La marina militare del Ducato di Lucca merita una specifica
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La marina militare del Ducato di Lucca merita una specifica
La marina militare del Ducato di Lucca merita una specifica trattazione in quanto non risulta che sia stata finora oggetto di adeguata analisi. L’incontro di studio promosso dall’Accademia “Maria Luisa di Borbone” nel Museo della Marineria di Viareggio il 19 settembre 2012 ha costituito una autentica novità nell’ambito storico. Il presente lavoro è frutto della armonizzazione e sistematizzazione dei due interventi che in quella sede hanno tenuto il prof. Renato Bonuccelli ed il prof. mons. Giovanni Scarabelli1 e si articola in tre parti: la prima è costituita da una introduzione di carattere archivistico inerente il porto di Viareggio, la seconda è relativa alla marina da guerra (1820-23) e la terza riguarda il Bargio Reale. Il porto di Viareggio all’inizio del Ducato di Lucca Cominciamo con l’evidenziare la grande ricchezza di documenti presenti nell’Archivio di Stato di Lucca proprio in relazione al tema in oggetto con il preciso intento di dare ulteriori apporti ai lavori di approfondimento futuri. Anche perché siamo convinti che la nostra storia è un grande mosaico incompiuto ed ogni tessera pur piccola ed apparentemente marginale che si possa recuperare contribuisce in maniera unica a meglio definire l’immagine che si vuol riscoprire. Affermando questo, crediamo che risulti evidente il fatto che non faremo che qualche sporadico riferimento alla abbondante, seppur diversificata nel suo valore, bibliografia esistente sull’attività marinara e cantieristica esistente a Viareggio soprattutto negli ultimi due secoli2. Quel che preme in questa sezione introduttiva è segnalare alcuni fondi archivistici che consentono ai ricercatori di approfondire adeguatamente l’impegnativo tema dell’origine e dello sviluppo delle strutture portuali e dell’attività marinara e cantieristica di Viareggio. Non possiamo non partire da una ben stimolante segnalazione prevenuta dal dott. Sergio Nelli, funzionario dell’Archivio di Stato di Lucca, che, rispondendo ad una domanda così scriveva il 29 agosto 2012: “Esaminate le Sue richieste, posso dirLe che la ricerca attraverso gli indici del fondo Reale Intima Segreteria è facile e produttiva, specialmente a partire dal 1820, quando negli indici viene introdotta la voce ‘Marina’ sotto cui vanno tutti i lavori di Viareggio: solo per assaggio della ricerca, per la nomina dello Zibibbi nel ’20 a Comandante della Marina (questa volta intesa non come ‘costa’ ma come ‘flotta’), i documenti originali sono in RIS, protocolli 328, 332, 333, 334; i lavori ai moli nel 1819 si trovano ai prot. 618, 867, 911, 1224, 1321, 1486; i lavori alla nuova Darsena nel 1820, prot. 259, 408, 447 (architetto Pellegrini, di Genova), 493, 523 (architetti Nottolini e Santini), 653; per i lavori al Bargio reale, sempre nel 1820, prot. 377, 525. Con indici così concepiti dagli antichi protocollisti per i nostri fondi ottocenteschi non ci sono ricerche ‘alla cieca’, anzi …”. A queste già importanti indicazioni ne aggiungiamo alcune altre a sostegno dell’esigenza di umile, faticosa, assidua ma inderogabile ricerca archivistica a fondamento di studi seri, originali e non soltanto ripetitivi di quanto già acquisito. Oltre tutto, convinti come siamo che la pubblicazione dei documenti costituisca un contributo fondamentale allo sviluppo delle conoscenze storiche. Ad esempio, sempre nel fondo Reale Intima Segreteria, si custodiscono numerosi documenti relativi alla manutenzione e prolungamento dei moli di attracco sulla foce del Burlamacca con l’intento di renderlo sempre più agibile come canale-porto. Siamo nel 1821 e ai prot. 1062, 1111, 1117, 1154, 1147 si trovano preziose indicazioni che documentano l’attenzione davvero costante della duchessa Maria Luisa di Borbone al problema in oggetto. Parimenti, nello stesso anno e nello stesso fondo, al prot. 587 si incontra un interessantissimo Regolamento della Marina di Viareggio; 1 R. BONUCCELLI, La “Flotta Regia”: la goletta Maria Luisa e il feluccio Carlo Ludovico, in Annale 2012,Viareggio 2013, pp. 17-36; G. SCARABELLI, Scorribande negli Archivi, ibid., pp. 35-38. 2 Un contributo d’analisi bibliografica su questo argomento è in Z. ROSSI, Annale, cit. pp. al prot. 446 si tratta della costruzione della prima Darsena; nel prot. 1512 si registra la richiesta del capitano Ippolito Zibibbi di saldo di somme relative ai lavori in corso. Passando al 1822, ancora il problema dei moli ai prot. 776 e 752. Un caso curioso ai prot. 638 e 795: il viareggino Cesare Ragghianti domanda di essere compensato del valore del terreno di sua proprietà occupato per costruirvi la Darsena con le conseguenti decisioni governative. Sempre a questo proposito, una seconda curiosità che emerge, stavolta però, dall’archivio del Centro Documentario Storico del Comune di Viareggio. Allo scavo della prima darsena vengono impiegati anche alcuni forzati, due o poco più, che sono regolarmente pagati versando le relative quote nelle mani del direttore del bagno penale nella Torre Matilde. Ancora una indicazione di argomento da affrontare in approfondimento. Ci riferiamo alla costruzione della seconda Darsena del porto di Viareggio, quella che verrà poi chiamata “Toscana”. Le decisioni in proposito sono prese agli inizi degli anni Quaranta dal duca Carlo Lodovico, che in quest’occasione si mette in gioco in prima persona in quanto già nel 1842, per consentire l’inizio dei lavori e l’attuazione del progetto, cede ben 10 ettari e mezzo – per l’esattezza 10,58: praticamente parte dell’area dell’attuale darsena più quella corrispondente al tracciato di via Coppino. La notizia, riportata nell’opera di Carlo Pezzini 3, pensiamo che meriterebbe proprio di essere ben fondata, ampiamente illustrata e approfondita da un punto di vista archivistico, anche per riconoscere doverosamente dei meriti al già abbastanza bistrattato duca di Lucca. La Marina da guerra La “Regia Flotta” si deve a Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna, già duchessa di Parma, già regina d’Etruria e, dal 1817 alla morte sopravvenuta nel 1824, duchessa di Lucca. E’, infatti, in quest’ultima sua veste che si registra il singolare intervento personale che segna l’inizio e parimenti la fine della marina da guerra lucchese. A seguito del Lodo di papa Leone X del 29 settembre 1513, la Repubblica di Lucca perde il territorio del Capitanato di Pietrasanta e con esso il porto di Motrone. Il residuo sbocco al mare – una ventina di chilometri di costa paludosa e malarica, pressoché disabitata – registra solo poche capanne intorno ad una torre di guardia in legno situate in prossimità della foce del canale Burlamacca, al termine di una strada di collegamento con l’entroterra, quella Via Regia che darà il nome alla località: Viareggio. E’ qui che si concentra l’attenzione della Repubblica di Lucca, che, ad ulteriore salvaguardia, nel 1534 decide di costruirvi una solida torre capitana in pietra, allora in riva al mare, chiamata poi Torre Matilde. Quando la duchessa Maria Luisa di Borbone prende possesso nel 1817 del piccolo ducato appositamente creato dal Congresso di Vienna e già ben più ampio principato napoleonico affidato a Elisa Baciocchi, Viareggio non è più quel “meschino e malsano villaggio che nel 1740 possedeva soltanto 300 abitanti”4, ma, risanato dagli interventi di bonifica dell’abate Bernardino Zendrini, si è velocemente sviluppato fino a registrare oltre tremila abitanti. Maria Luisa si può dire che si innamori di Viareggio e del suo mare 5, tanto da indurla a decidere di costruirvi una fastosa reggia – che purtroppo rimarrà incompiuta e andrà distrutta nei bombardamenti della seconda guerra mondiale –, decidere di costruirvi la prima darsena, la darsena 3 C. PEZZINI, Il “Burlamacca” racconta. Storia della cantieristica e delle darsene viareggine, Viareggio s.d, pp. 336. Alle pp. 43-47 riporta un “recente studio della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura ed Artigianato” – senz’altra più precisa indicazione - dove si afferma che “nel 1842 Carlo Lodovico, succeduto alla madre Maria Luisa, cedette un’area di 10,58 ha, per la costruzione della nuova darsena”. 4 Guida Storico statistica monumentale dell’Italia e delle Isole di Sicilia, Malta, Sardegna e Corsica, XI ed., Milano 1857, p. 262 Lucca, nel 1819 con il prolungamento dei moli del porto-canale Burlamacca e la costruzione di alcuni capannoni per la costruzione di naviglio e, infine, di elevarla al rango di città nel 1820. La costa del ducato era stata soggetta a scorrerie dei corsari barbareschi e benché l’ultimo episodio registrato risalisse in quel momento al 1804 non era da escludere che non se ne potessero prevedere ancora in futuro6. Da mettere in conto nelle decisioni di Maria Luisa di Borbone anche la realizzazione del matrimonio del figlio Carlo Lodovico con la principessa Maria Teresa Felicita di Savoia, figlia del re di Sardegna Vittorio Emanuele I, celebrato per procura a Torino il 17 agosto 1820. La Duchessa non poteva esimersi dall’incontrare adeguatamente la principessa sabauda dimostrando al consuocero l’attenzione alla costa del mare, anche con un pur modesto ma efficiente apparato militare marinaro. La sposa verrà accolta proprio a Viareggio con tutti gli onori nel successivo ottobre. dopo un tribolato viaggio. Il concorrere di questi tre fattori può spiegare, così, la decisione di Maria Luisa di dotarsi di una flotta da guerra, seppure minuscola, in quanto costituita da due sole unità, una goletta ed un filuccio o bovo, per altro sufficienti per pattugliare il breve tratto di costa di pertinenza del territorio ducale. Prima di entrare nel merito di queste due unità, è da rilevare come esse vengano acquistate col “privato e particolare Borsiglio” della Duchessa, senza alcun aggravio sull’erario del ducato: in sostanza sono una sua proprietà privata. E’ quanto si evince dalla comunicazione della Reale Intima Segreteria al Consigliere di Stato e Presidente di Grazia, Giustizia e Interno datata a Viareggio il 23 maggio 18207. A quella data, le due unità erano attraccate a Viareggio già da due giorni Ed ora una breve descrizione delle due unità, come risultano dai relativi inventari. La prima unità, la goletta chiamata “Maria Luisa”, costruita nei cantieri di Genova, aveva uno scafo chiavato e foderato di rame lungo 22 govi, pari a 16,37 metri. Era dotata di un albero di Maestra di 43 piedi, di un albero di sabbia e freccia di 37 piedi, da due alberi di trinchetto rispettivamente di 47 e 26 piedi, di un albero di parocchetto di 26 piedi, di un albero di freccia di 26 piedi e di bome di 34 piedi. Risulta armata con 2 cannoni, 4 corronade (cannoni corti di ferro), 12 spontoni (aste con punta per arrembaggi), 22 fucili, 18 sciabole e munizioni varie. Non si evince dai documenti la consistenza dell’equipaggio, sicuramente superiore a quello del feluccio “Carlo Lodovico”. La goletta era sede del comando della flotta. La seconda unità, il feluccio o bovo intitolato a “Carlo Lodovico”, anch’esso costruito nei cantieri di Genova, aveva uno scafo inchiodato e foderato di rame lungo 19 govi, pari a 14,14 metri ed era dotato di un albero di maestra e di un albero di mezzana. Il suo armamento era composto da 4 corronade (cannoni corti di ferro), 12 fucili, 12 sciabole, 12 lance e munizioni varie. L’equipaggio era composto da 17 uomini. Prima di proseguire bisogna aggiungere una annotazione: queste due unità non ebbero mai occasione di combattere e nel breve tratto della loro esistenza fecero soltanto alcune crociere di rappresentanza, ovunque salutate, nell’entrare in porti “esteri”, con i dovuti onori. Se è vera l’ipotesi che la decisione della duchessa Maria Luisa fosse principalmente legata alla volontà di ben figurare di fronte al consuocero re di Sardegna che accompagnava la figlia, una volta celebrato il matrimonio del figlio, questo intento veniva a mancare. 5 N. VERDILE, Maria Luisa la Duchessa Infanta. Da Madrid a Lucca una Borbone sullo scacchiere di Napoleone, Lucca 2013, pp. 120. A p. 89 così inizia il capitolo XIV: “Lucca nella mente, Viareggio nel cuore”. 6 E’ quanto si sostiene anche in M. LENCI,Una storia di lungo periodo: il coinvolgimento lucchese nell’epopea barbaresca (secoli XVI-XIX), in Annale 2012, pp. 13-16. A riprova, si registra ancora nel 18.. un .. 7 Archivio di Stato di Lucca (ASLu), Intendenza della Lista Civile, 10 c. 6. Da alcune relazioni economiche sulla gestione ordinaria di queste due unità risultano impiegate delle somme decisamente assai consistenti, alla fin fine non sostenibili dal “privato e particolare Borsiglio” di Maria Luisa. Anche il loro inutilizzo bellico, inoltre, deve aver concorso alla decisione di venderle all’asta, incaricando dell’intera operazione l’agente della Duchessa a Genova, Giacomo Oneto. Ecco i documenti che abbiamo reperito circa l’asta delle due unità da guerra lucchesi 8. Purtroppo la riproduzione è di difficile lettura perché il primo e secondo avviso sono stati pubblicati al centro delle due pagine e la riproduzione è imperfetta. Sono tutti tratti dalla Gazzetta di Genova, conservata nella Biblioteca Universitaria di Genova. n° 71, Mercoledì 3 settembre 1823 “Il giorno 22 corr. Settembre 1823, alle ore 11 (…) in questa R. Darsena, cioè la goletta Maria Teresa9, ed il bovo Carlo Lodovico, con tutti i loro rispettivi attrezzi ed armamento descritto nell’inventario esistente e depositato in (…) detto giorno 22 corrente, pel ministero dello stesso Not. Sigimbosco, si passerà definitivamente alla vendita suddetta in favore del maggior offerente, dietro gl’incanti che verranno pubblicamente fatti (…) di ciascun giorno non feriato, essendo stati a chi spetta gli ordini corrispondenti” p. 310 “Avviso. La vendita dei due R. bastimenti da guerra lucchesi non avendo avuto luogo nell’indicato giorno 22 corr., è stata differita, e sarà fatta la mattina di martedì pross. 30 di questo mese, nello studio del sig. Not. Gio. Fr. Sigimbosco a .. ore”. p. 314 “Martedì 30 corrente, nello studio del sig. Not. Gio. Francesco Sigimbosco posto a Banchi, dall’ora del mezzogiorno sino alle 2 pomerid. si sentiranno le offerte, e si proseguiranno gl’incanti per la già annunziata vendita definitiva de’ R. bastimenti da guerra lucchesi, la goletta Maria Luisa, e il bovo Carlo Ludovico, che resterà deliberata in punto delle dette ore 2 pomer. a favore del maggior offerente, ed in termini dei capitoli e condizioni visibili nello studio di detto Notaio Sigimbosco”. L’atto di vendita fu redatto dal notaio genovese Francesco Sigimbosco: la rimessa economica fu ben visibile, ma in ogni caso si era posto termine al continuo salasso per le spese di manutenzione ordinaria. Prima, però, di riportare l’atto finale della Real Flotta, si ritiene opportuno condividere tre documenti rinvenuti nell’Archivio della Fondazione Ordine Costantiniano di Parma, presso la Chiesa della Steccata, consistenti nelle perizie ed inventari delle due unità in oggetto. I Perizia/Della Real Goletta di S. M. la Regina Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna Duchessa di Lucca &:&:&: Uno Scaffo inchiodato e foderato di Rame Longo Govi 22 Alberi, Penoni, Bompresso Cordami e Fumine Cantora 60 a S. 20 Bossellami Vele come da Inventario N° 2 Canoni da 6. Guerniti “ 4. Coronade da 12 … Munizioni per Detti, Stagnoni e Polvere N° 12 Spontoni, 18 Sciabole, e 22 fucili £ 9000 1000 1200 300 1000 650 1400 150 340 8 Dobbiamo un particolare ringraziamento al dott. Andrea Lercari per averci favorito in modo eccellente nella ricerche d’archivio a Genova. 9 Il nome è evidentemente sbagliato, trattandosi di Maria Luisa. “ 2 pompe imbronzate, e suoi guernimenti Cucina a Ronfort con suoi utensili come da Inventario Fusti per acqua, vino, e pompa per detti Attressi da coperta come da Inventario Bastingali finiti Tavola, Scabelli, Comò, Ghirindone, Specchi della Camera N° 6 Materazzi, Tapezzeria come da Inventario Articolo del Piloto come da Inventario Ferraglia, Biancheria di Tavola, Bicchieri e Bottiglie Zavorra di ferro Cant.a 575 a b.r 10 … Uno Schiffo con 12. Remi, Vela, ed un ferro Fornello, Macinino, e Caffettiera Campana, 3 piedi di porco, 1 Bilancia, 140 Cantare Ogetti diversi 150 200 100 350 ..300 210 400 250 --150 3624.10 300 24 100 400 Totale £ 21598.10 II Inventario Generale della Goletta di Sua Maestà la Regina Maria Luisa di Borbone, Infanta di Spagna Duchessa di Lucca &:&& N° 1 Albero di Maestro di piedi 43 con Baj e testa di Moro o pie di Moro 2 Lande per le Sartie 2 Pendii per ritenuta 2 Amanti per dette 2 2 Stralli a Parrochetto BOME DI PIEDI 34. 2 Balantine per detto 2 Paranchj per detto 1 Pendii per ritenuta 2 Paranchi per lo stesso 2 Bossè a Ganelo 1 Bastone di Coltellaccio 1 ferro per lo stesso PIEDE DI MAESTRA 2 Penoni di Guardia a palanco 2 dritte per Corno a III Perizia Del Real Feluccio di S.M. La Regina Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna Duchessa di Lucca &&& Uno Scaffo lungo Govi 19 Chiavato e foderato di Rame Albero di Maestra, Antenna Piccola Pittalo Mezzana e Cassa Scotte Vele e Tende Gumene ed altri Cordami C.ne 40 a S. 25 Ancore N° 3 Bossellami N° 4 Coronade da 12 Guernite 12 Sciabole 12 Fucili e 12 Lancie Munizioni e 2 Stagnoni di Rame Cucina a Ronfort con 3 Caldaj e Suoi Coperchj Pompa, Chiesola e Gallinaro N° 8 Remi di Coperta N° 10 Candelieri per Tenda e Suoi …. Candelieri di Bastingagli con Rete di ferro Bussole, Lock, Bandiere Canochiale Ampollette e Portavoce Fusti per Vino, ed acqua, altri attressi di dispensa Tavola della Camera, Stramazzi Soffà e Cortine £ 7500 500 600 1000 420 250 1400 210 120 170 100 80 60 250 110 90 340 Terraglie, Biancheria di Tavola, e Caffettiera Savorra di ferro C.ra 365 a b.r 10 Lancia guernita come da Inventario Ogetti diversi 120 2372.10 300 300 Totale 16292.10 Ed eccoci, in fine, alla rogito di cessione della real Flotta redatto dal già più volte citato notatio Sigimbosco su carta bollata del Regno di Piemonte da centesimi 30 (1r) Instromento di Vendita di due Regi Bastimenti da Guerra Lucchesi, che si fa dal Signor Giuseppe Oneto fu Giacomo come incaricato, ed autorizzato da S. M. la Duchessa di Lucca, al Signor Francesco Casaretto fu Pietro, per il prezzo di £ 32000. di Genova Fuori Banco. L’Anno del Signore Mille Ottocento venitrè questo giorno di Sabbato Quattro del Mese di Ottobre alle ore Nove prima del mezzo giorno, nel Palazzo d’abitazione del Signor Giuseppe Oneto posto sulla Piazza Rovere in Genova. Avanti di me Gio. Francesco Sigimbosco Notaro pubblico alla residenza di Genova, in presenza degl’infrascritti Testimonij personalmente costituito il suddetto Signor Giuseppe Oneto del fù Signor Giacomo, Proprietario, nativo di Genova, ed ivi domiciliato, ed abitante. Il quale in nome, d’ordine, e per conto di Sua Maestà la Duchessa di Lucca, e come dalla stessa specialmente incaricato, e pienamente autorizzato all’effetto di quanto in appresso, del che tutto si rende Egli garante in proprio. Di sua spontanea volontà, ed in ogni miglior maniera, che di ragione. Al seguito de’ pubblici Incanti che hanno avuto luogo nello studio di me detto, ed infrascritto Notaro nelli giorni Ventidue, e Trenta dello scorso Mese di Settembre a termini degli Articoli inseriti nella Gazzetta di Genova N.° 71, 76. 77., e 78. Ha per il presente Atto, venduto, e vende, ed a titolo, (1v) e per Causa di Vendita ha dato, ceduto, e rinunciato conforme dà, cede, e rinuncia, sotto ogni garanzia, anche sua particolare, sì di fatto, che di diritto, al Signor Francesco Casaretto del fù Signor Pietro, Negoziante, nativo di Chiavari, e domiciliato, ed abitante in questa Città di Genova sulla Piazza Cattaneo, qui presente, e che accetta. Due Regij Bastimenti da Guerra Lucchesi esistenti in questa Regia Darsena, cioè una Goletta nominata Maria Luisa, ed un Bovo nominato Carlo Lodovico, con tutti i loro rispettivi Attrezzi, Apparato, ed Armamento descritti su due Note, ossian Inventarj Firmati dal detto Signor Giuseppe Oneto sotto la data del trè Settembre, ultimo scorso, e da lui rimessi, e consegnati al detto Signor Francesco Casaretto, Compratore, il quale dichiara, e confessa di averli ricevuti, e di avere visti, e visitati gli anzidetti due Bastimenti, ed i loro rispettivi Attrezzi, Apparato, ed Armamento, ed essere del tutto ben contento, e soddisfatto. La presente vendita è stata convenuta, e stabilita d’accordo frà detti Signori Oneto, e Casaretto, ed ora viene fatta per il prezzo, e mediante la Somma di Lire Trentadue mila moneta di Genova corrente Fuori Banco, pari a Lire Nuove di Piemonte Ventisei mila Seicento Sessantasei, e Centesimi Sessantasette, che è la maggior Somma stata offerta per la Compra di suddetti due Regij Bastimenti, e la quale Somma è stata presentemente pagata dal detto Signor Francesco Casaretto Compratore al suddetto Signor Giuseppe Oneto Venditore a detto nome, il quale l’ha tirata, e tira a se in effettivi denari contanti realmente visti, e numerati (2r) alla presenza di me Notaro, e de Testimonj infrascritti, e perciò gliene ha fatto, e fa ogni più ampia fine, e quietanza, promettendo, anche in suo proprio nome, e come sopra, sotto ogni sua particolare garanzia, che mai più gli sarà domandata cosa alcuna per detta Causa, e titolo, e che non gli sarà arrecata alcuna molestia ne fatta eccezione alcuna per parte della Prefata S. M. la Duchessa di Lucca, sulla validità della presente Vendita, intendendo in caso diverso di essere Egli tenuto in proprio verso detto Signor Casaretto, al rissarcimento d’ogni danno, spesa, ed interesse. In conseguenza di quanto sopra potrà il detto Signor Francesco Casaretto Compratore liberamente godere, fare, e disporre di detta Goletta Maria Luisa, e di detto Bovo Carlo Lodovico, egualmente che di tutti i loro rispettivi Attrezzi, Apparato, ed Armamento descritti nelli di sopra rifferiti due Inventarij, come megli gli parrà, e piacerà, e come di cosa ad esse appartenente in piena proprietà, e goduta, cominciando da questo giorno, al quale effetto il detto Signor Giuseppe Oneto Venditore al nome di cui sopra, e sotto ogni garanzia come sopra, lo mette, e sorroga in tutti i suoi diritti, nomi, ragioni, ed azioni sulle detti due Regij Bastimenti da Guerra, e loro rispettivi attrezzi, Apparato, ed Armamento, volendo, consentendo, ed ordinando, che da chi spetta ne sia riconosciuto, ed immatricolato per libero, ed assoluto Padrone, e Proprietario nelle consuete forme, e come di diritto. Si dichiara a cautela, che per parte del Signor Venditore si garantisce soltanto la quantità, ed il numero dei Generi, ed attrezzi descritti nelli surriferiti Inventarj, ma non già la qualità e stato d’essi, e senza verun obbligo per loro denominazioni e dimensioni. Si dichiara infine, e si conviene che tutti i diritti, e Spese occasionate dalla presente Vendita, e dalla precedenti Incanti, che hanno come sopra avuto luogo, restano interamente (2v) a carico del Signor Venditore. E richiesto io detto, e sottoscritto Notaro ho ricevuto quest’Atto in presenza delli Signori Antonio Podestà del fù Notaro Giacomo Agostino, nativo di Chiavari, e Sebastiano Saltarelli del vivente Signor Filippo nativo di Genova, ivi ambidue domiciliati, ed abitanti, Testimonj richiesti, noti, ed idonei, i quali assieme a detti Signori Comparenti, ed a me Notaro, sottoscrivono come segue il presente Instromento, che dal detto Signor Podestà è stato scritto, come Persona di mia confidenza, e da me Notaro letto, e pronunciato a chiara ed intelligibile voce in presenza di detti Signori Comparenti, e Testimonj. Esatto per diritto d’Insinuazione, e di Tabellione Lire Nuove Quattrocento Cinque, e Centesimi Trenta, cioè Proporzionale £N. 400.20 Fisso d’aumento “ 4.80 Tabellione “ -.30 Totale £N. 405.30. Giusep.e Oneto q. G.mo Francesco Casaretto Antonio Podestà Test.° Sebastiano Saltarelli Test.° La presente Minuta contiene due foglij … in quattro Pagine Gio: Francesco Sigimbosco Not.° Immediatamente, cioè in pari data dell’atto, Giuseppe Oneto invia il resoconto amministrativo A Sua Maestà La Regina Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna Duchessa di Lucca &. &. &. Importo della Vendita e Netto Ricavo della Goletta Maria Luisa e del feluccio Carlo Lodovico, come in atti del Notaro Francesco Sigimbosco a questo Francesco Casareto £. 320 Spese Bonifico fatto al Compratore d’accordo Diritto d’Intimazione, e Spese Notariali Provvigione a 3 p.r % £ 500 £. 662 £. 960 Genova li 4 ottobre 1823. Netto Ricavo S. E. e Ommissioni Quali £. 29878 al pari formano Scudi Fiorentini £. 29878 N° 4268 20122 Giusep.e Oneto q. G.mo Infine da segnalare il fatto che, per conto suo, il governo ducale di Carlo Lodovico, successo alla madre nel 1824, non mancò di tutelare la sua frontiera costiera sia mantenendo attivi i forti litoranei, sia predisponendo una rete di intese diplomatiche con i regni di Francia, Sardegna e Spagna. A quest’ultimo riguardo pare interessante una lettera indirizzata, il 22 giugno 1827, al ministro Ascanio Mansi da Antonio Filicchi, console del ducato di Lucca a Livorno, in cui si comunicava come il re di Francia avesse ordinato che “una o due Fregate della sua Real Marina incrocino sulle coste d’Italia, coll’incarico di proteggere la Navigazione, ed il Commissario dei Sudditi di S.M.I. e R., e degl’altri Alleati di S.M. sud.a” 10. In altri termini, grazie ai buoni rapporti esistenti tra Carlo Lodovico e Carlo X di Francia, Lucca, il suo territorio e il suo naviglio venivano compresi nel protettorato francese contro i corsari barbareschi. Il Bargio Reale Entriamo ora nella questione del Bargio Reale, che ebbe sede nel porto di Viareggio dal 1820 in poi. 10 ASLu, Affari esteri 95 fasc. 103. Nell’ASLu Reale Intima Segreteria 99 c. 33 è conservato il contratto di costruzione stipulato a Viareggio il 2 giugno 1820 fra il comandante della Piazza Ippolito Zibibbi in rappresentanza della duchessa Maria Luisa e Valente Pasquinucci definito “maestro d’ascia”. Trattandosi di uno dei primi contratti della cantieristica viareggina, forse addirittura il primo, crediamo che sia interessante proporne integralmente il testo, redatto su carta bollata da soldi 4.6. “In Viareggio questo giorno Due Giugno 1820 Sia noto ed apparisca mediante la presente privata scrittura che Tra il Sig.r Ippolito Zibibbi Comandante la Piazza, e la R. Marina della Città di Viareggio Stipulante in nome di S. M. la Duchessa di Lucca da una parte, ed Il Sig.r Valente Pasquinucci domiciliato a Viareggio Maestro d’ascia dall’altra è stato convenuto quanto appresso 1 – Il detto Sig.r Pasquinucci si obbliga costruire un Bargio Reale della forma, e misura risultanti dal disegno ed il tutto esequire secondo le regole dell’arte, e dare compito il lavoro dentro il termine di giorni quaranta, ed il detto Sig.r Pasquinucci sarà tenuto soltanto a que’ lavori che riguardano la sua arte 2 – Il prezzo di tale costruzione è convenuto fra le Parti nella somma di Scudi cento quaranta moneta di Lucca 3 – Il detto Sig. Zibibbi dichiara che il detto prezzo sarà pagato nel modo che appresso, cioè un terzo sarà sborsato dopo che sarà posta la prima quota, l’altro terzo a metà di lavoro, e l’ultimo terzo a lavoro compito, ed accettato. 4 – La presente convenzione non avrà effetto, che dopo l’approvazione di S.M. Il presente scritto è stato esteso in doppio originale firmato da ambedue le Parti Approvo Maria Luisa (timbro del Comando della Piazza di Viareggio) Valente Pasquinucci I. Zibibbi”. Già il giorno successivo, cioè il 3 giugno 1820, con decreto ducale Maria Luisa approva il contratto ordinando di imputare la spesa relativa alla Direzione delle Finanze (ASLu RIS 96) “N° 377 (Stemma Ducato) Noi Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna e Duchessa di Lucca Vista la scritta formata dal Capitano Comandante la Piazza e Marina di Viareggio con Valente Pasquinucci in data 2. del corrente mese, nella quale si obbliga quest’ultimo di costruire un Bargio Reale entro giorni quaranta a’ seconda del disegno assegnatole per la somma di scudi cento quaranta pagabili in tre rate Ordiniamo quanto appresso La scritta formata dal Sig. Capitano Zibibbi Comandante la Piazza e Marina di Viareggio con Valente Pasquinucci Maestro d’Ascia in data del 2. stante pel prezzo di scudi cento quaranta, è approvata in tutte le sue parti. La Direzione delle Finanze pagherà in conseguenza sollecitamente sull’articolo delle spese imprevedute al prefato Sig.r Comandante Zibibbi lire trecento cinquanta lucchesi primo terzo della somma totale suddetta a’ seconda delle convenzioni come sopra stipulate per la costruzione del Bargio Reale. La Nostra Reale Intima Segreteria farà conoscere alla Direzione delle Finanze, ed al Capitano Comandante la Piazza e Marina di Viareggio il presente Nostro Ordine per la sua esecuzione. Dato dal Nostro Real Palazzo di Lucca questo giorno 3 giugno 1820. Maria Luisa” A questo punto dobbiamo aggiungere una notizia forse inedita. Il 5 giugno 1820 Maria Luisa decide di acquistare anche una lancia da Valente Pasquinucci, come risulta dalla seguente comunicazione alla Direzione delle Finanze (ASLu Direzione Generale delle Finanze 194 prot. 1323) “Ill.mo Signore Mi faccio un dovere di partecipare a V.S. Ill.ma che S.M. la Regina con real Ordine in data di questo giorno ha determinato che da cotesta Direzione di Finanze venga sollecitamente pagato sull’articolo delle spese imprevedute in mano di Valente Pasquinucci di Viareggio Maestro d’Ascia la somma di lire mille cento ottanta Lucchesi valore della Lancia stata dal medesimo costruita a Viareggio per uso della Maestà Sua. Nel pregarla Ill.mo Sig.e a voler dare gli ordini necessari per l’esecuzione del sunnominato Sovrano rescritto ho l’onore di confermarLe i sentimenti della distinta mia stima, e considerazione Lucca li 5 giugno 1820 Il Segretario di Gabinetto Alessando Bossi All.Ill.mo Sig.e Nicola Manfredi Segretario Direttore delle Finanze Lucca”. Riflesso di questo ulteriore acquisto, lo si ritrova anche successivamente. Infatti, poco più di tre settimane dopo, il 28 giugno, la Duchessa emana una ordinanza nella quale si regolamenta la posizione del personale addetto al servizio del Bargio Reale e della Lancia ASL RIS 100, prot. 525. Eccone il testo: “(Stemma Ducato) Noi Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna e Duchessa di Lucca “Volendo determinare il servizio e lo Stipendio dei Marinari addetti al Bargio reale che nel tempo del Nostro soggiorno in Viareggio dovranno essere a Nostra disposizione Ordiniamo quanto appresso Art° 1° In tempo della Nostra dimora nella Città di Viareggio saranno sempre pronti a prestare il servizio che verrà da Noi ordinato tanto nella Nostra Lancia quanto altrove otto Marinari di quelli addetti al Bargio reale compresi un uomo di Gancio, ed un Timoniere. Art° 2° Durante la suddetta Nostra dimora in Viareggio i sei Marinari saranno pagati a ragione di Paoli 4. al giorno per ciascheduno, di paoli 5. l’uomo di Gancio, e di paoli 6. il Timoniere. Qualora ci occorresse straordinariamente un numero maggiore di Uomini, saranno questi presi fra i Marinari addetti al Bargio Reale, e pagati a giornata alla Ragione suddetta. Art° 3° Il Nostro Capitano Comandante della Piazza e Marina di Viareggio è incaricato dell’esecuzione del presente Ordine Reale, che relativamente ai pagamenti si estenderà anche al servizio che dai Marinari, uomo di Gancio, e Timoniere suddetti ci è stato reso per tutto il tempo dell’ultima Nostra dimora in Viareggio, cioè dal dì 12 a tutto il 21 del corrente mese. Dato dalla Nostra Real Villa di Marlia questo giorno 28 giugno 1820 Maria Luisa”. Risulta evidente il fatto che lo stesso personale era di servizio sia sulla lancia che sul Bargio. Si intuisce, comunque, che quello addetto al Bargio era ben comprensibilmente un po’ più numeroso, dovendo, se non altro, tener conto anche del comandante, ufficiali e sottufficiali.