG a Milano
10.40-11.00 Dott.ssa Simona Calabrese
Vice Presidente – Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus
Sezione Provinciale di Milano
PROGRAMMA
8.30-9.00 Registrazione Partecipanti
9.00-9.20 Dott. Roberto Carlo Rossi
Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano
Introduzione e saluto
Disabilità monotematiche (cecità, sordità): quanti problemi interpretativi!
11.00-11.15Intervallo
MODERATORE
Dott. Ugo Tamburini
Consigliere Segretario dell’Ordine dei Medici Chirurghi e
Odontoiatri di Milano
MMG a Milano
9.20-9.40
11.15-13.00
TAVOLA ROTONDA
È POSSIBILE UNA SINERGIA FRA I DIVERSI ATTORI?
Dott. Remo Guerrini
Direttore Patronato INAS CISL Milano Metropoli
Il Ruolo degli Enti di patronato tra sinergie ed incomprensioni
MODERATORI
Dott.ssa Nadia Polimeni
Coordinatore Medico Legale Regionale INPS
Dott. Luigi Di Caprio
9.40-10.00 Dott. Silvio Vagnarelli
Responsabile U.O.C. INPS Milano 2
L’attività dell’INPS tra verifiche, revisioni e controlli
INTERVENGONO:
Dott.ssa Maria Maddalena Farruggia
Responsabile S.S. Invalidità Civile e
Handicap – ASL Città di Milano
Dott. Roberto Fontana
Direttore Patronato ITALUIL per la Provincia di Milano
Dott. Alberto Lastrico
EPACA Milano
Dott. Oreste Manzi
Direttore Distretto 3 – ASL Milano 2
Avv. Maria Cristina Alemanno
Presidente Anmic Milano
Sig.ra Paola Zacchetti
Direttore Patronato
10.00-10.20 Dott. Domenico Castaldo
Direttore U.O.C. di Medicina Legale e Risk Management – ASL Milano 1
Criticità nelle relazioni fra i diversi attori coinvolti
10.20-10.40 Dott.ssa Luciana Bovone
Consigliere dell’Ordine dei Medici Chirurghi
e Odontoiatri di Milano MMG a Milano
Il ruolo del MMG tra doveri d’informazione e corretta compilazione del certificato
13.00-13.30 Compilazione schede di valutazione e di verifica
n. 100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
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corsi ECM
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Osteoporosi: prevenzione e rischio frattura
Sabato 26 ottobre 2013 - ore 8.30-13.45
Sala Girardi - PIME
Via Mosè Bianchi 94 - Milano
COORDINATORI
Dott. Roberto Capelli
Direttore S.C. di Ortopedia e Traumatologia - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano
Dott. Valter Galmarini
S.C. di Ortopedia e Traumatologia - Responsabile centro di osteoporosi e delle malattie metaboliche dell’osso
A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano
PROGRAMMA
8.30-9.00
9.00-9.15
Registrazione Partecipanti
Saluto del Presidente dell’Ordine dei Medici e
Chirurghi e Odontoiatri di Milano o di altro
Consigliere da lui delegato del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano
9.15-9.30
Dott. Roberto Capelli - Dott. Valter Galmarini
10.30-10.50 Dott. Giorgio Gandolini
Il trattamento farmacologico: cenni di terapia secondo EBM
10.50-11.20 Dott. Giovanni Arioli
Direttore U.O. di Riabilitazione specialistica e Reumatologia A.O. “C. Poma” - Mantova
Osteoporosi: possibili sinergie tra terapia farmacologica ed esercizio fisico
Introduzione
PRIMA SESSIONE
OSTEOPOROSI: CENNI DI EPIDEMIOLOGIA
E FISIOPATOLOGIA
11.20-11.40Discussione
11.40-12.00Intervallo
TERZA SESSIONE
LA GESTIONE CHIRURGICA E RIABILITATIVA
DEL PAZIENTE CON FRATTURE OSTEOPOROTICHE
MODERATORE
Dott. Giorgio Gandolini
Responsabile Centro di Reumatologia e malattie del
metabolismo minerale ed osseo
IRCCS S. Maria Nascente Don Gnocchi - Milano
9.30-9.50
Dott.ssa Emanuela Raimondo
S.C. di Ortopedia e Traumatologia Responsabile Ambulatorio malattie metaboliche dell’osso A.O.
San Paolo - Milano
Epidemiologia dell’osteoporosi e della frattura osteoporotica: l’importanza della prevenzione delle fratture nella riduzione dei costi economici dell’osteoporosi
9.50-10.10
Dott. Maurizio Bevilacqua
Direttore U.O. di Endocrinologia A.O. Sacco - Milano
Fisiopatologia del tessuto osseo e biomeccanica dell’osso e della frattura da osteoporosi
Tecniche diagnostiche radiologiche, BMD
e markers del metabolismo osseo nella diagnosi e nel follow up
MODERATORE
Prof. Luca Pietrogrande
Direttore S.C. di Ortopedia e Traumatologia - A.O. San Paolo - Milano
12.00-12.20Dott. Stefano Guerrasio
S.C. di Ortopedia e Traumatologia Università degli Studi Milano Bicocca
Trattamento chirurgico della frattura del femore osteoporotico: quali opzioni?
12.20-12.40 Dott. Valter Galmarini
Rapporto ortopedico osteoporosi
12.40-13.00Dott.ssa Franca Coppadoro
Direttore S.C. di Medicina Riabilitativa - A.O. Fatebenefratelli e Oftalmico - Milano
Fattori predittivi di caduta nel paziente osteoporotico e trattamento riabilitativo delle fratture del femore
SECONDA SESSIONE
OSTEOPOROSI: DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA
MODERATORE
13.00-13.15 Dott. Roberto Capelli - Dott. Valter Galmarini
Dott. Maurizio Bevilacqua
Discussione interattiva con tutti i relatori
10.10-10.30 Dott. Matteo Longhi
Direttore U.O. di Reumatologia - Istituto 13.15-13.45 Conclusioni e compilazione schede di valutazione
Ortopedico Galeazzi - Milano
e di verifica
n. 100 posti disponibili
Accreditato per Medico Chirurgo
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Notizie
ENPAM-Bilancio previsione 2013: ancora perplessità!
CONCORSO FOTOGRAFICO
È stato presentato alle Consulte
il bilancio di previsione 2013 del
nostro Ente pensionistico. Purtroppo
anche stavolta non possiamo fare
a meno di manifestare qualche
perplessità che nasce come sempre
da quelle che da sempre abbiamo
denunciato come note dolenti della
gestione del nostro patrimonio.
Non si può infatti fare a meno di
notare la solita scarsa redditività
del patrimonio che anche stavolta,
fatte tutte le dovute valutazioni, si
attesta complessivamente attorno
all’uno per cento, riferito a un
patrimonio di circa 13,5 miliardi.
Lascia inoltre senza parole la lentezza
con cui si sta mettendo in atto la
new governance deliberata dal CdA
nel giugno 2011 sulle indicazioni
di Mario Monti. Questa prevedeva
una netta separazione tra gli organi
preposti agli investimenti (tra i quali
l’investor advisor ovvero il consulente
finanziario) e quelli preposti alla
valutazione del rischio (tra cui il
Risk advisor). Dopo quasi 2 anni da
quella delibera il bando di gara per
l’individuazione dell’investor advisor
è ancora in fase di studio! Questo
per la discutibile scelta di effettuare
prima il bando di gara per la ricerca
del Risk advisor, ricerca che peraltro
fino ad adesso è stata vana poiché nel
bando effettuato un solo consulente
ha presentato i documenti necessari
in maniera corretta: Mangusta Risk.
Si proprio Mangusta Risk, ovvero
quell’Advisor che dal 2001 ci ha
assistito come consulente finanziario,
anche quando sono stati acquistati
circa 3 miliardi di titoli strutturati.
Essendosi pertanto presentato un solo
concorrente, il bando è stato annullato
e reindetto (per fortuna!), ma nel
frattempo il mandato di Risk Advisor
in prorogatio per tutto il 2013 è stato
rinnovato indovinate a chi? Mangusta
Il concorso fotografico è gratuito e riservato gli iscritti dell’Ordine
dei Medici e Odontoiatri di Milano.
Temi del concorso sono:
a) MEDICO, PAZIENTE, MALATTIA
Immagini che si riferiscono al mondo professionale, tecnico e
relazionale del medico e dei vissuti dell’ammalato.
b) L’ATTESA
Come esperienza che può essere vissuta con numerosi stati
mentali e fisici (la pazienza, la tensione, la trepidazione, la
rassegnazione, l’irrequietezza) in numerose circostanze della vita.
c) LA CITTÀ OGGI
Luoghi, scene di vita, abitanti, paesaggi urbani della città che
cambia.
Ogni concorrente può partecipare con un massimo di due stampe
fotografiche (non presentate a precedenti concorsi) a colori o in
bianco e nero nel formato 20x30 appartenenti allo stesso tema o
a due temi differenti, senza pesanti interventi in post/produzione,
e non incollate su alcun supporto. Sul retro di ogni stampa sarà
apposto un adesivo sul quale saranno indicati il tema proposto,
nome e cognome dell’autore, recapito, telefono e indirizzo
mail, ed eventuali titoli o commenti di stretta sintesi. E infine,
fondamentale, la firma dell’autore, come accettazione di quanto
contenuto nel presente bando.
Le fotografie devono essere fatte pervenire all’Ordine dei Medici
e Odontoiatri di Milano, Via Lanzone 31, 20123 Milano con la
dicitura “concorso fotografico” entro il 31 luglio 2013. Le fotografie
giudicate meritevoli verranno esposte nella sede dell’Ordine dove
verrà installata una Mostra Fotografica.
Le opere vincitrici verranno premiate nel corso della
inaugurazione della mostra fotografica la cui data verrà
comunicata entro il 30 settembre 2013. Saranno premiati i
primi tre classificati per ciascuno dei tre temi. Al termine della
premiazione, tutti gli intervenuti, concorrenti e ospiti, potranno
dialogare con i membri della Giuria. La giuria sarà coordinata
da Filippo Crea, Redattore per Progresso Fotografico Editore e
composta da: Renato Canal, Costanzo Gala, Dino Re, Roberto
Carlo Rossi, Mauro Tripiciano. Ogni partecipante è responsabile
di quanto è oggetto delle proprie opere e cede il diritto d’uso
non esclusivo all’Ordine dei Medici, che potrà provvedere alla
pubblicazione, senza fini di lucro, delle fotografie su qualsivoglia
supporto, digitale o cartaceo, per redazionali o documentari vari,
e senza l’obbligo del consenso dell’autore, e comunque con il
vincolo di precisare il nome dello stesso. Nel rispetto del D.L.
30 giugno 2003 n.196, i dati forniti dai concorrenti, trattati con
mezzi informatici, saranno utilizzabili per l’identificazione degli
autori nell’occasione di utilizzo delle immagini. Il concorrente
può accedere ai dati che lo riguardano, richiedendoli all’Ordine
dei Medici di Milano, Titolare del Trattamento Dati, ed esercitare
il diritto di integrazione, rettifica, cancellazione ecc. nel rispetto
dell’art. 13 della legge sopra citata.
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Risk. Sta di fatto che comunque da
circa 2 anni, a parte le strutture di
valutazione interna, ENPAM di fatto
non ha un consulente finanziario per
gli investimenti e probabilmente anche
a causa di questo nel 2012 ci è rimasto
nel cassetto circa un miliardo di
liquidità non investita, ma forse, anche
se il fatto in se stesso pare incredibile,
visti i risultati dei precedenti
investimenti finanziari, è meglio così.
Da ultimo, ma non ultimo, dobbiamo
segnalare il continuo aumento delle
spese generali di amministrazione
previste per il 2013 in crescita di circa
il 40% rispetto al preconsuntivo 2012
e pertanto non in linea con quanto
previsto dalla legge 122/30 luglio 2010,
fatto sicuramente rilevante, segnalato
anche nella relazione del Collegio
dei Sindaci della Fondazione. Ce n’è
abbastanza per manifestare anche
stavolta tutte le nostre perplessità.
Ugo Tamborini
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